CAPITOLO  III°



 III.1  HOW TO BE AN ALIEN.   How to be an Alien  fu pubblicato nel 1946 ed ebbe subito una buona accoglienza. Da allora è stato ristampato più di trenta volte e tradotto in quasi altrettante lingue:


"Back in 1945, when André Deutsch was trying to build up a new publishing firm, he asked me if I had anything for him. I told him that I was fiddling about with some little essays which were linked by a basic idea: How to be an alien... He enjoyed what he read, but told me that there was not enough of it for a book. So I sat down one afternoon and added five thousand more words. If anyone had said to me that I ought to take more trouble, since forty years later this book would still be selling about thirty thousand copies a year..... well, I would have told that person, gently but firmily, that he or she ought to have his or her head examined."(1)


  Scritto dunque casualmente, il piccolo testo composto da saggi divertenti si rivelò una grande sorpresa editoriale.

  In parte abbiamo già visto gli esiti che l'accoglienza di tale operetta ebbe sull'autore ed ora ne approfondiremo i molteplici aspetti. Arrivato a Londra nel 1938, Mikes si trovò un pò a disagio nel nuovo mondo; infatti come ci spiega il Priestley:  "England is the land of privacy, and, therefore, the stranger who comes here is at a disadvantage."  L'impatto con la nuova cultura deve averlo impressionato parecchio tanto che nel corso degli anni successivi egli ha continuato ad avere  il  complesso  dello  complesso dello straniero:


"It was a  shame  and bad taste to be an alien, and it is no use pretending otherwise. There is no way out of it. A criminal may improve and become a decent member of society. A foreigner cannot improve. Once a foreigner, always a foreigner. There is no way out of him. He may become British; he can never become English. (op. cit. pp18).


  Uno straniero in un nuovo paese è un pò come un nuovo nato ed è per questo infinitamente più curioso degli indigeni, assuefatti al modo di vivere del luogo; egli in genere non condivide o trova estremamente diversi e bizzarri i vari comportamenti che di volta in volta si trova a comparare con i modelli della sua terra d'origine; ed è proprio su questo principio che opera Mikes, il quale evidenzia ed esaspera le qualità inglesi, che sostanzialmente si scostano da un clichè continentale, ottenendo in questo modo un forte contrasto, potenziale fonte di inesauribile divertimento.

  Abbiamo visto come il "sentimento del contrario", ed il concetto di incongruenza o di contrasto  siano alla base per molti studiosi del fenomeno comico-umoristico, e questo risulta giustificabile in quanto da uno scontro tra elementi incompatibili spesso nasce il paradosso, il quale a sua volta è foriero di situazioni  divertenti. (3)


"I believe, without undue modesty, that I  have  certain qualifications to write on "How to be an Alien".I am an alien myself. What is more, I have been an alien all my life. Only during the first twenty-six years of my life I was not aware of this plain fact. I was living in my   own country, a country full  of  aliens  and  I  noticed nothing particular or irregular about myself; then I came to England, and you can imagine my painful surprise. (op. cit. pp. 17)


  Il confronto con la diversità è quindi un nucleo fondamentale dell'esperienza narrativa del testo; la cosa però che subito fa scaturire un leggero sorriso è che  Mikes  inizia il suo divertente libretto contro le stranezze dell'Inghilterra con un piglio assolutamente ironico, quasi per giustificare e neutralizzare il suo stupore e mitigare il suo disagio. Tale reazione può trovare un'ipotetica spiegazione psicologica nella seguente affermazione di  Freud:" L'umorismo non è rassegnato, anzi esprime un sentimento di sfida, e costituisce non solo il trionfo dell'Io, ma anche quello del principio di piacere, che riesce in questo caso ad affermarsi a dispetto delle reali avversità... (4)

  Tale approccio, oltre che una difesa, esprime anche il desiderio, maturato negli anni da Mikes, di mitigare il divario con l'estraneo, di avvicinarsi ed integrarsi al popolo inglese. Descrivendolo minuziosamente ed attaccandolo attraverso le armi della scrittura, l'autore compie quello che  Escarpit ha chiamato una forma di esorcismo: "Le démon qu'exorcise Mikes est celui de l'exil, de l'oppression, du mépris. (5)

  Tutta la prefazione del libro ribadisce infatti tale impressione:


"So it is better to reconcile yourself to the sorrowful reality. There are some noble English people who might forgive you. There are some magnanimous souls who realize that it is not your fault, only your misfortune. They will treat you with  condescention, understanding and sympathy. They will invite you to their homes, just as they keep lap-dogs and other pets, they are quite prepared to keep a few foreigners. (pp. 18)


  Da queste frasi risulta chiaro come l'autore cerchi in primo luogo di guadagnarsi la simpatia del lettore assumendo una posizione subalterna rispetto agli abitanti del luogo, che risultano già come un insieme di autentici "snobs", e dalla sua postazione inizi a sferrare la sua controffensiva.

  I termini bellici non sono fuori luogo se pensiamo che nell'ambito etologico l'estraneo viene realmente considerato una minaccia ed è tenuto ad una  distanza di sicurezza, superata la quale, se non intervengono messaggi di sottomissione, scatta l'attacco.

  Riprendendo quanto dice Escarpit: "Prenant (Mikes) à bras-le-corps son propre destin de displaced person, il lui fait faire un tour de valse cocasse et enseigne à être un étranger." (6) ci rendiamo conto che l'inversione che attua Mikes non è che uno stratagemma per evidenziare le stranezze del paese che lo ospita e per sferrare le sue critiche nel modo più velato ed ambiguo possibile, cioè utilizzando lo stile ironico ed umoristico.

  L'esito che vuole ottenere è in ogni caso palese e dichiarato:


"The title of this book, How To Be an Alien, consequently expresses more than it should. How to be an alien ? One should not be an alien at all. There are certain rules, however, which have to be followed if you want to make yourself  as acceptable and civilized as you possibly can. Study these rules, and imitate the English. There can be only one result: if you don't succeed in imitating them you become ridiculous; if you do, you become even more ridiculous. (pp.18)


  Al di là di ogni ambiguità retorica, il testo ha un suo scopo primario ben preciso da realizzare; rendere ridicoli gli Inglesi, e si sa, come dice il proverbio francese: "Le ridicule tue."

  In questo caso la valenza spiritosa e contemporaneamente critica è resa dal dilemma conclusivo insolubile, date due diverse possibilità di comportamento, l'effetto sarà il medesimo e questo sembrerebbe contrario alla logica, in quanto due condotte diverse dovrebbero dare esiti diversi.   Troviamo un artificio simile per esempio nella risposta che Socrate diede ad un suo allievo che gli chiedeva se dovesse o meno sposarsi: "Fa come vuoi, te ne pentirai in ogni caso." Come vedremo in più occasioni è quasi sempre il confronto-scontro tra due piani referenziali contrapposti che genera la  situazione  umoristica,  come  d'altronde ha già messo in  luce Koestler, che  ha  elaborato la teoria della bisociazione. (7).

  Questo è il primo lavoro di Mikes sulla nazione inglese e all'epoca egli probabilmente non aveva ancora capito bene la mentalità di tale paese, è ovvio quindi che quanto scrive è sicuramente influenzato da pregiudizi e da un desiderio di rivalsa nei confronti di un habitat che gli pare un po' ostile.

  Al contrario di Voltaire, che aveva analizzato, nelle sue Lettres Anglaises,  l'organizzazione socio-culturale e politica dell'Inghilterra e ne era rimasto entusiasta, Mikes parlandoci in forma di leggera canzonatura degli usi e delle abitudini di tale nazione si avvicina più allo stile delle  Lettres Persianes di  Montesquieu o al The Citizen of the World di Goldsmith; con la differenza che non ha bisogno di usare l'artificio di fingersi straniero per osservare  con un occhio più disincantato e quindi più obiettivo i costumi del paese che sta visitando, infatti egli è realmente uno straniero.

  La razza inglese è sempre stata considerata in modo particolare; lo scrittore olandese G. J. Renier diceva appunto: " The world is inhabited by two species of human beings: mankind and the English." (8) e J.B.Priestley è dello stesso parere quando affermava: " They think there are no other men like themselves, and no other world but England..." (9) Continuando ad analizzare il carattere inglese il grande scrittore riconosce come tale paese sia in effetti un paradiso di individualità, di eccentricità, di anomalie e per questo lo riconosce come   il  più  adatto a fornire spunti eccellenti per il lavoro di un umorista; l'opera di Mikes dal canto suo sembra essere proprio una conferma di tale tesi.

  Il principio che offre all'autore il pretesto per una trattazione divertente delle caratteristiche nazionali è enunciato all'inizio del testo; i lettori vengono infatti avvertiti che: " In England everything is the other way round." (pp.20); in questo modo tutto diventa più comprensi-bile e naturalmente divertente:


"On  Sundays on the  Continent even the poorest person puts on his best suit, tries to look respectable, and at the same time the life of the country becomes gay and cheerful; in England even the richest peer or motor-manufacturer dresses in some peculiar rags, does not shave, and the country becomes dull and dreary. On the Continent there is one topic which should be avoided - the weather; in England, if you do not repeat the phrase "Lovely day, isn't it ?" at least two hundred times a day, you are considered a bit dull.... On the Continent people have good food; in England people have good table manners....Continental people are sensitive and touchy; the English take everything with an exquisite sense of humour - they are only offended if you tell them that they have no sense of humour. On the Continent the population consists of a small percentage of criminals, a small percentage of honest people and the rest are a vague transition between the two; in England you find a small percentage of criminals and the rest are honest people. On the other hand, people on the Continent either tell you the truth or lie; in England they hardily ever lie, but they would not dream of telling you the truth. Many continental think life is a game, the English think cricket is a game. (pp. 22)


Da questa lunga presentazione al testo possiamo renderci conto come in effetti la contrapposizione tra le abitudini e le caratteristiche degli inglesi e quelle dei "continentali" sfoci in un'analisi comparata delle sostanziali differenze tra i due oggetti del paragone. L'inizio di ogni nuova frase con le stesse parole dà un ritmo ripetitivo al discorso che viene a costituire un elemento di contrasto stilistico con la novità a sorpresa cui ci condurrà il successivo raffronto. All'interno di questa struttura narrativa si ha poi la presenza di una certa enfasi che tende, in alcuni punti, ad esagerare appositamente il dato di fatto per rendere in questo modo spiritosa l'osservazione; è il caso della frase "Lovely day, isn't it ?" che verrebbe ripetuta almeno duecento volte al giorno per essere certi di comportarsi in conformità alla norma, onde appunto evitare di sembrare monotoni non pronunciandola affatto.

  Le varie analisi di Mikes sono in effetti miti nei confronti delle abitudini del paese in questione, anzi in alcuni punti assumono addirittura un carattere di lode; questo si ottiene per esempio quando vengono messe in risalto l'onestà, il non-conformismo e la pragmaticità degli inglesi.

  Altre volte il discorso ci lascia più o meno indifferenti, anche se sempre un pò divertiti, fino a portarci al punto dove una manifesta incongruenza ci strappa un sorriso: è il caso della frase che pone volutamente l'attitudine di tale razza in una nuvola di ambiguità, essi infatti non mentono quasi mai, ma d'altro canto non si sognano lontanamente di dire la verità - c'è in tale periodo un crescendo di stupore in quanto non ci si aspetta l'esito finale, contraddittorio e divertente. L'inizio narrativo è costituito da osservazioni generiche fornite chiaramente all'autore dalla vita quotidiana; il materiale di base su cui Mikes lavora è "la realtà fattuale", questa gli offre lo spunto per la propria manipolazione letteraria e diventa l'oggetto delle sue speculazioni. In ciò troviamo un'evidente conferma di quanto nota a proposito il  Cazamian che parlando dell'umorismo di Shakespeare notava: " Le réalisme, point de départ et loi constante d'une oeuvre humoristique, n'est pas seulment le principe accepté de son art, mais en est la vie même. Une telle ouverture à la variété infinie des choses et des êtres exclut tout parti pris, toute théorie et tout choix préconçu. Or l'humour justement réclame la liberté d'une penseé sans aucune attache. (10)

  E' ovvio che l'abilità umoristica di Mikes, in molti casi crea un tipo di narrativa che si allontana considerevolmente da quella che chiameremmo "realista" o "naturalista", ma ciònonostante con l'impiego di una informale quanto sincera analisi psicologica arriva a svelare delle realtà impreviste; leggiamo ad esempio questo brano che concerne le forme di presentazione:


"Once the  introduction  has  been made you have to inquire after the health of your new acquaintance... Do not forget, however, that your new friend who makes this touchingly kind inquiry after your state of health does not care in the least whether you are well and kicking or dying of  delirium  tremens.  A  dialogue  like this:   He: "How d'you do?" You: "General state of health fairly satisfactory, slight insomnia and a rather bad corn on left foot. Blood pressure low, digestion slow but normal."  - well such a dialogue would be unforgivable. In the next phase you must not say "Pleased to meet you."  This is one of the very few lies you must never utter because, for some unknown reason, it is considered vulgar. You must not say "Pleased to meet you", even if you are definitely disgusted with the man.

A few general remarks:

1. Do not click your heels, do not bow, leave off gymnastic and choreographic exercises altogether for the moment.

2. Do not call foreign lawyers, teachers, dentists, commercial travellers and estate agents "Doctor". Everybody knows that the little word "doctor" only means that they are Central Europeans. This is painful enough in itself, you do not need to remind people of it all the time. (pp. 23-24)


  Risulta chiaro da queste battute come Mikes riesca ad ottenere un effetto umoristico opponendosi all'estrema formalità e all'estremo conformismo di certi "clichés" della comunicazione e prendendo alla lettera tali forme stereotipate ne denuncia l'implicita ipocrisia, rispondendo in modo completamente anomalo alle aspettative. Il fatto di dare un quadro completo del proprio stato di salute, dove chiunque altro avrebbe risposto solo con una frase altrettanto formale e al tempo stesso disinteressata, causa una necessaria sorpresa nel lettore e, al di là di particolari connotazioni nazionalistiche, ci spiega quale sia l'atteggiamento di un  umorista, il quale più delle volte ama andare controcorrente, rompere le convenzioni e denunciare le ipocrisie.

  Si delinea a poco a poco la reale e ovvia spiegazione del titolo del libro, se intendiamo infatti per alieno, colui che si comporta in modo diverso ed estraneo alle regole e convenzioni di un luogo, non ci sarà difficile scorgere in molte situazioni del testo proprio un invito a tale atteggiamento.

  How to Be an Alien è composto da tanti capitoletti su situazioni ed argomenti tipici della vita inglese; ma l'attenzione dell'autore si posa principalmente sui fattori comportamentali e ne risulta una sottile analisi più di carattere sociologico che non letterario-descrittiva.

  Prendiamo ad esempio la descrizione del clima inglese effettuata da S. Leacock nel libro My Discovery of England: " The Gulf Stream as it nears the shores of the British Isles and feels the propinquity of Ireland, rises into the air, turns into soup, and comes down on London. At times the soup is thin and is, in fact, little more than a mist; at other times it has the consistency of a thick Potage St.Germain. London people are a little sensitive in the point and flatter their atmosphere by calling it a fog; but it is not: it is soup.....The whole subject of daylight in the London winter is, however, one which belongs rather to the technique of astronomy than to a book of description. In practise daylight is but little used. Electric lights are burned all the time in all houses, buildings, railway stations, and clubs. This practise, which is now universally observed, is called Daylight Saving." (11)

  La descrizione è sicuramente umoristica e rende l'idea dell'atmosfera invernale del clima londinese, ma in questo contesto è il clima che viene considerato e solo di sfuggita viene posta l'attenzione sull'attegiamento degli abitanti di fronte a tali caratteristiche: al contrario Mikes sottolinea come, nel paese, proprio il tempo divenga uno dei soggetti preferiti di conversazione:


"Nasty day, isn't it ?"

"Isn't it dreadful ?"

"The rain.... I hate the rain...."

"I don't like it at all. Do you ?"

"Fancy such a day in July. Rain in the morning, then a  bit of sunshine, and then rain, rain, rain, all day long."

"I remember exactly the same July day in 1936."

"Yes I remember too."

"Or was it in 1928."

"Yes, it was."

"Or in 1939."

"Yes that's right." (pp.28)


  Il tempo in questo dialogo è solo il pretesto per prendersi gioco della mania degli inglesi di condurre, in certe occasioni, banali e superflue conversazioni; in ogni caso è un pretesto per sfruttare  certe forme di comunicazione fatica per ottenere un risultato divertente; ancora una volta Mikes si sofferma di più sulla natura psicologica di certi aspetti comportamentali che non sulla descrizione di ambienti e caratteristiche fisiche.

  E' una continua leggera presa in giro della natura anglo-sassone; egli, ancora prendendo lo spunto dal tempo, sottolinea come gli inglesi si sentano sempre al centro dell'universo:


"The British meteorologist forecast the right weather - as it really should be - and then these impertinent little anti-cyclones interfere and mess up everything. That again proves that if the British kept to themselves and did not mix with foreign things like Polar and Azores anti-cyclones they would be much better off." (pp. 29)


  Si tratta dunque di una guida alla mentalità inglese condotta con una sorprendente abilità e velocità: i piccoli saggi non seguono un ordine logico; il libro potrebbe essere letto anche in senso inverso e non cambierebbe proprio nulla.

  Il confronto continua, e lo spunto umoristico è per il momento offerto principalmente dall'"avvertimento del contrario" e dalla sua elaborazione linguistica e quindi intellettuale che sfocia nel "sentimento del contrario", tale evoluzione è per Pirandello (12) ciò che distingue appunto la comicità dall'umorismo e tale interpretazione calza perfettamente all'opera di Mikes:


"Foreigners  have  souls,  the English haven't.... The English have no souls; they have the understatement instead. If a continental youth  wants to declare his love to a girl he kneels down, tells her that she is the sweetest, the most charming and ravishing person in the world, that she has something in her, something peculiar and individual which only a few hundred thousand other women have and that he would be unable to live one more minute without her. Often, to give a little more emphasis to the statement, he shoots himself on the spot. This is a normal, week-day declaration of love in the more temperamental continental countries. in England the boy pats his adored one on the back and says softly: " I don't object to you, you know." If he is quite mad with passion, he may add: " I rather fancy you, in fact." If he would to marry a girl he says: " I say.....what about....". (pp.30-31)


 Nel passo soprariportato non solo abbiamo l'evidenziazione dell'understatement, che è veicolo di spirito e di umorismo ed è una tecnica linguistica e comportamentale tipica degli inglesi, ma abbiamo al tempo stesso la contrapposizione tra un'enfasi passionale tipica delle popolazioni continentali, espressa e ridicolizzata con la tecnica dell'esagerazione e la freddezza anglosassone, che raggiunge appunto il massimo nell' illimitata timidezza dell'understatement.

Entrambe le posizioni risultano un po' amplificate e per questo divertenti; Mikes per ottenere immagini umoristiche non esita a sfruttare tutti quegli atteggiamenti che si distanziano considerevolmente da una moderata e virtuale via di mezzo, che corrisponderebbe alla giusta ragione: tutte le variazioni rispetto a questo ideale, risultano ai suoi occhi leggermente assurde e ridicole e per questo sono idonee a veicolare messaggi risibili.

  In alcuni frangenti la brevità delle espressioni dell'autore è talmente pungente che lascia allibiti. E' il caso  dell'aforisma  che  costituisce  da solo il capitolo intitolato " Sex ":


"Continental people  have sex life; the English have hot-water bottles." (pp.35)


 In questo raffronto l'estrema condensazione metaforica della vita sessuale degli inglesi non suona certo come un complimento. In questo caso Mikes opera un'estrema riduzione verbale, che non fa altro che amplificare l'idea di estrema freddezza di questa popolazione; l'impressione spiritosa è fornita dall'arguta similitudine che serve a mettere in discussione, ed al tempo stesso a degradare, le qualità amatorie della razza britannica. Il tracollo di tali doti, simbolo di potenza, ottiene il risultato di mettere in risalto la superiorità dell'altro oggetto di paragone, cioè la popolazione del continente, e questo fa scaturire il riso.

