AFORISMI GENIALI

di William Shakespeare

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Scelti e curati da Carl William Brown

Per l'Associazione Culturale Daimon Club www.daimon.org

La presentazione ufficiale del libro avverrà domenica 16 giugno alla Cascina Parco Gallo di Brescia

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Nuova edizione 2014 Youcanprint Self-Publishing

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AFORISMI GENIALI di William Shakespeare Scelti e curati da Carl William Brown per l'Associazione Culturale Daimon Club www.daimonclub.it www.daimon.org  I° Edizione Maggio 2002 © Copyright by Carl William Brown Casa Editrice Phasar Book Firenze.

La nostra prima pubblicazione Aforismi Geniali di William Shakespeare mette effettivamente in pratica quella che è la nostra politica di fondo. Il libro infatti avrà una tiratura iniziale di 1000 copie, 500 destinate al mercato commerciale e 500 destinate al mondo del no-profit. La differenza è che il primo avrà un prezzo di copertina di 10 euro, noi infatti lo cediamo in conto vendita ai librai e agli edicolanti ad un prezzo indicativo di 6 euro, ed emettiamo loro delle regolari fatture; il testo destinato invece al mondo del no-profit sarà ceduto in cambio di una libera offerta, non inferiore ai 4-5 euro per copia singola, e non inferiore ai 2-3 euro per più copie.
Pertanto la nostra associazione invita tutti i librai, gli operatori commerciali, i gestori di librerie online, le biblioteche, le scuole e le associazioni no-profit a contattarci, perché potremo offrire loro delle soluzioni a dei prezzi veramente eccezionali e a delle condizioni realmente di favore. Scrivici per maggiori informazioni o per ordinare il libro.
Per maggiori informazioni visita anche la nostra pagina delle promozioni editoriali con le nostre allettanti proposte per tutti gli scrittori e quella destinata alle associazioni culturali, alle organizzazioni di volontariato e a tutti gli enti no-profit.

N.B. Anno 2004 Carl William Brown ha deciso di mettere tutto il testo a disposizione dei lettori della rete e nel fare ciò preannuncia la stampa di una nuova edizione dell'operetta largamente ampliata e piena di stimolanti nuovi sorprese. Grazie a tutti per la collaborazione. Chi volesse pubblicare parte di questi scritti online o su carta è pregato di chiederne il consenso all'editore. E' assolutamente vietato l'uso commerciale.


Dedicato ai miei genitori che

mi hanno sempre sopportato!


PRESENTAZIONE DEL LIBRO


UN BREVE PROLOGO

Questo non intende essere un saggio su William Shakespeare anche perché conosco sin troppo bene quella frase di W. Hazlitt che recita: "Se desideriamo conoscere la forza del genio umano dobbiamo leggere Shakespeare. Se vogliamo constatare quanto sia insignificante l'istruzione umana possiamo studiare i suoi commentatori." Non che io non apprezzi il lavoro di critica letteraria di tanti autori, soltanto che questo scritto costituisce una creazione di tutt'altro genere.

Questo piccolo libretto infatti vuole solo essere un omaggio alla grandissima abilità linguistica di Shakespeare, al valore del suo stile e della figuralità del suo linguaggio. C'è poi da considerare il fatto che avendo scritto anch'io in forma aforistica ben più di 8000 frasi e riflessioni su quasi ogni aspetto dell'esistenza, dal potere dell'autorità, alla stupidità di ogni umana vanità, ho da sempre apprezzato in maniera considerevole molte delle citazioni del nostro grande poeta drammaturgo e così ho pensato bene di dedicargli appunto questo tributo.

Inoltre questa raccolta di massime tratte dall'opera omnia di Shakespeare vuole anche essere un operetta originale, da leggersi magari come un piccolo racconto surrealistico o come uno strano, ma pungente flusso di coscienza del nostro autore, mediato dalla sintesi del sottoscritto. Non troverete pertanto, come negli altri libri di massime, il dramma, la commedia o la poesia da cui le citazioni sono state extrapolate, ma per il momento vi dovrà bastare sapere che le ha scritte William Shakespeare; non tutte del resto, infatti molte provengono da un'antichità più lontana, ovvero dalla nostra tradizione classica, greca e romana.

