IL CIELO
Avevano
occhi di cielo
le mie finestre.
Vecchia stamberga
la mia dimora
ma volavo
fantastici voli
nel verde amico
dei Ronchi.
Le stagioni erano
un dialogo felice
per i miei pensieri
per l'emozioni
piene d'amore
per sensazioni
antiche sempre
nuove.
Ora ho una casa
bella accogliente
ma non ha cielo
nei suoi occhi.
Muri davanti
ai lati finestre
senza sguardo.
Non più primavere
autunni, albe,
tramonti.
Soltanto e sempre
è notte, muta
senz'anima.
La mia voce tace
malinconicamente. |
NON HO PIU' TEMPO
Il sole d'estate
s'è fatto tiepido,
tra poco l'autunno
calerà, impietoso
sulle mie spalle,
nubi di nebbia
come pesanti
mantelli di piombo.
Non ho più tempo,
spazio nell'anima,
per cullare futuri
pensieri del domani.
Non so immaginare
un'altra primavera.
Ore piccole piccole,
fuggenti, vissute
in fretta, piene
di sentimenti strani
come stemperati
in luci evanescenti
nella realtà di chi
non può più attendere.
Porgimi la mano
amica fantasia
fa che la mente,
ancora viva,
mi allontani,
giorno per giorno
ora per ora,
dalla vischiosa
ragnatela del declino
che vuol rubare
alla mia poesia
la voglia di vivere.
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SENESCENZA
Sembianze evanescenti
di storie lontane
vaghe, truccate,
imbellite dalla fantasia
per il lungo
tempo passato.
Momenti caldi
illuminati da vividi
bagliori rivissuti
a mezzo con la realtà.
Ti fermi a crogiolare
attese di nuovi
accadimenti ignorando
crudeli immagini
di decadenza
tentando di rinverdire
inconfessate voglie d'amore. |
IL CASSETTO
Ora puoi finalmente
aprire quel cassetto
dove avevi nascosto
i sogni più cari,
come se si fossero
tutti avverati,
rivivere momenti
che non hai avuto
se non fantasticando,
tornare accanto
ai tuoi sentimenti
vissuti, scoprire
che non hai amato
inutilmente. Speri
di poter attendere
serenamente
che si compia
il solenne mistero
della tua vita.
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VITA
Un calendario
con pochi fogli
da strappare.
Un passato
così lontano
che confonde
le sequenze
rimescolando
righe di memoria..
Io, quasi apolide,
non ho luogo
da chiamare
"il mio paese"
non amici con cui,
cresciuti insieme,
ricordare l'infanzia
dei primi giochi
i primi amori.
Radici fragili
non fermarono
l'ansioso peregrinare
del corpo e dell'anima.
Invoco un terra
un amore "per sempre"
a cui approdare,
un attimo di luce
per fermare il tempo
dell'esilio.
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TESTAMENTO
Ascoltatemi, vi prego
non lasciate che venga
la solita predica
d'ipocrisia bonaria
che rende santi
anche i peccatori.
Non togliete per me
la vita ai fiori,
se avete fede
sussurrate parole
di perdono per tutti
i miei peccati.
Portatemi dove
le zolle accolgono
il sole e l'erba
beve la pioggia
della primavera.
Accompagnatemi così
con amore sereno
come se stessi uscendo
dalla porta di casa,
in silenzio, per tornare
da voi, perché con voi
rimarrò. |
L'ORA DEL SILENZIO
Forse per me
è l'ora del silenzio
per troppe parole
gettate nel solco
d'un piccolo spazio
dal bisogno d'avere
un volto un corpo
da amare, di scoprire
un'anima da conquistare.
Nel silenzio vincere
la paura di non aver
più tempo né coraggio
per affrontare
una nuova dimensione.
Ancora non riesco
a cancellare dalle mani
la voglia d'una carezza. |
RISPOSTE
Sapessi come pesa
la tua voce quando
tu attenta mi chiedi
"dove sei?
tante cose banali
potrei dire
ma non so più
nascondermi.
