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COMITATO PER L'AMBIENTE E IL RISPARMIO ENERGETICO DI BRESCIA


Beppe Grillo «La benzina deve arrivare a 5 euro al litro, al suo vero prezzo di mercato. Bisogna imputare al costo del petrolio i suoi costi reali: distruzione dell'ambiente, malattie, guerre». L'opinione di un attore sarcastico e intelligente sulle politiche energetiche del paese

Sempre intelligente, pungente e sarcastico, Beppe Grillo risponde ad alcune domande su energia, mobilità e petrolio. Un tema a lui caro e oggi, più che mai, attuale.

Signor Grillo, che cosa blocca l'avanzata di nuove energie?
Il problema è la demenza senile. Ormai l'alzheimer galoppante ha contagiato gli strateghi dell'energia al governo Beppe Grillo che propongono il carbone come alternativa "pulita" al petrolio, come energia "rinnovabile". Come tutti sappiamo per rinnovare il carbone ci vogliono solo alcuni milioni di anni... Per cui l'Enel, nella figura del suo amministratore delegato Scarroni, ha comprato con i soldi degli azionisti una miniera di carbone in Bulgaria. Credono che il futuro sia questo: il carbone inquina meno, non ha monopolio, è desolfurizzato, riduce l'inquinamento da anidride solfrosa… ma triplica l'effetto serra. Per non parlare dell'estrazione mineraria. Io vorrei vedere se il figlio di Scarroni vuole andare a fare il minatore in Bulgaria. Se vedremo i figli di Scarrone che fanno i minatori allora io crederò nel carbone.

E in tema di mobilità?
Il problema non è tanto cambiare automobile o carburante. Prima o poi qualcuno tirerà fuori una cella a idrogeno. Il problema è che siamo di fronte a una nuova rivoluzione copernicana: la Terra è piatta no? Bisogna dire che non è piatta. Questa è la vera svolta.
In tema di mobilità bisognerebbe rivedere la vita nelle città. Le città vanno pensate e vissute come 200 anni fa. Uno deve uscire a piedi e in 5 minuti raggiungere il posto di lavoro, deve trovare luoghi in cui passare il tempo libero e dove fare la spesa. Tutto a 5 minuti a piedi.
In questa situazione poi ci possono essere più o meno macchine a idrogeno.
Ma ormai l'infarto c'è... Qui in Liguria una frana a Ventimiglia ha creato 250 km di coda fino a La Spezia. Tra Monaco e Francoforte è lo stesso. Ormai i segnali di infarto sono chiari. E l'industria dell'auto è stata solo capace di sistemare nuove apparecchiature elettroniche nell'abitacolo. Per far passare il tempo alla gente che sta ferma, oggi ci sono auto con il computer e il Dvd.

Quindi le persone prima di cambiare l'energia dovrebbero cambiare stile di vita?
Sì, il problema dell'energia è politico. Bisognerebbe che il prezzo fosse tutelato dallo Stato. Questa è la manovra più importante dei prossimi 30 anni. Si deve fare una legge che faccia aumentare il prezzo dell'energia di 5 volte in 5 anni. La benzina deve arrivare a 5 euro al litro, al suo vero prezzo di mercato. Bisogna imputare al costo del petrolio i suoi costi reali: distruzione dell'ambiente, malattie, guerre. Questo non lo possiamo pagare Beppe Grillo in scena noi, se lo paga chi consuma petrolio. Oggi il greggio è venduto in un regime di economia pianificato, ha un prezzo truccato deciso da un'economia di bolscevichi. Io combatto i comunisti veri, sono l'anticomunista per eccellenza.

Ma chi sono i veri comunisti?
I comunisti sono questi petrolieri che fanno guerre, che sono tutti imprenditori sovvenzionati dallo Stato. Oggi non c'è un'impresa americana che non sia finanziata dal Pentagono, che è un Ente statale. Come in Italia. I grandi imprenditori sono tutti sovvenzionati dallo Stato. Nel nostro paese c'è un'imprenditoria di sinistra che va eliminata per tornare al capitalismo vero. Quello che permetterà, tra 30 anni, a chiunque di farsi l'energia come meglio crede e con quel che ha.
Per cui via anche i monopoli?
Invece di fare 250 megacentrali fallimentari, dovremmo andare verso la microproduzione: chi si fa l'energia col vento, chi col sole e poi ce la si scambia tra cittadini. Via i monopoli, questa è la nuova rivoluzione. Ma siamo pieni di gente che è ferma al Giurassico, questo è il vero problema.

