Ogni azione
è conoscenza, ogni conoscenza azione.
Humberto Maturana e Francisco Varela
Il grandioso scopo della scienza è di abbracciare la massima quantità di
fatti empirici attraverso deduzioni logiche fatte a partire dalla minima
quantità di ipotesi o di assiomi.
Albert Einstein Pensieri di un uomo curioso
I concetti della fisica sono libere creazioni dello spirito umano, e non
sono, nonostante le apparenze, determinati unicamente dal mondo esterno.
Albert Einstein L'evoluzione della Fisica
Una vita senza ricerca non è degna di essere vissuta.
Platone Apologia di Socrate
Scoprire significa vedere quello che tutti vedono e pensare quello che
nessuno ha ancora pensato.
Albert von Szent-Gyorgyi, in Irving J. Good
Vincere la materia è comprenderla, e comprendere la materia è necessario per
comprendere noi stessi, e quindi il sistema Periodico di Mendeleev era una
poesia, più alta e più solenne di tutte le poesie digerite in liceo.
Primo Levi Il Sistema Periodico
Questa è l'essenza della scienza: fai una domanda impertinente e sei sulla
strada della risposta pertinente.
Jacob Bronowski
E' impossibile intrappolare la fisica moderna nel prevedere qualcosa con
perfetto determinismo, perché ha a che fare con le probabilità a partire
dall'inizio.
Sir Arthur Eddington in J.R. Newman The world of Mathematics
Non siamo autorizzati a supporre che esistano leggi fisiche, che siano
esistite fino a ora, o che continueranno a esistere in forma analoga nel
futuro.
Max Planck Relativity, L'universo alla luce della fisica moderna
La matematica, vista nella giusta luce, possiede non soltanto verità ma
anche suprema bellezza - una bellezza fredda e autera, come quella della
scultura.
Bertrand Russell
La scienza della matematica pura, nei suoi sviluppi moderni, può aspirare a
definirsi la creazione più originale dello spirito umano.
Alfred North Whitehead La scienza e il mondo moderno
L'uomo è confinato nei limiti angusti del corpo, come in una prigione, ma la
matematica lo libera, e lo rende più grande dell'intero universo...
Sballottato qua e là, senza meta, dalla tempesta delle passioni, la
matematica gli restituisce la pace interiore, risolvendo armoniosamente i
moti opposti dell'anima, e riconducendola, sotto la guida della ragione,
all'accordo e all'armonia.
P. Ramo
In tutte le cose della natura c'è qualcosa di meraviglioso.
Aristotele Le parti degli animali
Ho chiamato il principio secondo il quale ogni minima variazione viene
mantenuta, se è utile, con il termine di selezione naturale.
Charles Darwin L'origine della Specie
In ogni secolo gli esseri umani hanno pensato di aver capito definitivamente
l'universo e, in ogni secolo, si è capito che avevano sbagliato. Da ciò
segue che l'unica cosa certa che possiamo dire oggi sulle nostre attuali
conoscenze è che sono sbagliate.
Isaac Asimov
Anche gli insetti e i rettili più insignificanti hanno un importanza e
un'influenza nell'economia della natura maggiori di quanto si creda;
nonostante le piccole dimensioni che non li rendono degni di nota essi
producono notevoli effetti per il loro numero e la loro fecondità. Se i
vermi, che apparentemente rappresentano un anello piccolo e insignificante
della catena zoologica, venissero a mancare, si creerebbe una grave lacuna.
Gilbert White The natural history of Selborne
La foresta è un organismo di illimitata generosità, che nulla chiede
all'uomo: essa protegge tutti gli esseri viventi e offre la sua ombra
all'uomo che la distrugge.
Buddha
Saranno gli uomini responsabili dell'estinzione o della sopravvivenza della
loro specie. E' questa la grande novità storica del nostro secolo. Una
novità assoluta, e che può significare la fine di tutte le novità.
Octavio Paz
Proteggere il nostro ambiente odierno è anche un fatto di elementare cautela
e, nella misura in cui lo proteggiamo per la generazione futura, che è già
qui nelle persone dei nostri figli, è un fatto d'amore. Tuttavia, se
considerato dalla prospettiva dei nostri discendenti più lontani, è
fondamentalmente un fatto di giustizia, di rispetto dei loro diritti.
Joel Feinberg The rights of Animals and Unborn Generations
Più aumentano le nostre conoscenze sul comportamento dei Primati, più
piccole diventano le differenze fra Primati umani e non umani.
Teleki Geza
Proteggere il nostro ambiente odierno è anche un fatto di elementare cautela
e, nella misura in cui lo proteggiamo per la generazione futura, che è già
qui nelle persone dei nostri figli, è un fatto d'amore. Tuttavia, se
considerato dalla prospettiva dei nostri discendenti più lontani, è
fondamentalmente un fatto di giustizia, di rispetto dei loro diritti.
Joel Feinberg The rights of Animals and Unborn Generations
Jacques Monod. Il Caso e la
Necessità. Saggio sulla filosofia naturale della biologia contemporanea
(titolo originale: Le hasard et la nécessité). Traduzione di Anna Busi.
