Qui di seguito riporto alcuni scritti che riguardano gli editori, e
che sono stati oggetto o di lettere o di volantinaggio durante alcune manifestazioni, tipo
il salone di Torino e via dicendo. E' chiaro che uno scrittore per essere letto e
distribuito a livello nazionale ed internazionale ha bisogno degli editori, è tuttavia
fondamentale mantenere nei confronti di questa importante categoria della nostra società
un atteggiamento sempre critico e propositivo, perché per un autore questo significa in
primo luogo fare il proprio dovere e in secondo luogo contribuire alla diffusione di una
sana predisposizione dialettica e comunicativa. E' pur vero che non sempre la controparte
ascolta, anche perché in genere è molto impegnata nella gestione aziendale e nel cercare
di portare a casa, se possibile, dei buoni profitti. Tuttavia questa è una
predisposizione un po' riduttiva per lo sviluppo o se preferite l'involuzione della nostra
comunità, anche perché non tiene conto del valore delle opere, né tantomeno tiene conto
della pluralità dei testi e degli artisti. Per tali ragioni C.W. Brown, anche in questo
caso, vuole dire la sua e come al solito non potrà fare a meno di usare il suo stile
fortemente divertente e provocatorio.
Anche sugli editori ne
potremmo dire delle belle, e infatti con un po' di pazienza faremo anche questo, infatti
uno scrittore che è contro tutto non poteva naturalmente essere a favore degli editori,
si fa per dire naturalmente. Resta il fatto che lo stesso Goethe auspicava per questa
categoria un inferno su misura e c'è chi si è spinto persino a dire che è più facile
camminare con Gesù Cristo sulle acque che a fianco di un editore. Bompiani poi ha
chiaramente affermato che un editore è più spesso fatto di difetti che di qualità. E
potremmo continuare. Ma non è ancora giunto il momento. L'unica cosa che mi sta a cuore
ribadire è che molto spesso gli editori snobbano i giovani talenti sconosciuti per
privilegiare i grandi fessi conosciuti e questo ad indubbio vantaggio della stupidità e
della loro liquidità. Gli editori si comportano insomma da perfetti imprenditori
dell'imbecillità e non si preoccupano molto della più nobile e duratura qualità.
Insomma la realtà è che gli editori non amano gli autori sconosciuti ed esordienti e
molto spesso non si degnano nenache di dare una misera occhiata alle loro opere. Vi sono
poi i famosi docenti e direttori editoriali che monopolizzano e sclerotizzano tutto
l'ambiente culturale gettando ulteriormente legna sul fuoco, preferendo passare anche per
incompetenti piuttosto che degnarsi di leggere qualche pagina dei nuovi autori. Vedi il
caso di Emanuele Severino, grande filosofo, professore ed accademico dei Lincei che mi ha
risposto che di scrittura aforistica non se ne intende e quindi non può esprimere un
giudizio sulle mie opere; e allora io mi chiedo, visto che la scrittura aforistica è
tipicamente filosofica, come avrà fatto a capire tutti quei filosofi che l'hanno
coltivata, da Eraclito, Bacone, Pascal e Wittgenstein a Nieztsche, Adorno, Sgalambro, e
tutti gli altri. Mistero della fede. O forse sono troppo occupati a scrivere i loro libri
e quindi non hanno il tempo di leggere quelli degli altri. Peccato, arriverebbero
nell'aldilà, più preparati. Comunque per fare un omaggio a chi la pensasse come me,
riporterò qui di seguito due o tre mie lettere di risposta ad alcuni editori, anche per
far vedere a tutti che in fondo in fondo non mi sono poi così antipatici!
Spett. Adelphi edizioni s.p.a.
Via S. Giovanni sul Muro 14 20121 Milano
Brescia, 29-9-97
Oggetto: precisazioni alla lettera inviatami dalla Vostra Casa Editrice in data
23-9-1997.
Carissima Adelphi Edizioni,
Nella mia lettera di presentazione precisavo che avrei mandato maggiori
dettagli riguardo la mia produzione nel caso lEditore li avesse richiesti, non ho
scritto che volevo mandarvi in lettura il mio lavoro, anche perché di libri ne ho scritti
parecchi, ma forse mi sono espresso male. (Lo scrittore è infatti colui che ha dei
problemi con la lingua, diceva R. Barthes).
Comunque aggiungo solo che sono un autore vicino, per sentimenti e ideali, a
Nietzsche, Shopenhauer, Cioran, Wittgenstein, Kraus, Lorenz, Butler, Swift, Heine,
Severino e Canetti, scrittori che mi hanno insegnato molto e che sono stati tra
laltro pubblicati anche dalla vostra casa editrice.
Per questo vi ho inviato la mia modesta proposta, e per questo ringraziandoVi
della solerte risposta mi riservo magari in futuro di inviarVi alcune pagine (una decina,
scrivo apposta aforismi per venire incontro alla fretta della gente) della mia produzione,
consapevole che anche se siete molto impegnati saprete trarre profitto dai consigli di A.
