CONTRO LA CENSURA, LA STUPIDITA’ E L’IGNORANZA
Cari naviganti,
lettori, artisti, giornalisti, scrittori, poeti, docenti, studenti, bloggers, legislatori, giudici, politici,
avvocati, medici, ricercatori, uomini di cultura e di varia umanità:
su alcune pagine del sito amatoriale denominato Daimon Art creato da
Carl William Brown, e di proprietà di Bruno M. e non intestato
pertanto a nessuna associazione, erano presenti 8 piccole
fotografie, a bassa risoluzione, con colori modificati e quindi non
simili agli originali, di opere di Magritte prelevate
negli scorsi anni dalla grande rete, il tutto a scopo divulgativo,
culturale, informativo, artistico, senza scopo di lucro alcuno e
senza fini commerciali. In altre pagine del sito erano anche
presenti 3 piccole fotografie a bassa risoluzione, e quindi
inutilizzabili per la stampa e per qualsiasi riproduzione decente,
di opere di Dalí e 3 di Duchamp. Queste fotografie sono state
rimosse perché il curatore del sito ha ricevuto dalla sezione O.L.A.F., Ufficio Arti Figurative della S.I.A.E. di Roma una
raccomandata dove si pretende il pagamento dei diritti per
l'utilizzazione di queste immagini nel periodo che va dal marzo 2002
al gennaio 2007 e lo diffida dall'utilizzo
illecito di opere tutelate dalla S.I.A.E. Da sottolineare che la
cifra che è stata richiesta ammonta a ben 3.627,60 euro.
In ogni caso io ho
tolto le foto dal mio sito internet, perché ora sono stato informato
che sono protette da copyright; prima di questa comunicazione non
potevo immaginarmelo, in quanto come potrei sapere con la marea di
materiale grafico e fotografico che gira su internet quello protetto
o meno, se nessuno lo segnala (io infatti le avevo prelevate dalla
grande rete da siti amatoriali nazionali ed internazionali e nessuno
facevo riferimento ad alcun copyright); per di più trattandosi di
autori stranieri come potevo sognarmi che gli eventuali eredi, nel
caso esistano, avessero incaricato la vostra società di tutelare i
loro diritti. Da aggiungere inoltre che dovrebbero dimostrarmi che
tali foto erano online dal 2002, perché in verità non mi ricordo
nemmeno io bene quando sono state inserite nel sito, ma credo
comunque verso la fine del 2003 o inizi del 2004. In ogni caso visto
che questa società ha tanto a premura la salvaguardia dei diritti
dei suoi associati è chiaro che avrebbe dovuto informarmi già nel
2003 o 2004 che il materiale era coperto da copyright e non
aspettare il gennaio del 2007.
Pertanto ora stiamo
valutando la miglior strategia per affrontare questo increscioso
episodio, seguendo tutte le vie possibili, sia legali, sia
culturali.
AGGIORNAMENTO
VICENDA SIAE SETTEMBRE 2007
Avviso ai gentili internauti e
amanti dell'arte che si trovassero per caso a passare di qua. Nel sito
artistico del Daimon Club, ovvero il Daimon Art erano contenute 19
fotografie di opere di Dalì, Duchamp e Magritte, per far capire al pubblico
che la nostra associazione no-profit, che annovera membri che da anni
lavorano gratuitamente per la promozione dell'arte e della cultura, ha
chiaramente una certa ispirazione surrealista. Nel luglio del 2007 il suo presidente ha
patteggiato con la Siae una cifra di 2000 euro più iva per pagare i
corrispettivi diritti d'autore agli eredi di questi artisti, perché fino a
dopo 70 anni dalla morte vige ancora questa tutela e la legge in Italia non
consente per il momento scappatoie, anche se
le cose presto si auspica dovrebbero
cambiare. A fronte di questo increscioso incidente che mina sotto vari
punti di vista il diritto alla divulgazione e alla fruizione della cultura,
Carl William Brown si è trovato costretto a dover sostituire il famoso
orinatoio di Marcel Duchamp con i ben più miseri, ma di ottima qualità e
soprattutto moderni, sanitari del bagno di casa sua. In effetti non è
che il nostro picaro voglia competere con l'opera d'arte più rappresentativa
del XX secolo, secondo quanto ha espresso nel 2004 un folto gruppo di
personalità influenti nel mondo dell'arte britannico, chiamato appunto a
giudicare una serie di realizzazioni di artisti famosi dalla società
Gordon's di Londra, ma in ogni caso per dare sempre quel tocco di surrealità
alle pagine del suo sito e non dover al contempo sborsare ingenti somme di
denaro penso che il
suo bidet e il suo water vadano più che bene!