Oscar Saggi Mondadori, Milano 1996, pp. 210, € 7,20.
È il libro che ha suscitato nel mondo scientifico e filosofico il più vasto
dibattito dopo L’Origine della specie di Darwin. Muovendo dalle ultime
scoperte della biologia molecolare e del DNA, è dedicato non solo ai
biologi, ma a tutti coloro che si interessano alle prospettive più originali
della cultura moderna e ai rapporti delle scienze della vita con il pensiero
filosofico.
«Tutto ciò che esiste nell’universo è frutto del caso e della necessità» -
Democrito.
La biosfera. Noi vogliamo essere necessari, inevitabili, ordinati da sempre.
Tutte le religioni, quasi tutte le filosofie, perfino una parte della
scienza, sono testimoni dell’instancabile, eroico sforzo dell’umanità che
nega disperatamente la propria contingenza (p. 52).
Frontiere attuali della conoscenza biologica. Ritroviamo la certezza
dell’evoluzione nel suo insieme. Il miracolo è «spiegato», eppure ci sembra
ancor più miracoloso. Come scrive il cattolico Mauriac: «Quanto dice questo
professore è ancora più incredibile di quel che crediamo noi poveri
cristiani» (135).
L’origine del codice. Dobbiamo tenerci sempre in guardia da questo senso
così forte del destino. Il destino viene scritto nel momento stesso in cui
si compie, e non prima. Il nostro non lo era prima della comparsa della
specie umana [...] L’universo non stava per partorire la vita, né la
biosfera l’uomo. Il nostro numero è uscito alla roulette: perché dunque non
dovremmo avvertire l’eccezionalità della nostra condizione, proprio allo
stesso modo di colui che ha appena vinto un miliardo? (141)
Illusione dualistica e presenza dello spirito. Chi potrebbe dubitare della
presenza dello spirito? Rinunciare all’illusione che vede nell’anima una
«sostanza» immateriale non significa negare la sua esistenza, ma al
contrario cominciare a riconoscere la complessità, la ricchezza,
l’insondabile profondità del nostro retaggio genetico e culturale [...]
(153).
Selezione delle idee. Noi siamo i discendenti di quell’homo sapiens [...]
che aveva bisogno della spiegazione mitica. [...] È da loro che abbiamo
ereditato probabilmente l’esigenza d’una spiegazione, l’angoscia che ci
costringe a cercare il significato dell’esistenza. Angoscia creatrice di
tutti i miti, di tutte le religioni, di tutte le filosofie e della scienza
stessa (160).
Il Regno e le tenebre. L’invenzione dei miti e delle religioni, la
costruzione di vasti sistemi filosofici sono il prezzo che l’uomo ha dovuto
pagare per sopravvivere in quanto animale sociale, senza piegarsi ad un mero
automatismo (161).
Ontogenie mitiche e metafisiche. Di tutte le grandi religioni, la
giudeo-cristiana è indubbiamente la più primitiva, grazie alla sua struttura
storicistica direttamente connessa alle gesta di una tribù beduina, prima di
essere arricchita dall’avvento d’un profeta divino (161).
La rottura dell’antica alleanza animistica. Nell’arco di tre secoli la
scienza, fondata sul postulato di oggettività, ha conquistato il suo posto
nella società: nella pratica, ma non nelle anime. Eppure le società moderne
sono costruite sulla scienza (163).
Il male dell’anima moderna è questa menzogna che alligna alla radice
dell’essere morale e sociale. [...] Il rifiuto è rivolto proprio al
messaggio essenziale della scienza. La paura è quella del sacrilegio:
dell’attentato ai valori. E’ vero che la scienza attenta ai valori. Non
direttamente, poiché essa non ne è giudice e deve ignorarli; però essa
distrugge tutte le ontogenie mitiche o filosofiche su cui la tradizione
animistica, dagli aborigeni australiani ai dialettici materialistici, ha
fondato i valori, la morale, i doveri, i diritti, le interdizioni (165).
Etica della conoscenza. Le società moderne devono la loro potenza materiale
a quest’etica fondatrice della conoscenza, e la loro debolezza morale ai
sistemi di valori, distrutti dalla conoscenza stessa e ai quali esse tentano
ancora di riferirsi. Questa contraddizione è fatale, e scava quella voragine
che vediamo aprirsi sotto di noi (169).
L’etica della conoscenza è anche, in un certo senso, conoscenza dell’etica,
delle pulsioni, delle passioni, delle esigenze e dei limiti dell’essere
biologico. Nell’uomo essa sa riconoscere l’animale, non assurdo ma strano,
prezioso per la sua stessa stranezza; un essere che, appartenendo
contemporaneamente ai due regni - la biosfera e il regno delle idee - è al
tempo stesso torturato e arricchito da questo dualismo lacerante che si
esprime nell’arte, nella poesia e nell’amore umano (170).
Questa è forse un’utopia. Ma non è un sogno incoerente. [...] Ed è la
conclusione a cui necessariamente conduce la ricerca dell’autenticità.
