COMITATO PER L'AMBIENTE E IL
RISPARMIO ENERGETICO DI BRESCIA
Nel giorno di Natale 2005 si è registrato a
Brescia, nella centralina in Broletto, il record negativo assoluto per quanto riguarda
linquinamento da polveri fini, le famigerate Pm10. Il valore segnalato dagli
strumenti, 179 microgrammi per mc, è il più alto mai rilevato nella nostra città.
Bisogna ricordare che il limite consentito dalle normative è di 50 microgrammi per mc.
Sempre in questi giorni, dato le basse temperature, gli impianti del teleriscaldamento
stavano andando al massimo, e grazie alle feste natalizie il traffico non era poi così
intenso. In ogni caso bisognerà provvedere, e fare un'analisi più seria degli
inquinanti, ripristinando anche la centralina della zona sud, in cui troviamo appunto la
vicinanza dell'autostrada, della tangenziale, degli impianti Asm, e di alcune acciaierie,
vedi l'Alfa e quella di San. Zeno. C.W.
Brown
INFORMATEVI
SULLA PERICOLOSITA' DELLE POLVERI SOTTILI
Per favorire una migliore comprensione da
parte dei cittadini sulla questione della nuova centrale turbogas della Asm, zona
Lamarmora, osteggiata e combattuta dai comitati cittadini per l'ambiente, il riciclaggio
ed il risparmio energetico, riportiamo di seguito alcune considerazioni fatte dal
Presidente dell'Asm, Renzo Capra e apparse sul Giornale di Brescia. Questo per fare in
modo che all'interno delle nostre pagine si possano trovare tutti i suoni delle varie
campane e i cittadini comunque possano capire effettivamente in che ambiente si vive!!!! E
chi ci guadagna !!! In ogni caso comunque non si capisce come mai alcuni amministratori
cittadini e la popolazione locale siano contrari alla costruzione della centrale di
Offlaga e invece siano favorevoli al potenziamento degli impianti della città stessa,
quando è ovvio che se l'Asm, per guadagnarci al massimo, prevede nei suoi piani di
riscaldare comuni lontani come Concesio e Bovezzo distanti anche 15 o 20 chilometri, non
avrà mai a sufficienza della potenza erogata dalle sue centrali; e poi in quest'ottica
l'azienda e quindi il disagio degli abitanti di Brescia si espanderà sempre di più; già
si bruciano rifiuti che provengono anche da altre regioni ed ora si vogliono riscaldare
anche i comuni limitrofi, bene, mi sembra dunque che questa strategia, mista agli altri
problemi di cui soffre Brescia non lasci al cittadino che ama una certa tranquillità, una
cosa sola da fare, andarsene a vivere da un'altra parte! E' chiaro comunque che una
campagna per il risparmio energetico, il riciclaggio dei rifiuti, lo sviluppo di nuove
fonti rinnovabili, un utilizzo più intelligente dei trasporti e un ripensamento del
packaging non potrebbe che portare benefici a tutti, o quasi !!!! Ricordo però al Capra (forse sarà anche
per il suo nome che per mesi davanti all'inceneritore hanno sostato 4 artificiali enormi
pecore dorate, forse a simboleggiare che l'Asm sa ben tosare i suoi numerosi clienti) che
se si vuole parlare di risparmio energetico, questo discorso vale anche in estate, quando
il teleriscaldamento funziona ugualmente e comporta un enorme ed inutile dispendio di
calore che ha raggiunto negli ultimi 5 anni ben il 50% dell'energia prodotta ed è ormai
ecologicamente insostenibile! Figuriamoci l'ulteriore aggravio di una nuova centrale, che
non farebbe altro che rendere insostenibile il già pessimo microclima della città. P.S. Ma questo Capra lo sà, e siccome è
consapevole che il teleriscaldamento in città non può più espandersi, cerca di pensare
alla grande Brescia, includendo magari anche Roncadelle e Rezzato, così l'azienda e i
suoi soci ci guadagneranno sempra di più e i cittadini sempre di meno. Tuttavia
l'assessorato all'ecologia del comune non è dispiaciuto dell'andazzo, infatti lo stesso
"pacco" che regalava ai bresciani il più grande inceneritore d'Europa, e ora la
"sorpresa" di una megacentrale turbogas, ha previsto per i nostri garanti
dell'ambiente un contributo pari a 5 euro per tonnellata di rifiuti bruciati nella terza
linea (circa 1 milione e 500 mila euro!!!) per svolgere le proprie umanissime attività!!!
C.W. Brown
COSTI E INGIUSTIZIE
DELL'INCENERIMENTO
Vi invitiamo a diffondere, copiare-incollare il
testo in rosso e inviarlo alla trasmissione televisiva "Mi Manda RaiTre" -
mimandaraitre@rai.it , o
alla trasmissione Report di RaiTre -
report@rai.it denunciando l'ingiusto prelievo di risorse, pro
incenerimento dei rifiuti, che devono invece essere impiegate per una seria
politica a sostegno di una razionalizzazione dei consumi, del risparmio di
materia e delle fonti di energia rinnovabile.
