Caro visitatore, simpatica
navigatrice, in questa sezione troverai alcune delle radici della nostra
filosofia, la Daimonologia, infatti la nostra metodologia deve molto agli
antichi testi orientali, come del resto non tralascia assolutamente la
storia della scienza, meditando a fondo sulle ultime teorie della fisica
contemporanea, così come ci ha insegnato Fritjof Capra nel suo bel libro Il
Tao della Fisica. Il tutto per dare origine a complesse e profonde tecniche
di meditazione e di consulenza esistenziale che, tenendo conto di tutta la
realtà,
dell'unità armonica degli opposti e di tutte le nostre potenzialità creative, sono appunto riuscite a
dare vita alla nostra metodologia e alle nostre filosofie etiche. (Si vedano
a questo proposito le varie sezioni del nostro sito dedicate a questi
argomenti! Per il momento dunque sarà anche sufficiente
cominciare a riflettere sull'antica
storiella riportata di seguito e su alcuni testi tipici della cultura orientale
che abbiamo messo a disposizione, (si veda per esempio il
Tao Te Ching di Lao Tzu o gli aforismi dei saggi
orientali, in futuro poi,
se ci seguirai, ti sveleremo la vera via del tao, della perseveranza, della
logica, dell'etica e della serena saggezza; l'importante naturalmente è che
il tuo spirito e la tua mente siano ben disposti a mutare, a cambiare, a
conoscere, a migliorare, a ricercare, a comunicare, a rischiare e a vivere questo straordinario e
misterioso viaggio che è la vita con entusiasmo ed un estremo desiderio di
lasciare qualche traccia del nostro passaggio, per il bene di tutta
l'umanità.
Qui abbiamo inserito il libro
L’arte della guerra di Sun Tzu e poi inseriremo l'arte segreta della
strategia cinese per trionfare in ogni campo della vita quotidiana, in
pratica il libro dei 36 stratagemmi. Un distillato di cinque millenni di
strategia bellica che travalica l'ambito militare per adattarsi a tutti i
settori della vita contemporanea. Qui sveleremo i consigli, le tecniche, le
strategie, i segreti per meglio capire le leggi del successo, del
potere, dell'invincibilità e della stupidità. I 36 stratagemmi non hanno mai
perso valore e ancora oggi in oriente sono considerati dei capisaldi per
l'addestramento di qualsiasi manager, figuriamoci poi per quello dei genii.
Così in occasione del nostro
Attacco al Forte Carl William Brown
è lieto di erudirvi in queste antiche e temibili arti del micidiale
combattimento globale e definitivo. Join Us, don't be afraid !
Saggezza orientale
Nell'antico Tibet in un famoso
monastero vi era una scuola buddhista molto rinomata, guidata da uno dei personaggi più
straordinari e carismatici dell'epoca.
Un giorno furono messi alla prova diversi
studenti monaci i quali avrebbero dovuto progettare il più grande tempio mai immaginato,
e avrebbero poi dovuto consegnare i frutti della loro arte al capo spirituale che avrebbe
poi scelto il lavoro migliore.
Passarono mesi e mesi di intenso e duro lavoro
dopo di che finalmente il grande giorno arrivò.
I disegni erano in genere stupendi e molto ben
elaborati, ma su tutti ne spiccava uno, che alla fine venne scelto e premiato con
grandissime lodi dal maestro; raffigurava uno scenario suggestivo di alta montagna, con
delle vette isolate ed imponenti, tra due di queste, sospesa su un pauroso precipizio, una
sottile passerella faceva da ponte, al centro vi era seduto in solitudine, piccolo punto
insignificante nel grigio azzurro dell'immenso cielo, un monaco in catartica meditazione.
