CONCLUSIONI
Quanto deve stare un uomo sottoterra per marcire? In fede, se non è marcio prima di
morire, che al giorno doggi ne abbiamo di cadaveri sifilitici cha quasi si sfanno a
seppellirli, durerà un otto anni, o nove anni.
William Shakespeare
Siamo così arrivati al termine del nostro libretto, ma prima di prendere definitivamente
congedo da voi, lasciatemi ancora dirvi alcune cose. Secondo il Prof. Harold Bloom la
lettura infatti è lesperienza dellaltro. Leggendo Dante o Shakespeare si
scopre laltro e dunque si rafforza il proprio io. Benché oggigiorno molti
preferiscano leggere gli indici della borsa e gli andamenti delle principali azioni sui
mercati internazionali, è fuori discussione che se non si leggono profondamente alcuni
testi non si sa nemmeno quanto e di cosa si potrebbe diventare curiosi e quindi si
correrebbe il rischio di rimanere intrappolati per sempre nella propria comune povertà
spirituale.
È altrettanto ovvio che leggendo vari autori siamo portati a fare delle differenze in
termini di eminenza, di estetica, di spessore, ma per quanto riguarda Shakespeare dobbiamo
ammettere, ancora con Bloom, che è talmente grande che la sua lettura diventa una cosa
globale. Egli ha scritto il testo della vita moderna, ha inventato lumano, gli
altri, noi. Secondo me quindi ha proprio ragione ancora Bloom quando afferma: Se
Dante nascesse oggi, non ci riconoscerebbe per quanto Shakespeare ci ha cambiato.
Lessenza della poesia è linvenzione e lautore dellAmleto ha
inventato più di ogni altro.
Leggere Shakespeare non è solo di moda, come andare a teatro a vedere i suoi drammi, ma
è anche un motivo di studio e di approfondimento di tutte le tematiche della nostra vita.
Tanto per fare un esempio banale pensate che autorevoli scuole di management come
lUniversità di Colonia in Germania o la Cranfield School in Inghilterra si ispirano
alle tragedie di Shakespeare per scoprire i misteri delluso del potere e tutte le
sue implicazioni più recondite. Tuttavia cè anche da dire che la letteratura non
sembra avere poi questa grande importanza agli occhi delluomo medio contemporaneo
che anche se non dice con Mallarmé La carne è triste, ahimè, e ho letto tutti i
libri, sembra in ogni caso avvolto in unatmosfera di automatica indifferenza
nei confronti di tutti quei valori che le umane lettere da sempre cercano di portare alla
ribalta dellattenzione.
Cosa fare allora? Di certo non incamminarci verso il confine del silenzio, del
disinteresse, dellegoismo e della follia, anche se proprio Amleto ci suggerisce che
alla fine il resto è silenzio. Il silenzio in fondo equivale alla morte, dove
tutti i ruoli stabili o precari che siano si azzerano nella verità del
teschio. Alla fine è sempre il verme conquistatore che vince, per dirla con
Poe, ma noi possiamo imparare una grande lezione da questo messaggio e cioè che imparare
a morire significa proprio imparare a non servire più, perché avremo finalmente imparato
ad essere liberi. Dobbiamo quindi imparare anche a perdere, a non temere gli eventi più
funesti, se vogliamo insomma vivere più felicemente i nostri giorni.
Ed è quindi per questa ragione che ho pensato di inserire alla fine di questo libro il
mio testamento letterario ed il lascito della mia associazione culturale, infatti spero
sempre che questi miei scritti possano suscitare nel lettore un desiderio di approfondire
quelle che sono le creazioni artistiche del suo prossimo. È ovvio che con questo discorso
mi riferisco anche a tutti quegli editori, professori, politici o operatori commerciali
che spesso sono più interessati alle questioni del proprio portafoglio, allegoismo
della propria vanità, al successo delle proprie labili convulsioni aziendali o
accademiche, piuttosto che ad una seria, reciproca ed umana diffusione di tutte le opere
della creatività artistica della nostra società. Soprattutto a loro quindi dedico questa
parte finale di questo primo libro che la nostra associazione si è impegnata a pubblicare
e a divulgare! E per chi accogliesse anche solo una parte dei messaggi che con esso
abbiamo voluto veicolare, sappia che tra breve ci appresteremo a pubblicarne anche degli
altri e più precisamente: un libro di aforismi umoristici, un libro di aforismi sulla
salute, la malattia, i medici e la morte, un libro di aforismi dautore contro il
potere e lautorità della stupidità, un piccolo libro dedicato alla storia del
Daimon Club e della Daimonologia, un libro di poesie scelte tra i migliori autori di tutti
i tempi, un libro di aforismi filosofici e letterari, ed infine un libro di aforismi
esclusivi di Carl William Brown. Pertanto se qualcuno volesse collaborare con noi o avesse
qualche suggerimento o critica da segnalarci, noi saremo ben lieti di mettergli a
disposizione le nostre capacità e la nostra buona volontà. Inoltre se eventualmente ci
fossero delle associazioni che desiderassero stampare dei testi a scopo benefico noi
saremmo disposti anche a cedere i diritti dautore di alcuni dei nostri libri e
quindi a dare loro un prodotto finito pronto per andare in tipografia.
Ovviamente il discorso che ho appena fatto vale per tutti. Io credo infatti, come
sostengono anche i grandi innovatori della filosofia tecnologica e commerciale della rete,
che anche il mondo del business nella sua essenza profonda, è fondamentalmente umano, e
che la tecnica senza estetica alla lunga non interessa nessuno. Il vero linguaggio del
commercio del resto è la naturale conversazione tra degli esseri umani. È proprio
perché credo che il mondo del web sia la condivisione di interessi e di bisogni che vi
invito dunque a sostenerci e a collaborare con noi. Vi ricordo infatti che
linnovazione più importante di questa rivoluzione elettronica risiede proprio nella
condivisione di interessi e bisogni e la messa in comune di conoscenze, competenze e
capacità. Solo così infatti la nostra umanità potrà crescere e risolvere i problemi
spinosi che la assillano e solo così chi lavorerà per il successo di tutti ne otterrà
dei considerevoli benefici. In ogni caso, io la mia parte ho cercato di farla e visto che
a questo punto, per il momento, ho terminato tutto quello che avevo da dire vi saluto
affettuosamente, invitandovi ancora una volta a riflettere su questi ultimi testi
shakespeariani.