Attraverso un'interpretazione estensiva ed
impropria della Legge n° 9 del 1991, comunemente detta Cip6 poi dei
"Certificati verdi", i soggetti pubblico-privati che ricorrono
all'incenerimento dei rifiuti hanno ottenuto fino ad oggi sovvenzioni
valutate in circa trenta miliardi di euro, tra il 60 e l'80% delle risorse
destinate alle energie rinnovabili, grazie all' "assimilazione" dei rifiuti
alle medesime.
Denunciamo questo ingiusto prelievo dalle tasche degli italiani evidenziando
che:
Gli inceneritori costringono a elevati consumi di materie plastiche; per
produrle si usa petrolio, che è in via di esaurimento e materia prima non
rinnovabile.
Paghiamo all'ENEL, con una quota della nostra bolletta, finanziamenti per le
fonti rinnovabili, ma che vengono invece destinati in gran parte, tra il 60
e l'80%, all'incenerimento dei rifiuti. La poca energia prodotta dagli
inceneritori viene ingiustamente pagata tre volte.
Siamo sotto procedura di infrazione da parte dell'Europa, visto che i
rifiuti non sono fonte di energia rinnovabile.
Paghiamo costi per la salute non affatto trascurabili, minimizzati se non
negati. Una tonnellata di rifiuti incenerita comporta per il contribuente
ogni anno da 30 a 180 euro l'anno (vedi 4° Rapporto della Società di
Medicina Ecologica Britannica - dicembre 2005).
Sono maturi i tempi per gestire in altro modo la questione rifiuti e per
affrontare e far conoscere in una trasmissione di servizio, di prestigio e
di grande diffusione come "Mi Manda RaiTre", questa anomalia tipicamente
italiana.
Grazie. Cordiali saluti.
Nome, cognome, città Eventuale Ente, associazione, comitato ecc
Carl William Brown del Daimon Club
www.daimon.org
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Gelo, se continua così il teleriscaldamento
potrebbe non bastare Se una linea si dovesse fermare, si rischia di lasciare al freddo una
parte della città.
Il termoutilizzatore, maggiore fonte di calore per i
bresciani di Daniela Zorat
Freddo da record, e il teleriscaldamento in città sta funzionando al suo massimo storico.
Lo scorso 30 dicembre è stato il giorno in cui a Brescia, e nei Comuni di Concesio e
Bovezzo, raggiunti dal servizio fornito da Asm, si è consumato di più per riscaldare le
abitazioni, gli uffici e gli ambienti di lavoro. Lerogazione ha raggiunto, con una
messa in rete nelle 24 ore, la punta massima di 10 milioni e 300mila kilowatt/ora,
rispetto al massimo del 2004 che era stato pari a 9 milioni 83mila kw/h. Lincremento
è stato quindi pari al 13,4%. La potenza massima di punta è cresciuta da 534 megawatt
termici del 2004 a 575 sempre del 30 dicembre, giorno in cui peraltro erano chiuse le
scuole, che rappresentano il 15% dellutenza del calore, che buona parte delle
fabbriche non stavano lavorando a pieno ritmo, e che anche le banche stavano chiudendo.
«Lincremento di erogazione - ha spiegato il presidente della multiutility
bresciana, Renzo Capra, che ha voluto affrontare largomento anche alla luce dei
fatti internazionali in merito alla decisione della Russia di limitare lafflusso di
gas allUcraina, con possibili ripercussioni quindi sugli altri Paesi - è dovuto sia
al freddo che si è registrato in questi giorni, sia al fatto che è aumentato il numero
di metricubi da riscaldare. Stiamo infatti assistendo ad un continuo superamento dei dati
di piano relativi allo sviluppo di questo sistema che consente di fornire calore agli
edifici sotto forma di acqua calda, mediante una rete di distribuzione sotterranea. Nel
1981 - continua il presidente Capra - lo sviluppo limite era di 15 milioni di metricubi di
ambienti riscaldati, nel 1989 si è saliti a 25 milioni, nel 2005 si è arrivati a 36,4
milioni, cui vanno aggiunti un milione e duecentomila metricubi di nuovi ambienti come
quelli dellIstituto Zooprofilattico con 15 condomini o del nuovo stabile della Banca
Lombarda. Per il 2006 sono già stati prenotati altri 900mila metricubi, tra piccoli e
medi edifici, ma anche il Palagiustizia, lIdeal Standard e la Lucchini».
Unestensione del teleriscaldamento richiesta dagli stessi cittadini, ha sostenuto
ancora il presidente di Asm, tanto nei villaggi, come il Violino, tanto dalle attività
commerciali e dalle imprese. Al momento il calore è prodotto, congiuntamente
allenergia elettrica, in centrali che possono essere alimentate da metano, olio
denso e carbone, e dal 1998 anche dal termoutilizzatore alimentato da rifiuti e biomasse.
Impianti che in questi giorni stanno lavorando al massimo per riuscire a fornire quei
valori di calore ritenuti confortevoli e salutari, che corrispondono ad una temperatura
pari a circa 20 gradi. Impianti che tuttavia non possono essere forzati ulteriormente.