IL LIBRO DEI
CAMBIAMENTI I CHING
Questa grande ed antica opera vi
potrà aiutare a gestire i cambiamenti e vi consiglierà nelle vostre
decisioni, le quali ovviamente influenzeranno il vostro futuro, così come il
vostro presente. Questo libro di natura pratica ed enigmatica, il cui autore
è anonimo, ha influenzato profondamente le scuole classiche del pensiero
cinese: il taoismo e il confucianesimo. La filosofia di base dell'I Ching è
la semplicità stessa: in ogni situazione della vita, si può scegliere una
mossa buona o una cattiva, ma visto che l'esistenza è una sequenza
ingarbugliata di situazioni molto complesse, l'I Ching cerca di semplicare
il contesto in due vie, quella migliore e quella peggiore. Se siete saggi
scieglierete quella migliore, se siete stupidi sceglierete quella peggiore.
Il libro e le sue indicazioni vi aiutano a interpretare il vostro cammino e
a riflettere sulle vostre decisioni. Ovviamente le situazioni attuali sono
influenzate, ma non determinate completamente da quelle passate, e le
situazioni future sono determinate in parte dalla situazione presente,
eredita a sua volta dal passato, e in parte dalle vostre decisioni odierne.
Si è dunque liberi di scegliere le azioni migliori che potranno rendere la
nostra vita più serena, o quelle peggiori che la metteranno a dura prova.
L'I Ching ci aiuta a riflettere, ci indica alcune strade e alcuni consigli,
ci fa meditare e alla fine lascia a noi la scelta. Senza lanciare le
monetine, o interpretare gli esagrammi, ci sono dei software che oggigiorno
ci possono venire in aiuto.
Scaricalo
dal nostro sito e buona fortuna !
BENESSERE DEL MASSAGGIO
Corpo e anima. Guida alla scelta del
massaggio.
Che le manipolazioni guariscano da alcune patologie è un fatto ormai accertato:
sciatalgie, dolori articolari, mal di testa, malattie venose, sono i malanni normalmente
affrontati con i massaggi. E cresce pure il popolo di chi, affidandosi a mani sapienti,
cerca anche benessere, relax, pelle morbida... Come sono in costante aumento le tecniche
offerte dal supermarket del benessere. Ecco una guida ragionata.
AYURYEDA. Si basa sui principi
dell'antica medicina indiana che concepisce la salute come frutto di un perfetto
equilibrio tra corpo, mente e spirito. Chi riceve il massaggio è disteso su un lettino,
con gli occhi chiusi, mentre la sua pelle viene cosparsa di oli essenziali. Caratteristica
del massaggio ayurvediea sono i movimenti incrociati: si parte, per esempio, dalla punta
della mano destra per finire all'estremità del piede sinistro. L'operatore sceglierà i
movimenti di volta in volta più efficaci per il paziente, arrivando a ridurre lo stress,
l'insonnia, la depressione e i dolori di varia origine.
SHIATSU. È un metodo per
preservare e riacquistare la salute riequilibrando i sistemi di comunicazione energetica
del corpo. Lo shiatsu agisce sui flussi di energia (definita dagli orientali Ki), che
circola attraverso canali detti meridiani. L'operatore applica diversi tipi di pressione
lungo questi meridiani e su diverse aree per preservare e riequilibrare il flusso
attraverso organi, ghiandole,
muscoli, articolazioni e sangue.
CINESE. Il massaggio è
preceduto dalla diagnosi sui polsi. Il medico
non ascolta il polso cardiaco, ma tre punti in superficie e tre in profondità, sia sul
polso destro che su quello sinistro. Riesce così a capire se c'è uno squilibrio
nell'energia del corpo, e quali organi riguarda. Il massaggio cinese aiuta in caso di
mestruazioni dolorose, recupero dopo una frattura, artrosi e problemi circolatori.
CHUA K'A. Nasce tra i guerrieri
mongoli e di lì migra in Cina e fra i samurai. Il k'a è il prana, l'energia. Il chua k'a
è la liberazione di questa energia per liberarsi da paure, timidezze, incapacità di
decidere. É un massaggio lentissimo, strisciato e profondo, che talvolta sfiora il dolore
senza mai raggiungerlo.