La cosa che conta invece è che il lettore si renda conto di come il potere, l'autorità e di conseguenza la stupidità non debbano spaventare o intimidire lo spirito libero della creatività, anche perché un vero artista è abituato a convivere con il dolore e recita con William: "Lascia che ti abbracci, amara avversità, perché i saggi sanno che è la cosa più saggia da fare." È la vecchia tematica dello scontro esistenziale tra reale ed ideale che da sempre lacera i cuori e le menti di tanti autori, ma questo non è il momento di approfondire un simile discorso e per chi ne volesse sapere di più potrà sempre visitare la mia associazione su Internet al seguente indirizzo www.daimonclub.it dove troverà diverso materiale per decifrare meglio il mio pensiero ed il mio stile.

Nella sua opera Shakespeare ha affrontato tutte le tematiche esistenziali, dalla vendetta alla pietà, dalla violenza più crudele all'amore più sublime, dall'arroganza più banale alla tragicità più fatale, e lo ha fatto con una strabiliante maestria di linguaggio, proprio quel linguaggio che ha forgiato queste massime e che ha dilettato ed ammaestrato molti degli autori che sono venuti dopo di lui. Il conflitto tra la realtà e l'apparenza, tra l'ingordigia della stupida autorità e l'ingenua speranza della bontà hanno reso immortali le sue opere, peraltro quasi tutte ispirate da trame precedenti e già presenti in diverse fonti letterarie.

L'analisi delle passioni e dei sentimenti umani, le speculazioni sulla natura umana e sui suoi desideri di felicità, la critica del potere e la speranza di poter comunicare attraverso i secoli hanno reso la sua arte immortale ed è per questo che i suoi pensieri ed i suoi scritti sono giunti sino a noi vivi più che mai. Ogni giorno infatti in tutti i teatri del mondo vengono rappresentate le sue creazioni ed i suoi testi sono così rimasti vitali ed inossidabili alle inclemenze del tempo e della morte.

Tornando al potere dobbiamo rilevare che nelle opere di Shakespeare questo argomento è espresso quasi sempre come abuso di potere, come avidità e tirannia dell'umana vanità, come passiva accettazione di una balorda legge naturale. Shakespeare critica e sbeffeggia in modo pesante la vile cortigianeria, la falsa umiltà, e la prepotenza della follia del potere, ma rimane convinto che non possono esserci "lupi senza pecore, né leoni senza cerbiatti." Shakespeare insomma condanna sia chi esercita il potere, sia chi lo subisce troppo passivamente ed in pratica il suo stile come il suo pensiero in più di un'occasione fanno capo ad un'ideale ed anarchica, ma forse impossibile, sete di giustizia e libertà.

E questa libertà, seppure magari solo letteraria il poeta la raggiunge con la propria fantasia. Così con i propri ideali e la propria penna si appresta a combattere il più temibile di tutti i tiranni, l'oblio. Il suo sogno di durare oltre il tempo e di tener testa alla morte e al disfacimento del proprio essere si fa sempre più forte e con il passar dei secoli si dimostra anche sempre più vitale, anche se alla fine anche il più grande poeta di tutti i tempi dovrà purtroppo o per fortuna arrendersi a quel nulla universale che tutto ingoia.

E così, memore dei suoi sogni, anch'io, che da sempre ho condiviso le sue idee sul potere e sull'esistenza, condensando i miei pensieri in diverse migliaia di aforismi, ho pensato bene di legare il mio legittimo desiderio di poter comunicare un po' di più con il mondo a questo piccolo libretto, che in fin dei conti non è che un modesto e genuino stratagemma per farmi un po' di pubblicità grazie all'aiuto di uno dei massimi scrittori della letteratura mondiale. Abbiamo così non una semplice raccolta di massime qualunque, che potete del resto sempre trovare anche in forme diverse e persino più complete sia su carta sia consultando l'intero corpus dell'autore ormai disponibile in forma libera su internet, ma un messaggio più profondo che rimanda alla mia essenza più intima ed al mio testamento spirituale e letterario che peraltro riporterò alla fine di questo libretto e che potrete sempre approfondire visitando il mio sito su internet, o magari leggendo le prossime pubblicazioni della nostra associazione.