Essere, o non essere - questa è la domanda: se sia più nobile per la mente
soffrire i colpi e le frecce delloltraggiosa fortuna o prendere le armi contro un
mare di affanni e, contrastandoli, finirli. Morire, dormire - nientaltro, e con un
sonno dire fine alla stretta del cuore e ai mille tumulti naturali che eredita la carne.
È una consumazione da desiderare devotamente. Morire, dormire. Dormire, forse sognare; e
qui è lo scoglio. Perché, in quel sonno di morte, quali sogni possono venire, dopo che
ci siamo cavati di dosso questo groviglio mortale, deve farci esitare. Ecco il motivo che
dà alla sventura così lunga vita. Perché chi sopporterebbe le frustate e gli scherni
del tempo, il torto degli oppressori, loffesa degli arroganti, gli spasimi
dellamore disprezzato, il ritardo della legge, linsolenza delle cariche
ufficiali, e gli insulti che il merito paziente riceve dagli indegni, quando da solo
potrebbe darsi la sua quietanza con un semplice pugnale? Chi vorrebbe portare pesi, per
imprecare e sudare sotto una faticosa vita, se non fosse che il terrore di qualcosa dopo
la morte, il paese inesplorato dal cui confine nessun viaggiatore ritorna, sconcerta la
volontà e ci fa sopportare i mali che abbiamo piuttosto che volare ad altri che non
conosciamo? Così la coscienza ci fa codardi tutti, e così il colore naturale della
risoluzione è contagiato dalla pallida cera del pensiero, e imprese di grande altezza e
momento, per questa causa, deviano dal loro corso e perdono il nome di azione.
William Shakespeare dallAmleto
Chio mi volga indietro a guardarti. O tu, muraglia che ricingi quei lupi,
sprofonda nella terra e non proteggere più Atene! Diventate incontinenti, matrone!
Lobbedienza sparisca nei fanciulli! Schiavi e pazzi, strappate i grinzosi senatori
dai loro seggi e amministrate le leggi in loro vece! In pubbliche bagasce mutatevi
allistante, fresche virginità! Fatelo sotto gli occhi dei vostri genitori! Voi,
falliti, tenete duro, e invece di pagare, fuori i coltelli e tagliate la gola dei vostri
creditori! Servi giurati, rubate! I vostri austeri padroni sono ladri a man bassa e
saccheggiano in nome della legge. E tu serva, va nel letto del padrone, poiché la
tua signora è di bordello. Figlio sedicenne, strappa la gruccia imbottita del tuo vecchio
padre zoppicante e con essa spaccagli il cervello! Pietà, timore, devozione agli dei,
pace, giustizia, verità, domestica reverenza, riposo notturno, buon vicinato, cultura,
costumi, arti e mestieri, gerarchie, riti, consuetudini e leggi, decadete nei vostri
deleteri opposti, e solo viva il caos! Pestilenze che colpite gli uomini, ammassate le
vostre potenti e infette febbri su Atene, matura alla rovina! E tu, fredda sciatica,
storpia i nostri senatori, così che lussuria e libidine, nel cuore e nel midollo della
nostra gioventù, in dissolutezza! Rogne e pustole, disseminatevi sul petto degli Ateniesi
e la loro mèsse sia una lebbra universale! Lalito infetti lalito, sì che la
loro società, come la loro amicizia, sia solo veleno! Da te voglio portar via
nientaltro che nudità, o città detestabile! Prendi anche questa con innumerevoli
maledizioni! Timone se nandrà nelle foreste dove troverà bestie selvagge molto
più miti delluman genere. Confondano gli dei (uditemi voi tutti. buoni dèi!) gli
ateniesi, dentro e fuori queste mura! E concedano che con la vita di Timone cresca anche
il suo odio per tutta la razza degli uomini, grandi e umili! Amen.
William Shakespeare dal Timone dAtene
Il mondo è tutto un palcoscenico, e uomini e donne, tutti, sono attori; hanno
proprie uscite e proprie entrate; nella vita un uomo interpreta più parti, ché gli atti
sono le sette età. Primo, il bambino sbava e piange in braccio alla nutrice, poi lo
scolaro, piagnucoloso, con la sua cartella e il volto infreddolito dal mattino, che si
trascina svogliato, come una lumaca, verso la scuola; e poi linnamorato: sospira
come una fornace la ballata triste composta per il sopracciglio dellamata; poi il
soldato, pieno di strampalate imprecazioni, baffuto come un gattopardo, geloso
dellonore, impulsivo e pronto al litigio, sempre alla ricerca, anche nella bocca del
cannone, duna reputazione da quattro soldi; e poi il giudice, pancia rotonda, piena
di bei capponi, occhio severo, e rasatura a dovere, saggio acume, pedanteria aggiornata,
recita la sua parte; la sesta età ti trasforma in un debole pantalone in ciabatte, le
lenti al naso ed una borsa al fianco, calzoni dun tempo ancora conservati, un mondo,
un mondo troppo largo per le sue gambe rinsecchite, e la voce, da maschio, di nuovo
ridotto al falsetto infantile: striduli fischi dal suono incrinato; lultima scena,
infine, a conclusione di questa varia strana storia, è una seconda infanzia, puro oblio,
senza denti, occhi, gusto, senza niente.
William Shakespeare da Come vi piace
Nella comunità stabilirei che ogni cosa si dovesse regolare allopposto di
quel che si fa per solito. E difatti non ammetterei alcuna sorta di traffico. Né i
magistrati avrebbero autorità alcuna. La cultura dovrebbessere affatto sconosciuta.