KEMBIKI. Movimenti leggerissimi
quasi minimi, per risultati di grande intensità. Il Kembiki migliora la circolazione
linfatica e l'ossigenzaione dei tessuti, fa bene agli indolenzimenti della schiena, a chi
ha l'intestino pigro e soffre di dolori mestruali. Il massaggio sul dorso parte dall'osso
sacro e sale verso la nuca; sull'addome, invece, si concentra sul basso ventre, e sul viso
si procede dal naso verso le tempie.
LA DANZA DI BUDDHA. E' come uno
spettacolo di danza. Evo luzioni armoniose del massaggiatore che disegna
con il suo corpo archi, figure racchiuse, immagini slanciate che terminano in un'azione
sul vostro corpo e sciolgono schiena,gambe, collo. Si tratta dell'antico massaggio
thailandese Nuad-bo-rarm, ideato nel 600 a.C. da Jivaka Kumar Vacta, veggente illuminato.
È un massaggio molto energetico, dona elasticità alle articolazioni, migliora la
postura, il tono dei tessuti, l'elasticità della pelle.
CIKITSA. È una ginnastica
d'altri tempi usata dai monaci indiani per dimenticare le tensioni che affliggono collo,
spalle, schiena e scapole, spesso dovute a posizioni sbagliate e viziate. II Cikitsa però
si può praticare solo in coppia con il massaggiatore. Le manovre più importanti sono
sulla colonna vertebrale e tendono a sbloccare o donare elasticità a vertebre, dischi
cartilaginei e legamenti che la compongono.
CONNETTINALE. Frizioni lente e
profonde con cui si stimolano le connessioni tra le fibre che collegano le zone cutanee e
quelle che vanno agli organi profondi. Il massaggio connettivale utilizza tre tecniche
principali: movimento di palpazione e rotolamento, di presa a uncino, di spinta. Gli
effetti della manipolazione si riflettono sugli organi interni, sui livelli ormonali, sul
rilassamento della zona muscolare, sulla mobilità articolare, la vascolarizzazione e la
postura. Può sottoporsi a questa massaggio chi è colpito da patologie dell'apparato
locomotore, circolatorie, funzionali o infiammatorie degli organi interni.
LINFODRENAGGIO. Contro gambe
pesanti e gonfie, ecco un massaggio che aiuta il sistema linfatico a drenare più
efficacemente il liquido che ristagna nelle zone periferiche e superficiali dell'organismo
con movimenti circolari, ritmici e armonici. Il drenaggio linfatico serve anche per
favorire la cicatrizzazione di ferite e ulcerazioni, e a stimolare la rigenerazione dei
tessuti dell'organismo.
CALIFORNIANO. La parola d'ordine
è armonia, i movimenti sono ampi e avvolgenti. È come se l'operatore abbracciasse la
persona che riceve il massaggio, per farle sentire che è gradita e accettata can gesti
circolari, ritmici, estremamente fluidi, che aiutano la respirazione e le altre funzioni
vitali dell'individuo. La pelle si tonifica, il sistema muscolare si rilassa, la
circolazione sanguigna è stimolata, la digestione e l'eliminazione delle tossine viene
favorita.
ROLFING. II metodo è stato
inventato alla metà del Novecento da Ida Rolf, bio
chimica americana studiosa di omeopatia, osteopatia e yoga. Il Rolfing si svolge
nell'arco di dieci sedute di un'ora e mezza ciascuna. La manipolazione consiste
in un movimento di pressione che il rolfer effettua con le nocche, i polsi, i gomiti,
seguendo una sorta di mappa che al termine del ciclo avrà riorganizzato tutto il corpo.
Secondo il rolfing, i traumi passati sono in qualche modo scritti nel corpo, la
manipolazione li libera, facendo affiorare così anche ricordi, immagini e sensazioni.