  Per molti studiosi questa sarebbe infatti la causa principale che origina il riso; scoprire la nostra superiorità grazie ad una degradazione dei soggetti con cui ci confrontiamo; abbiamo visto come Hobbes dia appunto tale spiegazione al fenomeno comico,  e sulle sue tracce anche altri ricercatori hanno elaborato teorie analoghe, è il caso di  James Sully o  Alexander Bain (13), o ancora dello scrittore italiano Pietro Verri (14)

  I brevi "saggi" si susseguono ed è la volta del capitolo dedicato al "tè", poi alla "lingua", all’"ipocrisia", al "compromesso" e così via.

  Ogni volta Mikes trova un artificio per farci sorridere e senza mai essere sgarbato o scortese ci racconta anedotti, storielle, invenzioni, scherzi; ne risulta un pot-pourri, una letteratura farcita di ogni cosa, ed in questo simile alla narrativa satirica delle origini, sempre divertente e che non conosce alcun sentimentalismo o alcuna discesa nel volgare.

   Certo non possiamo dire che si tratti di letteratura impegnata, di saggistica, o tanto meno di un grande romanzo, per il momento Mikes ci propone una narrativa  leggera di "entertainment", assolutamente spassosa e stimolante dove però non mancano alcune analisi di rilievo che danno origine, tra le altre cose, ad un attacco nei confronti di tutti i luoghi comuni sugli inglesi.

Le critiche mosse al sistema inglese, potrebbero essere applicate, con la stessa efficacia, anche ad altre società; ciò risulta evidente quando si analizzano le varie descrizioni caricaturali di alcuni personaggi dell'ambiente culturale:


"It is extremely important that the B.I. (Bloomsbury Intellectual) should always wear a three-days beard, as shaving is considered a contemptible bourgeois habit. (the extremist left-wing holds the same view concerning washing, too).... Politically you must belong to the extreme left. You must, however, bear a few things in mind:

1) You must not care a damn about the welfare of the people in this country or abroad, because that would be "practical politics" - and you should only be interested in the ideological side of matters... (pp.58-62)


  Queste valutazioni consentono di intravedere un atteggiamento critico nei confronti di ogni conformismo e di ogni ipocrisia, inoltre, attraverso una leggera e irriverente canzonatura,  hanno la capacità di portare tutto ciò che viene considerato sullo stesso piano.

  Ne abbiamo un'ulteriore dimostrazione quando leggiamo il passo dedicato alla  presa in giro dell'apparato burocratico del paese:


 "The English  Civil  Servant  considers  himself no soldier but a glorified businessman. He is smooth and courteous; he smiles in a superior way; he is agreeable and obliging. If so - you may ask - how can he achieve the supreme object of his vast and noble organization, namely, not to transact any business and be left in peace to read a good murder story undisturbed ? There are various, centuries-old, true British traditions to secure this aim.

1) All orders and directives to the public are worded in such a way that they should have no meaning whatever.

2) All official letters are written in such a language that the oracles of Delphi sound as examples of clear, outspoken, straightforward statements compared with them.

3) Civil Cervants  never make decisions, they only promise to "consider" - "consider favourably" - or - and - this is the utmost - "reconsider" certain questions.

4) In principle the British Civil Cervant stands always at the disposal of the public. In practise he is either in "conference" or out for lunch, or in but having his tea, or just out. Some develop an admirable technique of going out for tea before coming back from lunch....(pp.86-87)


  Da questo passo riscontriamo in Mikes quella capacità di alternare a pagine di mero gioco letterario, pagine di un più alto contenuto critico-sociologico, ma che conservano comunque una valenza umoristica.

  Ciò in effetti è una qualità di grande importanza per la buona riuscita di un testo divertente, d'altro canto il fatto di travisare la realtà inserendo a proprio piacimento generalizzazioni, riduzioni o esagerazioni, crea una certa ambiguità di fondo attorno alle riflessioni dell'autore ed è forse per questo che il libretto, benchè fosse stato scritto con l'intento di ridicolizzare e criticare aspramente gli inglesi, venne accolto come un "funny book" e non creò alcun risentimento. Questo è forse attribuibile alla qualità intrinseca dell'umorismo di Mikes, che risulta dotato di quella "simpatia" che lo allontana dalla satira  più feroce.

  Siamo in presenza di una descrizione abbastanza bonaria dei difetti e delle imperfezioni della società, in cui Mikes non raggiunge mai livelli di indignazione; il suo linguaggio è sempre garbato e la sua critica non ha bersagli particolari, ma aleggia sull'intero sistema.


III.2   HOW TO BE AN ALIEN  e  LA SUA EVOLUZIONE.

 

  La brevità delle speculazioni di Mikes consente di avere in poche pagine una ricca panoramica della società inglese. Naturalmente, benchè gli spunti siano forniti  dall'osser-vazione del reale, tale narrativa rimane per il momento densa di innumerevoli giochi ed artifici retorici:


"Whenever you  stop your car in the City, the West End  or many other places, two or three policemen rush at you and tell you that you must not park there. Where may you park ? They shrug their shoulders. There are a couple of spots on the South Coast and in a village called Minchinhampton. Three cars may park there for half an hour every others Sunday morning between 7 and 8 a.m. The police are perfectly right. After all, cars have been built to run, and run fast, so they should not stop. This healthy philosophy of the police has been seriously challenged by a certain group of motorists who maintain that cars have been built to park and not to move. These people drive out to Hampstead Heath or Richmond on beautiful, sunny days, pull up their windows and go to sleep. They do not get a spot of air, they are miserably uncomfortable; they have nightmares, and the whole procedure  is called "spending a lovely afternoon in the open." (pp. 74-75)  


  In questo caso Mikes, partendo da problemi oggettivi e considerandone solo alcuni aspetti ne esaspera i lati più paradossali e ridicoli; attraverso alcune semplificazioni fa in modo che l'intero comportamento di alcuni componenti del sistema sociale risulti globalmente incongruo e ridicolo, ma non fa eccezioni, cioè coloro che risultano in antitesi rispetto alla logica, appartengono a diverse classi sociali e questo conferisce alla sua posizione un diplomatico ruolo di estrema imparzialità.

  A queste considerazioni abbastanza polemiche l'autore alterna poi espressioni che assumono, per il popolo inglese, quasi un valore di lode:


"In the  last  century,  when  a wicked and unworthy subject annoyed the Sultan of Turkey or the Czar of Russia, he had his head cut of without much ceremony; but when the same happened in England, the monarch declared: "We are not amused." and the whole British Nation even now, a century later, is immensely proud of how rude their Queen was. Terribly rude expressions (if pronounced grimly) are: "I am afraid that...", "unless...", "nevertheless...", "How queer.....", and "I am sorry, but....". (pp. 45-46)


  In effetti, taluni passi mettono il luce quell'aureola di "respectability" e di "politeness", tipica di una certa natura aristocratica dell'anima inglese; e rendono in qualche modo omaggio alla sempre tanto decantata civiltà anglo-sassone. Proprio per tale civiltà, caratterizzata tra le altre cose da una forte inclinazione all'auto-critica e da un proverbiale senso dell'umorismo, Mikes ebbe il disappunto di vedere accolto con grande simpatia il suo libretto; i suoi lettori lontani dall'offendersi, condividevano le analisi dell'autore, ed in ogni caso avevano quasi insensibilmente incassato le varie critiche.

  In realtà penso che a Mikes non ha potuto che far piacere il successo di tale lavoro e la conferma di un simile risultato nelle opere successive; il disappunto di cui parla l'autore riguarda in effetti il fatto di dover riconoscere che i suoi scritti non erano per niente di natura satirica o sarcastica, come egli inizialmente li riteneva, ma al contrario erano tipicamente umoristici. Forse egli avrebbe preferito raggiungere la grandezza di una critica alla Swift o alla Shaw, ma non si verificò niente di simile.

  L'umorismo di Mikes è infatti gentile ed indulgente; adottando i parametri estetici di Harold Nicolson potremmo definirlo "borghese" se contrapposto ad un umorismo più duro ed amaro, più escatologico ed osceno, tipico delle classi popolari, che viene definito dal critico "sardonic" o "cockney" humour. (15)

  In effetti parecchi critici sono inclini a considerare la simpatia e l'indulgenza come peculiarità dello stile umoristico; Priestley per esempio osservava: " Then it was observed that the great comic figures seemed to live in an atmosphere of affectionate indulgence, that the humorist delighted in his creatures and had not put them forward as bad examples or mere targets; and so critics concluded that sympathy and not antipathy was the secret of humour. (16)

  Le stesse opinioni sono espresse nell'articolo sull'umorismo dell'Encyclopedia Britannica in cui l'autore distinguendo tra "wit" e "humour" scriveva appunto: " By the mid-18th. century humour was no longer an abnormality and a fit subject for the satirist but rather a whimsical oddity or foible, amusing and innocent. But more than that, unlike wit, which was often severe, bitter and satirical, humour very frequently exhibited generous, benevolent sentiments of heart which, though exerted  in an  odd manner, it was said, justly commanded our fondness and love."

  Al di là di ogni riflessione critica la fortuna che accolse How To be an Alien  contribuì a lanciare definitivamente nel mondo della letteratura George Mikes ed il suo Editore.

   Pierre Daninos arriva perfino a considerarlo nel suo libro sui vari umoristi : "L'un des meilleurs  humoristes de notre époque... doué de l'humour le plus fin..." (17) e se leggiamo il seguente passo, riusciamo a farci anche un'idea del perché Daninos lo elogi in questo modo:


"While the Rumanian Radio was serializing (without my permission) How to be an Alien as an anti-British tract, the Central Office of Information rang me up here in London and asked me to allow the book to be translated into Polish for the benefit of those many Polish refugees who were than settling in this country. "We want our friends to see us in this light", the man said on the telephone. This was hard to bear for my militant and defiant spirit. "But it's not such a favourable light, I protested feebly." It's a very human light and that is the most favourable" retorted the official. (op. cit. cfr. nota 1)


  Il segreto è dunque semplice, la miglior qualità dell'artista Mikes è l'umanità, pura e semplice, ma profonda e sincera; e grazie a questa preziosa dote egli continuò a dilettare ed a istruire i suoi lettori per quasi mezzo secolo.

  Negli anni seguenti Mikes cominciò a viaggiare per il mondo; egli visitava nuovi paesi ed il risultato era sempre un nuovo libro; allo stesso tempo la sua produzione si arricchiva anche di testi di carattere più generale, classificabili sia come saggi, sia come testi di storia, sia come narrativa autobiografica. Avremo modo di analizzare alcuni di questi libri nei capitoli seguenti, ma quello che per ora ci preme di valutare è che l'attività di questo autore, non essendo impostata solo su una letteratura di "entertainment", che ha in ogni caso vari contenuti e molteplici pregi, gli ha consentito di acquisire una buona esperienza culturale, sia storica, sia filosofica, e questo necessariamente ha contribuito immensamente a far evolvere la sua scrittura ed il suo umorismo.

  Nel 1960, dopo aver pubblicato, dopo quel famoso How to be an Alien, circa una dozzina di libri, Mikes ritorna sui suoi passi e da alle stampe  How to be Inimitable (18), ovvero un ulteriore studio sulla nazione inglese; a sua volta seguito da  How to be Decadent (19), l'ultimo di questa trilogia dedicata alla Gran Bretagna.

  Proprio per la presenza di questi lavori è quindi interessante analizzare alcuni aspetti di questa evoluzione, che potremmo definire, in un certo senso, lo sviluppo diacronico del suo umorismo, e grazie a questo valutare meglio come alcuni fattori e soprattutto il parametro "tempo" influiscano su di esso.

  Nella prefazione di How to be Inimitable Mikes ci fornisce alcune motivazioni della sua nuova indagine:


"Many  things  have  changed in the last two decades. The Britain of 1960 is vastly different from the Britain of 1938, and even from the Britain of 1946, when I first published my impressions of this country under the title  How to be an Alien. The time has come, I feel, to revisit England. When I first came here, Englishmen were slim and taciturn, while today they are slim and taciturn. Then, they were grunting and inscrutable; today they are grunting and inscrutable..... Then, they kept discussing the weather rather dully; today they keep discussing the weather much more dully. Then, their main interests were cricket, horses and dogs, while today their main interests are dogs, horses and cricket. Then, the main newspaper topics were sex, crime and money, while today it is money, money, money and crime with a little sex somewhat perfunctorily thrown in. Then, Britain was being inundated by blooming foreigners and she did not like it. Today foreigners are called visitors, tourists and other fancy names - and in extreme emergency, when shortage of foreign currency is too pressing - even Distinguished European and a bloody foreign is most misleading. (pp. 97-98)


  La tematica dello "straniero" è ancora presente, ma attraverso un nuovo impiego dei termini è più ingentilita; l'autore vuole comunque sottolineare la persistenza di una certa mentalità, che d'altronde con il passare del tempo e quindi delle circostanze è obbligata a mutare . Nel passo soprariportato c'è tuttavia un'incongruenza di fondo, tra le prime impressioni che convogliano l'idea di una nazione fortemente modificata  in peggio e le successive constatazioni che ribadiscono l 'idea di una perenne staticità; contrasto ulteriormente accentuato per esempio dall'uso improprio della congiunzione avversativa "while" che introduce nella proposizione, diversamente dalla norma, un concetto identico al precedente.

  L'ambivalente significato di questa prefazione tende a porre in rilievo che nonostante molte cose all'interno di tale società siano cambiate, alcune in  meglio, altre in peggio, vi è tuttavia una sostanziale uguaglianza nella mentalità , frutto di quella tendenza fondamentalmente conservatrice e dunque ripetitiva della specie umana.

  Come sosteneva già  Bergson, che considerava appunto il comico come qualcosa di rigido e di meccanico, contrapposto ad una elasticità vitale, la ripetizione esprimeva una dualità tra un sentimento compresso che si distende come una molla e l'idea che si diverte a comprimerlo nuovamente (20); e proprio facendo riferimento a tale interpretazione riusciamo a comprendere come la tecnica espositiva di Mikes risulti umoristica. How to be Inimitable è tuttavia uno studio sociale che affronta tematiche più globali rispetto al lavoro precedente; l'autore si pronuncia su diversi fronti e le sue osservazioni costituiscono non solo una canzonatura degli inglesi, ma, oltre che ad essere divertenti e fedeli testimonianze di mutazioni epocali, diventano vere e proprie critiche sociologiche:


"If you want to be a modern Briton, you must be prosperous, or, preferably, rich. Richness has this in common with justice that it is not enough to be rich, you must also manifestly appear to be rich. The English, however, are a basically modest race, so you cannot just show off. in fact, you must hide your richness in an ostentatious, pseudo-modest manner, as if you were really poor.... Today, only the get-rich-quick businessmen, the vulgar, commercial barons and the lower layer of television comedians buy new Rollses and Bentleys. The patricians use Austin Sevens, Miniminors, scooters and bicycles, perhaps very ancient Rollses, or else Jensen and Bristols (the last two costing about £ 4,000 each but unrecognized by the masses.) (pp. 101)


In pieno "boom" economico Mikes non poteva non dedicare numerose considerazioni alle vistose variazioni che interessano le varie classi sociali.

  Gli aspetti che vengono maggiormente sottolineati e contemporaneamente criticati riguardano appunto il consumismo, l'arrivismo, la sfrenata ricerca della ricchezza e la vanità dei nuovi "signori", la falsa modestia ed il ridicolo e sottile snobismo dei vecchi aristocratici: tutti elementi portati da una maggiore prosperità e che confrontati con un modello di sano e virtuoso equilibrio, ideale naturalmente, sfociano indubbiamente negli eccessi e per questo diventano ottimi oggetti di scherno.

  In un periodo di veloci sovvertimenti è inevitabile che sorga uno stato di generale confusione e l'autore sfrutta tale condizione per evidenziare contrasti di fondo con la vecchia struttura; l'incongruenza del nuovo assetto e l'ossessione tipicamente inglese per la stratificazione sociale confermano la costante labilità e banalità degli atteggiamenti umani:


"The English talk - and talk a great deal - of upper, middle, and working classes. They also talk of upper-middle and lower-middle classes, and more recently they have started mentioning a top-working class - just to fit in between the middle-working class and the lower-middle class. This, of course, makes them fully conscious of how pitifully inadequate their language is to describe the other 120 clearly defined castes and 413 sub-castes of English society. What about the lower-middle-upper layer of the lower-upper-middle class ? What about the middle-middle of the middle-middle class? And how can you really clearly distinguish between the upper-upper-middle people who by no means qualify yet for the bottom upper ?

While all this goes on, the English remain staunch believers in equality. Equality is a notion the English have given to humanity. Equality means that you are just as good as the next man but the next man is not half as good as you are. (pp. 112)


   L'enfasi e l'amplificazione che caratterizzano il discorso  sulle classi rendono perfettamente l'idea di confusione e  tendono a focalizzare l'attenzione sulla complessità della  realtà; ne risulta un'implicita critica alla superficialità  dell'uomo, che troppe volte vuole ridurre e rinchiudere in  schemi fissi tale realtà, con la sola conseguenza di perdere  di vista la vera complessità  dell'insieme e di ribadire una  volta di più le proprie individualità ed i propri egoismi.

  La massima che conclude il periodo vuole appunto mettere in ridicolo quella superbia e quell'ottusità umana che contribuiscono a conservare sotto la maschera ipocrita di ideali di giustizia e di equità, il vero morbo della disuguaglianza sociale.

How to be Inimitable verte maggiormentesulle  modificazio- ni che il progresso ha causato e le differenze tra la cultura della nazione inglese e quella del continente lasciano il posto alle differenze tra le vecchie abitudini e le nuove mode, influenzate dalla religione del Dio "denaro".

  Vengono presi di mira e fatti oggetto di racconti umoristici innumerevoli argomenti tipici di quegl'anni, è così la volta della crescente mania del "viaggio", "del fare acquisti", della "televisione", della "pubblicità", della "politica", e via dicendo.

