NOAM  CHOMSKY

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Chomsky su anarchismo, democrazia, marxismo e leninismo, capitalismo e il futuro

Anarchismo

Fui attratto dall’anarchismo da giovane teenager e da allora non ho avuto molte ragioni per rivedere quelle prime attitudini. Trovo sensato scoprire e identificare le strutture di autorità, gerarchia e dominazione in ogni aspetto della vita, e sfidarle; a meno che non possa essere data una giustificazione, esse sono strutture illegittime, e dovrebbero essere demolite, per incrementare la libertà umana. Queste strutture includono il potere politico, la proprietà, l’amministrazione, le relazioni tra uomini e donne, tra genitori e figli, il nostro controllo sul destino delle generazioni future e molto altro ancora. Naturalmente queste rimandano alle enormi istituzioni di coercizione e controllo: lo stato, le irresponsabili tirannie private che controllano la maggior parte dell’economia domestica e internazionale, e così via. Ma non solo questo. Ciò che io ho sempre compreso come l’essenza dell’anarchismo è la convinzione che l’onere della prova deve essere a carico dell’autorità, e che essa dovrebbe essere demolita se quell’onere non può essere affrontato.

La cultura intellettuale generale associa anarchismo con caos, violenza, bombe, disgregazione, e così via. Così la gente è spesso sorpresa quando io parlo positivamente dell’anarchismo e identifico me stesso nelle sue tradizioni portanti. Ma la mia impressione è che anche fra il pubblico generale le idee base diventino ragionevoli, quando le nuvole si allontanano. Naturalmente, quando poi parliamo di materie specifiche (tipo la natura delle famiglie, o nel modo in cui un’economia funzionerebbe in una società più libera e giusta) sorgono le domande e le controversie. Ma è così che deve essere. La fisica non può realmente spiegare come l’acqua scorra dal rubinetto al lavandino. Quando noi ci giriamo verso più complesse e vaste questioni che riguardano il significato dell’umano, la comprensione è molto fievole, e c’è sempre abbondanza di spazio sia per il disaccordo e la sperimentazione, sia per l’esplorazione reale e intellettuale di possibilità che ci aiutino a capire di più.

Un elemento importante è ciò che viene tradizionalmente chiamato “socialismo libertario”. Ho provato a definire ciò che io intendo con questo termine, sottolineando che esso è molto originale. Io ho preso le idee dagli individui trascinanti del movimento anarchico, che si definiscono socialisti, e che condannano duramente la “nuova classe” di intellettuali radicali che cercano di raggiungere il potere dello stato nel corso della lotta popolare, e diventare così la viziosa “burocrazia rossa” della quale Bakunin ci avvertì. Anche questo è spesso chiamato socialismo, ma io concordo piuttosto con le percezioni di Rudolf Rucker che le tendenze (centrali) nell’anarchismo si ricavano dal meglio dell’Illuminismo e dal pensiero liberale classico. Infatti, ho provato a dimostrare che le dottrine libertarie, che sono particolarmente alla moda negli Stati Uniti e in UK, contrastano distintamente con la dottrina e la pratica marxista-leninista e altre ideologie contemporanee, che mi sembra si riducano tutte ad una difesa dell’una o dell’altra forma di autorità illegittima, abbastanza spesso la reale tirannia.

Se l’anarchismo potrebbe portare alla dittatura? Prima di tutto distinguiamo anarchismo da anarchia; io non sono a favore di quelli che vogliono fare tutto quello che sentono di fare. L’anarchismo, come io lo concepisco, è un sistema altamente democratico, è un sistema ed è organizzato e strutturato dal basso verso l’alto. Esso è organizzato attraverso l’associazione volontaria, l’accordo, la federazione – dovrebbe essere un sistema altamente strutturato. Ma deve sorgere dal coinvolgimento popolare. Dovrebbe essere un sistema in cui la gente è veramente responsabile.

Democrazia

La critica della democrazia fra gli anarchici è stata spesso una critica della democrazia parlamentare, come essa è sorta all’interno di società con caratteristiche profondamente repressive. Prendi gli Stati Uniti: la democrazia americana fu fondata sul principio, sottolineato da James Madison nella Constitutional Convention nel 1787, che la prima funzione del governo è difendere la minoranza degli opulenti dalla maggioranza. Egli avvertì che in Inghilterra, in cui c’era l’unico modello quasi democratico di governo a quei tempi, se alla popolazione veniva permessa una opinione negli affari pubblici, il governo avrebbe dovuto implementare la riforma agraria o altre atrocità; e che il sistema americano doveva essere attentamente astuto ad evitare tali crimini contro il diritto di proprietà, che deve essere difeso (infatti deve prevalere). La democrazia parlamentare all’interno di questa infrastruttura merita una chiara critica da parte dei genuini libertari, tralasciando molte altre ingegnose caratteristiche di questo tipo di democrazia– la schiavitù, per menzionarne una, o la schiavitù del lavoro salariato, che fu amaramente condannata dai lavoratori che nemmeno sentirono parlare di anarchismo o comunismo fino al 19° secolo, ed anche più in là.

Marxismo e Leninismo

Se si intende la sinistra come includente il bolscevismo, allora io vorrei nettamente dissociarmi dalla sinistra. Secondo la mia opinione, Lenin è stato uno dei più grandi nemici del socialismo, per le ragioni che ho discusso.

Gli avvertimenti di Bakunin riguardo la rossa democrazia che avrebbe istituto il peggiore di tutti i governi dispotici furono detti molto prima di Lenin e furono diretti contro i seguaci di Mr. Marx. C’erano, tuttavia, seguaci di molti differenti tipi; Pannekoek, Luxembourg, Mattick e altri erano davvero lontani da Lenin, e le loro vedute convergevano spesso con elementi di anarco-sindacalismo. Infatti Korsch ed altri scrissero con simpatia della rivoluzione anarchica in Spagna. Ci sono continuità da Marx a Lenin, ma ci sono anche continuità con i marxisti che criticarono aspramente Lenin e il bolscevismo. Il lavoro di Teodor Shanin, negli anni passati, sulle ultime attitudini di Marx riguardo la rivoluzione dei contadini, è molto rilevante. Sono lontano dall’essere uno scolaro di Marx, e preferirei non avventurarmi su nessun giudizio serio sulle continuità che riflettono il “Marx reale”. La mia impressione, per ciò che conta, è che il primo Marx era davvero una figura del tardo Illuminismo, e che l’ultimo Marx era davvero un attivista altamente autoritario, ed un analista critico del capitalismo, che aveva poco da dire sulle alternative socialiste. Ma queste sono solo mie impressioni.

