Gennaro Francione è nato a Torre del
Greco (NA) l'1-4-50 e vive a Roma dove, col grado di Consigliere di Corte di Cassazione,
svolge funzioni di giudice presso la sezione penale del Tribunale.
Come scrittore ha pubblicato romanzi (Mille e non più mille, La Quinta Stagione,Il Loto
delle 33 Salamandre, Calabuscia, La Lanterna di Mephisto), saggi (L'universo
caleidoscopico della Fantascienza, Neuròspastos oculus pundax ovvero il Terzo Occhio del
burattino Pinocchio, Io vi dico, Il libro della rosa, Mille e sempre mille, La Bibbia
infernale, La Porta Magica, 2000 e non più 2000, Manuale di oratoria, I segreti della
magia, I segreti dell'astrologia, Processi agli animali (Il bestiario del giudice),
(Pedofilia). Di recente a curato il De Merda (Scipioni, giugno 2000) saggio sulla
fecalcultura del poeta anarchico Raul Karelia.
Autore e regista di teatro internazionale ha rappresentato in Italia e all'estero sue
opere teatrali: La scatola cinese; 'A Scigna; Processo alle bestie, La scuola dell'estasi,
Schreber, il giudice pazzo (I nervi dell'anima)(1), Doppelgänger iudex (Il Genio e il
Folle) (2). Nel giugno 2001 l'opera in napoletano "Alchimia dell'avaro" è
risultata tra le vincitrici al premio Ugo Betti. Doppelgänger iudex ha vinto il Premio
Pirandello in breve (2003) e Ordalia degl'Interrati il Premio Ideascena (2003).
Nel campo giuridico ha elaborato un sistema cognitivo emblematico, che nomina di
"antropodiritto interdisciplinare", dove ricorre ai metodi interpretativi più
disparati, storici, scientifici, mitici, religiosi, e finanche misterici (Violenza ai
minori, Prevenzione droga, Le diavolerie giudiziarie, Violenza alle donne, Delinquenza
giovanile, Vademecum del consumatore-Contro la pubblicità ingannevole, Il diritto degli
animali). Sta elaborando un progetto di Diritto 2000 che sostituisce al medievale diritto
penitenziale (basato sulla punizione) il neoumanistico diritto medicinale (cura, sanzioni
e misure di sicurezza). Nel giugno 2000 ha emesso un importante ordinanza contro il
processo indiziario, a favore del processo scientifico popperiano, ora al vaglio della
Corte Costituzionale.
Membro Accademico dell'Internationale Burckhardt Akademie, nata nella tradizione
neorinascimentale italiana, e fondatore dell'Unione Europea dei Giudici Scrittori, di cui
è Presidente, ha ideato il Movimento Utopista-Antiarte
2000, basato sulla Fratellanza del Libero Spirito Antiartistico, cui hanno aderito
anche personalità della cultura internazionale(come Raul Karelia e Visar Zhiti).
Dal maggio 2001 Francione ha l'incarico onorifico di consulente del M.I.C.S. - Museo
Internazionale del Cinema e dello Spettacolo di Roma. Dal giugno 2004 è membro del
Comitato Scientifico dell'Osservatorio Csig(Centro Studi Informatica Giuridica) di
Firenze.
Ha presentato i libri "Le diavolerie giudiziarie" e "Violenza alle
donne" al Maurizio Costanzo Schow, dove è stato pure presente come magistrato il 9
ottobre '95 per spiegare alcune sentenze clamorose in fatto di droga. Gli è stato
assegnato il Premio della Cultura della Presidenza del Consiglio dei Ministri per gli anni
1995-1997-2003.
NOTE
1)Copione pubblicato su "Sipario", Milano, n. 599 aprile 1999.
2)Le ultime due opere nell'ambito del IV e VI festival del Teatro Patologico di Dario
D'Ambrosi. Il caso Schreber è stato riproposto nel corso del Primo Convegno
Internazionale dei Giudici Scrittori patrocinato da EUGIUS, alla fine del settembre 2003.
IL TEATRO DI FRANCIONE
Francione ha realizzato quello che chiama
"teatro uroborico", un teatro "mirabolante, assorbente, grottesco,
intrecciato, compatto, per attuare la quadratura del cerchio" <(M.A.G.I.C.)>.