4 aprile 2003  Margherita Scaramella


Dal web e dal palcoscenico la campagna del comico   "In città la velocità media è quella di un mulo"  Beppe Grillo, attacco all'auto
"L'energia deve costare tanto"  Solo così le case investiranno nella ricerca  di VINCENZO BORGOMEO

Il blog di Bebbe Grillo

Il "Grillo-pensiero" vola sul web: nei blog, nei forum e nelle rubriche lettere si moltiplicano gli inni al 'comico' (ma lui si autodefinisce "un partigiano della terza guerra mondiale, quella dell'informazione"), alle sue teorie, al suo approccio con il mondo dell'economia.
Il suo spettacolo d'altra parte si chiama Beppegrillo.it, e punta molto sul web, partendo proprio da Ian Clarke, fondatore di Freenet. "Secondo Clarke - dice Grillo - l'unico modo per assicurare la sopravvivenza della democrazia è avere la garanzia che il governo non controlli la possibilità dei cittadini di condividere informazioni e di comunicare".

Temi forti (con tutti questi argomenti - dice - se riesco a farvi divertire sono bravissimo), come le sue provocazioni in fatto di trasporti, altro suo "pallino". Prese per il collo un operaio Fiat (battuta da oscar: "Maledetto, tu costruisci la Stilo!"), aspirò a pieni polmoni i "fumi" di scarico di un'auto a idrogeno e portò il prototipo di Greenpeace ai vertici della Fiat. Oggi, se possibile va oltre. "Le dico subito che il più grande economista del mondo, Bin Laden, ha ragione".

E perché? Non esageriamo.
"Perché il petrolio deve costare carissimo, deve andare oltre i fatidici 100 dollari al barile. Allora, e solo allora, la tecnologia e la ricerca per l'auto ecologica avrà un impulso pazzesco. La base di tutto è questo: l'energia deve costare molto e non poco".

Sta dicendo quindi che è possibile cambiare qualcosa?
"Bisogna cominciare a rivedere tutti i canoni dell'automobile, iniziare da zero, evitare di investire in sviluppo e ricerca per cose inutili. Parta da questo: la velocità media dell'auto in città è esattamente la stessa di un mulo. Le macchine sono state inventate alla fine dell'Ottocento, e da allora non è cambiato nulla, ci sono sempre i pistoni che fanno su e giù. Sa qual è il problema?

(Grillo è un fiume in piena, si fa le domande da solo e si risponde da solo, impossibile interromperlo, n. d. r.)
"Il problema è che l'auto la progetta oggi solo chi fa auto. Ossia piromani brucia petrolio. Le automobili bisogna farle fare a chi non ha mai fatto auto. Se a fare una macchina ci mettiamo tutti i Giugiari del mondo il risultato sarà sempre lo stesso. Quella è gente che se deve fare una macchina elettrica te la fa con interni in pelle e che va a 270 orari".

Il concetto è chiaro, ma se per fare un modello nuovo servono almeno 600 milioni di euro. Chi altro, se non le aziende automobilistiche possono avere soldi e know how?
"E' proprio questo il punto. Guardi - per esempio - a chi è venuta l'idea geniale di fare la Smart: a un costruttore di orologi, quello degli Swatch. L'idea della macchina che costava poco e che fosse solo elettrica l'ha avuta lui, uno che non faceva auto. Era una roba geniale. Il suo progetto originale aveva un senso. Poi ovviamente è stato stravolto, lui si è ritirato dall'operazione. I piccoli costruttori hanno idee straordinarie, poi però non riescono a realizzarle".

Colpa dei colossi dell'auto.
"Vedo che comincia a capire..."

