GIOBBE COVATTA

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DISCENDENZA DI ADAMO. Riassunto della puntata precedente: Adamo ed Eva generarono Caino e Abele, che ebbero qualche problema. Seconda Puntata. Ciro e Luisa generarono ENOS, che fu padre di tutti i pastori (che menano il can per l'aia), di tutti gli allevatori di galline (che cercano il pelo nell'uovo), e anche di uno che fece il parrucchiere. Enos non beveva, non fumava e non andava a donne anche perche' ce n'erano tre o quattro in tutto. Egli in questo modo visse novecentocinque anni, ma non si diverti' un granche'. Enos genero' KENAN, che fu padre di tutti gli alcoolizzati e i fumatori d'oppio, e fu lui stesso un fumatore doppio, perche' fumava due sigarette alla volta. In questo modo Kenan visse solo novecento anni, ma si diverti' molto piu' del padre. Kenan conobbe sua moglie quattro volte ed ebbe quattro figli: ogni botta un centro, e con quattro centri vinse un orsacchiotto. Kenan genero' MALLALLALEA, che fu padre di tutti i balbuzienti e di tutti e trentatre' coloro che entrarono a Trento tutti e trentatre' trotterellando. Mallallalea conobbe sua moglie tre volte, ed ebbe nove figli, e quando gli portarono l'orsacchiotto lo accetto' ma con sospetto. Mallallalea mori' raggiunta l'eta' di 3427951, 06 per chi chiama da fuori Roma. Mallallallea genero' IARED, che fu padre di tutti coloro che si iscrissero alla scuola Radioelettra di Torino per diventare riparatori radio-tv, fotografi, idraulici, con diploma riconosciuto. Iared conobbe sua moglie una infinita' di volte, ma ebbe solo due figli. Sua moglie fu una donna appagata, ma lui mori' a novecentosessantatre' anni senza nemmeno un orsacchiotto. Iared genero' ENOCH, padre di quasi tutti i bambini che nacquero in quel tempo, in quei luoghi e anche nelle vicinanze. In breve tempo egli fece esaurire tutte le scorte di orsacchiotti, e anche la pazienza degli altri uomini. Tanta attivita' mino' la salute di Enoch, il quale mori' nel fiore della giovinezza, a soli trecentosessantacinque anni. Suo fratello mori' un anno dopo a trecentosessantasei anni; infati si chiamava Bisestile. Enoch genero' MATUSALEMME, che fu padre di tutti coloro che eccellono negli sport quali: tiro alla cinghia, salto del pasto, arrampicata sugli specchi, salto nel buio, ecc. Matusalemme non ando' mai d'accordo con Enoch, per via del gap generazionale, e gli diceva spesso: <<Katon shakavil>> che in antica lingua prebabilonica significa: <<Papa', sei vecchio, non puoi capire noi giovani!>>. Matusalemme visse millecentonovanta anni, che con l'Iva al 19% fa un netto di mille anni esatti. Matusalemme genero' LAMECH, che fu padre di tutti i maghi, le streghe e i commercialisti, ovvero di tutti coloro che fanno fattura. Lamech visse 777 anni, e fu lui che invento' nel televideo i sottotitoli in antica lingua prebabilonica. Lamech non conobbe mai sua moglie, eppure genero' cinquantaquattro figli maschi e quattro cosi' cosi'. Egli pensava di essere un mago, ma era l'unico a pensarlo. Di tutti questi figli uno solo passo' alla storia: NOE'. Egli era il prediletto. Parola di Giobbe.


NOE'. Noe', colui che tanto ha fatto per il genere umano e pure per quello animale. Egli era il prediletto dal Signore: viveva nel deserto divorato dalla sete e dai pidocchi. In quel tempo la gente sulla Terra copulava dalla mattina alla sera, e il Signore disse: <<Che schifo! Visto che mi ci trovo quasi quasi stermino tutti e non ci penso piu'>>. Noe' invece era giusto, e non copulava mai, anche perche' puzzava come un caciocavallo e teneva l'alito verde, che usava anche per ammazzarsi i pidocchi addosso (e a volte pure i caimani). Faceva veramente schifo. Ed era cosi' povero che non poteva comprare l'amore mercenario nemmeno da una cammella. Ed era cosi' ignorante che non avrebbe riconosciuto una cammella da un cammello. Ed era cosi' iellato che una cammella non gli si sarebbe mai concessa. Egli era il prediletto. E di questo ringraziava ogni giorno il Signore dicendogli: <<Daftah>> che in antica lingua prebabilonica significava: <<Ma possibile che fra tanta gente che ci sta sulla faccia della terra io sono il piu' cretino di tutti, e non copulo nemmeno se ci mette mano il Padreterno?>>. Una notte Noe' dormiva nel suo lettino e senti' una voce: <<Noe'!>> <<Chi e'?>> <<Dio>>. <<Io chi?>> <<Non io, Dio, GEOVA!>>. E Noe' disse: <<Uuuuh, non ho tempo, guardate, tengo la roba sul fuoco, mettete i depliants sotto la porta...>>. E Dio disse: <<Io non ho bisogno di depliants, io sono il Padreterno!>> <<Uh Signore, scusate tanto, avete detto Geova, io pensavo ai Testimoni... cosa posso fare per voi?>> <<Un'arca>>. <<E che cos'e' un'arca?>> <<Ma insomma... Lo sanno tutti quanti cos'e' l'arca di Noe', e tu che sei Noe' originale non lo sai? E' famosissima, quasi come l'albero di Natale, l'arca... L'arca! Quella per andare per mare!>> E Noe' disse: <<Signore, io non ho mai visto nemmeno un pedalo'... Io vivo nel Sinai!>> <<Non cercare scuse stupide, Noe'. Tu farai questa nave e ci caricherai sopra due animali per ogni razza>>. E Noe' disse: <<E vivranno con me?>> <<Si'>>. <<E la puzza?>> <<Si abitueranno>> rispose il Signore. <<Ma e' proprio necessario?>>. <<Si,>> rispose il signore <<perche' ho deciso di affogare tutti quanti>>. <<Ah, bella idea, complimenti Signore, proprio un bel pensierino!>> <<Sbrigati Noe', mettiti a lavorare. Non dimenticare che sei il prediletto!>> <<Che culo>> disse Noe', che in antica lingua prebabilonica significa: <<Sia lode al Signore>>. E Noe' ando' a svegliare Sem, Cam e Iafet, i suoi figli (*) <<Sveglia ragazzi, c'e' da fare uno yacht!>>. <<Che ore sono?>> chiesero i figli. <<Le tre di notte>> rispose Noe'. E allora i tre figli ubbidienti si alzarono dal letto, e mentre due tenevano Noe' il terzo gli dava delle randellate sui denti. Egli era il prediletto, e si costrui' l'arca da solo. E arrivarono gli animali, comprese quarantotto galline, per fare il brodo durante la traversata. Arrivarono anche le patrocchie e le ciclopice, che a Noe' col rosmarino e la pancetta gli piacevano moltissimo. Tant'e' che se le mangio' durante la navigazione e nessuno le conobbe mai. E comincio' a piovere. Dapprima piovve poco, e fu il pediluvio. Poi comincio' a piovere che Dio la mandava e quello fu veramente il diluvio. Il Signore aveva detto: <<Piover' per quaranta giorni>>, ma poi si distrasse, si dimentico' di Noe', e dopo centocinquanta giorni pioveva ancora. Noe' era il prediletto, e disse: <<Achaton shater, jaffa, agatai' duc ianet rafinai amaton>>, che in antica lingua prebabilonica significa: <<Uffa!>>.

