LA FILOSOFIA
E' correre
per boschi, civiltà e stelle,
fermo su una sedia.
Scrutare le profondità dell'anima,
e non dire.
ROMA
C'è un sole dissuadente,
che va fino al più piccolo degli interstizi
a cacciare il buio e le nebbie dell'incertezza.
Un giovane mi passa accanto,
trasparente,
le maniche della camicia arrotolate,
lavora come stesse al mare.
Tutto è luce
Vae victis!
Strana reincarnazione di barbaro che sono
vinto dal rifulgere delle mie stesse pietre.
Non riesco a vedermi,non riesco a
vederti.
Ogni nero sè nasconde.
Rimango chiuso qui
dove regna suadente
un oscuro silenzio dissidente.
KLIN
Non ti lavare
perché dicono che sei sporco.
Non correre dietro al treno
per raggiungerlo.
Lei è andata,
senza colpe.
E tu che resti altro non sperare
che saper ricordare.
DOMENICO
Non un numero,
una coincidenza,
una parola.
Al tramonto,
una sera,
un luogo
lontano.
Non un motivo,
una ragione,
un senso.
Il tuo ultimo insegnamento
….ed io a dover imparare.
Campane a Natale
Alcuni gelidi rintocchi
fendono
la mia sicurezza,
senza più trovare molte resistenze.
BATTAGLIA
Un rumore scuote la solitudine,
il tremolio della penna.
Il testardo andare per l'armonia
di un tratto
si scontra con il ruvido foglio.
Battaglia incruenta,
da cui estranea è
la vita.
IN METROPOLITANA
Corre via con passo veloce,
aperte le porte disegnate,
il viso sconosciuto,
scintilla di passioni silenziose,
sorte nel cuore all'improvviso.
UCRAINA
Canta te stessa,
terra lontana,
persa tra gli altari
con voci che rimproverano
orizzonti senza fine e
campi troppo avari da lavorare.
Voci di violenta tristezza,
che malediscono l'esilio.
Canta te stessa,
terra timida, d'amore ricordato.
Le voci intonano profonde
danze estenuanti su distese dorate,
matrimoni giovani, insicuri di futuro.
Dona anche a me,
nel fugace passaggio di suoni variopinti,
calore di casa.
IL CLOCHARD DELLA 11
Il ventre circolare come un
pallone
pronto a volare verso il cielo,
sostiene il peso di pensieri,
lucidi,
che neanche l'alcol riesce a
liberare.
I piedi, deformi,
sono piantati a terra,
come radici,
nessun nutrimento.
Dormi,
e tutto ti scorre davanti.
No. Vegli,
con occhi ridenti
e bocca tonda di sole,
noi sonnambuli in cerca di
pentimento.
GALLERIA
E la sera,
fetale come questa,
dove il canto della nostalgia risuona dolce
più dell'usignolo,
fa visita in maniera dolosa il mestiere
di essere uomo.
Disordinato, si perde sulla
soglia della
sconfitta
(ogni istante)
in un attimo.
Isola, il giorno, fra le
grida delle feste
non un faro a illuminare.
La camicia, negli incontri di rappresentanza,
troppo stretta intorno al collo.
Quadri di un disastro
sistemati per l'esposizione.
Poesie tratte dal libro
Nostalgia d'Oriente di Salvatore Patriarca Albalibri Milano 2006
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