I testi teatrali(L'Appeso; Carambola; Ouroboros Eros; La Scatola Cinese; La Scuola
dell'Estasi; Rebus Stereoscopico; La Giduglia; Al di là del fiume; Il negozio dei robot;
La locanda del maiale; Kapù; Scacco ad Armaghedon; Il giudice Fausto e l'avvocato
Mefisto. Storia di straordinaria corruzione; L'Uomo dei Serpenti; Vespertiliones -
Pipistrelli. Processo alle bestie, Overdose, Urebecs, 'A mummia 'e mammeta, Alchimia
dell'Avaro, Eclissi. I delitti dei Beati Frati di Mazzarino, Das narrenraumschiff zahl elf
<L'astronave dei folli n° 11>) sono improntati decisamente al "realismo
magico", essendo pregni di enigmatici incroci, oscuri significanti, che poi rivelano,
attraverso l'intreccio delle storie, arcani e archetipi significati.
Un'atmosfera incantata impregna le favole urbane e campagnole ora grottesche e
implausibili(La Scatola Cinese; La Scuola dell'Estasi etc.), ora candidamente liriche(Al
di là del fiume, La lezione d'inglese, scritta insieme alla moglie).
Per esprimere il fantasmagorico l'autore si avvale come topos del gioco nelle varie
forme(la scatola cinese, il labirinto, l'enigmistica<il rebus>, i tarocchi e le
carte francesi, il biliardo<la carambola>,gli I King, il Kapù, gli scacchi, i
fumetti, la favola).
Un'altra architettura realizzata è quella del Teatro di Giustizia, con l'uso soprattutto
del processo giudiziario, preso in toto (L'Appeso; Vespertiliones; Overdose; Urebecs;
Eclissi. I delitti dei Beati Frati di Mazzarino, Das narrenraumschiff zahl
elf<L'astronave dei folli n° 11) o pro parte (Il giudice Fausto e l'avvocato Mefisto.
Storia di straordinaria corruzione; Don Vincente Utrillo il Pub-babau).
Come struttura narrativa l'azione viene spesso incentrata, pal semente o in maniera
mascherata, in capo a un Ego Narrante, che inquadra gli avvenimenti nella sua
"soggettiva" da "teatro a 180°".
Accanto alle strutture complesse (in più atti) vi sono varie agili pièces, predilette
dall'autore, a realizzare quello che chiama "teatro di sintesi".
Il negozio dei robot è un sui generis nel teatro sperimentale. Attua un progetto di mis
en scène cibernetica, fondata sulla filosofia degli automi e sulle ultimissime
acquisizioni tecnologiche in materia informatica, rappresentate dalla VR, la Realtà
Virtuale. Insieme ad altre opere(Rebus Stereoscopico; I nervi dell'anima-Schreber, il
giudice pazzo; Doppelgänger iudex<I due giudici: il genio e il folle>, Das
narrenraumschiff zahl elf<L'astronave dei folli n° 11, La Metamorfosi del Cerchio, La
Quinta del Sordo)>) decodifica il tema dell'assurdo attraverso la rappresentazione
della pazzia umana, particolarmente evidente nella riduzione teatrale del caso Schreber,
una tipica forma di "teatro da camera". I testi appena citati fanno parte della
serie teatrale Le 7 Pietre della Pazzia che analizza il tema della pazzia umana come si è
rivelata attraverso alcuni soggetti emblematici della classe colta.
La follia umana è solo il primo momento del deforme, passaggio tra la devianza intima
forte e quella esterna. La mostruosità delle forme, già accennata in figure nane e
gigantesche(per tutte vedi Carambola), raggiunge il suo acme in Vespertiliones, Urebecs e
in Overdose con gli umani trasformati in ibridi di carne e, rispettivamente, animali e
cose. Il passo ulteriore, da teatro ipertotale, è l'uso dei fantocci animati da umani per
rappresentare i diavoli in Faust.
Il testo La figlia di Austin è invece teatro sul teatro, tratto dall'esperienza diretta
dell'autore. Descrive le vicissitudini di una compagnia d'arte drammatica, in un gioco
talora crudele tra apparenza e realtà.
La funzione ipertestuale nella creazione del testo teatrale ha portato a Doppelgänger
iudex (I due giudici: il genio e il folle) frutto dell'assemblaggio di personaggi reali,
nella costruzione dei corpi-giudici, e di linguaggi tratti "a incrocio
computerizzato" dal mondo forense nonché dal libro "Il tocco e la
penna"(Sui giudici scrittori). Massima espressione del kilobyte-strutturalismo
germinativo è Overdose, esperimento di scrittura teatrale al grado zero con creazione del
testo senza parole in happening uroborico-informatico.
