CONTRO LA CENSURA, LA STUPIDITA’ E L’IGNORANZA
Cari naviganti,
lettori, artisti, giornalisti, scrittori, poeti, docenti, studenti, bloggers, legislatori, giudici, politici,
avvocati, medici, ricercatori, uomini di cultura e di varia umanità:
su alcune pagine del sito amatoriale denominato Daimon Art creato da
Carl William Brown, e di proprietà di Bruno M. e non intestato
pertanto a nessuna associazione, erano presenti 8 piccole
fotografie, a bassa risoluzione, con colori modificati e quindi non
simili agli originali, di opere di Magritte prelevate
negli scorsi anni dalla grande rete, il tutto a scopo divulgativo,
culturale, informativo, artistico, senza scopo di lucro alcuno e
senza fini commerciali. In altre pagine del sito erano anche
presenti 3 piccole fotografie a bassa risoluzione, e quindi
inutilizzabili per la stampa e per qualsiasi riproduzione decente,
di opere di Dalí e 3 di Duchamp. Queste fotografie sono state
rimosse perché il curatore del sito ha ricevuto dalla sezione O.L.A.F., Ufficio Arti Figurative della S.I.A.E. di Roma una
raccomandata dove si pretende il pagamento dei diritti per
l'utilizzazione di queste immagini nel periodo che va dal marzo 2002
al gennaio 2007 e lo diffida dall'utilizzo
illecito di opere tutelate dalla S.I.A.E. Da sottolineare che la
cifra che è stata richiesta ammonta a ben 3.627,60 euro.
In ogni caso io ho
tolto le foto dal mio sito internet, perché ora sono stato informato
che sono protette da copyright; prima di questa comunicazione non
potevo immaginarmelo, in quanto come potrei sapere con la marea di
materiale grafico e fotografico che gira su internet quello protetto
o meno, se nessuno lo segnala (io infatti le avevo prelevate dalla
grande rete da siti amatoriali nazionali ed internazionali e nessuno
facevo riferimento ad alcun copyright); per di più trattandosi di
autori stranieri come potevo sognarmi che gli eventuali eredi, nel
caso esistano, avessero incaricato la vostra società di tutelare i
loro diritti. Da aggiungere inoltre che dovrebbero dimostrarmi che
tali foto erano online dal 2002, perché in verità non mi ricordo
nemmeno io bene quando sono state inserite nel sito, ma credo
comunque verso la fine del 2003 o inizi del 2004. In ogni caso visto
che questa società ha tanto a premura la salvaguardia dei diritti
dei suoi associati è chiaro che avrebbe dovuto informarmi già nel
2003 o 2004 che il materiale era coperto da copyright e non
aspettare il gennaio del 2007.
Pertanto ora stiamo
valutando la miglior strategia per affrontare questo increscioso
episodio, seguendo tutte le vie possibili, sia legali, sia
culturali.
Carl William Brown and the Daimon Club
daimonclub@yahoo.com
Oggi, in
Italia, il diritto d'autore è regolato in primo luogo da una serie
di art. del codice civile e soprattutto dalla legge del 1941. Il
testo di legge si compone di 206 articoli racchiusi in 8 titoli.
http://www.antiarte.it/eugius/sentenza_anticopyright.htm
PETIZIONE "NO
COPYRIGHT SU FORMAZIONE, INSEGNAMENTO E CULTURA SENZA FINI DI LUCRO"
SIAE E DIRITTI D'AUTORE
Alla luce delle recenti denunce dalla Siae a siti didattici e
culturali non profit per l'utilizzo di immagini digitali di pittori
protette dai diritti d'autore, con richiesta di ingenti somme
pecuniarie, esprimiamo all'opinione pubblica le nostre
preoccupazioni di educatori e formatori.
La Siae infatti, applicando "alla lettera" una legge le cui origini
risalgono all'anteguerra (legge del 22/4/1941, n. 633 e
successivamente adeguata con la legge 22 maggio 2004, n. 128) e non
individuando alcuna differenza tra uso
didattico-formativo-istituzionale e uso commerciale, pretende il
pagamento di diritti d'autore su opere protette. In particolare essa
sostiene che l'utilizzazione, anche parziale, di un'opera
costituisce lesione del diritto morale dell'autore e che la
riproduzione non autorizzata delle opere in questione lede gli
esclusivi diritti patrimoniali che la legge riconosce agli stessi.
Ecco solo alcune delle innumerevoli conseguenze dirette che si
verificano rispettando la norma:
1- qualsiasi sito scolastico o blog didattico che utilizza per puro
scopo didattico file sonori, immagini protette, citazioni d'autore,
rischia ingenti sanzioni e quindi la chiusura immediata
2- le rappresentazioni teatrali, i saggi di fine anno caratterizzati
da sottofondi musicali alla presenza di pubblico o dei genitori sono
insostenibili dal punto di vista economico
3- la realizzazione di cd rom didattici e la creazione di ipertesti
sono estremamente costose
4- la libertà didattica e le specifiche competenze professionali
degli insegnanti ne risultano condizionate
Questo comportamento limita fortemente la funzione formativa della
Scuola e la libertà didattica degli insegnanti!