L’antica alleanza è infranta; l’uomo finalmente sa di essere solo
nell’immensità indifferente dell’Universo da cui è emerso per caso. Il suo
dovere, come il suo destino, non è scritto in nessun luogo. A lui la scelta
tra il Regno e le tenebre (172).
L'AUTORE
Jacques Monod (1910-1976 Parigi, Francia), biologo di fama mondiale, premio
Nobel per la medicina nel 1965, per le sue originali ricerche sul DNA.
Autore, tra l’altro, di Per un’etica della conoscenza, Torino 1990.
L'ideale di Monod era la
conoscenza, come scopo supremo dell'attività dell'uomo, la sua specificità,
il suo destino.
Nati non foste per vivere come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza.
Dante V° canto dell'Inferno
Vedi anche il Confucianesimo ed il Buddismo che considerano l'ignoranza come
il peggiore dei mali.
A suo modo anche il Taoismo che esalta la saggezza e quindi anche la
conoscenza di se stessi e dell'uomo.
Stesso discorsom vale per tutti i filosofi antichi e quasi tutti quelli
moderni, anche se poi alcuni si perdono nei labirintici meandri del
linguaggio, e più che la conoscenza seguono la loro stupidità.
Paradosso costituito dall'esistenza stessa degli esseri viventi e dalle loro
proprietà essenziali, quelle di mantenere e moltiplicare strutture di
estrema complessità, che sembrano sfuggire alle leggi fisiche, paradosso che
resterà uno dei punti centrali della filosofia naturale di Monod.
Alla fine del 1957 Jacques Monod fu invitato a occupare la cattedra di
biochimica della Facoltà di Scienze dell'Università di Parigi. Egli accettò
e continuò anche a lavorare all'Insitut Pasteur. La sua cattedra,
originariamente chimica del metabolismo, fu ribattezzata cattedra di
Biologia Molecolare nel 1966.
Diavoletto di Maxwell Storia della fisica e della scienza (vedi Capra e
Trebeschi) Fisica Matematica Chimica Biologia Informatica
Al momento degli avvenimenti del maggio 1968 Monod diede immediatamente il
suo sostegno al movimento studentesco, contro il potere accademico, che
aveva da sempre considerato una delle cause principali del ritardo culturale
e scientifico della Francia. (Il movimento purtroppo lo considerava invece
parte integrante di quello stesso pèotere). Monod aveva manifestato in più
occasioni il suo impegno civile per la difesa dei diritti umani,
impegnandosi personalmente tutte le volte che era necessario. Soprattutto
dopo l'attribuzione del premio Nobel, Monod non fece mancare il suo appoggio
a ogni movimento politico e d'opinione che lottasse per la dignità dell'uomo
e della donna.
Il suo articolo sulla simmetria (On Simmetry) può essere considerato la
conclusione logica della teorizzazione sviluppata a proposito delle
interazioni allosteriche e il culmine delle sue riflessioni sul ruolo
generale in buiologia delle relazioni fra simmetria e funzione. Queste
riflessioni erano largamente influenzate dalla sua devozione agli ideali di
bellezza. Egli era stato sempre attratto dalla bellezza formale, simmetrica
degli organismi, soprattutto degli organmismi più semplici, la stessa
bellezza che aveva affascinato i grandi morfologi del secolo IXI, da Goethe
a Haeckel. Monod considerava la simmetria una costante naturale fondamentale
perché "senza invarianti, senza ordine, senza simmetria, la scienza non
sarebbe solamente noiosa, sarebbe impossibile". L'ordine, la simmetria, la
bellezza erano il fondamento del metodo scientifico: " A beautiful model or
theory may not be right; but an ugly one must be wrong." Monod rimane
comunque sempre aderente ad un rigido criterio sperimentale di valutazione
delle teorie, dato che "non possiamo scegliere una teoria perché essa ci
appare più soddisfacente di un'altra dal punto di vista estetico".