Le ricchezze, la povertà, gli impieghi servili non dovrebbero esistere. Né contratti,
né diritti di successione, né confini, né divisioni di terre, né coltivazioni, né
vigne: nulla di tutto questo. Non si dovrebbero conoscere alcun uso del metallo, né del
grano, né del vino, né dellolio. E nessuna sorta di occupazione. Tutti in ozio.
Tutti, nessuno escluso. Ed anche le donne, ma innocenti e pure. Nessuna
sovranità...
William Shakespeare dalla Tempesta
P.S. Sempre a proposito di testamenti, visto che in questo libro troverete quello di Carl
William Brown con il lascito del Daimon Club, qualcuno a questo punto potrebbe anche
chiedersi se lo stesso Shakespeare ne avesse scritto uno? Bene, la risposta è
affermativa, ma dato che tale testo, rispetto allo stile del nostro autore, è piuttosto
convenzionale e conformista non ho ritenuto opportuno farvi alcun riferimento se non in
questa breve nota finale, dove vorrei mettere in evidenza un aspetto quasi umoristico
dello stesso documento, che risiede nel fatto che il grande poeta ha dedicato alla moglie
una sola riga dei tre fogli in cui delinea una chiara immagine della sua famiglia e quindi
della sua discendenza, in pratica solo poche parole che recitano: Item, I give unto
my wife my second best bed with the furniture; frase forse non priva di un certo
enigmatico significato, che ovviamente non ha mancato di suscitare linteresse dei
critici più illuminati. Comunque per chi fosse interessato ad approfondire la questione e
a leggere per intero tale testamento aggiungo che ho provveduto a metterlo in linea nella
sezione inglese del sito umoristico del Daimon Club www.daimonclub.it
ovvero www.daimon.org Buon divertimento !
NOTE BIBLIOGRAFICHE
La presente raccolta di massime è stata realizzata consultanto lintero corpus
shakespeariano in formato elettronico in lingua originale presente su internet presso
diversi servers e varie raccolte di citazioni sempre digitali. A tale proposito vi invito
a visitare la Daimon Library allinterno del sito dellassociazione culturale
Daimon Club (www.daimonclub.it, www.daimon.org) dove potrete trovare tutti gli indirizzi
web dei vari siti in questione. Per quanto riguarda la consultazione delle opere di
Shakespeare in italiano ho fatto riferimento alledizione dei grandi tascabili
economici della Newton Compton Editori Tutto il teatro di William Shakespeare, Roma 1990.
Ho inoltre consultato altre edizioni delle singole opere di William Shakespeare e
principalmente nelle edizioni Penguin e Rizzoli.
Un ulteriore riferimento obbligato è stato il libro Dictionary of Quotations from
Shakesepeare a cura di Margaret Miner e Hugh Rawson edito dalla Penguin Books, London 1995
e altri testi di critica, di citazioni e antologie varie letti durante la mia carriera di
studente e di insegnante di cui voglio solo ricordare i seguenti: Introducing Shakespeare
di G.B. Harrison Penguin Books, London 1979; Shakespeares Tragedies di Laurence
Lerner, Penguin Books, London 1979; Luomo e il potere di Giorgio Melchiori, Torino
1973; I sonetti dellimmortalità di A. Serpieri, Milano 1975; Limpossibile
puritanesimo di Amleto di Alessandra Marzola, Longo Editore, Ravenna 1985; Aforismi sul
gran teatro del mondo a cura di Anna Luisa Zazo, Oscar Mondadori, Milano 1992; Massime per
i governanti a cura di Luigi Brioschi, Guanda Editore, Parma 1992.
IL TESTAMENTO DI CARL WILLIAM BROWN
Omaggi inaugurali
Ci gît et dort en ce solier quamour occit de son raillon, un pauvre petit écolier
qui fut nommé Francois Villon oncques de terre neut sillon. Il donna tout, chacun
le sait : tables, trétaux, pain, corbillon. Galants, dites en ce verset
.Freres
humains qui après nous vivez, Nayez les curs contre nous endurcis, Car, se
pitié de nous pauvres avez, Dieu en aura plus tôt de vous mercis.
François Villon
Dora in poi voglio immaginarmi la morte come una tenera e affettuosa mamma che con
estremo amore, stringendomi sorridente al suo seno per tutta leternità, invece di
darmi la vita me la toglierà.
Carl William Brown
Forse luomo mostra nel modo più evidente quale sia il suo senso dellumorismo
quando lultima, più dolorosa realtà, ovvero la morte, si insinua nella sua
coscienza.
G. Kranz
La morte non è male; perché libera luomo da tutti i mali, e insieme coi beni gli
toglie i desideri. La vecchiezza è male sommo: perché priva luomo di tutti i
piaceri, lasciandogliene gli appetiti; e porta seco tutti i dolori. Nondimeno gli uomini
temono la morte, e desiderano la vecchiezza.
Giacomo Leopardi
Volendo fare uno scherzo di cattivo gusto al concetto stesso di esistenza, burlandosi
della morte, si tolse la vita.
Carl William Brown
Compagni minatori io ve lo dico qui, questo mio canto è vano se voi non avete ragione. Se
luomo ha da morire prima di avere il suo bene, bisogna che i poeti siano i primi a
morire.
Paul Éluard
Non perdo mai occasione dimparare a morire.
V. Alfieri
Insomma, lasciare nel mio testamento un vadecum che duri nel tempo e che si rivolga contro
la banalità di tutte le divinità e lasci in eredità a tutti il mio anelito e i miei
progetti di libertà.
Carl William Brown
Introduzione e Premesse
Certo, fino a qualche anno fa non avrei mai pensato di mettermi a redigere un testamento
ancora in giovane età, anche se da sempre ho saputo che il saggio non solo deve essere
sempre pronto a partire, ma anzi dovrebbe essere desideroso di andarsene al più presto!