Chiediamo quindi al Ministero della Giustizia, al Ministero della
Pubblica Istruzione, al Ministero dei Beni Culturali che la Scuola,
nell'ambito della propria e specifica funzione educativa, formativa
e didattica, sia esentata dal COPYRIGHT in situazioni non profit e
che gli insegnanti vengano equiparati alle categorie che possono
beneficiare gratuitamente di opere artistiche nel contesto
professionale, senza fini di lucro. Chiediamo inoltre che le
richieste vengano estese a produttori di cultura off /on line a
livello gratuito e che operano nello spirito del Cooperative
Learning, quali associazioni e community non profit.
La sottoscrizione è iniziata il 28 Gennaio 2007
FIRMA LA PETIZIONE >>
http://www.anitel.it/petizione/
Contro_gli_abusi_siae_del_copyright.htm
Materiali contro l'abuso nel rivendicare i diritti d'autore (copyright) da
parte della SIAE;
casi vari, perizie tecniche, analisi della legge sul 22/4/1941
e successive, riflessioni giuridiche, culturali, filosofiche ed economiche
per contrastare questa legge antiquata che mina gravemente il
diritto alla diffusione libera del sapere, della cultura, della
conoscenza e che al tempo stesso mira a lasciare i cittadini
nell'ignoranza più totale e si accanisce contro quei poveri
intellettuali che con grande fatica ed impegno cercano di divulgare
e di diffondere una certa sensibilità artistica, letteraria e
sociale, ovvero che cercano in pratica di migliorare la sensibilità
etica ed estetica di tutta l'umanità del nostro pianeta. Da qui è
nato in rete un ampio dibattito sulla moralità e la validità
giuridica di un tale comportamento da parte della Siae e sulla
necessità di intepretare al meglio la legge sui diritti d'autore. In
molti siti dunque si trovano ora casi vari, perizie tecniche,
analisi della legge sul 22/4/1941 e successive, riflessioni
giuridiche, culturali, filosofiche ed economiche per contrastare
questa legge antiquata che mina gravemente il diritto alla
diffusione libera del sapere, della cultura, della conoscenza e che
al tempo stesso mira a lasciare i cittadini nell'ignoranza più
totale e si accanisce contro quei poveri intellettuali che con
grande fatica ed impegno cercano di divulgare e di diffondere una
certa sensibilità artistica, letteraria e sociale, ovvero che
cercano in pratica di migliorare la sensibilità etica ed estetica di
tutta l'umanità del nostro pianeta. Inoltre la mancanza di una
legislazione come il "Fair Use" statunitense e la rigidità del
nostro sistema blocca la creatività e la crescita dei siti culturali
italiani e quindi al tempo stesso inibisce la promozione del nostro
territorio, del nostro genio, delle nostre imprese e allontana i
navigatori stranieri e locali dalla nostra realtà, la qual cosa
costituisce un danno per tutto il paese.
FORUM ANTI COPYRIGHT SULLA CULTURA
A seguito di queste vicende è nata
anche un'interrogazione parlamentare presentata dal senatore
Bulgarelli dei Verdi che pubblichiamo qui di seguito.
Interrogazione a risposta scritta
Ai ministri della Giustizia, della Pubblica Istruzione, dei Beni e
attività culturali
Premesso che:
l’ufficio Arti Figurative della Siae ha inoltrato varie denunce, con
richiesta di ingenti somme pecuniarie, al sig. Enrico Galavotti,
insegnante di Cesena, autore di ipertesti pubblicati su sito
internet di didattica e cultura non profit di Cesena
www.homolaicus.com, da lui realizzato e gestito attivamente da un
decennio; Galavotti (meglio conosciuto in rete col nick di Galarico)
è uno dei fondatori del web didattico nazionale, ed è stato
denunciato per l'utilizzo di immagini digitali riproducenti 74
dipinti protetti dai diritti d'autore;
la decisione della Siae induce a forti preoccupazioni per l'aver
introdotto un precedente che potrebbe avere forti ripercussioni
negative sull'operato di tutti quegli insegnanti autori di siti
internet e divulgatori di preziosi materiali didattici e culturali;
la Siae, infatti, applicando in maniera distorta una legge le cui
origini risalgono all'anteguerra (legge del 22/4/1941, n. 633 e
successivamente adeguata con la cosiddetta “Legge Urbani” - legge 22
maggio 2004, n. 128) e non individuando alcuna differenza tra uso
didattico-formativo-istituzionale e uso commerciale, pretende il
pagamento di cifre rilevanti relative a diritti d'autore su opere
protette realizzate da artisti viventi o scomparsi da meno di 70
anni; in particolare la Siae, applicando impropriamente solo ed
esclusivamente l’art.3 della legge 633 del ’41, sostiene
discrezionalmente che l'utilizzazione, anche parziale, di un'opera
costituisca lesione del diritto morale dell'autore e che la
riproduzione non autorizzata delle opere in questione leda gli
esclusivi diritti patrimoniali che la legge riconosce a quest'ultimo;
al tempo stesso la Siae trascura, però, l’applicazione dell’art. 70
della stessa legge del ’41, che prevede massima libertà per l’uso di
immagini a scopo didattico non commerciale e di insegnamento senza
finalità di lucro, a patto di citare la fonte (cosa che è avvenuta
regolarmente nel sito in questione); sono innumerevoli le
