Qui di seguito riporto invece alcuni testi che sono stati diffusi
alla maniera di volantini, il primo è stato distribuito ad una conferenza sul
"Mestiere dello Scrittore", con riferimento e in onore di Cesare Pavese,
tenutasi a Brescia ed è stato consegnato personalmente a Luigi Einaudi e ad altri
relatori; il secondo invece è stato distribuito prima al Salone di Torino, e poi è
stato inviato a vari forum e a varie riviste telematiche, oltre che ovviamente spedito per
fax a vari editori. Eccovi i testi, che come potrete facilmente vedere sono stati
elaborati partendo da una medesima fonte e adattati per le varie occasioni. Ora finalmente
sono a disposizione di tutti. Ricordo ancora soltanto che all'epoca in rete era
naturalmente più facile trovare siti di prostitute e travestiti che non siti di editori,
pronti a dialogare con i vari autori e magari pronti a ricercare nuovi talenti. Al
contrario degli altri clienti forse in questo caso non se ne sentiva il bisogno. Strano
però, anche perché in questo mondo tutto è interrelato.
CON GLI EDITORI CHE CI SONO
IN GIRO FORSE IL MESTIERE
DELLO SCRITTORE DIVENTERÀ QUELLO DEL
RAPINATORE.
E
chiaro che uno scrittore ha bisogno degli editori affinché le proprie opere
possano raggiungere i lettori e assurgere così ad una vita reale, ma ciò non è sempre
agevole. Gli editori spesso, come diceva Bompiani, sono fatti più di difetti che di
pregi, tanto che lo stesso Goethe auspicava per questa categoria persino un inferno su
misura.
Lo scrittore purtroppo deve
comunque rivolgersi agli editori anche se questi di solito snobbano i giovani talenti
sconosciuti per privilegiare i grandi fessi conosciuti. Gli editori si comportano insomma
da perfetti imprenditori dellimbecillità, non preoccupandosi più di tanto della
nobile e duratura qualità. Così qualcuno è arrivato anche a dire che è più facile
camminare con Gesù Cristo sulle acque che a fianco di un editore.
Certo tutti possono
sbagliare, tanto è vero che anche Moravia, Svevo, Proust, Tolstoj, Kipling, Byron e tanti
altri ebbero varie difficoltà per pubblicare i propri libri. I gran rifiuti delle case
editrici sono innumerevoli e proprio la Einaudi, così come snobbò il Gattopardo di
Tomasi di Lampedusa, ha snobbato anche le proposte di Carl William Brown. Del resto un
direttore della stessa casa editrice, tale Piero Gelli, nel 1992 affermava orgoglioso
sulle pagine dellIndipendente: "Non ho mai pubblicato linedito di uno
sconosciuto".
Onde evitare pertanto di finire
allo stesso modo di Nerval, Pavese o Rimbaud, al giovane scrittore impegnato soprattutto
nella lotta contro il potere e la vanità della stupidità non resta che rimboccarsi le
maniche e cercare di farsi conoscere. A questo proposito Carl William Brown e
lassociazione culturale Daimon Club che lo sostiene invitano tutti gli individui che
non amano larroganza del privilegio a visitare su Internet i seguenti spazi, dove
è, tra le altre cose, possibile anche collaborare attivamente:
seguivano
tutti gli indirizzi dei miei siti internet che qui non inserisco, anche perché per
andarci basta cliccare sui vari links a fondo pagina!
Ringraziandovi per la gentile attenzione voglio
concludere questo breve scritto con un aforisma di Carl William Brown che, in conformità
con la tematica attuale, lascia intuire quale sia il suo pensiero in proposito:
Il mestiere di uno scrittore deve essere quello di diffondere
le proprie idee, se necessario anche a costo della vita, quella degli altri ovviamente!
Spettabile Redazione,
l'undicesima edizione del salone del libro di Torino si è conclusa con un vasto successo
di pubblico e questo dovrebbe rendere felici tutti gli operatori del settore.
Nel suo piccolo anche Carl William Brown in qualità di
professore e di scrittore ha cercato di dare ampio risalto alla manifestazione sia nella
sua città di residenza, sia al Salone stesso dove ha distribuito ai vari espositori una
lettera informativa sul suo operato e sulle sue associazioni.
Essendo però improbabile che la stessa abbia raggiunto le varie
redazioni, chiamiamo in aiuto la posta elettronica e per vostro diletto ve la facciamo
pervenire, con la speranza che tra i 50.000 nuovi titoli che si pubblicano ogni anno in
Italia, prima o poi ci siano anche quelli di Carl William Brown.
Nell'augurarvi buon lavoro colgo l'occasione per porgervi i miei più cordiali saluti.
L'ASSOCIAZIONE PER LA RICERCA E
LA LOTTA
CONTRO LA STUPIDITA' VI RICORDA CHE
Chi non agevola le opere contro la vanità,
lindifferenza, la meschinità e la banalità, si schiera necessariamente a fianco
della tremenda divinità.
E' chiaro che uno scrittore ha bisogno degli editori
affinché le proprie opere possano raggiungere i lettori e assurgere così ad una vita
reale, ma ciò non è sempre agevole. Gli editori spesso, come diceva Bompiani, sono fatti
più di difetti che di pregi, tanto che lo stesso Goethe auspicava per questa categoria
persino un inferno su misura. Del resto come sostiene anche Luigi Malerba il rapporto tra
editori ed autori non è mai stato dei più facili, tanto è vero che qualcuno è arrivato
persino a dire che è più facile camminare con Gesù Cristo sulle acque che a fianco di
un editore.