Il futuro

La mia risposta alla fine della tirannia sovietica fu simile alla mia reazione alla disfatta di Hitler e Mussolini. In tutti i casi è una vittoria per lo spirito umano. Dovrebbe essere particolarmente benvenuta ai socialisti, visto che un grande nemico del socialismo è finalmente collassato. Anch’io sono rimasto incuriosito nel vedere come la gente – compresa gente che si considerava anti-stalinista e anti-leninista – rimase demoralizzata per il collasso della tirannia. Ciò rivela che essi erano profondamente legati al leninismo più di quanto credevano.

Capitalismo

Ciò che è chiamato capitalismo è basilarmente un sistema di mercantilismo corporativo, con grandi e incalcolabili tirannie private che esercitano un vasto controllo sull’economia, il sistema politico, la vita sociale e culturale, e che operano in cooperazione con potenti stati che intervengono massivamente nell’economia domestica e nella società internazionale. Questo è drammaticamente vero per gli Stati Uniti, contrariamente alle illusioni. I ricchi ed i privilegiati non hanno più la volontà per fronteggiare la disciplina del mercato come hanno fatto in passato, sebbene essi la considerino giusta per la popolazione generale. Meramente per citare poche illustrazioni, l’amministrazione Reagan, la quale si dilettò nella retorica del libero mercato, si vantò anche con la comunità affaristica di essere l’amministrazione più protezionistica del dopoguerra negli Stati uniti– attualmente più di tutte le altre messe insieme. Newt Gingrich, che porta avanti la corrente crociata, rappresenta un distretto super ricco che riceve più sussidi federali di ogni altre regione suburbana nel paese, fuori delle stesso sistema federale. I conservatori che stanno chiedendo la sospensione dei pasti nelle scuole per gli studenti, stanno anche domandando un incremento del budget per il Pentagono, che fu stabilito nella sua forma corrente alla fine degli anni ’40, perché l’industria dell’alta tecnologia non può sopravvivere in una economia della libera impresa pura, competitiva e non sovvenzionata, e il governo deve essere il suo salvatore. Senza il salvatore, i costituenti di Gingrich sarebbero povera gente lavoratrice (se fossero fortunati). Non ci sarebbero computer, elettronica generale, industria dell’aviazione, metallurgia, automazione, eccetera.

Ora più che mai le idee socialiste libertarie sono rilevanti, e la popolazione è molto aperta verso di esse. A dispetto della enorme massa di propaganda, al di fuori dei circoli colti, la gente mantiene abbastanza la propria tradizionale attitudine. Negli Stati Uniti, ad esempio, l’80% della gente vede il sistema economico come innatamente ingiusto e il sistema politico come una frode, che favorisce gli interessi speciali, non la gente. La maggioranza schiacciante della popolazione pensa che i lavoratori hanno troppa poca voce negli affari pubblici (la stessa cosa è vera anche per l’Inghilterra), che il governo ha la responsabilità di assistere la gente nei loro bisogni, che spendere per l’educazione e la salute ha la precedenza sui tagli al budget e alle tasse, che gli attuali propositi repubblicani che stanno navigando attraverso il congresso beneficiano il ricco e danneggiano la popolazione generale, e così via. Gli intellettuali possono raccontare una storia differente, ma non è molto difficile scoprire i fatti.

questo brano è stato tratto dal sito (molto interessante) del Circolo Libertario E. Zapata di Pordenone - http://www.zapata.3000.it  


La liberalizzazione finanziaria ha creato un Senato virtuale che governa il mondo Intervista a Noam Chomsky

Cosa significa "isolamento Tecnocratico"?

È un concetto della Banca Mondiale: vuole dire che le decisioni prese sono separate dall’ambito politico. La gente può credere di incidere sulla realtà, ma invece le decisioni sono prese all’esterno della gente stessa.

Lei dice che si tratta insomma di una forma di controllo…

Si, però di una forma di controllo esterno, lo sottolineo, al di sopra della democrazia formale.

Intesa come democrazia non reale.

Effettivamente, però lasciami spiegare. La liberalizzazione finanziaria, un fenomeno internazionale, ha creato quello che potremmo chiamare un Senato virtuale.

Questo suppone che gli investitori, ossia gli speculatori finanziari, quando operano attraverso i mercati finanziari, si convertono in un Senato virtuale. Il funzionamento di questa legislatura, estranea al processo democratico, limita le decisioni di un paese. Se un paese, compreso gli Stati Uniti, decide di stimolare la propria economia, aumentando l’intervento di aiuto sociale, ecc., il Senato virtuale può decidere istantaneamente di spostare quantità enormi di denaro fuori da questo paese. Se è un paese piccolo, per esempio il Messico, hai un collasso. Se sono gli Stati Uniti, ci sono comunque dei problemi. In sostanza il Senato virtuale e la liberalizzazione finanziaria "disciplinano" i governi, in modo che questi non possano fare molto.

Qualsiasi tipo di democrazia formale è inutile?

La democrazia formale è qualcosa di buono perché apre uno spazio perché il popolo possa esercitare una certa influenza. Un esempio in questa direzione è la sconfitta dell’iniziativa legislativa statunitense per utilizzare la procedura d’urgenza per negoziare l’espansione del libero commercio.

In questo caso lo spazio formale è stato utilizzato positivamente da alcuni settori sociali. Però, se uno è parte dell’élite governante, del gruppo dei 7, delle imprese trasnazionali o delle istituzioni finanziarie internazionali, l’obbiettivo sarà sicuramente quello si di aumentare la democrazia formale, ma riducendo la presa di decisioni politiche nell’area pubblica. Questo controllo…

Si riferisce al controllo mediante il Senato virtuale e l’isolamento tecnocratico?

Esatto. È un’altra forma di minimizzare lo Stato e di ridurne lo spazio pubblico. E se uno può trasferire le decisioni a quello che viene chiamato "il mercato" - che non è altro che la concentrazione di capitali - non ha paura di una democrazia formale, che anzi può convertirsi in un meccanismo per controllare la gente. Inoltre per l’impresa privata internazionale, la riduzione della corruzione può essere utile, poichè essa può essere irritante …costa denaro, interferisce con i propri guadagni.