  L'inesauribile vena creativa di Mikes attinge da tutte le fonti possibili per originare pagine divertenti; per esempio seguendo i cambiamenti nel comportamento sessuale, egli scrive:


"This seemingly  most  immutable  of all social habits changes too - and changes fast. In an earlier volume of mine - a treatise on the English character - I wrote a very brief chapter on this subject. It ran: "Continental people have sex life: the English have hot-water bottles.": that was all. It has now become hopelessly out-of-date. How right was the kind (and to me unknown) lady who wrote to me in a letter: "You are really behind the times. In this field, too, things have changed and this is the most important - techniques have advanced. We are using electric blankets nowadays." And, no doubt, things will go on changing. I do not know for certain but I feel sure that A.I.D. - Artificial Insemination by Donor - was invented by Englishmen as a labour-saving device. Knowing the English character, and its marked lack of enthusiasm in this particular field, I am convinced that A.I.D. will grow immensely popular in no time and that soon it will be the rule rather than the exception. (pp.174)


 In questo brano gli sviluppi della tecnologia e della scienza servono appunto a costituire i termini di raffronto nel discorso sul sesso; ovviamente sono necessarie alcune elaborazioni mentali per fruire delle allusioni e delle metafore umoristiche, ma il principio che ci fa sorridere è sempre quello basato su una "degradazione " e su una "caduta di rango" delle persone, o della specie presa di mira; ciò naturalmente si può ottenere con vari artifici e nel caso specifico gli elementi che vengono a supplire alla enunciata frigidità inglese non possono non implicare un'idea di artificialità e di rigidità che ci richiama alla memoria quella "rigidità meccanica", contrapposta all'elasticità vitale, che Bergson indicava appunto come causa principale del fenomeno comico. Vi è poi l'esplicita ammissione di come uno scrittore umorista possa attingere idee, battute e considerazioni spiritose dall'ambito sociale che attraverso anonimi personaggi, in questo caso la "kind lady", suggeriscono inesauribili storielle e trovate spiritose.   A questo propositoleggiamo nell'Enciclopedia  dell'Umorismo: "L'umorista Anonimo è il più saccheggiato e plagiato da una moltitudine che si fa bella delle sue battute, ripetendole agli amici e magari - per chi l'umorismo è mestiere - manipolandoci uno sketch o una vignetta, una novella o una strofetta che firmerà col proprio nome."  (21)

  In effetti la realtà e la vita in genere offrono all'attento osservatore innumerevoli spunti ed aneddoti piacevoli che costituiscono per scrittori come Mikes un vero e proprio tessuto narrativo. Nel testo  Humour in Memoriam (op. cit.) l'autore stesso ci offre un'ulteriore conferma di questo discorso:


"The majority of  the funny  things described by humorists in the first person singular have, in fact, happened to their friends..., who never noticed anything funny at the time. To describe such an event as if it had happened to the humorists is a simple device to increase the story's impact and make it more dramatic - a literary trick novelists use all the time. Indeed, the only essential difference between the ordinary non-humorous person and the humorist is that the latter notices the humour in all situations while the other misses it. It was G.K. Chesterton who gave the perfect - and to my mind, final - answer to the question " Who makes the jokes ?", when he remarked, speaking of humanity at large: " You make the jokes: I see them." (pp. 40)


  All'interno di questi testi non vi è un "plot", non vi sono personaggi che ruotano intorno ad una storia che si evolve; troviamo comunque varie scenette e innumerevoli osservazioni ispirate a molteplici situazioni di vita ordinaria, che spesso lasciano spazio ad un atteggiamento fortemente ludico in grado di generare quel pizzico di   umorismo "nonsensical", all'interno del quale tutto diventa possibile; in How to be an Alien troviamo un ottimo esempio al proposito:


"If you become a bus driver there are three lovely and very popular games you must learn to play: 1) Blind man's buff. When you turn right just signal by showing two millimetres of your finger-tips. It is great fun when motorists do not notice your signal and run into your huge bus with their tiny cars....2) Hide and Seek. Whenever you approach a request stop hide behind a large lorry or another bus and when you have almost reached the stop shoot off at a terrific speed. It is very amusing to see people shake their fists at you....3) Hospital game. If you have to stop for one reason or another, never wait until the conductor rings the bell. If you start moving quickly and unexpectedly and if you are lucky - and in slippery weather you have a very good chance - people will fall on top of one another. This looks extremely funny from the driver's seat. (sometimes the people themselves, who fall into a muddy pool and break their legs, make a fuss, but, alas ! every society has its bores who have no sense of humour and cannot enjoy a joke at their own expense. (pp. 76)


  L'alternarsi di trovate simili, frammiste a riflessioni più o meno spiritose, conferisce al testo  una godibilità consistente e fa in modo che i vari resoconti sulla vita inglese assumano una forma di espressione variamente fantasiosa e che ha sicuramente una valenza gioiosamente ludica.

  Nei libri successivi tali artifici vengono mitigati, ma sono tuttavia sempre presenti, in How to be Decadent troviamo infatti:


"Bus drivers still play the happy games described in  How to be an Alien (available in all the better bookshops). But the buses have become much more sociable then they used to be. Nowadays they travel in groups of three. You have to wait forty or fifty minutes for a bus, but then you get three at a time, so you are amply compensated. It always makes me feel happy and prosperous whenever I travel in three buses at one and the same time. (pp. 232)


  In parecchie occasioni l'eccezione diventa la norma ed il tutto assume un'aria paradossale; in questo modo l'autore si prende gioco indistintamente di qualsiasi avvenimento o situazione, ed attraverso l'esagerazione, l'amplificazione, l'inversione, nonchè la ripetizione, riesce ad illustrare quei settori che evidenziano lacune o che potrebbero in ogni caso funzionare meglio; egli segnala la disorganizzazione che colpisce alcune fasce  dell'attività sociale, in più si diverte ad invertire il punto di vista e fittiziamente insegna come eseguire a puntino ciò che in realtà egli vuole criticare, modalità che rimanda al famoso "sentimento del contrario", già per Pirandello alla base del mondo umoristico. Tale risultato è spesso ottenuto attraverso la parodia del linguaggio amministrativo o politico:


"Road repair is an even more effective way of driving motorists insane. Under the excuse of "keeping the road in good repear", half the roads and streets of England may be costantly blocked, closed, halved, quartered, made one-way, etc. A secret order of the Ministry of Standstill reads: Inasmuch as after seven or eight years of strenuous work, minor road-repairs must unfortunately be terminated, the cooperation of the local authorities is now sought. As soon as the road is covered by the new asphalt, but before it dries it is to be torn up again by the gas authorities; the same procedure is to be repeated by the Water Board authorities; by the Inland Revenue; by the Local Education authorities; by the Chelsea Pensioners. As soon as the last-named body has completed operations, ordinary road-repears may safely recommence !. (pp. 149)


   Stando così le cose risulta abbastanza ovvio che non ci sono perlomeno problemi di creatività per lo scrittore brillante; infatti, all'interno della produzione di Mikes, sono innumerevoli gli episodi divertenti che nascono dalla collaborazione tra l'autore ed i vari attori della commedia umana, anzi sembra proprio che il mondo sia stato creato apposta per fornire materiale idoneo per l'elaborazione umoristica.

  Naturalmente gli anni passano ed i protagonisti come i vari scenari cambiano, tutto si evolve e muta; nascono nuove tendenze e vari movimenti collettivi; all'interno di questo marasma, Mikes sa individuare l'inclinazione di un periodo e da tale spunto costruisce una serie di saggi che fondono esperienze individuali e altrui, riflessioni spiritose e serie, ma tutte comunque legate da un'idea comune che in genere è lasciata intuire già dal titolo del libro.

  Così dopo il periodo del "Boom Economico" si delineano momenti di declino, e di tensione sociale; siamo verso la fine degli anni settanta e Mikes  dedica  ancora un libretto

al mondo anglosassone che sembra ormai, dopo anni di vario splendore, destinato ad un inevitabile declino: nasce così How to be Decadent:  


"After the II° World War they declared: "Let's be fair. We have been top Nation for centuries. We have done splendidly well once again. Now we must give others a chance. Let's decline"... Declining needs the effort of a united nation - not just one class, one layer; not just the politicians. It needs the unfailing effort of rich and poor, old and young, intellectual and illiterate, skilled and unskilled, shop floor and management. It is an arduous, almost herculean task but nothing will deter the British, once they have made up their minds. They played a great part in destroying Nazi Germany; the destruction of democratic Britain seems child's play compared with that. (pp 186)


  La corsa al benessere, al successo, e la prosperità che troppo enfatizzati  risultavano  un po' assurdi lasciano ora

 il posto ad un'epoca di declino e di involuzione, che, ugualmente, alla luce dello stile narrativo di Mikes, diventa non meno paradossale. In queste riflessioni possiamo leggere una critica rivolta all'incapacità britannica e del mondo in generale di creare un vero e proprio "Wellfare State" e di lasciare che le cose peggiorino piuttosto che modificare l'organizzazione e la mentalità sociale.

  Ora non serve, per creare effetti risibili, "degradare" retoricamente l'oggetto del suo studio, infatti la nazione inglese provvede all'azione autonomamente e l'autore non fa che da testimone al processo.

  C'è nella scrittura di Mikes una continua e sottile allusione ad un mondo più giusto, ordinato e sereno, nei confronti del quale tutto ciò che accade su questa terra risulta un po' assurdo e ridicolo. Il contrasto nasce proprio da questa opposizione tra la banalità dei comportamenti umani ed una logica superiore che viene in qualche modo percepita, ma che raramente è seguita.

  In questa atmosfera si susseguono innumerevoli osservazioni, alcune sono evoluzioni delle precedenti, mentre altre sono completamente inedite; sul tema sessuale, per esempio leggiamo:


"Yes, I agree, things have progressed. Not on the continent, where people still have sex-lives; but they have progressed here because the English now have electric blankets. It is a pity that electricity so often fails in this country." (op. cit. pp. 214)


e a proposito degli "omosessuali" che ormai rivendicano liberamente le loro caratteristiche:


"In fact, today you may tell jokes about Jews, black people, Scots, the Irish, dentists, policemen, dictators, our own politicians and even cats... In other words you may joke about anything you choose except homosexuals. That is the one sacred cow, the one taboo. Should you break that taboo, however innocent your joke, any homosexual present will attack you with flashing eyes for being a reactionary fossil, an insensitive twerp and an enemy of progress. I wouldn't even mind that. They are humourless - so what ? That is their business. But why on earth don't they call themselves gloomy, lugubrious, dejected, glum, mopish, sullen or grim ? Why gay, the one thing they are not ? (pp. 215).


  In questa occasione l'autore è un po' più aspro  e giocando sul doppio senso dell'aggettivo "gay", critica sia i diretti interessati, che forse sono solo vittime di questo epiteto, sia l'impiego sociale di un uso distorto della lingua che, in parecchi casi da spazio a spiritose contraddizioni.

  Sempre a proposito del linguaggio, l'autore sottolinea come l'uomo riesca a complicarlo spesso arbitrariamente, forse con l'intento eufemistico di addolcirne i significati attraverso i significanti:


"Remember that everything is a "situation" or a "problem" nowadays. In the old days a man was travelling, today he is in a travel situation. In the past he got married, today he finds himself in a marriage situation. In the past he went bankrupt, today he has a liquidity problem. In the old days he was impotent, today he has a virility problem. (pp. 198).


  Le sottili valutazioni polemiche continuano, e ci sembra di trovarci di fronte ad un "grande osservatore" ultraterreno, che senza essere troppo sarcastico o satirico è ugualmente fortemente polemico e non si risparmia di certo gli innumerevoli giudizi e le argute frecciatine al sistema che sta analizzando nella sua globalità; si tratta quindi di un umorismo panoramico, che non diventa mai di parte.

  La disposizione mentale di Mikes  è estremamente positiva ed ottimistica; nonostante i problemi ed il difficile momento economico, egli sa trovare soluzioni divertenti e riesce a sdrammatizzare la realtà, veicolando in questo modo una certa fiducia nell'avvenire; sorridendo infatti, ci sentiamo più forti e preparati per far fronte alle ostilità dell'esistenza. Sorridendo il mondo sembra diventare più solidale, e anche se ciò dovesse essere un'illusione, rimane il fatto che tale illusione ci aiuta a vivere meglio.

  Continuando le sue constatazioni sul Regno Unito, che ormai ha perso un impero, e da nazione leader ora è diventata un semplice satellite europeo, Mikes scrive:


"As we are a poor nation we behave like a poor nation. We are neither snobbish (not in any way) nor pretentious - so why act like a rich nation ? Other poor nations have a lot of holidays, so we shall have lots and lots of holiday. We shall stop work as often as possible and become poorer still. We must be modest and give the Germans and other industrious blokes the chance of working hard, becoming richer and making the money we want to borrow from them. (pp. 230)


  Verso la fine di questo libretto avvertiamo nonostante tutto che l'autore ormai si sente perfettamente integrato nel mondo inglese; anzi si lamenta che dopo aver impiegato parecchi decenni per  diventare  un vero "Englishman", l'Inghilterra stia diventando sempre più europea. La divertente fusione tra un brillante spirito ed un mondo quanto mai ricco ed originale è al termine; il loro incontro-scontro ha dato vita ad una produzione umoristica tra le più raffinate, e questo è di per sè straordinario, in più alla fine si può affermare che le due parti si sono perfettamente amalgamate, per cui non si potrebbe ormai lontanamente pensarle come entità separate ed indipendenti, senza perdere la felicità della loro unione.

  La conclusione che l'autore stesso elabora è tra le più simpatiche, ed in essa appare perfino una sfumatura sentimentale; ciò ci dimostra ancora una volta come tale letteratura bonariamente voglia insegnare all'uomo a divertirsi delle sue debolezze e al tempo stesso lo aiuti a identificarle ed a eliminarle:


"Many people are  leaving  this  country: too many strikes, too little public transport, the falling pound and standard of living, the sinking economy, the uncertainty of their children's future: they want no more of all this. Good luck to them. I, on the other hand, am going to stay even if Britain becomes a desert island with me as her Robinson Crusoe..... Besides, this country accepted me in my hour of need and I am not abandoning her in her hour of need (although I have a vague suspicion that I am of not to much help.) I have changed my country once and this is, I feel enough for any man for a lifetime. Let England and me decay together. We are both decaying in good company. Let me say one more thing in conclusion. When I wrote that other little book, thirty years ago, I admired the English enormously but did not like them very much; today I admire them much less but love them much more. (pp. 263)


III.3  HOW TO SCRAPE SKIES  e  I LIBRI DI VIAGGIO.

 

   Nel 1948 dovendosi recare negli Stati Uniti per incontrarvi i propri famigliari  (il fratello infatti viveva là, ed in quel periodo la madre e la sorella dovevano raggiungerlo), Mikes accolse il brillante suggerimento della moglie che gli disse: " Why don't you go over and write a sort of How to be an Alien book about the Americans ?". Queste parole, a detta dell'autore costituirono la molla della nuova impresa e non solo; ecco come nella prefazione di   How to be a Yank. (22) ci spiega il fatto: " These few words settled the problem of my journey, and they also settled my life style for the next twenty years or more: I was to continue travelling from country to country, writing books about them".

  Una buona parte della sua produzione infatti è costituita da libri che raccontano e spiegano le caratteristiche salienti delle nazioni che hanno costituito la meta dei suoi viaggi.

  Nel mondo letterario sono moltissimi gli scrittori che hanno dedicato almeno una delle loro opere alla descrizione del proprio o altrui paese, e le tematiche legate al viaggio sono praticamente infinite; per di più Mikes era reduce dal successo di How to be an Alien, ed è quindi ovvio che abbia

pensato di applicare lo stesso metodo e lo stesso stile narrativo all'analisi di paesi diversi.

  La grande curiosità e le sue qualità professionali rendevano il compito ancora più entusiasmante; inoltre le diversità culturali di nuove località costituivano degli ottimi termini di paragone da porre a confronto con il mondo da lui e dai suoi lettori ormai ben conosciuto; ciò non poteva non creare un'infinità di contrasti e di incongruenze che come abbiamo visto sono gli elementi migliori per originare un'atmosfera umoristica.

  Il desiderio di conoscere il mondo intiero è stato la molla di numerose imprese che attraverso i secoli hanno sicuramente contribuito, nel bene e nel male, a conferire al nostro pianeta l'assetto attuale; anche Mikes dal canto suo non era immune da questo impulso, e nel suo piccolo ha certamente fatto la sua parte, dato che ha scritto libri su quasi tutti i continenti del globo, dandoci la possibilità di conoscere e di divertirci alle spalle di tutte quelle stranezze che rendono così bizzarro il nostro universo.

  Grazie ai mutamenti di spazio e di tempo e grazie alla sua superba inventiva, Mikes ha a disposizione un materiale praticamente inesauribile, tanto più inesauribile in quanto egli non pone limiti di sorta alla sua riflessione.

  Gli Stati Uniti costituivano certamente una forte attrazione per il mondo occidentale, e quindi anche per Mikes che introduce così il suo nuovo lavoro:


"After the appearance of my little educational treatise   How to be an Alien, I was bitterly reproached by a number of people for having written the book at all. "Who wants to be an alien ? " people asked me indignantly.  " We all want to be Americans. All of us: the two thousand million non-american population of this earth, children of all ages, continents, sexes and religious denominations; rich and poor, old and young, black and white, small and great. The coming century is going to be the century of the Americans." " You are wrong " - I objected - "it's going to be the century of the common man." "Same thing," they retorted. "Aren't the Americans common enough ?" Well, I have always wanted to be a man with a mission; the only difficulty was deciding what my mission should be. There it was now, my great opportunity - to tell people how to be americans." (23)


 La forma "How to be", tipica di quasi tutta la produzione Mikesiana, rivela necessariamente, con tutte le riserve del discorso ironico, un'intenzione didattica: il viaggio è dunque un motivo per indagare, scoprire e poi spiegare nuovi contesti ai propri lettori, oltre che a sé stesso; non è quindi una fuga dalla realtà, ma certamente una fuga dalla noia di situazioni note; in questo senso tale letteratura non è né sterile, né tantomeno superflua.

  Non ci troviamo dunque in presenza di viaggi fantastici, come può essere  Alice nel paese delle meraviglie o di avventura , sul modello dei romanzi di Verne; né tantomeno di viaggi nel mondo dell'illusione e del sogno, come può essere il capolavoro di Cervantes; i libri di Mikes sono strettamente legati alla realtà ordinaria e solo attraverso il suo stile espressivo e la sua inventiva arrivano ad assumere una valenza umoristica ed a differenziarsi da quelle che sono normali guide o resoconti di viaggio. 

  La narrativa in questione potrebbe essere definita, usando una terminologia teorica, sia di tipo empirico, cioè fedele alla realtà ed alla storia, sia di tipo mimetico, legata cioè alle impressioni suscitate dall'ambiente ed ai vari comportamenti umani (24); all'interno di questa narrativa sono frequenti i riferimenti autobiografici e sul tutto si innesta l'uso sapiente di tecniche retoriche che la rendono in ultima analisi umoristica; il contenuto dei testi rimane comunque affidabile, in quanto l'autore scrive sempre con cognizione di causa:


"I should like to  assure readers before going any further that they may rely on my guidance. I spent two full months in the United States, studying their history, economics, politics, ethnography, constitution, race-problems, legislative, executive and juridical institutions, as well as American social life, geology, genealogy and anthropology. I talked (personally) to many people and travelled widely through the country... (op. cit. pp. 11)


  L'intento è dunque quello di cogliere un momento nella storia di una nazione, le immagini e le attitudini di un epoca attraverso l'organizzazione e la vita del suo popolo. Successivamente, come se si trattasse di un nuovo Galateo, vengono passate in rassegna le varie peculiarità del nuovo mondo, e l'autore, in un'atmosfera parodica, insegna ai propri lettori come comportarsi per essere in sintonia con gli usi e costumi americani. Le descrizioni non hanno preferenze di sorta e  di  conseguenza  vengono  passati  in

rassegna gli argomenti più svariati, dai più seri ai più superficiali.

  Tutto contribuisce a fornire un quadro particolareggiato dell'ambiente, mentre, seguendo il metodo già utilizzato in  How to be an Alien, vengono forniti all'ipotetico straniero parecchi suggerimenti che dovrebbero, se seguiti, aiutarlo ad integrarsi nel nuovo contesto: contemporaneamente viene condotta una varia canzonatura delle stravaganze osservate:


"Discard all your shirts and buy new ones - red shirts with huge black checks or, if desired, circles: purple shirts with olive-green butterflies painted all over them, or sky-blue shirts with brown fish. Get some neckties, too - for istance one divided horizontally into blue and golden sections, full of butterflies and fish. Or you may buy a yellow tie with a nude on it, which in electric light becomes still more nude. ( for the week-end, of course, you may buy a few odd bits, not quite so conservative as these.) (pp. 15)


L'abbigliamento è certamente una delle cose che distingue e identifica determinate categorie; dunque si capisce sin dall'inizio che il modello americano non è certamente contraddistinto da una sobria classicità. L'amplificazione che poi Mikes applica ai vari dettagli è indiscutibilmente esilerante: non manca inoltre l'utilizzo della figura ironica, d'altronde largamente usata in questo genere di opere.

  Secondo l'interpretazione di Marina Mizzau, possiamo affermare che in questi casi l'ironia diventa un vero e proprio umorismo, difatti ella scrive: " L'ironia si alza di livello,diventa umorismo, quando il meccanismo antifrastico si allontana da ogni sospetto di automatismo e sfrutta la situazione particolare per alludere criticamente a qualche sistema generalizzato.(25)

  La presa in giro del sistema americano può certamente essere intesa come una critica, ma non è comunque amara o sarcastica, né troppo seria; è una critica spassosa che si rende conto che non può sovvertire l'ordine delle cose, ma che può essere in ogni caso utile.