Per esempio le diverse e uniche funzioni del DNA si esplicano tutte
attraverso i due meccanismi fondamentali della trascrizione e della
replicazione. Entrambi questi meccanismi operano in successione, nel tempo e
nello spazio.La struttura elicoidale del DNA può essere considerata
particolarmente adatta a questa funsione, perché è l'approssimazione
naturale che più si avvicina a una sequenza strettamente lineare di simboli
disposti su un nastro. Ma questa struttura proprio per la sua simmetria,
pone alcuni problemi, come quello ormai classico dello svolgimento e
dell'apertura del DNA.....A questo punto si deve tuttavia notare che gran
parte del DNA dei procarioti e dei virus sembra adottare, almeno in certe
fasi della replicazione, una struttura circolare che comporta una maggiore
simmetria; usiamo qui il termine nel suo senso topologico, poiché è evidente
che un anello di DNA non assume geometricamente una struttura
ciclica.....Quando un edificio è costruito con pietre identiche (o molto
simili), si può pensare che il loro assemblaggio segua determinate leggi che
dovrebbero conferire all'aggregato un certo elemento di simmetria. Questa
aspettativa, molto generica, in certi casi può portare a prevedere con
precisione se ci si può aspettare che sussistano altre condizioni o vincoli
concernenti la struttura generale dell'aggregato. Un esempio brillante delle
possibilità offerte da questo metodo è stato dato nel 1956 quando Crick e
Watson hanno previsto che il rivestimento proteico (capside) dei virus
sferici doveva essere composto da un numero relativamente grande di
sottounità proteiche identiche, assemblate in una struttura che doveva avere
la simmetria di uno dei solidi platonici di ordine superiore. Come è noto,
tali previsioni furono rapidamente confermate e perfezionate in modo
ingegnoso, fra gli altri, da Klug e da Caspar. Guardando le loro immagini,
potremo vedere come una logica semplice, elegante e rigorosa debba portare a
risultati che soddisfano l'estetica. la scoperta del dodecaedro e dell'isocaedro
(che è stata fatta, sembra verso il 600 a.C. in una delle colonie greche
dell'Italia meridionale) è considerata da herman Weyl una delle più belle e
delle più importanti di tutta la storia della matematica. I Virus, a quanto
pare, hanno fatto questa scoperta molto tempo prima. Seguendo Paltone,
potremmo constatare che queste figure così perfette hanno più senso è più
"realtà" di qualsiasi altro oggetto. molto spesso il ricercatore non può
fare a meno di sentirsi molto più vicino a Platone, che è un idealista
radicale, piuttosto che a certi pensatori considerati "realisti" o
"materialisti". Un bel modello, una bella teoria possono essere insesatti;
ma se sono brutti, sono necessariamente sbagliati.
Vedi estetica e Platone, Bellezza uguale Bene e virtù. Estetica uguale a
Etica in Wittgenstein
Vedi Yeats e mio aforisma letteratura e scienza, arte e creatività.
Monod sentì il dovere di ripensare la scienza nell'insieme della cultura
moderna. "La modestia si addice allo scienziato, non alle idee che sono in
lui e che ha il dovere di difendere". Lo scienziato ha il dovere etico di
estendere il campo di azione della scienza per estrarne tutte le possibili
conseguenze di ordine generale.
La scienza è un indagine sulla natura del mondo fisico e il mondo fisico
include il cervello, il comportamento e le società umane. Lo scienziato ha
il dovere di spingere al loro limite le conclusioni che la scienza autorizza
per poterne comprendere il significato pieno. In questo senso il Caso e la
Necessità è una difesa della scienza e della sua capacità conoscitiva.
Tutto ciò che esite nell'universo è il frutto del caso e della necessità.
Questa conclusione era per lo scienziato la quintessenza della teoria
molecolare del codice e delle idee sulla regolazione cellulare e
sull'evoluzione. (Teleonomia, morfogenesi autonoma, invarianza
riproduttiva). Tutto questo è alla base dell'evoluzione biologica. Il caso
non è per Monod una confessione di ignoranza, ma un fatto, un dato. Per
esempio, la sequenza di una proteina è un caso nel senso che è impossibile
trovare una regola, teorica o empirica, che permetta di prevedere questa
sequenza. Il fatto sorprendente è che questa sequenza casuale sia riprodotta
milioni di volte con un meccanismo di altà fedeltà che assicura l'invarianza
delle strutture. Una proteina è una vera e propria macchina per la
precisione delle sue proprietà funzionali, ma nella sua struttura primaria,
chimica, si ha solo il gioco cieco delle combianzioni. "Il caso è captato,
conservato e riprodotto dal meccanismo dell'invarianza e trasformato in
regole, ordine, necessità." Il caso solamente è la fonte di ogni novità,
"alla radice stessa del prodigioso edificio dell'evoluzione". Il rumore
introdotto nel meccanismo pefetto della riproduzione invariante, il rumore
conservato con la musica è all'origine del nostro universo e della nostra
vita. "L'universo è pieno solo di rumori. L'uomo, per sua scelta, ne compone
a sua immagine una musica di cui si meraviglia come diceva James McGregor,
vale a dire il nostro caro Monod.
Far riferimento al libro dei mutamenti e al caso nel lancio delle monete per
la formazione degli esagrammi. fare ruifermento alle logiche sulla
previsione.
Aggiungere Dna, storia di everything, big bang, ecc.
Ora cominciamo a riconoscere non soltanto i meccanismi che permettono alla
cellula di produrre un costituente esenziale, ma anche quelli che le
permettono di non produrre quando esso non è più necessario. Così, proprio
come un organismo pluricellulare rappresenta una società di cellule
integrate per formare l'individuo, una cellula corrisponde in qualche modo a
una società di molecole organizzate per cooperare. Una società esige che
ognuno dei suoi membri si sottometta alle regole generali della comunità;
l'inosservanza di queste regole ha come conseguenza la distruzione
dell'armonia comunitaria, vale a dire la morte dell'individuo o della
cellula. Una società comporta dunque un sistema complesso e preciso di
comunicazioni e di segnali fra i membri costituenti la comunità. Negli
organismi pluricellulari ci sono sistemi complessi di comunicazione
intercellulare di natura chimica o nervosa che sono noti da lunga data.