La scrittura di Eclissi etc. è stata definita a Triquetra. "Scrittura ipertestuale
che, attraverso una sorta di rotazione astronomico-grafica attuata con una serie di
stratificazioni, ha formato un testo poliuso che rappresenta la sintesi dei tre momenti
fruitivi: letterario, teatrale e cinematografico".
Un testo teatrale a parte è 'A Scigna, scritto interamente in napoletano. Partendo dagli
schemi di Eduardo Scarpetta, filtrati attraverso l'esperienza di Eduardo De Filippo, ma
interpretati in maniera del tutto nuova ed originale, soprattutto in chiave di teatro
sociologico e soggettivo, l'autore si pone in bilico continuo a fronte del mostro-droga
tra macchietta e dramma. Con Urebecs, 'A mummia 'e mammeta e Alchimia dell'Avaro, pure in
napoletano l'autore ha esplorato il teatro HIV ovvero Horror italo-vesuviano, parodia in
partenopeo del teatro gotico inglese.
L'ipertransavanguardia del Medioevo Atomico propugnata dall'autore, a livello teatrale,
gli ha permesso più che mai di realizzare l'arte iperfinita e il teatro totale.
In questa strategia egli utilizza tutte le forme espressive(antiche, moderne, futuribili)
arrivando a maneggiare in particolare forme d'arte rubbish, ovvero immondizia, scartate
dall'accademia come inferiori, degeneri, desuete, creando ad esempio quelle che ha
chiamato la sceneggiata d'avanguardia ('A Scigna), il barocco d'avanguardia (Schreber;
Overdose; Eclissi. I delitti dei Beati Frati di Mazzarino; Faeries, Das narrenraumschiff
zahl elf<L'astronave dei folli n° 11>), la nuova commedia
dell'arte-canovaccio(Alchimia dell'Avaro) in particolare inscritta nel Medioevo Atomico
(Processo alle bestie, Urebecs, Overdose), il circo equino (Doppelgänger iudex circus),
la sceneggiatura d'avanguardia (Faeries).
LA LAMPADA ANTIARTISTICA DI PADRE KIRCHER
Nell'Oedipus Aegyptiacus padre Athanasius Kircher sosteneva che a Menfi i sotterranei
erano illuminati da lampade che non potevano mai spegnersi. Ci sono lampade presenti nella
storia in templi nascosti, scoperti i quali, si rivelano per l'umanità nuove fonti di
luce.
"Niente di nuovo sotto il sole" si dirà, ma la gioia di una ri-scoperta è tale
che chi la attua, prova la stessa estasi che dovette dilagare tra gli esseri al primo dì
del mondo.
Athanasius Kircher (1) è un epigono dell'Antiarte, il movimento fondato dallo scrivente e
dal poeta Stefano Loconte sulle soglie del nuovo millennio.
Che cos'è l'Antiarte e perché padre Athanasius la precede. Attingeremo dalle 26 tesi
dell'Antiarte per verificarne i prodromi in questo spettacolare uomo del '600 (3).
L'Antiarte è in primis la morte della forma chiusa: l'opera d'arte giammai dev'essere
compiuta perché nella trance estetica si verifica uno zampillare perenne di produzione
del bello. In via più generale l'Antiarte non è solo un fenomeno estetico, ma
energetico-patafisico che implica una nuova visione del mondo percepito dall'angolo di
visuale dell'energia creatrice. Quella cioè che si manifesta non solo nell'arte in sé
(pittura, scultura, letteratura etc.) ma in qualunque ideazione nuova del mondo,
informale, matematica, geometrica etc. Si va dalla teoria della relatività di Einstein,
ai paradossi matematici dell'insiemistica per intenderci.
La prima sensazione che prende a seguire padre Athanasius lungo la splendida mostra
organizzata dalla Soprintendenza per i beni artistici e storici di Roma a Palazzo Venezia,
è proprio l'estasi. Estasi creatrice, assemblatrice, riorganizzatrice che caratterizza
questo gesuita vivente tempi in cui la poliedricità Rinascimentale, all'estremo, si fece
tensione esplosiva e centripeta barocca.
Basterà ricordare, per capire con chi abbiamo a che fare, che questo gesuita per indagare
le viscere della terra, a settant'anni suonati, si fece calare con una corda, nel cratere
del Vesuvio e in quell'occasione inventò una macchina per ripulire i vulcani.
Notiamo nel protoantiartista Kircher un'avanzata irresistibile al futuro che è un ritorno
al passato. Esito millenario di un ritorno dell'arte al naif che è non-arte, in
consapevolezza antiarte.