Il libro continua poi con un' introduzione di Carl William Brown su Shakespeare e il suo tempo e una presentazione del nostro bardo realizzata attraverso una selezione di aforismi in inglese che ben illustrano quella che è la fama del nostro autore, seguita da un elenco delle opere di William Shakespeare.
Dopo queste premesse ci si inoltra nel corpo del libro che è composto da una selezione di più di 350 aforismi tratti dall'intero corpus shakespeariano e scelti in maniera oculata dal nostro Carl William Brown allo scopo di dare uno speciale stile letterario e un ben preciso taglio di lettura al testo, che si presta così a diventare un'opera  del tutto nuova e originale, quasi interamente ricreata dal genio teatrale del nostro grandissimo poeta, che si ritrova ancora una volta, dopo quasi 500 anni dalla sua morte, a riscrivere con la sua grandezza immortale una nuova opera colma di messaggi sempre validi e di attualissimi consigli. Infine vi sono le conclusioni e ancora una selezione di brani tratti da alcune tra le più significative opere teatrali del nostro autore. Seguono inoltre le note bibliografiche ed una presentazione dell'associazione culturale che ha realizzato il libro, racchiusa volontariamente e provocatoriamente all'interno del testamento di Carl William Brown e del Lascito del Daimon Club. A tale proposito riportiamo in questa sede, come promesso nel libro, il testamento di William Shakespeare, affinché tutti i lettori possano eventualmente fare un confronto fra i vari documenti ed esercitarsi un poco con il loro inglese. Successivamente di testamenti ne inseriremo anche degli altri all'interno del nostro sito umoristico, perché in fondo sono estremamente spiritosi !!! (Chi volesse poi trovare tutti i links dei siti su Shakespeare non deve far altro che andare nella nostra Library nella sezione Books!)


SUL RETRO DI COPERTINA LEGGIAMO

L'analisi delle passioni e dei sentimenti umani, le speculazioni sulla natura umana e sui suoi desideri di felicità, la critica del potere e la speranza di poter comunicare attraverso i secoli hanno reso l'arte di Shakespeare immortale ed è per questo che i suoi pensieri ed i suoi scritti sono giunti sino a noi vivi più che mai. Ogni giorno in tutti i teatri del mondo vengono rappresentate le sue creazioni ed i suoi testi sono così rimasti vitali ed inossidabili alle inclemenze del tempo e della morte.
"È dubbio", ha scritto Samuel Johnson di Shakespeare, "che fra tutti coloro che gli sono succeduti si possan raccogliere più massime di conoscenza teorica, o più regole di pratica prudenza, di quante lui solo ne abbia date al suo paese. Anche per questo dunque il pubblico lo ama così tanto.
Leggere Shakespeare, scriveva Thomas De Quincey centocinquanta anni fa, "è per molti una delle necessità primarie della vita: cercano le sue opere come si chiede il pane quotidiano".
Questa raccolta di massime tratte dall'opera omnia di Shakespeare vuole dunque essere un'operetta originale, da leggersi come un piccolo racconto surrealistico, come uno strano, ma pungente flusso di coscienza del nostro eccezionale e strabiliante autore, che a distanza di molti secoli vive ancora al nostro fianco e ci fa come sempre una buona e simpatica compagnia.


Carl William Brown è uno scrittore italiano che si impegna nell'ambito dell'insegnamento, della divulgazione culturale e della provocazione artistica e letteraria. Autore di ben più di 8000 aforismi originali (mille dei quali sono disponibili gratuitamente in rete), di vari saggi, e di vari articoli, nel 1997 fonda il Daimon Club (www.daimonclub.it, www.daimon.org), associazione culturale su Internet di stampo eclettico e surreale che al suo interno conta ormai parecchi artisti e più di 800 pagine in costante evoluzione. Il sito del club, curato dallo stesso C.W. Brown, costituisce inoltre una vera e propria guida per la navigazione in rete, ecco perché visitandolo potrete reperire migliaia e migliaia di aforismi, libri elettronici gratuiti, software utilissimi per lo studio delle lingue straniere e della letteratura, e ancora potrete trovare buone opportunità per la promozione di qualsiasi attività legata alla creatività dell'arte, della pedagogia, della critica e dell'imprenditoria.


In copertina un'immagine che ritrae dei cigni, evidente riferimento al Teatro Swan, e sullo sfondo un paese con il volto di Shakespeare.


