Nonostante i testi erotici orientali siano
tradotti in Occidente da oltre cent'anni, ancora oggi esercitano su di noi un enorme
fascino. Sarà perché così diversi dal nostro modo di vedere il sesso, sarà per le
teorie spesso in contrasto con il modo comune di pensare dell'uomo occidentale, fatto sta
che tutte le pubblicazioni che, ormai da decenni, descrivono le diverse modalità
orientali di praticare "l'arte dell'amore" riscuotono un crescente interesse.
Nell'avvicinarsi a queste teorie (e relative tecniche) occorre avere bene in mente due
cose:
- l'Oriente è stato, soprattutto nel periodo che va dal III al XIV secolo, culla di una
civiltà molto più progredita della nostra. Le arti, le costruzioni, la filosofia e la
letteratura si erano sviluppate molto più velocemente di quanto non fosse accaduto nel
mondo occidentale (basta solo ricordare i commenti ammirati di Marco Polo, che pure veniva
dalla splendida Venezia...). Insomma, un atteggiamento di condiscendenza e sufficienza
sarebbe del tutto fuori luogo.
- la sessualità orientale non ha mai vissuto in contrasto con la religione, e questo,
probabilmente, ha reso possibile il diffondersi di innumerevoli pubblicazioni e
manifestazioni artistiche che, nel corso dei secoli, sono giunte fino a noi.
Molti provano enorme stupore di fronte alle decorazioni erotiche che ornano i templi di
Khajuraho, in India: coppie di amanti intente a fare l'amore si trovano nei luoghi dove,
tradizionalmente, ci aspetteremmo di vedere immagini di santi.
Questa è forse la visualizzazione più immediata e precisa di quanto diverso è stato,
nel corso dei secoli, l'atteggiamento della nostra civiltà rispetto a quella orientale
nei confronti del sesso: dove la prima negava e nascondeva, la seconda affermava e
rappresentava. E la letteratura ha percorso lo stesso cammino, portando i testi erotici
indiani ad essere dei classici conosciuti in tutto il mondo.
Non deve perciò stupire la scoperta di come in Oriente era vissuta "l'arte
dell'amore": in piena libertà e con la ricerca massima della soddisfazione e del
piacere, anticipando, per molti aspetti, alcune delle più recenti tendenze della
sessuologia occidentale.
Vogliamo qui ricordare i tre grandi "percorsi orientali alla felicità in
amore": il Tantra, il Tao dell'Amore, il Kamasutra e un altro testo, il Koka Sastra,
che è nato sul solco di quest'ultima tradizione.
È bene specificare che questi "percorsi" non hanno una matrice comune, e sono
stati scritti anche in lingue diverse, ma noi li vogliamo citare insieme perché danno un
quadro sufficientemente preciso di un modo diverso e affascinante di vivere la sessualità
e il corpo. Un modo che non ha paragoni nella tradizione occidentale e che davvero può
aprire a sensazioni ed emozioni che sfiorano l'estasi.
IL TANTRA. Il tantra è il pensiero indiano che
tratta le manifestazioni fisiche del sesso. Dottrina spesso non molto conosciuta in
occidente essa è ancora la corrente più forte e vitale della filosofia indiana. Secondo
l'antico insegnamento tantrico, il raggiungimento della libertà avviene tramite l'uso del
sesso visto come trampolino cosmico. Addirittura il liquido seminale è considerato il
vero elisir della lunga vita sia dalle scuole yoga sia da quelle tantriche.
Tantra, che etimologicamente significa trasmissione, concomitanza sincronica, è una
particolare dottrina che cerca di riequilibrare le energie individuali mettendole in
connessione con le forze universali. Questa filosofia indiana, sviluppatasi nel
corso di settemila anni di storia, considera il piacere - sia fisico che psichico
dell'individuo - come una via per ritrovare la propria autoconoscenza, la propria
identità per raggiungere poi l'unione con le forze primarie del cosmo.
Il Tantra quindi è vera e propria "illuminazione" che va al di là di ogni
limite spaziale e temporale, che diverge completamente dagli schemi delle religioni e
delle filosofie occidentali che negano la carnalità, i desideri e l'attaccamento a tutto
ciò che è terreno considerandoli ostacoli alla crescita spirituale. Nel Tantra al
contrario il corpo diventa un tempio, un veicolo per raggiungere la spiritualità,
trasformandosi in un'emanazione divina che conduce alla comunicazione con l'Universo.