Però i politici statunitensi dicono che desiderano vedere fiorire la democrazia nei paesi del mondo in via di sviluppo, è sempre stato così?

Gli Stati Uniti sono stati a favore della democrazia sempre, quando non funziona. Mai si sono opposti alla democrazia, sono sempre stati molto contenti nell’accettare Stati democratici a patto che non si muovano in una direzione erronea.

Negli ultimi 20-25 anni c’è stato un cambio radicale a livello mondiale nella distribuzione del potere tra i lavoratori e il capitale: il potere si è trasferito nelle mani del capitale e dei suoi amministratori in molti modi. E quando questo avviene non c’è bisogno, nè si vogliono, i regimi militari. Quello che i potenti vogliono è la democrazia formale. Però c’è un altro elemento che riduce la resistenza popolare a tutto questo, e che limita il dibattito solo alla democrazia formale, specialmente in America Latina. Mi riferisco alla cultura del terrore. Il terrore di Stato negli ultimi anni, in America Latina, ha domato le aspirazioni; la gente ha semplicemente paura. Non dobbiamo dimenticare o ignorare che, in America Latina, la politica del terrore ha ottenuto risultati. In fin dei conti, l’America Latina ha ricevuto un buona dose di terrore negli ultimi 30 anni.

Non solo l’America Latina…

Chiaro che no. Guarda Mozambico e Angola: hanno perso centinaia di migliaia di persone, paesi distrutti, non vanno a correre rischi. Il terrore ha sortito un effetto disciplinante, anche negli Stati Uniti, dove i risultati del maccartismo sono visibili. Senza dubbio sono sorte nuove ondate di resistenza nel mondo. Questa comprende, per esempio, il resuscitato movimento dei lavoratori negli Stati Uniti, le manifestazioni dei "Senza Terra" del Brasile, passando per la resistenza dei contadini in centroamerica o la resistenza in Sudafrica o ad Haiti. Ci sono movimenti popolari da tutte le parti e questo rappresenta un vero problema per l’élite. La democratizzazione formale può essere un metodo di controllo sociale ed è molto meno pericolosa quando c’è, inoltre, l’isolamento tecnocratico e il Senato virtuale. Però non è facile controllare la gente, tutta la storia moderna è stata scritta da chi vuole controllare la gente e chi si oppone a questo.

L’accordo multilaterale d’investimento

Il dibattito pubblico negli Stati Uniti sull’ampliamento del libero commercio nasconde un’iniziativa, quasi segreta, molto più importante: l’Accordo Multilaterale sugli Investimenti (AMI), approvato all’inizio del dicembre scorso dall’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC) e dall’Organizzazione di Cooperazione e Sviluppo Economico (OCDE), aumenterà il potere del capitale multinazionale.

L’Accordo Multilaterale sugli Investimenti renderà impossibile, se verrà approvato definitivamente, che la comunità, i gruppi sociali e il pubblico in generale, impongano qualsiasi tipo di condizione sulle decisioni dei padroni del capitale. L’AMI è, per il momento l’ipotesi sulla quale stanno dibattendo nell’OMC e nell’OCDE, e ciò che si cerca di proibire è che i governi nazionali o locali impongano qualsiasi tipo di restrizione al flusso dei capitali internazionali o agli investimenti.

Il governo mondiale del denaro.

L’AMI dice che tutto quello che vogliono fare gli investitori, lo possono fare senza nessuna interferenza. Non ci sono barriere sui diritti umani, regole sui diritti dei lavoratori o di rispetto ambientale. Niente. Originariamente si pensava che potesse essere approvato nel maggio del 1997, però è nata un’opposizione sostanziale da parte di organizzazioni sociali così come in altri paesi del Terzo Mondo. All’interno dell’OMC, Malesia e India, lo hanno bloccato. Però, ripeto, l’AMI è stato creato per proibire o limitare l’imposizione di condizioni agli investitori internazionali o al capitale finanziario da parte dei governi nazionali. Mentre il TLC (Trattato Libero Commercio) e il GATT si disegnarono, apparentemente, per liberalizzare il flusso di beni e servizi a livello internazionale, il nuovo AMI si occupa solo della liberalizzazione di capitali.

Quali sono le misure previste?

Bene, i governi non potranno obbligare gli investitori internazionali a comprare componenti di produzione all’interno del paese (invece di importarlo), non potranno pretendere il trasferimento di tecnologia, non si potrà limitare la mobilità attraverso le frontiere del capitale o lo spostamento dei guadagni.

L’AMI stabilisce anche un nuovo tribunale internazionale a cui imprese ed investitori trasnazionali potranno rivolgersi nel caso in cui qualche governo pensi di porre condizioni al libero movimento di capitali.

Questo potrebbe anche arrivare al punto che l’impresa internazionale si rivolga a questo tribunale per forzare un governo ad accettare l’eliminazione di norme che regolano i rapporti di lavoro o norme ambientali o per modificare programmi di sviluppo nazionali che limitino il libero flusso di capitali.

Personalmente io temo che tutto questo porterà ad un cambio delle leggi e delle norme dei paesi del Terzo Mondo e delle economie più piccole, mentre gli Stati Uniti e le altre potenze introdurranno solo misure apparenti per continuare con la propria politica protezionistica.

Lei ci ha detto che l’AMI era nascosto dietro al dibattito sull’ampliamento della procedura d'urgenza per il libero commercio.

In effetti, l’AMI è prioritario per le grandi potenze e per i settori privati trasnazionali; è molto più importante che la negoziazione per ampliare il TLC ad altri paesi. Per questo dico che il tema reale che c’è dietro al dibattito sulla procedura d'urgenza non è l’entrata del Cile nel TLC. Il tema vero è l’Accordo Multilaterale sugli Investimenti.

E tutto questo si è mantenuto quasi segreto…

Hanno avuto successo nel mantenerlo al di fuori del dibattito pubblico, c’è stato un silenzio quasi totale. La cupola politica e imprenditoriale di questo paese lo ha mantenuto cosi deliberatamente, perché sanno che sarebbe una misura poco popolare. Di fatto, tutta la retorica sul "libero commercio" è una finzione. Gli ultimi 25 anni non sono stati un periodo di liberalizzazione commerciale…

Il TLC è interpretato da coloro che credono realmente nel libero commercio, come un accordo protezionista. E sono certo che questo è ciò che è.