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SHAKESPEARE E IL SUO TEMPO


Secondo le normali biografie Shakespeare nacque in Inghilterra a Stratford-on-Avon nell’aprile del 1567, in quei luoghi frequentò la locale Grammar School, si sposò a circa 18 anni e alcuni anni dopo andò a Londra, dove divenne un attore ed un drammaturgo molto famoso. Egli morì nell’aprile del 1616 e fu sepolto nella Parish Church a Stratford. La sua biblioteca fu lasciata al suo benefattore, il conte William Herbert di Pembroke; è ovvio che dall’analisi dei suoi libri si potrebbe sapere qualcosa di più sulla sua esistenza, peccato però che per ragioni nazionalistiche essa non è mai stata messa a disposizione dei biografi internazionali.

Pertanto le notizie che possediamo a suo riguardo non sono poi del tutto così sicure, infatti su ogni enciclopedia moderna troviamo spesso la dicitura “incerte sono le notizie biografiche” e benché a più riprese si sia attribuita la creazione dei suoi lavori a personaggi come Francis Bacone, Christopher Marlowe, Edward de Vere, William Stanley o altri nobili autori del tempo, il mistero permane. Forse era persino uno straniero e questo potrebbe spiegarci perché all’epoca la sua morte non suscitò grande commozione né tanto meno alcun lutto nazionale. Per di più c’è anche da dire che la sua vasta fama letteraria iniziò a maturare solo ben oltre un secolo dopo la sua morte.

Vi è persino una teoria del professor Martino Iuvara, un siciliano, sostenuta peraltro da altri studiosi, che assegnerebbe al grande bardo un’origine tutta italiana. Il grande autore infatti sarebbe stato figlio di un medico di Messina originario di Palermo, Giovanni Florio, e della nobile consorte Guglielma Crollalanza, e si sarebbe chiamato Michelangelo. Il padre, uno spirito libero, avrebbe avuto la sventatezza di manifestare il suo pensiero critico nei confronti della chiesa del tempo in un libello polemico e per questo sarebbe stato bollato come eretico; costretto dunque a fuggire con la famiglia dalla Sicilia si sarebbe poi rifugiato a Treviso.

Secondo questa tesi il giovane Michelangelo studia a Venezia, Padova, in Grecia e in questo periodo conosce anche Giordano Bruno, che oltre a trasmettergli parecchie delle sue idee, gli da delle lettere di presentazione per due nobili inglesi: il conte di Southampton e il conte di Pembroke. Per sottrarlo al pericolo delle persecuzioni religiose il padre lo fa viaggiare parecchio e alla fine a circa 24 anni Michelangelo arriva in Inghilterra da un cugino della madre che abita a Stratford-on-Avon. E così quando il figlio di costui, un certo William, muore, il nostro eroe, per evitare ulteriori pericoli, ne assume il nome diventando appunto William Shakespeare (Crollalanza).

Negli anni successivi Shakespeare che aveva già scritto varie commedie inizia a fare l’attore e l’autore di teatro e il suo matrimonio con la bella nobildonna Anne Hathaway aiuta la sua scalata al successo. Che sia verità o fantasia questa teoria viene suffragata in più punti da analisi molto dettagliate e comunque dobbiamo pur sempre ammettere che più di un terzo dei suoi 37 drammi sono ambientati in Italia e lasciano inoltre presupporre una buona conoscenza diretta dei luoghi descritti.

Tuttavia non è la sua origine che ci interessa più di tanto, anche perché ciò che conta maggiormente è ovviamente la sua opera. Comunque c’è da dire che l’ipotesi sopra citata è molto affascinante e per questo ho ritenuto opportuno riportarla. Inoltre c’è da aggiungere che nel 1925 capita al professor Santi Paladino di leggere un volumetto di proverbi di un calvinista del nord Italia, un certo Michelangelo Florio, intitolato I Secondi Frutti, che finisce per alimentare ancora di più il mistero, infatti molti di questi proverbi si trovano proprio nell’Amleto di Shakespeare. In ogni caso per il momento terminiamo qui questa breve indagine sulla sua vita e procediamo oltre.

