LA NOSTRA FILOSOFIA
Su internet ormai si potrebbero scrivere
delle enciclopedie intere, ma noi saremo molto più sintetici ed andremo subito al
nocciolo della questione. Il web sta in pratica trasformando molti principi culturali e la
filosofia di fondo ne sta alla base è quella rivoluzionaria della condivisione. I links e
gli ipertesti, la multimedialità e la diffusione gratuita di tutto il sapere online, sono
i concetti basilari di questa enorme innovazione tecnologica e culturale. Siamo entrati
nell'epoca della rete e delle reti di reti. Tutto il mondo del business, delle istituzioni
e dell'educazione deve ormai puntare su internet.
L'innovazione più importante di questa
rivoluzione è che la premessa per lo sviluppo ed il successo della grande rete non è
più l'individualismo, come nel mondo reale in cui viviamo, ma la condivisione di
interessi e bisogni. La messa in comune di conoscenze, competenze e capacità. Solo così
infatti la nostra umanità può crescere e risolvere i problemi spinosi che la assillano.
Certo è ovvio che questo cambia tutto il nostro modo di pensare e di comunicare con gli
altri.
D'altro canto su internet la concorrenza è
spietata e tutti, soprattutto le grosse aziende, vogliono guadagnarci, e in molti casi ci
riescono, ma ciò non toglie che la mentalità di tutti sta cambiano. Molti manager di
grosse aziende si sono accorti di aver perso il controllo del mercato online e che devono
cambiare le vecchie modalità di comunicazione, parlando in modo più chiaro, e smettendo
di imbrogliare i consumatori e ascoltando al tempo stesso le loro voci, le loro lamentele,
i loro consigli.
E' proprio seguendo queste mutamenti che il
Daimon Club ha deciso di creare la propria associazione, in primo luogo per offrire a
tutti una grande guida alla rete, in secondo luogo per diffondere e divulgare la cultura
di internet, per chiarire l'uso delle nuove tecnologie e cercare di convincere tutti a far
sentire la propria voce, a promuoversi, a creare, ad incontarsi, a criticare, insomma a
partecipare attivamente a questo grande cambiamento per il miglioramento dell'umanità.
Certo le cose non sono semplici, infatti in
questo settore la concorrenza è spietata e tutti cercano di garantirsi il più alto
numero di utenti, causando così in parecchi casi la soppressione di molte realtà.
Ma una cosa deve essere chiara, ormai è finita l'epoca in
cui le grosse aziende riuscivano a controllare l'accesso alle informazioni, e oggigiorno
sono proprio i consumatori, le loro associazioni e le grandi organizzazioni no-profit, non
governative e anti-globalizzazione la migliore risorsa di informazione per il nostro mondo
in fase di grande mutamento.
Pensate che più di 23.000 scienziati nel
mondo si sono impegnati a boicottare le riviste che non renderanno i propri articoli
accessibili gratuitamente su internet entro sei mesi dalla pubblicazione. In pratica una
vera e propria rivoluzione. Tutto il sapere deve essere messo in rete e deve essere
fruibile da parte di tutti; solo così potremo migliorare la nostra umanità e diffondere
il pluralismo e la vera ricerca globale. Questo ovviamente contrasta con gli interessi dei
grossi editori che da soli riescono a controllare la pubblicazione di migliaia di riviste,
si pensi per esempio al colosso anglo-olandese Reed Elsevier che gestisce con pochi altri
un giro di affari di 10 miliardi di dollari all'anno. E' evidente che queste situazioni di
monopolio devono alla lunga essere ridimensionate.
E' dunque tenendo conto di questa realtà e
di queste premesse che nasce il Daimon Club. La nostra associazione infatti vuole dare
voce a tutti, vuole promuoversi, vuole diffondere la propria filosofia e per far questo ha
deciso di costruire un vero e proprio ring di siti che condividono la propria mentalità e
le proprie metodologie di intervento. Perciò se anche voi credete che in questo mondo
tutti debbano aver voce in capitolo, unitevi a noi, e promuovetevi con noi, ricordate
infatti che l'unione fa la forza e che solo in questo modo le vostre idee, le vostre
iniziative e le vostre aspirazioni potranno crescere e contribuire al miglioramento e alla
piena realizzazione di tutta l'umanità.
E qui ho concluso. Ma prima di lasciarvi vi
invito a vistare le altre pagine della nostra associazione e principalmente quella dei
nostri sponsors, delle promozioni, dei publishers, del software, delle iscrizioni e via
via anche tutte le altre. Basta un po' di tempo e divertendovi scoprirete tutta la nostra
politica di intervento e le nostre strategie di comunicazione. Ma nel caso che non
reputiate i nostri siti degni delle vostre attenzioni, allora in questo caso vi segnalo
altre realtà, vi saluto, vi auguro tanta felicità e spero di vedervi presto come nuovi
collaboratori del nostro Daimon Club.