Infatti come dicevano già Seneca, Sofocle e forse anche Leopardi Per luomo è
meglio non nascere e se nasce è meglio che muoia al più presto. Inoltre io sono
sempre stato un grande surrealista e come diceva Henry Miller il surrealismo è
semplicemente il riflesso del processo della morte. È una manifestazione di una vita
rivolta verso listinto, un virus che accelera la fine inevitabile. Dunque in un
certo senso sono già morto! Ma forse in fin dei conti penso che sia meglio così, fosse
andata diversamente magari non sarei mai neanche riuscito a lasciare ai posteri questa mia
eredità; per cui non posso che essere grato al destino che, ignorando il fatto che io
fossi già morto, ha progettato la brillante e stupida idea di vedermi sotto terra
nellarco di qualche anno. Evidentemente ha sbagliato persona, ma nel contempo mi ha
fatto anche un grande piacere!
Visto dunque che questa mia specie di congedo vuole in qualche modo rispettare lo stile
tipico della letteratura testamentaria, ribadirò quindi sin da adesso che verso la fine
del secondo millennio, o se preferite linizio del terzo dopo Cristo, il sottoscritto
Carl William Brown, (oppure se volete optare per la trinità, i giovani Carl, William e
Brown) nel pieno possesso delle sue facoltà mentali e cosciente del proprio declino
fisico così come dei propri peccati, o meglio dei propri vizi, a causa del suo
Fatal Flaw, consapevole che potrebbe venire meno da un momento allaltro
si appresta a lasciare ai presenti e ai posteri questa sorta di lascito ereditario.
Ricordandomi a questo punto del Testamento di François Villon, un opera di circa 2000
versi scritta nel 1461 e stampata nel 1489, ed entrata a pieno titolo nella grande storia
della letteratura francese, voglio a tal proposito sottolineare che il mio non è un
lascito parodistico, ma è comunque un testamento assolutamente letterario che richiama
ovviamente il contenuto satirico, poetico e filosofico dellintera opera di C.W.
Brown e non vuole dunque essere né una meditazione sulla morte, né una danza macabra,
né un pentimento, né un tentativo di salvezza della propria anima, ma uno scritto
assolutamente sereno che come nella migliore tradizione umoristica è consapevole di
prestare fede al motto sempre vivo di Giordano Bruno In Tristitia Hilaris, In
Hilaritate Tristis.
Venendo poi al contenuto del mio testamento vorrei anche ricordare il duca, lo scrittore
francese François de La Rochefoucauld noto al pubblico letterario per aver scritto circa
400 famose massime che gli hanno reso gloria e popolarità e lo hanno consacrato tra i
grandi della storia letteraria del proprio paese e non solo. Certo anchio come il
duca avrei rifiutato la candidatura alla prestigiosa Académie Francaise e spingendomi
ancora più in là, come Sartre, avrei persino rifiutato il premio Nobel, ma questi sono
dettagli e non hanno una stretta attinenza con il contenuto del presente lascito, anche
perché essendo diponibili in rete siti e programmi che contengono decine di migliaia di
citazioni, un autore deve essere consapevole di avere lobbligo di offrire alla
posterità qualcosa di veramente organico ed originale se vuole prendersi la briga di
redigere un testamento e di organizzare un lascito.
Prima di passare dunque al nocciolo della questione voglio chiamare in causa persino Dante
che nella sua Divina Commedia ha scritto più o meno circa 14.160 versi, equivalenti
sempre più o meno ad una media di 4.720 frasi di tre righe ognuna, e non tutti di estremo
significato concettuale, e non vi sto a ribadire la sua posizione allinterno della
letteratura mondiale, di gran lunga maggiore a quella di gente che pur scrivendo o
raccogliendo poche centinaia di massime o di citazioni ha comunque fatto una brillante
carriera allombra di famosi ed avidi editori. Bene, tutto questo per dire che il
sottoscritto avendo scritto più di 8.000 aforismi originali, tutti dotati di significato,
per un equivalente di circa 25.000 righe e avendone selezionati ancora alcune migliaia tra
le diverse decine di migliaia che popolano luniverso letterario mondiale, oltre ad
aver scritto numerosi saggi, e ad avere svolto una seria attività di divulgazione
culturale, si arroga appunto tutto il diritto di redigere e di diffondere anche questo
umile testamento.
Naturalmente parlando di eredità e di testamento non posso di certo nemmeno dimenticare
il grande Montaigne, che pure amava le citazioni, il quale mi ha insegnato che la
meditazione sulla morte è meditazione sulla libertà, donandomi per sempre lidea
che chi ha appreso a morire ha disimparato a servire. Il saper morire ci libera infatti da
ogni sudditanza e costrizione, dando un colpo mortale al nostro egoismo e alla nostra
vanità. Ed io da buon cultore della filosofia so con Cicerone che il filosofare non è
che prepararsi alla morte. Tutta la saggezza del mondo, continua ancora Montaigne, si
riduce alla fine a questo, insegnarci a non temere la morte e chi dunque insegnasse agli
uomini a morire insegnerebbe loro anche a vivere. Ecco, devo certamente tener presente
anche questo nel mio lascito, cercando inoltre di sottolineare che ognuno dei miei
aforismi avrebbe potuto diventare un saggio, e poi un racconto o un romanzo, e poi ancora
avrebbe potuto dar luogo con gli altri ad infiniti intrecci testuali, se solo ne avessi
avuto il tempo! Ma il tempo non cè e allora questidea continuerà il suo
cammino consapevole con Chomsky che da un numero finito di fonemi si possono creare
infinite frasi, così come da una vita limitata negli anni si possono incoraggiare
migliaia di vite nel futuro del tempo, affinché non io, non il mio nome, non i miei
libri, ma lo spirito della letteratura, della vita, della morte, delle idee e della lotta
venga tramandato.
