AFORISMI GENIALI

di William Shakespeare



Aforismi_Geniali_di_William_Shakespeare



Scelti e curati da Carl William Brown

Per l'Associazione Culturale Daimon Club www.daimon.org

La presentazione ufficiale del libro avverrà domenica 16 giugno alla Cascina Parco Gallo di Brescia

A breve uscirà la nuova edizione 2014

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301

Non sai che sono donna? Quando penso, devo parlare.

302

Non c’è modo che gli uomini esistano senza che le donne lavorino a mezza giornata?

303

Fragilità, il tuo nome è donna!

304

Sei costante, eppure una donna.

305

...sono ammalato di molti anni.

306

Quando l’amore prende ad ammalarsi e affievolirsi, fa uso di cortesie e spese di contraggenio. In una fedeltà semplice e schietta non si trovano artifici di sorta.

307

Lunga è quella notte che non riesce a trovare il giorno.

308

Come mi accorgo, la commozione è contagiosa, poiché i miei occhi, al vedere le perle di dolore che brillano nei tuoi, prendono ad inumidirsi.

309

Che dobbiamo morire lo sappiamo. Ma è il numero dei giorni, e l’ora, e il momento che soprattutto preoccupano l’uomo. Così colui che toglie vent’anni alla vita dell’uomo, toglie un egual numero di anni alla paura della morte.

310

Sangue, gocce scarlatte che visitano il cuore.

311

Gli unicorni possono essere indotti in inganno per mezzo degli alberi; gli orsi per mezzo degli specchi; gli elefanti per mezzo delle buche; i leoni per mezzo delle reti, e gli uomini, infine, per mezzo dell’adulazione.

312

L’abuso della grandezza si offre tutte le volte in cui essa disgiunge la pietà dalla potenza.

313

L’umiltà, prova esperienza comune, è la scala di una giovane ambizione. Ma, come abbia raggiunto l’ultimo gradino, volge essa le spalle alla scala e rimira le nubi, spregiando i gradini più bassi ond’essa è ascesa.

314

La gloria è simile a un cerchio nell’acqua che non smette mai di allargarsi, fino a che, a causa del suo stesso ingrandirsi, non si disperde in un nulla.

315

O Amleto, mi ha spaccato il cuore in due. Oh gettatene via la parte peggiore, e vivete più pura con l’altra metà.

316

E la vostra esperienza vi rende triste. Preferisco un matto che mi renda allegro a un’esperienza che mi faccia triste - e avete anche sprecato la fatica del viaggio!

317

È pur sempre grandioso tutto quello che gioventù cavalca e che follia comanda.

318

Le nostre rappresentazioni sono finite. Questi nostri attori erano spiriti e sono svaniti nell’aria, nell’aria sottile.

319

Questa è un’arte che corregge la natura - anzi la muta. Ma è l’arte stessa a essere natura.

320

Il ritratto è quasi l’uomo al naturale; poiché da quando il disonore commercia con la natura umana, l’uomo è tutta apparenza.

321

Oh, passione! Tu rendi possibili cose non credute tali, comunichi coi sogni….. come può essere?….. Sei complice di ciò che è irreale, ti accompagni al nulla.

322

Il tempo - cormorano insaziato.

323

Vedo così che il tempo è il vero tiranno dei mortali, per loro insieme genitore e tomba, dà loro quel che vuole, non quel cui essi aspirano.

324

Orrida tiranna, deforme, magra, scarna, odioso divorzio d’amore, morte, spettro dal ghigno lugubre, verme della terra, vuoi dunque soffocare la bellezza?

325

Morire è una finzione, perché non è che una finta di uomo colui che di un uomo non ha la vita. Ma fingere di morire, quando con ciò un uomo vive, non è essere una finta, ma la vera, perfetta immagine della vita, si!

326

È gloria del tempo placare le liti dei re, smascherare l’inganno e rivelare la verità.