FORUM ANTI COPYRIGHT SULLA CULTURA
www.publiclibraryofscience.org per
firmare l'appello della Public Library of Science
www.eprints.org
e www.openarchives.org per prelevare il software
gratuito che consente di creare un archivio interoperativo nel proprio sito istituzionale.
www.nofreelunch.org
qui gli scienziati denunciano gli effetti corruttori dell'intreccio fra ricerca medica ed
economia.
www.cspinet.or/integrity/database.html
questo è un database dove compaiono a fianco di ogni scienziato i suoi legami economici
forieri di conflitti di interesse
www.daimon.org
è il sito della nostra associazione impegnata a largo respiro nel diffondere la cultura
libera che dovrebbe essere alla base della grande rete.
www.ala.org
per la difesa della libertà di espressione e la lotta contro la censura del potere.
www.eff.org
per la libera espressione in rete e la lotta a tutte le forme di costrizione della
libertà di parola, di pensiero e di autodeterminazione.
Http://freenet.sourceforge.net
Freenet is a peer-to-peer network designed to allow the distribution
of information over the Internet in an efficient manner, without fear of censorship.
Freenet is completely decentralized, meaning that there is no person, computer, or
organisation in control of Freenet or essential to its operation.
www.cipherwar.com
, www.netstrike.it , www.hackmeeting.org , www.strano.net , sono solo alcuni indirizzi internet dove
potrete trovare notizie utili e manifestazioni di protesta elettronica online! Non perdete
dunque l'occasione di far sentire la vostra voce e di esprimere eventualmente il vostro
dissenso nei confronti di un mondo che potrebbe essere di certo migliore di quello che è
!!!
Un altro sito che ci ispira fiducia è
senz'altro quello del Liberty Alliance Project,
e poi quello dedicato alla tolleranza www.tolerance.it
. In ogni caso per mantenere un'ampia visione di quanto accade nel mondo, anche a
proposito di internet, da non perdere ci sono di sicuro questi altri siti: www.presstoday.com, www.wn.com
e www.html.it.
Sempre nelle pagine della Daimon Library
potrete trovare una sintesi ed un'analisi della
FILOSOFIA
"HACKERS" suffragata dall'etica della conoscenza di Monod e rielaborata da
Carl William Brown, che rilancia una visione olistica e naturalmente poco conformistica
della realtà! Il tutto ovviamente si riaggancia anche alla Daimonologia e alla creatività in genere.
Altre vie per condividere il sapere e mettere
a disposizione di tutti i nuovi ritrovati della scienza e della tecnologia sono indicate
nei seguenti siti: www.ffii.org dove si fa una discreta
guerra ai brevetti; www.fsfeurope.org
che rappresenta la Free Software Foundation Europe e poi www.copydown.inventati.org.
Altri siti che ci sentiamo di sostenere per
la loro visione filosofica che riguarda la rete e per i loro vasti contenuti a favore
della libertà di espressione e contro ogni forma di censura e di pseudocritica alle
potenzialità di internet sono: www.gilc.org ovvero il
sito Free Speech per la Global Internet Liberty Campaign e www.alcei.it
sito per la Libera Comunicazione Elettronica Interattiva. Parecchio materiale di natura
saggistica a riguardo della grande rete si trova anche nel sito di G. Livraghi www.gandalf.it
www.alcei.it ALCEI (Electronic Frontiers
Italy) è la libera associazione di cittadini che ha per scopo la difesa
della libertà di opinione, lo sviluppo culturale della comunicazione
interattiva, l’affermazione dei diritti del “cittadino elettronico”. ALCEI
sostiene il diritto per ciascun cittadino di esprimere il proprio pensiero
in completa libertà, come di avere il controllo della sua privacy personale;
e si oppone con forza a ogni tentativo di limitare questi diritti (dal
comunicato di novembre 1998).
www.wikipedia.org
Progetto molto interessante fondato da un americano, Jimmy Wales che
ha immaginato un sito dove chiunque potesse aggiungere voci, esporre la propria
conoscenza, e preparare testi enciclopedici condividendo il proprio sapere gratuitamente
con gli altri. II progetto della Wikipedia è stato lanciato nel 2001 in inglese da Larry
Sanger, Ben Kovitz e Jimmy Wales che, forti del sostegno tecnologico di bomis.com, che ha
messo a disposizione suoi server, hanno iniziato la loro avventura. "II mio sogno, ha
detto Wales, "è quello di rendere disponibile a tutti un'enciclopedia gratuita,
costantemente aggiornata, da chiunque. Così ogni giorno migliaia di persone mettono a
disposizione le proprie conoscenze realizzando schede che arricchiscono Wikipedia (dalla
parola hawaiana wiki, che vuol dire "superveloce"). Quasi un intento analogo è
portato avanti dal sito www.archive.org Oggigiorno la
Wikipedia ha già largamente superato i 700.000 articoli e naturalmente usa software
libero, seguendo i dettami di Richard Stallman, che peraltro è stato uno dei primi a
teorizzare la nascita di un'enciclopedia realizzata collettivamente in rete.
www.emule-project.net
Cos'è eMule? All'alba del 13 Maggio 2002 un tizio chiamato Merkur era insoddisfatto del
client eDonkey2000 originale ed era convinto che avrebbe potuto fare meglio. Così fece.