TRAGER. IL corpo viene mosso
delicatamente, cullato ritmicamente per far dimenticare alla mente i suoi schemi e
suggerirgli un più libero modo di muoversi e di essere. Alla base c'è il pensiero di
Wilhelm Reich, maestro di Milton Trager, giovane medico americano, ex fisioterapista, che
mise a punto questa tecnica per sbloccare il cervello: una specie di danza degli arti del
cliente nelle mani dell'operatore. Le sedute di massaggio durano circa un'ora e mezza.
L'IMPORTANZA DI RESPIRARE BENE
Respirare bene è fondamentale. Ma pochi sanno respirare nella maniera
giusta.
La respirazione è la base della vita.
Possiamo resistere senza cibo per una settimana circa, senza acqua per due o tre giorni,
ma senza respirare solo per pochi secondi, o chi è particolarmente allenato per qualche
minuto.
Sono poche le persone che riescono a respirare nel modo giusto.
Stiamo particolarmente attenti a ciò che si mangia, cercando i cibi migliori, magari
biologici, o facendo diete particolari, prendendo integratori, per mantenere il nostro
corpo al meglio, curiamo anche quello che beviamo, in Italia c'è un notevole consumo di
acque minerali.
Nella maggior parte dei casi, la respirazione viene trascurata, è automatica, e quindi
respiriamo quando l'aria e' tersa e cristallina magari in montagna, oppure in mezzo allo
smog nel traffico caotico delle grandi città.
Respiriamo e non pensiamo al come respirare, ci limitiamo ad introdurre aria nei nostri
polmoni, molto spesso ai limiti della sopravvivenza.
E' un dato di fatto che la maggior parte delle persone non sa respirare nel modo giusto.
E spesso quando una persona è magari in preda ad un attacco di panico dovuto all'ansia,
inizia una respirazione troppo affrettata che provocando un'iperventilazione, porta ad un
peggioramento dei sintomi.
In altri casi invece, cercando una chiusura verso i problemi esterni, si mantiene una
postura errata, con le braccia strette e la schiena arcuata, impedendo una normale
respirazione, che in questi casi diventa molto breve e sottile.
Per respirare nel modo giusto, bisognerebbe fare degli esercizi.
Il primo dei quali, molto semplice consiste nell'allargare le spalle, tenere la schiena
dritta, e fare dei respiri piu' prolungati, trattenendo leggermente l'aria prima di
espirare e mantendo sempre il nostro ritmo.
GLI STRUMENTI DEL PRANOTERAPEUTA: LE MANI
Cosa serve al pranoterapeuta per utilizzare al massimo le sue capacita'
Lo strumento principale del pranoterapeuta ovviamente sono le mani.
E' dimostrata scientificamente la loro forza, attraverso vari test, il piu' conosciuto dei
quali è la foto Kirlian, che mette in evidenza l'energia sprigionata.
Dalla foto Kirlian si evidenzia che l'energia non e' la stessa per la mano destra e per la
sinistra.
Il pranoterapeuta ha una delle mani detta "radiante" che invia energia, e
l'altra detta "assorbente", che ovviamente assorbe.
Quando sono a contatto, le mani del pranoterapeuta possono essere, a seconda del tipo di
energia sprigionata, radianti o assorbenti.
Il sistema piu' efficace e più conosciuto per applicare la pranoterapia ad una persona
che ha dei problemi è chiaramente quello di appoggiare le mani sulla parte dolente.
La maggior parte dei pranoterapeuti usa questo metodo, tenendo per qualche tempo le mani
più o meno a contatto con il corpo della persona da trattare.
Di solito il pranoterapeuta attraverso le mani riesce a "sentire" il problema ed
il punto dove intervenire.
Infatti, le mani, essendo la parte verso cui viene incanalata tutta l'energia del
pranoterapeuta, funzionano come uno strumento di analisi.
E grazie a loro gli squilibri del campo energetico vengono evidenziati, e l'operatore può
avvertire sensazioni di freddo, di caldo, pizzicori o leggere fitte, a seconda del
problema che deve risolvere.