Questo periodo è stato un periodo di maggior liberalizzazione finanziaria e di restrizione commerciale.

Potrebbe essere più preciso?

Il governo statunitense, iniziando con l’amministrazione "pro libero commercio" di Ronald Regan (lo dico tra virgolette), è altamente protezionista e interviene radicalmente nei mercati, e questo è quello che viene considerato come l’assalto permanente al libero commercio degli ultimi anni. Intanto c’è stata la liberalizzazione finanziaria. Con questo enorme crescita del capitale finanziario, si crea una tremenda influenza sui governi. In parte, questo è quello che dà spazio a nuovi accordi come quello dell’AMI.

Senza dubbio, il problema per i leaders politici e per i padroni del capitale trasnazionale che stanno promuovendo il nuovo accordo è la diffidenza del pubblico per questo tipo di accordi.

Se la gente sapesse quello che stanno disegnando per loro i ricchi e i potenti, non le piacerebbe affatto. Queste cose non sono accordi commerciali, sono accordi sui diritti degli investitori.

Non vediamo, tuttavia, la relazione con la procedura d'urgenza…

In fin dei conti, la vera ragione per cui la cupola imprenditoriale e la cupola politica sono tanto impegnate con l’approvazione della procedura d'urgenza, che dà al presidente l’autorità per negoziare accordi commerciali, è dovuta al fatto che c’è l’esigenza che il presidente possa negoziare l’AMI. Non dimentichiamo che l’AMI sarà molto meno popolare del TLC. Di modo che l’unica maniera in cui possa essere approvato è mediante un processo di fast track che limiti il dibattito dentro il congresso e davanti al pubblico statunitense.

La ribellione in arrivo

Per ora il congresso ha dato un severo stop alla proposta di discutere, nella procedura d'urgenza, la possibilità di assegnare al presidente William Clinton l’autorità per ampliare la negoziazione sul libero commercio.

Negli Stati Uniti tutto questo è molto vivo. Io credo che in questo momento è uno dei paesi di maggior dissidenza del mondo. Questo che voi menzionate è un altro segnale che sta sviluppandosi un crescente movimento opposto al potere del capitale globale. La gente ha la percezione che la stanno imbrogliando.

Non è molto difficile …

Malgrado l’intensa propaganda che c’è in favore del libero commercio e dello sforzo della cupola politica e imprenditoriale, le inchieste continuano a rivelare che è maggioritaria l’opposizione al tipo di accordo economico come il TLC tra Messico, Stati Uniti e Canada. Però, curiosamente, questa opposizione all’espansione del libero commercio non è accompagnata da un’adeguata attenzione ai temi del lavoro e dell’ambiente; è solo una cosa in più all’interno della diversità di esprimere il dissenso negli Stati Uniti. Nel mio recente giro in questo paese, ho visto molti gruppi locali lavorare su un’infinità di temi: ambientali, in difesa dei diritti delle donne, difendere le comunità nere e latine, così come nuove espressioni lavorative. Tutto l’immaginabile, ovunque uno vada incontra una varietà di gruppi locali d’opposizione impegnati su vari temi. Senza dubbio, molta di questa opposizione è localizzata e non si manifesta a livello nazionale e non assume un carattere unitario. La gente non sa quello che succede dall’altra parte della propria città.

A cosa lo attribuisce?

Queste divisioni sono parte delle dinamiche che cercano precisamente questo: isolare la gente. C’è tutta una cultura di relazioni pubbliche, soprattutto l’industria dello spettacolo, che ha l’obbiettivo di privatizzare la gente. L’idea è ridurci a noi e la nostra televisione, ed è un’idea che funziona, converte la gente in consumatori passivi. Tuttavia non lascia la gente senza idee. E queste idee sono quelle che nutrono molte di queste opposizioni locali. Per esempio: malgrado l’intensa campagna di propaganda in favore del libero commercio, la maggioranza continua ad opporsi a questa iniziativa. Chiaro che, allo stesso tempo, questa può essere una manifestazione di sciovinismo, anche abbastanza demagogico. Gli statunitensi credono che il Terzo Mondo li stia sfruttando veramente. E pensano lo stesso di quella madre che usa l’assistenza pubblica, come se stesse approfittando della generosità pubblica.

In Messico, questa si chiama ingenuità…

Prima abbiamo parlato di terrore, però è importante considerare, allo stesso modo, che l’uso sistematico della paura è stato anche utilizzato negli Stati Uniti per sopprimere la dissidenza. Quello che si chiama "l’effetto del maccartismo" è stato l’effetto di una repressione leggera, se si confronta con quella di altri paesi, una repressione di stato, che ha fatto sì che la gente si chiudesse in se stessa ed avesse paura ad esprimersi. Questo continua in modo sottile, visibile; io lo verifico tra i miei alunni. Loro non temono il potere dello stato, ma hanno paura che se non si comportano adeguatamente mai troveranno lavoro, e questo ha un potere disciplinante.

Disciplinante?

Non ho dubbi. Ora, malgrado tutto, sta sorgendo una resistenza, localizzata se vogliamo, però che esiste da tutte le parti. Uno dei segnali recenti più confortevoli del potenziale che c’è per una nuova ribellione all’interno degli Stati Uniti, è la rinascita del movimento dei lavoratori organizzati. Questo rinnovato movimento è molto importante, visto che storicamente il movimento dei lavoratori è stato, se non la principale forza della democratizzazione, quello che permette alla gente comune di partecipare alla vita pubblica. Il movimento dei lavoratori di questo secolo ha offerto un polo di organizzazione ed educazione per la politica indipendente e per la mobilitazione sociale. Faccio un esempio.

Il vecchio vertice della AFL-CIO ha avuto un ruolo molto brutto e anti-operaio agli occhi del mondo. Però il nuovo vertice, eletto nel 1995, sta proponendo una nuova visione per i settori del lavoro organizzati più vicini ai lavoratori e alle sue comunità. Non dico che sia la dirigenza più militante, però, quando è stata l’ultima volta che si è visto un leader dell’AFL-CIO arrestato per aver appoggiato uno sciopero di lavoratori salvadoregni a Boston?