Radunò altri sviluppatori attorno a se e nacque il progetto eMule. Il loro scopo era di
rimettere il client nella strada dove prima eDonkey è stato famoso, aggiungendo
tonnellate di nuove caratteristiche e un'interfaccia grafica piacevole. Loro non potevano
immaginare che impatto avrebbe avuto questa decisione... Al giorno d'oggi, eMule è uno
dei più grandi e affidabili peer-to-peer client di file sharing in tutto il mondo. Grazie
alla sua politica di open source molti sviluppatori possono contribuire al progetto,
costruendo il network sempre più efficente con ogni uscita. EMule ti permette anche di
usare espressioni Booleane molto complesse che rendono le ricerche molto più flessibili.
Con il sistema di messaggi e amici, puoi mandare messaggi agli altri Client e aggiungeli
come amici. Nella tua lista di amici puoi sempre vedere se un amico è online. Con il
client IRC integrato, puoi chattare con gli altri utenti in tutto il mondo. Altri
softare di questo tipo sono www.bittorrent.com , www.bitcomet.com , www.xbinary.com
.
Progetto Mute-Net per conservare la privacy a tutti i
costi, e per superare i classicic programmi peer to peer che non la garantiscono. Infatti
la cronaca descrive quotidianamente l'attività di crackers che monitorano i rpgrammi di
file-sharing per controllare che cosa si condivide. Mute è un software di concezione
diversa rispetto ai soliti noti: garantisce l'anonimato, camuffando l'indirizzo IP ed
evitando le connessioni dirette tra Pc. La tecnica adottata è quella dei nodi: a ciascuno
è assegnato un indirizzo virtuale casuale. A partire dal nodo a cui è collegato, risulta
impossibile risalire all'IP del computer dell'utente.
www.piratpartiet.it
Tra le pieghe di Internet cresce e si alimenta il Partito dei pirati
italiano. Un movimento di utenti che si battono, con un nome provocatorio,
contro le presunte prepotenze di chi detiene i diritti d'autore su film e
musica. L'idea viene dalla Svezia, dov'è nato il primo partito dei pirati;
ma è stato un gruppo di utenti italiani il primo a raccogliere l'appello
svedese e a unirsi in una "internazionale dei pirati". Adesso i movimenti
che si riconoscono sotto questa bandiera sono attivi in 16 paesi; in Svezia
e in Austria sono anche partiti politici che corrono per le elezioni. Il
loro programma punta all'abolizione dei brevetti, al diritto a scambiare su
Internet qualsiasi file (musica, films, ecc.), purché per uso personale (non
a fini commerciali) e a una migliore tutela della riservatezza delle
comunicazioni digitali. Il tutto, in nome dei diritti dell'individuo come la
libertà di espressione, che sarebbe minacciata dal potere delle lobbies del
copyright. L'accusa è alle major che, anche in Italia, da tempo premono per
poter spiare con più libertà le comunicazioni su Internet, così da
incastrare i violatori dei diritti d'autore. Contro questo piano, il Partito
dei Pirati ha pubblicato anche un servizio a pagamento per scambiare file in
modo anonimo.
Search U.S.
Patents with new Google patents search by Paul Allen.
For nearly 20 years I’ve dreamed of an easy to
use search engine that would index all US Patents and make it easy for any
inventor or entrepreneur to do sophisticated patent research.
As an employee of Folio Corporation in the late 1980s, my job was to index
huge data collections, such as AICPA content, all the IRS publications, and
the US Code for our reference publishers who licensed our search engine
technology. We looked at patent data several times, but it was never a
project that actually got a sponsor.
With its introduction of Patent Search (in beta), Google has taken another
large swath of content and made it more accessible and useful than ever
before.
This will be a tremendous boon to inventors and entrepreneurs. Patent
attorneys will still have to help the lay person understand what they are
finding; but like individuals who do online medical research before going to
the doctor, the individuals paying the patent attorneys will be more active
in the conversation and more intelligent. Patent law will be less of a
secret art and more open to all of us. I think this will have significant
positive ramifications to business and entrepreneurship.