A quel punto si sofferma sulla parte finchè non sente attraverso le mani che l'equilibrio
energetico è stato ristabilito.
IL REIKI
Il Reiki, del sistema Usui Shiki Ryoho, è
un metodo di guarigione molto semplice, riscoperto alla fine del secolo scorso da un
monaco giapponese, il dr. Mikao Usui.
E' un metodo di risanamento e rilassamento molto semplice e produce buona salute, gioia e
sicurezza.
Derivato dalla fusione delle parole Rei (energia universale) e Ki (energia vitale) il
Reiki è un metodo di guarigione naturale estremamente semplice e agisce attraverso la
trasmissione dellenergia sul piano fisico, psichico ed esperienziale.
Il processo di guarigione che viene avviato risolve i problemi alla radice, agendo sulle
cause e non sui sintomi. Si tratta di una tecnica olistica.
Lenergia canalizzata attraverso le mani di chi pratica il Reiki fluisce nel corpo
del soggetto trattato dove è maggiormente necessaria.
A trarne beneficio è prima di tutto il corpo, ma contemporaneamente anche la sfera
psichica viene armonizzata.
TRATTAMENTI: (ottenibili presso il Centro)
- una sessione completa di Reiki dura circa 1 ora (riequilibrio dellenergia in tutto
il corpo).
- Un "trattamento mentale", che rilassa la mente, indicato a chi è sotto
stress, dura 15-20 minuti.
CORSI: (si tengono regolarmente in vari centri )
- Nel 1°livello dellinsegnamento si riceve lattivazione energetica che dona
la capacità di canalizzare lenergia e una serie di insegnamenti orali sulla storia
del Reiki, sulle sue applicazioni e sulle tecniche di guarigione.
- Il 2°livello, per chi ha completato il training di 1°livello e ha messo in pratica gli
insegnamenti, approfondisce il lavoro interiore; si riceve lattivazione ai simboli
del Reiki unitamente alle tecniche per la guarigione a livello mentale ed emozionale.
- Il 3° livello è un cammino evolutivo, fatto con il proprio Master, per approfondire la
propria scelta di crescita interiore. Con il 3° livello si ottiene la maestria del Reiki.
Il sistema Usui della guarigione Reiki ha origine nella persona di Mikao Usui, giapponese,
vissuto tra la fine del 1800 e l'inizio del 1900. Suo successore fu il dr. Chujiro
Hayashi, che insegnò e praticò il Reiki in una clinica di Tokyo. Sua allieva fu Hawayo
Takata (1932-1980) che portò il Reiki in occidente.
Prima della sua morte la signora Takata scelse la nipote Phillis Lei Furumoto quale suo
successore per la diffusione del Reiki Usui Shiki Ryoho. Phillis Lei Furumoto è tutt'ora
vivente ed è punto di riferimento per maestri e allievi. Continua
LA MEDITAZIONE
La tradizione vuole che il principe
Siddhartha Gautama, nato fra il 558 e il 536 a.C. a Kapilavastu, ai confini con il Nepal,
rimase a godersi la vita nel palazzo di famiglia fino a ventinove anni, quando incontrò
un vecchio, poi un appestato e quindi un corteo funebre. Conobbe così la vecchiaia, la
malattia, la morte. Incontrò anche un asceta, lacero mendicante, ma con una grande e
serena calma impressa nello sguardo. Il principe Siddharta capì che quella era la sua
strada e lasciò il palazzo reale. Praticò l'ascetismo e visse per sei anni, nudo, nei
boschi nutrendosi di bacche. E' da questa esperienza che gli derivò l'appellativo Bhudda
Shakyamuni (il Shakya, asceta). Bhudda, però, notò che le pratiche ascetiche
troppo rigorose, generano, in chi le fa, aspettative elevate che, ingigantendo l'io,
creano vanità e, talvolta, sete di potere. Cominciò così ad elaborare la "via del
giusto mezzo", rifiutando ogni esagerazione, giudicandola inutile e, anzi, degna di
rimprovero. Buddha non si è mai proclamato dio, né figlio di dio, né ha chiesto che
venisse venerato come tale. L'atteggiamento di Buddha verso la religione è stato
magistralmente definito da Carl Gustav Jung "la trasformazione degli dei in
idee". In effetti il buddismo, al di là della enorme varietà delle scuole e delle
tradizioni in cui si è articolato nel corso dei millenni, nella sua essenza, costituisce
un raffinatissimo sistema di pensiero intessuto dall'intreccio tra filosofia e psicologia.