  Di volta in volta vengono messe in rilievo la mania di grandezza, i ritmi sfrenati, il materialismo, ed i modi comportamentali della società americana; ne derivano immagini terribilmente divertenti:


"When you are dressed, start rushing. Where to does not matter - but rush somewhere, because everybody else is rushing all over the place. There are express lifts and express subway (that is to say underground) trains in America, there are places where you can have a four course lunch in 90 seconds and there are shipbuilding yards which produce two fifty thousand ton battle cruisers or liners every hour; babies, in the upper income bracket circles are produced in three months time. The production of cheaper babies still takes a little longer. (pp. 17)


  La tecnica dell'"esagerazione" in tale descrizione esaspera la sete produttiva degli americani e sottolinea l'estrema meccanizzazionedelsistema, che, disumanizzandosi, tende necessariamente ad assumere connotazioni comiche, come sosteneva appunto Bergson . Ciònonostante l'autore in seguito si accorge che la gente non è per niente irritata e sembra al contrario trovarsi perfettamente a proprio agio. In effetti in questa nuova civiltà vi sono molte cose che funzionano ed agevolano notevolmente l'esistenza; da qui, attraverso il raffronto con le caratteristiche della vita nel continente, e  soprattutto in Gran Bretagna, egli mette

in luce le varie differenze, e fa in modo che il contrasto tra le vecchie strutture europee e le nuove degli Stati Uniti, che si dimostrano più efficienti, risulti divertente:


"English people are wise and conservative and strictly opposed to these gadgets which make life prosaic and over mechanised. How right they are, one has to admit, when one thinks of the dull, lifeless and uneventful way the Americans heat their houses. Is there anything more exciting, inspiring and - should I say - manly that winter in England ?  The burst pipe is accepted as a phenomenon of the winter; you know that the pipes will burst one day but how exciting it is to spend first of all three pleasant days wrapping them up and then retiring to wait for D-day. How amusing it is to store the coal in a shed, in the garage or in the bath tub, to bring it up in buckets every day to the various room, to light fires in the open fireplaces, blow and wait and hold an open newspaper in front of you, swear and pray and do it again when it goes out: Then finally, when it works, the wind comes down the chimney and blows the smoke into the room and you have almost as much trouble in putting the fire out as you had in lighting it. But every day of course, is not windy. There are cold but peaceful and lovely winter days when, at last, you can lie down on the floor facing your homely, friendly fire and enjoy a really good book; is true that your hair may catch fire if you are careless but you will always have the consolation that your feet get frozen at the same time. Modern americans know nothing of these joys of living - they do not even know what they are missing. Their houses have oil heating;.... (pp. 23)


Le differenze tecnologiche offrono ancora una volta lo  spunto per costruire episodi risibili; in questa occasione  l'umorismo diventa evidentemente comico ed i contrasti non  fanno altro che evidenziare tempo da una parte la  superiorità del popolo americano e quindi del lettore che  tende ad identificarsi con essi, e dall'altra l'inferiorità  del degradato popolo inglese: troviamo in questo  procedimento un'ulteriore conferma ai modelli interpretativi  che abbiamo utilizzato precedentemente; se infatti seguiamo  quanto affermava Freud quando scriveva: " Poichè in generale  ricaviamo il piacere comico, da un confronto, dobbiamo  esaminare la comicità del confronto stesso." (26)  e nel  passo soprariportato possiamo  vedere tale comicità come  originata dal piacere generato dal risparmio di energia che  l'operato degli americani, più progredito, consente nei  confronti di quello inglese, più rudimentale e quindi più  infantile: seguendo ancora  Freud, tale spiegazione regge: "  Rido della differenza nel dispendio tra un'altra persona e  me stesso, ogni volta che riscopro in lui il bambino.  Oppure, più esattamente, il paragone completo che conduce  alla comicità si esprimerebbe in questi termini: " Ecco come  lo fa, come lo facevo io da bambino." Quindi il riso si  applica sempre al paragone tra l'Io dell'adulto e l'Io del  bambino." (27)

 Gli inglesi nell'episodio di Mikes riscaldano dunque le loro abitazioni, come gli americani lo facevano da bambini, cioè molti anni prima. A questo tipo di comicità possiamo senz'altro applicare il modello interpretativo della   teoria " Superiorità-Degradazione" di  Hobbes, condivisa anche da Freud, Bain e altri.

  L'autore imprime inoltre  a questi contenuti intrinseci e già di effetto, uno stile espositivo di natura ironica e ciò ne aumenta chiaramente l'ilarità, poichè vi è un ulteriore

scontro tra ciò che viene detto e ciò che viene significato.

  Questo tipo di umorismo ironico è ottenuto attraverso ciò che Escarpit chiama la "sospensione dell'evidenza", cioè si fa in modo di ignorare l'evidenza normale delle cose per conferire al discorso un alone di surrealità; lo studioso francese riporta per esempio il caso di Swift: " Ce que fait Swift consiste simplement à ignorer qu'il est évident qu'on ne mange pas les enfants, tout le reste de son propos étant irréprochable. Mais cette seule évidence étant ignorée, l'ensemble de la vision du monde proposée par Swift devient absurde."  (28)

  Mikes per variegare il proprio lavoro fa anche ricorso ad inserti di natura "nonsensical" del tipo:


"The length of your cigar will be in proportion to your importance. the cigars of those belonging to the lower income brackets hardly exceed two or three feet. In the modern American cars there is a round hole in the wind-screen so that the driver can stick his cigar through it. In the movie (a movie is in fact an ordinary cinema) you may burn the ears of people sitting in front of you without needing to say "pardon me". (pp.16)


 In ogni caso questa leggera inclinazione al "nonsense" non intende ricreare un mondo diverso con delle proprie regole e situazioni, come accade per esempio nelle opere di  Edward Lear o  Lewis Caroll. Qui l'autore vuole solo evidenziare le componenti assurde del reale; il suo punto di partenza  rimane sempre il mondo normale che attraverso una certa esposizione viene illustrato nelle sue angolature più banali:


"The primary  purpose in life, for many millions of Americans is to "have fun" or to "to have a kick out of life". "Having fun" is no complicated process. The movie is the greatest fun of all; dancing, playing cards, skating...; looking at pictures in a magazine and drinking orange juice is also great fun. They are satisfied with every thing and enjoy everything. to meet Mr. Peter Lorre in the street is a real treat; to listen to an awful crooner in a second rate restaurant is a kick; to witness a nice car accident is just too wonderful for words. Years ago in London I knew a little English girl, called Eileen. She told me once: " Me and my girl friend have such a wonderful sense of humour. We sit down and laugh for hours on end, without the slightest reason." I often thought of little Eileen in the United States of America. (pp. 42)


  Continue allusioni critiche sottendono tale narrativa; per ciò questo tipo di umorismo necessita la collaborazione e l'elaborazione intellettuale del lettore che deve mettersi in sintonia con il pensiero e la concezione del mondo dell'autore.

  Man mano che vengono descritti usi e costumi, abitudini e peculiarità degli Stati Uniti, la sua verve diventa sempre più polemica, e la sua critica si fa sempre più pungente.

  Come già  Dickens nelle sue American Notes o nel  Martin Chuzzlewit, come Sinclair Lewis nel suo Main Street o Babitt  e ancora come Mark Twain, a più riprese nella sua opera, anche Mikes capisce che c'è qualcosa che non funziona alla perfezione nel sistema americano; le sue riflessioni non vengono condotte però attraverso le avventure o la vita di alcuni personaggi e non colpiscono determinati e limitati settori e vizi del sistema, ma spaziano a ruota libera e attraverso rapide descrizioni parodiche, burlesche, ed ironiche, elaborano una severa critica della nazione in questione.

  In un tale crogiuolo di razze, l'autore per esempio osserva:


"They are all  grateful to the country which gave them freedom and grapefruit, a high standard of living and the comic strips in the newspaper, employment and chewing-gum, Abraham Lincoln and Frank Sinatra. They are all citizens, except the 333,000 Indians, who I believe are considered visitors. (pp. 57)


  Appare qui una conclusione di tipo sarcastico, amara e severa, ma forse troppo breve per costituire un forte rimprovero. Senza far riferimento alla storia, non si potrebbe comprendere tale allusione ed in ogni caso, poichè gli antenati degli americani siamo noi europei, la critica può essere applicata all'aggressività e alla sete di potere dell'intera specie umana.

  La ridicola amplificazione di alcuni comportamenti e di talune attività che indicano la tendenza generale del sistema consumistico, offrono magnifici spunti per pagine magistrali:


"It is great fun dying in the United States of America. It is great fun first of all for the undertakers who make a wonderful living out of it but also for the deceased who suddenly becomes the center of attention and fuss. Americans newspaper are full of funeral advertisments: " Funeral Service that will leave your mind at ease for ever ! or " A funeral service you will really enjoy !... And people go. They discuss their own funerals with gusto, choose the coffin (first their measurements are taken for this purpose), choose the decorations on it, the songs to be sung, the palms to be exibited, how they are going to be embalmed. They pay in instalments and look forward to the great day. (pp. 77)


  Possiamo intravedere in questo passo delle somiglianze con le descrizioni satiriche, ben più dettagliate e copiose, dei riti funerari della california, presenti nel Caro Estinto di  Evelyn Waugh; solo che qui l'autore non dedica un'intero libro allo scopo, ne consegue che le critiche di Mikes saranno forse meno pungenti e meno approfondite, ma in compenso sono senz'altro più varie e meno noiose, nonchè più divertenti.

  Nello stile narrativo Mikes si avvicina in alcuni momenti ad un'altro grande umorista, vale a dire Mark Twain, vi sono naturalmente nei due autori tecniche di esposizione umoristica simili, ed anche ideologicamente troviamo parecchie analogie, quali la critica alla religione, o al sistema capitalistico; tendenze del resto condivise da un altro grande autore americano, forse addirittura più coerente di Twain, e cioè  Sinclair Lewis.

  Tale autore scriveva nel 1914: " Almost all of the people who do think are agreed that things are not as they should be; that education is either absurd or weightily inefficient: that under the present economic system - technically called "capitalism" - products do not get distributed as they should." (29) e  Mikes la pensa allo stesso modo, ecco perchè non risparmia, attraverso la sua narrativa spiritosa, profonde critiche al sistema economico mondiale, e alle numerose ideologie che rendono appunto assurda la vita dell'uomo sulla terra.

  Questa tendenza sfocierà nell'umorismo ideologico  delle  opere della maturità di cui parleremo nei prossimi capitoli. Criticando ciò che nella società americana appare banale e stupido, l'autore si avvicina al pensiero di filosofi quali  Marcuse o Russel, con la differenza che egli non rinuncia mai al suo tono allegro:


"Every country has the radio service it deserves." To apply this axiom to the U.S.A. would be a great insult and I hasten to add that the U.S.A. deserve something much better than the radio service they have. American Radio is the reverse of the Shakesperian stage. In Shakespeare's time the world's greatest dramas were acted with the most primitive technical arrangements; on the American air the world's most primitive writing is performed under perfect technical conditions." (pp. 86)


  Grazie alle numerose e varie associazioni di idee e di nozioni culturali, Mikes riesce sempre a costituire delle premesse affascinanti; in questo caso modificare la già adattata massima iniziale, in un più esteso confronto a chiasmo ci illustra come in un mondo che sta evolvendo tecnologicamente sempre più si riscontri al medesimo tempo una tendenza alla regressione delle risorse umane ed intellettuali.

  Il passo  sopracitato è   l'inizio del saggio intitolato  " The Empire ofsoap operas" dedicato  al mondo della radiofonia, ed è, a distanza di quarant'anni, di assoluta attualità. Con minuzia e precisione di dati vengono descritti i vari "Networks" e poi attraverso analisi successive vengono indicate le massime anomalie di tale struttura. Ne esce una critica impietosa al mondo della pubblicità, del consumismo, e del profitto:


"Radio isapermanentbackgroundnoise in  America... Public  opinion,   taste   and   culture   are  led  and directed by laxative, cigarette, soap and cheese companies.... A special feature of American broadcasting is the soap opera.... Quiz programmes are popular, too. A few members of the audience make fools of themselves in one way or another and in return they receive prizes...But the main features are, of course, the commercials. They are declaimed in prose and recited in verse, sung by soloists and choirs, persuading, cajoling, threatening, warming and ordering people to buy x underwear or y tinned beans.... In short, the basic principles of broadcasting are these: the main cultural aim is to sell more cheese to the public than it can consume. Freedom of speech means freedom of great commercial firms to pull down all the rest of the people to their own intellectual level. News is free; commercials are sacred. (pp. 86/92)


  Parecchie pagine, sia serie sia parodiche, sono dedicate alla critica dettagliata di quelle manifestazioni sociali, che sono frutto dell'avidità malsana dell'uomo, e che rivelano contemporaneamente l'assurdità di un certo sistema.

  La sua abilità e la sua assoluta integrità morale gli consentono inoltre, attraverso una scrittura che non è solo volta  a suscitare il riso, ma è in fondo in fondo critica e riflessiva, di veicolare un vero e proprio umorismo intellettuale:


"Democracy is a reality in America. It is, however, like a beautiful woman with a long, crooked nose or with a few teeth missing. It is a democracy with a hitch. The negroes are the black spot of America. The world is a wicked place and the poor Americans are so busy defending the rights of hindus in Pakistan, Moslems in India, Jews in Palestine, Koreans in Japan, Italians in Yugoslavia and Hungarians in Czechoslovakia that they simply cannot give a thought to negroes in the United States.... Negroes are terrible and manifold and their persecution justified. First of all, the negro is black. This seems to be one of his main crimes and is held very much against him. A great number of Southerners would be much more tolerant with the negro, if only he were not black.... then they are illiterate or at least uneducated. I believe this second charge is slightly old-fashioned and should be replaced by a new one. It is a very old recipe to exclude people from schools or keep them in the utmost poverty so that they should be unable to go to school and then accuse them of being uneducated...They stink....  They fathers were slaves... They have criminal tendencies. There are indeed some ugly crimes - lynching for instance - in which Negroes are involved without fail, in one way or another. (pp. 102/110).


  Più il problema è serio, più si ha una forte presenza di ironia drammatica, che nonostante la pateticità di certe situazioni, non inibisce il riso, perchè illumina la meschinità di certe fasce sociali e noi è di loro che ridiamo, della loro inferiorità mentale; in ogni caso l'autore riesce sempre a mettere qualcuno in ridicolo: questa volta sono gli oppressori, di cui vengono criticate le povere qualità umane ed al contempo viene messo in discussione il loro arbitrario e crudele potere.

  Escarpit scrive: "L'humour intéressant surtout les régions supérieures (c'est-à-dire conscientes) du rire, sa phase critique est intellectuelle et nous  l'appellerons  ironie." (30); e sono proprio le zone superiori della coscienza e dell'intelletto a cui fanno appello le riflessioni ironiche di Mikes, le quali in determinati momenti raggiungono la qualità espressiva tipica dei maggiori saggisti della letteratura impegnata. La conclusione di questo testo è dunque meno risibile del solito, ma non per questo meno umoristica, nel senso più completo del termine:


"They trust themselves because they are confident that they can mass-produce many more orange squeezers, electric potato peelers and yellow socks with green circles on them, for the benefit of all humanity. We know, too, that God could make America a wonderful country if he only had the money. But can we trust them as leaders ?... When I was a small boy we used to play football every Saturday afternoon in the field. Our centre forward was always the same little boy, let's call him Sammy. There was always a great deal of argument as to who should be in the team and what position one or another boy should occupy. But there was never any argument about the position of the centre-forward. It had to be Sammy. He was not a very good player: he could not use his left foot at all. But he wanted to play centre-forward and centre-forward he played. The ball belonged to him. (pp. 129)


  L'estrema varietà delle tecniche impiegate dall'autore ben evidenzia la sua abilità artistica; in questo caso la reminiscenza di una storiella dell'infanzia funge da parabola metaforica per alludere  allo strapotere economico e all'inevitabile  imperialismo degli Stati Uniti, inoltre lascia garbatamente intendere il parere ed il giudizio, implicito, dello scrittore. Come l'ironia, così anche racconti allegorici o metaforici, leggermente ambigui, inseriti nel discorso assumono un'atmosfera umoristica che allude ovviamente a significati ben precisi:  Walter Nash dice che una valenza allusiva è quasi sempre presente nel discorso umoristico: "Allusion in the very broadest sense is never absent from our discourse; always there is some fact of shared experience, some circumstance implicit in the common culture, to which participants in a conversation may confidently allude. For families, friends, neighbours, colleagues, there is a generic knowledge of the affairs of the day - of politics, of social question, of sports and entertainments, of current notions and phraseology. Such knowledge informs a good deal of what we say to each other, making its point even when its presence is veiled." (31); tale allusività assumerà aspetti sempre più significativi nell'opera dell'autore, soprattutto quando le tematiche saranno più espressamente legate ai contenuti ideologici ed antropologici della specie umana. Le sue valutazioni sono comunque sempre profonde e ricercate, e in alcuni casi non lasciano perfino spazio all'espressione divertente. E' il caso del libro scritto sulla Germania (32) dove l'autore avverte:


"I went to  Germany  to write a humorous book on that country but did not find my subject any too humorous. I did not roar with laughter all the time. So I must apologise to the reader who looks forward to finding "a laugh on every page." He will not find it. I must also apologise to the serious student: he, in turn will find my account superficial and altogether too light. This book, however, is not meant for the serious student. It is essentially, a book of reportage."


  Ed è proprio così, il testo non è per niente divertente o spiritoso, ma ciò è forse da attribuire al fatto che i ricordi dei crimini nazisti  hanno inibito lo spirito di Mikes, che di origine ebraica, deve aver serbato un po' di rancore nei confronti della razza tedesca.

  Ciò è comunque significativo, in quanto ci indica come l'autore non ci proponga testi forzatamente e articialmente divertenti, ma ci offra al contrario una produzione sincera

e genuina. Negli altri testi, al contrario, sono numerose le pagine esileranti, anche se siamo ugualmente in presenza di uno spirito raramente fine a se stesso.

Si va via via formando un umorismo concettuale, che si rifa all'intera esistenza dell'uomo sulla terra, ma questo sarà l'argomento di trattazione dei prossimi capitoli; per ora è importante comunque sottolineare come la sua concezione ideologica influisca ovviamente sul suo giudizio e quindi sull'etica e l'estetica della sua narrativa.

  Partendo ancora da alcune considerazioni di  Escarpit che scriveva: "Les sociétés - nations, groupes culturels, classes, familles, etc - "sécretent" des systèmes d'évidences de nature très diverses (intellectuelles, affectives, morales, pratiques) qui sont les "coups joués", les "débus de partie" de l'existence commune des membres de cette société." (33)  notiamo che Mikes, dato il suo carattere e le sue vedute piuttosto originali e quasi sempre in bonario conflitto con la tradizione, vista come la componente statica della cultura, si colloca in una posizione  estremamente  anticonformista e da qui traccia le sue valutazioni critico-umoristiche. Per questo un vasto bersaglio delle sue analisi è costituito dalle varie mode, dalle tendenze  epocali, dalle furbizie umane in genere; per esempio nel suo libro di viaggio sull'Italia egli colpisce gli aspetti più assurdi e incongrui della nostra cultura cattolica e della nostra tradizione, egli è infatti, come avremo modo di constatare, un ateo convinto ed ha quindi buon gioco nel trovare e mettere in luce le numerose contraddizioni della nostra nazione.

Concludendo, dobbiamo rilevare che i suoi libri, poichè sono strumenti di riflessione, di informazione, di critica, oltre che di svago; in un mondo sempre più interdipendente assumono un valore storico e sociologico assai importante e risultano infine come brillanti testimonianze, attraverso il tempo e lo spazio, della vita sul nostro pianeta.