Altri esempi?
"Si ricorda la Renault Twingo modificata da Greenpeace? Con un litro e mezzo faceva 100 km e fu realizzata da quattro disgraziati. Andai a Orbassano, al centro ricerche Fiat per fargliela vedere. Ma lì c'era già tutto. Avevano prototipi fantastici, mai visti, dalla bifuel all'auto idrogeno. Torniamo al discorso di prima: ci vuole una grossa crisi petrolifera per dare impulso alla ricerca".

Ma lasciando perdere Bin Laden e catastrofi energetiche, ci sarà pure una soluzione possibile, almeno in linea teorica.
"I costruttori di auto saltano sempre nello stesso stagno. Le faccio un esempio: una macchina che scatta da 0 a 100 in 4 secondi non ha senso, è una cosa anacronistica, antica. E' un po' come il Concorde, un fallimento annunciato, ancor prima che ne cascasse uno. La vera tecnologia è quella che ti permette di non muoverti, non di muoverti più veloce".

Il discorso si complica.
"Per forza. Il punto è che bisogna rivedere tutto il sistema della mobilità e andare oltre. Come ci si sposta, perché ci si sposta".

Scusi, e il traffico?
"E' una percezione di quello che è l'economia. Mi spiego meglio: se lei apre un camion che si sposta, dentro trova diverse lsorprese".

Tipo?
"Un vasetto di yogurt alla fragola che prima di arrivare sulla sua tavola si è fatto 3500 km. Lei lo mangia e dentro ci sono 10 calorie, ma per arrivare a casa sua ha bruciato 3000 calorie. Una follia. Vuole che vado avanti?"

Certo...
"Noi facciamo l'aereo più grosso del mondo, che trasporta molti più passeggeri, ma per farlo funzionare bisogna rivedere la mobilità complessiva di chi deve arrivare all'aeroporto. Tutte scelte fatte intorno al concetto che la benzina costerà sempre meno. Sbagliato. Guardi il capolavoro degli Svizzeri: nel 2010 avranno stroncato tutto il trasporto su gomma nel loro paese, spostandolo tutto su ferrovia. Si erano accorti che le polveri sottili dei camion stroncavano le foreste. E senza foreste sarebbero stati travolti da alluvioni e frane. Così per risparmiare sui costi dell'emergenza frane, ora usano solo il treno".

Nel suo spettacolo lei dice che "spostarsi è più una filosofia che una mentalità". Che vuol dire?
"La gente si sposta perché sta male dov'è. Se miglioriamo l'habitat la gente si sposta di meno. Bisogna migliorare le città, e fare in modo che il posto di lavoro, di svago, sia vicino. L'alta velocità è infatti un controsenso perché serve solo per farci andare a lavorare - inutilmente - più lontano".

Provocazione finale?
"Bisogna riconsiderare tutto, partire da zero. Guardi la ruota: è una cosa che non esiste in natura. Tutto il resto, o quasi, c'è già. Siamo sicuri che sia giusto usarla per i nostri spostamenti?"

(6 maggio 2005)




Beppe Grillo, il Savonarola del Terzo Millennio (2)

a cura di Lorenzo Baldo e Monica Centofante

Una volta uno era padrone, l'artigiano faceva scarpe, era padrone dei suoi attrezzi, del magazzino, i clienti erano i suoi amici o i vicini di casa e a suo figlio insegnava l'arte di fare le scarpe. Poi è arrivato il mercante che gli ha detto: "...invece di farne 10 fanne 100, sono io il tuo cliente, sono io il tuo padrone, gli attrezzi te li do io, non fare solo scarpe, fai solo stringhe, non scarpe, così ne facciamo 100 subito, invece che 10 e l'artigiano è diventato dipendente dal suo cliente, dal mercante e a suo figlio a cominciato a insegnare non più a fare scarpe ma stringhe, e oggi c'è una specializzazione in stringhe e nessuno sa più cos'è una scarpa. Questa è un po' l'evoluzione di quello che porto io sul palcoscenico, dicendo che non è cambiato niente, ci sono gli eretici come c'erano prima, è solo questione di usi e di costumi, ma siamo sempre gli stessi.