conseguenze dirette che si potranno verificare interpretando in
maniera distorta la norma:
• qualsiasi sito scolastico o blog didattico che utilizza per puro
scopo didattico file sonori, immagini protette, citazioni d'autore,
rischia ingenti sanzioni e quindi la chiusura immediata;
• le rappresentazioni teatrali, i saggi di fine anno caratterizzati
da sottofondi musicali alla presenza di pubblico o dei genitori
diverrebbero insostenibili dal punto di vista economico;
• la realizzazione di cd rom didattici e la creazione di ipertesti
risulterebbe estremamente costosa;
• la libertà didattica e le specifiche competenze professionali
degli insegnanti ne risulterebbero pesantemente condizionate;
il comportamento della Siae, in sostanza, appare limitare fortemente
la funzione formativa della Scuola e la libertà didattica degli
insegnanti; a tale proposito, si fa presente che la legislazione
statunitense sul "fair use", permette di pubblicare materiali sotto
copyright senza autorizzazione, purchè vi siano fini e intenti
educativi; il principio del fair use, infatti, rende i lavori
protetti dal diritto d'autore disponibili al pubblico come materiale
grezzo senza la necessità di autorizzazione, a condizione che tale
libero utilizzo soddisfi le finalità della legge sul diritto
d'autore, che la Costituzione degli Stati Uniti d'America definisce
come promozione "del progresso della scienza e delle arti utili"; la
dottrina tenta in questo modo di equilibrare gli interessi dei
titolari di diritti individuali con i benefici sociali o culturali
che derivano dalla creazione e dalla distribuzione dei lavori
derivanti;
si chiede di sapere:
se i ministri in indirizzo non ritengano opportuno attraverso
specifici provvedimenti legislativi esentare gli insegnanti,
nell'ambito della propria specifica funzione educativa, formativa e
didattica, dall'osservanza del copyright, operando essi in un
contesto palesemente senza fini di lucro e di alta utilità sociale;
se non ritengano opportuno introdurre anche in Italia, in materia di
diritto d'autore, il principio del "fair use".
Roma, 05/02/07
Sen. Mauro Bulgarelli
Seconda interrogazione parlamentare
sul diritto d'autore, alla Camera questa volta, da parte della
deputata Cardano Annamaria.
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA
AL MINISTRO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE
AL MINISTRO PER I BENI E LE ATTIVITA’ CULTURALI
AL MINISTRO DELLE COMUNICAZIONI
Per sapere premesso che
- la creazione e l’uso in internet di siti didattici e culturali a
libero accesso si sta diffondendo sempre più nelle scuole tra le
comunità di docenti e di studenti;
- tali siti non sono di natura commerciale;
- da diverse segnalazioni ricevute (ad es. per il sito
www.homolaicus.com) risulta che la SIAE richiede il pagamento dei
diritti
d’autore per l’uso di alcune immagini utilizzate in ipertesti
didattici sulla base della legge 22 aprile 1941, n. 633 modificata
con legge 22 maggio 2004, n.128, non individuando essa alcuna
differenza tra uso didattico-formativo-culturale-istituzionale e uso
commerciale;
- l’art.70 della citata legge 633 prevede la possibilità di
citazione o riproduzione di brani o parti di opera e la loro
comunicazione al pubblico se effettuati per uso di critica, di
discussione e di insegnamento, nei limiti giustificati da tali fini
e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica
dell’opera e che, se effettuati a fini di insegnamento o ricerca
scientifica, l’utilizzo deve avvenire per finalità illustrative e
per fini non commerciali;
- citare vuol dire anche riprodurre immagini in modo incompleto o
degradato (come ad esempio nel caso delle risoluzioni adottate negli
ipertesti didattici sugli attuali p.c. con il formato JPEG), quindi
la SIAE dovrebbe distinguere tra copie identiche dell’opera, non
ammesse, e citazioni delle stessa, ammissibili per legge;
- secondo l’art 90 della suddetta legge la riproduzione è
considerata abusiva quando la foto originale riporta nome del
fotografo (o ditta), data, nome dell’autore dell’opera d’arte
fotografata, ma non lo è se mancano tali indicazioni;
- la soluzione spesso proposta dalla SIAE ai docenti (mettere “sotto
chiave”, in area riservata gli ipertesti didattici) non è utile,
perché rende inefficace e spesso anche inefficiente l’utilizzo degli
stessi siti; - esiste una petizione organizzata da Altroconsumo,
associazione per la difesa dei consumatori (www.altroconsumo.it) per
una modifica della legge sul diritto d’autore, basata sull’idea che
la condivisione di opere multimediali, resa possibile da internet,
sia un’occasione di crescita sia del singolo che della collettività;
- nella nostra legislazione è assente il concetto di “Fair Use” o
“equo utilizzo” presente invece nella legislazione degli USA, che
permette di pubblicare materiali sotto copyright senza
autorizzazione, purché a certe condizioni ben definite (eccezioni ai
diritti d’autore o diritti connessi), ogni Paese dovrebbe promuovere
il diritto di accesso all’informazione come bene comune mondiale,
anche alle fasce di utenza svantaggiate.