  Ora non ci rimane che soffermarci sui testi che riguardano più in generale le ideologie ed i comportamenti dell'uomo, come specie animale del tutto particolare, e che costituiscono gli involucri di quello che potremmo chiamare l'umorismo filosofico di Mikes.


 III.4  WISDOM FOR OTHERS ovvero HOW TO BE A GURU.

   L'autore francese Tony Mayer conclude la prefazione al suo libro dedicato all'umorismo inglese con una citazione tratta da uno studio sul valore educativo dello Humour pubblicata nel 1907 da Stephen S. Colvin , professore all'Università Americana dell'Illinois, in cui si afferma appunto l'importanza pedagogica di tale materia: " Mais la culture est un besoin, et aucune culture n'est plus bienfaisante que celle qui fait voir les rapport réel de l'homme avec le monde sous l'angle de l'humour.... Pratiquer l'humour, c'est atteindre un tel objet. C'est intégrer la sagesse antique à la vie." (34)

  I testi che analizzeremo ora, riguardano proprio i rapporti tra gli esseri umani, e tra l'uomo inteso come cittadino di questo pianeta e l'intero universo; l'autore passa in rassegna le questioni sociali, politiche, religiose, economiche che caratterizzano la nostra vita, con il duplice intento di divertire e di insegnare a vivere meglio.

  Avremo modo dunque di approfondire ulteriormente, attraverso le concezioni e le trattazioni più intellettualistiche, sia la natura di tale letteratura, sia i contenuti più intrinseci del fenomeno umoristico.

  Benchè infatti un velo di autoironia ricopra buona parte delle affermazioni di Mikes, è indubbio che i suoi lavori hanno uno scopo ben determinato che lascia, molto favorevolmente, presagire la chiara intenzionalità didattica dell'autore. In questi testi, e mi riferisco ad esempio a Wisdom for Others, a How to be a Guru, oppure a How to be God, la forma di espressione, pur conservando un alone divertente, diventa "saggistica" nel vero senso della parola.  Infatti Mikes si rivolge direttamente ad un pubblico, presenta le sue esperienze personali e le sue opinioni, espone e critica concezioni diverse ed in ultima analisi cerca in ogni caso di persuadere i suoi lettori ad accogliere i propri consigli e le proprie constatazioni.

  Come i libri di viaggio diventano guide spiritose dei vari paesi esplorati, così il resto della sua produzione diventa una guida globale all'esistenza umana; il suo stile  risulta quindi direttamente proporzionale al contenuto ideologico del suo pensiero, ed il suo umorismo diventa un vero e proprio approccio filosofico alla vita stessa, metodo di comprensione, di riflessione e di critica, nonchè di sostegno per la sopportazione della fenomenologia universale. In questo senso, volendo scrivere sulla condotta umana, i suoi fini e le sue incongruenze, Mikes a buon merito riconosce indirettamente di avere un ruolo attivo nell'ambito dell'agire letterario, e le sue indagini di natura socio-culturale fanno si che il suo lavoro acquisti una vera e propria "funzione sociale". Le sue speculazioni non sono comunque mai disgiunte da una vena altamente umoristica, il che fa parte necessariamente del suo metodo e del suo stile; il risultato finale è una riflessione seria condotta con una disposizione allegra e serena.

  Tutto quanto sembra generalmente costituire un caposaldo della vita comunitaria, sia pertinente alla tradizione, all'ideologia o al comportamento, viene di volta in volta messo in discussione dall'autore, che mal si adatta ai prestabiliti codici convenzionali. Tale critica globale è diplomaticamente inserita in un involucro ironico che conferisce a Mikes una positiva aureola di modestia:


"I have no desire to save or change the world. I cannot offer you a new moral code although I am not exactly enamoured of the old one; I cannot offer you a new philosophy. I have a great admiration for philosophers but it always seems to me, when I read anyone from Heraclitus through Thomas Aquinas to William James, that there is an easily noticeable gap in every system and the philosophers argue themselves to a deadlock and pretend not to notice the gap. But I do not even have a system; I only have the gap. (35)


  In effetti, anche se Mikes non desidera salvare o cambiare il mondo, c'è in lui perlomeno l'intenzione di migliorarlo e di far, nel frattempo, divertire i suoi abitanti, il che non è poca cosa.

  L'affermazione che egli non ama il codice morale attualmente esistente è comunque una prova lampante della sua posizione, da cui egli muoverà le sue principali mosse di attacco.

  La sua riflessione è dunque il risultato di un'alta intelligenza che ama mettere in discussione le regole ed i valori e dubita della  validità  assoluta  delle  ideologie  e delle prassi culturali. Il suo atteggiamento è sempre  razionale, ed in più occasioni i suoi scritti mettono in  guardia il lettore dalla stupida passionalità o dal falso  sentimentalismo; ecco cosa scrive per esempio a proposito  dell'amore:


"... almost all the films, magazine stories and radio plays persuade you in an indirect way to catch a much more dangerous disease than any illness, universally known under the name of love - its scientific name being dementia praecox temporalis: the main symptoms of the disease are these:

1) The germ - a charming young lady in some cases, not so charming and not so young in others - makes the silliest and most commonplace remark and you consider her wittier than Oscar Wilde, deeper than Pascal and more original than Bernard Shaw.

2) She calls you Pootsie, Bimby, Angelface, and other stupid and humiliating names; you are enchanted and coo with delight.

3) She has no idea what is the difference between Unesco and the L.C.C. and you find this disarmingly innocent.

4) You expect her to behave like a cocotte of the Folies Bergères towards you and like a morbidly prim Victorian schoolgirl towards everybody else; and in some cases it takes you years to discover that the position is precisely the reverse. (36)


  In questo modo l'autore considera varie situazioni che caratterizzano il rapporto amoroso: il suo piglio polemico è rivolto sia ai singoli indivdui, che troppo spesso in nome di sentimenti egoistici dimenticano di perseguire il bene comune  della  società, sia ai sistemi di divulgazione ideologica, che troppe volte per soddisfare i propri guadagni fanno perno proprio sui lati più deboli dell'essere umano. La cosa che più stupisce l'autore è che l'amore viene sempre associato al matrimonio, e ciò gli pare quantomeno in How to be a yank (op. cit. pp. 176) strano, infatti l'innamorato frequentemente ha un cervello annebiato e dunque il più delle volte non può  fare una scelta sobria, quale invece richiederebbe appunto l'unione matrimoniale. Al di là delle diverse opinioni, possiamo in ogni caso constatare che vi è comunque nell'autore l'intenzione di prendersi gioco di un argomento che gode di un grande carisma ed è alla base del sistema sociale; ne deduciamo che questo amore è altresì fonte di stupidità, di egoismi e di rapporti falsati e tutto ciò non contribuisce certo a diffondere la vera felicità sulla faccia della terra.

  Mikes critica  da una parte la cieca passione d'amore e dall'altra le istituzioni rigide e convenzionali che regolano i rapporti amorosi; il suo pensiero viceversa lascia intravedere un'estrema tolleranza per quanto riguarda le tematiche sessuali e la seguente barzelletta che egli narra in Humour in Memorian e che racconterà anche ad un seminario per insegnanti di inglese, tenutosi tra l'altro proprio in Italia (37), ne è la riprova: 


"Smith meets his old friend Brown and tells him he has decided to get married:

"Who is the girl ?"

"Jane Huggins of Camberley "

"Are you mad ? " asks Brown astonished.

"Do you know her ?"

"I do know of her. And so does everybody else in the district. She has been in bed with half of Camberley." Six months later they meet again and Smith tells his   friend that he is married.

"Who is your wife ?"

"Jane Huggins of Camberley."

"But how could you ?" exclaims Brown.

"Didn't I tell you that every other man at Camberley   had been in bed with her ?"

"Yes " says Smith, " but afterwards I went to Camberley     and - well, it's quite a small place." (pp. 64)


 Benché la storiella sopra riportata non possa essere intesa come un'aperta dichiarazione di incitamento alla promiscuità sessuale, ciònonostante ci ricorda alcune idee inerenti al testo di Wilhelm Reich (38), La Rivoluzione Sessuale  del 1936, ed  una  volta  di più ci dimostra come l'autore riesca ad esprimere concetti complessi e provocatori attraverso semplici e divertenti stratagemmi, quali sono appunto i motti di spirito. Questo affrontare le varie tematiche con un atteggiamento polemico e controcorrente ci indica chiaramente come l'autore desideri porsi in contrasto con la routine esistenziale della società ed inviti attraverso una critica umoristica ad osservare le cose con una mentalità diversa, meno influenzata dalle opinioni comuni, divulgate dai centri di diffusione di cultura standard.

  Mikes vuole segnalare che il comportamento abitudinario di alcuni individui all'interno del nostro sistema non è sincero, né tantomeno razionale, ma è falso ed è influenzato da modelli che hanno delle lacune interiori madornali.

  L 'autore non si limita comunque a dissentire, ma suggerisce anche pratiche  azioni di intervento:


"I suggest:

1) Any propaganda inciting to love (in films, short stories, novels, paintings, etc) should be made a criminal offence. The author of such a piece should be sent to a desert island with his beloved for five years.

2) Any person falling in love should be sent to quarantine in a similar way.

3) Love should be abolished altogether." (op. cit. pp. 180)


  Egli intende ovviamente quel tipo di amore egoistico ed irrazionale che fa perdere di vista ad innumerevoli individui la vera filantropia, e li invoglia ad esaltare solo un certo tipo di stupida passionalità interpersonale, la quale il più delle volte porta a condurre una vita del tutto ridicola, per lo meno dal punto di vista dell'umorista.

  Per quanto riguarda il matrimonio Mikes è comunque più tollerante e considera positivamente tale istituziione, purchè si trovi la persona ideale, e si sa, come diceva Trilussa la donna ideale ha un solo difetto e cioè non esiste. Sembra comunque che egli in questo settore si sia conformato visto che si è sposato due volte; è comunque singolare rilevare che nella sua opera e soprattutto nella sua autobiografia  vi sono solo alcuni brevissimi ed ironici accenni alla sua vita coniugale.

  Le sue divagazioni ora non si limitano più ad osservare stranezze o particolarità folkloristiche nazionali, ma  costituiscono  vere  e  proprie  analisi sociologiche, che risultano, a seconda dei casi, più o meno divertenti.

  In questa parte della sua produzione, è comunque difficile

che egli strappi ai suoi lettori un riso meccanico, ciò che nasce, quando naturalmente si condividono le sue posizioni, è al contrario un sorriso critico. Questo significa che tale narrativa, calandosi all'interno delle vicende più scottanti della vita comunitaria, non si limita a creare dialoghi spiritosi, banali, o che evadono solamente il senso ordinario del pensiero usuale, ma ne discute e ne elabora i dati oggettivi, fino a diventare vero e proprio esercizio intellettuale che ha molteplici finalità e concretezza di valori.

  Il ruolo dello scrittore impegnato è dunque quello di segnalare ed evidenziare prepotenze ed illogicità, ingiustizie e furbizie del mondo in generale, allo scopo di aiutare i comuni mortali ad essere un po' più coscientemente critici ,  e  questo è proprio quanto Mikes si propone di fare con i suoi scritti:


"Ancient kings used to rule by the Grace of God. Modern democratic governments rule by the grace of the radio and television. Every ancient revolution started by expropriating the gods: every modern revolution starts with an attempt at seizing the radio station. Give me the radio stations and a hundred able propagandists and in two months I shall (a) turn Switzerland communist: (b) persuade all the inhabitants of Honduras to dye their hair red and persecute those who refuse to do so and (c) persuade the kirgiz republic of the U.S.S.R. To ask for permission to join the U.S. as its forty-ninth member state (to persuade the United States to accept them would take a little longer and cost more.) Our society is a free society. In a free society you are allowed to say what you think. But you are not allowed to think. (pp. 207)


  In questa occasione lo stile di Mikes si avvicina più all'arguzia amara e severa di un Wilde o di uno Shaw e si allontana enormemente dall'umorismo spassoso e facile di autori più superficiali. Le sue analisi fanno trapelare i suoi pensieri più profondi  e nella critica ad una società di massa enormemente influenzata dai mass-media possiamo tracciare notevoli analogie con gli scritti di tutti quei filosofi che hanno evidenziato il pericolo di una globale ed incondizionata alienazione  delle menti.

  La grande produzione tecnologica, l'enorme consumismo  e la ricerca sfrenata del successo, del benessere e del denaro contribuiscono a creare una società estremamente conformistica, senza una vera e propria coscienza critica e quindi facilmente dominabile ed influenzabile. Questo continuo innalzamento dei bisogni crea un'uniformità di comportamenti, che vengono giostrati e manovrati dai centri di potere che hanno così buon gioco a modellare la psiche collettiva a proprio vantaggio e guadagno. Mikes attraverso la sua forma ed il suo piacevole stile denuncia quindi i pericoli e le incongruenze di una società che, come illustrerà alcuni anni dopo Herbert Marcuse, sta diventando unidimensionale. In questo senso egli è certamente influenzato dalla corrente positiva e razionalizzante della filosofia contemporanea e risente degli influssi del pensiero di autori quali Weber, Marcuse, Russel, Shaw, ecc.ecc.

  Ovviamente la letteratura di Mikes non è così profondamente saggistica ed impegnata come può essere quella degli scrittori sopracitati, daltronde egli non è né un filosofo, né un sociologo, né tanto meno uno scienziato, egli è solo uno scrittore umorista, che comunque veicola, all'interno dei suoi scritti piacevoli e divertenti, pensieri ed idee molto simili a quelle dei suoi colleghi più illustri, e perciò possiamo considerarlo un divulgatore estremamente positivo.

  Attraverso l'osservazione, spiritosa ma severa dei comportamenti collettivi, Mikes critica e mette in dubbio da una parte la morale e l'ordine costituito e dall'altra sottolinea la mancanza di una consapevolezza critica dei soggetti, che evitano quindi di ribellarsi.

  Nell'evidenziare questo sterile conformismo egli si avvicina ad autori quali Shaw, Sinclair Lewis e lo stesso Mark Twain, (39) i quali a loro modo, in stili e forme diverse, avevano comunque denunciato i pericoli di un sistema capitalistico, troppo dedito alla comune e religiosa corsa al denaro, al successo, al profitto, con i conseguenti danni inferti alla logica ed all'umanità più sincera. Una prova di quanto sopra affermato trapela dal seguente passo:


"The Utility Man does not need to think, which is a great comfort. In the old times you wrote your opinion to the newspaper; to-day you read your opinion in the newspaper... the problem of illiteracy has been completely solved: a great number of people do not know how to read (even when they happen to know the    alphabet), but any child of three knows how to push the buttom of the television.... The appearance of the Utility Man may solve one of the outstanding problem of our age: the problem of individual rights. In ancient times there were individuals but they had no rights: to-day we have rights but there are no individuals. (in some parts of the world a degree of perfection has been reached: there are neither individuals nor rights - so the problem just does not seem to exist. (pp. 204-205)


  Continua la sua requisitoria  contro  i malefici influssi  di una cultura di massa indiscriminata ed alienante.

  Nelle affermazioni dell'autore è chiara l'allusione ad un pubblico asservito che viene rabbonito con gli zuccherini del consumismo e che non è certamente aiutato, dai sicofanti dei potenti, nell'approfondimento della cultura alta ed ideale del passato, promossa da grandi intellettuali che si battevano per la diffusione di una migliore giustizia sociale. Abbiamo in pratica gli stessi contenuti che ritroviamo per esempio nei saggi di Marcuse (40), con la differenza che in questa sede vengono trattati in modo più allegro e digeribile.

  Vi è comunque un forte risentimento nelle parole dell'autore e questo sfocia nella solita drammatica ironia che fa riferimento a situazioni sociali assolutamente tragiche, ciò aiuta a spiegare perchè autori come il Panzini, il Richter, il Solger o il Pirandello e lo stesso Mikes vedano  l'umorismo  come l'unione del tragico e del comico; un' essenza quindi che comprende la totalità della vita stessa, intesa come l'unione del bene e del male. 

 

In questo contesto l'autore si sforza quindi di fornire innumerevoli analisi e considerazioni su vaste angolature della vita sociale al fine di fornire sagge proposizioni e contribuire in questo modo ad un sano processo di miglioramento. Mikes si basa su dati concreti e fatti precisi e diventa , per dirla con Bergson,  " un moralista che si camuffa da sapiente" e scende all'interno dei vari episodi della vita e ce li illustra, serbando sempre un tono distaccato ed imparziale, quasi da scienziato, in modo da sdrammatizzare e se serve ridicolizzare la dura faccia del reale.

  Uno dei metodi per rendere più comprensibile la difficile esistenza è senz'altro quello di descriverla in modo profondo e razionale, ma con uno stile ed una forma semplice e divertente, ed in ciò risiede un altro caposaldo dell'umorismo:


"To hold  that something expressed with pomposity, in complicated sentences full of Graeco-Roman jargon must be profound (sometimes it is), while something expressed in a lighthearted, readable and entertaining manner must be superficial and trivial (it can be) is no better than loving beetroot because it is red and rejecting lettuce because it is green. Or put it in another way. Medecine must often be bitter. But the pill may be sweetened, and it is possible for a sugared pill to be just as curative as a bitter and revolting one. And it is pleasanter to swallow. (pp.39)


  Viene dunque confermato il ruolo serio e terapeutico delle sue riflessioni, racchiuse in una forma divertente e godibile, ma non per questo meno efficace; in fin dei conti tutta la letteratura non fa altro che convogliare idee, concezioni, visioni del mondo, critiche e proposte all'interno di forme metaforiche, simboliche, virtuali, che si manifestano appunto nella poesia  e nella prosa, sia essa romanzesca o saggistica.

  Di questo passo l'autore, attraverso un linguaggio semplice ed efficace, che in molte occasioni fa ricorso ad aneddoti o barzellette, e per ciò risulta abbastanza popolare e comprensibile, conduce una sottile analisi dell'esperienza umana, che non ha nulla da invidiare ai saggi meglio riusciti dei grandi scrittori di ogni tempo.

  Poco a poco egli fornisce osservazioni, critiche, consigli su qualsiasi argomento, in modo tale da costituire una vera e propria "Summa" interpretativa del nostro mondo, la quale ovviamente risente delle sue concezioni più profonde. (36) e (41)

  La sua scrittura non è comunque sempre e per forza divertente, al contrario spesso risulta piuttosto seria e si avvicina allo stile aforistico coltivato dai sapienti di ogni tempo:


"But it does follow, that we must treasure our vices and be cautious with our good characteristics because one could not exist without the other. It does follow that judging yourself or others you must not think of separable mental ingredients, but of the mixture only.

Beware of kindness or rather do not trust it implicitly because in a bad mixture it may only cover a weakling and a liar.

Beware of too much sincerity and open heartedness; chatterboxes seem often very sincere.

Beware of promises; they are often given to please you to-day and not to be kept to-morrow.

Beware of fanatics: they are usually frustrated fools who do not even believe in their own doctrines.