Contro_gli_abusi_siae_del_copyright.htm
Materiali contro l'abuso nel rivendicare i diritti d'autore (copyright) da
parte della SIAE;
petizione
"NO
COPYRIGHT" su formazione, insegnamento e cultura senza fini di
lucro. Casi vari, perizie tecniche, analisi della legge sul 22/4/1941
e successive, riflessioni giuridiche, culturali, filosofiche ed economiche
per contrastare questa legge antiquata che mina gravemente il diritto alla
diffusione libera del sapere, della cultura, della conoscenza e che al tempo
stesso mira a lasciare i cittadini nell'ignoranza più totale e si accanisce
contro quei poveri intellettuali che con grande fatica ed impegno cercano di
divulgare e di diffondere una certa sensibilità artistica, letteraria e
sociale, ovvero che cercano in pratica di migliorare la sensibilità etica ed
estetica di tutta l'umanità del nostro pianeta. Inoltre la mancanza di una
legislazione come il "Fair Use" statunitense e la rigidità del nostro
sistema blocca la creatività e la crescita dei siti culturali italiani e
quindi al tempo stesso inibisce la promozione del nostro territorio, del
nostro genio, delle nostre imprese e allontana i navigatori stranieri e
locali dalla nostra realtà, la qual cosa costituisce un danno per tutto il
paese.
Accanto all'ormai famosissimo Google Map,
è nato anche Google Patents che
ha messo in linea tutti i brevetti americani, e ancora Google Print, che poi
è diventato Google Book Search il
motore di ricerca che indicizza testi digitalizzati, sia coperti da
copyright, sia di libero dominio, e che promette di creare una piattaforma
che sarà per l'editoria digitale ciò che Itunes è ora per la musica. Presto
offrirà e-books interi a pagamento.
Alcuni siti in cui reperire materiale giuridico, consigli, testi, e
approfondire la filosofia e la letteratura contro gli abusi del copyright e
a favore di una diffusione libera della cultura e dell'arte che persegue
l'etica della conoscenza e del miglioramento della specie.
http://www.antiarte.it/eugius/sentenza_anticopyright.htm,
www.consulentelegaleinformatico.it,
www.consulentelegaleprivacy.it ,
http://www.copyleft-italia.it/
.
N.B.
All'interno della nostra politica libertaria si pone anche uno dei nostri progetti
riguardanti il software, e la libera circolazione di tutte le informazioni e di tutte le
conoscenze, teso a contribuire allo sviluppo e alla diffusione dei programmi liberi sulla
scia del lavoro svolto da Richard Stallman e da Linus Torvalds che hanno creato
l'opportunità della nascità di comunità legate ad una concezione della conoscenza
libera. Anche se permangono tuttavia all'interno dei seguaci o pseudo tali di queste
filosofie grosse limitazioni nella comunicazione e nell'approccio ad una libera
circolazione delle idee e delle metodologie della didattica noi crediamo opportuno
sostenere il software ed i programmi open source, in primo luogo quelli per il sistema
operativo Linux, ma non solo e per questo abbiamo creato anche una pagina dedicata a
questo argomento e chiamata appunto Daimon Linux.

JOIN US !!!
Against Intellectual Monopoly
Michele Boldrin and David K. Levine
UN ESEMPIO PRATICO delle grandi potenzialità della rete e della condivisione delle
informazioni è costituito dalla prima fase di un ambizioso progetto che prevede
l'allestimento di una rete di computer che gestisca una mole gigantesca di dati. La rete,
battezzata the Grid, è stata allestita dai laboratory del Cern di Ginevra per sfruttare
la potenza di calcolo dei computer di 12 paesi. Lo scopo del progetto è la gestione dei
dati di un esperimento sull'inizio dell'universo. Secondo gli scienziati del Cern, il Grid
potrebbe consentire a chiunque l'accesso ad un'enorme potenza di calcolo dal proprio
desktop. L'idea alla base della tecnologia Grid, è il collegamento dei computer in tutto
il mondo attraverso internet, in modo da creare una nuova generazione di macchine
superpotenti. La rete si rende necessaria in quanto alcuni problemi scientifici sono
ingestibili da un'unica macchina, per quanto potente. La rete del Cern verrà inizialmente
utilizzate per gestire i terabyte di dati generati da un nuovo acceleratore di particelle
chiamato Large Hadron Collider (LHC). Il Large Hadron Collider verificherà la teoria sul
Big Bang facendo scontrare i protoni fra di loro con la massima potenza. È stato
calcolato che i dati ottenuti dall'esperimento riempirebbero 20 milioni di CD all'anno e
ci vorrebbero 70.000 computer per analizzarli. Grazie al progetto LHC Computing Grid, gli
scienziati potranno accedere a risorse informatiche di tutto il mondo come se stessero
lavorano sulla propria macchina. La prima fase del progetto riguarda le risorse di calcolo
di istituti di ricerca di 12 paesi, ovvero Gran Bretagna, Stati Uniti, Svizzera,
Repubblica Ceca, Francia, Germania, Ungheria, Italia, Giappone, Russia, Spagna e Taiwan.