- se i Ministri interrogati non ritengano che il principio della
libera fruizione dei materiali didattici sia un presupposto che
garantisce
l’accesso democratico al sapere e che quindi vada salvaguardato in
modo particolare;
- se non ritengano necessario, considerata la nuova situazione
dovuta all’utilizzo di internet anche nel mondo della scuola,
adoperarsi affinché venga modificata la normativa esistente in modo
che siano ben differenziati i comportamenti da seguire nel caso di
siti culturali e in quello dei siti commerciali, adottando per la
scuola, nell’ambito della propria e specifica funzione educativa,
formativa e didattica, i presupposti del “Fair Use”;
- se non ritengano necessario adoperarsi affinché venga fornita agli
insegnanti un’adeguata informazione sugli aspetti giuridici della
gestione dei siti internet;
- se non ritengano necessario, in attesa di modifiche legislative,
invitare la SIAE ad una moratoria di almeno un anno per consentire
ai docenti, e a quanti gestiscono siti culturali senza scopo di
lucro, di controllare i loro patrimoni digitali rispetto all’elenco
di artisti le cui opere sono oggetto di tutela.
On. Anna Maria Cardano
Roma, 8 febbraio 2007
La petizione di Altroconsumo
cui fa riferimento si trova qui:
www.altroconsumo.it/map/src/140553.htm
www.altroconsumo.it/map/src/140613.htm
IN DIFESA DELL'IMPEGNO DIDATTICO E
CULTURALE DEI DOCENTI
Non solo un docente non danneggia la
dignità morale di un artista ma in realtà la esalta, mettendo in
luce il suo genio creativo, e di conseguenza non fa che incrementare
il valore patrimoniale delle sue opere e quindi i diritti degli
eredi.
Questo significa che la Siae obbligandomi a rimuovere interi
ipertesti ha violato la diffusione della cultura artistica, ha
sottratto all’umanità un patrimonio comune, ha offeso la dignità
morale e professionale del sottoscritto facendolo passare per un
truffatore, un falsario, un ladro peggiore di quegli studenti che
scaricano in area privata film musica software e che solo per questo
non vengono giudicati colpevoli dalla Cassazione.
Un docente ha meno diritti di un giornalista, il quale, beneficiando
del diritto di cronaca, può utilizzare immagini protette senza
pagare il diritto d’autore.
Enrico Galavotti
Against Intellectual
Monopoly
Michele Boldrin and David K. Levine
IN INTERNET LA STUPIDITA'
PRETENDE I PROPRI DIRITTI D'AUTORE !!!!!!
Pretendere soldi sotto forma di pagamento per i diritti d'autore per
l'utilizzo di fotografie di opere artistiche in siti didattici,
culturali, scolastici, di privati e di associazioni no profit senza
fini di lucro che operano nello spirito del "cooperative learning"
non è morale, non è economico, non è intelligente, non è legale, ma
è da stupidi e da ignoranti. Queste pagine internet infatti esaltano
la creatività degli stessi autori, e di coloro che ne divulgano
l'arte, e aiutano tutti i cittadini di buona volontà ad approfondire
la propria conoscenza estetica e quindi etica del mondo in cui
vivono, ed è inutile dire che questo processo oltre che ad essere
didattico e pedagogico aiuta inevitabilmente ad incrementare la
sensibilità degli esseri umani e quindi ne stimola il loro progresso
e la loro evoluzione. In questa ottica la legislazione americana
prevede il "fair use", istituto prettamente statunitense che
sancisce la possibilità di utilizzare le immagini protette da
copyright senza autorizzazione del proprietario, questo però, a
determinate condizioni, ossia, per finalità di promozione "del
progresso della scienza e delle arti utili".
Impedire o richiedere il
pagamento di esose somme di denaro per l'utilizzo senza scopi di
lucro di immagini di vari quadri da parte della Siae impone quindi
la nascita di un ampio dibattito sulla moralità e la validità
giuridica di un tale comportamento e sulla necessità di interpretare
al meglio la legge sui diritti d'autore, che mina gravemente il
diritto alla diffusione libera del sapere, della cultura, della
conoscenza e che al tempo stesso mira a lasciare i cittadini
nell'ignoranza più totale e si accanisce contro quei poveri
intellettuali che con grande fatica ed impegno cercano di divulgare
e di diffondere una certa sensibilità artistica, letteraria e
sociale, ovvero che cercano in pratica di migliorare la sensibilità
etica ed estetica di tutta l'umanità del nostro pianeta. Ma questo
accade solo in Italia dove la stupidità e la rigidità del nostro
sistema bloccano la creatività e la crescita dei siti culturali e
quindi al tempo stesso inibiscono la promozione del nostro
territorio, del nostro genio, delle nostre imprese e allontanano i
navigatori stranieri e locali dalla nostra realtà, la qual cosa
costituisce un gravissimo danno per tutto il paese. Questa
situazione richiede dunque non solo l'intervento immediato di tutti
gli intellettuali di buona volontà che abbiano un minimo a cuore le
sorti culturali, sociali, economiche e scientifiche del nostro
paese, ma anche di tutti quei naviganti che di questo passo
diventeranno sempre più succubi di una cultura straniera, non sempre
amicale nei nostri confronti, e che vedranno di pari passo
impoverirsi a grandi falcate le loro già misere finanze.