Diciamo pure che il mio intento non è né un desiderio di immortalità, in cui affogare
langoscia della morte, né una nostalgica sfida al tempo alla ricerca delle
occasioni perdute, ma più semplicemente un desiderio di lasciare in eredità la passione
e lentusiasmo per unidea, che si concretizza nel desiderio di comunicare e di
condividere lessenza più profonda di questa strana umanità. Unidea che non
mi ha portato come Dante ad esplorare i misteriosi palazzi dellaldilà, ma che mi ha
spinto ad osservare e a raccontare in forma di brevi pensieri tutta la storia della
terrena vanità e della sua magnifica conduttrice, la divina stupidità. Questo è stato
il mio viaggio nellade del potere e dellautorità e lo spirito di lotta e di
rivolta che lo ha guidato costituisce proprio il nucleo fondamentale del mio umile
lascito. Io non avevo bisogno di andare da vivo ad interrogare i morti, io ero già uno di
loro, e come tale al limite ho cercato di farmi sentire dai vivi, e poiché non penso di
esserci riuscito al meglio, sto cercando di lasciare loro questo testamento, o perlomeno
il simbolo della sua gestazione letteraria, comune e millenaria!
Contenuto del Testamento
La caratteristica principale di questo testamento è che in primo luogo non si affida ad
un notaio, categoria che del resto per me non esiste, ricordate per me infatti esiste solo
la stupidità; la seconda originale peculiarità è che non è nemmeno rivolto ad una
singola persona o ad un ristretto nucleo di parenti, né tanto meno ad una fantomatica
associazione, ma è pubblico e libero, vale a dire rivolto a tutti, indirizzato cioè a
quegli uomini di buona volontà che lo leggeranno! E il suo contenuto non potrà nemmeno
essere rifiutato, proprio perché costituito solo da idee che rimandano tutte ad
unidea originaria e complessiva, la quale anche se verrà snobbata, avrà raggiunto
comunque il proprio obiettivo, e se ne andrà tranquillamente da unaltra parte! Il
testamento non è tanto meno rivolto agli editori, o ad alcun scrittore in particolare, è
tuttavia indirizzato ai loro spiriti e ai loro successori, così come è rivolto a tutte
le persone di intelletto e di buon sentimento. Il lascito, così come il contenuto a cui
si riferisce non ha assolutamente secondi fini, e non ha ovviamente bisogno del successo o
della fama, poveri interessi che solo affliggono la stupida ed istintiva sete di vanità
della maggior parte dei miseri viventi, le idee infatti non sanno cosa farsene né delle
umane terraglie, né di beni di lusso che le coltivano! Le idee lottano solamente e per
far questo basta la loro essenza!
Veniamo dunque alloggetto del testamento: io, Carl William Brown, entità fittizia,
che da sempre si è mossa nel grande universo della stupidità, intendo lasciare a tutti
quanto segue: lidea della mia opera. Non stupitevi, forse leredità non vi
sembrerà gran che, ma vi assicuro che non è poca cosa. Le migliaia di aforismi che ho
scritto e che ho selezionato potranno in futuro dar vita a nuove idee, la cui forma sempre
diversa rimanderà tuttavia ad un unico concetto il quale costituirà a sua volta
unartistica lotta contro lautorità del potere e della stupidità. Ma se vi
sembra ancora poco, posso aggiungere alla mia eredità il testamento del Daimon
Club che colmerà tutte le eventuali mancanze di questo mio scritto e a tal
proposito aggiungo in questa sede quelle che sono le sue principali linee guida che
completano con lintera mia opera quella che da sempre è stata la mia idea e la mia
occupazione principale, vale a dire comunicare, condividere, insegnare, tramandare,
provocare, studiare, amare, soffrire e lottare. Tutto il mio lavoro e lo spreco delle mie
forze non mi hanno di certo arricchito, né tanto meno mi hanno reso un grande sollievo e
alla fine non sono nemmeno riuscito a capire la nostra umanità, non sono riuscito né ad
odiarla, né ad amarla, ho però sempre cercato di conoscerla e di migliorarla, ma forse
non usando i giusti mezzi, ed è allora proprio per questo che voglio lasciare questa mia
ricerca, affinché i posteri la possano proseguire, criticare ed integrare, mitigando
magari al tempo stesso un po anche il proprio egoismo.
Dovrete scusarmi ma in questo momento avrei preferito sentirmi come il peccatore pentito
di Adler, ossia colui che ha potuto sperimentare tutte le soluzioni devianti della vita
psichica o che, almeno, le ha sfiorate ed è riuscito, diventando saggio, a salvarsi, solo
che io purtroppo non mi sono salvato. E mi conforta poco lidea che nemmeno la nostra
umanità riuscirà a salvarsi, anche perché il termine è assolutamente privo di alcun
significato e quindi la metafora serve solo a veicolare il concetto che io non mi aspetto
niente né voglio regalare niente, ricordate, voglio solo tramandare unidea, starà
poi a voi darle voce, o seppellirla, magari al più presto, quando cioè vi ritirerete
nella vostra umile residenza finale, un regno piccolo, piccolo, buio e silenzioso. E non
lamentatevi del mio stile, infatti un testamento non può di certo essere troppo allegro,
infatti la morte anche se può venire considerata alla stregua di una poesia satirica e
burlesca, raramente fa ridere, forse anche perché ormai da troppo tempo ci consola il
fatto che forse è meglio mascherarla con il pianto; laltra faccia della misteriosa
medaglia!
Il Lascito del Daimon Club
Il Daimon Club, nato come uno stratagemma per divulgare il pensiero di C.W. Brown, nel
ricco panorama delle offerte culturali di fine millennio, si è presto trasformato in una
sorta di testamento finale, di lascito del suo artefice fondatore, sin troppo consapevole
che in un marasma di informazioni lunica via per riuscire a sopravvivere era quella
di offrire in eredità ai possibili lettori, presenti e futuri, ununica idea,
coronata di vari testi e di varie iniziative, che attraverso vari mezzi cercasse di
diffondere il suo spirito di lotta e di contrasto al potere e alla stupidità per il resto
della pur labile eternità. Unidea dunque, contenuta in un sepolcro, in un mausoleo
delluniversale nullità, supportata da migliaia di concetti e di creazioni
linguistiche che hanno lo stesso scopo, la stessa finalità, vale a dire lottare contro la
povertà in favore di ununiversale e creativa genialità.