N.B. Lo stesso progetto di
condivisione del sapere e di potenza di calcolo si potrebbe applicare anche ad altre
ricerche, soprattutto nel campo medico, biologico e farmaceutico. Certo, in primo luogo ci
deve essere la volontà politica, economica ed intellettuale di sconfiggere i mali che
ancora mettono a dura prova gli abitanti di questo strano pianeta !!!
UN ALTRO ESEMPIO PRATICO Il movimento Move On nato al tempo di Clinton, quando la Casa Bianca era
nel vortice dello scandalo Lewinsky. All'epoca Boyd e Blades erano delusi da Clinton e
indignati per la strumentalizzazione del caso mandarono una e-mail a 50 amici per
suggerire una petizione al congresso: "Censor Clinton and move on" (censurate
Clinton e andate avanti ad occuparvi di cose più importanti). L'idea piacque ai
destinatari e ognuno girò l'email ai suoi conoscenti. Tre settimane dopo era successo il
miracolo. La petizione aveva 250.000 firme, e donazioni spontanee sufficienti a comprare
una pagina di pubblicità sul New York Times. Da una lista di indirizzi e-mail era nato un
movimento. Un anno dopo la sigla riemerse in un'America prostrata dal terrorismo e nel
2002 Move on era all'avanguardia del rinato pacifismo americano. La sua autonomia dai
mass-media "ricchi", la capacità di raggiungerei giovani hanno favorito il
successo delle manifestazioni pacifiste. Ignorati dalle tv, dall'ottobre 2002 fino
all'attacco in Iraq quasi ogni settimana cortei di due-trecentomila persone sfilavano per
le vie di San Francisco, Los Angeles o Washington contro la guerra. Il partito
democratico, titubante e diviso, stava a guardare. Ma il tamtam di Internet arrivava in
zone della società a cui la politica non parla da anni. A giugno MoveOn ha usato la sua
potenza organizzando per la prima volta delle "primarie online" per scegliere
l'avversario di Bush. Nessun candidato democratico ha osato snobbare l'appuntamento, tutti
hanno dovuto accettare di andare sul sito www.moveon.org
per rispondere alle email dei simpatizzanti. Con 320.000 voti in 48 ore, il 26 e 27
giugno, l'affluenza ha superato quella delle primarie "fisiche" del New
Hampshire, il tradizionale avvio della corsa alla nomination. Ed è lì che Howard
Dean ha cominciato a decollare. L'outsider a cui nessuno dava una chance è stato
plebiscitato dal voto online. Da quel momento MoveOn lo ha appoggiato e la campagna di
dean ha subito una metamorfosi: ai tradizionali comizi si sono affiancati gli incontri
spontanei organizzati in tutte le città d'America attraverso il passaparola del sito Meet
Up.
Internet si è rivelato una formidabile macchina di raccolta di fondi. MoveOn sta per
raggiungere i 10 milioni di dollari a furia di mini-donazioni da venti dollari l'una. Dean
distanzia i rivali, è oltre i 25 milioni di dollari. Il popolo anti-Bush ha capito che la
destra va battuta anche sul terreno delle risorse economiche. Ogni volta che MoveOn lancia
una nuova campagna - di recente la richiesta delle dimissioni di Rumsfeld - in poche ore
affluiscono versamenti sufficienti a comprare una pagina deL New York Times (40.000
dollari) o uno spot televisivo (300.000 dollari). Ora l'associazione ha indetto sul suo
sito un concorso di creatività, per selezionare tra giovani registi la più efficace
pubblicità televisiva di 30 secondi contro la politica di Bush: nella giuria siede tra
gli altri Michael Moore. La fantasia al potere è uno degli ingredienti di questo
fenomeno: ha avuto successo istantaneo l'iniziativa di una e-mail quotidiana sulle bugie
di Bush. MoveOn ha dei valori ma non ha un'ideologia, non ha un gruppo dirigente nel senso
tradizionale, tantomeno un'organizzazione di funzionari (oltre ai fondatori c'è solo un
direttore stipendiato a tempo pieno). La sua forza è nell'interattività. Come
selezionate i tempi su cui dare battaglia, ho chiesto a Joan Blades? "Fanno tutto gli
iscritti, dalle lettere che mandano al nostro sito capiamo subito qual è il tema del
momento, su cui sono pronti a mobilitarsi". Un recente documentario girato da
volontari di MoveOn - "Tutta la verità sulla guerra in Iraq" - è l'occasione
per organizzare degli house-parties, feste casalinghe in cui i simpatizzanti di MoveOn
possono conoscersi di persona. Come un monitor del Pentagono, il sito del movimento
esibisce una mappa degli Stati Uniti con tanti puntini luminosi per, ogni luogo dove si
tiene un party: in queste ore la mappa splende come un albero di Natale.