Certo nel frattempo le case editrici
aumentano, tuttavia però a fronte di 280.000 titoli in vendita in Italia il 35% di questi
resta completamente invenduto mentre il 40% ne vende solo una copia: risulta quindi più
che mai evidente che la situazione sembra quasi una specie di pressante ed invitante
istigazione a delinquere, e forse tra un po' gli scrittori per sopravvivere dovranno
realmente trasformarsi in rapinatori.
Per porre rimedio a tutto ciò gli editori cercano sempre
più di diventare in ogni modo solamente dei furbi tipografi, come li ha definiti Einaudi,
forse ispirato da un suo direttore, tale Piero Gelli, che nel 1992 affermava orgoglioso
sulle pagine dellIndipendente: "Non ho mai pubblicato l'inedito di uno
sconosciuto"; comunque nonostante il serio impegno profuso da più fronti il 60%
della popolazione continua indisturbato a non leggere neanche un testo e solo il 6% ne
legge invece più di tre in un anno.
Gentili visitatori, pigri lettori e fiduciosi espositori
visto che comunque per il momento le nostre idee e le nostre opere non possono essere
presenti sotto forma di testi in questo salone, non ci rimane che invitarvi ad esplorare
su internet il sito del DAIMON CLUB dove tra centinaia di pagine potrete trovare sia gli
scritti di Carl William Brown, sia una serie di altri spazi virtuali e di varie iniziative
progettate proprio per far intervenire i navigatori e per dare a tutti coloro che lo
vorranno i mezzi necessari per combattere la stupidità. Ringraziandovi dunque per
l'attenzione mi permetto di augurarvi allo stesso tempo buon divertimento:
in questo caso seguiva solo l'indirizzo principale del Daimon Club.
Carl William Brown, l'erede di
Erasmo, Swift, Voltaire, De Sade, Breton, Marx, Freud, Nerval, Baudelaire, Nietzsche,
Shopenhauer, Kraus, Bloy, Chamfort, Rimbaud, Russell, Shakespeare, Canetti, Cioran, Mikes,
Heine, e molti altri vi invita a contribuire con serietà alla lotta contro la stupidità.
Dedicato alla stanca umanità che mi ha consentito di diventare uno studioso ed un
antagonista della subdola ed ubiqua stupidità che va in ogni caso combattuta con
qualsiasi attività.
Corrado Staiano dice che nella letteratura, come del resto tra gli intellettuali di questa
società, c'è carenza di passione, c'e' acquiescenza, e questo perchè non nascono piu'
ribelli. Ecco Carl William Brown è un ribelle che vi invita a leggere i suoi aforismi per
far si che possiate dar voce alla sua protesta.
Ormai l'unica vera forma di provocazione letteraria non puo' che essere l'omicidio. La
lotta. Per questo gli aforismi di Carl William Brown vi insegnano a combattere, per
aiutarvi ad essere.
Il mestiere di uno scrittore deve essere quello di diffondere le proprie idee, persino a
costo del sacrificio della propria vita e, se necessario, anche di quella degli altri! Del
resto l'assassinio non era già stato considerato come una delle belle arti.
Non leggere puo' anche uccidere, in quanto chi scrive, vendendo poco, potrebbe anche
incazzarsi e di conseguenza decidere di lasciare ai posteri un ricordo abbastanza macabro
della sua produzione. In ogni caso la cultura serve a far diminuire il crimine o perlomeno
ad elevarne la qualità.
Il linguaggio serve a comunicare e comunicare significa mettere in comune, ma se
qualcheduno non vuole proprio collaborare e abbandonare così il suo egoismo, allora anche
la parola non serve piu'.
E ricordatevi sempre che tutti dobbiamo sottostare al potere di qualche autorità, e anche
i più potenti alla fine dovranno comunque piegarsi alla volontà delluniversale e
assurda stupidità.
Il supremo intento dellopera di Carl William Brown e della sua Associazione per la
Ricerca e la Lotta contro la Stupidità è quello di fornire per leternità un
sublime antidoto contro la nefasta divinità.
CARL WILLIAM BROWN
Struggle against stupidity, if you can!
Join the Daimon Club, if you want!
Give new life to your ideas, if you like!
Nella versione e-mail seguivano come al solito tutti gli
indirizzi dei miei siti internet che qui non inserisco, anche perché per andarci basta
cliccare sui vari links a fondo pagina!
Ora vi saluto,
ma prima di accomiatarmi definitivamente da voi, vi voglio invitare a visitare una pagina
di aforismi letterari contenuta nel sito del Daimon Art ricordandovi ciò che diceva il
grande Milton dei libri rivolgendosi a degli stupidi censori e sottolineando altresì che
talvolta snobbare o non considerare attentamente un libro o più libri significa
praticamente censurare l'opera di ingegno di un artista o più artisti, e poiché l'arte
è vita, significa snobbare concretamente la vita di un individuo o più individui. Tutto
ciò è chiaro che deve far meditare seriamente gli operatori del settore. Ma lasciamo il
campo al mitico Milton:
Books are not absolutely dead things, but do contain a potency of life
in them....I know they are as lively and as vigorously productive as those fabulous
dragon's teeth and being sown up and down, may chance to spring up armed men.
John Milton
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