In ogni caso mi sentirei di aggiungere che le cose gestite in questo modo
non possono far altro che condurre alla morte della nostra creatività e al
funerale dell'arte, allestimento e
teoria del resto già ben evidenziati dal noto artista Andros in più di
un'occasione.
N.B. Per tutti
coloro che comunque volessero visionare l'opera in porcellana bianca che
l'artista francese presentò nel 1917 in una galleria di New York, con il
nome d'arte «La fontana», si tiene a precisare che essa attualmente è
esposta al Centre Pompidu di Parigi. Viceversa per tutte le altre immagini
potete cercarle su
Google Images e
anche vederle senza problemi (a dispetto del diritto d'autore e della Siae), perché negli Stati
Uniti e anche in altri paesi, grazie al Fair Use, non ci sono diritti da
pagare e questo consente alle loro pagine web di attirare visitatori e
quindi diffondere la loro pubblicità, noi invece in Italia, patria appunto
delle belle arti, preferiamo, grazie anche all'ottusità di tanti burocrati e
di tante leggi, promuovere il
pattume della Campania o l'ignoranza dei
nostri amministratori pubblici e privati, ma questo ovviamente è un altro
discorso, e con la gestione dell'arte e dei suoi diritti non ha nulla a che
vedere o forse sì?
Carl William Brown and the Daimon Club
WWW.DAIMONARTS.COM
Oggi, in
Italia, il diritto d'autore è regolato in primo luogo da una serie
di art. del codice civile e soprattutto dalla legge del 1941. Il
testo di legge si compone di 206 articoli racchiusi in 8 titoli.
Contro_gli_abusi_siae_del_copyright.htm
Materiali contro l'abuso nel rivendicare i diritti d'autore (copyright) da
parte della SIAE;
petizione
"NO
COPYRIGHT" su formazione, insegnamento e cultura senza fini di
lucro. Casi vari, perizie tecniche, analisi della legge sul 22/4/1941
e successive, riflessioni giuridiche, culturali, filosofiche ed economiche
per contrastare questa legge antiquata che mina gravemente il diritto alla
diffusione libera del sapere, della cultura, della conoscenza e che al tempo
stesso mira a lasciare i cittadini nell'ignoranza più totale e si accanisce
contro quei poveri intellettuali che con grande fatica ed impegno cercano di
divulgare e di diffondere una certa sensibilità artistica, letteraria e
sociale, ovvero che cercano in pratica di migliorare la sensibilità etica ed
estetica di tutta l'umanità del nostro pianeta. Inoltre la mancanza di una
legislazione come il "Fair Use" statunitense e la rigidità del
nostro sistema blocca la creatività e la crescita dei siti culturali
italiani e quindi al tempo stesso inibisce la promozione del nostro
territorio, del nostro genio, delle nostre imprese e allontana i
navigatori stranieri e locali dalla nostra realtà, la qual cosa
costituisce un danno per tutto il paese.
http://www.antiarte.it/eugius/sentenza_anticopyright.htm
PETIZIONE "NO
COPYRIGHT SU FORMAZIONE, INSEGNAMENTO E CULTURA SENZA FINI DI LUCRO"
SIAE E DIRITTI D'AUTORE
Alla luce delle recenti denunce dalla Siae a siti didattici e
culturali non profit per l'utilizzo di immagini digitali di pittori
protette dai diritti d'autore, con richiesta di ingenti somme
pecuniarie, esprimiamo all'opinione pubblica le nostre
preoccupazioni di educatori e formatori.
La Siae infatti, applicando "alla lettera" una legge le cui origini
risalgono all'anteguerra (legge del 22/4/1941, n. 633 e
successivamente adeguata con la legge 22 maggio 2004, n. 128) e non
individuando alcuna differenza tra uso
didattico-formativo-istituzionale e uso commerciale, pretende il
pagamento di diritti d'autore su opere protette. In particolare essa
sostiene che l'utilizzazione, anche parziale, di un'opera
costituisce lesione del diritto morale dell'autore e che la
riproduzione non autorizzata delle opere in questione lede gli
esclusivi diritti patrimoniali che la legge riconosce agli stessi.