UN'ALTRO ESEMPIO PRATICO. INTERNET PER
TUTTI. DIVULGHIAMO IL SAPERE. Nelle Township più povere del
paese sono stati portati container con telefoni collegati a Internet. Anche chi non
possiede un telefono o ha pochi soldi a disposizione può fare chiamate interurbane o
internazionali, visto che tramite web il prezzo è ridotto. In molte delle zone più
povere del Brasile i governi locali hanno aperto Centri Internet Gratuiti per fare
formazione professionale ai giovani e consentire loro di visionare le opportunità di
lavoro in rete: il programma è reso possibile dall'uso del sistema operativo gratuito
Linux.
Percentuale Utenti Internet sul totale della popolazione
Stati Uniti 26,30 nel 1998 54,3 nel 2000; America Latina 0,80 nel 1998 3,2 nel 2000;
Europa Occident. 6,90 nel 1998 28,2 nel 2000;
Europa Orient. 0,80 nel 1998 3,9 nel 2000; Africa Sub Sah. 0,10 nel 1998 0,4 nel 2000;
Asia Or. e Pac. 0,50 nel 1998 2,3 nel 2000;
Asia Meriodional. 0,04 nel 1998 0,4 nel 2000; Stati Arabi 0,20 nel 1998 0,6 nel 2000; Nel
mondo 2,4 nel 1998 6,7 nel 2000
Internet per tutti, paesi poveri inclusi, dove ogni singolo possa esprimere la sua
opinione senza timore di andare in galera e ogni Stato contribuisca a decidere come dovrà
evolversi la Rete. Questi i temi principali del primo summit mondiale sulla società
dell'informazione che si è aperto ieri a Ginevra, per volontà dell'Onu.
Sedicimila-delegati da tutto il mondo, circa 200 nazioni rappresentate e decine di capi di
Stato a testimoniare come sul tavolo delle nuove tecnologie si giochi una delle partite
più decisive per lo sviluppo armonico del pianeta. A dieci anni dall'apparizione del
primo browser facile da utilizzare che rese il neonato web il fenomeno che oggi
conosciamo, l'Onu ratifica in maniera solenne l'importanza strategica di quell'invenzione.
Che non è più appannaggio di pochi ma è ancora lontana dal "servizio
universale" se nel 2000 il 54 per cento degli americani vi aveva accesso contro lo
0,4 per cento dell'Africa. E proprio la riduzione del "digital divide", la
sperequazione nella disponibilità di tecnologie della comunicazione, è il pensiero
dominante del vertice. È il primo grande tema, quello dei finanziamenti alle nazioni
povere affinché nel 2015 si possa raggiungere l'obiettivo, di connettere tutti i villaggi
della terra. Chi pagherà la fattura? Il presidente del Senegal Abdulaye Wade aveva
proposto, in fase di lavori preparatori, la costituzione di un fondo di solidarietà da
alimentare devolvendo un dollaro per pc o software venduto, oppure con l'1 per cento di
ogni telefonata. Nella bozza finale si è preso atto della necessità di aiutare i
bisognosi ma l'individuazione delle modalità migliori per farlo è rimandata al futuro.
Non meno spinoso è il tema della cosiddetta Governance di Internet, ovvero chi decide
delle specifiche tecniche che la rete dovrà adottare per sopportare la sua crescita.
Quali nuovi suffissi telematici creare (oltre ai .com, .it, e così via) per far spazio a
tutti, quali criteri di sicurezza per la posta elettronica piuttosto che per i siti per le
transazioni commerciali, solo per citare alcuni esempi. Sinora, semplificando, su queste
scelte si pronunciavano l'Intemet Society e l'Internet Corporation for Assigned Names and
Numbers (Icann), una compagnia no profit composta da migliaia di esperti che, sulla scorta
di un vecchio accordo con il governo statunitense, si riunivano periodicamente per
stabilire quali fossero le migliori soluzioni. "Il fatto che abbiamo sede in
California" si è difeso su Le Monde il presidente, l'australiano Paul Twomey
"non significa affatto che siamo un'emanazione del governo Usa". Che è
esattamente la preoccupazione di molti Stati Emergenti, Cina in testa. Pechino, tuttavia,
non ha potuto fare la voce grossa sino infondo perché è sul banco degli accusati sul
terzo grosso terreno di scontro del summit, quello del rispetto dei diritti civili. La
Repubblica Popolare è infatti, assieme a Iran e Arabia Saudita, sul poco invidiabile
podio degli Stati che esercitano un controllo più occhiuto delle comunicazioni on line,
sino al punto di mettere in carcere donne che osano parlare di sessualità in qualche chat
o dissidenti che pubblicano cose sgradite al regime. Contenziosi sviscerati nei lavori
preparatori e di cui, nella bozza finale, non si troverà soluzione. Nonostante l'impegno
del segretario generale dell'Onu Kofi Annan che, in apertura di vertice, ha ricordato che
"le nuove tecnologie ci danno l'occasione di migliorare gli standard di vita di
milioni di persone nel mondo" e l'entusiasmo del Ministro dell'Innovazione Lucio
Stanca che ha definito il documento qui licenziato "come la Magna Charta di
Internet".