Questa Europa ci viene imposta con una spaventosa disinformazione in malafede, io credo che bisogna che le voci si levino a informare la gente su che cos'è il parametro, cosa si nasconde sotto le parole "adeguamenti strutturali", "banche mondiali, "fondi monetari".

La gente non sa che, ad esempio, il tuo acquedotto domani, l'acqua che bevi, può essere comprata da una società con sede alle Antille Olandesi che te la può mettere il doppio. La gente non sa che c'è già un accordo che si chiama "accordo multilaterale sugli investimenti" che se tu protesti per l'acqua che è piena di veleni, di atrazina, o costa il doppio e fai scendere le vendite a quell'azienda, lo Stato è obbligato a rifondere i danni all'azienda per mancata erogazione, per mancati profitti, praticamente tu non puoi neanche protestare, perché la tua protesta costa e viene risarcita a queste grandi multinazionali. Tutto questo, sembra, che non arrivi alla gente, non si rende conto che stanno scomparendo come persone, sempre di più. Questo mi provoca un incazzamento che mi permette di andare su un palco e gridare due ore contro tutti, però nello stesso tempo mi dà un senso di amarezza, ma io vado avanti ugualmente, cerco di avere informazioni e di darle alla gente.

D - Cosa ne pensi del potere della chiesa e delle grandi religioni, che hanno strumentalizzato il vero Messaggio Divino.

R - La chiesa ormai agisce come la Ford, come la General motors, è organizzata così. La chiesa ha perso questo contatto evangelico con la gente, mantenendolo solamente attraverso gli "eretici" della chiesa che sono i frati comboniani, Alex Zanotelli, i Beati i costruttori di Pace, quelli del Commercio Equo Solidale. Ormai ci sono gruppi basi, sparsi, che fanno quello che dovrebbe fare la chiesa. E la chiesa si sta muovendo in tutte le direzioni, dall'informatica alla televisione, alla radio, cercando di consacrare il potere attraverso i Media, perché l'unica forma di consacrazione del potere è attraverso un Media, se non ce l'hai non hai nessun potere.

D - Cos'è per te la censura?

R - Per me si dovrebbe ripristinare, perché abbiamo perso il senso di che cosa sia la libertà di informazione. Libertà di informazione non è dire quello che ognuno vuole dire, o qualsiasi cosa bisogna dire, assolutamente non è così. C'è una pubblicità attualmente, mi sembra del Messaggero, che interrompe almeno 70 volte un film, circa ogni minuto partono 5 secondi di pubblicità del Messaggero, che dice: <la libertà di informare>.

La libertà di informare è la sua! Ma non è la mia! La libertà di ricevere queste informazioni io non ce l'ho. Mi costringi a vederla, io ho l'obbligo di sentire la tua libertà e non è libertà, quando è così preferisco la censura! Quando c'è la censura vuol dire che c'è un potere identificabile, allora c'è chi cerca altri modi per ovviare, è stimolante all'intelligenza, alla creatività, perché aggiri l'ostacolo con la satira, ma quando il nemico non è identificabile, quando c'è la censura che non si chiama censura, si verifica quello che succede oggi. Oggi i nemici non sono Orwelliani con l'occhio che ti guardano, oggi il potere ti guarda con il sorriso, ti parla di ecologia, di ambiente, ti parla di buone cose, di "mulini bianchi", ti parla di cieli puri, sei annientato dalle cose che ti piacciono. Non serve bruciare i libri per non far leggere alla gente, basta fargli passar la voglia di leggere. Io ho una censura che è preventivata nel mio lavoro, so che ho dei nemici e mi aspetto certi loro attacchi, ma finché ho il modo di venire qui e parlare alla gente, vado avanti, poi la televisione verrà. L'importante è che venga una televisione su 730, che non venda niente alla gente, che abbia informazione, divertimento e niente vendita, in Inghilterra ci sono due televisioni che non vendono, tre in Francia, due in Giappone, sette in Germania, solo in Italia non c'è una televisione che non vende.

D - Qual è la storia del filmato che apre il tuo spettacolo?