Lintento del testamento è quello di trovare degli eredi che possano mettere a
frutto lo spirito del suo contenuto e nel caso questo non fosse possibile nel breve
periodo il suo fine diventerà quello di cercarli a lunga scadenza! Unidea complessa
quindi che vaga alla ricerca di sostenitori e che ramifica il suo contenuto
allinterno dei Principi della Daimonologia Applicata, del Manifesto del Nuovo
Surrealismo Nichilista ed Umorista e più vastamente allinterno dellintera
opera di Carl William Brown. Il tutto verrà messo in linea nel sito del Daimon Club, e
verrà anche inserito in un Cd Rom disponibile gratuitamente a chi lo richiederà! È
ovvio che trattandosi di un lascito, nel caso che al momento fatale non ci sia chi curerà
lintero progetto, il materiale del Daimon Club e lopera omnia di Carl William
Brown, saranno resi completamente liberi da qualsiasi forma di diritto dautore e
verranno ceduti a chiunque ne faccia richiesta.
Per il momento il contenuto del Daimon Club non è completo, anche perché la sua natura
è caratterizzata da un costante work in progress, e chiaramente uno dei suoi
scopi attuali è quello di trovare sempre nuova gente che si unisca al progetto e che sia
intenzionata in un modo o nellaltro a lasciare anchessa in eredità qualcosa
al pubblico dei lettori. Per questo il club si rivolge a chiunque senza alcuna distinzione
di sorta e sempre per questo motivo garantisce anche a coloro che dovessero aderire
alliniziativa senza sapere bene quello che stanno facendo una perenne e dignitosa
sepoltura nei meandri sconfinati della rete! La metafora del cimitero infatti si rende
necessaria proprio perché uno dei nostri fini principali è quello di divulgare la nostra
memoria e le nostre idee, insegnando al tempo stesso a non temere la morte, proprio allo
scopo di vivere più dignitosamente e di poter contrastare meglio il potere della stupida
vanità. Discorso ben difficile in un mondo dove la gente sembra pensare solo al
prolungamento della propria vita e allaccumulo di banali proprietà terrene!
Ma noi amiamo le cose complicate e dato che siamo un po strani, viceversa non ci
collocheremmo nemmeno nel filone dei grandi surrealisti, nutriamo lillusione che il
nostro progetto possa gettare un po di luce in mezzo a tutta quelloscurità
generata da sempre dalla vacua ottusità; perciò vi invitiamo ad intraprendere la nostra
conoscenza e per eventuali chiarimenti ed approfondimenti vi esortiamo a leggere il nostro
statuto, la carta dei nostri servizi, il testamento di Carl William Brown e a visitare le
pagine dei nostri siti. Ricordate poi che tra qualche anno nessuno più saprà che siamo
esistiti, è dunque forse un pensiero dolce sapere che parte delle nostre creazioni
continueranno a vivere nel ricordo dei nostri ideali! E si sa, le idee non hanno bisogno
né di cattedrali, né di monumenti, né di fondazioni, basta solo un po di vento e
come la polvere si spargono nelluniverso da cui provengono, da cui proveniamo!
In definitiva e per concludere questa breve introduzione testamentaria noi vorremmo
contribuire a sperimentare lidea di un vaccino contro lumana stupidità e per
fare questo comunicheremo il nostro progetto a giornali, editori, associazioni, scuole,
docenti, ricercatori, studenti, lettori, webmasters e via dicendo, sempre con
lintento di lasciare in eredità a tutti una semplice idea, unideale
anticonformista e libertario che ponga al primo posto, in una visione olistica della
realtà, la ricerca, lo studio, la comunicazione e la collaborazione tra gli uomini e
tralasci al tempo stesso le stupide bramosie di potere e di autorità che da sempre hanno
caratterizzato la nostra vuota e stanca umanità.
Unidea che potrà essere tramandata e che renderà felici tutti quelli che come noi
e prima di noi lhanno coltivata. Unidea di fratellanza, di equità, di
giustizia e di solidarietà, lunica che possa dare un minimo di senso alla nostra
bizzarra, misteriosa ed assurda realtà!
P.S. Per chi si ostinasse ancora a pensare che la letteratura e magari i miei scritti non
servissero a niente e preferisse invece la concretezza di altri beni terreni voglio solo
ricordare che tra qualche anno né le loro cianfrusaglie, né la loro vanità, né loro
stessi esisteranno ancora, mentre le idee che io sto cercando di tramandare lasciandole in
eredità esistono da quando esiste luomo e forse non moriranno nemmeno quando la
specie umana scomparirà definitivamente dalla faccia di questo pianeta. Per cui se devo
scegliere la cosa che vale di meno non ho dubbi e preferisco dunque il lieve ricordo degli
ideali nel futuro piuttosto che un banale ammasso di terraglie nel presente. Vorrei
inoltre spendere anche due parole per tutti quelli che magari pensassero che visto che ho
già scritto il testamento ora non dovrei fare altro che morire, bene, voglio rassicurarli
subito, infatti prima me ne sarò andato e prima mi leverò di torno il dispiacere di
dover sopportare tutte quelle teste di cazzo che ancora circolano su questo pianeta e che
ne dettano, ahimè, i suoi non troppo idilliaci e spensierati percorsi, quindi se fossi in
loro non mi preoccuperei più di tanto, il lieto evento non tarderà a verificarsi!
In fede, senza tempo e senza luogo, Carl William Brown and The Daimon Club.
Per eventuali informazioni, chiarimenti, comunicazioni o collaborazioni visitate pure la
nostra tomba www.daimonclub.it, www.daimon.org o scrivete ai nostri indirizzi e-mail:
daimonclub@email.it, info@daimonclub.it Grazie ancora di tutto e mi raccomando, vivete a
lungo e in salute!
Omaggi Conclusivi
Per poter vivere con intensità la mia lunga agonia ho dovuto ricorrere a vari
stratagemmi: allamore, alla morte, allarte, allumorismo, al vizio, allo
studio, alla malattia...
Carl William Brown
Sono nato per conoscerti. Per darti il tuo nome. Libertà.
Paul Éluard
La vita è solo errore, e la morte è conoscenza.