Non a caso Jung, ma anche William James, un altro grande padre fondatore della psicologia,
furono affascinati e culturalmente stimolati dal buddismo. Più recentemente, la medicina
ha iniziato a indagare gli effetti delle tecniche meditative sul cervello e la loro
efficacia riguardo alla salute.
La rivista di divulgazione scientifica
britannica New Scientist, nel numero del 24 maggio, ha dato risalto alle dichiarazioni di
Owen Flanagan della Duke University, North Caroline, riprese con grande evidenza da alcuni
giornali italiani, sulla felicità dei meditanti. In realtà, lo studio ancora non è
stato pubblicato, ma, alcuni mesi fa, un gruppo di neurobiologi danesi, ha pubblicato su
Cognitive Brain Research, uno studio realizzato su otto maestri di meditazione, indagati,
durante l'esecuzione di esercizi della scuola Yoga Nidra (yoga del sonno), tramite la PET
(tomografia a emissione di positroni). Visualizzando l'attività del cervello dei
meditanti, con un tracciante contenente un competitore per il neurotrasmettitore dopamina,
i ricercatori hanno potuto vedere un notevole aumento del neurotrasmettitore nello striato
ventrale, un'area del cervello che fa parte dei circuiti del premio, della gioia per una
ricompensa. Questi circuiti collegano aree pre-frontali della corteccia ai nuclei della
base (di cui fa parte lo striato ventrale) al talamo e al sistema limbico. I circuiti
della gioia, il cui trasmettitore principe è per l'appunto la dopamina, vengono
fortemente attivati ogniqualvolta ci sentiamo gratificati da un'esperienza piacevole e,
anche da sostanze come anfetamine, cocaina e altre.
Il circuito del piacere, su cui ciascuno
può provare a costruire una esperienza di felicità, ha il suo terminale nelle cortecce
prefrontali, che possiamo dividere in due grandi aree: la ventromediale e la
dorsolaterale. La prima è il terminale delle emozioni, spesso anche negative. Nella
depressione e nell'ansia la ventromediale è iperattiva a scapito della dorsolaterale che,
invece, è il centro dell'attenzione, della memoria di lavoro, della percezione del tempo.
Sull'ultimo numero di Consciousness and Cognition, Arne Dietrich del Laboratorio di
neuroscienze dell'Università statale della Georgia, documenta che durante gli esercizi di
concentrazione meditativa si ha una attivazione della dorsolaterale che ha effetti
ansiolitici e antidepressivi. Al tempo stesso, altri studi documentano che, in fase di
meditazione profonda, si ha una riduzione complessiva dell'attività delle cortecce
prefrontali con effetti tali da rendere il cervello quieto e vigile al tempo stesso. A
sostegno di ciò, troviamo sia studi di elettrofisiologia che dimostrano un netto aumento
delle onde lente (onde teta) sia studi di neuroendocrinologia che dimostrano una potente
regolazione del sistema dello stress con riduzione del cortisolo e della noradrenalina.
Gli effetti sul cervello possono darci una
chiave interpretativa degli effetti positivi della meditazione regolare sulla salute,
ripetutamente documentati, in particolare riguardo alle malattie cardiovascolari,
all'ipertensione, ai disturbi dell'umore, come ansia e depressione, a disturbi
gastrointestinali, come la sindrome del colon irritabile.