Su internet ormai si può
trovare di tutto e soprattutto immagini di opere d'arte, fotografie,
filmati, musica, ipertesti didattici, articoli, corsi, e via
dicendo, il web sta in pratica trasformando molti principi culturali
e la filosofia di fondo che ne sta alla base è quella rivoluzionaria
della condivisione e della libera comunicazione di idee, di
sentimenti, di pensieri, di testi, di immagini, di critiche e di
proposte. I links e gli ipertesti, la multimedialità e la diffusione
gratuita di tutto il sapere online, sono i concetti basilari di
questa enorme innovazione tecnologica e culturale. Siamo entrati
nell'epoca della rete e delle reti di reti. Tutto il mondo del
business, delle istituzioni e dell'educazione deve ormai puntare su
internet. L'innovazione più importante di questa rivoluzione è che
la premessa per lo sviluppo ed il successo della grande rete non è
più l'individualismo e l'egoismo, come nel mondo reale in cui
viviamo, ma la condivisione di interessi e bisogni. La messa in
comune di conoscenze, competenze e capacità. Solo così infatti la
nostra umanità può crescere e risolvere i problemi spinosi che la
assillano.
Ma in Italia come al solito
il "digital divide" aumenta implacabilmente rispetto all’Europa.
Aumenta insieme agli stipendi, al potere, e alle risorse finanziarie
dei manager di tantissime aziende pubbliche e private che ostacolano
e limitano lo sviluppo del paese e la crescita armonica della nostra
società. Negli Stati Uniti più del 50% delle famiglie ha la banda
larga. La banda larga, non l’ADSL, in Italia invece ci sono zone
dove non è coperto neppure il cellulare. Per non parlare poi dello
stato della nostra ricerca, delle nostre scuole, di tanti nostri
ospedali, delle nostre aziende, delle nostre città, sempre più
caotiche e disorganizzate, della nostra burocrazia e della nostra
giustizia, e in mezzo a tutta questa caotica imbecillità c'è anche
chi si perde ancora a chiedere i diritti per qualche misera foto a
bassa risoluzione di autori ormai morti da tempo. Inoltre il web
significa libertà di espressione e se passa il concetto che gli
unici a poter fare critica o cultura sono solo le "testate
registrate" allora qualcuno mi spieghi cosa cavolo è stato inventato
a fare il www, Berners Lee non poteva dedicarsi a qualcosa di più
utile? Poteva trovare un vaccino contro l'AIDS, studiare un po' i
tumori, pensare a qualcosa contro le PM10, contro il
surriscaldamento del pianeta o le catastrofi ambientali che ci
travolgeranno.
Certo le cose non sono semplici, infatti in questo settore la
concorrenza è spietata e tutti cercano di garantirsi il più alto
numero di utenti, causando così in parecchi casi la soppressione di
molte realtà. E così operando la Siae sta causando la morte dei
nostri siti scolastici, culturali, didattici, artistici e
divulgativi.
Ma una cosa deve essere
chiara, ormai è finita l'epoca in cui le grosse aziende riuscivano a
controllare l'accesso alle informazioni, e oggigiorno sono proprio i
consumatori, le loro associazioni e le grandi organizzazioni
no-profit, non governative e anti-globalizzazione la migliore
risorsa di informazione per il nostro mondo in fase di grande
mutamento. Pensate che più di 23.000 scienziati nel mondo si sono
impegnati a boicottare le riviste che non renderanno i propri
articoli accessibili gratuitamente su internet entro sei mesi dalla
pubblicazione. In pratica una vera e propria rivoluzione. Tutto il
sapere deve essere messo in rete e deve essere fruibile da parte di
tutti; solo così potremo migliorare la nostra umanità e diffondere
il pluralismo e la vera ricerca globale. Questo ovviamente contrasta
con gli interessi dei grossi editori che da soli riescono a
controllare la pubblicazione di migliaia di riviste, si pensi per
esempio al colosso anglo-olandese Reed Elsevier che gestisce con
pochi altri un giro di affari di 10 miliardi di dollari all'anno. E'
evidente che queste situazioni di monopolio devono alla lunga essere
ridimensionate. Perciò se anche voi credete che in questo mondo
tutti debbano aver voce in capitolo, unitevi a noi, e combattete con
noi questa battaglia per la libertà di espressione creativa e per la
crescita del nostro web didattico, artistico e culturale, infatti
l'unione fa la forza e solo in questo modo le vostre idee, le vostre
iniziative e le vostre aspirazioni potranno crescere e contribuire
al miglioramento e alla piena realizzazione di tutta l'umanità.