Ecco solo alcune delle innumerevoli conseguenze dirette che si
verificano rispettando la norma:
1- qualsiasi sito scolastico o blog didattico che utilizza per puro
scopo didattico file sonori, immagini protette, citazioni d'autore,
rischia ingenti sanzioni e quindi la chiusura immediata
2- le rappresentazioni teatrali, i saggi di fine anno caratterizzati
da sottofondi musicali alla presenza di pubblico o dei genitori sono
insostenibili dal punto di vista economico
3- la realizzazione di cd rom didattici e la creazione di ipertesti
sono estremamente costose
4- la libertà didattica e le specifiche competenze professionali
degli insegnanti ne risultano condizionate
Questo comportamento limita fortemente la funzione formativa della
Scuola e la libertà didattica degli insegnanti!
Chiediamo quindi al Ministero della Giustizia, al Ministero della
Pubblica Istruzione, al Ministero dei Beni Culturali che la Scuola,
nell'ambito della propria e specifica funzione educativa, formativa
e didattica, sia esentata dal COPYRIGHT in situazioni non profit e
che gli insegnanti vengano equiparati alle categorie che possono
beneficiare gratuitamente di opere artistiche nel contesto
professionale, senza fini di lucro. Chiediamo inoltre che le
richieste vengano estese a produttori di cultura off /on line a
livello gratuito e che operano nello spirito del Cooperative
Learning, quali associazioni e community non profit.
La sottoscrizione è iniziata il 28 Gennaio 2007
FIRMA LA PETIZIONE >>
http://www.anitel.it/petizione/
SITI SU MARCEL
DUCHAMP
http://images.google.it/images?svnum=10&hl=it&q=duchamp&btnG=Cerca
http://www.francescomorante.it/pag_3/312a.htm
http://www.luxflux.net/artists/duchamp/ducha.htm
http://www.babelearte.net/tipomuseo.asp?arid=384&quadroid=1569
L’ARTE E L’ARTE DI FAR
SOLDI DELLA SIAE
Ha senso proteggere gli artisti penalizzando
chi li valorizza?
Enrico Galavotti, meglio conosciuto in rete
col nick di Galarico, uno dei fondatori del web scolastico
nazionale, autore del sito homolaicus.com, molto quotato in Google,
soprattutto per i suoi materiali didattici e culturali, è incappato,
dopo un decennio di presenza attiva, nelle maglie sempre più strette
che la Siae sta stringendo intorno al mondo degli insegnanti
telematici.
Dunque, che è successo?
Niente, o quasi. Con mia grande sorpresa mi
sono visto recapitare una raccomandata dall’ufficio Arti figurative
della Siae che mi intima di pagare una cifra rilevante per l’uso di
74 dipinti di Kandinsky, Picasso, Klee e alcuni Futuristi, di cui
non avevo chiesto la preventiva autorizzazione.
E perché non l’avevi chiesta?
Perché non sapevo di doverla chiedere, non
avendo mai fatto nulla di commerciale coi miei ipertesti, né lo
sapevano i miei colleghi, che hanno collaborato alla loro
realizzazione. In dieci anni non mi ha mai chiesto nulla nessuno. E
come io ho preso immagini da vari siti, così è probabile che altri
le abbiano prese dal mio: il baratto ha caratterizzato la rete sin
dai suoi esordi. Il massimo che si faceva era citare a vicenda i
rispettivi siti.
Eppure esiste una precisa legge sul diritto
d’autore.
Sì esiste, ho cominciato a leggerla adesso. In
rete, sin dalla sua nascita, tra insegnanti s’è sempre detto che
bastava citare la fonte (in questo caso i musei), e a volte non si
faceva neppure quello, trovando la stessa immagine su decine e
decine di altri siti.
Con questo cosa vuoi dire, che da una fase
anarchica della rete si sta passando a una fase regolamentata?
Indubbiamente una sanzione del genere solo
qualche anno fa sarebbe stata impensabile, e non tanto perché le
leggi erano meno restrittive (sicuramente lo erano prima di quella
Urbani), quanto perché la Siae non faceva nulla in rete: è da circa
tre-quattro anni che s’aggira come leone ruggente in cerca di chi
divorare, e purtroppo, grazie al mio posizionamento nei motori, ha
trovato il pollo da spennare.