All'interno della cellula, al contrario, solo negli ultimi anni sonomstati
messi in evidenza analoghi sistemi di comunicazione...Solo recentemente,
studiando i batteri, sono state raggiounte conoscenze più precise sul
meccanismo di trasferimento dell'informazione dei geni ai centri di
formazione delle proteine e sulla natura del fattore intermedio. Quest'ultimo
sembra essere un poliribonucleotide, designato col nome di RNA messaggero,
che ha un alto peso molecolare ed è formato a immagine della sequenza di
desossiribonucleotidi del gene corrispondente, grazie all'azione di un
enzima specifico. Questo RNA messaggero possiede inoltre la proprietà di
fissarsi ai ribosomi e di essere metabolicamente instabile, per cui va
incontro a un rapido rinnovamento. Con grande probabilità, i ribosomi si
comportano come macchine non specializzate capaci di formare tipi differenti
di proteine. E' l'RNA messaggero a imporre al ribosoma su cui si fissa le
"istruzioni" per la sintesi di una particolare proteina. Il funzionamento
dell'RNA messaggero porta rapidamente alla sua distruzione.....Questa
analisi fatta sui batteri dimostra che il materiale genetico contiene non
soltanto i piani architettonici che determinano la struttura di singole
molecole proteiche, ma anche un programma di sintesi coordinate e i mezzi
necessari per controllarne l'esecuzione....La regolazione degli organismi
pluricellulari presenta un ordine di complessità superiore poiché, secondo
il principio delle società organizzate, la facoltà di svolgere certi gruppi
di funzioni è delegata, in seguito al differenziamento, a particolari gruppi
di cellule.....E' vero che la scienza moderna riconosce e studia
l'evoluzione, sia quella dell'universo sia quella dei sistemi che ne fanno
parte, come la biosfera e, al suo interno, l'uomo. Noi tutti siamo
consapevoli del fatto che ogni fenomeno, ogni avvenimento, come d'altra
parte ogni "conoscenza", ogni trasferimento d'informazione, compèortano
un'interazione e che nessuna interazione può avvenire senza modificazione,
senza evoluzione del sistema che interagisce. Questo atteggiamento non
rifiuta tuttavia l'esistenza nell'universo di entità fisse e immutabili.
Secondo noi, non c'è contraddizione nel fatto che un sistema possa evolvere
pur restando per certi aspetti lo stesso. Al contrario, anzi, noi insistiamo
su questo punto: il metodo fondamentale, lo scopo ultimo che si propone la
scienza nel momento in cui descrive un mondo in evoluzione consiste nel
definire e nello scoprire le invarianze. Ogni legge fisica, è forse
superfluo ricordarlo, corrisponde ad una dichiarazione d'invarianza e la
fisica è fondamentalmente un insieme di "principi di conservazione", cioè la
definizione di un certo numero di invarianti universali. (Nulla si crea,
nulla si distrugge, ma tutto si trasforma; vedi anche in questo caso il Tao
della fisica, e il libro delle mutazioni). In realtà, è facile vedere che
l'interpretazione scientifica di ogni fenomeno, dell'evoluzione di ogni
sistema può e deve essere espresso esclusivamente in funzione delle sue
invarianti. Un esempio classico ci è dato dalla formula delle equazioni
differenziali, vale a dire dal modo che definisce il cambiamento in funzione
di ciò che resta invariato. Fatto ancora più significativo, come fa notare
Weisskopf, la forma più estrema dell'idea d'invarianza, cioè il concetto
d'identità assoluta, che è assente dalla fisica classica, svolge un ruolo
essenziale nella meccanica quantistica.
Far riferimento a comunicazione, condivisione, cooperazione, messaggi,
medium, trascrizione, programmi, informatica, letteratura e scienza, arte e
creatività.
Distinguere il vero dal falso è ciò che fa la scienza. Max Planck
Scienza Arte e Mistica
Secondo alcuni studiosi, le strutture portanti della nostra esistenza
sarebbero: la "Scienza" (approccio razionale), l'"Arte" (approccio estetico)
e la "Mistica" (approccio religioso). Queste teorie nulla di nuovo hanno da
dire sulle conquiste della Ragione. Anzi vanno indietro nel tempo in quanto
ignorano l'insegnamento galileiano. Esse infatti confondono la sfera
trascendentale della nostra esistenza (cui appartiene la mistica) con quella
immanentistica (cui appartiene la scienza). Esse inoltre mettono nel
cosidetto "approccio razionale" sia la Scienza sia la Matematica,
confondendo Logica e Scienza. Galilei insegna che, per scoprire la Scienza
(vale a dire la conoscenza), non basta il rigore della Logica Matematica
(quindi l'aproccio razionale). Se così fosse, la Logica del Creato sarebbero
stati i Greci a scoprirla, duemila anni prima di Galilei. La tesi galileiana
è basata su "Linguaggio", "Logica" e "Scienza" e non potrebbe essere più
rigorosa nel distinguere le tre conquiste della ragione. L'Arte infatti
appartiene al Linguaggio.
Antonino Zichichi in Galilei Divin Uomo
In realtà in una visione olistica tutte le cose sono da unire e vengono
quindi ad interagire tra di loro.
