Il poeta si fa
veggente attraverso un lungo, immenso e ragionato disordine di tutti i sensi.
Tutte
le forme d'amore, di sofferenza, di follia; cerca se stesso, esaurisce in sé tutti i
veleni, per conservarne soltanto la quintessenza. Ineffabile tortura nella
quale ha bisogno di tutta la fede, di tutta la forza sovrumana, nella quale diventa il
grande infermo, il grande criminale, il grande maledetto - e il sommo sapiente !
Jean Arthur Rimbaud
EVITARE LA MORTE
Lentamente muore
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marca,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco e i puntini sulle "i"
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.
Lentamente muore chi non capovolge il tavolo,
chi è infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l'incertezza, per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli
sensati.
Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in se stesso.
Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare;
chi possa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna
o della pioggia incessante.
Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde quando gli si chiede qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi,
ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida
felicità.
Pablo Neruda
L'INFINITO
Sempre caro mi fu quest'ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell'ultimo orizzonte il guardo esclude,
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quiete
io nel pensar mi fingo; ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. Così tra questa
immensità s'annega il pensier mio:
e il naufragar m'è dolce il questo mare.
G. Leopardi
ER CANE POLIZIOTTO
Jeri ho incontrato un Cane poliziotto.
Dico:- Come te va? - Dice: - benone!
Ogni ladro che vedo je do sotto.
Li sento da l'odore, caro mio!
Cor naso che ciò io!.....-
In quer mentre è passato un fornitore
che Dio solo lo sa quant'ha rubbato.
Ho chiesto ar cane: - Senti un certo odore? -
Ma lui m'ha detto: - No..... So' raffreddato....-
Er Cane poliziotto ch'ho incontrato
lo faranno prestissimo questore.
Trilussa
ER DISARMO
- Se faranno er disarmo generale,
-barbottava la vipera- è finita!
Er veleno che ciò va tutto a male.
Nun m'arimane che una via d'uscita
in una redazione de giornale....-
Er porcospino disse: - Certamente
puro per me sarebbe un guaio grosso:
perché, Dio guardi je venisse in mente
de levamme le spine che ciò addosso,
mun resterei che porco solamente!
Trilussa
SE ASCOLTO L'ORA
Se ascolto l'ora che il tempo rintocca
e vedo il giorno affondar nella tenebra,
se la violetta illanguidita scorgo
e ricci neri che imbianca l'argento,
se spogli vedo gli alberi giganti
riparo al gregge un dì nella calura;
e il verde dell'estate stretto in fasci
recato sulla bara, irto e canuto:
penso alla tua bellezza, che tu pure
ti sperderai fra i saccheggi del tempo
se cosa dolce e bella si consuma
e muore come accanto altre le crescono.
Alla falce del tempo non hai sfida
se non nei figli, quando ti rapisce.
William Shakespeare
PICCOLA MORTE
DAL RIDERE
Va, sfreccia leggero pettinator di comete!
L’erba al vento sarà la tua folta chioma;
dal tuo occhio spalancato scaturiranno
fuochi fatui, prigionieri di sciagurate teste…
I fiori del sepolcro, definiti passioni,
accresceranno l’eco del tuo riso atterrito….
E le miosotidi, quei fiori di segrete…
Non dargli peso: le bare dei poeti
per i becchini non sono che stolti giochi,
custodie di violino suonano vuote melodie…
Ti crederanno morto – idioti borghesi –
Va, sfreccia leggero pettinator di comete!