Inoltre, con tutti i suoi processi fisici e biologici, il corpo è anche uno strumento
attraverso il quale operano le forze cosmiche; del resto la struttura umana e le
manifestazioni del macrocosmo esterno sono simili e tutto quello che è nell'Universo deve
esistere in una certa forma e in una certa proporzione anche nel microcosmo, cioè nel
corpo umano.
Molti ritengono che il Tantra sia la più antica fonte di conoscenza riguardante l'energia
del sistema Mente-Corpo-Spirito-Anima e che sul Tantra si siano edificati sia lo yoga
indiano che l'alchimia cinese.
Lo yoga e l'alchimia (tecnologia utile alla trasformazione dell'Umano nel Divino) sono
entrambi metodi apprezzabili e approfonditi per raggiungere la perfezione del corpo e
della psiche, e per la trasfonnazione della coscienza. Le loro estensioni hanno condotto
progressivamente alle arti marziali di Cina e Giappone, allo sviluppo dello Yi King come
strumento personale di conoscenza, fino alle grandi filosofie del Buddha, di Confucio e di
Lao-Tzu. Tuttavia la loro fonte iniziale è nel Tantra e il Tantra rimane il loro
fondamento.
Questa disciplina è quindi una scienza spirituale che comprende "metodi per entrare
nel subconscio e tuffarsi nelle profondità dell'inconscio... Per ripulire la
personalità, i complessi profondi e dirigere la persona verso un comportamento corretto,
per portarla a una riabilitazione psicologica e fisica". Il Tantra è anche Yoga
Kundalini e lo scopo di quest'ultimo è di risvegliare la coscienza psichica presente
nell'essere umano al fine di renderlo in grado di avere la visione di una realtà più
grande dentro di lui.
Il Tantra è la scienza che include molte tecniche riguardanti mantra (formule sacre),
yantra (disegni e diagrammi geometrici conduttori si essenze psichiche), mandala (dipinti
tibetani utilizzati per la meditazione), eccetera. In altre parole include l'uso di suoni
particolari, parole, diagrammi e visualizzazioni, raffigurazioni sacre, autoipnosi,
controllo del respiro, meditazione e tutte le tecniche usate nelle religioni e discipline
magiche di crescita personale. E sono proprio queste tecniche che conducono all'esperienza
effettiva con il divino.
Il messaggio essenziale del Tantra è "guardare dentro, scoprire ed esprimere la
divinità", imparare a invocare il Dio e la Dea dentro noi stessi, imparare a usare
il potere creativo della divinità interiore per trasformare il corpo e l'anima al fine di
migliorare la vita quotidiana. Del resto siamo stati creati come "Dei
potenziali", a "immagine e somiglianza del nostro Creatore". Il Tantra
afferma che noi abbiamo nel nostro cervello e nel nostro apparato psico-spirituale un
vasto tesoro di abilità non sviluppate e nel corso normale dell'evoluzione umana
cresceremo, ci svilupperemo e utilizzeremo questo potenziale. Il Tantra offre un sistema
per accelerare questa trasformazione nell'intera struttura del cervello per ottenere la
totale manifestazione e illuminazione il prima possibile.
Il Tantra insegna che gli istinti dell'uomo, i suoi bisogni naturali sono necessari per
"nutrire" il corpo così come sono necessari il cibo, l'acqua e il sesso per
procreare. Ecco perché in questa disciplina filosofica il rapporto sessuale è
fondamentale. La sessualità nel Tantra diventa energia spirituale, stimolo vitale, una
forma di meditazione che conduce l'uomo e la donna verso la conoscenza e la consapevolezza
dando loro inoltre la sensazione di essere in comunione con Dio.
Questa disciplina ha sempre cercato di raggiungere il piacere risvegliando le energie
vitali dell'individuo, sbloccando le tensioni e le paure personali, aiutando così a
vivere la sessualità con pienezza e abbandono. E questo è uno dei motivi per cui i
seguaci del Tantra sono stati sempre perseguitati, considerati peccatori, esseri infernali
persino dalle stesse dottrine Yoga o Indù. Con l'arrivo dei musulmani alla fine del X
secolo i tantristi vennero ulteriormente allontanati non solo a causa dei loro rituali
sessuali, ma anche in relazione al loro culto della donna, considerata simbolo vivente
della forza primordiale della manifestazione sessuale. Molti templi dedicati alle
divinità femminili furono distrutti; le statue di Kalì, Uma, Parvati furono sconsacrate.