Johann Christoph Friedrich von Schiller
La morte non ha alcun potere sugli scrittori, uno dopo laltro se ne vanno, ma
cè sempre da qualche parte qualche ignoto individuo seduto in una poltrona che li
fa rivivere.
Carl William Brown
Se il fine di ogni uomo è la morte, perché mai dovremmo considerare malato chi decide di
anticipare i tempi, in fondo è solo un precursore, un catalizzatore di un processo
inevitabile, un enzima.
Carl William Brown
Linchiostro più sbiadito è migliore della memoria migliore.
Proverbio cinese
Perché dolore è più dolor, se tace.
Giovanni Pascoli
Anche la miseria è uneredità.
Riccardo Bacchelli
La lotta contro il potere è la lotta della memoria contro la dimenticanza.
Milan Kundera
Ma chi ha detto che il tempo fugge inesorabilmente, io non porto lorologio e ho
tolto quello a muro, non faccio distinzione tra il giorno e la notte, lavoro sempre, e sin
da giovane mi sono spesso sentito vecchio e stanco, per cui la morte non mi troverà
impreparato. Per me il tempo non fugge, è luomo a scappare!
Carl William Brown
Nessun uomo è unisola...; ogni uomo è un pezzo del Continente....; la morte di
qualsiasi uomo mi diminuisce perchè faccio parte dell'umanità; e perciò non chiedere
mai per chi suona la campana; essa suona per te.
J. Donne
Limmagine della vita non è che la fotografia di quel negativo che verrà sviluppato
soltanto dalla morte.
Carl William Brown
Quando facciamo piani per la posterità, dovremo ricordarci che la virtù non è
ereditabile.
Thomas Paine
La morte dellindividuo, in linea di principio, non è meno assurda che la morte di
tutto il genere umano.
H.M. Enzensberger
Levoluzione umana. Un crescere della potenza della morte.
F. Kafka
Lassenza di potere significa paralisi, annientamento e morte; la sua presenza invece
significa stupidità, autorità e ovviamente vanità.
Carl William Brown
Tutti devono morire ma non tutte le morti hanno eguale valore... La morte di chi si
sacrifica per gli interessi del popolo ha più peso del Monte Tai, ma la morte di chi
serve il potere, di chi serve gli sfruttatori e gli oppressori, è più leggera di una
piuma.
Mao-Ze-Dong
Combattere e morire è morte che annienta la morte.
W. Shakespeare
Sul punto di ritornare allinferno per lennesima e definitiva missione, tra i
dolori più atroci e langoscia dei suoi cari Carl William Brown con la sua
sbalorditiva lucidità esclamò: Non preoccupatevi per me, limportante è la
salute. Mi riguarderò, mi rifarò vivo! Addio.
Carl William Brown
Per quanto mi riguarda, chiedo di essere portato al cimitero in un furgone da sgombero.
A. Breton
La morte è il genio ispiratore della filosofia.... tutte le religioni e tutte le
filosofie sono un contravveleno alla certezza della morte.
A. Shopenhauer
Chi non ha paura della morte è perché ha imparato a disprezzare la vita e chi disprezza
la vita non può far altro che amare disperatamente la libertà.
Carl William Brown
Imparando a conoscere i mali della natura, si disprezza la morte; imparando a conoscere
quelli della società, si disprezza la vita.
Nicolas de Chamfort
Se gli uomini si conducessero sempre al fianco la morte, non servirebbero si vilmente.
U. Foscolo
In punto di morte: Dio mi perdonerà: è il suo mestiere.
H. Heine
Ahimè! quanto devessere felice la morte delluccello, nei boschi!
G. de Nerval
Certo la morte non è uno spettacolo molto divertente, ma quando penso alla vita, non
posso far altro che ammettere che non è poi neanche così triste.
Carl William Brown
Darò... il mio vasto regno per una piccola tomba, una tomba piccola, piccola, una tomba
oscura.
W. Shakespeare
Proprio perché la vera arte aspira a contrastare la morte deve anche essere funzionale a
migliorare la vita e non solo quella dei collezionisti.
Carl William Brown
Le tre grandi divinità madri dei popoli orientali sembra fossero generatrici e
annientatrici insieme; dee della vita e della fecondità nello stesso tempo che dee della
morte.
S. Freud
Eros e Thanatos, due tematiche inseparabili, profondamente romantiche ed affascinanti.
Amore per il buon senso e odio per la vanità; pulsione di vita verso lequità e
pulsione di morte verso la stupidità.
Carl William Brown
Essere, o non essere - questa è la domanda: se sia più nobile per la mente soffrire i
colpi e le frecce delloltraggiosa fortuna o prendere le armi contro un mare di
affanni e, contrastandoli, finirli. Morire, dormire nientaltro, e con un
sonno dire fine alla stretta del cuore e ai mille tumulti naturali che eredita la carne.
È una consumazione da desiderare devotamente. Morire, dormire. Dormire, forse sognare; e
qui è lo scoglio.
W. Shakespeare
È irragionevole temere di essere presi per matti in un mondo di matti.
Orazio
La morte? Una mia antenata.
Carl William Brown
La vita fugge e non sarresta unora e la morte vien dietro a gran giornate e le
cose presenti e le passate mi danno guerra, e le future ancora.
F. Petrarca
La fede è un mistero, lamore è un mistero, la morte è un mistero! Comunque a me i
misteri non sono mai piaciuti.
Carl William Brown
Libero è solo chi è saggio, perché solo il saggio è padrone di se stesso, non teme né
la povertà né la morte, né le catene, sa tener testa alle passioni e disprezza gli
onori: privo di bisogni che lo fanno dipendere dalla volontà altrui, ha tutto in se,
perfetto e compatto come una sfera sulla cui levigata superficie nulla di estraneo può
fermarsi e contro cui il destino sempre si scaglia furiosamente senza mai riuscire a
intaccarla.
