AFORISMI GENIALI

di William Shakespeare



Aforismi_Geniali_di_William_Shakespeare



Scelti e curati da Carl William Brown

Per l'Associazione Culturale Daimon Club www.daimon.org

La presentazione ufficiale del libro avverrà domenica 16 giugno alla Cascina Parco Gallo di Brescia

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“È dubbio”, ha scritto Samuel Johnson di Shakespeare, “che fra tutti coloro che gli sono succeduti si possan raccogliere più massime di conoscenza teorica, o più regole di pratica prudenza, di quante lui solo ne abbia date al suo paese.
Samuel Johnson

And so, from hour to hour, we ripe and ripe, and then, from hour to hour, we rot and rot; and thereby hangs a tale.
William Shakespeare


The lunatic, the lover and the poet are of imagination all compact and they have such shaping fantasies that apprehend more than cool reason ever comprehends.
William Shakespeare


Since Shakespeare had a feel for revolutionary rhetoric, let’s all cry: “Peace, freedom and liberty!”
Carl William Brown



AFORISMI GENIALI DI WILLIAM SHAKESPEARE SCELTI E CURATI DA CARL WILLIAM BROWN


1

Brabantio: thou art a villain. (Tu sei un farabutto.)
Iago : you are a senator. (Tu sei un senatore.)

2

La vita non è che un'ombra che cammina; un povero attore, che s'agita e si pavoneggia per un ora sul palcoscenico e che poi scompare nel silenzio. È un racconto narrato da un idiota, pieno di furia e di rumore, senza alcun significato.

3

O dignità del potere, o apparenze ad esso legate, quanto spesso con la vostra scorza e con le vostre vesti strappate la reverenza agli sciocchi e vincolate lo spirito dei più saggi alle vostre false sembianze!

4

E hai visto anche il pover'uomo che se ne fuggiva dinanzi al cagnaccio? In ciò hai potuto cogliere una bella immagine dell'autorità: e cioè un cane ch'è obbedito nelle sue funzioni, quand'è in carica.

5

Nobile signora, le cattive azioni degli uomini vivono nel bronzo, mentre quelle virtuose le scriviamo sull'acqua.

6

La brevità è l'anima stessa della saggezza.

7

Teseo. Mi chiedo se anche il leone avrà qualche sua battuta da dire.
Demetrio. Non c'è da meravigliarsene, signore. Può ben dire la sua un leone, quando a dir la loro c'è tanti asini in giro.

8

Il dolore infierisce proprio là dove s'accorge che non è sopportato con fermezza.... Poiché il ringhioso dolore ha meno forza di mordere l'uomo che lo irride e lo tratta con disprezzo.

9

C'è del metodo in questa follia.

10

La guerra uccide più cornuti di quanto la pace non generi uomini.

11

Ogni schiavo reca nella sua mano il potere di sopprimere la sua cattività.

12

Il mondo ti sta troppo a cuore; lo perde chi si dà a conquistarlo con troppo impegno.

13

La morte è il nulla.

14

Gloucester. Il sospetto alberga sempre nelle menti dei colpevoli e il ladro teme che ogni cespuglio sia uno sbirro.
Re Enrico. L'uccello che sia stato invischiato in un cespuglio prende a dubitare, con ali tremanti, d'ogni altro cespuglio che veda.

15

Guardate: io soffio su questa piuma per allontanarla dal mio viso, e l'aria la respinge di nuovo verso di me, ed essa obbedisce al mio fiato quando io vi soffio sopra, e cede, invece, a un'altra forza quand'è quest'ultima a soffiarvi, e insomma è sempre governata da quel vento che spira più robusto: tale è la leggerezza di voi uomini del popolo.

16

La sventura costringe l'uomo a far la conoscenza di ben strani compagni di letto.

17

Un politicante,....uno che sarebbe stato capace di circonvenire anche dio.

18

Il vecchio proverbio ha ragione: "Il vaso vuoto è quello che rende il suono più ampio."

19

L'amante, il pazzo ed il poeta hanno la stessa fantasia.

20

Sono il matto....e allora dammi il permesso di parlare. Io saprò ripulire il mondo da ogni male, se la gente accetterà la mia medicina.