FORUM ANTI COPYRIGHT SULLA CULTURA
GIOIE E DOLORI DELLE RETI.
Negli Stati Uniti
in questo periodo (fine anno
2003) si sta costruendo una rete di connessioni tra tutte le università e i laboratori
del paese, questa Internet Speciale chiamata e-science sarà in grado di collegare tutti i
ricercatori mediante fibre ottiche alla velocità di 10 mega bits al secondo. Grazie a
questo progetto, che si spera verrà poi allargato anche ad altre realtà, sarà possibile
trasferire e condividere enormi quantità di dati e di ricerche, compreso la mappatura del
genoma umano e sarà inoltre possibile lavorare con grande velocità e nello stesso tempo
su modelli tridimensionali delle varie proteine. Purtroppo invece dobbiamo allo stesso
tempo constatare che nel nostro paese tanti centri specialistici degli ospedali ancora
oggi non usano nemmeno la posta elettronica. Sempre in questo periodo l'America chiama a
raccolta i privati. Appello ai laboratori privati per accelerare la messa a punto di un
vaccino antiAids. Responsabili della sanità statunitense hanno proposto alle grandi
aziende farmaceutiche di collaborare con le strutture pubbliche e condividere i risultati
ottenuti. Obiettivo arrivare più rapidamente a un prodotto in grado di immunizzare dal
virus. Gruppi farmaceutici e organizzazioni non governative sono stati invitati a lavorare
insieme per dare il più "grande contributo mondiale alla ricerca contro la
malattia", ha detto Anthony Fauci, direttore dell'Istituto nazionale contro le
allergie e le malattie infettive (Niaid). L'invito ai privati è di sfruttare la vasta
rete di sanita pubblica americana per portare avanti test di efficacia sui vaccini in
sviluppo (una ventina). Si ridurrebbero cosi i costi per le aziende, in cambio solo di
"scambi e condivisioni di informazioni".
Sempre nello stesso periodo invece "Mouse d'acciaio inossidabile" è stata
liberata, ma c'è poco da festeggiare. È stata in carcere un anno, senza
un'incriminazione ufficiale, perché sul suo sito aveva osato fare dello spirito sullo
scarso rispetto governativo della libertà di espressione. Detto fatto. A Pechino la
satira online può costare davvero cara e spezzare la carriera a una ventitreenne
laureanda in psicologia non specializzata nel tenere la bocca chiusa di fronte a ciò che
la indigna. E se a metà novembre è stata scarcerata, Liu Di lo deve soltanto a una
fortunata congiuntura diplomatica, una visita in Cina del premier tedesco Gerard Schroeder
e un viaggio a Washington del primo ministro Wen Jiabao, che ha voluto mostrare
all'Occidente buona volontà.
Sono almeno 36, accusa l'organizzazione francese Reporters sans Frontieres, le persone
imprigionate per reati d'opinione commessi via Internet. Pechino e altri loro frequenti
bersagli sono riusciti a tenere l'organizzazione alla larga dal summit. Ma le notizie sono
circolate lo stesso, e sono assai fosche se è vero che la Repubblica popolare avrebbe
costituito una polizia speciale, forte di 30 mila unità, per spiare i 68 milioni di
cittadini che vanno in rete. Senza contare i filtri informatici che rendono inaccessibili
siti sgraditi all'esecutivo. Adesso Liu vorrebbe laurearsi ma non è affatto certo che la
lascino re-iscriversi. Le è andata pur sempre meglio che a sua nonna, ex giornalista del
celebre Quotidiano del popolo, che trascorse 21 anni ai lavori forzati perché etichettata
come contro rivoluzionaria. Per una Liu e altri due cyber-dissidenti cui hanno
concesso la condizionale, al webmaster HuangQi hanno addirittura commutato la reclusione
in un periodo di isolamento in un penitenziario di massima sicurezza. Motivo: già
colpevole di aver creato un sito per scrivere articoli critici della strage di Piazza
Tienammen, reato per il quale è stato condannato a 5 anni, ha ulteriormente peggiorato la
sua situazione ricevendo una delegazione di militanti dei diritti civili. Volevano vedere
la sua cella, in cui era costretto a dormire per terra. Ma il direttore non ha gradito
l'improvvisata, e gliel'ha fatta pagare.
Against Intellectual Monopoly
Michele Boldrin and David K. Levine
MA IL COPYRIGHT PUO' TUTELARE
ANCORA IL MERCATO?