La metodologia dell'Antiarte atomizzante è proprio innovare ed esplorare nuovi linguaggi,
partendo dal presupposto che compito dell'artista, avvalendosi dei nuovi sistemi
informatici, ipertestuali e internettiani, è di fare arte per distruggerla in infinite
nuove forme attraverso l'alchimia, la chimica, la fisica metaforizzate in chiave estetica.
Insomma la tecnologia permette essa stessa innovazioni estetiche e culturali, non solo
meramente scientifiche. Non sarà un caso allora che Kircher dà un contributo poderoso
alla paleografia filmica e informatica creando rispettivamente la lanterna magica e la
cassetta o cista mathematica, corrispondente al suo Organum Mathematicum perfetto
esemplare anticipatorio della combinatoria computeristica.
Ci fu un tempo in cui l'alchimia anticipò la chimica e la fisica nucleare col sogno
irrealizzato di fabbricare l'oro partendo dai metalli vili. In via ideale Kircher utilizza
tutti i materiali a sua disposizioni, in tutte le scienze e le arti, anche quelli di bassa
lega, da qualunque parte provenienti, per ristrutturarli, ripotenziarli, vivificarli.
A parte i contatti diretti con l'alchimia come arte in sé, gli Antiartisti e Kircher
lavorano con l'alto e col basso, nella dimensione in cui l'alto e il basso coincidono.
Lavorano col cerchio e il quadrato, nella dimensione in cui circolo e squadratura
coincidono. Entrambi realizzano un "teatro uroborico"(2), vale a dire uno
scenario "mirabolante, assorbente, grottesco, intrecciato, compatto, per attuare la
quadratura del cerchio"<(M.A.G.I.C.)>. Il serpente uroboros non è solo forma,
cerchio che quadra. E' anche sostanza, energia vibrante, kundalini vulcanica del tempo,
fusione magica del nostro tempo e dell'universale.
L'impresa sull'arte e sulla storia passata è medianica e alchemica da un tempo. Si tratta
di ridare vita, o meglio alito, a delle splendide mummie, operazione che Kircher attua col
suo entusiasmo in cui si compendiano la gioia del neofita e la freddezza del catalogatore
che ricorda la lezione d'Aristotele. Si fondono in lui la religiosità del gesuita
fervente e il demonismo terrificante di marca orientale, visto che nel Mundus subterraneus
affermò l'esistenza reale dei demoni sotterranei(oltre che dei pigmei)(4), derivandola
dall'autorità della scienza e della filosofia classica rappresentate da Psello.
Un mondo, quello di Athanasius, popolato di alieni strani sotto e sopra. Un
"pantamorfo teatro di Natura"(5), colmo di creature esotiche - il Cane di
Bubastim, il Leone Saitico, il Capro Mendesio - che si trasforma caleidoscopicamente per
aggiunte successive in un Mondo infernale e caotico totale dove l'inventio umana, la
tecnologia esoterica, la creazione misterica producono mille altri aggeggi bizzarri,
congegni astrologici per dominare tempo e destini, statuette apotropaiche inquietanti,
parole cabalistiche e formule criptiche in una girandola senza fine che va verso
l'incandescente, ovvero verso la materia al calor bianco, momento topico dell'opus
alchemicum.
Non hortus conclusus quello di Athanasius ma irrgartenn, labirinto vegetale le cui
strutture sono riformulabili all'infinito. Caos energetico naturale che si aggiunge al
caos immaginativo a formare la Torre di Babele, altro materiale simbolico caro al gesuita,
fusione ancora alchemica di pietra, collante e spirito architettonico dell'umano volto a
sfidare verso l'alto la grandeur celeste fin che ciò sia fisicamente possibile.
In paradoxo l'arresto dello slancio costruttivo, necessitato dal pericolo altrimenti di
compromettere la stabilità dell'asse terrestre, relega l'uomo in quest'inferno mondano
dove le cose, gli animali, i sogni sono tali e tanti che ne vien fuori il regno assoluto
del chaos, della confusio, del "nullus ordo" a stento frenato dalla volontà
catalogatrice e riordinatrice.