21

Trattate ciascun uomo secondo il suo merito: chi sfuggirà alla frusta?

22

Portatelo via, portatelo via: parla latino.

23

Per me, misero uomo, la biblioteca è un ducato largo abbastanza.

24

Lo Stato è il cavallo e il governante il cavaliere, che quando è nuovo in sella, deve subito far sentire lo sprone.

25

Il mondo lo considero per quello che è, Graziano: un palcoscenico dove ciascuno deve recitare una parte, e la mia è una parte triste.

26

Il mondo intero è un palcoscenico, e gli uomini e le donne, tutti, non sono che attori.

27

Gli uomini di poche parole sono i migliori.

28

Nulla possiamo dire "nostro" eccetto la morte.

29

Via la mano brutale, infame sbirro! Te stesso frusta, non quella puttana! Tu bruci dalla voglia di fare con lei, ciò per cui la punisci.

30

Nessuno è reo. Nessuno! Dico nessuno.

31

Ma guarda com'è vestito buffo! penso che abbia comprato il farsetto in Italia, la calzamaglia in Francia, il berretto in Germania e ovunque quel suo modo di comportarsi.

32

Terzo pescatore: "Padrone vorrei sapere come i pesci vivono nel mare". Primo pescatore: "Come gli uomini vivono in terra: i più grossi mangiano i piccoli."

33

Il bello è brutto, e il brutto è bello: leviamoci per la nebbia e la lurida aria.

34

La brevità è l'anima del motto di spirito.

35

Il mondo non è stato mai felice, da quando la bassa adulazione fu chiamata complimento.

36

La coscienza rende un uomo codardo: un uomo non può rubare, che essa lo accusa; un uomo non può bestemmiare, che essa lo raffrena...; ed ogni uomo che vuol vivere bene cerca di fidarsi di se stesso e di vivere senza di lei.

37

La coscienza non è che una parola usata dai codardi, inventata dapprima per tenere i forti in soggezione.

38

Basterà un po' di questo oro per render nero il bianco, bello il brutto, dritto il torto, nobile il basso, giovane il vecchio, valoroso il codardo....Questo schiavo giallo cucirà e romperà ogni fede...farà adornare la livida lebbra, collocherà in alto il ladro e gli darà titoli, genuflessioni ed encomio sul banco dei senatori.

39

Eretico è colui che accende il fuoco, non colei che ci brucia dentro.

40

La Fama è come un flauto ove soffiamo sospetti, gelosie, congetture, e di uso così facile e semplice che la moltitudine, quello stupido mostro dalle innumerevoli teste, sempre discorde e ondeggiante, può facilmente suonarlo.



41

Ahimè com'è amaro guardare la felicità attraverso gli occhi di un altro.

42

Voglio essere di carne e di sangue, e non c'è mai stato un filosofo che abbia tollerato con pazienza il mal di denti, anche se abbia scritto come un dio e abbia trattato dall'alto in basso la sofferenza e il caso.

43

Ti darò il dolce latte della sventura, la filosofia, che ti consolerà.

44

La vita, i beni, tutto è della morte.

45

Noi siamo della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni, e la nostra breve vita è circondata da un sonno.

46

Con chi sta fermo il tempo? Con gli uomini di legge quando sono in ferie, perché essi dormono fra una sessione e l'altra, e non s'accorgono che il tempo si muove.

47

Vedo che i giudizi degli uomini formano un tutto unico colle loro fortune e che i fatti esteriori si trascinano dietro le loro qualità intime, per degenerare ugualmente.

48

Non fidarti di nessuno, poiché i giuramenti sono pagliuzze e la fede degli uomini è di pasta frolla, e "tieni duro" è il solo cane che valga qualche cosa.

49

Non vi è corazza più forte di un cuore incontaminato! Tre volte armato è chi difende il giusto; e inerme, sebbene coperto di ferro, è colui la cui coscienza è corrotta dall'ingiustizia.

50

Datemi la guerra, vi dico: è superiore alla pace quanto il giorno è superiore alla notte: è allegra, animata, sonora, piena di effervescenza. La pace invece è una vera apoplessia, è il letargo: insipida, sorda, sonnolenta, insensibile: una creatrice di bastardi più di quanto la guerra sia distruttrice di uomini.