Le sue opere sono state create per essere interpretate, infatti nel periodo Elisabettiano i drammi teatrali generalmente venivano prima recitati e solo in un secondo momento venivano scritti e dati alle stampe. Ma non è questo quello che ci interessa in questa introduzione, infatti noi ci limiteremo a riportare degli aforismi, delle citazioni, dei pensieri, degli stralci della sua produzione, proprio per mettere in evidenza come il suo teatro, e ciò che più conta il suo linguaggio, sia un’acuta testimonianza della profondità della misteriosa natura umana e delle azioni che la caratterizzano.

Le sue opere trattano tutte quelle che sono le problematiche dell’esistenza e della sua organizzazione sociale. Troviamo così delle meravigliose e spietate analisi dei sentimenti e delle passioni umane, ma anche delle riflessioni sul comportamento umano e politico in relazione alle principali questioni morali del genere umano.

Shakespeare non inventò le storie dei suoi drammi e delle sue tragedie, ma li rielaborò profondamente da un punto di vista linguistico dando sempre un’estrema importanza all’etica del comportamento umano e alle sue ripercussioni nella vita sociale. Così le false illusioni, l’ambizione per il potere, la cieca passione, la lussuria, l’egoismo, la stupidità e tutti i difetti dell’essere umano servono al grande drammaturgo per creare le sue immortali opere d’arte.

Ci sono comunque dei capisaldi nella sua produzione che ci rivelano quelle che in parte dovevano essere le sue convinzioni; per esempio l’idea che la capacità politica e la sensibilità morale tendevano sempre a divergere, oppure la convinzione che il potere dovesse sempre avere una forte impersonalità che ovviamente si poneva sempre in contrasto con il comportamento morale dell’uomo comune. Proprio per queste ragioni le sue parole sono sempre molto severe e talvolta diventano vere e proprie frecciate satiriche nei confronti dell’autorità e di chi governa il mondo.

Un altro aspetto cruciale della sua produzione si identifica nei conflitti tragici che caratterizzano la vita dei suoi personaggi, quasi tutti condizionati da un “Fatal Flaw”, un difetto fatale, che alla fine finisce sempre per pregiudicare la felicità della loro vita. Così il male come le passioni violente e malvage che da sempre caratterizzano il nostro pianeta vengono analizzate in maniera esemplare, tanto che molti anni dopo le sue opere serviranno da materia di studio per il padre della psicanalisi, il grande Sigmund Freud, che da Shakespeare certamente imparò molto.

Shakespeare, da grande genio, ovviamente non tenne in considerazione le tre vetuste regole aristoteliche che all’epoca caratterizzavano la produzione teatrale, e così l’unità di tempo, di luogo e di azione naturalmente andavano a farsi friggere per dare spazio alla grandezza del suo linguaggio, delle sue invenzioni artistiche e della sua eccezionale umanità letteraria. Egli fu in grado di sostituire la povertà delle scenografie con la ricchezza dei suo testi, e così grazie alla maestosità della sua prosa poetica riuscì, in un’atmosfera mista di tragicità e di comicità, a dare unità ai suoi capolavori.

Un’altra caratteristica geniale del suo teatro è quella di aver dato al “Clown”, sotto le mentite spoglie di una strana e divertente follia, una sorta di magnetismo popolare e filosofico, veramente saggio e indipendente. Se gli altri appunto sono normali, noi dobbiamo per forza essere pazzi e dobbiamo criticare la vanità della nostra umanità. I drammi storici sono infatti drammi del potere, i drammi classici sono pure drammi del potere, un’immensa varietà di consigli e di rimproveri a chi governa e a chi è governato per non fargli mai dimenticare la stupidità dell’autorità e dell’arroganza e le ancora più miserabili illusioni della funesta ambizione di onnipotenza.

L’evoluzione delle sue tragedie sembra voler sempre sottolineare che l’uomo è in grado di capire quali sono le forze buone e cattive che dirigono la propria esistenza, ma la sua mente è troppo debole per fare sempre la scelta giusta e così ecco che si compie il dramma della nostra vita. Tutto questo ci viene veicolato attraverso un grande e maestrale uso di immagini linguistiche, un esemplare impiego di tutte le figure retoriche, una massiccia varietà di simboli, di contrasti e di paradossi.

