PSICOLOGIA

E   FILOSOFIA

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La psicologia è una pratica antica quanto l'uomo, in quanto è il discorso e la discussione sulla sua anima, però è solo da pochi anni che la disciplina si è ufficializzata frantumandosi tra le altre cose in una ridicola ma forse necessaria miriade di specializzazioni. La psicologia come studio dell'attività psichica dell'uomo e della sua formazione si occupa ormai in pratica di tutto, di fisiologia, neurologia, di memoria, di percezione, di apprendimento, di cultura, di pedagogia, di studi comparati, di animali, di sociologia, di potere, di organizzazioni e chi più ne ha più ne metta. Ma la psicologia più attraente è di sicuro quella dinamica che sfocia poi in quella clinica. Da alcuni studiosi la psicologia dinamica viene ritenuta un'ulteriore articolazione della psicologia generale, in particolare ponendosi come psicologia della motivazione, mentre da altri si ritiene che il suo ambito debba più o meno coincidere con quello della teoria psicoanalitica nella sua accezione più ampia, comprendente quindi anche tematiche psichiatriche, antropologico-esistenziali e fenomenologiche.


Da qui poi si evolve la psicologia clinica e quindi quella terapeutica, che in genere di terapeutico ha solo il nome, comunque perlomeno è già qualcosa. Anche in questa branca si sono formate varie scuole, spesso in antagonismo tra loro, a seconda delle teorie e delle metodologie dello grande studioso di turno che si voleva seguire, consacrare o emulare. Dicevo appunto che si sono così formate varie scuole e quindi vari approcci alla terapia e alla diagnosi che usano più o meno metodi diversi, ma in ogni caso sempre analoghi, abbiamo così l'approccio umanistico, l'approccio comportamentista, quello relazionale-sistemico, quello cognitivista e via dicendo.


I grandi psicologi in ogni caso sono quelli che sono stati in grado di fare scuola e di lanciare delle mode, si fa per dire, e qui mi vengono alle mente Freud, Jung, Adler, Reich, Rogers, Maslow, Fromm, Sullivan tanto per citarne solo alcuni, i quali hanno scritto parecchio e dunque si potrebbe dire che in fondo non sono altro che buoni letterati più che grandiosi psicoterapeuti. In ogni caso le loro opere hanno comunque reso possibile un forte sviluppo in questo settore e non mancano di certo degli esempi positivi che hanno influito nel migliore dei modi sulla crescita delle nostre conoscenze in materia di umanità. Ecco il punto è proprio questo, a volte viene in effetti dimenticata la nostra umanità per privilegiare invece l'aspetto clinico, terapeutico, commerciale e finanziario della relazione che lo psicologo ha con il suo interlocutore, in genere chiamato paziente.


L'INTERPRETAZIONE

DEI  SOGNI


E' ovvio che questo andazzo o approccio che dir si voglia ha fatto dimenticare quello che in realtà dovrebbe essere il vero psicologo, ma questo è un discorso che non intendo sviluppare in questa sede, e per il momento voglio solo citare alcune frasi che potrebbero a tale proposito essere illuminanti. Iniziamo quindi da Freud che scrivendo a Fleiss nel 1899 affermava:" Il paziente è come un bel pesciolino dorato. Se accetto di curarlo dipende in genere da quanto posso guadagnarci su. Per me il denaro è una specie di gas esilarante." Certo lo stesso maestro non ha solo detto questa stronzata, ma ha anche riconosciuto che sono stati i poeti e i filosofi a scoprire l'inconscio, e nel 1926 ha affrontato con decisione l'argomento in Il Problema dell'analisi condotta da non medici dove ha asserito che talvolta non solo l'insegnamento medico è superfluo per lo psicologo,  ma talvolta è persino nocivo, infatti prosegue dicendo che in un'ideale facoltà di psicanalisi si dovrebbe insegnare, oltre alla fondamentale psicologia del profondo, biologia, sessuologia, psichiatria ed inoltre storia delle civiltà, mitologia, psicologia delle religioni, letteratura, perché in fondo dice lo psicanalista ideale è quindi più che un medico, un intellettuale umanistico.

E così ecco svelato il forte legame tra la psicologia, la letteratura, il sogno e l'arte, ambiti che dovrebbero sempre comunicare con la nostra umanità, cercando appunto di andare al di là della banale realtà, così come aveva ben capito il grande Breton (nella foto sopra) e i surrealisti, noi del Daimon Club compresi. La vera terapia diventa quindi più che psicologica, filosofica, qui troviamo tra le altre cose un aggancio con Wittgenstein, e dovrebbe tendere a migliorare la nostra umnaità, più che le tasche di qualche povero, ignorante ed illuso psicologo.
A questo riguardo riportiamo qui di seguito un brano del nostro amico Adler facendolo precedere da un aforisma di Carl William Brown:!

"Nel setting tradizionale dei consulti psicanalitici i contatti fisici sono vietati, mentre nei centri di analisi transazionale e bioenergetica gli abbracci sono dei momenti fondamentali."  Per questo la Daimonologia tiene in massima considerazione il rapporto tra la mente e il corpo e la conseguente ricerca del benessere fisico necessariamente legato a quello psichico e spirituale.

"Se, in questo caos della nostra formazione, cerchiamo di scoprire chi abbia avuto più occasioni di raggiungere la conoscenza dell'uomo, dobbiamo constatare che si tratta proprio di persone che hanno mantenuto intensi rapporti di relazione, sviluppando contatti con i propri simili, ossia di ottimisti o almeno di pessimisti contingenti non ancora frustrati dalla rassegnazione. Il semplice contatto umano non è però sufficiente: esso deve essere integrato dall'esperienza. Per concludere, visto che la nostra educazione è incompleta e talora permeata di errori, si può dire che la vera conoscenza dell'uomo è oggi limitata ad un solo tipo di individuo, il "peccatore pentito"; ossia a colui che ha potuto sperimentare tutte le soluzioni devianti della vita psichica o che, almeno, le ha sfiorate ed è riuscito a salvarsi. Si potrebbe prendere in considerazione anche il tipo umano che, per la sua natura particolarmente sensibile, è in grado di comprendere una dimostrazione che gli sia effettuata. Tuttavia chi ha fatto esperienza diretta di ogni forma di passione resterà sempre il miglior conoscitore dell'uomo. Non soltanto ai nostri giorni, ma anche all'epoca in cui si andavano sviluppando le religioni, il "peccatore pentito" è stato l'individuo capace di guadagnarsi una maggiore considerazione, tanto da porsi al di sopra dei "giusti". Se ci chiediamo il motivo di tutto ciò, non possiamo prescindere dal fatto che soltanto chi ha saputo superare le difficoltà dell'esistenza e ha trovato la forza di elevarsi e di scrollarsi di dosso tutte le brutture in cui era immerso, può arrivare a conoscere il bene e il male della vita. In questo nessuno, e tanto memo il giusto, può eguagliarlo.
" Alfred Adler  La conoscenza dell'uomo.


LE SCUOLE DI PENSIERO

DELLA PSICOLOGIA

Nabokov diceva che la psicanalisi è un metodo per curare malattie mentali, che consiste nello spalmarsi miti greci sulle parti intime. Per questo io ad una sterile psicologa preferirei di gran lunga una simpatica studentessa di lettere antiche; se in più fosse anche di Salerno, sarebbe ancora meglio.
Carl William Brown

Nel setting tradizionale dei consulti psicanalitici i contatti fisici sono vietati, mentre nei centri di analisi transazionale e bioenergetica gli abbracci sono dei momenti fondamentali.
Carl William Brown


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