(*) Molti studiosi ritengono che Noe' avesse adottato i suoi figli, visto che non aveva mai copulato. Altri ritengono che essi fossero nati per partenogenesi, viste le affinita' di Noe' con l'ameba, ma la prima ipotesi sembra a tutt'oggi la piu' verosimile.


LA TORRE DI BABELE. Riassunto delle puntate precedenti: Dopo il diluvio universale, Sem, Cam e Jafet si erano riprodotti a dismisura, grazie al fortunato incontro con l'Arca di Mimi'. Era questa una nave tutta rosa, a forma di cassa ermeticamente bloccata da tutti i lati: praticamente una cassa chiusa. A bordo di questa seconda arca vi era Mimi', al secolo Carmela Tirabuscion, una corpulenta e imbellettata donna pugliese dallo spiccato accento parigino, e le sue tre ragazze: Deborah, Samantha e Katiuscia. Il Signore aveva permesso loro di salvarsi per tutto il bene che avevano fatto agli uomini (non proprio a tutti, ma a molti). E passata che fu la pioggia le brave ragazze ripresero a fare del bene, previo pagamento di una piccola quota che si aggirava sui venti denari. Fiorirono allora le conoscenze, alimentate anche dal fatto che ancora non esistevano ne' la televisione ne' le malattie veneree. E cosi', in breve tempo, la Terra si era ripopolata, e il diluvio era rimasto solo un ricordo del passato. Tuttavia permanevano dei piccoli traumi a livello inconscio. Infatti se qualcuno diceva: <<Andiamo a fare il bagno>>, lo spellavano vivo e lo mettevano nel sale per far piacere al Signore. E ogni volta che pioveva qualcuno andava al bagnino e affittava un pedalo' dicendo, <<Non si sa mai...>>. Ma Dio aveva fatto un patto con Noe', e aveva detto: <<Giurin giurello non vi affogo piu'. Pero' posso sempre bruciarvi, frustarvi, squagliarvi, tritarvi, friggervi nell'olio, macerarvi nel limone e condirvi col prezzemolo...>>. E gli uomini in coro dicevano <<Che brava persona e' il Signore!>>. E gli uomini arrivarono in una localita' chiamata Sennaar, vi si stabilirono e si dissero l'un l'altro: <<Orsu', facciamoci dei mattoni. Orsu', cuociamoli al forno. Orsu', costruiamoci una torre...>>. E uno disse: <<Perche' invece non facciamo un bel circolo di tennis?>> Ma non fece tempo ad aggiungere <<Orsu'>> che lo presero, lo spellarono e lo misero nel sale per far piacere al Signore. E Dio vide tutto questo, e venne sulla terra sotto mentite spoglie. Ando' da un uomo chiamato Aruk e chiese: <<Che fate?>> <<Una torre, per far piacere al Signore>> rispose Aruk. E il Signore disse: <<Non era meglio una torta con le candeline, o una simpatica cravatta Regimental?>>. E Aruk disse: <<Capocantiere, qui c'e' un polemico. Come mi comporto? Gli do una scorticatina?>> E il Signore disse: <<Sai chi sono io? Dio!>> E Aruk disse: <<Bene, e io sono Napoleone!>>. E allora il Signore, per dimostrare ad Aruk chi egli fosse, trasformo' un piccone in un serpente. <<Carino questo gioco>> disse Aruk tirando fuori un mazzo di carte. <<Ora tocca a me: pesca una carta...>> E il Signore alzo' gli occhi al cielo e disse: <<Che simpatici... Quasi quasi li stermino definitivamente... Ah, gia'; non posso, l'ho promesso a Noe'. Allora sai che faccio? Confondero' le loro lingue!>>. E cosi' fece. E da allora, mentre uno diceva: <<Passa il mattone>>. L'altro capiva: <<Razza di cafone>>. E rispondeva: <<Ma sei pazzo?>> E il primo capiva: <<Testa di c%%%o>>. E un terzo diceva: <<Suvvia...>> Ma gli altri capivano: <<Le vostre madri vendono i loro corpi malandati a soldati affetti da malattie dermatologiche per pochi denari, e danno anche il resto>> {HA HA HA: MI HA FATTO SBELLICARE DALLE RISATE!!!!!!!} E cosi' lo spellavano vivo e lo mettevano sotto sale per far piacere al Signore. E il muratore parlava francese, il carpentiere olandese, il pastore tedesco, la zuppa inglese, l'insalata russa... {!!!!!! STO MORENDO DAL RIDERE!!!!!!!}. E venne un uomo di nome Funari che parlava, parlava e parlava sempre a casaccio. E fu un vero peccato che non lo spellarono vivo e non lo misero nel sale, per far piacere al Signore ma soprattutto a noi. E gli uomini non si capirono piu', e l'unica cosa che capirono fu che non si sarebbero mai piu' capiti. E quel luogo si chiamo' Babele, che in antica lingua ebraica non significa assolutamente niente. E il popolo fu disperso, e la torre distrutta. Al suo posto rimase soltanto un bar tabacchi e una cabina con un telefono a gettoni. Sopra vi era un cartellino: <<Laureato impartisce lezioni di lingua>>. Ma nessuno capi' mai che cosa ci fosse scritto. Parola di Giobbe.


LA DISCENDENZA DI NOE'. Noe' genero' tre figli, Sem, Cam e Jafet, i quali a loro volta ne fecero di tutti i colori: bianchi, gialli, neri, rossi, che si dispersero per il mondo. Quella che segue e' la loro discendenza secondo le loro lingue e le loro nazioni. Discendenza di Jafet: Jafer genero' Gomer, che sposo' Maschek, ma fu riferito a Jafet che anche Magog aveva partorito dei figli di Gomer fratello di lui, cioe' Madai e Iavan, fratello di Madai e padre di Tubal, zio di Medoc che genero' con Askenaz sette figli piu' altri due con Tarsis, da cui ebbe un figlio che si accoppio' con sua nonna Reuma, da cui ebbe Artrosi, il primogenito, e Sclerosi, la secondogenita che conobbe carnalmente il cugino di sua cognata da cui ebbe un figlio che chiamo' Arteriosclerosi, Arteria per gli amici, mentre sua cogina Matita partori' una scatola di pastelli e scappo' con Pennarello lasciando nelle peste suo zio Milka, il lilla che invoglia, che ebbe quattro figli, Rosce', Monsceri', Nutellah e Kinder, il piu' pallido perche' aveva piu' latte meno cacao. La storia e' un po' complessa, ma questa fu la discendenza di Jafet secondo le loro lingue e le loro nazioni. Discendenza di Cam: Da parte di madre: Put, Canaan, Seba, Avila, Sabta, Raama, Sabteca, Dedan, Nimrod, Canam, Laab. In panchina: Saba e Patros. Allenatore: Mr. Nuftuc. Da parte di padre: Casluch, Catfor, Sidone, Chet, Gebuseo, Amorreo, Tubal, Gergeseo, Archita, Eveo (Gimoneo dal 22' s.t.), Sineo. In panchina: Nafor e Semarita. Allenatore: Mr. Sishot. Arbitra il signor Tarsis, coadiuvato da Rifat e Mashec Spettatori 640.000, tempo splendido. Questa fu la discendenza di Cam, secondo la loro lingua, le loro squadre e la loro nazionale. Discendenza di Sem: La discendenza di Sem fu in forse per parecchio tempo, perche' egli non riusciva ad avere figli. Allora Cam e Jafet gli dissero: <<Provaci ancora, Sem!>> E lui ci provo', e genero' Arpacsad, che era quasi cieco e aveva sempre fame, da cui il proverbio: <<Ci ho una fame che non ci vedo>>. Arpacsad genero' Selach, il quale era cosi' povero che per comprare del pane azzimo fu costretto a vendersi i pannolini del proprio figlio, da cui il proverbio: <<Rendere Pampers focaccia>>. Seleach genero' Eber, al quale, mentre era nel deserto, cadde una grossa pietra sulla testa e lui disse: <<Katajhan shabra' surun>>, che in antica lingua ebraica significa: <<Da dove c%%%o e' caduta questa, che siamo nel deserto??