Talvolta i personaggi meno importanti rivestono un ruolo fondamentale per l’evoluzione della storia e questo come a sottolineare che ogni persona così come ogni cosa hanno un’estrema importanza in questo nostro misterioso universo. Talvolta invece lo studio del carattere dei personaggi prevale sulla narrazione degli eventi e grazie ad una saggezza superiore, acquisita tramite l’esperienza, l’atmosfera dei suoi drammi si trasforma diventando via via più serena e quieta, abbandonando così l’impeto della passione e la tragicità degli eventi.

Da buon autore rinascimentale Shakespeare mette tutto in discussione e si appresta ad indagare con grande perizia all’interno dei più grandi misteri del suo tempo: la natura del potere, l’attitudine della gente nei confronti dell’autorità, l’onestà e la disonestà dell’essere umano, la corruzione dei costumi, la pazzia e la saggezza, la virtù ed il vizio, la viltà e ed il servilismo, il coraggio e la dignità, l’ipocrisia del linguaggio e la falsità della natura, il tragico contrasto tra il reale e l’ideale, tra ciò che è e ciò che sembra, tra la realtà e l’apparenza, e ancora la passione dell’ambizione, i dogmi della dottrina e i dubbi di una mente libera, incerta e anelante di giustizia, di uguaglianza, di libertà e di felicità.

Nel rinascimento infatti il dubbio assale ogni cosa e così, quasi come un buon dadaista, “Dada dubita di tutto”, anche Shakespeare si fa interprete delle istanze intellettuali del suo tempo e mette in discussione la nobiltà del potere, così come la dignità dell’autorità. La violazione di questo senso di ordine e di unità ci lascia chiaramente spaesati, ma liberi, liberi di riflettere e di interpretare il nostro destino, alla ricerca di sempre nuove conoscenze e di nuovi artifici che ci possano aiutare a vivere meglio.

Anche il tema della vendetta ricorre spesso, ma alla fine, come nell’Amleto, lascia spazio anch’esso al dubbio, alla riflessione, all’angoscia, alla speculazione, alla ricerca, alla colpa e all’ambiguità del nostro procedere. E così si cercano le somiglianze tra le cose più disparate e le disuguaglianze tra le cose che apparentemente sembrano più simili: si inizia così il percorso della ricerca più meticolosa all’interno della nostra vita e della nostra arte, che rende la letteratura del tutto simile alla filosofia e alla scienza.

Carl William Brown



LA REPUTAZIONE DI SHAKESPEARE


Le persone che non hanno un’istruzione hanno un’inventiva esuberante, e sono senz’altro libere dai pregiudizi. Shakespeare fu poco istruito, come risulta chiaro tanto dalla freschezza della sua immaginazione quanto dalla varietà dei suoi concetti. Milton invece sa di accademia, tanto nel pensiero, come nel sentimento. Shakespeare non aveva dovuto svolgere a scuola dei temi in favore della virtù e contro il vizio. Dobbiamo a questa circostanza il tono sano e non affettato del suo teatro. Se desideriamo conoscere la forza del genio umano dobbiamo leggere Shakespeare. Se vogliamo constatare quanto sia insignificante l’istruzione umana possiamo studiare i suoi commentatori.
William Hazlitt 1778-1830, British Writer and Critic

Cazamian parlando dell’umorismo di Shakespeare notava : « Le réalisme, point de départ et loi constante d’une oeuvre humoristique, n’est pas seulment le principe accepté de son art, mais en est la vie même. Une telle ouverture à la variété infinie des choses et des êtres exclut tout parti pris, toute théorie et tout choix préconçu. Or l’humour justement réclame la liberté d'une penseé sans aucune attache. »
Cazamian, Louis Scrittore e critico francese

Se gli altri sono saggi, noi allora dobbiamo per forza essere pazzi; anche perché, come diceva il grande Shakespeare, se il folle pensa seriamente di essere saggio, in realtà è il saggio che sa per certo di essere folle.
Carl William Brown 1960-200.., Italian teacher, surrealistic reformer and writer.