R - Questo filmato è stato trasmesso da trenta televisioni in tutto il mondo, ha vinto l'Oscar del documentario mondiale, ne hanno parlato premi Nobel e in Italia non si è riusciti a trasmetterlo in nessuna televisione, dura 28 minuti, ed è veramente sconvolgente, io l'ho ridotto a 4 minuti.

Il documentario parla della General Electric, su come sono oggi realmente le grandi multinazionali che dietro l'anima buona sbandierata nella pubblicità, nascondono un meccanismo da serial killer. Tutto questo avviene ovunque, soprattutto in Italia, forse perché abbiamo un grado di sopportazione maggiore di altre nazioni. Una cosa del genere non potrebbe succedere in Francia o in Inghilterra e invece noi "sopportiamo".

D - Quanto è importante la presa di coscienza delle persone per porre rimedio ai tanti problemi che affliggono il nostro pianeta?

R - La presa di coscienza la fai attraverso le tue esperienze, l'importante per me è che la gente ogni tanto faccia delle riflessioni su come vive, su quello che compra, sull'energia, sui soldi ecc., insomma che metta in discussione ogni cosa, spero che si realizzi questo.

D - Credi che il recente terremoto sia una risposta del pianeta all'inquinamento, alla contaminazione nucleare che l'uomo attua senza scrupoli?

R - Si, può darsi che sia una risposta, io credo che la natura agisca come i pop-corn. Tu metti un seme di mais in una pentola con dell'olio bollente, per 5 minuti non succede niente, d'improvviso paff! diventa un pop-corn bianco, c'è una trasformazione. La natura agisce così, ha un grado di sopportazione straordinario e poi si trasforma e così è per la gente, che dopo aver sopportato tanto va in ebollizione e c'è chi si butta da un ponte, chi chiude l'attività, chi scappa, chi prende decisioni e cambia vita, chi fallisce, ci sono tanti "pop-corn" che stanno esplodendo. Questa è una reazione a una completa abulia mentale, data da un intossicazione di informazione.

D - Che fine ha fatto l'auto a motore a idrogeno? Perché non se ne parla più?

R - La tecnologia a idrogeno c'è da 100 anni, non la tirano fuori perché annullerebbe dei fatturati di miliardi di dollari. Finché la politica non si impadronirà dell'economia e non viceversa, non potremo mai più fare niente. Il nostro partito dei Verdi chiede l'eliminazione delle auto blu, i Verdi tedeschi vogliono portare a 5000 lire al litro la benzina, sono due "mondi" diversi nello stesso partito. I tedeschi vogliono ridurre il costo della benzina per far tirare fuori dai magazzini le auto che con un litro fanno 100 Km e che ci sono da 20 anni, i nostri vogliono che si tolga qualche auto blu, in modo che si inquini di meno.

E' la percezione del mondo, noi ce l'abbiamo meno, quasi per niente.

Mio nonno lavorava per ricostruire la casa dopo la guerra, pensava ai suoi figli, ai nipoti, noi pensando al futuro non riusciamo ad andare oltre la prossima settimana. Non si riesce a immaginare per chi si fa qualcosa, non c'è più interesse, non c'è più speranza e quando la gente perde la speranza diventa abulica e ne fai quello che vuoi. Una crisi dei valori, anche se poi i valori ci sono e li vedo nella gente che incontro, nei ragazzi come voi, nella gente del commercio equo solidale, nelle migliaia di associazioni una diversa dall'altra ma con lo stesso intento di cambiare le cose. La volontà c'è, manca la potenza di un Media che li porti a scuotere il mondo. Oggi i Media ce li hanno in mano le grandi Multinazionali. In uno spettacolo che facevo, tenevo in mano due cavi che rappresentavano l'informazione e l'energia, chi possiede questi due cavi ha le "briglie" dell'umanità, informazione ed energia! La General Electric ha tre canali televisivi, la Westinghouse ha gli altri tre, la nostra Enel sta entrando nel mondo della telefonia, nel mondo dei computer, sta entrando nel mondo della comunicazione: energia e comunicazione.

D - Ci sono degli scienziati che affermano che, secondo dei calcoli in un prossimo futuro potrebbe passare un asteroide molto vicino alla Terra che provocherebbe profondi cambiamenti climatici e uno scombussolamento generale. Qual è il tuo punto di vista?