Questi sono cambiamenti che credo stiano preoccupando i potenti.

tratto da Bollettino di Informazione Antimperialista


Ricette per fabbricare il consenso

"Chi governa con la violenza tende ad adottare una concezione comportamentista: ciò che le persone pensano non è troppo importante; conta molto di più quello che fanno; devono obbedire e la loro obbedienza è garantita con la forza. Le punizioni in caso di disobbedienza variano a seconda delle caratteristiche dello Stato: in URSS le punizioni possono andare dalla tortura psicologica all’esilio e alla prigionia, ovviamente in condizioni terrificanti. In un tipico possedimento degli Stati Uniti come El Salvador, è piuttosto comune trovare un dissidente in un fosso, decapitato dopo orribili torture; quando un numero sufficiente di dissidenti viene liquidato, arrivano le elezioni in cui il popolo marcia verso la democrazia rifiutando il similnazista D’Aubuisson in favore di Duarte, che ha diretto uno tra i più imponenti massacri dell’epoca moderna (e il massacro è preludio necessario delle elezioni democratiche,. che ovviamente non possono procedere se le organizzazioni popolari sono ancora attive) e del suo ministro della Difesa, Vides Casanova, il quale nel 1980 spiegò che il paese era sopravvissuto al massacro di 30mila contadini nella mattanza del 1932 e che ‘oggi le forze armate sono pronte a ucciderne 200-300 míla se serve a impedire una vittoria comúnista’.

"1 sistemi democratici procedono diversamente, perché devono controllare non solo ciò che il popolo fa, ma anche quello che pensa. Lo Stato non è in grado di garantire l’obbedienza con la forza e il pensiero può portare all’azione, perciò la minaccia all’ordine deve essere sradicata alla fonte. E’ quindi necessario creare una cornice che delimiti un pensiero accettabile, racchiuso entro i princìpi della religione di Stato. Tali principi non devono necessariamente essere affermati, anzi, sarebbe meglio darli per scontati, come implicita cornice del pensiero pensabile. 1 critici rafforzano questo sistema accettando senza discus- sione tali dottrine e limitando le proprie critiche alle questioni tattiche che sorgono al loro interno. Se i critici vogliono ottenere il rispetto ed essere ammessi al dibattito, devono accettare, senza fare domande, la dottrina fondamentale secondo cui lo Stato è di per sé buono e guidato dalle più nobili intenzioni, cerca solo dì difendersi e non si presenta come soggetto attivo nelle questioni mondiali, ma semplicemente reagisce di fronte a crimini altrui, talvolta incautamente a causa della propria ingenuità, della complessità della storia o dell’incapacità di comprendere la malvagità dei nostri nemici. Se persino i critici più severi adottano queste premesse senza discuterle, allora l’uomo comune potrebbe chiedersi, chi sono io per dissentire? Più la disputa tra "falchi" e "colombe" si inasprisce, più si rinsaldano le dottrine della religione di Stato, ed è proprio a causa del loro notevole contributo al controllo del pensiero che i critici sono tollerati, anzi onorati, perché si attengono alle regole.

"Questo sistema di controllo del pensiero sfuggì all’analisi di Orwell e non venne mai compreso dai dittatori, incapaci di riconoscere quanto sia utile ai fini dell’indottrinarnento l’esistenza di una classe di critici che denuncia gli errori e i fallimenti della leadership mentre adotta senza discussione i presupposti fondamentali della religione di Stato.

"Questa distinzione tra sistemi di controllo del pensiero totalitari e democratici è solo una rozza approssimazione. Persino uno Stato totalitario, infatti, deve tenere in considerazione l’atteggiamento e le opinioni del popolo, mentre anche in una democrazia i segmenti politicamente attivi della popolazione, i più istruiti e privilegiati, devono essere tenuti sotto controllo. Questa situazione è palese negli Stati Uniti, dove tendenzialmente i poveri non votano neppure e le forme di partecipazione politica - la pia- nificazione e la formulazione dei programmi, la selezione dei candidati, l’indispensabile sostegno materiale, i programmi educativi o la propaganda - sono prerogativa di un’élite privilegiata relativamente ristretta."

Tratto da: Noam Chomsky "La Fabbrica del consenso" (1984) - in "Libertà e linguaggio" ed. Tropea 1998