Si vedano le relazione tra etica, estetica, linguaggio, mente umana ed
esperienza che possono dar vita e ampliare i confini della nostra scienza,
vale a dire della nostra conoscenza. Un'etica della conoscenza infatti
prevede che per ampliare il nostro sapere sarebbero necessari degli
algoritmi di comportamento che devono tener conto di tutte le variabili
sopra citate, se vogliamo massimizzare ed ottimizzare le nostre possibilità,
diminuendo i tempi per le nostre ricerche e aumentando quindi la nostra
conoscenza. Il tempo in questo percorso è un elemento fondamentale perché
realizzerebbe vari vanatggi per la razza umana, che starebbe meglio e
saprebbe di più. L'organizzazione sociale e politica quindi influisce sulle
nostre conoscenze e deve quindi seguire una logica rigorosa che porti
benefici ed utilità a tutti gli esseri viventi. La maggior diffusione
dell'educazione ai massimi livelli, la diffusione di tutte le virtù, un uso
controllato e modico dei nostri vizi, un attento utilizzo delle risorse e
un'uguaglianza diffusa non potrebbero che far del bene all'umanità e alle
sue conoscenze. Quindi tutti coloro che non operano per la realizzazione di
questi algoritmi fondamentali, siano essi scienziati, artisti, politici o
imprenditori sono da ritenersi egoisti, avidi e in ultima istanza stupidi,
così come tutti coloro che non fanno gran ché per contrastare il dilagare di
questa terrena banalità. Infatti prima di filosofare bisogna pur vivere e
questo deve valere per tutti gli esseri umani. C.W. Brown
La natura non si prende gioco solo dei potenti, dei principi e
dell'autorità, ma forse si prende gioco anche degli scienziati stessi.
Postilla ad una riflessione di Galileo.
Carl William Brown
Gli animali sono delle buone creature e si adattano alle nostre varie
esigenze, siano esse affettive o peggio alimentari.
Carl William Brown
Vedi edifici vegetali
LOGICA ETC
Già nell'etimologia del termine derivante dal greco "Logos" si manifesta una
diversità di interpretazioni, a seconda che ci si riferisca all'uno
piuttosto che all'altro dei due significati: discorso, ragionamento. Altre
prospettive ci vengono offerte dalla definizione medioevale tramandataci da
Pietro Ispano: "La logica è arte delle arti e scienza delle scienze, che
domina la via ai principi di tutti i metodi". Si noti che in questa
definizione vengono posti in rilievo i diversi aspetti della logica, come
suprema arte, scienza, metodologia.
I filosofi scolastici distinguevano una logica minor e una logica maior:
nella prima si considerano soltanto le forme corrette del ragionamento,
prescindendo dalla verità delle premesse, nella seconda si studiano i
criteri che permettono di giudicare della verità delle asserzioni che fanno
parte dell'argomentazione.
Analoga distinzione è quella kantiana fra logica formale, che si occupa
delle condizioni del corretto dedurre, e la logica trascendentale che tratta
delle condizioni a priori che rendono possibile la conoscenza obiettiva.
Secondo G. Peano: "la logica matematica..... ha per oggetto le proprietà
delle operazioni e delle relazioni di logica. E' stato inoltre affermato
dallo stesso Peano che il fine della logica matematica consiste nella
soluzione del problema di formulare il più semplice sistema di nozioni
logiche necessarie e sufficienti per rappresentare gli enunciati matematici
e le loro dimostrazioni.
D. Hilbert, con la scuola formalista ha posto l'accento sul simbolismo: "La
logica matematica, altrimenti detta logica simbolica o logistica, è
un'estensione dei metodi formali della matematica al campo della logica".
Mentre nella logica aristotelica, forma tipica del ragionamento era il
sillogismo, si preferisce oggi prendere le mosse da quella forma di
deduzione in cui le proposizioni si presentano come elementi non
ulteriormente decomposti. Il calcolo delle proposizioni è alla base dei rami
della logica, poi vi è il calcolo delle classi, in cui si può sviluppare la
sillogistica: i due calcoli sopra indicati risultano due interpretazioni di
una stessa algebra astratta, l'algebra di Boole; infine nel calcolo dei
predicati si esprimono proprietà di oggetti e relazioni, in questo livello
più elevato trovano di regola la loro sistemazione le principali teorie
matematiche.
Lo scopo più immediato della logica consiste nel verificare l'esattezza dei
ragionamenti. Ma la logica non può e non deve limitarsi ad una semplice
verifica, la deduzione infatti non serve solo a sistemare nozioni già
possedute, ma è anche un potente mezzo di ricerca, come viene provato dalle
innumerevoli applicazioni del ragionamento matematico alle scienze e alle
tecniche più diverse.
L'idea di dirimere questioni del pensiero razionale mediante un calcolo
logico è stata lanciata da G. Leibniz. Più in generale, dal punto di vista
dello studio dei diversi aspetti del pensiero puro, possiamo asserire che la
logica ci offre potenti metodi per l'esplorazione dei "mondi possibili" in
senso leibniziano. (S'intende per "mondo possibile" un insieme di essenze
compossibili, tali cioè da non dar luogo ad intrinseche contraddizioni.