R - Ormai quasi tutti gli scienziati affermano che se andiamo avanti così è sicuro che avremo gravi problemi. Gli effetti ottenuti sono stati una riduzione degli aumenti, è pazzesco! Il fine dovrebbe essere l'abolizione di una sostanza tossica, l'abolizione di una sostanza cancerogena, non la diminuzione della sua progressione. E' come dire a una donna: sei un po' incinta... non vuol dire niente.

D - In questi anni stanno venendo alla luce sempre di più prove e testimonianze della presenza extraterrestre sul nostro pianeta, anche se i governi cercano di nasconderlo come vedi la questione?

R - Io mi stupirei se non ci fossero. Le probabilità indicano che ci devono essere per forza, altri mondi e magari ci sarà un altro Grillo che starà facendo un gran casino. Forse un giorno avremo un altro parametro di dimensione spazio-tempo.

D - Come vedi, il governo dell'uomo, in alternativa all'attuale scena politica?

R - E' il principio della politica che la fa il cittadino, la gente, i consigli di quartiere in base al responso della gente. E' la gente che deve portare avanti con piccole e grandi decisioni la realtà del proprio quartiere, del proprio paese, della propria città. Si deve partire dalla famiglia, dal condominio e via dicendo. La famiglia però è in crisi, non si fanno più figli, aumentano i singles, stiamo attraversando un periodo che va da un medioevo a un altro medioevo, io guardo quello che succede e cerco di dire "...ehi! Sta succedendo questo! Attenzione!", ma senza perdere la speranza.

D - Grazie.

R - Grazie a voi.


Beppe Grillo: solo la rete ci salverà

Da L’Espresso N° 8 Anno LI - 3 Marzo 2005  di Andrea Scanzi

Nel 1991, un sondaggio Abacus attestò che Beppe Grillo era il comico più famoso d’Italia. Oggi, a giudicare dai Palasport puntualmente pieni, non molto è cambiato. Eppure Grillo non fa più televisione. Da molto tempo. Niente più “Te la do io l’America”, “Fantastico”. Niente più Sanremo. Niente più “Discorsi all’umanità”. Da quindici anni, Grillo sta portando avanti una satira che prima di lui non esisteva, quella economico-ecologica. Un monologo a stagione, sempre in giro per l’Italia, cinquemila spettatori a serata. Il Tour 2005, varato a Pordenone, si chiama “Beppe Grillo.it”. Al centro, una convinzione: solo la rete può salvarci.

Perché crede che internet sia così importante?
«Siamo nel mezzo della terza guerra mondiale: quella dell’informazione. L’unico modo per salvarsi è sapere. Conoscere le notizie. Noi abbiamo un mezzo, la rete, che ci consente di arrivare dritti alle notizie senza bisogno di intermediari. La politica, le televisioni, i giornali arrivano sempre dopo. Quando c’è stato lo tsunami, Fini andava in tv e faceva lo sguardo di circostanza come rappresentante dell’unità di crisi. Gli passavano i bigliettini e diceva che i dispersi erano 18, poi 16, poi 10. Nel frattempo bastava collegarsi a internet e c’era tutta la lista dei ricoverati negli ospedali. Fini non rappresentava l’unità di crisi: rappresentava la crisi».

Non nutre fiducia nella politica.

«I politici sono superati. Non ci rappresentano più. La sinistra mi mette tristezza. Per vincere basterebbe che si chiudesse in una beauty farm per un anno e non avesse alcun contatto con l’esterno. Non dovrebbe parlare mai. Vincerebbe ovunque. E invece parla. Io vorrei una sinistra che non replica a Calderoli, perché a uno come Calderoli non devi replicare: devi guardarlo con sbigottimento, solo questo. La sinistra si interroga sui leader, ma noi non siamo bambini, siamo adulti. Non abbiamo bisogno di leader. Abbiamo bisogno di programmi sul futuro, di progetti sui grandi temi: energia e informazione».