Orazio
Penso che pubblicare la propria opera costituisca per ogni artista un legittimo desiderio
di comunicazione, e penso anche che sia altrettanto auspicabile per il mondo delle lettere
dare voce ad un autore che ha scritto ben più di 8000 aforismi originali! Tuttavia nel
mondo delleditoria non è detto che sia automatico dare spazio ad uno scrittore come
me e dunque credo che se questo non avverrà, non sarà stato del tutto vano e privo di
senso dedicare parte della mia vita a scrivere contro il potere e lautorità della
stupidità e lasciare poi in eredità a questa svogliata umanità la mia opera colma di
critica e di morente idealità.
Carl William Brown
Qui si conclude dunque la mia laica e sfiduciata preghiera, Amen !!!!!!
INDICE GENERALE
Un breve prologo di C.W. Brown
Shakespeare e il suo tempo di C.W. Brown
La reputazione di Shakespeare
Le opere di Shakespeare
Aforismi geniali
Conclusioni di C.W. Brown
Note bibliografiche
Il Testamento di C.W. Brown
Indice generale
Questo libro non è in vendita. Pertanto la sua
distribuzione ad opera dellAssociazione Culturale Daimon Club è
finalizzata solo ad unoperazione di sensibilizzazione letteraria e sociale. Grazie
per la gentile collaborazione. (Da inserire solo nella versione senza prezzo di
copertina.)
Lanalisi delle passioni e dei sentimenti umani, le
speculazioni sulla natura umana e sui suoi desideri di felicità, la critica del potere e
la speranza di poter comunicare attraverso i secoli hanno reso larte di Shakespeare
immortale ed è per questo che i suoi pensieri ed i suoi scritti sono giunti sino a noi
vivi più che mai. Ogni giorno in tutti i teatri del mondo vengono rappresentate le sue
creazioni ed i suoi testi sono così rimasti vitali ed inossidabili alle inclemenze del
tempo e della morte.
È dubbio, ha scritto Samuel Johnson di Shakespeare, che fra tutti
coloro che gli sono succeduti si possan raccogliere più massime di conoscenza teorica, o
più regole di pratica prudenza, di quante lui solo ne abbia date al suo paese. Anche per
questo dunque il pubblico lo ama così tanto.
Leggere Shakespeare, scriveva Thomas De Quincey centocinquanta anni fa, è per molti
una delle necessità primarie della vita: cercano le sue opere come si chiede il pane
quotidiano.
Questa raccolta di massime tratte dallopera omnia di Shakespeare vuole dunque essere
unoperetta originale, da leggersi come un piccolo racconto surrealistico, come uno
strano, ma pungente flusso di coscienza del nostro eccezionale e strabiliante autore, che
a distanza di molti secoli vive ancora al nostro fianco e ci fa come sempre una buona e
simpatica compagnia.
Carl William Brown è uno scrittore italiano che si impegna nellambito
dellinsegnamento, della divulgazione culturale e della provocazione artistica e
letteraria. Autore di ben più di 8000 aforismi originali (mille dei quali sono
disponibili gratuitamente in rete), di vari saggi, e di vari articoli, nel 1997 fonda il
Daimon Club (www.daimonclub.it, www.daimon.org), associazione culturale su Internet di
stampo eclettico e surreale che al suo interno conta ormai parecchi artisti e più di 800
pagine in costante evoluzione. Il sito del club, curato dallo stesso C.W. Brown,
costituisce inoltre una vera e propria guida per la navigazione in rete, ecco perché
visitandolo potrete reperire migliaia e migliaia di aforismi, libri elettronici gratuiti,
software utilissimi per lo studio delle lingue straniere e della letteratura, e ancora
potrete trovare buone opportunità per la promozione di qualsiasi attività legata alla
creatività dellarte, della pedagogia, della critica e dellimprenditoria.
In copertina unimmagine che ritrae dei cigni, evidente riferimento al Teatro Swan, e
sullo sfondo un paese con il volto di Shakespeare.
N.B. Anno 2004. Carl William Brown ha deciso di mettere
tutto il testo a disposizione dei lettori della rete e nel fare ciò preannuncia la stampa
di una nuova edizione dell'operetta largamente ampliata e piena di stimolanti nuovi
sorprese. Grazie a tutti per la collaborazione. Chi volesse pubblicare parte di questi
scritti online o su carta è pregato di chiederne il consenso all'editore. E'
assolutamente vietato l'uso commerciale.
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Scarica l'intera opera letteraria di
William Shakespeare (Solo in Inglese)
Per
acquistare il testo! Per chi ne ordina una sola copia il
presente libro è disponibile a 10 euro, (Prezzo di Copertina) spese di spedizione
incluse, successivamente si applicheranno vari sconti a seconda del numero di copie
ordinate. (Il pagamento avverrà in contrassegno o a seguito di un versamento sui nostri
conti correnti.) La versione commerciale destinata ai librai e agli edicolanti con un
prezzo di copertina di 10 euro è disponibile a 6 euro per un ordine fino a 10 copie e a 5
euro per un ordine superiore alle 10 copie. Da notare che sono poi possibili ulteriori
accordi e che in questi casi noi emettiamo delle regolari fatture. Vi ricordo inoltre che
per i soci del Daimon Club il testo è disponibile a 5 euro, mentre alle associazioni
possiamo cedere lo stesso volume (Senza prezzo di copertina) ad una cifra anche inferiore,
intorno ai 2-3 euro, purché ne vengano ordinati almeno una ventina di copie. A questo
proposito vi invito a visitare la nostra sezione dedicata al no-profit. In ogni caso per qualsiasi informazione vi
invito a scriverci al seguente indirizzo daimonclub@yahoo.com
N.B. Sul
territorio il libro è disponibile fisicamente nei seguenti
punti vendita.
P.S. Tutti gli
altri estremi per contattarci, per effettuare eventuali pagamenti o per inviarci del
materiale li trovate nella pagina dello statuto della
nostra associazione. Per ulteriori dettagli sulle nostre strategie vi invito inoltre a
visitare le nostre pagine dei servizi e delle promozioni, nonché la nostra pagina dei libri
consigliati e infine il nostro Daimon Shop.
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