To see him act is like reading Shakespeare by flashes of lightning.
Samuel Taylor Coleridge 1772-1834, British Poet, Critic, Philosopher

England has two books, one which she has made and one which has made her: Shakespeare and the Bible.
Victor Hugo 1802-1885, French Poet, Dramatist, Novelist

If those gentlemen would let me alone I should be much obliged to them. I would say, as Shakespeare would say... “Sweet Friend, for Jesus sake forbear.”
Thomas Carlyle 1795-1881, Scottish Philosopher, Author

We do not fear censorship for we have no wish to offend with improprieties or obscenities, but we do demand, as a right, the liberty to show the dark side of wrong, that we may illuminate the bright side of virtue - the same liberty that is conceded to the art of the written word, that art to which we owe the Bible and the works of Shakespeare.
David Wark Griffiths 1875-1948, American Pioneer Film Director

Find enough clever things to say, and you’re a Prime Minister; write them down and you’re a Shakespeare.
George Bernard Shaw 1856-1950, Irish-born British Dramatist

Dreaming is an act of pure imagination, attesting in all men a creative power, which, if it were available in waking, would make every man a Dante or Shakespeare.
Francis Herbert Hedge 1846-1924, British Philosopher

There is hardly a pioneer’s hut which does not contain a few odd volumes of Shakespeare. I remember reading the feudal drama of Henry V for the first time in a log cabin.
Alexis De Tocqueville 1805-1859, French Social Philosopher

If a man is called to be a streetsweeper, he should sweep streets even as Michelangelo painted, or Beethoven composed music, or Shakespeare wrote poetry. He should sweep streets so well that all the hosts of heaven and earth will pause to say, here lived a great streetsweeper who did his job well.
Martin Luther King Jr. 1929-1968, American Black Leader, Nobel Prize Winner, 1964

If you write fiction you are, in a sense, corrupted. There’s a tremendous corruptibility for the fiction writer because you’re dealing mainly with sex and violence. These remain the basic themes, they’re the basic themes of Shakespeare whether you like it or not.
Anthony Burgess 1917-1993, British Writer, Critic

When I heard the word “stream” uttered with such a revolting primness, what I think of is urine and not the contemporary novel. And besides, it isn’t new, it is far from the dernier cri. Shakespeare used it continually, much too much in my opinion, and there’s Tristam Shandy, not to mention the Agamemnon.
James Joyce 1882-1941, Irish Author

You ask whether I have ever been in love: fool as I am, I am not such a fool as that. But if one is only to talk from first-hand experience, conversation would be a very poor business. But though I have no personal experience of the things they call love, I have what is better - the experience of Sappho, of Euripides, of Catallus, of Shakespeare, of Spenser, of Austen, of Bronte, of anyone else I have read.
C. S. Lewis 1898-1963, British Academic, Writer, Christian Apologist

Here Greek and Roman find themselves alive along these crowded shelves; and Shakespeare treads again his stage, and Chaucer paints anew his age.
John Greenleaf Whittier 1807-1892, American Poet, Reformer, Author

The artist is of no importance. Only what he creates is important, since there is nothing new to be said. Shakespeare, Balzac, Homer have all written about the same things, and if they had lived one thousand or two thousand years longer, the publishers wouldn’t have needed anyone since.
William Faulkner 1897-1962, American Novelist

In real life, unlike in Shakespeare, the sweetness of the rose depends upon the name it bears. Things are not only what they are. They are, in very important respects, what they seem to be.
Hubert H. Humphrey 1911-1978, American Democratic Politician, Vice President

Single-mindedness is all very well in cows or baboons; in an animal claiming to belong to the same species as Shakespeare it is simply disgraceful.
Aldous Huxley 1894-1963, British Author

Playing Shakespeare is really tiring. You never get to sit down, unless you’re the king.
Josephine Hull Actress

Now we sit through Shakespeare in order to recognize the quotations.
Orson Welles 1915-1985, American Film Maker

A remarkable thing about Shakespeare is that he is really very good in spite of all the people who say he is very good.
Robert Graves 1895-1985, British Poet, Novelist

Shakespeare, Leonardo Da Vinci, Benjamin Franklin, and Lincoln never saw a movie, heard a radio, or looked at a TV They had loneliness and knew what to do with it. They were not afraid of being lonely because they knew that was when the creative mood in them would mark.
Carl Sandburg 1878-1967, American Poet

Raphael paints wisdom; Handel sings it, Phidias carves it, Shakespeare writes it, Wren builds it, Columbus sails it, Luther preaches it, Washington arms it, Watt mechanizes it.
Ralph Waldo Emerson 1803-1882, American Poet, Essayist

