MADONNA
E tu madre, parole non so per placar il tuo dolor!
Triste destino è il nostro, e quando l'ultima speranza muore insieme alla persona più cara, non resta che il pianto a portar nel tuo cuore un lieve soffio d'amore!
Carl William Brown
NON E' FACILE METTERE ORDINE
Non è facile mettere ordine nella mente del poeta sempre inseguendo il verso dove piega la malinconia e i suoi giorni sono sogni che va perdendo puntuale all'alba Il tuo ricordo tagliente nel mio disordine mentale tarlerà il desiderio nella notte che verrà Non sono che un esile fiore di campo baciato da un'ape Passerà sottile il mio canto perdendosi nel rumore della vita Appenderò tra i tuoi capelli l'amore che ho dentro Tu non voltarti mai se il rimpianto ti stringerà il cuore con le parole te lo aprirò fino a farti male.
Franco Curto
A MIA MADRE
Forse verrò ad evocarti madre, seduto sotto l'ulivo dirimpetto al fiume e tu dolce nel volto e di nebbia vestita senza parole sarai davanti a me muta. Io ti racconterò le pene del tempo che mi tiene prigioniero e stanco ti cercherò con le lacrime agli occhi. In te ritroverò la tenerezza antica attraversando nei ricordi i giorni e sicuro riposero sulle tue ginocchia. L'albero che ho piantato sta crescendo e sfida il vento senza paura, io fuggo gli uomini malvagi che come lupi s'azzannano ancora disseminando lutti. Lasciami confondermi con la sera e respirare il profumo del nulla la notte ha sempre un sogno da bruciare domani all'alba riprenderò la vita.
Franco Curto
Il RUMORE SOMMERSO
Inversi perversi diversi I poeti hanno lucciole negli occhi.
Franco Curto
PROVOCAZIONI
E' notte Un uomo col cappello sul volto Abbassa i calzoni E senza spiegazioni Mi fa vedere ciò che ha sotto L'ho denunciato E'stato arrestato E' notte
Entro in discoteca Con l'abito aderente e trasparente Mi sento provocante Ma non concedo niente Uno voleva denunciarmi Non capisco perché Non so raccapezzarmi
Hànto
MEDITAZIONE
In tutto c'è qualcosa che mi turba Sempre succede qualcosa che mi disturba Vorrei distendermi sull'erba Mettere la rabbia sotto la terra Parlando a lungo con la mia Stella Per domandarle che cosa mi aspetta
Grida la carne anche se c'è la frusta Tutto sembra bello Come è bello un giorno di festa Poi nel pianto di nuovo smarrita Mi accorgo che cicatrice non era E' ancora aperta la ferita
Hànto
RABBIA
Ho preso in mano il bianco fazzoletto E ho detto al pianto di andarsene lontano Ho chiesto al vento di avvicinarsi sùbito Per affidargli le scorie del passato
Ho (forse) voglia di prendere la Lira Per intonare un canto che mi plachi Mi bacia (la vendetta) nella notte Bacio brutale (lo chiamerò stoltezza)
E il pianto non si cruccia Ormai da tempo D'essermi accanto (sempre) Giorno e notte
Il pianto (ormai sfacciato) Mio compagno Con i singhiozzi Di nuovo è ritornato
Hànto
PIANETA TERRA
Guardo senza intuire la piaga che mi turba e io - che sono donna - forse mi sento brutta.
Prendo, senza parlare, lo spunto per scherzare e sono già diméntica del Male che riappare.
Senza la perfezione del tono magistrale, ora mi sento donna senza dover brillare.
Adesso, nelle cellule, vedo posarsi l'uomo e quasi in aria ("fondersi") le mie doglianze prossime.
Hànto
FUMMO TUTTAVIA CREATI PER UN GRANDE
FINE
La faccia affondata tra le cosce della mia giovane puledra
la bocca premuta sulla sua vulva elastica e africana
le nari dilatate dentro il suo aroma volatile e profondo.
A che servono le montagne di pensieri un chilo e mezzo di cervello quando si sta con gli occhi spalancati sull'orlo oscuro della felicità?
Giulio Ranzanici
Ai puttanieri perbene
POTRESTI IMMAGINARE
Potresti immaginare che quelle ragazzine dalla cera smunta e la carne macerata prima dei vent'anni selvatiche e magnifiche come animali della notte con gli occhi luccicanti e le pupille rattrappite buttate lì sui bordi delle strade per arraffare quattro soldi da cambiare subito in veleno
potresti immaginare che quelle ragazzine dallo sguardo assente a vivere di notte su e giù dal marciapiede tra le nebbie e i fumi dell'inverno a vivere di notte tra i vapori e i fumi dell'inferno su e giù dalle Mercedes a succhiare gli uomini e sussurargli oscenità
potresti immaginare che queste ragazzine infette dalle palpebre pesanti e il passo incerto e i denti radi e devastati e scuri non siano viziose depravate non siano feroci criminali da punire picchiare, incarcerare, allontanare da questa società civile
potresti immaginarle divorate da una calamità indomabile che le risputa vuote d'anima e di carne
potresti immaginarle fulminate da una malattia mortale da un'ossessione spaventosa che puoi chiamare droga o anche: odio spietato per se stesse
potresti immaginare che vogliono essere felici ma non sanno come
potresti immaginare che a nessuno importa di renderle felici o di insegnargli come
potresti immaginare tutto questo
ma a te l'immaginazione non è mai piaciuta la realtà è tutta un'altra cosa le bianche stasera non ti attirano tu lo sai bene e accosti la Mercedes per domandare quanto fai a una puledra di colore tu lo sai bene, tu sei concreto la realtà è: questa negra è una puttana viziosa depravata come sono tutte le puttane che prima o poi finirà per crepare d' Aids oppure accoltellata
come succede sempre alle puttane e gli sta bene, con quel che fanno gli sta bene alle puttane che siano giovani vecchie bianche o nere.
Tu sei concreto il prezzo è buono ti domandi se tra poco la watussa sarà brava sulla pelle scura della tua Mercedes.
Giulio Ranzanici
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