TEGUCIGALPA,
Honduras - La popolazione di San Miguel Arcangel sa bene che
cosa significhi essere colpiti da una calamità e ha osservato con lucidità la corsa
mondiale ai soccorsi per l'Asia colpita dal maremoto.
Il vecchio Nahum Càceres racconta come la sua comunità sia stata spazzata via sei anni
fa dall'uragano Mitch. Nel portafoglio conserva l'elenco scritto a mano di una decina di
associazioni internazionali e di enti di soccorso che da allora sono andati e venuti.
"Non so quanti soldi abbiano inviato, ma ho sentito dire che questo è un progetto da
un milione di dollari", dice indicando un complesso di case. "Vorrei proprio che
vedessero che cosa ne è stato dei loro soldi". Eric Moscoso, suo vicino di casa, è
ancora più lapidario: "Ci hanno abbandonati".
Sei anni fa al cuore dei telegiornali e dei quotidiani di tutto il mondo c'erano le
immagini dell'Honduras. Allora, come adesso per il Sud Est asiatico, ci fu un enorme
ondata di solidarietà internazionale. Allora come adesso i capi di Stato promisero grosse
somme di denaro per aiutare le popolazioni coinvolte. Le agenzie umanitarie si impegnarono
per "ricostruire meglio", promettendo di rimanere sul posto a lungo, di fornire
tutto l'aiuto necessario per superare le resistenze sociali ed economiche che rendono i
poveri così vulnerabili. È anche possibile che stavolta le cose vadano diversamente, e
che i paesi donatori inviino davvero tutti gli aiuti promessi..............
A sei anni dall'uragano Mitch che ha devastato l'Honduras, a San Miguel Arcangel i bambini
giocano in mezzo a case senza elettricità né servizi.
L'uragano Mitch fu un anomalia della natura, che rovesciò piogge torrenziali su questa
regione per cinque giorni consecutivi. Definito la calamità più devastante dell'emisfero
nell'ultimo secolo, Mitch trasformò i ruscelli in fiumi impetuosi, provocando slavine,
travolgendo gli abitanti a migliaia. Si calcola che i morti siano stati 9.000 e che i
danni subiti assommassero a oltre 7,2 miliardi di euro.
All'indomani della catastrofe la comunità internazionale si impegnò aversare quella
stessa cifra per contribuire alla ricostruzione del Paese. Oggi gli esperti del Centro per
la cooperazione internazionale della New York University ritengono che la maggior parte di
quella somma non si sia mai materializzata e le fonti honduregne dicono che la metà di
quel che è arrivato era in forma di prestiti.
Lo stesso pare sia avvenuto anche in Iran. Ad un anno dal teremoto che ha distrutto la
città di Bam, uccidendo oltre 40.000 persone e lasciandone altrettante senza tetto, le
strade sono ancora impraticabili per i cumuli di macerie. Gli iraniani dicono di aver
ricevuto 13,8 milioni di euro degli 800 promessi dalla comunità internazionale.
(Leggi altri articoli sul mondo del no-profit e
della beneficenza, non sempre popolato di generosi volontari)
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