Solo nella prima metà del XVIII secolo i praticanti poterono rileggere i loro testi senza
particolari costrizioni.
In questi testi, scritti appositamente in modo allegorico o simbolico per essere letti da
pochi prescelti, spesso si sottolinea la possibilità che il Tantra offre di integrare
armoniosamente la realtà oggettiva con le manifestazioni cosmiche, attraverso la diretta
esperienza della vita di tutti i giorni. Quest'ultima vissuta nel pieno adempimento dei
propri desideri racchiude in sé tutte le energie latenti negli esseri umani, le quali
risvegliate dalle tecniche tantriche, permettono ai praticanti di prendere parte a un
continuo processo di scoperta di se stessi e dell'Universo. Essi distinguono cioè il
mondo in tutta la sua realtà essenziale e stabiliscono un contatto indissolubile con
tutti gli altri esseri viventi e non. Ad esempio percependo le quattro dimensioni,
attraverso le capacità speciali che si nascondono in ogni essere umano, la visione di una
pietra da parte di un individuo che conosce le tecniche tantriche sarà completamente
differente da quella di una persona che non possiede le capacità che questa disciplina
consente di sviluppare. Non proponendosi nessun risultato definitivo, uno scopo ultimo, il
Tantra è quindi pura liberazione dello spirito, potenziamento delle proprie capacità
sensoriali, "sublimazione alchemica" dell'energia sessuale. Il rapporto fisico
allora secondo questa disciplina non è più considerato come un peccato da evitare o di
cui vergognarsi, non è più da tenere segreto a causa della sua impurità. Al contrario
la sessualità è un mezzo per catturare, magnificare e interagire con i processi del
Cosmo attraverso i quali si manifesta l'intero Universo; l'atto sessuale diventa una
disciplina meditativa e rigenerante attraverso la quale l'anima raggiunge la perfezione
spirituale e psicologica. Del resto ciò che ci fornisce il Tantra è la chiave per
portare nella relazione sessuale quello che viene promesso in quasi ogni rito religioso
che santifica il matrimonio: la sacralità.
Torna alla magia
dell'amore!
I
testi "classici" riguardanti l'erotismo nella letteratura indiana coprono un
arco di oltre 1200 anni. Il più celebre di tutti, il Kamasutra, fu composto probabilmente
attorno al III sec. d.C., mentre l'Ananga Ranga, per esempio, è databile attorno al XVI
secolo. Naturalmente, nel corso dei secoli, i costumi e le usanze della popolazione
cambiarono, e questi cambiamenti si avvertono decisamente anche nei testi che riguardano
il sesso. La società descritta nel Kamasutra appare molto più libera e
"disinibita" di quella del Koka Sastra (XI sec.), il secondo testo in ordine di
celebrità, non fosse altro perché quest'ultimo è dedicato espressamente alle coppie
"ufficiali". Ma per quante differenze si possono trovare in tutti i testi
erotici indiani, altrettante sono le similitudini: la maggiore è senz'altro il desiderio
di indicare al lettore le strade più adatte all'uomo per provare piacere, godimento,
soddisfazione nell'atto amoroso. Poco importa, al lettore moderno, se lo scrittore si
vuole riferire a coppie maritate o meno; quello che deve essere letto - ed eventualmente
sperimentato - è un percorso di cultura erotica che porta l'uomo e la donna a vivere più
intensamente la propria sessualità.
Il Kamasutra
Il Kamasutra è il più famoso libro di arte erotica
della letteratura indiana. Composto da Mallanaga Vatsyayana intorno al III secolo dopo
Cristo sotto forma di brevi aforismi - sutra appunto - in prosa. Di questo autore non si
sa quasi nulla e c'è anche chi ne mette in dubbio l'esistenza considerandolo un
personaggio mitologico alla stregua di Omero. La leggenda - o meglio una delle leggende
che ruotano intorno alla composizione del Kamasutra - vuole che il trattato abbia origine
divina; Siva stesso, innamorato della sua emanazione femminile, dopo aver scoperto i
piaceri del sesso li avrebbe celebrati in un trattato poi trasmesso al suo servo Nandin.
Ad esso avrebbero poi lavorato diversi autori fino a Vatsyayana che ne realizzò una
versione definitiva riprendendo e rielaborando le precedenti.