Intervista a Noam Chomsky

Chomsky: "Il pericolo più grande che corre la democrazia è la democrazia
Benito Mussolini Duce era scritto otto metri sopra la testa di Noam Chomsky, nel soffitto a cassettoni dell'Aula Magna dell'Università di Siena, dove il luminare americano autore della rivoluzione linguistica di questo secolo parlava dei "pericoli della democrazia".
I pericoli della democrazia. La linguistica non le interessa più?
"Al contrario, continuo a occuparmene. Linguistica e politica sono le due facce della mia attività, da sempre".
Ma dopo la grammatica generativa cos'altro ha da dire del linguaggio?
"Molto, naturalmente, anche se persone diverse risponderebbero in modo diverso. Io continuo a occuparmi di dare nuovi contesti ai problemi del linguaggio". Il linguaggio è ancora un mistero?
"Credo che ormai abbiamo raggiunto un livello di conoscenza abbastanza elevato sul linguaggio e i principi di acquisizione e applicazione dello stesso. La mia conclusione è che il linguaggio è come un organo".
Un organo?
"Sì, un organo vero e proprio. E' capitato che solo gli esseri umani abbiano questo tipo di organo che è come un altro all'interno del loro corpo, come il cuore o il sistema visivo. Un'acquisizione dell'evoluzione molto recente, assolutamente non connessa con quello che noi sappiamo del mondo biologico".
Come è accaduto?
"Non lo sappiamo. Sappiamo che improvvisamente nel suo sviluppo biologico l'essere umano ha acquisito questo linguaggio, che si configura come un organo e diventa centrale per la sua vita".
Ma le lingue sono diverse.
"Le lingue sono diverse, ma il linguaggio nel profondo è uguale per tutti. Ecco, io continuo a studiare come questo organo produce e traduce informazioni assieme agli altri organi nello stesso modo in cui il sistema visivo invia e riceve informazioni agli altri organi che sono in grado di capire".
Che cosa accadrà nel 2000?
"La teoria oggi possiede le condizioni minime per capire come il linguaggio funziona. Il futuro della ricerca è cercare di disegnare un modello che si avvicini a soddisfare le condizioni ottimali, naturalmente impossibili da raggiungere".
E che cosa c'entra tutto questo con la politica?
"Ripeto. Per me è sempre così, politica e linguaggio sono sempre state connesse".
Quali sono dunque i pericoli della democrazia?
"Quelli che con una frase del filosofo Berlin io chiamo il papato secolare, cioè il papato laico, quel gruppo ristretto che in Urss allontanava le masse dal potere, giustificando il potere stesso. Credo che sia un buon termine, applicabile a qualunque società: anche noi le abbiamo, da quando il papato tradizionale ha perso il potere e un nuovo ordine gerarchico lo ha preso".
Quale sarebbe questo ordine?
"Quello che si chiama intellettuale".
Ma non dovrebbero fare il contrario?
"Tenere le masse lontane dalla conoscenza, mantenerle stupide e ignoranti. Cosi avveniva in Unione Sovietica, così avveniva nelle società totalitarie, e questo è un grande problema anche in quelle libere".
Perché?
"Perché nelle società più libere c'è un maggior accesso alle informazioni. Dunque occorre controllare maggiormente un simile accesso. E il paradosso dell'America, dove la parola democrazia è intollerabile e la società dev'essere gestita da una piccola élite. Del resto gli Usa sono stati disegnati in questo modo fin dall'inizio per proteggere la minoranza che detiene il potere e i mezzi dalla maggioranza, la massa".
Ma gli Stati Uniti non sono più al tempo degli schiavi.
"Sì, ma il modello è rimasto uguale. Nel XX secolo, sistema scolastico, corporazioni, mass media, pubblicità e buona parte del mondo intellettuale sono stati disegnati per difendere le minoranze contro la maggioranza".
Qual è il più grande pericolo della democrazia, dunque?
"I1 pericolo più grande è che il popolo non sia più padrone della propria autorità. Il pericolo più grande è che si pensi che la democrazia non funziona. Questo è intollerabile".
Ma Churchill aveva già detto che la democrazia è il peggiore dei sistemi, ma il migliore di tutti gli altri.
"In realtà, quello che Churchill chiamava democrazia era semplicemente antidemocrazia. Churchill era fieramente antidemocratico. Una persona brutale, antidemocratica, favorevole all'uso dei gas contro le popolazioni".
Gli scritti dei liberali americani, però...
"Se si leggono le teorie dei liberali americani, degli opinionisti cosiddetti progressisti, e si comparano con il pensiero di Lenin, risultano molto simili. Usano termini differenti: Lenin parlava di avanguardia che doveva guidare le masse, gli altri parlano di uomini responsabili che devono guidare le masse. Masse che non si rendono conto, in entrambi i casi".
E il ruolo dell'Università?
"Il sistema scolastico e le Università contribuiscono a mantenere le masse lontane, isolate dal sapere, affidandole alla televisione e alla pubblicità che le distraggono, che le fanno pensare ad altro. Del resto l'Occidente - dominato dalle corporation - non è troppo diverso dai modelli sovietico e fascista".
In che senso?
"Tutti e tre i modelli derivano dall'idea neo hegeliana di un'entità ideale che ha diritto sopra il popolo".
Nessuna differenza?
"Poche. Da noi siamo più liberi di dire, ma non di fare. Si è ugualmente marginalizzati. Marginalizzati con privilegi, come nel mio caso. La forma è diversa, ma i risultati sono uguali. Le grandi corporazioni occidentali sono modelli totalitari".
E Clinton?
"Non ha potuto e non può fare niente salvo aumentare il flusso di armi. La politica la decidono le grandi corporazioni".
Secondo Massimo D'Alema però...
"I1 governo D'Alema è lo stesso di quelli precedenti. Anche perché deve seguire le indicazioni di Maastricht trasferendo alla Banca Centrale i poteri del popolo. Maastricht è così antidemocratico che anche i conservatori americani si sono domandanti cosa accadrà all'Europa".
Lei disegna uno scenario cupo. Ha soluzioni?
"L'unica soluzione è distruggere questo modello, cambiarlo imponendone di nuovi. Considerando per esempio che 200 anni fa la democrazia parlamentare era inconcepibile mentre oggi è normale. Accettata e riconosciuta".  A cura di Giovanni Mariotti


Macchine da indottrinamento

Mi interesso alla cultura intellettuale, all'ideologia. Buona parte del mio lavoro riguarda il sapere (scholarship), cosa non facile da presentare e da divulgare; il che spiega perché ci si concentri soprattutto su quel che dico dei media. Ciò detto, dato che costituiscono un elemento importante del sistema ideologico d'indottrinamento, vale la pena di osservarli più da vicino. Riguardo ai media, per quanto mi consta, quel che vale per gli Stati uniti vale anche per il Canada, la Francia e tutti gli altri paesi. Esistono studi comparati, ma sono poco numerosi, ed è interessante notarlo: il lavoro di critica dei media viene effettuato essenzialmente negli Stati uniti. Nell'intelligentsia vige l'illusione di essere al di sopra della mischia, di essere liberi e indipendenti. Negli Stati uniti si nutrono meno illusioni a riguardo e quindi c'è un maggior lavoro di analisi critica. Ciò avviene anche altrove, naturalmente, ma in misura molto minore. Insieme al collega Edward Herman ho scritto un libro dal titolo Manufacturing Consent (1) e abbiamo studiato un'ampia casistica.
Uno di questi studi, nella fattispecie è un lavoro di Herman, mirava a raffrontare il modo in cui i media americani avevano presentato le elezioni in Nicaragua e in Salvador, elezioni che erano state più o meno concomitanti (2). Il governo americano aborriva le elezioni in Nicaragua, e voleva impedirle; adorava peraltro le elezioni in Salvador e le presentava come un avvenimento straordinario. I due casi venivano dunque trattati secondo criteri differenti. In Salvador, l'intervento dei guerriglieri veniva presentato come qualcosa d'orribile, in Nicaragua, l'intervento dei guerriglieri ( i "Contras") significava la libertà. Le lunghe file di attesa in Nicaragua dimostravano che si viveva sotto una dittatura, in Salvador invece erano un indice di democrazia. La domanda che abbiamo posto era la seguente: i media hanno utilizzato gli stessi criteri per giudicare entrambi i casi, oppure, conformandosi alla posizione del governo hanno adottato criteri contrastanti? Non ci vuole molto a dimostrare che si sono allineati al pensiero ufficiale. Un ricercatore olandese ha ripreso lo stesso modello e l'ha applicato con attenzione maggiore di noi a 14 quotidiani europei. Si trattava semplicemente di sapere se si attenevano agli stessi criteri in entrambi i casi, o si contentavano di riproporre il punto di vista del governo americano. Ha potuto così stilare una graduatoria. Il giornale più onesto è risultato The Guardian di Londra; la stampa conservatrice tedesca era relativamente onesta; il peggiore di tutti è risultato il quotidiano parigino Libération, all'epoca reaganiano ad oltranza, che superava i peggiori giornali Usa nella sua adesione alla propaganda del governo americano. Per la verità, non sono sorpreso più di tanto. Se prendessimo il caso del Canada, suppongo che riproporrebbe questa stessa gamma di posizioni. Non leggo regolarmente la stampa canadese, ma l'anno prima del ciclo di conferenze che ho tenuto in Canada, e che hanno portato al film Necessary Illusions per curiosità mi sono abbonato al quotidiano di Toronto Globe and Mail. Volevo avere un'immagine aggiornata giorno per giorno, nell'arco dell'anno.
Non sono rimasto molto impressionato. Somigliava a un buon giornale locale statunitense, che forniva informazioni soprattutto sul mondo degli affari; la maggior parte delle informazioni pubblicate erano riciclate dagli Stati uniti. Vi erano anche alcune cose non pubblicate negli Stati uniti; a volte, in effetti, venivano riportatati punti di vista indipendenti e vi si leggevano cose interessanti che negli Stati uniti non sarebbero state pubblicate. Ma, nel complesso, non è risultato tanto diverso rispetto alla stampa americana; e spesso vi ho ritrovato praticamente le stesse baggianate riportate da quella stampa.