>> da cui il proverbio: <<L'Epifania tutte le feste si porta via>>, che non c'entra niente, ma dopo quella mazzata in testa il brav'uomo aveva le idee confuse. Eber genero' Peleg, che coltivava la terra, era giotto di formaggio ed era dedito alle droghe, da cui il proverbio: <<Al contadino non far sapere quant'e' buono il formaggio con le pere>>. Peleg genero' Reu, il quale, come suo padre, era dedito alle droghe, da cui il proverbio: <<Fare di tutta l'erba un fascio>>. Reu genero' Serug, che era cacciatore e trovo' due colombe che erano gemelle siamesi ed erano unite per i genitali, da cui il proverbio: <<Prendere due piccioni con una fava>>. Serug genero' Nacor, che fu castratore di gazzelle, e riusciva a farlo mentre le gazzelle saltavano, da cui il proverbio: <<Prendere la palla al balzo>>. Nacor genero' Zareb, il quale ebbe rapporti insani, oltre con sua moglie, anche con alcune vacche del suo gregge, da cui il proverbio: <<Mogli e buoi dei paesi tuoi>>. Zareb genero' Gebal, che era pastore e picchiava il proprio cane tutti i giorni nel cortile di casa sua, da cui il proverbio: <<Menare il cane per l'aia>>. Gebal genero' Molok, il quale sosteneva che <<morto un papa se ne fa un altro>>, ma a quel tempo nessuno sapeva cosa fosse un papa, e Molok non ebbe mai grosso credito per quanto riguarda i proverbi. Molok genero' Sebe, che era zoppo e dava lezioni a pagamento per imparare l'arte dello zoppicare, da cui il proverbio <<Gallina vecchia fa buon brodo>> (cosa vi credevate, eh?). Sebe genero' Terach, che aveva un carattere un po' infantile, tanto che il Signore gli disse il famoso proverbio <<Non fare il bambino>>, ma Terach disobbedi' e fece proprio un bambino, che chiamo' Abramo. Questi sono i figli di Sem secondo le loro tribu e i loro proverbi. Parola di Giobbe. In qualita' di ambasciatore della parola del Signore, Mose' si attenne strettamente alle regole da lui stenografate. E siccome era scritto <<Non formicare>>, ma era permesso generare figli, ecco che Mose' genero' un numero impressionante di figli. E questi figli a loro volta generarono una quantita' inverosimile di figli maschi e ogni tanto anche femmine, e cosi' via, e fra tutti questi discendenti un bel giorno nacque anche Davide. Egli avrebbe fatto una vita tranquilla, se nelle vicinanze non fosse nato Golia, filisteo di nascita, interista di tradizione, vegetariano per via dell'ulcera. Parola di Giobbe.


E Abramo disse: <<Colore chiaro, gusto pulito... Vuoi un whisky?>> <<Non bevo mai in servizio>> disse il Signore, e aggiunse: <<Abramo, il momento e' difficile, dovresti fare un sacrificio>>. <<Dimmi Signore, sono qua apposta>>. E il Signore disse: <<Dovresti smettere di fumare>>. <<Signore, tu mi chiedi troppo! Io fumo quattro pacchetti di sigarette al giorno... Non potresti chiedermi qualcosa di piu' semplice?>> <<E va bene,>> disse il Signore nella sua infinita misericordia, <<allora ammazza tuo figlio>>. <<Grazie>> disse Abramo commosso <<troppo buono... Sapevo che mi saresti venuto incontro... Grazie, grazie e ancora grazie, Signore>>. E quella notte Abramo uccise suo figlio Isacco e suo fratello Vanzetti. E ancora oggi, in ogni citta' d'Italia, c'e' una piazza a ricordo di quel sacrificio. In quel tempo il Signore aveva deciso di distruggere Sodoma, citta' di Sodomiti. In questo luogo, come dice la parola stessa, si praticava la sodomia, e tutti si conoscevano l'un l'altro facendo una grande confusione, perche' gli uomini erano diventati come donne, ma dall'altra parte, e nessuno si affacciava al davanzale perche' anche in famiglia ci si fidava poco. Le folle erano sempre affamate di sesso, uomini, donne, bambini, e non solo al mattino, quando e' solo un'illusione idraulica, ma durante tutto il giorno. E la folla, se ti incontrava, ti faceva un bel servizio da ventiquattro, e la folla fa mal•e, perche' la folla sono tanti. E il Signore chiamo' i suoi angeli, il Griso e il Nibbio, e disse: <<Andate e distruggete>>. E gli angeli dissero: <<Oh Signore, tu ami troppo il tuo popolo...>>. E il Signore disse: <<Lo so, sono fatto cosi', mi piace vedere la gente sorridere...>>. E gli Angeli andarono, cantando i loro inni di gioia: <<Andiam, andiam, andiamo a lavorar, po po po po po po po po po...>>. Ma Abramo aveva udito tutto questo e allora prego' il Signore: <<Signore, a Sodoma c'e' mio nipote Lot, se si potesse avere per lui un occhio di riguardo... Piuttosto prendete sua figlia, e fate di lei cio' che volete...>> E gli angeli dissero: <<Riferiremo alla ragazza, ne sara' veramente soddisfatta... Bravo zio!>>. E gli angeli arrivarono a Sodoma. Ivi giunti, incontrarono Lot sulle mura della citta'. Egli aveva le spalle al muro, come era tradizione a Sodoma. E tutti andavano da Lot e gli raccontavano quanti rapporti avevano avuto. E uno diceva: <<Io oggi ne ho conosciuti quattro>>. E un altro diceva <<Io oggi ne ho conosciuti sette...>> E un altro ancora diceva: <<Io oggi ne ho conosciuti cinque...>>. E tutti quanti davano i numeri al Lot. E Lot vide gli angeli e disse: <<Vi prego, non fatemi del male, piuttosto prendete mia figlia e fate di lei cio' che volete!>> E gli Angeli in coro pensarono: <<Complimenti, proprio una bella famigliola!>> Poi, sempre in coro, dissero: <<Passeremo la notte qui fuori>>. Ma Lot li avverti': <<Se lo fate, i miei concittadini vi faranno nuovi nuovi: faranno di voi i Nuovi Angeli!>>. E gli Angeli sorridendo in coro dissero: <<Gli angeli non hanno sesso...>> E Lot disse: <<Si... Ma loro hanno il Black & Decker!>>. E cosi' gli Angeli andarono a dormire a casa di Lot. E la folla inferocita arrivo' e disse: <<Lot, fai uscire i tuoi ospiti, cosi' che possiamo conoscerli!>>. Ma Lot disse: <<No... Piuttosto prendete mia figlia e fate di lei cio' che volete>>. E la figlia a questo pinto comincio' a scocciarsi non poco, e prego' il Signore dicendo: <<Ashaftal iac noi>>, che in antica lingua ebraica vuol dire: <<Oh Signore, prendi mio padre Lot e fallo volare fino a te: fai di lui Lot Volante!>>. Ma la folla prese Lot e lo puni' come era uso a Sodoma, e lo conobbero in piu' di cento. E arrivarono gli Angeli e scacciarono la folla. E Lot disse: <<Non potevate arrivare una ventina di minuti fa?... Ho conosciuto un sacco di gente, e ho tanti amichetti nuovi adesso...>> E gli Angeli in coro dissero: <<Lot, corri via!>> E Lot rispose: <<E' una parola correre, adesso...!>> E gli Angeli in coro ripeterono: <<Corri Lot, e attento a non voltarti indietro!>>. E Lot fuggi' da Sodoma, insieme a sua moglie e a sua figlia. Mentre si allontanavano, sua moglie si giro' indietro, in base all'antica abitudine acquisita a Sodoma, e rimase di sale, e anche Lot ci rimase molto male. E il Signore distrusse Sodoma e Gomorra ricoprendole di Zolfo e di fuoco. E gli Angeli in coro dissero: <<Signore, passi per Sodoma, citta' di Sodomiti, ma... Perche' hai distrutto anche Gomorra?>> E il Signore rispose: <<Mah, Gomorra citta' di Gomorroidi... Mi faceva un po' schifo!>> E gli Angeli in coro scossero la testa. E il Signore sbuffando disse: <<Uffa, e va ba', ho sbagliato... Nessuno e' perfetto!>>. E Lot trovo' rifugio sulle montagne sopra la citta' di Zoar. Qui visse copulando con sua figlia che genero' due figli. Lot, si sa, e sempre stato un bravo padre. Parola di Giobbe.


