UGUAGLIANZA
Lavori da mulo e la paga non basta,
tirare avanti è difficile.
« Ciao, sei stata dal dottore?
Del bambino che ha detto? »
« Le solite cose: che il tempo guarisce,
ci vuole pazienza. »
« Niente altro? »
« Sì, la prossima volta alle ventimila un ritocco di cinquemila.
Accettare, oppure: vada altrove signora.
Ma anche mio marito lavora...
Io signora ho studiato, vorrà bene che mangi.
Io signora Ho studiato. »
« Sai, Carlo alla pressa, stamane, si è schiacciato una mano.
Forse la perde. »
Walter Ferrari
IL GATTO
Gioco, tracciandole sulle gote segni
incomprensibili,
residuo, forse di un'infanzia mai realmente goduta?
Soddisfatta mi bacia
impiastricciandomi la fronte con le sue labbra di
zucchero filato.
Ma ad un tratto,
come se io avessi tentato di rubarle qualcosa che le
appartiene
- ed è giusto che lo viva da sola -
scompare.
Poco dopo, scostando le tende,
la scopro in giardino a rincorrere il gatto.
Walter Ferrari
QUALUNQUISMO
L'occhio di fuoco frigge il selciato,
biancheggiano i trulli nel meriggio di afa.
Il vecchio sdentato dalla pelle rugosa
seduto sulla soglia
alla miseria fa guardia.
I rovi dannati gli accorciano il campo,
a breve distanza essi fan muro:
dell'uomo che piange
nessuno s'accorge.
Walter Ferrari
IL RUFFIANO
«Signor Direttore, mi creda, non è colpa mia;
è Rossi che lavora da cane.
Per non parlare del Renzi che si porta gli
oggetti da casa
e approfitta del tornio,
o del Carli che la saluta davanti
e alle spalle la calunnia. »
« E Bonardi che fa? »
« Be', quello lavora e non parla.
A casa legge libri, non ha da preoccuparsi, è un
idiota. »
« Stagli dietro, imbecille! »
Walter Ferrari
IL MESTIERE PROMESSO
Vito è dal settanta che marcisce in
galera.
Nessuno ha dimenticato i due altezzosi babbei
che gli ammanettarono i polsi.
Alla madre:
« Non abbia timore,
per un po' glielo togliamo dalla marmaglia.
Suo figlio con noi starà bene,
dentro potrà apprendere un mestiere;
vedrà, tornerà gentiluomo. »
Nel rione, di Vito, ce ne sono a decine.
Conforta sapere che in mezzo al gregge belante
c'è chi trova il coraggio
di riprendere quanto gli è stato rubato
- negato da sempre -
e se va male poco importa,
anche la fabbrica martirizza le aurore.
Qualcuno è riapparso prima dell'esaurirsi della
pena
o per buona condotta
o per il Presidente che non pagava le tasse.
Uno di questi racconta che tra gli amici,
là dentro,
che da molto non toccano donne
Vito ha imparato il mestiere « promesso ».
Walter Ferrari
POETA ?!
Mi chiamano "poeta"
con voce a mezzo
tra rispetto e ironia.
Forza o fragilità?
si chiedono e, forse,
non sanno rispondere.
Confesso,
nemmeno a me
è dato di capire
cosa significhi
consumare fogli
con scarabocchi
che chiamo pensieri.
Una realtà mi è chiara
che quando scrivo
è una voce di dentro
che mi parla,
mi parla d'amore
di gioia di dolore
di desideri di sogni,
di speranze appassite
che vesto da festa
con abiti nuovi.
Forse non sono poeta
ma quando scrivo
è la vita che detta
il suo significato,
e la mia vita.
Cesare Tessoni
IMMORTALITA
Noi,
come licheni,
abbarbicati
alle fragili liane
dell'inconscio.
L'ipnosi del tempo
che scivola via.
Tu non puoi morire,
dormire, dormire sì
per risvegliarti poi immortale
da un lungo sonno.
Cesare Tessoni
STUPORE
Non dai rimpianti
o memorie lontane
nascono sovente
i miei pensieri
ma dal vivere
un crepuscolare
sentimento di vita
un po' consunto.
M'abbagliano luci;
stupefacenti sensi
di fantasie.
Lotte stremanti,
voglie impossibili
di riempire l'anima
con parole d'amore.
Cesare Tessoni
SINGLE
Guarda quante maschere
girano sul pieno liscio
della discoteca
nascondendo, dietro
bautte di sorriso,
l'ingannevole vuoto
che si cela nell'obbligo
del divertimento.
Un tempo inutile
scivola sulla pelle
e la mente finge
di non sapere.
Poi giri la chiave
della tua porta,
ti attende la realtà
che sogghigna mentre
tu torni a respirare
l'aria sciatta, pesante,
della solitudine.
Cesare Tessoni
RISVEGLIO
L'ambigua dolcezza
dei sogni e gli incubi
si sciolgono nell'alba
e ricomincia l'ansia
dei pensieri nudi
nell'analisi spietata
della diuturna, minima,
quasi umiliante
realtà quotidiana.
Cesare Tessoni
MAFIOSI DENTRO
Siamo mafiosi dentro,
alla continua ricerca
di raccomandazioni,
pronti a tradire la verità
per non sentirci chiamare
“spie infami senza onore”.
Ma non sono queste le spie infami
E qui non c’è alcun onore
Da salvaguardare.
Quale onore nella viltà dell’uomo omertoso!?
Svegliamoci giovani addormentati.
Continuiamo a commettere
Gli stessi errori dei nostri padri.
Corriamo a bruciare
le ville dei boss, dei politici,
delle bestie umane mafiose
che lo Stato corrotto
non osa sfiorare.
Ma bruciamo pure le case
dei nostri padri, delle nostre madri,
dei nostri vecchi se sono colpevoli.
Diamo fuoco al passato,
risvegliamoci!
Antonio Prudenzano
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