Negli Stati Uniti già dalla
fine dell'anno 2003 si stava costruendo una rete di connessioni tra
tutte le università e i laboratori del paese, questa Internet
Speciale chiamata e-science sarà in grado di collegare tutti i
ricercatori mediante fibre ottiche alla velocità di 10 mega bits al
secondo. Grazie a questo progetto, che si spera verrà poi allargato
anche ad altre realtà, sarà possibile trasferire e condividere
enormi quantità di dati e di ricerche, compreso la mappatura del
genoma umano e sarà inoltre possibile lavorare con grande velocità e
nello stesso tempo su modelli tridimensionali delle varie proteine.
Purtroppo invece dobbiamo allo stesso tempo constatare che nel
nostro paese oltre a non favorire lo sviluppo della ricerca, delle
tecnologie e a non incentivare economicamente gli scienziati, si fa
di tutto per bloccare e limitare anche la buona volontà degli
insegnanti che fanno cultura in rete e che cercano di unire le due
culture, umanistica e scientifica, al fine di aumentare la
creatività di tutti. E così mentre gli altri paesi avanzano, da noi
c'è un marciume stagnante che impedisce qualsiasi progresso e questo
è dovuto anche alle nostre stupide e ataviche leggi e a chi le
prende a pretesto per fare due soldi alle spalle del buon senso,
della logica, della creatività e del progresso scientifico e
culturale. Quindi senza far riferimento ai pietosi dati delle
statistiche sull'utilizzo di Internet e della banda larga in Italia,
dobbiamo rilevare che procedendo in questa direzione il nostro paese
risulterà sempre più abitato da un popolo tecnologicamente,
scientificamente, culturalmente e artisticamente analfabeta,
stupido, violento, incolto, ignorante, insensibile, cafone,
infelice, chiuso, introverso, e che alla fine non riuscirà più a
rimanere al passo dei paesi più liberi e più civilizzati e sarà
quindi sempre più costretto a vivere in un paese squallido, triste,
cupo, misero, ingiusto, ridicolo ed ignobile.
Carl William Brown
FORUM ANTI COPYRIGHT SULLA CULTURA
PETIZIONE E RIFLESSIONI SULLA SIAE E LA
LEGGE
22/4/1941
Una petizione on line per difendere i
siti scolastici e culturali no profit. La minaccia viene
dall'applicazione di una legge obsoleta nata quando i pc e Internet
non erano nemmeno nella mente dei loro inventori... Una legge del
1941, aggiornata nel 2004. Si sa, la legge non si discute: si
applica. Ma, possibilmente, "cum grano salis". Il "sale" che manca a
qualche burocrate che confonde la cultura con il commercio e che
mette sullo stesso piano i siti didattici liberi, aperti, gratuiti
("gratuiti" anche, e soprattutto, intellettualmente) e i siti a
scopo di lucro, i mercanti d'opere d'arte e i venditori di musica e
video. La petizione promossa dall'Anitel (Associazione Nazionale
Tutor E-Learning) nasce dalla vicenda che vede protagonista un
insegnante e il suo sito pesantemente multati dalla SIAE in base a
quella legge. Un caso che, se si dovesse moltiplicare per eccesso di
zelo, costringerebbe centinaia di siti a chiudere, facendo sparire
dal web migliaia di esperienze didattiche e formative d'alta qualità
alle quali hanno attinto, da anni, altrettante migliaia e migliaia
di insegnanti nella loro pratica didattica quotidiana.
Quei siti (nati dalla passione di singoli docenti che sono stati i
pionieri nel campo dell'informatica applicata alla didattica e
l'avanguardia nazionale nell'uso formativo, informativo e creativo
di Internet) costituiscono la base culturale e formativa dalla quale
anche i siti istituzionali della scuola hanno imparato molto in
quest'ultimo decennio per quanto riguarda le modalità di utilizzo
didattico di quelle che erano chiamate le "Nuove Tecnologie": sono
stati quegli insegnanti e quei siti ad insegnare al Ministero che
cosa fossero gli ipertesti, la didattica multimediale e l'html. Non
viceversa. La petizione al Ministro della Pubblica Istruzione, al
Ministero dei Beni Culturali e al Ministero della Giustizia è aperta
a tutti.
Una petizione per cambiare una legge sostanzialmente sbagliata
perché omnicomprensiva e pericolosa se applicata alla lettera.
Pericolosa per la libertà d'espressione e d'insegnamento. Sono certo
che la petizione sarà accolta: non si possono fermare i pensieri, le
immagini, i suoni, la cultura e la formazione quando non ledono gli
interessi di nessuno e non rubano niente a nessuno. Anche perché
un'immagine è solo una rappresentazione della realtà e la foto di un
dipinto di Picasso non è il quadro di Picasso. Mi sembra
chiarissimo. Ce l'hanno spiegato anche i filosofi. Ne può tener
conto pure il legislatore.
Sto mandando in giro per il web questa proposta. La battaglia non è
tanto contro la Siae ma contro una legge che permette alla Siae
d'interpretarla come le pare.