Nell'ultimo meeting annuale della Società americana di medicina psicosomatica, psichiatri
dell'Università di Toronto hanno presentato i risultati di un programma di meditazione di
10 settimane che ha coinvolto circa 400 pazienti.
Le motivazioni delle iscrizioni al corso sono state: ansia e stress cronico, malattie o
dolori cronici, depressione ricorrente. I medici hanno così riassunto i risultati
ottenuti: "Alla fine dei corsi di meditazione abbiamo registrato robusti
miglioramenti in termini di riduzione dello stress emotivo, dei disturbi fisici, un netto
miglioramento della qualità della vita e un maggior senso di generale benessere,
ottimismo e autocontrollo. Questi risultati sono stati ottenuti con meno di 30 dollari a
partecipante che è meno de costo di tre sedute individuali di psicoterapia".
Risultati analoghi sono stati docu mentati a livello scolastico con adolescenti
"difficili" e tra i carcerati delle prigioni americane, tra cui anche la
famigerata Sing Sing.
Poco dopo la morte di Buddha, 500 monaci si
riunirono per sette mesi in una caverna, per trascrivere le regole. Da allora, il
buddismo, nel corso dei secoli, si è espanso In tutta l'Asia, ovviamente subendo
adattamenti derivanti dalla cultura dei paesi con cui è venuto a contatto. Il Buddismo si
è precocemente diviso in tre grandi correnti: Theravada, Mahayana, Vajrayana, dalle quali
deriveranno migliaia di scuole e grandi flioni di pensiero in tutto l'oriente. Tra questi,
II Buddismo Tibetano, detto anche scuola Mantrayana o "Veicolo delle
invocazioni". Ha come cardini i principi e i fondamenti della scuola Vajrayana, i
gesti rituali (Mudra), le parole, i versetti sacri espressi o meditati (Mantra), i disegni
con struttura geometrica (Yantra) e i disegni con la rappresentazione simbolica di forme
cosmiche (Mandala). Il popolo abbinò, al raffinato e complesso pensiero Buddista,
arcangeli, divinità tutelari, erinni, demoni e custodi derivati dalla religione
precedente. In Tibet, Intorno al 1300, i monaci presero II potere temporale che tennero
fino al 1956, anno della cacciata dal paese dei Dalai Lama da parte dell'esercito cinese.
Da quel momento il 14° Dalai Lama, Tenzln Gyatzo, premio nobel per la pace nel 1989, vive
In India a Dharamsala. In Europa, nel 1906 viene fondata a Londra la Società Buddista
d'Inghilterra. Nel 1929 nasce a Parigi l'associazione "Les Amis du Bouddhisme".
In America sono gli immigrati asiatici a diffonderlo.
Numerose sono le tecniche meditative, differenti a seconda della tradizione che si segue.
Tutte puntano a realizzare uno stato di rilassamento e di benessere psichico profondi,
presupposti per una vita cosciente e felice". Lo scopo della meditazione, infatti, è
quello di liberare il meditante dalla sofferenza e restituirlo alla gioia per cui è
fatto. Non c'è gioia però senza cambiamento. Il cambiamento passa attraverso la
compassione verso sé e verso gli altri e sl persegue esercitando l'attenzione. Ma che
tipo di attenzione? La "nuda" attenzione, cioè l'osservazione pura e semplice
di ciò che accade dentro e fuori di noi, pensieri compresi, senza dare giudizi di valore,
senza entrare nel merito. I pensieri vanno osservati, non coltivati, non scacciati, non
trattenuti. In questo modo diventeremo consapevoli della possibilità di sperimentare il
"vuoto della mente" e, nello stesso tempo, di essere rilassati e vigili. Del
resto, è questa la condizione migliore per cogliere il nostro io profondo e prendere
decisioni adeguate per la nostra vita. Ma dobbiamo anche sapere che una corretta
meditazione non ha un fine, brilla di luce propria. E' questo li segreto per meditare
bene: non occuparsi degli effetti ,dei vantaggi futuri, ma lasciare che mezz'ora di
serenità entri nella nostra coscienza, come un patrimonio che nessuno ci potrà più
sottrarre. (da A. Carosella e F. Bottaccioli, Meditazione, psiche e cervello. Tecniche
Nuove.