L'opera si divide in sette sezioni e si occupa dei rapporti fra uomo e donna nella loro
totalità e non solo di pratiche erotiche, come comunemente si intende quando si parla di
Kamasutra: il termine kamasutra infatti, proprio per la fortuna di cui gode da sempre
questo testo, è entrato addirittura nel linguaggio comune ad indicare una sessualità
sfrenata, stravagante, che non lascia niente di intentato. Questa fama la si deve alla
lunga enumerazione - contenuta nella seconda sezione - di baci, abbracci, graffi, morsi e
posizioni amorose, condotta con assoluta disinibizione e dovizia di particolari, anche
anatomici. In realtà non è un libro né solleticante né lussurioso ma ispirato da
nobilissimi intenti didattici.
L'equivoco, se di equivoco si può parlare, nasce dalla diversa concezione dei rapporti
uomo-donna, tra la civiltà indiana e la nostra. L'India non ha mai considerato la
relazione amorosa in termini di puro sentimento, devozione cortese o affinità elettive:
la concezione indiana dell'amore ha come punto di partenza l'attrazione sessuale, il
desiderio fisico. La sessualità è sentita come espressione di un'esigenza del tutto
naturale ed è compresa fra le necessità primarie nella vita dell'uomo, senza alcuna idea
di peccato o immoralità.
Lo scopo del trattato è di insegnare agli uomini e alle donne il comportamento da
assumere dinanzi al desiderio sessuale (il kama, termine che poi passa a indicare tout
court il piacere erotico) e come ottenere una felice vita amorosa. Le relazioni tra i due
sessi vengono analizzate in tutti gli aspetti: i principi etici, il corteggiamento, la
conquista, il matrimonio, i rapporti con e fra le diverse mogli in un'epoca di poligamia,
la prostituzione, l'adulterio, senza trascurare nemmeno ciò che viene giudicato
moralmente riprovevole in Occidente. Si analizza insomma la posizione che la sensualità
deve occupare nella vita umana. L'eccezionalità di questo testo rispetto alla tradizione
letteraria brahamanica sta nel suo essere indirizzato sia agli uomini che alle donne, a
differenza di quanto avviene nella letteratura normativa.
La donna, solitamente relegata in una posizione di costante inferiorità e considerata una
sorta di prolungamento dell'uomo, ha però la possibilità di riscattarsi proprio
nell'amore. Se infatti si dedica con devozione e fedeltà assoluta al proprio uomo,
ponendosi al completo servizio dell'Amore, realizza la sua vera missione nella vita,
trasformandosi in una creatura sublime. E visto che l'amore è essenzialmente sensualità
è nell'erotismo che conquista la parità con l'uomo in un'intimità senza egoismi dove
entrambi hanno diritto al proprio piacere. Certo permane l'idea che tocchi pur sempre
all'uomo prendere l'iniziativa e che sia quindi lui il vero motore del rapporto amoroso:
per questo Vatsyayana dedica un capitolo particolare al protagonista maschile ideale
dell'unione amorosa, quello cioè che può fare del piacere sensuale uno stile di vita. Si
tratta del "cittadino", chi cioè vive in modo raffinato in antitesi con le
abitudini che si hanno in campagna. Il cittadino è un uomo sposato (il matrimonio è un
imperativo religioso che però non obbliga il maschio alla fedeltà) che gode di un certo
benessere economico e che può dedicarsi alle relazioni sociali, agli incontri culturali e
alla cura del suo corpo. La sua casa trabocca di delizie ed è un vero e proprio nido
d'amore: profumo di balsami preziosi, fiori, strumenti musicali. La protagonista femminile
può variare dato che la donna ha identità solo in rapporto con l'uomo. Potrà essere
fanciulla vergine, la donna cioè da sposare, visto che la castità è sentita come
esigenza irrinunciabile; oppure vedova, prostituta, o anche sposa d'altri, adultera
quindi.