Nello spettacolo se la prende con Fassino.
«Fassino è una brava persona, lo è anche Bertinotti. Bertinotti voleva mettermi in contatto con Rifkin, quello della macchina a idrogeno. Gli ho detto di dargli la mia mail, l’indirizzo del mio blog, www.beppegrillo.it. Ho sentito un silenzio. “Non mi puoi dare il telefono?”. Poi ha aggiunto: “Come si scrive www?”. Questo dà il senso di quanto certi politici siano inadeguati. A Porta a Porta, Fassino aveva davanti Paolo Scaroni, l’amministratore delegato Enel, sotto inchiesta a Rovigo per disastro ambientale e condannato anni fa per corruzione perché con la sua Techno-Int pagava tangenti proprio all’Enel: viste le credenziali, questo governo non poteva non fargli fare carriera. Scaroni, davanti a Fassino, ha detto che “il futuro è il nucleare, il nucleare è sicuro”. Io speravo che Fassino gli saltasse alla gola e con la forza dei suoi tre globuli rossi lo strozzasse, ma ha replicato timidamente. Siamo costretti a scegliere tra una destra che vuole il nucleare e una sinistra rimasta al carbone. Tra il peggio e il leggermente meno peggio. Io non voglio votare pro o contro Fassino. Voglio votare pro o contro Scaroni, Tronchetti, Romiti, perché è questa la gente che mi cambia la vita».

Perché ha aperto il blog?

«Perché è una cosa viva, la gente lascia messaggi. Da qui alla fine manderemo 1 milione di mail al Presidente della Repubblica, chiedendo il ritiro delle truppe dall'Iraq. Gustavo Selva, il presidente della Commissione Esteri della Camera, ha candidamente affermato a “Libero” che siamo andati in Iraq per fare una guerra, e che la storia dell’intervento umanitario era una ipocrisia per ingannare Ciampi. Per una cosa così, ovunque sarebbero scesi in piazza. Da noi no. Provo sgomento per la morte dell’elicotterista italiano, ma non puoi chiamare “costruttore di pace” un mitragliere. Il futuro è in siti di democrazia diretta come Wikipedia, Oracle, Soaw. Tutte cose nate per scherzo, dentro un garage, come accadde per la Apple e Google. Di fronte alle torture in Iraq, Stati Uniti e Inghilterra hanno parlato di “mele marce”. Non è così. In internet mi sono scaricato l’Exploitation Training Manual, un trattato dell’83 che corrisponde al Manuale del perfetto torturatore. Lo applicano a Fort Benning, una scuola in Georgia che ha “laureato” anche Noriega. Nel manuale, con linguaggio manageriale, c’è scritto tutto: come deve essere la prigione, come si tortura un uomo colto, come si tortura un ottimista».
Dopo il crac Parmalat, lei è diventato il più grande consulente globale di finanza in Italia.
«Ma io faccio il comico, non dovrebbe essere così. Del caso Parmalat parlavo da 7 anni, la Finanza mi ha prelevato alle 9 di mattina e chiesto come facevo a sapere. Semplice: avevo fatto delle ricerche. Già che c’ero, gli ho portato il materiale su Mediaset e Telecom, così magari si portavano avanti nel lavoro. La Cnn americana ha trasmesso quattro volte nel mondo una mia intervista di quindici minuti nelle sue news. In Italia non mi ha cercato nessuno».
Parla spesso di «capitalismo senza capitali» come grande male dell’economia italiana.
«In Italia i grandi manager comprano le azioni delle loro società, le pagano meno e poi le rivendono a un prezzo maggiorato. Rubano con le stock option. E’ un meccanismo facile, perché il consulente finanziario che ti controlla i bilanci è lo stesso che prima ti ha insegnato a falsificarli. In America becchi 24 anni per falso in bilancio, da noi lo depenalizzano, la chiamano “contabilità creativa”. Da noi le leggi vengono fatte dai fuorilegge. In trent’anni abbiamo cancellato tutte le nostre industrie. In Bangladesh le banche hanno salvato i poveri dagli aguzzini, da noi fanno il contrario. Il “Time” ha dedicato la copertina al nostro capitalismo malato, e a me tocca vedere Geronzi che va dal Papa e afferma di condividere i suoi “principi evangelici”. I grandi capitalisti come Olivetti e Piaggio non esistono più, ora abbiamo Lapo Elkann, che agli azionisti dice che “la situazione non è poi così male, abbiamo fatto una joint venture con l’Iran per il lancio nel 2005 di una macchina rivoluzionaria: la Zigulì”. La General Motors ha pagato un miliardo e mezzo per andarsene, e alla Fiat esultano. Sarebbe come se io andassi a comprare una Fiat Croma, me la offrissero per 10mila euro e io pagassi quei soldi non per comprarla, ma per lasciargliela lì. Questi manager andrebbero studiati a fondo nelle scuole, per imparare a capire cosa non si deve fare. I capitalisti di oggi non comprano le società: mettono nei consigli d’amministrazione i loro uomini. Le spolpano dall’interno e poi se ne vanno, lasciando debiti spaventosi. Ecco il capitalismo senza capitali. Telecom ha nove volte i debiti di Parmalat. Il 40% delle aziende quotate in Borsa ha 5 consiglieri d’amministrazione in comune. E’ sempre la stessa gente. Si parla di conflitto d’interessi, ma ormai è un interesse senza conflitto. Se si osserva la galassia del potere, Berlusconi gestisce – senza possederle – sette società, tra cui Mediaset, Mondadori, Mediolanum, Sirti e Data Service. Ovvero le tv, l’energia, l’informazione. Con questa tecnica Tronchetti Provera ha in mano 41 società. In un pomeriggio, con un mio amico, ho buttato giù il Grillo Index. L’Italia è 74esima come libertà di stampa e 83esima come indice di stabilità ambientale. E con Berlusconi, il “Portatore Nano di democrazia”, l’indice di competitività è franato al 51esimo posto.