NUOVO TESTAMENTO. VANGELO SECONDO GAETANO A'PROSTATA (chiamato cosi' perche' si sentiva poco bene). E' questa la narrazione apocrifa della vita di San Giuseppe fino alla vecchiaia e di quella di Gesu' fino all'eta' di 12 anni. Gaetano A'prostata non ha scritto oltre perche' gli venne, oltre alla prostata, anche la sciatica e il crampo dello scrittore, per cui dovette smettere e si mise a fare il cantante popolare in un gruppo musicale chiamato Angina Pectoris. Era l'anno 1 avanti Cristo, una scura notte di pediluvio. In un'umile casa della Palestina si senti' una voce: <<Ave Maria, sono Gabriele, sei tu la Vergine?>>. E la giovane donna rispose: <<Ne', ma a te che te ne importa? Vieni qua vestito da tacchino con le ali e fai pure domande cretine!?>>. <<Lo devo sapere...>>. <<E chi sei, il medico della mutua, il ginecologo? No? E allora fatti i fatti tuoi!>>. Ma Gabriele insisteva: <<Devi dirmelo, mi manda l'Altissimo!>>. <<Chi, Pippo Baudo? E lo potevi dire subito che era per la televisione! Allora: non sono vergine, non mi vergogno a posare nuda e so anche ballare... Sono scritturata?>>. Gabriele era perplesso: <<Ma... ma tu sei proprio Maria?>>. <<No, sono Stefania, e allora? Chi e' chesta Maria, una raccomandata? Ehi, torna qui, dove vai, guarda che so anche fare le imitazioni...>>. Era sempre l'anno 1 avanti Cristo, una scura notte di pediluvio, solo un po' piu' tardi. In un'altra umile casa della Palestina si senti' la stessa voce: <<Ave Maria, sono Gabriele!>>. <<Molto piacere, signor Gabbiano...>>. <<Non sono un gabbiano, e tu sei propro Maria?>>. <<Certo, signor Pellicano...>>. <<Sei proprio Maria di Nazareth?>>. <<No, sono Maria di Nocera Inferiore, fa lo stesso? Ehi, signor Fenicottero, dove scappa, non le piace Nocera?>>. Era sempre l'anno 1 avanti Cristo, una scura notte di pediluvio, solo molto piu' tardi. In un'ennesima umile casa della Palestina si senti' la solita voce: <<Questo e' l'ultimo tentativo, poi me ne torno su e ci spedisco l'arcangelo Peppiniello a cercare questa benedetta Maria!>>. E in quella arrivo' una giovane donna: <<Ave, sono Maria, la vergine di Nazareth, posso esserti utile?>>. <<Ave Maria, che piacere trovarti... Sono venuto per fare l'annuncio>>. <<E chi sei, Nicoletta Orsomanno? E da quando le annunciatrici le vestono da galli cedroni con le alucce?>>. <<Ne' Mari', non ti ci mettere pure tu! Sono venuto a dirti che rimarrai incinta>>. <<Ma non fare il cretino! Ti presenti vestito da pappagallo e fai pure lo spiritoso!>>. <<Maria, non sono vestito da pappagallo, io sono un angelo! Io vengo per darti la luce...>>. <<Ah, e lo potevi dire subito che sei dell'Enel, sono due mesi che qua e' zompato tutto. Il contatore sta di la'...>>. Ci volle la mano di Dio per convincere la Madonna, la quale quella notte rimase incinta, come aveva annunciato l'arcangelo Gabriele. E ci volle ancora di piu' per convincere Giuseppe, che dopo molte discussioni familiari accetto' di buon grado di diventare il papa' di Gesu'. E da quel giorno egli inizio' a sorridere, e la gente lo guardava e diceva: <<Egli e' stato toccato dalla grazia del Signore>>. Passati che furono nove mesi la Madonna partori' in una Stalla, tra un bue e un asinello. E tale tradizione si e' conservata attraverso gli anni, e ancora oggi le donne assistite dalla Saub partoriscono in stalle, circondate da asini e ogni altro genere di animali. E fu cosi' che nacque Gesu', detto il Salvatore, per gli amici Sasa'. E amici, parenti e curiosi si recarono nella stalla a portare doni; pastori con gli agnelli sulle spalle, zampognari, bambini e giovinette attraversarono ruscelli di carta argentata e collinbe di cartapesta per vedere Gesu' Bambino. Giuseppe accoglieva tutti sorridendo e la gente diceva: <<Egli e' stato toccato dalla grazia del Signore>>. Ed ecco che bussarono alla porta della stalla. <<Chi e'?>> chiese Giuseppe. <<Magi>>. <<Quelli del brodo?>>. <<No, i Re!>>. E infatti, aperto che ebbe, vide i tre re magi: Gaspare, Zuzzurro e Baldassarre, con i loro tre cammelli Qui Quo Qua, coperti di baldacchini, spade, denari, sette bello e primiera patta. Essi portavano in dono oro, incenso e mirra. <<Che cos'e' la mirra?>> chiese Giuseppe. E Baldassarre disse: <<Questo non l'ha mai capito nessuno>>. Intanto, in un castello non lontano da Betlemme, un re cattivo e malvagio di nome Erode chiese al suo specchio: <<Specchio specchio delle mie brame, chi e' il piu' divino del reame?>>. E lo specchio rispose: <<Di divino in casa c'e' chi lo e' assai piu' di te; egli e' nato in una stalla, sappi che non e' una balla, e' venuto fin quaggiu', e si chiama Bambin Gesu'!>>. <<Faccio una strage!>> urlo' Erode, e, preso dalla rabbia, ando' in garage e fece a pezzi sia la Miniminor che la Lambretta: la strage delle Innocenti. Poi ando' dal cacciatore e ordino': <<Vai a Betlemme e uccidi tutti i neonati e tutti quelli che si chiamano Biancaneve!>>. E il cacciatore ando', ma prima di lui arrivo' a Betlemme un angelo con le ali, che subito corse da Giuseppe. <<Tu devi essere l'arcangelo Gabriele>> disse Giuseppe che non lo aveva mai visto ed aveva le idee molto confuse su tutta quella storia. <<No, io sono l'arcangelo Peppiniello. Grabiele ha dato le dimissioni per esaurimento nervoso circa un anno fa...>>. E Giuseppe preoccupato disse: <<Ue', non sarai mica venuto per annunciare che Maria dara' una sorellina a Gesu', eh??>>. <<No>> disse Peppiniello <<niente piu' bambini. Sono venuto a dirvi che dovete andare subito in Egitto>>. <<Ma io avevo prenotato a Madonna di Campiglio! Sa, e' una cugina di mia moglie e ci da' lo ski-pass gratuito!>>. Ma Peppiniello insistette: <<Dovete fuggire, c'e' Erode che vi cerca!>> <<Chi e'? Quello che ha inventato il metodo per l'infanzia?>>. <<No>> rispose Peppiniello <<quello e' Montessori. Erode e' il Re!>>. E Giuseppe disse: <<Keton!>> che in antica lingua ebraica significa: <<E' meglio avviarsi subito, perche' se quello ci acchiappa ci fa il mazzo a tarallo!