Beware of too much  chastity; because it is often practised and preached by people who would have liked to sin but could not. Do not turn your back on rude people without knowing a little more about them; they are often truthful and outspoken. Do not reject unkind people, just because they have the courage to say "no"."(Wisdom for others. pp. 214)


  Scopriamo in questi suggerimenti una vera e propria vena pedagogica che si rifà, oltre che all'esperienza dell'autore,  all'antica  saggezza di vari pensatori che hanno cercato nel corso dei secoli di contribuire alla formazione di una coscienza e di una morale critica che non fosse precostituita e predigerita, ma serbasse i canoni della più sana elaborazione intellettuale. In questa occasione come in altre, l'umorismo diventa quasi impercettibile e lascia il posto alle sottili operazioni dell'intelletto, che non producono solo sovvertimenti di idee e concezioni, ma stimolano la vera e propria meditazione celebrale: prendiamo ad esempio quanto scrive a proposito delle leggi inglesi sul divorzio:


"Practically the only reason for divorce in Britain is adultery,as though the sexual relationship between the partners were the only problem that matters. The English laws in many cases compel people to commit adultery, this being the only practical reason for divorce; poor, moral, mid-Victorian, prudish males have to associate with prostitutes in the hope that they will thus be able to get rid of perfectly decent women who don't happen to be the right person for them. One may say that people  should be more prudent before choosing a wife. One may, indeed and quite rightly so. But one may also say that if people were more prudent, wise and sober in all their affairs, the world would be a different place and its people would be different people. I fully agree that our divorce laws may be absolutely perfect in a different world and for different people. I have a great admiration for British judges. But it is painful for me to see one of his Majesty's judges sitting in a solemn court, listening day in and day out to all the details of how, how often and why Mrs. x committed adultery. (pp. 189-190)


  Non vi sono eccezioni per Mikes; istituzioni, autorità, leggi, abitudini, persone comuni, tutto e tutti vengono fatti oggetto delle sue argute, pungenti, ironiche, insomma umoristiche osservazioni. Il suo tono pacato e leggermente sarcastico, sempre pronto a cogliere gli aspetti più ridicoli  dell'esistenza umana, conferma ampliamente che la tecnica delle sue speculazioni ed il suo spirito non sono altro che una pura e logica ricerca intellettuale.

  Per questo la sua narrativa non può essere definita comica, in quanto non pensa solo a sovvertire le regole sociali, ma le mette in discussione. In ciò consisterebbe proprio la differenza tra comico ed umoristico ben illustrata da vari studiosi: Eco per esempio scrive: " Il comico pare popolare, liberatorio, eversivo perchè da licenza di violare la regola. Ma la dà proprio a chi questa regola ha talmente introiettato da presumerla come inviolabile. La regola violata dal comico è talmente riconosciuta che non c'è bisogno di ribadirla. Per questo il Carnevale può avvenire solo una volta all'anno. Occorre un anno di osservanza rituale perchè la violazione dei precetti rituali sia goduta." In tale articolo, oltre ad essere riprese le opinioni già espresse da  Klapp (42) sul ruolo del buffone, viene ben evidenziata la differenza con l'operazione umoristica, che sempre a detta di Eco : "non è come il comico vittima della  regola  che presuppone,  ma ne rappresenterebbe la critica conscia ed esplicita. L'umorismo sarebbe sempre metasemiotico e metatestuale. " (43) 

  Anche se Bachtin (44) considerava il razionalismo borghese come il diretto responsabile dell'annientamento della cultura carnevalesca, è difficile negare che la grande capacità dialettica  che caratterizza l'umorismo non abbia costituito un grosso elemento di progresso critico e cognitivo, e riguardi, come ci insegna il Pirandello, la globalità della riflessione artistica e filosofica.

  L'idea che l'approccio umoristico all'esistenza costituisca un vero e proprio modo di vivere, di vedere e di interpretare le cose e quindi sia in qualche modo una "filosofia di pensiero", viene in parte confermata dalle seguenti frasi contenute nelle prime pagine di How to be a Guru:


"Whatever any philosopher has said in the past has always been contradicted at once by other philosophers who not only tried to refute his theses, but also called him an ass (usually, but not always, in polite language). A great many brilliant and inspiring things have been said which remained brilliant and inspiring regardless of whether they were right or wrong. Throughout the history of philosophy, what was said has always been less important than how it was said. Dazzling arguments leading to false conclusions have always carried more weight and been more celebrated than sound thinking served up in a sauce of dullness. But there is more important reason for persevering. You cannot convince, still less convert, anyone - that is true. People will always choose the philosophy the seeds of which they have been carrying in their souls or brains. But perhaps mine is the philosophy the seeds of    which you are carrying ?.... (pp. 9)


  Egli infatti non solo descrive e analizza le grandi tematiche che influenzano la nostra specie, ma ci fornisce anche gli strumenti necessari per affrontarle e giudicarle.

  Il mondo per Mikes rimane un coacervo di elementi, sia positivi, sia negativi e tutti sono giustificabili in quanto esistono e contribuiscono ad influenzare gli eventi.

  Potremmo dire che per questo aspetto egli ha una visione manicheista, e consapevole di questa eterna lotta tra il bene ed il male egli cerca di suggerire alcune ricette al fine di aiutarci a muoverci meglio in questo mondo, che pare conservare caratteristiche di estrema contradditorietà e di notevole assurdità.

  Il suo ateismo, la sua fiducia nella ragione, ed il suo ottimismo nell'impegno e nell'azione che dovrebbero migliorare l'esistenza umana, che daltronde non ha per lui nessun fine e terminerà comunque nel nulla, lo rendono per molti versi un esistenzialista all Sartre, ma con la differenza che la sua vena umoristica gli fa apparire la vita divertente e degna di essere vissuta e per questo egli vuole contribuire a divulgare la sua positiva disposizione ai suoi lettori, affinchè possano anch'essi fruire al meglio della nostra condizione di esseri umani.

  La sua battaglia contro il male e l'irrazionalità assume così delle connotazioni hegeliane, e diventa quindi un processo necessario per la difficile conquista di una sempre più profonda razionalità.


III.5  HOW TO BE GOD.  UMORISMO  e  RELIGIONE.

 

    How to be God (45) è l'ultimo libro scritto da Mikes e con How to be a Guru e How to be Poor costituisce quello che potremmo definire il suo testamento ideologico e spirituale.

  Le concezioni che vengono in questo testo promosse, erano già state chiaramente espresse nei libri di poco anteriori, e sono l'ennesima prova che tale scrittura assume un ruolo di interpretazione e di divulgazione pedagogica e filosofica. Con tali opere Mikes conclude la sua missione, se così possiamo chiamarla, ed anche la sua vita ( infatti poco dopo morirà ) e ci consente infine, per quanto ci riguarda, di definire con una buona precisione quella che è l'essenza stessa dell'umorismo.

  Il punto di partenza è la sua consolidata convinzione che il mondo è un luogo di per sè assurdo e pazzo, in cui noi poveri esseri umani siamo al tempo stesso artefici e vittime della  nostra miseria. 

  " Paradox and madness is not in the beholder's eye but in reality itself." (46); attenendosi a questo assunto egli cerca da una parte di dimostrare tale situazione e dall'altra, analizzandone le motivazioni psicologiche più profonde, cerca di suggerire alcune soluzioni formulando via via il suo modello interpretativo ed esistenziale.

  Prima di inoltrarci in quella che sarà la valutazione conclusiva del suo pensiero e del fenomeno umoristico, è utile premettere che tale letteratura si prefigge di contribuire alla dialettica del divenire e ciò è sempre stata una consapevolezza di Mikes, che in più occasioni ha criticato l'operato non troppo ortodosso di molti altri scrittori:


"Our age is not a wicked age - as some writers try to portray it; it is not a terrified age; it is not a romantic age; it is not an immoral age; it is not the age of Longing; it is not the age of Anxiety. It is the Age of Emptiness. Ours is a world swept away from its moorings and drifting nowhere in particular. What can one say about this ? Nothing. And our novelists say it. Not very well but say it. (Shakespeare and Myself op. cit. pp. 327)


  Dunque un'epoca così fatta ha bisogno di un impegno e di una letteratura che fungano da stimolo alla riflessione, e l'umorismo le consente proprio di assumere  tale ruolo. I valori a cui fa riferimento tale disciplina sono infatti, la giustizia, la perfezione, la bontà, la felicità dell'uomo: è proprio il desiderare queste cose che conduce lo scrittore arguto a confrontarsi con la tristezza della realtà effettiva, a scoprire le differenze che vi sono virtualmente tra il mondo qual è  e quale potrebbe essere, che lo  porta  da una parte a considerare la vita terrena come una ridicola beffa e dall'altra a cercare di migliorarla.

  Ed è in questo senso che l'umorismo, assimilabile in tale caso al comico è unicamente umano; infatti come scrive  Ceccarelli, citando lo  Stern,: " Il riso è unicamente umano, e ciò è dovuto al fatto che solo l'uomo è cittadino di due mondi, quello assiologico dei valori, e quello fisico, dell'assenza dei valori." (47) e chissà se Rabelais quando scriveva " Purquoi rire c'est le propre de l'homme" aveva chiaro questo concetto ?

  Osservando la realtà, si scorgono numerose incongruenze rispetto ad un mondo referenziale ideale, organizzato in modo più funzionale ed in grado di garantire una serenità ed una felicità maggiore, e questo non può che generare una certa angoscia nell'essere umano che perlomeno si rende conto di tale contrasto.

  Il ruolo quindi dell'umorismo e della critica è dunque quello di consentire agli individui di avere le idee estremamente chiare, al fine di non essere condizionati da false ideologie e  da prepotenti autorità a condurre una vita che invece di dissipare, alimenta la discrepanza tra reale ed ideale, e quindi l'assurdità della nostra esistenza. Perciò  l'obbiettivo di tale filosofia è di dare delle risposte e di fornire delle soluzioni alle diverse problematiche  e di costituire al tempo stesso una terapia che produca degli antidoti efficaci all'ignoranza e all'insicurezza della vita oggettiva.

  Da qui nasce l'esigenza di liberare gli esseri umani da  false morali, da illusorie soluzioni o dall'autorità costrittiva e limitante di alcune organizzazioni politiche, religiose o economiche che attraverso l'ottuso comportamento di pochi  provocano il malessere ed il dolore di molti.

Contro il  potere malsano dei prepotenti e degli stupidi e

contro la forza dell'ignoranza si alza la letteratura comica, satirica ed umoristica più seria di tutti i tempi ed in questo filone si colloca anche il lavoro di George Mikes.

  Attraverso l'analisi storica dell'agire umano, dei suoi sbagli e delle sue illogicità, troppe volte giustificate da false filosofie, gli uomini più saggi hanno cercato di illustrare ai loro simili un retto comportamento e si sono sforzati di fornire loro i mezzi critici per non lasciarsi ingannare; hanno denunciato i vizi dei potenti e delle istituzioni, gli orrori degli stati e dei dittatori, le furbizie degli impostori e le innumerevoli e malefiche conseguenze dell'intolleranza e del fanatismo: per tali ragioni il nostro autore non ha voluto essere da meno e si è impegnato nella stessa direzione: 


"Life for others is life; for me it is raw material. I know of course that if someone kicks a humorist in the... well, anywhere, it will hurt him exactly as it hurts other people. But the humorist sits down after a while, writes down his experiences in a distorted form in which he is either the hero or the maltreated victim, whereupon he feels all square with the world. I do not quite know why this should give us satisfaction but it does. Writing keeps us from more criminal activities. A new work is our just revenge on the world. (Shakespeare and myself op. cit. pp. 234)


  Non poteva quindi mancare nella sua opera l'irriverente analisi di quelle ideologie che hanno giustificato, in qualche modo, per secoli l'abuso di potere di pochi signori nei confronti del resto della popolazione, e hanno diffuso l'illusione e la rassegnazione nelle masse, inibendo fortemente il progresso, la tolleranza ed in ultima istanza la felicità dell'uomo sulla terra: è per queste ragioni che vede la luce How to be a Guru prima, e How to be God poi.

  Il carattere indipendente e logico di Mikes non può sopportare che alcuni individui, indubbiamente forti e senza scrupoli, continuino a sfruttare tutti gli altri, giocando sulle debolezze e l'ignoranza degli stessi:


"God is indispensable that's why humanity, at the dawn of its existence, created him: not God as He later became, but God in innumerable, diverse and often rather primitive forms. Whatever His form, God had to be the Universal Explanation ( of thunder, lightining and so on for primitive man, and of more complex phenomena for man who is slightly less primitive, i.e. us). He also hadto be the Great Protector, with a personal interest in our fates; the Stern Disciplinarian who punished primitive man for eating more than his fair share of the buffalo, and Victorian schoolboys for playing cricket on Sundays; the Source of All Wisdom (however insane his ordinances mightappear); the Epitome of Beautyand Goodness (how-ever  dubious  the  evidence for the goodness); and the Supreme Guide who, in every circumstance of life, whether pleasant or horrible, showed the Way and laid down the Law. (How to be God. pp.7)


 E' largamente riconosciuto il fatto che la sfera dell'ignoto e del misterioso costituiscano l'oggetto primario di ogni fede religiosa. Nelle prime forme di magia vi è un forte sentimento egoistico di difesa da parte dell'uomo che cerca di governare i fenomeni della natura attraverso riti e procedure mistiche, ed è proprio, come ben dice Frazer: "Il propiziarsi e il conciliarsi le potenze superiori all'uomo, che egli suppone dirigere e controllare il corso della  natura e della vita umana." (48)

  Mikes dunque non scopre niente di nuovo, ma il suo intento ovviamente va più in là. Egli come vedremo non crede in un Essere Supremo, e quindi il fingere che esista ed il fare alcune volte ad esso riferimento non è che uno stratagemma per criticare le religioni costituite ed in ultima istanza il fallace operato dell'uomo, che proprio scaricando ogni responsabilità su una divinità onnipotente ha commesso un'enormità di errori. Anche per questa opera si avvertirà l'influsso dei grandi pensatori che hanno rivoluzionato il mondo; tra essi Mikes ne cita solo alcuni, ma è singolare che appaia tra i nomi di Newton, Darwin, Einstein, Marx e Freud anche quello di Gesù; è quindi evidente che egli è consapevole della portata del fenomeno cristiano e ne vuole comunque criticare solo gli aspetti meno credibili, conservandone invece gli insegnamenti positivi.

  A proposito poi di Freud, Mikes ha un appunto originale da proporre:


"Sigmund Freud said many profound, revealing and often frightening thing about God, and also about Mothers; yet he failed to see the connection between the two. The first God in every baby's life is its mother. She is the Universal Explanation, the Great Protector, the Stern Disciplinarian, the Source of all Wisdom and the Supreme Guide. God was not born of a virgin, but all virgins, male and female, are born of a God. When the growing human child realises, to his sorrow and bewilderment, that his mother is not God, he starts searching for a substitute God: a plain-clothes God or a God in disguise. (pp. 8)


  La proposta dell'autore è un tributo alla femminilità ed il pretesto per dichiarare il suo femminismo, inoltre è senza dubbio un volere andare polemicamente contro una tradizionemaschilista millenaria, che anche nell'organizza-

 zione religiosa ha sempre rilegato le donne in secondo piano ed ha imposto loro innumerevoli sacrifici; per questo Mikes simpaticamente e provocatoriamente trasforma l'idea di una Divinità maschile, in una femminile, perlomeno con l'intento di mutare il troppo comune immaginario collettivo:


"If God is an extension of the Mother - ideal - then God must be a Woman. From now on I shall call Him Her. (pp. 8)


  Mikes qundi inverte l'osservazione di Freud che considerava Dio come un padre potenziato, ed il padre diventa la madre, anche se il concetto di fondo rimane lo stesso. " Dio è vero, ma creato forse da noi." diceva Saint-Exupéry e questa è l'idea fondamentale di Mikes, che proprio valutando le motivazioni psicologiche di questa invenzione, mette a nudo la grande ed arrogante debolezza dell'uomo e le ripercussioni di tutto ciò sulla vita ordinaria della nostra specie:


"Everybody's feeling of inferiority drives him to a desperate desire to achieve superiority. The superiority complex (says Adler) is just the reverse side of the coin. And this superiority is not real, it is a mirage, a dream; it is self-deception. The feeling of inferiority is the real thing, the striving for superiority is a desperate and vain antidote. And here again Adler fails to go far enough.... They do not suffer from a simple inferiority complex but from a full-blown nothing complex. And a nothing-complex needs an all-powerful antidote: a God-complex. Every human being strives to be God - as he envisages God. Everybody's God is different from everybody else's God. God is not unique; there are as many Gods as there are human beings.... God is also immortal, omnipotent, infallible, superior to all other beings, dominant over all others, wise, good and noble. Briefly, She is exactly as we all want to see ourselves. Indeed, as we all must see ourselves, to overcome that nasty nothing-complex lurking at the bottom of our souls. (pp. 13)


  Secondo Mikes dunque l'uomo per sopperire alla propria debolezza ed alla propria ignoranza si crea dei capisaldi illusori e fantastici, dei dogmi a cui delega l'interpretazione e la giustificazione di tutti i fenomeni, siano essi naturali o siano frutto del suo operato, perciò egli auspica al contrario che l'essere umano riesca ad essere indipendente e non si affidi ciecamente a teorie o credenze che vanno al di là dell'umana capacità di comprensione.

  L'autore, nella sua convinzione che Dio sia stato creato dall'uomo e non viceversa, sembra rifarsi al pensiero di Nietzsche, il quale in un suo aforisma aveva osservato:   " Come, è l'uomo solo uno sbaglio di Dio ? o Dio solo uno sbaglio dell'uomo ? ". Nel passo successivo egli ribadisce ulteriormente l'idea di una divinità creata dall'uomo e per di più non troppo affidabile:


"It is interesting to observe that God is not this acceptable type of leader. She is all powerfull and whimsical, and her ways are so daft that they have to be dignified with the word "Mysterious". She is unforgiving. She is sly (think how often she supports both sides in a war, at one and the same time). And she is very unjust, often allowing the wicked to prosper while the innocent go through Hell. We must remember that none of this is a reflexion on Her. It is a reflexion on us. We could have created a perfectly decent and lovable God if we had wanted to. (pp. 31).


 Le incongruenze e le contraddizioni cominciano ad affiorire, così come la polemica condotta con semplicità ed efficacia retorica: se parafrasiamo il detto di  Anatole France: " L'impotenza di Dio è infinita" e se accogliamo l'ipotesi di Mikes dobbiamo dedurre che noi stessi siamo infinitamente impotenti e che tutti gli illusori principi di autorità, rappresentati dagli ordini costituiti, sono infiniti nella loro ignoranza. Tutto questo se non ci fosse

l'umorismo, sarebbe tragico, invece grazie ad alcuni osservatori diventa comico e divertente.

  La tesi di Mikes trova il proprio embrione già nel pensiero di Freud, di Marx, di Russel (49) e di molti altri pensatori.

 

  Per esempio Freud nel suo libro Il Motto di Spirito cita Heine: " Si dice che Heine abbia creato l'ultimo motto di spirito blasfemo sul suo letto di morte. Quando un amico prete gli ricordò la misericordia divina e gli diede la speranza che Dio gli avrebbe perdonato le sue colpe, si dice che egli abbia risposto: " Bien sûr qu'il me pardonnera: c'est son métier."... Così nel morente, che giace là senza forza, nasce la coscienza di aver creato Dio e di avergli attribuito una forza in modo da servirsi di Lui quando fosse capitata l'occasione. Quello che si supponeva l'essere creato si è rivelato egli stesso, appena prima del suo annientamento, come il creatore." (50).

  Il ruolo degli umoristi è di vedere appunto il sottile gioco delle opposizioni, dei contrari, delle incongruenze; alludendo a innumerevoli concetti, tali scrittori manipolano il linguaggio in modo tale da evocare attraverso poche parole  una  realtà  più  vasta: prendiamo ad esempio quanto scrive  Guido Almansi : " Heine affermava che il supremo ironista era Dio, il grande autore dell'universo,  l'Aristofane del cielo." (51)

  Secondo la logica di Freud e di Mikes, dunque siamo noi i comici artefici di questo mondo, e quindi è a noi che si rivolgono tutte le accuse dei vari umoristi.

  Esistono quindi tante divinità, piccole, grandi, medie, tante quante sono le esigenze dell'umanità:


"It is often said nowadays that God is in a decline. This is nonsense. God cannot be in a decline because - as I have said - She is indispensable, God is omnipresent as ever She was - but She has become less easy to spot. In the Middle Ages, for example, there was One God sitting up in Heaven, istantly recognisable by everyone; but nowadays She takes many forms and we have any number of Supergods, ordinary Gods and mini Gods. (op. cit. pp. 8)


  L'immagine di Dio viene sempre più assimilata all'uomo; e via via Mikes fornisce molteplici ragioni per le quali l'umanità ha creato tali idoli e codificato in rigide dottrine tutto quanto li riguardasse.