Lei è stato attaccato dai ricercatori, ha detto che certa ricerca non va finanziata.
«Non l’ho detto io, l’hanno detto i direttori delle 17 più importanti riviste scientifiche mondiali. I ricercatori puri non esistono più, sono a libro paga delle case farmaceutiche. E le case farmaceutiche hanno bisogno di nuove malattie. I nuovi malati di oggi sono i sani. In America hanno inventato una malattia, che colpirebbe i bambini “sovraeccitati”. Essere casinisti a 6 anni è diventata una malattia. A questi bambini danno una pasticca al giorno, il Ritalin della Novartis, che è un metilfemidato, simile all’anfetamina. Senza che lo dicessero a nessuno, nel marzo del 2004 un comitato mondiale di saggi, quasi tutti a libro paga dei colossi farmaceutici, ha abbassato la soglia delle tre maggiori patologie: diabete, colesterolo alto, ipertensione. Significa che se tu il 28 febbraio 2004 eri sano, il 2 marzo con le stesse analisi diventavi malato. In questo modo hanno inventato centinaia di milioni di nuovi malati. Solo con la rete riesci a sapere queste cose. Certi farmaci preventivi sono peggio della guerra preventiva. La prevenzione è il più grande affare della storia, devi essere informato, altrimenti muori come uno stupido. Berlusconi ha donato 10 miliardi per la ricerca sul tumore al pancreas. Bello. Poi però ti informi, e scopri che il tumore al pancreas è rarissimo, colpisce 11 casi su 100mila ed è incurabile. Perché, allora, dovrei farmi il controllo? Dopo i 50 anni ti dicono di fare per forza il Psa, l’esame alla prostata, ma non ti dicono che il Psa nei 50 per cento dei casi sbaglia e non distingue tumore da prostata ingrossata. Quando ti fanno la biopsia, prelevano 18 tessuti diversi dalla prostata, ma non è detto che proprio in quei 18 ci sia il tumore. E 20 persone su cento, dopo la biopsia, restano impotenti. Alle donne dicono di fare la mammografia. Su 1000 persone, 40 hanno il tumore. A 2 salverai la vita, alle altre 38 no. Però anche qui non ti dicono che c’è un 10 per cento di falsi negativi e falsi positivi». Tutte cose che nello spettacolo dice. «Il mio monologo si chiude così: “Con la rete aspetteremo l’avvento di un nuovo Rinascimento”. E’ una speranza.


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