>>. E cosi' Giuseppe e Maria, col piccolo Gesu' e il loro asinello si ritrovarono al casello dell'autostrada di Nazareth, diretti in Egitto in tutta fretta. Dopo una marcia di mesi e mesi arrivarono nella terra di Aaran, e andarono alla pensione <<La stalla>>. <<Come si sta qui?>> chiese Giuseppe. <<Da Dio>> rispose il gestore. <<Allora e' adatta>> disse Gesu', e vi si stabilirono. E la notizia arrivo' alle orecchie di Erode, ma egli, che in geografia non era tanto buono, penso' che Aaran fosse un animale verde che vive negli stagni, e non capi' mai dove fosse finito Gesu'. Ora, dopo alcuni anni che erano in Egitto, una notte di pediluvio Giuseppe senti' una voce: <<Giuseppe!>>. <Chi e'?>>. <<Jave'!>> <<Bitte??>> <<Sono Dio>> <<Oh, scusa Signore, faccio un po' di confusione con le lingue...>> <<Giuseppe>> disse Dio <<tornate in Palestina>>. <<Ma Signore>> rispose Giuseppe <<se ci acchiappa Erode finisce che ci vediamo su da te prima del previsto>>. <<Non ti preoccupare>> rispose Dio <<l'ho fatto sistemare col vecchio metodo della tazzina di caffe', quello che viene chiamato il metodo della Sacra Sindona. Vai, puoi tornare...>>. E Giuseppe obbediente si rimise in cammino e torno' in Palestina con Maria e Gesu', a piedi perche' in Egitto si erano fatti un buono stufato di asinello. Arrivarono in Palestina in tempo per iscrivere Gesu' alla terza elementare. Ora era il primo giorno di scuola. Arrivo' il maestro e disse: <<Buongiorno, sono il maestro>>. <<Anch'io>> disse Gesu'. <<Ah, cominciamo bene>> disse il maestro, <<tu che fai lo spiritoso, vieni alla lavagna>>. E Gesu' ando' alla lavagna e prese il gesso. <<Scrivi: tre pesci piu' tre pesci, quanto fa?>> <<Nove pesci>> rispose Gesu'. <<Quella e' la moltiplicazione dei pesci, somaro!>> <<Somaro a me?>> disse Gesu', e per miracolo trasformo' il maestro in bidello. In questa arrivo' il preside e disse: <<Chi e' stato?>> <<E' stato Gesu'>> disse Pietro. E Gesu' disse: <<Pietro, prima che la campanella suoni tre volte, io ti spacco la faccia>>. Allora il preside ando' da Gesu' e disse: <<Tu! Domani verrai accompagnato dai tuoi genitori>>. <<Eh, pare facile>> rispose Gesu' <<io ne tengo tre quattro... non si capisce niente a casa mia!>>. <<E non fare lo spiritoso come l'altra volta>> disse il preside <<che sei venuto con un piccione e mi hai detto che era tuo zio!>> Poi il preside si rivolse alla classe e disse: <<C'e' un altro bambino in presidenza: Barabba. Chi volete che sospenda: Barabba o Gesu'?>> E allora Gesu' perse la pazienza e disse al preside: <<Prima di domani tu sarai nel Regno dei Cieli>>. E per miracolo trasformo' il Preside in un supplente dell'Isef. Giuseppe arrivo' in quel momento e in cuor suo disse: <<Ah, beato il papa' di Budda, quello si' che e' fortunato, con quel bravo figlio sempre seduto, chiatto chiatto... Pare l'omino della Michelin, ma vuoi mettere che vita tranquilla?>> In quella si senti' una voce: <<Giuseppe>>. <Chi e'?>>. <<Dio>>. <<Io chi?>>. <<Non io, Dio: l'onnisciente!>>. <<Quello che mangi di tutto?>> chiese Giuseppe. <<Giuse', quello e' l'onnivoro!!>> E il bidello e il supplente dell'Isef, sentito che Giuseppe era il padre di Gesu', approfittarono del fatto che egli era distratto a consultare il vocabolario: cosi' lo acchiapparono e lo gonfiarono come un cotechino. Ma Giuseppe sorrideva. E la gente diceva: <<Egli e' stato toccato dalla grazia del Signore>>. E sorridendo sorridendo si fece dicembre, il 24 era il compleanno di Gesu'. Giuseppe faceva il presepe. <<Che cos'e'?>> chiese Gesu'. <<Un ricordo di quando io e la mamma siamo andati in campeggio dove sei nato tu>> rispose Giuseppe. La Madonna aveva organizzato una piccola festa: c'erano striscioni, otti, addobbi... insomma: una festa della Madonna! Si era gia' fatta una certa ora e i bambini non erano ancora arrivati. <<Come mai?>> chiese Gesu'. <<Natale con i tuoi...>> rispose Giuseppe <<vorra' dire che verranno a Pasqua>>. Ma in quella si senti' suonare alla posta: era il piccolo Giuda, che portava in dono una scatola di Baci. <<Non dovevi>> disse Gesu' a denti stretti. <<E' un piacere>> rispose Giuda sorridendo. E Gesu' disse: <<Osfateh sic ravur gape'>> che in antica lingua sanscrita ha un significato molto poco gentile. E Giuda disse: <<Quanti anni compi?>>. <<Dieci>> rispose Gesu'. <<Ventitre' di questi giorni>> disse Giuda. E Gesu' disse: <<Oibec!>> che in antica lingua aramaica significa: <<Chisto e' schiattamuorto>>. E a poco a poco arrivarono tutti gli altri bambini, ma la festa languiva. Ora senza accorgersi, Gesu' si era appoggiato al buffett e gli era scappato un miracolo: aveva trasformato l'aranciata in vino. Dopo venti minuti la festa era entrata nel vivo: Giovanni Battista faceva i gavettoni a tutti quanti, al grido di <<Ale', andiamo tutti a fare il bagno al fiume!>>. Lazzaro non si reggeva in piedi, e le sorelle gli dicevano: <<Lazzaro, alzati, cammina, che ti stanno guardando tutti!>>. Simone in piedi sul tavolo incitava: <<Forza ragazzi balliamo>> e subito il complesso attacco' il 'Ballo di Simone'. E la Maddalena scatenata al centro della pista cantava: <<Batti in aria le mani, e poi falle vibrare...>>. Gesu' intanto faceva gli scherzi: fece cadere tutti i capelli a Ponzio, e il poveretto da quel giorno si chiamo Pelato. Poi ando' da Nicola e comincio' a fare i miracoli: <<Ora ci hai la lebbra, ora via la lebbra, ora ci hai il colera, ora sei cieco, mo' ci vedi, ora sei cieco, ci vedi, cieco, ci vedi, senza gambe, ora quattro braccia e niente orecchie, ora tre gambe...>>. E in quella arrivo' la Madonna e disse: <<Gesu', c'e' la torta!>> <<Arrivo>> disse Gesu'. E Nicola disse: <<Giuggiu', non posso tornare a casa con tre gambe, poi mamma ci rimane male...>>. Dopo aver mangiato la torta fecero il gioco della bottiglia, ma chi usciva usciva, Giuda tentava sempre di baciare Gesu'. E Gesu' si arrabbio' molto e disse: <<Giuda tu la devi finire, pari un camaleonte con quella cotoletta che tieni in bocca>>. E cosi', per grande ira, trasformo' Giuda in una gallina padovana che subito volo' dalla finestra. Dopo poco bussarono alla porta, e Giuseppe chiese: <<Chi e'?