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PREMESSA AL LIBRO "BAMBINI E RAGAZZI
NEL MONDO" I diritti affermati. I diritti negati.
(Libreria Editrice Vaticana Città del Vaticano 2000) Il 10 dicembre 1998 è stato ricordato in tutto il mondo il 50° anniversario dell'adozione, da parte dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, della « Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo ». Questa ricorrenza è stata celebrata ricordando quanto è stato fatto di positivo nella difesa e nella promozione della dignità di ogni uomo. È però sufficiente guardarsi attorno per osservare quanto ancora ci sia da fare: razzismo e pulizia etnica, terrorismo, genocidi, torture, guerre, fame...: il mondo non si è ancora adeguato ai trenta articoli della "Dichiaraztone Universale". Eppure il testo del 1948, costruito attorno al principio fondamentale che i diritti umani si basano sulla "dignità inerente" a tutte le persone, rappresenta una pietra miliare sulla strada del riconoscimento del valore di ogni essere umano. L'utopia nata il 10 dicembre 1948 e le speranze che aveva suscitato non sono morte, anzi, all'inizio del XXI secolo, sono più che mai attuali. I diritti umani rappresentano ancora oggi il generoso tentativo di introdurre la razionalità nelle istituzioni politiche e nella società di tutti gli Stati. Svolgono inoltre, come ha scritto il prof. Luciano Corradini, per tutte le culture e per tutti i popoli un ruolo di bussola e di semaforo, indicando la direzione fondamentale in cui ogni uomo può crescere. Dal 1948 ad oggi circa 60 trattati e dichiarazioni sui diritti
umani sono stati negoziati e promossi dalle Nazioni Unite. Si è creato così un corpo
normativo internazionale, un codice universale dei diritti umani, cui tutti i Paesi del
mondo possono riferirsi. Il 20 novembre 1999 si è ricordato in tutto il mondo il 40° anniversario della "Dichiarazione dei Diritti del Fanciullo" e il 10° anniversario della "Convenzione Internazionale sui Diritti dell'Infanzia". Da più parti è stato messo in risalto il valore di questi documenti, che permettono, soprattutto il secondo che ha un preciso valore giuridico, di avere un quadro normativo di riferimento per proteggere e promuovere i diritti dei minori. E' però a tutti evidente il conflitto fra il rigore dei documenti e la realtà delle innumerevoli violazioni dei diritti propri di ogni bambino e ragazzo. A fronte del riconosciuto valore del diritto a vivere e a godere del miglior stato di salute possibile, del diritto all'istruzione e all'educazione, al gioco e allo svago, alla tutela da tutte le forme di sfruttamento e di abuso ...abbiamo ancora nel mondo milioni di bambini che vedono violati questi loro sacrosanti diritti. Le situazioni più gravi interessano il Sud del mondo,
ossia i Paesi poveri di Africa, Asia meridionale e America Latina. Particolarmente
critica, però, è anche la situazione dell'Est europeo, alle prese con una difficile fase
di transizione dopo la caduta dei regimi comunisti. Anche il mondo occidentale, ricco e
industrializzato, manifesta precise contraddizioni: accanto a lodevoli iniziative in
favore dei bambini e dei ragazzi, abbiamo la perdurante presenza di sacche di
emarginazione e di povertà, oltre a situazioni non infrequenti di sfruttamento e di
maltrattamento dei minori. In Occidente assistiamo anche a quella che una grande
educatrice americana, la Parkhurst, ha definito la "fatica di crescere": accanto
ad adulti sempre più travolti dall'incalzare dei ritmi della civiltà moderna, con dunque
poco spazio e tempo da dedicare alla vita familiare, abbiamo dei bambini che si trovano
coinvolti in una spirale, quella del consumismo e dell'attivismo, che certo non rispetta i
loro ritmi e le loro esigenze di crescita.
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