Cioè vuoi dire che la mazzata sarebbe dovuta
arrivarti con una sorta di preavviso?
No, sarebbe troppo chiedere a una società come
la Siae, di cui è ben noto il carattere vessatorio che esercita nel
nostro paese. Non a caso è stata per anni commissariata. Certo è che
passare improvvisamente dalla libera fruizione di materiali
didattici al terrore di dover rendere conto a questo Moloch del
copyright, non è piacevole. Per questo forse sarebbe stata
necessaria maggiore informazione o che comunque il nostro Ministero
[della P.I.] avesse svolto un’opera di maggiore tutela nei confronti
dei propri insegnanti, che nella mia condizione saranno a centinaia.
Ti riferisci al fatto che la legge è troppo
restrittiva nei confronti di chi fa cultura senza scopo di lucro?
Esattamente. La Siae, o meglio la legge
Urbani, non fa differenza tra sito culturale e sito commerciale: per
l’uso di immagini protette tutti devono pagare. La differenza sta
solo negli importi, che però restano troppo alti per qualunque
insegnante. È impensabile infatti che per fruire di 50 immagini io
debba pagare 120 euro l’anno, quando per le stesse immagini, a te
che sei giornalista, grazie al tuo diritto di cronaca, non costano
nulla.
Veramente la Siae non t’impedisce di usare le
stesse immagini senza pagarci i diritti sopra.
È vero, ma mi costringe o a metterle sotto
chiave, in un’area riservata (il che non è il massimo per un sito
culturale), o a usarle con dei link esterni, facendomi così
rischiare di avere continuamente dei buchi neri quando il sito di
riferimento sparisce dal web, o cambia nome, o quando il webmaster,
semplicemente, colloca la propria immagine in un cartella diversa da
quella originaria del proprio sito. L’altra soluzione è quella di
usare porzioni di immagini, ma in un ipertesto artistico, di
commento critico di un’opera, questa soluzione viene generalmente
scartata a priori. E poi quelli della Siae, contraddicendo
apertamente, in questo, la legge n. 633, con le sue successive
modifiche, ritengono l’uso parziale dell’immagine un illecito ancora
maggiore.
Strano però che la Siae sia così ossessiva con
gli insegnanti, quando la Cassazione è così tollerante nei confronti
di chi fa pirateria di film, musica e software in ambito privato,
pur senza scopo di lucro.
È che per la Siae c’è una certa differenza tra
quanto avviene in un’area privata e quanto invece avviene alla luce
del sole. Un ipertesto didattico o culturale che utilizza
pubblicamente immagini non autorizzate viola, ipso facto, la dignità
morale dell’artista e i diritti patrimoniali degli eredi: nella
raccomandata è scritto esattamente così, ed è stato questo che più
mi ha sconcertato.
Questo automatismo mi pare un po’ strano,
anche perché semmai un ipertesto culturale su un dipinto dovrebbe
incrementarne il valore commerciale.
Infatti, io penso che se un erede vedesse i
lavori che i docenti fanno nel mio sito, non noterebbe di sicuro una
violazione ma semmai un’esaltazione dell’ingegno artistico e
intellettuale di un autore. Invece devi pensare che per la Siae
costituisce addirittura un’aggravante il fatto che su un dipinto si
mettano cerchi, linee e quadrati per poterlo meglio spiegare. Mi
hanno addirittura scritto che l’aver usato il volto di Picasso in un
puzzle in java avrebbe potuto comportare una richiesta separata di
risarcimento danni.
Insomma o paghi i diritti o non fai ipertesti
di dominio pubblico su autori viventi o scomparsi da meno di 70
anni?
Purtroppo la Siae non pubblica l’elenco degli
eredi ma solo quello degli artisti, e di questi artisti considera
protette tutte le opere, tant’è che non hanno neppure voluto dirmi i
nomi dei files “incriminati”. Quindi è lei a decidere le regole del
gioco, e in queste regole la scuola è costretta a tenere lo sguardo
rivolto verso il passato più lontano.
Fonte: Pino Nicotri, giornalista dell’Espresso
http://nicotri.blogautore.espresso.repubblica.it/?topic=04/11/16/5181603
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