>> <<Sono il papa' del traditore>>. E Giuseppe apri' e si ritrovo' di fronte un uomo adirato con una gallina padovana sulla spalla. E Giuseppe voltandosi disse: <<Giuggiu', vieni un po' qua, che forse vogliono te...>>. E quando Gesu' si fu avvicinato Giuseppe disse: <<Ma benedetto Iddio...>>. <<Grazie altrettanto>> disse Gesu'. <<Giuggiu' guarda qua, mi tremano le mani, eh!>>. E in quella si udi' una voce: <<Giuseppe, ferma la tua mano!>> <<Chi e'?>> <<Colui che tutto vede>> <<E Giuseppe si rivolse a Gesu' e disse: <<Ringrazia SuperPippo, perche' se no stasera ce le prendevi, quant'e' vero Dio>>. Ma cio' non fermo' il papa' della gallina padovana, che, tanto per cambiare, gonfio' Giuseppe come un materasso di piume. Ma Giuseppe sorrideva. E la gente diceva: <<Egli e' stato toccato dalla grazia del Signore.>> E come Dio vuole la festa fini' e i bambini se ne tornarono a casa loro. Maria, Gesu' e Giuseppe (tumefatto ma sorridente) se ne andarono a dormire. Giunta che fu la mezzanotte Gesu' senti' un rumore. Ando' in salotto e vide un uomo che scendeva dal camino. <<Chi sei?>> chiese Gesu'. <<Babbo Natale>>. <<Uhhh, un altro papa', ci manchi solo tu, io gia' ne tengo tre quattro... non ce la faccio piu'>>. E nel dire questo per miracolo lo inceneri'. <<Oh Madonna!>> disse Giuseppe arrivando di corsa. <<Oh Giuseppe>> disse la Madonna arrivando di corsa pure lei. <<Maria per piacere non ti ci mettere anche tu, che qua le cose sono gia' abbastanza complicatee. Giuggiu', mannaggia alla miseria, quello e' lo zio Nicola che ti porta i regali! Su, forza, aggiustalo...>> E in questa si senti' una voce: <<Giuseppe>>. <<Chi e'?>> <<L'Eccelso>>. E Giuseppe guardo' Maria e disse: <<Mari', abbiamo pagato il conto a Rimini l'anno scorso? Qua ha telefonato l'Excelsior>>. E il Signore nella sua infinita bonta' aggiusto' zio Nicola, e Giuseppe nella notte di Natale fu gonfiato per la seconda volta. Ma lui sorrideva. E la gente diceva: <<Egli e' stato toccato dalla grazia del Signore>>. E i mesi passavano, e Gesu' cresceva. Ora era il giorno venerdi' 19 del mese di Marzo: la festa del papa', ricorrenza di San Giuseppe. Maria si senti' poco bene. <<Ti guarisco io>> disse Gesu'. E Maria disse: <<Gesu', vedi dove devi andare... Vai ad allenarti da un'altra parte! Ancora mi ricordo di quando hai guarito dalla sciatica il figlio del portiere!>> <<Embe'?>> disse Gesu' <<E' guarito, no?>> <<Eh gia'...>> disse la Madonna <<solo che adesso ci ha i cingoli, e quando ha fatto il militare gli hanno fatto fare il carro armato! Meglio che mi prendo un'aspirina... Piuttosto: vai a fare la spesa!>>. <<No>> disse Gesu' <<Non voglio, non voglio, e non voglio!>> <<Giuggiu', se non obbedisci guarda che vai all'inferno!>>. <<E che m'importa?>> rispose Gesu' <<Tanto piu' di tre giorni non mi ci tengono!>>. <<Guarda che chiamo Erode...>> minaccio' la Madonna, e allora Gesu' si convinse. <<Va bene, cosa devo comprare?>>. <<Cinque etti di manna fresca, appena creata>> disse la Madonna, <<poi due pani e due pesci, che oggi abbiamo centottanta ospiti a pranzo per festeggiare il papa'. A proposito, ricordati che col pesce ci va il vino bianco, non quello rosso che hai fatto l'ultima volta. Quello rosso e' per la moltiplicazione degli hamburger...>>. E Gesu' usci' di casa e si avvio'. Ora accadde che Gesu' con i soldi della spesa ci compro' le figurine dei gladiatori e si mise a giocare con gli altri bambini. <<Ursus ce l'ho, Spartacus ce l'ho, Maciste mi manca... Andreotti ce l'ho...(*) Cossiga ce l'ho...(**)>>. Poi Gesu' guardo' la clessidra e disse: <<Uh, devo andare a fare la spesa, che papa' quando torna ha sempre una fame della mamma!>> che in antica lingua aramaica significa <<una fame della Madonna>>. E Gesu' corse al mercato, al banco di Tanino o'salumiere, e disse: <<Mezzo chilo di manna, che mamma oggi deve fare le fragole con la manna>>. -------------
(*) Andreotti stava in tutte le bustine dei gladiatori fin da allora
(**) Cossiga era bisvalida, con 40 figurine di Cossiga si vinceva il circo Balilla.


ABRAMO. In quel tempo Abramo emigrava verso il Negheb. <<Dove vai?>> gli chiedeva la gente. <<Mi hanno promesso un pezzo di terra e mi incammino>> rispondeva Abramo. Abramo aveva novantanove anni, e lungo il cammino si ammalo'. Disse allora a sua moglie: <<Sara, telefona al dottore>>. Ma Dio disse: <<Perche' disturbare il dottore? Sono qui io>>. E Abramo disse: <<Questo sta sempre in mezzo!>>. E il Signore disse: <<Abramo, se vuoi guarire tagliati il prepuzio>>. E Abramo disse: <<Ma Signore, non basterebbe un'aspirina?>> <<No,>> rispose il Signore <<tagliatelo tu e tutto il tuo popolo>>. <<E noi che c'entriamo?>> disse il popolo <<Stiamo 'na bellezza!>>. E Abramo disse: <<Se me lo taglio io, ve lo tagliate pure voi... Vero Signore?>> E il Signore disse di si', e il popolo disse: <<Ma porca pupazza!>>, che in antica lingua ebraica significa: <<Sia lode al Signore>>. E il signore disse ancora: <<Farete questo ogni anno>>. E Abramo disse: <<Signore, al quarto anno non c'e' rimasto piu' niente!>>, e in quella racconto' al Signore la parabola della matita temperata. E il Signore disse: <<E' vero... Allora lo faremo 'una tantum'>>. E quando furono tutti circoncisi ballarono e cantarono. E il popolo hittita, che passava di la', disse: <<Ma che ci avranno da cantare costoro?>> E un pastore che si trovava in quei paraggi rispose: <<Essi cantano perche' se lo tagliano>>. E il popolo hittita disse: <<Eh, vabbuo', ma allora so' proprio scemi>>. E quel luogo si chiamo' Galgola', che in antica lingua ebraica significa: <<Il Signore ci ama e si accontenta della punta>>. Ora Abramo era giunto finalmente a Nigel con sua moglie Sara. Una notte Abramo, tornando a casa, trovo' un angelo nell'armadio. <<Come mai sei in mutande?>> disse. <<Questa e' la divisa da angelo>> rispose quello. <<E le ali?>> chiese Abramo. <<Le ho parcheggiate fuori...>>. <<E come ti chiami?>> <<Ciro Scognamiglio>>. E Abramo disse: <<Uhmmm, ashamastal eton>>, che in antica lingua ebraica significa: <<Uhmmm, qui gatta ci cova>> (*). E Sara rimase incinta, e Abramo disse: <<Popolo, aspetto un figlio>>.