Secondo la filosofia Leibniziana, oltre il mondo in cui noi viaviamo
esistono "infiniti mondi possibili nella regione delle verità eterne - G.W.
Leibniz, Essai de Théodiceé, p. 515).
Ma anche molte strutture dell'universo dell'esperienza sensibile possono
venire esaminate mediante i potenti algoritmi della logica, in quanto di
tali strutture riusciamo a trovare modelli nei "mondi possibili" considerati
nel pensiero puro.
Specialmente nella seconda metà del secolo XX si sono sviluppate in modo
portentoso le applicazioni della logica e dell'algebra di Boole, più
semplice di quella classica, alla teoria delle calcolatrici elettroniche,
all'automazione e alla cibernetica.
La logica come viene ora da noi intesa deriva essenzialmente da una
tradizione ellenica. Secondo Diogene Laerzio, viene da Aristotele
considerato fondatore della logica (o dialettica) Zenone, della scuola di
Elea fondata da Parmenide, assertore della netta distinzione fra verità
razionale ed opinione di origine sensibile.
La logica, secondo Aristotele, si applica ai concetti universali (astratti
dalla mente umana a partire dalle cose sensibili) e si fonda sui principi
d'identità, di non contraddizione e del terzo escluso. Il principio
d'identità si esprime dicendo che ogni oggetto del pensiero logico è
identico a se stesso; il principio di non contraddizione afferma che "è
impossibile che la stessa proprietà si addica e non si addica allo stesso
oggetto nello stesso senso"; il principio del terzo escluso afferma che
"data un'affermazione ed una negazione (di uno stesso giudizio)....una di
esse è vera e l'altra è falsa.
Come nell'aritmentica greca non compare lo zero, così nella logica di
Aristotele non ha posto la classe vuota nelle argomentazioni: ciò non
significa che le regole di Aristotele contengano degli errori, ma soltanto
che si applicano ad un certo campo diverso da quello nel quale preferiscono
lavorare oggi i logici matematici.
Mentre la logica aristotelica, salvo cai eccezionali, opera sui concetti,
dei quali l'estensione è una classe, e può quindi considerarsi un'antenata
del calcolo delle classi, la logica stoica, operando su proposizioni non
ulteriormente analizzate, si presenta a noi come antenata del calcolo delle
proposizioni.
I due indirizzi della logica antica, aristotelico e stoico, specialmente
attraverso le opere di Boezio, confluiscono nel pensiero medioevale, dove
trovano un'armonica sintesi e nuovi sviluppi. Risalgono agli scolastici per
esempio le cosidette leggi di De Morgani sulla negazione di una congiunzione
e la negazione di una disgiunzione, di applicazione frequentissima nel
calcolo delle proposizioni. Inoltre nella Summulae logicales di Pietro
Ispano (papa) il primo capitolo si riferisce alle proposizioni e fornisce le
definizioni delle principali operazioni su di esse; il quarto riguarda la
teoria del sillogismo.
Un risultato molto interessante noto agli Scolastici medioevali, e
presumibilmente da loro scoperto è il teorema dello Pseudo Scoto: ex
absurdis sequitur quodlibet. Ciò significa che, se tra le premesse di un
ragionamento, figurano due proposizioni contraddittorie, è possibile
dimostrare rigorosamentee una proposizione qualsiasi. Tale risultato
presenta particolare importanza dal punto di vista della metamatematica, in
relazione al delicato problema della non contradditorietà di una teoria
matematica.
Non mancano, nel pensiero medioevale sottili indagini sulle aninomie
logiche. Raimondo Lullo filosofo poeta e mistico, viene considerato un
precursore della logica matematica, in quanto ideò dei procedimenti
meccanici per ottenere sistematicamente deduzioni da principi dati: le sue
concezioni esercitarono un'influenza sul pensiero di Leibniz.
Nell'umanesimo e nel rinascimento la filosofia scolastica viene criticata da
Lorenzo Valla, da Bacone (che considerava sterile e fonte di confusione il
sillogismo), e per Cartesio "syllogismorum formae nihil juvant ad rerum
veritatem percipiendam"; le regole logiche vengono sostituite da principi
metodologici. La matematica cartesiana non soltanto si basa sull'intuizione
per quanto concerne i fondamenti, ma anche per i singoli passaggi da un
enunciato all'altro. Galileo invece non spezza i legami con la tradizione
antica e medioevale, ma potenzia ed integra la sua logica considerata nelle
sue relazioni con il pensiero matematico e l'esperienza diretta, ovvero
l'osservazione empirica con le sue deduzioni.
Un deciso orientamento del pensiero logico verso una problematica in armonia
con le nostre attuali esigenze si presenta con Leibniz. Estendendo il
dominio della matematica tradizionale, limitato ai numeri ed alle figure, al
di là delle vecchie frontiere, Leibniz mira ad istituire un "calculus
ratiocinator" appliucabile ad ogni ordine di conoscenze razionali, in modo
da dirimere qualsiasi controversia. Secondo il pensiero Leibniziano
l'intento si raggiunge mediante l'introduzione di un vasto e potente
simbolismo, la "characteristica universalis", tale da esprimere i concetti
di ciascuna scienza che si vuol sviluppare razionalmente e le relazioni che
legano i concetti stessi.