«Ci si è posto il problema - ha continuato il presidente di Asm - se adeguarli o se
arrivare a limitare o bloccare la crescita degli allacciamenti. Blocco questo che tuttavia
andrebbe contro il risparmio energetico. Se si dovesse riscaldare con il gas metano, per
ottenere gli stessi risultati, dovremmo utilizzare il 30% in più di combustibile, con il
relativo aumento del 30% di emissioni di inquinanti nellaria. Eventualità che è
stata scongiurata dallo stesso Consiglio comunale che ha comunque approvato il
potenziamento degli impianti». Da qui lintervento programmato sulla centrale di via
Lamarmora, che funziona per due unità a olio btz, ovvero a basso tenore di zolfo, per la
terza a carbone. Asm ha in programma la sostituzione delle prime due unità con una a
metano, la cosiddetta «turbogas». Se non si procedesse in questo senso - si capisce dal
discorso fatto dal presidente Capra - al minimo problema alle linee si correrebbe il
rischio di lasciare al freddo una parte della città. «La rete infatti non sempre è ben
governabile. Se una delle linee si dovesse bloccare, non è detto che la temperatura cali
di mezzo grado in tutta la città. Potrebbe capitare invece che alcune zone rimangano
senza riscaldamento, mentre alcuni quartieri non si accorgano di nulla. Noi dobbiamo
evitare che questo accada - ha precisato Capra - perché abbiamo siglato un patto con la
città. Il cittadino comunque deve sapere come stanno le cose, senza allarmismi, ma non
sarebbe saggio tacere». Il presidente di Asm ha anche aggiunto che nel 2006 sarà
programmato anche un piano di risparmio energetico e di potenziamento del riciclaggio dei
rifiuti. «Il nuovo anno - ha detto - deve essere allinsegna di un maggior rigore.
Si devono mettere dei limiti al consumismo. Se noi riuscissimo a ridurre i consumi avremmo
fatto unopera moralmente, economicamente e anche ambientalmente valida. Noi siamo
eredi - ha concluso Renzo Capra - di una municipalizzata. Labbiamo nel cuore, anche
se abbiamo lobbligo di restare sul mercato, e non dobbiamo fallire, altrimenti
arrivano altri al nostro posto».
Capra: «Evitiamo la dispersione del calore» Campagna Asm per lisolamento termico
LA PREVENZIONE
Il presidente dellAsm, Capra
Nella progettazione di un impianto di riscaldamento, come per il teleriscaldemento, sono
diversi i fattori di cui si deve tener conto. Tra questi anche la temperatura esterna che
si prevede possa arrivare a interessare la zona in cui viene realizzato. Da qui le analisi
di dati statistici di almeno trentanni. Brescia, per questo, fa riferimento
allIstituto Pastori, che fornisce note statistiche addirittura dal 1950. Nel
valutare la potenza dellimpianto si deve far riferimento al calcolo della quantità
di calore da immettere negli ambienti in riferimento alla temperatura media esterna
giornaliera. «Per far questo - ha spiegato Renzo Capra, presidente di Asm - si deve tener
conto di alcuni dati. Dal 1994 al 2002 abbiamo avuto un eccezionale periodo di inverni
miti. Il 1993 e il 2004 sono stati parzialemte tiepidi. Il più freddo ultimamente è
stato il 1991, anno in cui con il teleriscaldamento si è consumato il 29 % in più
rispetto al più mite 1994. Ora di nuovo abbiamo avuto un anno freddo, e i primi ad
accorgersene saranno i consumatori, che lo riscontreranno nelle loro bollette». Il
presidente di Asm ha voluto fare un esempio semplificativo: «Il valore di temperatura che
viene preso come punto di riferimento per gli ambienti domestici e di lavoro - ha detto -
è di venti gradi centigradi. Se i gradi esterni sono cinque, si deve fornire un valore di
calore pari a quindici. Se la temperatura al di fuori delle nostre case scende a meno
cinque, sale proporzionalmente anche il calore da immettere negli ambienti, che passerà
quindi a 25. Per non parlare dei meno quattordici che si sono registrati in questi giorni,
che hanno comportato un impiego ai massimi storici di tutti gli impianti per riuscire a
garantire ai bresciani il giusto tepore nelle loro case». Da qui, comunque,
limportanza dellisolamento termico degli edifici per evitare inutili
dispersioni di calore, fronte sul quale Asm imposterà, nel 2006, una nuova campagna di
risparmio energetico, volta al potenziamento delluso dei doppi vetri e delle giuste
coibentazioni dei tetti. «In ogni caso, grazie al teleriscaldamento - ha continuato Renzo
Capra - il consumo specifico medio cittadino è sceso dagli oltre 50 kilowatt/ora per
metrocubo dambiente da riscaldare di trentatrè anni fa, a 31. Lobiettivo,
comunque - ha concluso il presidente di Asm - non deve considerarsi raggiunto».
COMITATO PER L'AMBIENTE E IL RISPARMIO ENERGETICO DI BRESCIA
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