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(*) Uhmmm e' lo stesso in tutte e due le lingue.
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E il popolo disse: <<Miracolo, Abramo e' incinta!>> e si inginocchio'. <<Non io>>, disse Abramo <<mia moglie Sara>>. E il popolo disse: <<Uhmmm, ashamastal eton>>. <<E' stato il Signore>> disse loro Abramo. <<Si',>> risposero quelli <<il signore del terzo piano...>>. E quando Abramo ebbe cento anni nacque Isacco, e Abramo lo fece crescere nella bambagia. (*) Egli trattava suo figlio con tutto l'amore e il riguardo possibile, anche se Isacco spesso lo chiamava <<nonno>> e a volte anche <<Matusalemme>>. Una notte Abramo dormiva nel suo lettino e senti' una voce: <<Abramo!>>. <<Chi e'?>> <<Sono l'Altissimo>>. <<Si, e io solo lo smilzo>> rispose Abramo sbadigliando. E il Signore disse: <<Non fare il cretino, sono il tuo Dio, il Dio di Abramo, Isacco, Giacobbe, Rafet, Set, Noc, us, ut, cgil, cisl e uil, Asterix, Obelix e Idefix, Sarti, Burgnich, Facchetti, Bedin, Guarneri e Picchi, Tip, Tap, Portos, Athos e Aramis, dic, duc, far, fer, ponte ponente e ponte pi tappe tappe rugia, Stanlio e Ollio, Gianni e Pinotto, Pinocchio, Ric e Gian, Rocco e i suoi fratelli, fio, fis, di a da in con su per tra fra, Crosby Stills Nash e Young, fante cavallo e re>>. E Abramo disse: <<E va bene, va bene, mi alzo, basta che stai zitto un minuto!>>. E il Signore disse: <<Abramo, voglio mettere alla prova la tua fama>>.

(*) Secondo alcuni studiosi la Bambagia era una zona montuosa e impervia della Sardegna, per cui crescere nella Bambagia stava ad indicare <<diventare pastore>>.


DAVIDE E GOLIA. In quel tempo tra i Filistei viveva un uomo di nome Golia, insieme a sua sorella Morositas e a suo fratello diabetico HappyDent Senza Zucchero. Golia era cosi' grosso che Schwarzenegger al confronto sembrava Don Lurio. Ora Golia disse: <<Chi vuole sfidarmi?>> E il sangue degli israeliti divenne come bastoncini di pesce Findus. E uno disse: <<No, io ho molti impegni, vorrei ma proprio non posso>>. E un altro disse: <<Io purtroppo non ho digerito>>. E un altro ancora disse: <<Io se torno a casa senza le coscie mia moglie si arrabbia molto>>. E Dio disse: <<E questo sarebbe il popolo eletto? Quasi quasi rifaccio le elezioni...>>. In quel tempo nel bosco, in una casetta di marzapane, viveva Davide, il pastore. Ed egli era cosi' piccolo che Don Lurio al confronto sembrava Schwarzenegger. Davide viveva insieme ai suoi fratelli: Mammolo, Brontolo, Pisolo, Servio Tullio, Tarquinio Prisco e Tarquinio il Superbo. Re Saul ando' da Davide. <<Toc Toc>>. <<Non posso aprire>> disse Davide. <<E' pericoloso>>. E Re Saul disse: <<Ma no, stai tranquillo, devi solo sfidare Golia>>. <<Ah>> disse Davide <<Chissa' che mi credevo!>> E Re Saul disse: <<Se sfidi Golia sposi mia figlia e ti regalo l'abbonamento al Milan per tutto l'anno>>. E Davide domando': <<Ma quant'e' grosso questo Golia?>> E Re Saul disse: <<Ma no, e' normale>> e rideva, rideva, rideva che Dio la mandava. E Davide penso': <<Chisto me fotte>> che in antica lingua ebraica significa: <<Costui vuole gabbarmi>>. Ma accetto'. Il giorno dopo Golia scese in campo. <<Oddio>> disse Davide quando lo vide. <<Eccomi qua>> disse Dio quando si senti' chiamare. Poi vide Golia e disse: <<O me medesimo, quant'e' grosso! Se non ci mette mano il Padreterno siamo rovinati. Ma il Padreterno sono io! Non mi devo lasciare prendere dal panico...>>. E Golia grido': <<Asbotir ieh noc>>, che in antica lingua ebraica significa: <<Ti spiezzo in due>>. E gli angeli e gli arcangeli in coro cantavano: <<David David David tira la bomba, tira la bomba. David David David tira la bomba per carita'>>. La differenza di peso tra i due lottatori era enorme: quattro tonnellate per Golia, diciotto chili per Davide, bagnato. Golia attacca subito: sinistro, destro, raddoppio di sinistro, un gancio, un montante, buon gioco di gambe, prova il diretto, poi Davide prende un sampietrino e gli scassa la capa: l'incontro fini' per k.o. I bookmaker pagarono una vincita miliardaria a una sola persona: un signore con camicia da notte e barba bianca. Ma nessuno seppe mai chi fosse quel Signore. Parola di Giobbe.


APPENDICE. SALMO DI ANGOSCIA DELLO STUDENTE. Signore ti supplico, illuminami su come fare a non essere interrogato. Potrei ingessarmi e dire che sono caduto dalle scale e non ho potuto studiare. Potrei dire che e' morto mio padre in un incidente sul lavoro. Potrei fare una telefonata anonima e avvertire che c'e' una bomba nella scuola. Comunque Signore, nella tua misericordia, fa' che io non sia interpellato oggi:
- picchiami col randello della tua bonta',
- frustami con lo scudiscio della tua giustizia,
- percuotimi con la clava della tua comprensione,
- sfigurami col martello della tua grazia,
- tumefammi con la mazza del tuo amore.