note:
* Docente al Massachusetts Institute of Technology (MIT) Boston (Stati uniti), autore tra l'altro di Anno 501, la conquista continua, Gamberetti Editrice, 1993, Illusioni necessarie. Mass media e democrazia, Eleuthera, 1995 e Il potere. Natura umana e ordine sociale, Editori riuniti, 1997.
Questo testo è tratto da unintervista con Normand Baillargeon, pubblicata dalla rivista Rebelles, Montréal, n./ 42, primavera-estate 1998(casella postale 205, succursale C, Montréal, H2L 4K1. e-mail: rebelles@eureka.qc.ca).
NDR:
torna al testo (1) Noam Chomsky, Edward Herman, Manufacturing Consent, the Political Economy of the Mass Media, Pantheon, New York, 1988.

torna al testo (2) Quando nel febbraio del 1984 il governo sandinista annuncia che si terranno le elezioni richieste a gran voce dalla Casa bianca fin dal 1980, il dipartimento di stato reagisce dichiarando che "le elezioni saranno truccate". Il Coordinamento democratico del Nicaragua (Cdn) e il suo leader Arturo Cruz, (dell'opposizione) subito dopo aver annunciato la partecipazione al voto, boicottano le urne il 4 novembre, su richiesta di Washington, per delegittimarne i risultati. In Salvador, mentre l'esercito e gli squadroni della morte hanno fatto 5670 morti nel 1983 fra la popolazione civile, la Cia investe 2,1 milioni di dollari nella campagna del democratico-cristiano Napoleon Duarte (che verrà eletto il 6 maggio 1984), per legittimare un regime "democratico" in cui sono in realtà i militari che detengono il potere.

Noam Chomsky articolo tratto da: Le Monde Diplomatique


I media

Sia che si definiscano "liberal" oppure "conservatori", i principali media sono grandi aziende, possedute da (e strettamente legate a) società ancor più grandi. Come altre imprese, vendono un prodotto a un mercato.
Il mercato è quello della pubblicità, cioè di un altro giro d'affari. Il prodotto è l'audíence. I media più importanti, quelli che stabiliscono le priorità a cui gli altri devono adattarsi, vantano un prodotto in più: quello di un pubblico relativamente privilegiato.

Abbiamo quindi delle grandi imprese che vendono un pubblico piuttosto benestante e privilegiato ad altre imprese. Non stupisce che l'immagine del mondo che esse presentano rifletta gli interessi ed i valori ristretti dei venditori, degli acquirenti e del prodotto.
Altri fattori intervengono a rafforzare questa stortura. I manager culturali (direttori, autorevoli editorialisti, eccetera) condividono interessi e legami di classe con i loro omologhi nello stato, nel mondo degli affari e negli altri settori privilegiati. Infatti, tra le grandi imprese, il governo e i media si verifica un continuo interscambio di personalità ai più alti livelli. La facilità di accesso alle massime autorità dello stato è fondamentale per poter conservare una posizione competitiva; le "soffiate" o le "indiscrezioni", per esempio, sono spesso invenzioni o distorsioni fabbricate dalle autorità con la collaborazione dei media, che fanno finta di non conosceme l'origine.

In cambio, le autorità dello stato esigono cooperazione e sottomissione. Anche gli altri centri di potere hanno i loro strumenti per punire le deviazioni dall'ortodossia: metodi che possono servirsi del mercato azionario o anche di un vero e proprio sistema di calunnia e diffamazione.

Il risultato, com'è ovvio, non è perfettamente uniforme. Per essere funzionari agli interessi del potere, il panorama mondiale che i media sono chiamati a rappresentare deve essere abbastanza realistico. E talora l'integrità e l'onestà professionale interferiscono con la missione suprema. I migliori fra i giornalisti sono, di solito, abbastanza consapevoli dei fattori che danno forma al prodotto dei media, e cercano di sfruttare tutte le aperture che trovano. Ne consegue che si può imparare molto da una lettura critica e scettica di quanto prodotto dai media.

I mass media sono solo uno degli elementi del più vasto sistema dottrinale: ne fanno parte anche i giornali di opinione, le scuole, le università, gli studi accademici eccetera. Oggi siamo particolarmente consapevoli del ruolo dei media, soprattutto di quelli più prestigiosi, perché essi sono stati esaminati diffusamente da coloro che analizzano criticamente le ideologie. Il sistema nel suo Complesso non è stato altrettanto studiato perché è difficile fare una ricerca sistematica. Ma ci sono ottime ragioni per ritenere che esso rappresenti gli stessi interessi dei media, come è lecito aspettarsi.