1- Bisogna cioè evidenziare che l'utilizzo non commerciale di opere
protette non puo' di per sé costituire una violazione del diritto
morale dell'artista e dei diritti patrimoniali dei suoi eredi.
La Siae potrebbe anche far controllare agli eredi le nostre
pubblicazioni e farci sapere se incappano in qualche violazione. Noi
stessi potremmo essere interessati a un rapporto diretto con la Siae.
Se però le nostre pubblicazioni gratuite sono in regola, dobbiamo
pretendere una liberatoria gratuita della Siae, in grado di
tutelarci nei confronti di chiunque voglia rivendicare qualcosa. È
da escludere a priori che noi si debba pagare dei diritti per un
lavoro senza alcun fine di lucro, anzi vantaggioso economicamente
sia all'artista che ai suoi eredi.
2. In secondo luogo occorre specificare a chiare lettere che il
formato JPEG non è in grado di riprodurre alcunché: è un formato
troppo povero di informazioni per poter essere usato nell'editoria
cartacea o filmica. Nessuno farebbe mai un testo prendendo un
ipertesto così com'è. Le immagini andrebbero rifatte completamente e
da un fotografo professionista.
3. In terzo luogo bisogna sostenere il principio che come i
giornalisti hanno per il diritto di cronaca facoltà di usare gratis
immagini protette, così i docenti, gli operatori culturali vogliono
avere la stessa facoltà per il diritto di citazione (didattica,
culturale) senza scopo di lucro.
4. Inoltre questa facoltà deve poter essere esercitata in pubblico,
in chiaro, in area fruibile liberamente da tutti, senza alcun limite
di accesso. La cultura, la formazione, l'informazione non possono
essere messe sotto chiave.
5. In quinto luogo occorre che la Siae ci dia almeno un anno di
tempo per metterci in regola e verificare se possiamo aver violato
il cd. "diritto d'autore", ovvero deve darci una moratoria
sufficiente per permettere a ogni docente di segnalare alla stessa
Siae le proprie pubblicazioni, in cui ha usato opere di artisti
protette, per richiederne una specifica liberatoria d'uso.
Insomma non basta una petizione: bisogna che i docenti intervengano
direttamente sul costrutto della legge.
Enrico Galavotti
Alessandro Ronchi, capogruppo verde a
Forlì, sul proprio blog sostiene la petizione spiegando come le
attuali normative sul diritto d'autore non solo risalgano al 1941 ma
anche che i successivi aggiornamenti, compresi quelli più recenti,
sono stati fatti da chi "non aveva la minima idea di cosa stava
facendo, o se ce l'aveva era troppo soffocato sulle posizioni di una
industria, quella della vendita di beni di consumo culturali, che
probabilmente oggi dovrebbe essere più matura, alla luce dei
cambiamenti di questo ultimo triennio. Altrimenti merita un
inevitabile declino che faccia spazio ai soggetti, anche economici,
più lungimiranti".
http://www.alessandroronchi.net/2007/01/31/rinnoviamo-la-cultura/
Rivolgendosi al Governo, dunque, la Petizione chiede anche che gli
insegnanti vengano equiparati alle categorie che possono beneficiare
gratuitamente di opere artistiche nel contesto professionale, senza
fini di lucro. "Chiediamo inoltre - conclude la Petizione - che le
richieste vengano estese a produttori di cultura off /on line a
livello gratuito e che operano nello spirito del Cooperative
Learning, quali associazioni e community non profit".
MA IL COPYRIGHT PUO' TUTELARE
ANCORA IL MERCATO? (Ministro, abolisca la Siae!)
Per la Corte di cassazione scaricare da internet files protetti da copyright
non è reato se non c'è scopo di lucro. Benché si riferisca in realtà a fatti
coperti dalla normativa precedente alla legge Urbani, questa sentenza è
un'utile occasione per discutere di proprietà intellettuale (copyright e
brevetti) in un'economia moderna. Sulla carta, la legge Urbani (che peraltro
non verrà mai applicata) è tra le più severe d'Europa. Ma ha ancora senso la
proprietà intellettuale? Lo dico come provocazione personale. So per esempio
che il direttore del Sole-24 Ore, anche perché ha fatto l'editore, la pensa
in maniera opposta. Ma parliamone... Partiamo dal caso più semplice, il
copyright artistico, cioè la proibizione di copiare, rivendere o utilizzare
in pubblico un cd o un dvd, che di fatto attribuisce al produttore un
diritto di monopolio. L'argomento usuale della Siae e della sua controparte
americana, la Riaa, è che questo monopolio permette agli autori di
recuperare i costi fissi per produrre una canzone.
Continua u pagina 12In sua assenza, molte opere d'arte non verrebbero
prodotte, e il mondo sarebbe più povero culturalmente. Ma questo è falso.
Lo sostengono Michele Boldrin e David Levine (due economisti della
Washington University di St. Louis) in un bellissimo libro disponibile su
internet, su cui gran parte di questo articolo è basato. Bach, Mozart e
Beethoven scrissero la loro musica quando il copyright non esisteva e gli
spartiti (i cd del XVIII secolo) venivano copiati liberamente. E certamente
Picasso avrebbe dipinto Guernica anche senza royalties su ogni poster che
riproduce il quadro.