51

Per farmi del male tu non hai neanche la metà delle capacità che ho io di soffrire.

52

Ride delle cicatrici, chi non ha mai provato una ferita.

53

Sovente i rimedi che noi riferiamo al cielo, li abbiamo dentro di noi.

54

La brevità è l’animo del senno.

55

Lussuria, lussuria; sempre guerra e lussuria, non c’è nient’altro che rimanga di moda.

56

L’infermità che fa deperire i saggi, migliora sempre gli sciocchi.

57

La moltitudine, quello stupido mostro dalle innumerevoli teste, sempre discorde e ondeggiante.

58

Molte buone impiccagioni salvano da un cattivo matrimonio.

59

Non c’è arte per leggere nella faccia la costituzione della mente.

60

Tutto il mondo è un teatro e tutti gli uomini e le donne non sono che attori.

61

Da al tuo dolore le parole che esige. Il dolore che non parla, sussurra bensì a un cuore troppo affranto l’ordine di schiantarsi.

62

Essere onesto, a come va questo mondo, è essere un uomo scelto fra diecimila.

63

Noi siamo venuti quaggiù piangendo: lo sai bene, la prima volta che sentiamo l’odore dell’aria, mandiamo un vagito e ci mettiamo a piangere.... Appena nati noi piangiamo per essere venuti in questo grande teatro di pazzia.

64

Servendo lui, io servo me solo.

65

Quando le nostre azioni non fanno di noi dei traditori, ci rendono tali le nostre paure.

66

Gli uomini sono sempre allegri quando la cattiva fortuna sta per colpirli, ma la tristezza prelude a lieti eventi.

67

Non è venuto il peggio, finché possiamo dire: “questo è il peggio.”

68

È assai probabile che questo dramma non piaccia a tutti gli spettatori. Alcuni vengono per riposare e per dormire un atto o due.....; altri vengono per sentir parlar male dell’amministrazione civica e per dire “quant’è spiritoso!”

69

È la calamità di ogni puttana. Doverne ingannare molti per poi alla fine essere ingannata da uno solo.

70

Le sue idee sono come due chicchi di grano nascosti in due staia di pula. Si deve cercare un’intiera giornata prima di trovarle e quando si sono trovate, non valeva la pena che fossero cercate.

71

Il giorno del giudizio è vicino: se dobbiamo tutti morire, moriamo allegramente.

72

Il pensiero è lo schiavo della vita e la vita è lo zimbello del tempo, e il tempo, che abbraccia nella sua rassegna tutto il mondo, deve anch’esso aver fine.

73

Il tempo è come un ospite alla moda, che stringe la mano al convitato che parte, e con le braccia spalancate, come se volesse volare, abbranca quello che arriva: l’accoglienza sorride sempre, e l’addio se ne va sospirando.
74

Il Tempo, signor mio, ha una bisaccia sul groppone, dove mette elemosine per l’oblio, enorme mostro di ingratitudine; quegli avanzi sono buone opere passate; le quali son divorate si tosto che fatte, e dimenticate non appena compiute.

75

Pericolosa fra tutte è la tentazione che ci stimola a peccare per amore della virtù.

76

Credo che il re non sia che un uomo come tutti gli altri. La violetta ha lo stesso odore per lui e per me.

77

La vita non è che un’ombra che cammina; un povero commediante che si pavoneggia e si agita, sulla scena del mondo, per la sua ora, e poi non se ne parla più; una favola raccontata da un idiota piena di rumore e di furore, che non significa nulla.

78

Niente, insomma, è ciò che è.

79

La musica non di rado ha tale fascino da cambiare il male in bene e spingere il bene al male.

80

Gli uomini devono sopportare la loro uscita dal mondo come la loro venuta; tutto sta nell’essere maturi.



N.B. Anno 2004 Carl William Brown ha deciso di mettere tutto il testo a disposizione dei lettori della rete e nel fare ciò preannuncia la stampa di una nuova edizione dell'operetta largamente ampliata e piena di stimolanti nuovi sorprese. Grazie a tutti per la collaborazione. Chi volesse pubblicare parte di questi scritti online o su carta è pregato di chiederne il consenso all'editore. E' assolutamente vietato l'uso commerciale.


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