Il sistema dottrinale, che produce quella che viene chiamata "propaganda", quando la fanno i nostri nemici, mira a colpire due diversi bersagli. Il primo viene talvolta chiamato "classe politica": quel 20% circa di popolazione relativamente istruita, più o meno articolata, che svolge un qualche ruolo nel meccanismo decisionale. Che costoro accettino la dottrina è vitale, perché occupano una posizione tale da poter definire le direttive e l'attuazione dell'azione politica.

Poi c'è il restante 80% circa della popolazione. Sono i "semplici spettatori" di Lippman, di cui egli parla come del "gregge disorientato". Da loro ci si aspetta che obbediscano agli ordini e si tengano fuori dai piedi della gente importante. Sono il bersaglio degli autentici mass media: i giornali popolari, le situation comedy, il Super Bowl, eccetera.

Questi settori del sistema dottrinale servono a distrarre il popolo ancora grezzo ed a rafforzare i valori sociali fondamentali: la passivítà, la sottomissione all'autorità, la virtù suprema dell'avidità e del profitto personale, l'indifferenza verso gli altri, il timore dei nemici, reali o immaginari, eccetera. Lo scopo è di fare in modo che il gregge disorientato continui a non orientarsi. Non è necessario che si preoccupino di quel che accade nel mondo. Anzi, non è desiderabile: se dovessero vedere troppo della realtà, potrebbero farsi venire in mente di cambiarla.

Ciò non significa che i media non possano farsi influenzare dalla società civile. Le istituzioni dominanti - politiche, economiche o dottrinali che siano - non sono immuni dalle pressioni esercitate dall'opinione pubblica. Anche i media indipendenti (alternativi) possono svolgere un ruolo importante. Sebbene dotati (per definizíone) di scarse risorse, acquistano importanza allo stesso modo delle organizzazioni popolari: unendo le persone con risorse limitate che, interagendo tra loro, possono moltiplicare la loro efficacia e la loro comprensione - il che costituisce esattamente quella minaccia democratica tanto temuta dalle élite dominanti.

Tratto da: Noam Chomsky "I cortili dello Zio Sam" - Gamberetti


Il Potere dei Media

Prima parlavo dello scopo dei media e delle élite opportunamente indottrinate. Ma che dire della maggioranza ignorante e intrigante? Essa deve in qualche modo essere distratta. Le si possono propinare semplificazioni e illusioni emotivamente potenti, cosicché sia capace di scimmiottare la linea di partito. La linea principale è comunque quella di tenerla fuori. Le si lasci fare cose prive di importanza, la si lasci urlare per una squadra di calcio o divertirsi con una soap opera. Ciò che si deve fare è creare un sistema adatto nel quale ciascun individuo rimanga incollato al tubo catodico. E' un noto principio delle culture totalitarie quello di voler isolare gli individui: se ne discute dal secolo XVIII. Per la cultura totalitaria è estremamente importante separare tra loro le persone.

Quando la maggioranza "ignorante e deficiente" sta insieme può capitare che si faccia venire strane idee.
Se invece si tengono gli individui isolati, non è interessante se pensano e quello che pensano. Dunque bisogna tenere la gente isolata, e nella nostra societa ciò significa incollarla alla televisione. Una strategia perfetta. Sei completamente passivo e presti attenzione a cose completamente insignificanti, che non hanno alcuna incidenza.

Sei obbediente. Sei un consumatore. Compri spazzatura della quale non hai alcun bisogno. Compri un paio di scarpe da tennis da 200 dollari, perché le usa Magic Johnson. E non rompi le scatole a nessuno.
Se vuoi uccidere quel bambino che sta vicino a casa tua, fallo pure, questo non ci preoccupa. Ma non cercare di depredare i ricchi. Uccidetevi fra voi, nel vostro ghetto. Questo è il trucco. Questo è ciò che i media hanno il compito di fare. Se si esaminano i programmi trasmessi dalla televisione si vedrà che non ha molto senso interrogarsi sulla loro veridicità. E infatti nessuno si interroga su questo. L'industria delle pubbliche relazioni non spende miliardi di dollari all'anno per gioco. L'industria delle pubbliche relazioni è un invenzione americana che è stata creata all'inizio di questo secolo con lo scopo, dicono gli esperti, "di controllare la mente della gente, che altrimenti rappresenterebbe il pericolo piu forte nel quale potrebbero incorrere le grandi multinazionali".
Questi sono i metodi per attuare questo genere di controllo.

I "metodi scientifici di gestione" furono messi a punto - sempre in quegli anni (1930) - anche per interrompere gli scioperi. Si comprese che i media dovevano essere saturati con una serie di convizioni appropriate: questo sistema fu applicato a Johnstown, in Pennsylvania, durante lo sciopero dei metalmeccanici del 1936-37. L'operazione riuscì. Da allora questo metodo prese il nome di "formula di Mohawk Valley" (dove si trovava Johnstown). L'idea fu quella di inserirsi nei gruppi di scioperanti, di saturarli di propaganda attraverso i media - e le chiese - in modo tale che alla fine ognuno di loro avesse chiara in mente l'esistenza di due gruppi contrapposti: noi e loro. "Noi" erano i lavoratori che continuavano a lavorare e le loro mogli che si curavano della casa. Le schiave che per venti ore al giorno aiutavano i lavoratori. Gli "altri" erano i cani sciolti, i diversi, gli anarchici, gli elementi di disturbo, i leader sindacali, coloro cioè che cercavano di rompere l'armonia e la pace della comunità. Dobbiamo proteggerci, dicevano i "Noi", dobbiamo proteggerci dagli estremisti che cercano di disturbare la nostra armonia. Questa strategia ebbe grande successo. E questa è l'immagine dello sciopero che ancora viene propagandata e che la maggioranza condivide: rottura dell'armonia. Si guardino le immagini che delle lotte dei lavoratori danno i media, le soap opera, i film.

Tratto da: Noam Chomsky "Il potere dei media" - Vallecchi

Noam Chomsky Links www.tmcrew.org/archiviochomsky/   Noam Chomsky's Homepage    The Noam Chomsky Archive   lgxserver.uniba.it/lei/rassegna/chomsky.htm

 

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