Per la Corte di cassazione scaricare da internet files protetti da copyright
non è reato se non c'è scopo di lucro. Benché si riferisca in realtà a fatti
coperti dalla normativa precedente alla legge Urbani, questa sentenza è
un'utile occasione per discutere di proprietà intellettuale (copyright e
brevetti) in un'economia moderna. Sulla carta, la legge Urbani (che peraltro
non verrà mai applicata) è tra le più severe d'Europa. Ma ha ancora senso la
proprietà intellettuale? Lo dico come provocazione personale. So per esempio
che il direttore del Sole-24 Ore, anche perché ha fatto l'editore, la pensa
in maniera opposta. Ma parliamone... Partiamo dal caso più semplice, il
copyright artistico, cioè la proibizione di copiare, rivendere o utilizzare
in pubblico un cd o un dvd, che di fatto attribuisce al produttore un
diritto di monopolio. L'argomento usuale della Siae e della sua controparte
americana, la Riaa, è che questo monopolio permette agli autori di
recuperare i costi fissi per produrre una canzone.
Continua u pagina 12In sua assenza, molte opere d'arte non verrebbero
prodotte, e il mondo sarebbe più povero culturalmente. Ma questo è falso.
Lo sostengono Michele Boldrin e David Levine (due economisti della
Washington University di St. Louis) in un bellissimo libro disponibile su
internet, su cui gran parte di questo articolo è basato. Bach, Mozart e
Beethoven scrissero la loro musica quando il copyright non esisteva e gli
spartiti (i cd del XVIII secolo) venivano copiati liberamente. E certamente
Picasso avrebbe dipinto Guernica anche senza royalties su ogni poster che
riproduce il quadro.
Abolire il copyright non significa che un artista non possa vivere del
proprio lavoro. Se un cd di Madonna potesse essere copiato e rivenduto
liberamente, la prima copia costerebbe molto più del prezzo attuale, perché
porta con sé il diritto di rivendere il contenuto a qualsiasi prezzo il
mercato accetti. Le copie successive scenderebbero progressivamente di
prezzo, esattamente come oggi molti spendono 10 euro per guardare un film il
weekend dell'uscita mentre potrebbero vederlo a 3 euro dopo due mesi al
cineforum.
I profitti degli autori sarebbero in ogni caso sufficienti per coprire i
costi iniziali e offrire una remunerazione aggiuntiva; verrebbero però
grandemente ridotte le enormi remunerazioni dei cantanti e attori di punta.
Si dice spesso che questi guadagni sono determinati dal gradimento del
pubblico, e quindi dal mercato. Vero, ma sta a noi decidere se vogliamo che
il mercato sia monopolistico o concorrenziale. Per chi crede nel mercato, ma
non riesce a riconciliarsi con l'idea che un'artista possa guadagnare
milioni per cantare mentre si fa crocifiggere su una struttura di vetro
pensando di fare chi sa quale operazione culturale, oppure per fare
monologhi più o meno incoerenti alla televisione, la soluzione non è la
censura (che non funziona mai), ma l'abolizione del copyright.
Né il mondo sarebbe culturalmente più povero senza copyright, anzi.
Scomparirebbero le case discografiche, che oggi si accaparrano enormi
rendite e di fatto consentono l'accesso a pochi artisti. Molti più di questi
ultimi avrebbero quindi accesso al mercato, non essendovi più bisogno della
Siae che, di fatto, tiene alti i prezzi e i costi proteggendo il monopolio
di quei pochi che vengono distribuiti. Dobbiamo però temere che gli artisti
esteri diserteranno il mercato italiano perché non protetto dal copyright?
No, perché il prezzo che potranno ottenere è sempre maggiore di zero.
Lo stesso discorso vale per gli altri casi di copyright artistico, cioè per
libri e film, e in genere per la proprietà intellettuale, inclusi quindi i
brevetti scientifici. Quasi tutte le industrie nuove non avevano copyright
nella fase iniziale e più innovativa. In decine di settori tra i più
innovativi (moda, banche d'investimento, open source software) i costi fissi
sono alti eppure non ci sono brevetti.
Si dice spesso che il brevetto consente la ricerca in farmaci con alti costi
di sviluppo e domanda limitata, e quindi beneficia tutto il mondo. Ma i
costi fissi sopportati dall'industria farmaceutica sono più limitati di
quanto si creda, e la domanda è elastica. Fino al 1978 in Italia i brevetti
farmaceutici erano proibiti, eppure la nostra industria farmaceutica era
composta di decine di aziende con una reputazione mondiale di innovazione;
sappiamo tutti cosa è successo negli ultimi 30 anni.
Questi sono argomenti delicati, che richiedono un dibattito serio e
rigoroso. Per ora potremmo accontentarci di un passo più modesto ma
significativo. Se il ministro Bersani cerca già idee per la prossima
lenzuolata, eccone una: ministro, abolisca la Siae.
Roberto Perotti Il Sole 24 Ore 7 febbraio
'07
http://www.micheleboldrin.com/research/innovation.html Il libro di M.
Boldrin e D. Levine
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