  Da questo punto  in poi gli attacchi e le critiche dell'autore si fanno più pesanti e polemiche. In questo modo la valenza aggressiva e la sottile arguzia speculativa della narrativa umoristica trovano una loro conferma e si rivelano come efficaci elaborazioni in grado di mettere in discussione la pretesa di qualsivoglia autorità ad assurgere ai ruoli più alti della gerarchia umana e di arrogarsi quindi il diritto di governare e di stabilire ciò che è giusto e ciò che non lo è. Per Mikes come per altri  scrittori tale pretesa, a volte  illegittima,  è  basata  su  false premesse, ed in molte occasioni non è che uno stratagemma di pochi individui per sfruttare le moltitudini e perciò va contrastata.

  La satira, l'umorismo, e la comicità servono proprio a questo, a degradare l'autorità, i potenti, gli sfruttatori, per riaffermare allo stesso tempo i diritti dei più deboli e degli opressi, per diffondere sentimenti di solidarietà e di uguaglianza; questa era anche l'opinione del Thackeray che scriveva appunto: " The humorous writer professes to awaken and direct your love, your pity, your kindness - your scorn for untruth, pretension, imposture - your tenderness for the weak, the poor, the oppressed, the unhappy. To the best of his means and ability, he comments on all the ordinary actions and passions of life almost. He takes upon himself to be the week-day preacher, so to speak." (52), che in definitiva è una descrizione che ben si addice al nostro autore.   Mikes prosegue nella sua indagine sulla religione:


"God has her problems. The worst of them is the church. All Churches: Islamic, Jewish, Shinto, the Church of Rome, Canterbury, Moscow - all of them. God was first created by nice, simple frightened men who were desperate to find explanations for various terrifying phenomena and were keen on avoiding their inevitable death. Then the Church stepped in and spoilt God's character and image. The Church did its best to identify itself with God and this was disastrous for God's reputation....The Bible was the earliest mess learned churchmen created. It is full of contradictions and absurdities. God according to Genesis, created light on the First Day, if so, who created darkness before? More surprisingly, She created the Sun (and other stars) on the Fourth Day. What gave the light in the first three days ?...Christians maintain - like all the bigoted follower's of other religion - that their faith is the only true one, but they cannot agree among  themselves even on the most basic proposition: what is their faith ? Who is a Christian ? Some christians regard certain doctrines as God's most sacred will, others regard the same as heresy and the road to hell. They have often got down to killing each other with zest and pleasure because of some tiny differences in interpretation. The difference of a single iota in two Greek words once cost thousands of lives. (pp.82)


  L'effetto umoristico è evidente, le incongruenze di determinati comportamenti che costituiscono la storia della chiesa risultano ai nostri occhi, di individui più maturi e più sapienti, (oggi possiamo infatti usufruire di migliaia di anni di esperienza e degli studi di innumerevoli ricercatori) estremamente assurde e ridicole, in effetti ci sentiamo un poco superiori e ne sorridiamo, anche se la materia non è proprio troppo divertente. Tutti gli elementi che costituiscono le varie teorie sul riso sono così presenti, e ciò non può che aiutare alla riflessione.

  Mikes come al solito offre ai suoi lettori solide argomentazioni, ed una volta di più ci dimostra quale sia il ruolo del  pensatore attivo  che sente il bisogno di interpretare e spiegare le disgrazie dell'umanità.

  Egli cita in suo favore il testo  " The Misery of Christianity "di  Joachin Kahl  e prosegue  così  nella illustrazione  di alcuni  misfatti  che  hanno  disseminato innumerevoli atrocità:


"The New  Testament  condemns in strong terms illicit sexual intercourse or the wearing of long hair by women, but does not have a word against slavery. Indeed, the early Church (and not only the early one) supported slavery whole-heartedly. Paul's advice to slaves was: " Submit yourself  voluntarily to your masters in the spirit of humble obedience." and other church-fathers repeated this advice for long centuries. The New Testament orders slaves to be obedient even to the worst masters and accept punishment even if they are innocent....When the movement for the abolition of slavery gained momentum, the Church declared that the liberation of its slaves was impossible because it was not the Church but God who owned them. Poor God - She did not only approve of slavery but was turned into the largest slave-owner in the world. The Benedictines of Brazil owned slaves (of course, on God's behalf) until 1864. Perhaps this whole attitude has something to do with the fact that the higher clergy were noblemen: slave-owners and not slaves. (pp. 84)


  La religione diventa così un comodo schema per mantenere le ricchezze ed il benessere, sempre in grado di ottenere l'approvazione divina per i propri misfatti. Ma la religione è creata dagli uomini, e come diceva Swift, tali uomini sono abbastanza religiosi per odiarsi, ma non lo sono a sufficienza per amarsi.

  Seguendo pertanto le interpretazioni di Ceccarelli che scrive:  " L'uomo di spirito, se l'individuo riesce ad incarnarlo al suo massimo livello di efficienza, è un distruttore impietoso di pretese illegittime, di presunzioni mal fondate e di inani aspirazioni al rango; più egli è abile, penetrante e acuto, più quest'opera livellatrice è appariscente...(51) risulta a questo punto chiaro  che Mikes può essere considerato a pieno titolo un uomo di spirito.     Ora la sua tecnica espositiva si avvicina al severo stile analitico di scrittori quali appunto  Swift, Shaw o Bierce, dove l'umorismo diventa appunto sottile arguzia intellettuale. Bierce per esempio nel suo Dizionario del Diavolo ci da proprio un classico esempio di tale pungente capacità quando definisce la religione come " A daughter of hope and fear, explaining to ignorance the nature of the Unknowable." (53)  Tale aforisma, così come le analisi e le speculazioni di Mikes non provocano il riso, ma sono in ogni caso fonte di piacere intellettuale, che origina al limite un certo lieve sorriso di soddisfazione.

  Quello che era stato indicato nei capitoli precedenti come uno dei componenti fondamentali dell'umorismo, e cioè l'ingegno, l'arguzia, il "wit" è dunque senza dubbio l'anima più sottile e raziocinante di tale capacità riflessiva.

  La cosa più importante rimane comunque la precisa e scrupolosa capacità di osservare quanto accade nella vita reale; associando poi anche i più piccoli dettagli a dei contesti più vasti, si riescono a mettere in evidenza contrasti e paradossi che sono sicuramente gli elementi principali del discorso umoristico.

  Continuando l'analisi della religione, Mikes riporta notizie storiche tramandate dai testi biblici ed è chiaro che vagliando tali elementi alla luce della odierna mentalità e delle attuali conoscenze non può nascere che un logico conflitto alimentato appunto dalle evidenti contraddizioni; ed è proprio tale contrasto che ci evidenzia l'estrema ingenuità di molti nostri antenati ed è perciò che nel lettore odierno nasce un lieve sorriso di commiserazione, che è la manifestazione visibile della sua supposta superiorità:


"God is above sex ( as if to be above sex were a good thing). Yet, he has a son. How to explain this ? it is not easy, but i Could have thought of many better explanations than the Church Fathers succeded in hitting upon. Now God has a son and this son's mother is a human woman married to another chap. God, however, would not dream of commiting adultery, and neither would Mary. There was conception, yes, but it was immaculate. How this is done is not crystal clear . This was the one and only immaculate conception we have ever heard of. One or two women, greatly embarrassed by the birth of a baby while their husbands were away for a few years fighting in the Crusades, tried to put across the same story, but no one believed them. Mary was the only woman who ever got away with it. Not that Mary was not an absolutely virtuous woman. She was. All I suggest is that her husband had more to do with her natural and maculate conception than God. So, according to Christian theology, God is unmaried but he has a son. Mary had a son but her husband was not the child's father. " What a family !" You would be enclined to think. But you were taught that this is the most wonderful family that ever lived. Joseph was made a Saint, which is more than other cuckolded husbands could hope for. (pp. 78)


  In questo divertente riassunto di alcuni tratti della storia della religione, Mikes non fa altro che narrare quanto viene riferito dai testi sacri e l'unica libertà che si prende è di inserirvi alcune piccole considerazioni che aiutano ovviamente a mettere in ridicolo e ad illustrare l'illogicità di quanto viene da secoli fatto passare come un evento straordinario ed irripetibile. Proprio il fatto che non sia ripetibile, agli occhi di noi uomini del XX° secolo, è tra l'altro una delle  prove della sua falsità e l'autore come ben sappiamo non ama le ipocrisie, soprattutto quando sono spacciate per verità assolute e rivelate.

  Egli fa appello al nostro buon senso di uomini che possono, grazie ad un'esperienza millenaria, finalmente valutare quanto è ammissibile e quanto è invece assurdo e ridicolo, e ciò che vuole dimostrare è chiaramente la comicità di alcuni capisaldi della cultura cristiana e della religione; egli si limita a valutare criticamente quanto viene raccontato e spacciato per un evento miracoloso, ed è evidente che dal contrasto, tra la realtà e la fantasia, nasce necessariamente un effetto umoristico. La cosa più dannosa è che proprio la chiesa basando le sue dottrine su storie e spiegazioni paradossali ha continuato ad esercitare il suo potere sul corso degli eventi per decine e decine di secoli, e questo sembra a Mikes decisamente troppo:


"The Church has a terrifying record in the persecution of pagans and the persecution of Jews ( although it took over many pagan doctrines and rites and although Christ was a Jew himself ). It is a sad record from the earliest days up to the Concordat with Hitler. God's only son was sent down to earth to die a horrible death - something I would never do to my only son, but then I am not renowned for my Infinite Goodness. The Jews obliged by providing the death... and just imagine what would have happened if they had faild. God's plan would have miscarried, the whole scheme would have collapsed, and there would be no Christianity today. But instead of thanking the Jews for this murder, the Christians blamed them severely. The Church has not had a great deal to say about the killing of six million Jews, but the killing of that one Jew has been harped on for nearly two thousand years, thus keeping anti-Semitism alive and burning. Finally - innumerable programs, massacres and holocausts later - the Church issued a statement saying that the Jews had not, after all, been responsible for Christ's death. They admitted this as reluctantly as they had admitted that the earth, perhaps, was not flat after all. Both admission said too little and said it too late. Not a record to be proud of: and to that we have to add the treatment of heretics and witches.(pp.85)


  Possiamo agevolmente notare che la scrittura di Mikes è effettivamente un misto di considerazioni, a volte estremamente serie ed a volte brillantemente divertenti. In certi passi, egli diventa un divulgatore particolarmente attento alla storia degli accadimenti umani; egli vuole obbiettivamente offrire al lettore che ne fosse  sprovvisto, utili elementi per poter valutare a pieno la consistenza delle sue posizioni, delle sue critiche e dei suoi giudizi.   Tale procedimento è utile per non dimenticare il nostro passato, e gli errori commessi da alcune organizzazioni nel corso del cammino storico dell'umanità. Mikes non solo ribadisce tratti significativi della nostra storia, ma assume chiaramente delle posizioni estremamente severe e critiche nei confronti degli antichi misfatti della Chiesa.

  Per il lettore con una certa cultura storica, non è difficile condividere il pensiero dell'autore, soprattutto quando pensa all'intolleranza della Chiesa, agli orrori dell'Inquisizione e ai processi vari contro i liberi pensatori; per chi invece fosse sprovvisto di tali cognizioni, le analisi di Mikes costituiscono un invito alla ricerca, alla riflessione e all'indagine storica oltre che sociologica.

  Non è fuori luogo quindi affermare che il lavoro di Mikes è senz'altro frutto di un intellettuale consapevole ed impegnato, e la sua letteratura a buona ragione, con quella di altri grandi scrittori, si colloca nell'area dell'Arte per il Progresso, oltre che in quella dell'Arte per l'Arte.

  Al lettore vengono fornite notizie per poter fare dei paragoni, per scoprire la vera facciata delle cose, per sviluppare conseguentemente una propria coscienza critica; in più, grazie ad uno stile leggermente canzonatorio gli vengono forniti anche i mezzi per poter sopportare serenamente tanti spiacevoli dati di fatto. E' il caso della simpatica descrizione della " Superstizione", uno dei fondamenti delle dottrine religiose, ed uno dei principali nemici del progresso civile ed umanitario; causa nefasta di cieco fanatismo, di triste irrazionalità, di perseveranza nell'errore e nella stupidità; elemento indispensabile di tutti i dogmi e di tutti gli inganni:


"Superstition is not the enemy of the Church but its best friend, most important ally and mainstay. What is superstition ? It depends on the Church which defines it. To speak of Heaven and Hell is sheer superstition in the eyes of a Hindu who knows - it has all been scientifically proved by Hindu theologians - that the soul is reincarnated and sometimes we appear on this earth as human beings, sometimes as beetles and sometimes as rattlesnakes. In the eyes of a Christian, to believe in more Gods than one - to accept polytheism - is sheer pagan superstition; but to believe in three Gods rolled into one is not only the declared truth but is monotheism. ( Some chinese restaurants serve a soup called "three in one". It consists of three constituent elements but it is, really, one soup. This is the doctrine of the Holy Trinity translated into Chinese cooking. (pp. 89)


  Il fatto di accostare elementi considerati divini ad una realtà materiale tra le più elementari e banali, anche se fondamentalmente necessarie, può sembrare alquanto dissacratorio, e indiscutibilmente consiste in una degradazione bella e buona della religione, condotta attraverso le armi e le astuzie della retorica e del pensiero umoristico.  Ma in fin dei conti il discorso è lievamente provocatorio per chi condivide le posizioni dell'autore; infatti per lui non esistono né sacro né profano, ma solo interpretazioni di fenomeni che a seconda di chi li elabora assumono valenze di una certa tipologia.

  L'intento dell'autore è quello esplicito di veicolare il fatto che per l'essere umano è  sicuramente  più importante una realtà oggettiva e concreta che non favolistiche interpretazioni e assurde invenzioni.

  L'opera di Mikes è quindi fondamentalmente rivolta a rimuovere quelle credenze, quelle concezioni, quelle dottrine che basandosi su falsi presupposti condizionano e rendono la vita dell'uomo ancora più stupida di quello che potrebbe essere. Egli è assolutamente consapevole che la causa di tutti i mali è l'ignoranza umana, e che essendo questa una caratteristica intrinseca della specie, non è facile colpevolizzare in senso assoluto determinate patologie, che in fin dei conti non sono altro che le tristi conseguenze della sovrana causa primaria. Poichè comunque vi sono delle speranze di alleviare la gravità di tale situazione, egli si prodiga in tale direzione e cerca di evidenziare quelli che sono i fattori limitanti  che potrebbero rendere difficile la guarigione della razza umana. Ecco perchè la sua critica si basa sostanzialmente sulla staticità della cultura religiosa, sul ruolo conservatore di una certa tradizione e naturalmente le sue accuse vengono rivolte ai maggiori responsabili di tale condizione:


"The Church remained faithful to its traditions right up to our times. Pope Pius XII° did not have a word to say about Auschvitz but when the Supreme Court of Yougoslavia sentenced Archbishop, a repulsive war criminal, not to death but to a mere sixteen years in prison, the Pope created him a Cardinal for his great services to the Church. The present Pope lives, of course, in changed times. He loves travelling (perhaps the only possible way of travelling for a Pole is to have himself elected Pope and then set forth on his journeys. Whenever he arrives somewhere - anywhere - he kisses the tarmac of the airport with a passion quite unusual in a Pope. His travelling mania and his kissing of tarmacs are his only innovation. Otherwise his views on sex, marriage, abortion and women's right are worthy of his medieval predecessors. (pp. 86)


  La critica alla religione ed alla chiesa culmina appunto in questa immagine di staticità culturale e di frenetica voglia di viaggiare del Papa, che viene assimilato ad un turista buontempone che non ha altro da fare che girare il mondo, senza preoccuparsi concretamente dei suoi problemi, ed anche se se ne occupa, lo fa in modo completamente sbagliato e ciò è naturalmente dovuto alla fallacità delle premesse su cui basa le sue credenze e quindi il suo operato.

  Tra le tante cose negative che Mikes ravvede nella religione, non potevano mancare alla sua nalisi anche alcune note di merito, alcuni tratti positivi che in parte caratterizzano la materia; queste considerazioni vanno però interpretate con estrema cautela, in quanto l'ironia drammatica dell'autore in questi casi è talmente sottile che può dare luogo ad ovvie ed ambigue interpretazioni. La religione nasce infatti dalla paura e dalla vigliaccheria dell'uomo e questo in un certo senso può essere un fattore positivo e di progresso:


"Religion - every religion - is based on fear: fear of death. So as religion is generally regarded as a Good Thing, cowardice must be a Good Thing, too. Fear - or call it Cowardice - is one of our most useful traits. Without fear, without the instinct of self-preservation, no species could survive. No one could remain alive if he were not a coward to some extent. Let us all turn heroes and the human race will perish. But as the human race is going to perish, in any case, in a few million years if not sooner, this change would not really affect the outcome, only its timing. (How to be a Guru.pp. 19)


  Benché in questo passo risulti ugualmente evidente l'opinione di Mikes su quella che sarà la sorte finale dell'umanità, è pur sempre possibile riscontrare che vi è tuttavia una sua significativa ammisione: la paura nell'uomo ha contribuito a creare degli artifici che hanno salvaguardato la nostra specie, e la religione è probabilmente uno di questi. Grazie ad essa l'uomo ha superato periodi difficili e traumatici della sua storia, inoltre come ha spiegato Freud la sublimazione stessa delle energie umane, favorita da una certa repressione e quindi dalla stessa religione, è alla base del "progresso" umano.

  In questa unione di fattori positivi e negativi, la stessa costruzione metafisica, fantastica, fantascientifica, e il desiderio di trovare una sana epistemologia al divenire del mondo, sono alla base sia della religione, sia della filosofia, sia della diretta discendente di queste materie, cioè la scienza. Dunque la religione non è che la scienza di ieri, sulle sue basi si fonda la moderna cultura e ciò comunque la si pensi è indubbiamente una cosa che è difficile da smentire.

  La religione ha funzionato inoltre come diceva  Freud da "narcotico", e nelle parole di Marx essa era "l'oppio dei popoli" e grazie a questa sua capacità l'uomo innegabilmente ha potuto far fronte ai misteri, alle paure, alle difficoltà dell'esistenza, è insomma riuscito a meglio sopportare l'angoscia del vivere. E' pur vero che tale rimedio è stato pur sempre un rimedio elaborato in epoche passate e che deve ora lasciare il posto a soluzioni più attuali ed efficaci.

  Come scrive  Emanuele Severino "La liberazione dell'uomo moderno è la distruzione di un rimedio grandioso, che però come avverte Nietzsche, è stato peggiore del male." (54)

  Ora la cosa interessante da notare è la rassomiglianza di alcuni aspetti che riguardano sia la religione, sia l'umorismo:


"As I shall  explain  later, cowardice is one of the dominant forces and motives of human development and, on the whole, it is a beneficial and commendable influence. Cowardice is the foundation stone of all religions: it is also the foundation stone of humour." (how to be a Guru. pp. 2)


  Mikes in parte intende tale vigliaccheria nel senso che probabilmente un vero eroe sceglierebbe altre forme di intervento piuttosto che racchiudere le sue proteste in un involucro letterario e riuscire così ad essere accetato dalla società, quella società che invece vuole fermamente cambiare. Egli in effetti l'ha affermato, la scrittura umoristica può essere un alternativa alla rivoluzione armata, anche se è pur sempre un tentativo pratico e concreto di cambiare le cose. Come gli eroi di alcune tragedie che giustificano la loro esistenza e le danno un senso compiendo una grande azione, volta a distruggere qualche tiranno, così gli umoristi trovano una ragione di esistere nella distruzione, diplomaticamente non violenta, della più terribile forma di tirannia umana, vale a dire la stupidità.  La seconda interpretazione è di un'altra specie; anche l'umorista infatti, come il religioso avverte l'angoscia   dell'esistenza, ha paura della morte e dell'incertezza del futuro; è per questo motivo che elabora un mezzo di difesa, un palliativo, unsistema per poter meglio affrontare e superare le difficoltà della vita, come daltronde abbiamo già messo in evidenza nei capitoli precedenti (cfr. Cap. II.2 e II.3 pp. 58-69 ). L'umorismo diventa così uno "shock absorber" ed è proprio l'insicurezza dell'essere umano che ne favorisce lo sviluppo.