Nel mondo egizio i morti camminano capovolti poiché l'inferno è situato sulla parte
opposta della terra e quindi ribaltato rispetto allo spazio normale dei viventi. Ecco
l'egittologo Kircher che con la sua serie infinita di meraviglie attinte dal globo
terracqueo e dalla mente umana ci dà un senso di vertigine. Giriamo la testa di continuo
tra le sue cose, i suoi orologi, i suoi tartarei macchinari, quasi vorremmo capovolgere
l'intero corpo per sapere in imo come guardare, dove guardare e a quale fine cercando di
catturare il segreto afflato esoterico che animava quest'uomo.
Un inferno ricolmo di cose non necessariamente spaventoso è quello di Kircher, allietando
qua e là da immagini gioviali, angelotti astronomici, soprattutto suoni musicali
terapeutici prodotti dalle sue fantastiche macchine. Basta girare una ruota con campanelle
e ti trovi nel Giardino delle Delizie di Bosch a incantarti con un uomo ruotante che fa
volare la Colomba di Archita all'infinito grazie alla forza di un potente magnete. Forme
terrestri di armonie della genesi decrittate con spirito apollineo dall'edenico
pentagramma del Musurgia.
Concludendo l'inferno antiartistico di Atahanasius come locus inversus non può non essere
il regno delle geometrie paradossali,là dove è possibile realizzare l'alchemica
quadratura del circolo. Secondo le linee di una tipica struttura affermatasi in epoca
barocca lo spazio erebico simbolico viene da lui assottigliato in maniera tale da formarne
un unico, piccolo punto. Ogni invenzione, ogni scoperta, ogni suono in Athanasius è un
piccolo punto, una concentrazione energetica di materia mirabile e incandescente. Là,in
quella res extensa assurda,"la parte restringe il tutto,capisce la circonferenza nel
centro, lunghe linee trovan luogo in un punto,qualunque superficie entra in una linea e
dentro ogni superficie s'ammirano profondità orribilmente abissate"(6).
In Antiarte il simbolo afroditico è l'Urania-Pandemos fusione di classico e di
avanguardia, di amore trascendente e immanente. Il tutto una dialettica per salti,
esistenziale e kierkegaardiana, con armonie ora logiche, compatte, imbattibili, ora
sottili, enigmatiche, occulte. Tutto questo è presente in Athanasius che è riuscito,
affascinando se stesso con la scienza dell'immaginario, ad affascinare tutti noi nel breve
lunghissimo, infinito tragitto della sua mostra al Palazzo Venezia.
NOTE
1) Questo gesuita tedesco (Geisa 1601-Roma 1680) insegnò a Wurzburg e a Roma, dove fu
docente al Collegio Romano
(http://musmin.geo.uniroma1.it/raphael/histoire/MARenai/img0027.htm).
Si occupò di scienze esatte e naturali, di filologia e filosofia, arte e musica,
raccogliendo moltissimo materiale, conservato oggi nel Museo Nazionale Romano. Dei suoi
trattati si ricordano: Musurgia universalis (1650), Oedipus aegyptiacus (1652), Mundus
subterraneus (1665) e Ars magna sciendi (1669).
2) Lett. "serpente che si morde la coda".
3) Cfr. http://www.octava.it/antiarte/le26tesi.htm.
4) A. Kircher, Mundus subterraneus, Amsterdam 1664, pp. 97 e segg.. Vedi anche il De
animalibus subterraneis di Giorgio Agricola.
5) L'espressione è di U. Eco nella "Prefazione" ad A. Kircher, Il Museo del
Mondo, Edizioni De Luca, Roma febbraio 2001(è il catalogo che accompagna la mostra).
6) Romolo Marchelli, Prediche quaresimali, Venezia, G. Storti, 1682, p. 144.
DOMINEDDRACULA. VITA, GESTA, MORTE E
RESURREZIONE DI VLAD TEPES L'IMPALATORE di Gennaro Francione.
Pag. 664. Presentato dal Direttore dell'Accademia di Romania a Roma, prof. Eugen
Uricaru.
Si tratta di un romanzo storico-biografico, descrivente gli orrori draconiani di Vlad
Tepes l'Impalatore,voivoda rumeno ertosi coraggiosamente col suo piccolo popolo contro i
turchi di Mohammed il Conquistatore. L'operazione di scrittura vampirica è rovesciata
rispetto al Dracula di Stoker: non più dalla realtà di Vlad al mito del Vampiro, ma dal
sanguinario dell'inconscio collettivo leggendario alla storia reale.
Prezzo di copertina euro 23. Per informazioni inviare e-mail ad azuz@inwind.it
By ANTIARTE 2000: LA RIVOLUZIONE
DELL'ESTETICA NEL CYBERSPAZIO: www.antiarte.it
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