327

L’occhio del poeta, mosso da una sublime frenesia, si volge dal cielo alla terra, e dalla terra al cielo, e dà a un aereo nulla una casa in cui vivere ed un nome.

328

Potrei vivere nel guscio di una noce e credermi re d’uno spazio infinito, se non fosse per certi cattivi sogni.

329

Il mondo è tutto un palcoscenico, e uomini e donne, tutti sono attori; hanno le proprie uscite e le proprie entrate.

330

Avere un figlio ingrato è dolore più acuto del morso del serpente.

331

Odio l’ingratitudine in un uomo più della falsità e dell’ubriachezza, o di qualunque vizio che corrompa il nostro sangue infermo…..
332

Sono la vendetta e qui mi manda il sovrano infernale per sedare il feroce avvoltoio che ti morde la mente.

333

Oro, dolce assassino di re, rara causa di divorzio tra padre e figlio, splendente corruttore del letto purissimo di Imene, pietra di paragone di ogni cuore, immagina che l’uomo, tuo schiavo, si ribelli, e con il tuo potere piombalo nel caos!

334

Ingratitudine, demonio dal cuore di marmo.

335

Ambiguità della verità, dove la ragione può rinnegarsi senza perdersi e la pazzia può presumersi ragionevole senza rinnegarsi.

336

Il male che si fa vive dopo di noi: il bene è spesso sepolto con le nostra ossa.

337

La parte migliore del coraggio è la prudenza, e con questa parte migliore mi sono salvato la vita.

338

Godiamoci questo carnevale. Che matti sono questi mortali.

339

Sii fedele a te stesso, dal che deve seguire, come la notte al giorno, che non potrai essere falso con nessuno.

340

Il bene è bene di per sé, senza nome: lo stesso è vero del male. La qualità va valutata per quello che è.

341

Chi conquista il potere è amato solo prima di ottenerlo, e chi è in declino è amato quando non ha più gloria.

342

La troppa fiducia annienta la saggezza.

343

Mi sono saziato di orrori, e il terrore, familiare ai miei pensieri omicidi, non mi fa più sussultare.

344

I codardi muoiono molte volte prima della morte; solo una volta ne sentono il sapore i valorosi.

345

Uno scettro strappato con la prepotenza dev’essere conservato con altrettanta violenza.

346

La sfrenata interperanza è una tirannia: ha svuotato molti felici troni prima del tempo e fatto cadere molti re.

347

Il mondo non è che una continua bufera.

348

Tu sei uno studioso! Perciò possiamo andare a bere e a mangiare.

349

Noi siamo venuti al mondo come fratelli. E ora dovremmo procedere mano nella mano, non uno prima dell’altro.

350

La stupidità, signore, pervade tutto il mondo come il sole, brilla dovunque.

351

Non chiedere e non dare in prestito, perché un prestito spesso perde se stesso e l’amico, e il far debiti spunta il filo dell’economia.

352

Se un piede va in cancrena, non si tiene conto dei servigi che ha reso in passato.

353

Farò sì che la guerra generi la pace, e che la pace tenga a freno la guerra. Si curino a vicenda, e l’una sia il medico dell’altra.

354

Non dobbiamo ridurre la legge a uno spaventapasseri, che si mette su per impaurire gli uccelli da preda, e lo lascia lì fermo finché l’abitudine ne fa il loro trespolo anziché il loro terrore.

355

Più grande è l’uomo, più grande è la cosa, buona o cattiva, che intraprenderà.

N.B. Anno 2004. Carl William Brown ha deciso di mettere tutto il testo a disposizione dei lettori della rete e nel fare ciò preannuncia la stampa di una nuova edizione dell'operetta largamente ampliata e piena di stimolanti nuovi sorprese. Grazie a tutti per la collaborazione. Chi volesse pubblicare parte di questi scritti online o su carta è pregato di chiederne il consenso all'editore. E' assolutamente vietato l'uso commerciale.


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N.B. Sul territorio il libro è disponibile fisicamente nei seguenti punti vendita.

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