Lo stesso non so
perché la mente
a volte fugge
dove i pensieri
varcano i confini
trascinandomi
nel mondo ignoto
di vissuti perché.
Spine di rovi
selvaggiamente
invadono i sentieri
del mio cammino
rendendo insicuro
il mio passare.
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POESIE
Briciole di pensieri
le poesie si insinuano
in ogni anfratto
dell'esistenza
si nutrono di colori
di immagini, di emozioni
del vibrare dei sensi,
accendono la mente
e i fogli bianchi
riflettono luci
chiare abbaglianti
o scure ombre
travagliate di pena.
Resti sospeso
a un filo immaginario
ma l'anima canta
dentro di te
melodie di vita.
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DON CHISCIOTTE
Dove sei ronzinante
e tu, sancho, perché
m'hai lasciato, tu
che capivi le mie
stravaganze.
Ora non mi resta
che guardare le pale
di quel mulino
che un vento beffardo
rotola nell'aria.
La notte viene
e conto le stelle;
respiro la flebile
dolente luce
di Venere e cerco
dolci consolazioni
nel sovvenire
assurde illusioni
che per me
erano vita e forse
lo sono ancora.
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CALLIOPE
Come fosse
l'alba del mondo
attendo sempre
la grande luce.
Dove sono le ali che
promettevi quando
per monti e valli
dell'Appennino andando
guardavo il cielo
e sopra i crinali
dai mille verdi
vedevo l'azzurro
le stelle il sole
e ascoltavo sussurri
del Ceno e del Taro.
Dove sono le parole
che aspettavo per dire
i miei sogni, carpire,
i segreti dell'anima.
Quanto sei lontana
o mia poesia, dimmi
ti troverò mai?
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EVASIONE
Ho visto nel cielo
uno sbatter d'ali
e il falco svanire
lontano.
Lo sguardo
si perde inseguendo
quel volo.
Non posso seguirne
la scia
lo sguardo si ferma
cozzando sul primo
crinale del monte.
Il corpo mi pesa
ma l'anima può
abbandonare le spoglie
di questa mia carne
e volo leggero
col volo d'un ala
portata dal vento.
Salire, salire,
vedere, nell'abisso
del mondo, quegli uomini
stanchi, curvi
nel dolore.
Fuggire,
per più non vederli,
lassù dove tutto
s'imbeve dell'aria
più pura sul picco
più solo.
Soltanto lassù
nel mio volo
sostare e morire
così lentamente
nell'ultima lieve
carezza del cielo.
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FANTASIA - REALTÀ
Troppe volte
carico sulle spalle
un sacco pieno
di sogni e salgo
verso le nuvole
dove l'aria
sapora di vento.
Salgo cercando
un caldo raggio
che fughi il gelido
nebuloso pallore
dei miei pensieri.
Così talvolta
s'accosta l'illusione,
m'abbandono, e vorrei
restare lassù con i miei
struggenti languori.
È greve il ritorno
alla realtà. |
STORIA DI CANDELE
Quante candele sparse
nel mio peregrinare,
ogni Madonna,
ogni Cristo, ogni
santuario, un cero
acceso per una grazia.
Un tempo, il rito dell'accensione
era una fiamma vera,
una speranza.
Ora la luce
si accende fredda
in una lampada
nel premere il tasto
dell'offerta;
quasi si spegne
la preghiera.
Forse è soltanto
la tiepida fede
che chiede calore
al fuoco vivo
d'una candela.
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APPUNTAMENTI
Stellari appuntamenti
nell'ora dei pensieri
che portano a te
come un retaggio
dei primi turbamenti
dell'adolescenza.
L'ineffabile mistero
di quel brivido
così profondo
così sensuale
che scuote le radici
dell'anima
nel desiderio intenso
d'un abbraccio.
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CICLONE
Entrare
nell'occhio del ciclone
mentre la vita
attorno scatena
lo stupro dell'anima.
Come feto proteggo,
nel grembo materno,
i miei sentimenti
le crude incertezze.
Insane paure
annichiliscono la povera
mia volontà. |