Young women... you are, in my opinion, disgracefully ignorant. You have never made a discovery of any sort of importance. You have never shaken an empire or led an army into battle. The plays by Shakespeare are not by you, and you have never introduced a barbarous race to the blessings of civilization. What is your excuse?
Virginia Woolf 1882-1941, British Novelist, Essayist

The aim, if reached or not, makes great the life: try to be Shakespeare, leave the rest to fate!
Robert Browning 1812-1889, British Poet

Each writer is born with a repertory company in his head. Shakespeare has perhaps 20 players, and Tennessee Williams has about 5, and Samuel Beckett one - and maybe a clone of that one. I have 10 or so, and that’s a lot. As you get older, you become more skillful at casting them.
Gore Vidal

The characteristic of Chaucer is intensity: of Spencer, remoteness: of Milton elevation and of Shakespeare everything.
William Hazlitt 1778-1830, British Writer and Critic



APHORISMS  QUOTES AND IDEAS  BY WILLIAM SHAKESPEARE

A SMALL REFERENCE LITERARY DICTIONARY


LE OPERE DI WILLIAM SHAKESPEARE

La lista seguente è ripresa dalla prefazione generale di Sylvan Barnet alla serie Signet Classic Shakespeare.

DRAMMI E COMMEDIE

1588-1593 The Comedy of Errors
1588-1594 Love’s Labor’s Lost
1590-1591 2 Henry VI
1590-1591 3 Henry VI
1591-1592 1 Henry VI
1592-1593 Richard III
1592-1594 Titus Andronicus
1593-1594 The Taming of the Shrew
1593-1595 The Two Gentlemen of Verona
1594-1596 Romeo and Juliet
1595    Richard II
1594-1596 A Midsummer Night’s Dream
1596-1597 King John
I596-1597 The Merchant of Venice
1597    1 Henry IV
1597-1598 2 Henry IV
1598-1600 Much Ado About Nothing
1598-1599 Henry V
1599-1600 Julius Caesar
1599-1600 As You Like It
1599-1600 Twelfth Night
1600-1601 Hamlet
1597-1601 The Merry Wives of Windsor
1601-1602 Troilus and Cressida
1602-1604 All’s Well That Ends Well
1603-1604 Othello
1604-1605 Measure for Measure
1605-1606 King Lear
1605-1606 Macbeth
1606-1607 Antony and Cleopatra
1605-1608 Timon of Athens
1607-1609 Coriolanus
1608-1609 Pericles
1609-1610 Cymbeline
1610-1611 The Winter’s Tale
1611-1612 The Tempest
1612-1613 Henry VIII

POEMS

1592    Venus and Adonis
1593-1594 The Rape of Lucrece
1593-1600 Sonnets
1600-1601 The Phoenix and the Turtle


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di William Shakespeare (Solo in Inglese)


Per acquistare il testo! Per chi ne ordina una sola copia il presente libro è disponibile a 10 euro, (Prezzo di Copertina) spese di spedizione incluse, successivamente si applicheranno vari sconti a seconda del numero di copie ordinate. (Il pagamento avverrà in contrassegno o a seguito di un versamento sui nostri conti correnti.) La versione commerciale destinata ai librai e agli edicolanti con un prezzo di copertina di 10 euro è disponibile a 6 euro per un ordine fino a 10 copie e a 5 euro per un ordine superiore alle 10 copie. Da notare che sono poi possibili ulteriori accordi e che in questi casi noi emettiamo delle regolari fatture. Vi ricordo inoltre che per i soci del Daimon Club il testo è disponibile a 5 euro, mentre alle associazioni possiamo cedere lo stesso volume (Senza prezzo di copertina) ad una cifra anche inferiore, intorno ai 2-3 euro, purché ne vengano ordinati almeno una ventina di copie. A questo proposito vi invito a visitare la nostra sezione dedicata al no-profit.

N.B. Sul territorio il libro è disponibile fisicamente nei seguenti punti vendita.

P.S. Tutti gli altri estremi per contattarci, per effettuare eventuali pagamenti o per inviarci del materiale li trovate nella pagina dello statuto della nostra associazione. Per ulteriori dettagli sulle nostre strategie vi invito inoltre a visitare le nostre pagine dei servizi e delle promozioni, nonché la nostra pagina dei libri consigliati e infine il nostro Daimon Shop.



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