Si pensa che la meditazione, come pratica mistica venisse esercitata dagli sciamani delle
tribù che erano in contatto con gli spiriti. Anche il principe Siddharta dopo lunghi anni
di meditazione raggiunse l'illuminazione. Pure i monaci cristiani "padri del
deserto" si ritirarono per vivere in semplicità e meditando avvicinarsi a Dio. Ma
anche i Musulmani della setta Sufis (dagli indumenti di lana chiamati Suf) intorno
all'anno 1000 si abbandonavano alla meditazione.
La meditazione provoca una diminuzione
dell'attività del lobo frontale del cervello, l'area più evoluta di questo organo, sede
del pensiero, della consapevolezza e delle emozioni. La meditazione riduce il flusso di
informazioni in entrata nel nostro cervello.
La meditazione riduce l'attività del lobo parietale che in genere è quello che elabora
le informazioni sensoriali dell'ambiente esterno e presiede all'orientamento nello spazio
e nel tempo. La meditazione riduce i segnali di attivazione del talamo e della zona
reticolare mettendo il cervello in una situazione di calma e di rilassamento che rallenta
la sua attività e la sua fretta nell'elaborare le risposte.
La meditazione potrebbe abbassare la
pressione del sangue. Lo sostengono i ricercatori del College of Maharishi Vedic Medicine
in Iowa che, insieme ad alcuni colleghi dell'università della California, hanno
constatato come la meditazione trascendentale praticata per 40 minuti al giorno, ha un
effetto positivo tangibile sull'accumulo di depositi di grassi nelle arterie, cioè la
aterosclerosi.
La meditazione si serve di un'attività ritmica, che consiste nella ripetizione di un
mantra, ossia una formula cui è attribuito un valore evocativo e quasi magico, nel
controllo della respirazione e in ginnastiche rilassanti come il t'ai chi, per focalizzare
l'attenzione sulla mente. La persona viene estraniata dal livello ordinario di coscienza e
indotta in uno stato di consapevolezza passiva, in cui il corpo riesce ad affrontare stati
d'ansia, insomma, ipertensione e dolore.
Nel subcontinente indiano e in molte zone dell'Asia la meditazione risale agli albori
della storia, quando gli sciamani e gli stregoni evocavano il trance per comunicare con
gli dei. Inizialmente si riteneva che bastasse fissare un oggetto per perdere coscienza
(come nell'ipnosi), ma poi i mantra divennero strumenti indispensabili per liberare la
mente.
Nell Oriente buddista la pratica della meditazione ha portato alla diffusione dello yoga,
un sistema filosofico presto trasformatosi in autentico stile di vita, mentre
nell'Occidente cristiano è divenuta preghiera: un modo per comunicare con Dio, più che
una tecnica di rilassamento e liberazione della mente. Negli anni '60 la consapevolezza
che la meditazione potesse essere una terapia fisica e spirituale edificante risvegliò la
società occidentale. Nel frattempo, la meditazione trascendentale, introdotta da
Maharishi Mahesh, maestro induista di yoga, catturò l'attenzione di personaggi molto
famosi e di star del jet set.
La tecnica del mantra impiegata nella meditazione trascendentale richiede impegno: ogni
mattina e ogni sera sedute per 15 o 20 minuti e recitate in silenzio per più volte il
mantra suggeritovi da un maestro della dottrina. Come per la psicoterapia, ci sarà una
forma di meditazione che più vi si addice, non necessariamente la prima che avete
sperimentato. Il modo migliore per apprendere questa tecnica è partecipare a piccoli
gruppi. Daimon Age