I simbolismi dell'algebra secondo Cartesio, del calcolo infinitesimale
secondo Leibniz, e della logica matematica, sono da considerarsi province
del vasto impero della "characteristica universalis". L'opera logica di
leibniz non ebbe subito una risonanza in armonia con il suo alto valore,
anche se ci fu qualche degno continuatore della sua opera come il matematico
lambert. Nel secolo XIX con l'opera di Boole si giunge alla costruzione di
un algebra astratta (algebra di Boole) suscettibile di due interpretazioni
diverse: calcolo delle proposizioni, calcolo delle classi. Sistemazioni
della teoria logica delle relazioni sono dovute al Peirce ed allo Schroder.
Giuseppe Peano in un certo senso attuò il sogno di Leibniz in quanto compì
un'analisi dei concetti e delle operazioni fondamentali della logica, in
modo da poter tradurre mediante il suo elegante e preciso simbolismo nel
Formulario molti teoremi matematici, in parte con le relative dimostrazioni.
Gli ulteriori sviluppi della logica s'intrecciano strettamente con il
progresso della metamatematica, che ha ricevuto grande impulso dalle opere
di B. Russell, di D. Hilbert e dei loro collaboratori, per giungere ai
fondamentali risultati di K. Godel.
Risale almeno al filosofo stoico Crisippo la regola chiamata dagli
scolastici "modus ponendo ponens" o più semplicemente "modus ponens", detta
oggi comunenemente regola di separazione. La si può così enunciare: se in
una teoria è valida l'implicazione materiale A ____ B, e vale A
(antecedente), allora vale anche B (conseguente).
Come osserva il Godel: "La logica matematica la quale non è altro che una
formulazione completa e precisa della logica formale, presenta due aspetti
completamente differenti: da un lato è un ramo della matematica che studai
classi, relazioni, combinazioni di simboli, ecc.; dall'altro è una scienza
precedente tutte le altre, che contiene le idee e i principi che stanno alla
base di tutte le scienze.
Agli inizi del secolo XX, almeno tra i pensatori matematici, era diffusa
l'opinione secondo la quale la logica era una ed universale. Anche se per i
postulati, nella concezione del sistema ipotetico-deduttivo, si ammetteva
una scelta arbitraria da parte del matematico costruttore del sistema, per
la logica non si accettava una simile arbitrarietà. (si pensi al logicismo
di Russell). Ma intorno al 1920 la situazione muta: indipendentemente, per
opera del Lukasiewicz e del Post, vengono costruite nuove logiche
radicalmente diverse dalla logica tradizionale. (Anche se queste logiche
hanno una loro prima origine nell'antico pensiero filosofico greco, come
ammise lo stesso Lukasiewicz).
Accanto alla logica che si andava sviluppando nella civiltà greca,
specialmente per opera dei pensatori di preparazione e d'indirizzo
matematico comapre fin dal V secolo a.C. nella filosofia di Eraclito la
logica del divenire, nella quale vengono respinti i principi d'identità e
non-contraddizione: "nei medesimi fiumi scendiamo e non scendiamo, siamo e
non siamo". La logica eraclitea, venne in un certo senso accolta nel sistema
filosofico di Platone, come valida per il mondo sensibile, mentre il mondo
delle idee risulta invece retto dalla logica dell'essere di ispirazione
parmenidea. La logica del divenire sarà ripresa da Hegel con l'unità degli
opposti, tesi, antitesi e sintesi, e poi da idealisti e neo-idealisti. Si
pensi alle affermazioni di B. Croce :"A è insieme non A.... ogni cosa si
contraddice in se stessa". Gli sviluppi di detta logica, pur interessanti da
un punto di vista filosofico, non hanno finora trovato, per quanto ci
risulta, una vera e propria risonanza nel campo delle matematiche e delle
scienze in genere.
Vedi taoismo, libro dei mutamenti e Capra
Nell'Organon aristotelico, mentre troviamo sviluppata sistematicamente la
logica bivalente, si profila la possibilità di logiche diverse, secondo un
indirizzo di pensiero che finirà per condurre verso posizioni di singolare
rilievo nella filosfia della matematica contemporanea. Si tratta del campo
di validità del principio del terzo escluso, principio che Aristotele
enuncia nel modo seguente: "Data un'affermazione ed una negazione (di uno
stesso giudizio)... una di esse è vera e l'altra è falsa". Quanto si è detto
secondo Aristotele vale per i giudizi, tuttavia il principio in questione
non si estende a tutte le affermazioni in quanto "non ogni discorso è un
giudizio, ma quello cui si addice di essere vero o falso". L'eventualità di
affermazioni né vere né false, non rimane nel pensiero di Aristotele come
una vaga possibilità, ma si concreta, in armonia con i principi della
filosofia peripatetica
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