La parte del Kamasutra specificamente dedicata all'unione sessuale è la seconda, la più
ampia fra le sezioni in cui il libro si suddivide. È un inno al completo e reciproco
appagamento che si incentra esclusivamente sul piacere erotico trascurando
completamente qualsiasi finalità procreativa. Con linguaggio semplice e diretto,
arricchito da una grande precisione anatomica nei particolari, vengono descritte una serie
di pratiche amatorie per assicurare varietà all'interno del rapporto - l'amore per sua
stessa natura richiede la varietà, sostiene l'autore - e per condurre la coppia
all'armonia e alla felicità. Punto di partenza per questa esposizione è una concezione
nuova per la letteratura indiana: Vatsyayana sostiene che dal punto di vista del
godimento l'uomo e la donna sono uguali. Ciò significa che il piacere femminile ha un
culmine uguale a quello maschile e che gli amanti raggiungono un appagamento uguale, a
differenza di quanto pensavano i suoi predecessori che parlavano ad esempio di un
"piacere diverso" per la donna e del suo desiderio che si placa in modo
"continuo" durante il rapporto. In questa ricerca del piacere i partner sono
quindi posti sullo stesso piano ed entrambi traggono felicità e godimento dai fremiti
dell'altro, anche se l'iniziativa spetta quasi sempre all'uomo e la donna conserva la
timidezza e la modestia a lei connaturate che sono per l'etica brahamanica importantissime
virtù ed elementi di fascino. Lui infatti è l'agente che è soddisfatto quando pensa:
"Io la conquisto", mentre lei quando pensa: "Egli mi ha presa".
L'enumerazione delle strategie erotiche di questa sezione, estremamente minuziosa e
redatta in forma di elenco, consente di ricavare un percorso che va dai preliminari fino
ai comporta menti da seguire a rapporto concluso. Vatsyayana non è però sempre lineare
in questa progressione e afferma più volte in vari capitoli che la passione non conosce
regole precise e che "tutto si deve usare sempre" e ancora afferma che
"messa in moto la ruota del piacere non esiste più libro né ordine fisso". Per
comodità si possono esporre le varie tecniche dai preliminari alla conclusione
dell'incontro amoroso.
Torna alla magia dell'amore!
Non dobbiamo poi dimenticare la sessuologia taoista. Il
testo fondamentale della sessuologia taoista è il Su Nu Ching o Il classico della Signora
Bianca attribuito al leggendario Imperatore Giallo. Tutte le indicazioni che esso contiene
sono parte delle tecniche di Lunga Vita e quindi, oltre ad offrire la possibilità di
godere appieno della sessualità, questi metodi sono fondati sul principio di conservare
al proprio interno il jing (la forza sessuale o seme). In altre parole, la sessuologia Tao
raccomanda come fondamentale il controllo dell'eiaculazione nel corso del rapporto. Per
una mente occidentale questo principio può essere difficile da accettare, ma è vero che
le tecniche taoiste consentono di affrontare in modo nuovo e naturale le reazioni del
corpo e di intensificare e prolungare il rapporto sessuale. Non ci sono fini di lussuria o
di godimento sfrenato, come abbiamo detto. Al contrario, questo permette di raggiungere
una straordinaria sintesi fra corpo e spirito, di rafforzare il sentimento d'amore
profondo traducendolo in soddisfacente rapporto sessuale fra i partner. E naturalmente, la
conservazione del jing presuppone la possibilità di prolungare la vita e perfino di
guarire da disturbi specifici secondo i principi della riflessologia, come vedremo
successivamente.
Gli antichi taoisti osservarono che nelle ghiandole
sessuali era racchiuso il potere di procreare, l'intelligenza divina responsabile della
costruzione della vita. Capirono allora che quella forza vitale capace di generare nuovi
organismi poteva essere usata per accrescere l'energia di qualsiasi corpo. Per questo gli
organi e le ghiandole sessuali nel taoismo vengono chiamati "il fornello". Lì
viene "riscaldata" l'energia vitale e noi ne dipendiamo come da un fornello per
nutrirci. È provato anche dalla scienza occidentale che se le ghiandole sessuali hanno un
cattivo funzionamento ne soffrono la rigenerazione dei tessuti e le nostre prestazioni
mentali e fisiche a tutti i livelli. Le pratiche taoiste consentono allora di energizzare
al massimo queste ghiandole per evitare che abbiano disturbi e favorire così il processo
di ricostruzione delle cellule che previene l'invecchiamento. Ma si diceva che il Tao del
sesso non è solo una dentale vive ancora il sesso come un tabù o, nel migliore dei casi,
come un istinto di basso livello da soddisfare perché non se ne può fare a meno. Il Tao,
al contrario, attribuisce agli istinti sessuali la capacità di fondere insieme le energie
della coppia. In questo modo è possibile accedere ad un livello più alto di piacere,
spirituale e comunicativo, non semplicemente corporeo.
La conoscenza profonda delle tecniche taoiste e l'autodisciplina costante sono le uniche
vie al raggiungimento di questo fine. Non solo, per i taoisti la conoscenza e
l'autodisciplina possono condurre a padroneggiare i metodi della comunicazione diretta con
Dio. Torna alla magia dell'amore!