Abolire il copyright non significa che un artista non possa vivere del
proprio lavoro. Se un cd di Madonna potesse essere copiato e rivenduto
liberamente, la prima copia costerebbe molto più del prezzo attuale, perché
porta con sé il diritto di rivendere il contenuto a qualsiasi prezzo il
mercato accetti. Le copie successive scenderebbero progressivamente di
prezzo, esattamente come oggi molti spendono 10 euro per guardare un film il
weekend dell'uscita mentre potrebbero vederlo a 3 euro dopo due mesi al
cineforum.
I profitti degli autori sarebbero in ogni caso sufficienti per coprire i
costi iniziali e offrire una remunerazione aggiuntiva; verrebbero però
grandemente ridotte le enormi remunerazioni dei cantanti e attori di punta.
Si dice spesso che questi guadagni sono determinati dal gradimento del
pubblico, e quindi dal mercato. Vero, ma sta a noi decidere se vogliamo che
il mercato sia monopolistico o concorrenziale. Per chi crede nel mercato, ma
non riesce a riconciliarsi con l'idea che un'artista possa guadagnare
milioni per cantare mentre si fa crocifiggere su una struttura di vetro
pensando di fare chi sa quale operazione culturale, oppure per fare
monologhi più o meno incoerenti alla televisione, la soluzione non è la
censura (che non funziona mai), ma l'abolizione del copyright.
Né il mondo sarebbe culturalmente più povero senza copyright, anzi.
Scomparirebbero le case discografiche, che oggi si accaparrano enormi
rendite e di fatto consentono l'accesso a pochi artisti. Molti più di questi
ultimi avrebbero quindi accesso al mercato, non essendovi più bisogno della
Siae che, di fatto, tiene alti i prezzi e i costi proteggendo il monopolio
di quei pochi che vengono distribuiti. Dobbiamo però temere che gli artisti
esteri diserteranno il mercato italiano perché non protetto dal copyright?
No, perché il prezzo che potranno ottenere è sempre maggiore di zero.
Lo stesso discorso vale per gli altri casi di copyright artistico, cioè per
libri e film, e in genere per la proprietà intellettuale, inclusi quindi i
brevetti scientifici. Quasi tutte le industrie nuove non avevano copyright
nella fase iniziale e più innovativa. In decine di settori tra i più
innovativi (moda, banche d'investimento, open source software) i costi fissi
sono alti eppure non ci sono brevetti.
Si dice spesso che il brevetto consente la ricerca in farmaci con alti costi
di sviluppo e domanda limitata, e quindi beneficia tutto il mondo. Ma i
costi fissi sopportati dall'industria farmaceutica sono più limitati di
quanto si creda, e la domanda è elastica. Fino al 1978 in Italia i brevetti
farmaceutici erano proibiti, eppure la nostra industria farmaceutica era
composta di decine di aziende con una reputazione mondiale di innovazione;
sappiamo tutti cosa è successo negli ultimi 30 anni.
Questi sono argomenti delicati, che richiedono un dibattito serio e
rigoroso. Per ora potremmo accontentarci di un passo più modesto ma
significativo. Se il ministro Bersani cerca già idee per la prossima
lenzuolata, eccone una: ministro, abolisca la Siae.
Roberto Perotti Il Sole 24 Ore 7 febbraio
'07
http://www.micheleboldrin.com/research/innovation.html Il libro di M.
Boldrin e D. Levine
Against Intellectual
Monopoly
Michele Boldrin and David K. Levine
ALTRI SITI CHE SOSTENGONO LA PETIZIONE
ONLINE E IN CUI TROVARE MATERIALE INFORMATIVO
http://www.edscuola.it/
http://www.associazionedocenti.it/
http://vbscuola.it/
http://www.daimonclub.it/lib/internet.htm
http://www.homolaicus.it
http://www.antiarte.it/eugius/
http://www.beppegrillo.it/2005/05/ai_confini_dell.html
http://beppegrillo.meetup.com/143/boards/view/viewthread?thread=2609741
http://www.territorioscuola.com/
http://www.nonsoloscuola.org/
http://www.scuolidea.it/didattika/index.asp
http://www.didaweb.net/firma3.php
http://www.pcself.com/primopiano/flash/news_item.asp?NewsID=1442
http://www.foruminsegnanti.it/modules.php?name=News&file=article&sid=712
http://punto-informatico.it/p.aspx?id=1872223
https://www.daimon.org
http://www.graffinrete.it/tracciati/articolo.php?id_vol=385
http://www.retescuole.net/contenuto?id=20070129010104
http://www.docenti.org/News/file/petizione.htm
http://www.scuolamatica.net/
http://www.maecla.it/
http://www.ziobudda.net/petizione_no_copyright_su_formazione_insegnamento_e_cultura
http://www.alessandroronchi.net/2007/01/31/rinnoviamo-la-cultura/
http://www.altrascuola.it/article.php?sid=1262
http://www.civiltalaica.it/web/
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