  Vi è comunque una sostanziale differenza tra il rimedio religioso e quello umoristico, infatti il primo si basa su verità ipotetiche, ma rese dogmatiche, mentre il secondo si basa sulla continua messa in discussione ed elaborazine degli accadimenti umani. Nell'approccio umoristico non vi sono fissità di valori, autorità supreme ed indiscutibili, ma vi è la dinamicità della continua critica dialettica, del dialogo e del cambiamento. In questo senso il rimedio umoristico, se così possiamo chiamarlo, è più scientifico, nel senso moderno della parola, infatti, come la scienza, rinuncia a volersi imporre come una verità definitiva ed incontrovertibile e fonda la sua essenza sulla continua ricerca  e  sperimentazione, al  fine di ottenere sempre una

conoscienza più diffusa. La fede della religione è una fede che non ammette dubbi, la fede nell'umorismo è una fede nel dubbio; come per il movimento "dadaista" che dubitava di tutto e come per Dante che diceva appunto " Perchè dubitar più che saper m'aggrada" così anche l'umorista fa proprio del dubbio uno dei suoi maggiori capisaldi esistenziali.

  Per la religione, l'uomo diventa il fulcro fondamentale dell'esistenza, ed essa quindi favorisce l'orgoglio, stimola l'idea di immortalità e fomenta il desiderio di potere; l'umorismo al contrario , come la scienza è più umile ed è consapevole che questo mondo non è né il fine né il centro dell'universo.

  Freud in Totem e Tabù scrive che " La religione corrisponde allo stadio di rinvenimento degli oggetti, durante il quale prevale la dipendenza dai genitori; mentre la fase scientifica corrisponde alla maturità, in cui l'individuo, che ha ormai rinunciato al principio di piacere e ha accettato la realtà, cerca il suo oggetto nel mondo esterno." (55) e questo ci porta alla conclusione che senza dubbio, volendo accettare la classificazione di Freud, l'umorismo fa parte non della fase religiosa, ma bensì della fase scientifica, cioè della fase più matura, più razionale e forse anche più umana.

  L'umorismo diventa così una specie di divinità, ma terrena, estremamente autocritica e ovviamente metaforica; ed è proprio lo stesso Mikes che già in  Humour in Memoriam  suggeriva questo parallelismo:


"The non-humorous world has one ambition. Every humourless member of it wants to be godlike; nay; wants to be God. Humour, at its best, teaches us that this is not a worth-while ambition: God himself is only human. And that's where Humour becomes Divine. Perhaps our belief in that human God humour gives us - a God who is just as worried about Jesus, i.e. the next generation, as we are about our children - is less fervent; but we like Him more. (op. cit. pp. 115)


  Come abbiamo visto Mikes da un po' di tempo nutriva queste idee, e forse l'intenzione di scrivere proprio un libro su Dio e la Religione.

  Finalmente dopo aver chiarito la sua posizione in proposito ed avere fornito al suo pubblico i mezzi per poter giudicare più criticamente la questione non rimaneva che ultimare la faccenda e chiudere definitivamente il discorso; ed è proprio questo che Mikes si accinge a fare, suggerendo un'umoristica ipotesi di intervento:


"Humanity  created God and it could kill her off. But murder is a nasty business and God deserves a better fate. She has served us well. No, She must not be treated unkindly. She should be retired. Voluntarily redundancy would be preferable but if She insists on going on She must be pensioned off. Her activities, Her interference with our lives must cease, because humanity must slowly grow up. Perhaps it never will but it ought to. Let,s let God go on with the everlasting life in peaceful retirement. Let Her enjoy Herself. Some people will still care for her, will still pray to Her, with luck enough of them to keep her happy. We want Her to be happy, content. She was the best God we had. But the all-powerful, revengeful, whimsical, thunderous and Humourless Almighty should be transformed into the Eternal Old Age Pensioner. Amen. (How to be God. pp. 96).


  Se dunque per Nietzsche, " Dio è morto ", per Mikes sembra invece ancora vivo e vegeto e non vale la pena neanche di ucciderlo; piuttosto è più logico data la sua anzianità di servizio, mandarlo in pensione.

 In questa originale e conclusiva trovata, avvertiamo come lo spirito umoristico, al pari della filosofia, dimostri di poter esprimere metaforicamente concetti ideologici importanti, ma con in più il vantaggio di esporli in modo divertente.


CONCLUSIONE.  UN'ARTE  DI  ESISTERE.

 

    Come abbiamo visto non siamo in presenza di una semplice letteratura di evasione, che sfrutta le possibilità umoristiche del linguaggio solo per divertire e dobbiamo necessariamente ammettere che gli scritti di Mikes sono una via di mezzo tra la miglior letteratura sapienzale dell'antichità e la moderna saggistica sociologica, il tutto ovviamente condotto con uno stile raffinatamente umoristico.

  L'autore si rivolge in prima persona al lettore e gli parla come se stesse conversando con lui, da amico, e gli espone il suo pensiero, le sue opinioni, le sue convinzioni; non vi è comunque nessuna forma di fanatismo nei suoi discorsi e le sue speculazioni sono in ogni caso rivolte a diffondere una certa sensazione di tranquillità e serenità.

  Mikes osserva attentamente le vicende umane e non crede all'intervento provvidenziale di alcuna divinità, né tantomeno né ipotizza l'esistenza; vi è nel suo pensiero la certezza, forse errata, che la vita non conduca da nessuna parte, e da spirito sincero e schietto, lo ribadisce a chiare lettere in più occasioni:


"Luckily, I can answer some of the most tormenting questions of philosophy. 1) What is the aim of life ? The answer is : nothing. 2) What happens to us after death ? The answer again : nothing. Let me explain. Life has no universal aim. We are not here to celebrate the Glory of God. We have not been created  ad majoram Dei gloriam. God cannot be quite so modest as to find the performance of humanity the proof of final glory and majesty. But if life has no universal aim, it does have, it should have, a specific aim. The aim of your life is what you make it to be. (How to be a Guru. pp.105)


 Dal nulla esistenzialistico, che è il termine ultimo della filosofia di Mikes, e che rende dunque la vita assurda ed anche ridicola, egli passa attraverso l'accettazione stessa di questa realtà a considerare ugualmente in senso positivo la vita, intesa come entità da essere vissuta nel miglior modo possibile, lucidamente, umanamente, ricercando una felicità terrena ed eliminando l'angoscia, il dolore e la paura. Ed è proprio per questo che egli si impegna per diffondere una miglior capacità critica nell'uomo, affinchè egli possa rendersi conto di una realtà oggettiva, e la affronti in modo concreto, senza modelli interpretativi illusori.

  Mikes cerca dunque di dissuadere i propri lettori dal credere in false divinità, e li invita a non crearsi alcun idolo, né metafisico, né terreno, e a dubitare di tutte le forme di mistificazione.

  Da qui nasce la sua critica e la sua azione di degradazione nei confronti della religione e di tutte quelle autorità costituite che non tengono conto dei diritti, delle esigenze e dell'umanità della specie, ma ne sfruttano solo le risorse per un loro esclusivo ed egoistico interesse.     " I believe in Pure Logic. I believe in the Sanctity of Reason. I loathe all superstition.....If someone wishes to believe that God created humanity as the crowning glory of the Universe, if he wishes to believe that nothing matters in those many thousand million years through which the Universe existed than those two million or so years during which a species which calls itself Homo sapiens has graced and will continue to grace ( or disgrace ) a provincial planet, let him do so. ( How to be a Guru. pp. 32-33 )

 

  Credendo nella pura logica e nella forza razionale dell'uomo, Mikes segnala tutti i vizi e le incongruenze dell'essere umano e si prodiga per la diffusione della libertà individuale e per l'acquisizione di una più profonda consapevolezza.

  L'uomo deve diventare più responsabile, più autonomo e non deve uniformarsi pedissequamente nel seguire stupidi comportamenti, ma deve ogni volta considerare le vicende ed agire conseguentemente nel migliore dei modi.

  L'autore cerca perciò di diffondere un sostanziale equilibrio, invita a fuggire tutti gli eccessi, a vivere umilmente e modestamente, senza inseguire falsi miti e idoli nefasti.   Egli crede nella molteplicità delle differenze e nella pluralità delle esperienze, sempre che naturalmente possano insegnare qualcosa di positivo; non è comunque un fervido sostenitore di alcuna ideologia, ma da vero intelletuale indipendente crede nei valori di uguaglianza, libertà e fratellanza, che dovrebbero essere i capisaldi dell'agire umano e che vengono invece troppo spesso dimenticati.

  In tale contesto si fa strada l'umorismo che diventa mezzo per diffondere il buon senso, aiutare gli individui a fuggire tutte le interpretazioni univoche e a combattere ogni forma di prepotenza. L'umorismo come approccio disincantato all'esistenza, sussidio alla comprensione e alla sopportazione delle bizzarre evoluzioni del divenire.

  Umorismo come filosofia di vita, strumento critico e conoscitivo da una parte, antidoto terapeutico contro l'angoscia dell'essere dall'altra.

  Umorismo come elemento tipico della specie umana, perchè basato sulle complesse funzioni del linguaggio e dell'intelletto, espressione delle enormi capacità dialettiche di un'intelligenza in continua attività. ( Le altre specie animali non hanno daltronde bisogno né delle complesse funzioni del linguaggio, né delle capacità strabilianti della ragione, né tanto meno dell'umorismo, poichè anche senza tali magnifiche peculiarità vivono ugualmente bene).

  E' pur vero che noi umani tra i vari mali dobbiamo scegliere il minore e dobbiamo pur credere in qualcosa:


"I am no cynic, and do believe in quite a few things: for example, in the power of books written in London by ex-refugees, I have in mind, primarily, my colleagues Karl Marx and Sigmund Freud, whose works (although more boring than mine) made quite an impression on the world... Natives such as Charles Darwin have sometimes done quite well, and so have a few outright foreigners, such as Copernicus with his On the Revolution of Heavenly Spheres and Galileo with Siderius Nuncius. All the above writers changed the fate of humanity, the author of the present volume (that's me) is quite prepared to make a lesser impact. But here it is: a message of hope, of optimism, of making the most of life. Here it is: a thesis that proclaims happiness, or at least contentment, to be within the reach of everyone. One you have grabbed a little contentment, satisfaction, good humour and optimism, do not be ashamed of it, as most intellectuals seem to be, and do not throw it out of the window. But whether you do or not is up to you. I have given my recipe." ( How to be a Guru. pp. 113)


  In queste simpatiche frasi finali, si avverte l'estrema fiducia che Mikes, come Prospero, riveste nella letteratura e nell'opera onesta di tutti quegli individui che si prodigano seriamente e sinceramente per il benessere dell'umanità. Anche lui ha cercato di fare lo stesso, ovviamente nei limiti delle proprie capacità e secondo il mio umile parere penso che abbia fatto un ottimo lavoro, degno nel suo genere delle migliori opere di tutti i tempi.

  Concludendo possiamo affermare che coltivando l'umorismo Mikes ha coltivato un'arte di esistere e filantropicamente l'arte di aiutare ad esistere.


NOTE


(1) George Mikes. Dalla prefazione di  How To Be a Brit. André Deutsch. London 1984. Il volume è una raccolta di  3 piccoli libri di Mikes e cioè: How  To Be an Alien;  How To Be Inimitable; How To Be Decadent.


(2) ( Priestley, J.B.  op. cit. pp. 4)


(3) Citiamo tra i sostenitori di questa corrente: Pirandello, Kant, Shopenhauer, Koestler, ecc. Per una  rassegna completa e tra le più recenti delle varie teorie si confronti il citato testo di Ceccarelli.


(4) Sigmund Freud "L'Umorismo." (op. cit. pp. 505) vedi  anche Il Motto di Spirito. (op. cit. pp. 208)


(5) ( Escarpit, R.  op. cit. pp. 71 )


(6) ( Escarpit, R.  op. cit. pp. 71)


(7) Koestler, A. L'atto della creazione. Ubaldini, Roma 1975. (tit. orig. The act of creation. 1969) Per  Koestler si ha bisociazione quando un'idea viene  percepita contemporaneamente su due sistemi di  riferimento diversi ed incompatibili. Tali elementi scontrandosi o creano il riso o si fondono in una sintesi intellettuale e creano un'esperienza estetica.


(8) Citazione contenuta in " The world of English" della rivista italiana " Speak up " Isti. Geografico de Agostini.  Numero 8   Ottobre 1985.


(9)  (Priestley, J.B.  op. cit. pp. 1)


(10) Cazamian, L.  L'humour de Shakespeare.  Aubier. Paris, 1945. (pp. 215-216)


(11) Stephen Leacock. My discovery of England. John Lane. London, 1922. in Britain and America. A. Rossi Cisorio. Petrini. Torino 1970.


(12) ( Pirandello, L.  op. cit. pp. 135 )


(13) Sully, J.  An Essay on Laughter, trad. franc. Essai sur le rire. Alcan, Paris 1904 e Bain, A. The Emotion and the Will. Longmans Green, New York 1888. (riportati  entrambi nel testo di Ceccarelli op. cit. pp. 271)

(14) Verri, P. " Articolo sul ridicolo". in Il Caffè. (20 ott. 1765)  


(15) ( Harold Nicolson. op. cit. pp. 23)

L'umorismo "sardonico" deriva dal concetto di riso sardonico che Ceccarelli così definisce:  L'origine del  termine sembra riferirsi al costume degli antichi Sardi  di immolare i vecchi, che ridevano al momento dell'uccisione. (Esistono tuttavia varie teorie.) Comunque, oltre allo spasmo del tetano, tale termine indica comunemente un riso particolarmente crudele e       maligno. (op. cit. pp.250)


(16) ( Priestley, J.B. op. cit. pp. 16 )


(17) ( Daninos, P.  op. cit. pp. 17-19 )


(18) G. Mikes  How to be Inimitable.  André Deutsch. London  1960.


(19) G. Mikes  How to be Decadent.  André Deutsch. London 1977. 


(20) ( Bergson, H.  op. cit. pp. 78-79 )


(21) ( Guasta, G.  op. cit. pp. 42 )


(22) Mikes, G. How to be a Yank and more Wisdom. André Deutsch. London 1987. (Penguin 1989) Il libro è una raccolta di tre testi e cioè How to Scrape Skies  1948;  Wisdom for Others 1950; Shakespeare and Myself 1952.


(23) Mikes, G.  How to scrape skies. André Deutsch, London 1948. (Penguin 1989)


(24) Sholes, R. e Kellog, R. La natura della narrativa. Il      Mulino, Bologna 1970. riportato in Teoria della      letteratura. a cura di E. Raimondi e L. Bottoni. Il      Mulino, Bologna 1975.


(25) Mizzau, M.  L'ironia.  Feltrinelli, Milano 1984. (pp. 40).


(26) ( Freud, S. op. cit. pp. 242 )


(27) ( freud, S. op. cit. pp. 257 )


(28) Escarpit modifica ciò che Cazamian (op. cit.) aveva identificato come la "sospensione del giudizio". Per Cazamian infatti la sospensione del giudizio comico, affettivo, morale e filosofico originava a sua volta      un umorismo di tipo comico, nero, morale e assurdo. ( Escarpit, R. op. cit. pp. 88 )


(29) Sinclair Lewis. Main Street. Signet Classics Ed. New York 1961.(pp. 134) citato in Sinclair L. di James Lundquist. Frederick Ungar Publishing Co. New York 1973.


(30) ( Escarpit, R. op. cit. pp. 86)


(31) ( Nash, W.  op. cit. pp. 74 )


(32) Mikes, G.  Über Alles. Germany explored. Allan Wingate, London 1953. (pp. 1)


(33) ( Escarpit, R. op. cit. pp. 93 )


(34) ( Mayer, T.  op. cit. pp. 33 )


(35) Mikes, G. Shakespeare and myself. André Deutsch. London 1952 contenuto in How to be a Yank. André Deutsch. London 1987. Penguin 1989.


(36) Mikes, G. Wisdom for Others. André Deutsch. London, 1950.


(37) Tale seminario era organizzato dal British Council e dal USIS ed ebbe luogo nel gennaio del 1986 al Palazzo delle Stelline di Milano: George Mikes era uno degli ospiti principali e parlò naturalmente dell'Umorismo.


(38) Wilhelm Reich (1897-1957) criticava appunto la morale puritana e repressiva della società che aveva i suoi capisaldi nella famiglia, e nelle Istituzioni in genere. Egli contestava la psicanalisi stessa ed elaborò teorie del tutto personali, alla base delle quali vi era però la liberazione dell'uomo e dei suoi istinti da ogni costrizione. A Reich si rifanno Marcuse, Laing, Cooper, la  sinistra  psicoanalitica e  l'antipsichiatria. 


(39) Si pensi ad esempio alle opere teatrali di Shaw come Major Barbara (1905), The Devil's Disciple (1897) o  Mrs. Warren's Profession (1902); ai romanzi Main Street (1920) o Babbitt (1922) di Sinclair Lewis; ed a A Connecticut Yankee (1889),  The Prince and the Pauper (1881) ed il racconto  La vita come la vedo io. 1874) di Mark Twain.


(40) Marcuse, H.  L'uomo a una dimensione. Einaudi. Torino, 1967. (ed. orig. 1964)


(41) Mikes, G.  How to be a Guru. André Deutsch. London 1984. (Penguin, 1986, 1988)


(42) Klapp, O. The fool as a social type. in " American Journal of Sociology." LV, (pp.157-162) citato in Ceccarelli. (op. cit. pp.336)


(43) Eco, U.  " Il comico e la regola." in SetteAnnidi      Desiderio. Bompiani. Milano, 1980. (pp. 258-259)


(44) Bachtin, M.M.  L'opera di Rabelais e la cultura       popolare. Einaudi. Torino, 1979. (ed. orig. 1965)


(45) Mikes, G.  How to be God. André Deutsch. London, 1986. (Penguin 1988).


(46) How to be a Guru. (op. cit. pp. 17)


(47) Stern, A. Philosophie du rire et des pleures.  Presses Universitaires de France. Paris, 1949. ( in Ceccarelli  op. cit. pp.140)


(48) Frazer, James, G.  The Golden Bough (vol. I pp. 107 1890) in Il Mondo Spirituale dei Primitivi. di Guglielmo Guariglia. Servizio librario I.S.U. Università Cattolica del Sacro Cuore. Milano, 1982.


(49) Ci referiamo qui ai seguenti testi: Why I am not Christian. di B. Russel  Unwin Paperbacks. London, 1988 e Sulla Religione di K. Marx e F. Engels  Savelli, Roma 1969.


(50) ( Freud, S.  op. cit. pp. 148 )


(51) Heine, H. Pagine Autobiografiche. Formiggini. Roma, 1926 in L'ironia. di Almansi G. Garzanti. Milano,  1984. (pp. 9)


(52) Thackeray, W.M. The English Humorists. Thomas Y Crowell & Company. New York, 1902.


(53) Bierce,A.The Devil's Dictionary.(1906) The Collected Writings of Ambrose Bierce. New York, 1946.


(54) Emanuele Severino. "Il futuro della filosofia." in Filosofia. Storia del pensiero occidentale. A cura di E. Severino  Armando Curcio Editore  Roma, 1988.  Vol. IV°.


(55) Freud, S.  Totem e Tabù. Newton Compton Editori. Roma  1970. (ed. orig. 1913). La citazione è riportata in La vita contro la morte. di Norman O. Brown  Adelphi  Ediz. Milano 1964 (tit. orig. Life against death 1959)


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