Shopenhauer contenuti a pag. 43 del suo libro Sul mestiere dello scrittore e sullo stile.
Adelphi edizioni, Milano, 1993.
Con stima Carl William Brown
Spett. Casa Editrice Einaudi
Brescia, 22-10-1997
Oggetto: chi non agevola le opere contro la stupidità, è chiaro che nella
sublime divinità un orgoglioso alleato avrà.
Ho ricevuto la Vostra risposta di rifiuto alla mia proposta di pubblicazione e
con essa il Vostro dispiacere per essere impossibilitati a non poterla prendere in
considerazione. Non ne spiegate i motivi, anche perché sarebbe difficile reperirli, non
conoscendo lopera, ma posso comunque immaginarli. Eh, questa beata impotenza! Avete
comunque tutta la mia solidarietà.
Del resto non mi dite niente di nuovo, se devo credere alle parole di un Vostro
direttore generale, da ventanni allEinaudi, tale Piero Gelli, (non tutti si
possono chiamare William Shakespeare) che già nel 1992 affermava sullIndipendente:
"Non ho mai pubblicato linedito di uno sconosciuto". Dunque tutto procede
secondo le previsioni.
Vi è comunque un piccolo dettaglio e cioè che Carl William Brown non è
proprio uno sconosciuto e lo sarà sempre meno col passar del tempo e con il diffondersi
in rete dei suoi siti, dei suoi messaggi di posta elettronica, dei suoi volantini
pubblicitari nelle scuole e nelle università, dei suoi piccoli annunci sui giornali e via
dicendo. Ma questi sono comunque dettagli.
Tempo fa Voi avete pubblicato un piccolo libro Anche le Formiche nel loro
piccolo si incazzano il quale ha avuto un ottimo successo, ecco io non mi incazzo mai,
anzi sono un tranquillissimo umorista nichilista, uno che crede fermamente nel lavoro del
prossimo, uno che con Riccardo II° combatte con parole docili fin quando il tempo non gli
presti amici e gli amici spade soccorrevoli.
Non vi è nelle mie parole la benché minima vena polemica, anzi, scrivo
soltanto queste brevi lettere di controrisposta per puro diletto e divertimento, ben
consapevole che anche Moravia, Svevo, Proust, Tolstoj, Kipling, Byron e tanti altri, senza
contare ovviamente quelli che grazie alle loro opere vennero purificati, hanno avuto dei
problemi con il mondo delleditoria, tanto che lo stesso Goethe auspicava persino che
si creasse per il settore un inferno su misura.
Concludendo vi voglio fare i miei migliori auguri ed informarvi che ogni mia
parola essendo sprecata contro il potere e lautorità della stupidità, o, se
preferite, contro la stupidità del potere e dellautorità alla lunga troverà
comunque un suo spazio, anche se minimo, del resto i virus ci hanno insegnato che anche le
piccole entità, possono fare dei grossi danni. Per quanto riguarda poi il ritorno
economico è chiaro che per un esponente della "Nuova Criminologia", un artista
veggente e criminale alla Rimbaud, un filosofo, criminale dei criminali alla Nietzsche,
che ha scritto persino degli aforismi rivoluzionari e criminali, non ci saranno problemi
di sorta.
Con stima Carl William Brown
Spett. Casa Editrice Feltrinelli
Brescia, 14-10-1997
Oggetto: chi avendone la facoltà non favorisce le opere contro la stupidità
si schiera necessariamente a fianco della tremenda divinità.
Gentile comitato di lettura,
Pensavo che unopera vasta, diversificata e approfondita contro il potere,
lautorità e la stupidità, qual è la mia, fosse di un certo interesse per
qualsiasi collana di qualsiasi casa editrice, ma evidentemente mi sbagliavo.
La stupidità e il potere infatti non sono sentite come entità negative contro
cui lottare, infatti si vede anche dove ci stiamo dirigendo.
In ogni caso la mia ricerca e la mia lotta contro la banalità della vuota
umanità continueranno, confortate dal parere favorevole degli "amici che non
tradiscono" e che fanno sentire la loro voce anche attraverso i vostri testi. Nel
frattempo magari le vostre "linee" diventeranno un po più
"curve" e chissà!
Concludo consolandomi del fatto che è normale ricevere una risposta negativa
da un editore, come fu e sarà normale per tanti altri, così come è normale giudicare un
opera senza neanche conoscerla; per questo ho trovato interessante il saggio di A. Gruen
la Follia della normalità, Feltrinelli, Milano, 1994.
AugurandoVi buone letture Vi porgo i miei più distinti e cordiali saluti.
Carl William Brown
Struggle against stupidity, if you can. CONTINUA
HOME PAGE INDICE OPERA
INDICE GENERALE NOVITA'
|