Ma preservami, oh Signore, dall'interrogazione, perche' qualsiasi tua punizione, oh Signore, se oggi mi interrogano, e' nulla al confronto di cio' che mi succede quando torno a casa. Signore ti supplico, ricordati che i professori in fondo sono esseri umani, e come tali devono morire. Oh Signore, io so che nella tua infinita bonta' fai finta di non vedere, ma e' cosa risaputa che i professori sono esseri immondi. Signore, forse sei distratto, ma guarda che la professoressa di matematica ha ceduto piu' volte parti intime del proprio corpo: ella ha permesso al professore di estimo di misurare l'area di tutto il suo organismo centimetro per centimetro, perche' egli e' un estimatore; e ha educato il proprio fisico alla libidine col professore di educazione fisica; ha avuto storie col professore di storia, e geografie col professore di geografia (e non ti dico cosa ha combinato col professore di lingua)... E secondo me, o Signore, anche il professore di filosofia cede alcune parti del proprio corpo (credo che le affitti per denaro) voltando le spalle (nel senso letterale della parola) alla tua morale. Percio' Signore ti prego: accoglili in un letto di malattia, purche' essa sia perlomeno gotta, enterocolite o epatite virale. Fin dalla mattina quando mi sveglio, Signore, mi prende l'angoscia. Mi rendo conto che oggi mi interrogheranno e io, Signore, mi trovo sommerso in un mare di escrementi. Ti prego, Signore:
- ferma questa corrente di guano,
- concedimi un pattino in questo oceano di letame,
- pescami da questo fiume di eiezioni,
- lanciami una fune in questo baratro di sterco,
- regalami un salvagente in questa piscina di liquame,
- elargiscimi una boccata d'aria da una sublime bombola ad ossigeno mentre sono sommerso da rifiuti organici. Quantomeno, Signore, ti prego: visto che sono gia' nelle feci fino al collo, evita almeno di fare l'onda!! L'E' FINITAAAAAAAAA!!!!!!!!!! AH NO! C'E' ANCORA L'INDICE: Parola di Giobbe.



GIACOBBE. Riassunto delle puntate precedenti: Abramo e la moglie Sara avevano un figlio, Isacco, che amavano molto. Infatti, per le scene piu' pericolose, sostituivano il piccolo Isacco con una controfigura. Questo espediente salvo' miracolosamente la vita del bambino in occasione del sacrificio chiesto ad Abramo dal Signore. Questo episodio tuttavia aveva traumatizzato Isacco, il quale ne porto' i segni per tutta la vita. Infatti, ogni volta che sentiva la parola sacrificio gli veniva un forte attacco di colite e tutta una serie di altre manifestazioni psicosomatiche, tra cui: acne, psoriasi, convulsioni, asma, tachicardia, balbuzie, aerofagia, alopecia e gomito della lavandaia. A causa di questi lievi inconvenienti tecnici, Isacco ebbe qualche problema a trovare moglie. L'unica che gli si concesse fu Rebecca, figlia di Betuel, famosa per essere la donna piu' inguardabile di tutta l'Aramaica e forse di tutto il Medio Oriente. Non a caso e' dai tempi di Rebecca che le donne di quella zona vanno in giro con il viso coperto. E venne il giorno in cui Rebecca chiese al suo sposo: <<Pensi forse che io sia brutta?>> <<No>> disse Isacco, e svenne. E Rebecca disse: <<E allora vuoi giacere ed entrare in me almeno una volta da quando ci siamo sposati?>> <<Bene>> disse Isacco <<faro' questo sacrificio>>. E appena ebbe pronunciata la parola sacrificio ebbe un attacco di epilessia. E Rebecca si raccomando' di praticare il coitus interruptus, che in antica lingua ebraica significa: <<Gia' siamo inguaiati noi due, ci manca solo un figlio!>> Ma Isacco si confuse, e sparse il suo seme nel vastissimo ventre di sua moglie. E fu cosi' che Rebecca divenne madre, dimostrando in questo modo di essere pur sempre un mammifero, e non un protozoo come tutto lasciava credere. E Rebecca partori' due gemelli: Esau' e Giacobbe, i quali, appena videro la madre, svennero. Allora Rebecca disse al suo sposo: <<Due figli in un colpo solo... per allevarli dovremo fare molti sacrifici!>> E Isacco fu colto da un attacco simultaneo di otite, sinusite, polmonite, pancreatite, artrite e temperamatite. Esau' e Giacobbe crebbero. Esau' andava a caccia ed era un buon cacciatore; Esau' pasceva le pecore ed era un buon pastore; Esau' coltivava il grano e era un buon contadino; Esau' difendeva l'accampamento ed era un buon guerriero. Giacobbe non faceva assolutamente niente, ed era un buontempone. E Rebecca gli disse: <<Giacobbe, aiuta tuo fratello, non vedi quanti sacrifici fa?>> E in quella Isacco ebbe un attacco di gotta fulminante e mori', lasciando tutti i suoi averi a Esau'. E Giacobbe ando' da Esau' e con voce melliflua gli disse: <<Ora che sei ricco puoi smettere di lavorare e divertirti un po'... ho giusto qui una tombola nuova nuova: vuoi fare una partitina?>> Ed Esau' accetto' volentieri, e gli occhi di Giacobbe ebbero lampi di ingordigia. Allora Giacobbe ando' in cucina e disse: <<Mamma, mi dai i fagioli per giocare a tombola?>>. E Rebecca rispose: <<Senti, Giaco': sto facendo l'insalata di fagioli, cipolle e cammello sott'olio(*). Prendi le lenticchie e giocate con quelle>>. Giacobbe distribui' le lenticchie e comincio' ad estrarre i numeri: in sedici ore di gioco Esau' non fece nemmeno un ambo, e per pagare i debiti fu costretto a cedere al fratello la sua primogenitura. E fu cosi' che Giacobbe si prese tutta l'eredita' di Isacco ed Esau' rimase solo con una manciata di lenticchie. E quando Esau' mori', si dice che fu fatto angelo, da cui il proverbio: <<Anche gli angeli mangiano lenticchie>> Giacobbe si diede alla bella vita, entro' nel giro della gente che conta e dopo qualche tempo sposo' la figlia del suo ricco zio Labano, ovvero sua cugina Rachele, dicendo: <<Shakton!>> che in antica lingua ebraica significa: <<Non c'e' cosa piu' divina che sposarti la cugina!>> E Rachele, quando furono sposati disse: <<Che grandi mani che hai!>> <<E' per toccarti meglio, bambina mia>>, rispose Giacobbe. <<E che grande bocca che hai!>> <<E' per baciarti meglio, bambina mia>> rispose Giacobbe <<E che occhi grandi che hai!>> <<E' per guardarti meglio, bambina mia>> rispose Giacobbe.

(*) Nel Sinai di tonno ce n'era pochino.

Poi Giacobbe si tolse la tunica, e Rachele piena di entusiasmo vide che tutto era proporzionato. E qui si scopri' che Giacobbe era si' un buono a nulla, ma una cosa la sapeva fare, e molto bene. E la notizia si sparse in fretta, e arrivo' la sorella di Rachele, Lia, per partecipare alla festa. E al seguito di Lia c'era la sua schiava Bila, la quale, gia' che c'era, ne approfitto' per divertirsi pure lei con Giacobbe. La schiava di Rachele, Zilpa, disse allora: <<Perche' Bila si' e io no?>> e si tuffo' nella mischia. Giacobbe, generosamente, distribuiva a tutte il proprio birrah, che in antica lingua ebraica significa <<seme>>, da cui il soprannome <<birrah alla spina>>. E nella confusione una diceva: <<Facciamo un figlio?>> e Giacobbe rispondeva: <<Certo, ne ho fatto uno anche venti minuti fa...>> E un'altra chiedeva: <<Vuoi entrare in me?>> E Giacobbe rispondeva: <<Ho la tessera, posso entrare ovunque...>> E in tre mesi Giacobbe ebbe undici figli. Finche' un giorno, mentre si stava facendo la barba, gli cadde il rasoio, e per disgrazia fu circonciso una seconda volta, ma con sfumatura molto alta. Cosi' fini' la sua carriera di jewish lover, e ritirandosi dalle scene egli disse: <<Shaker ilon abil>>, che in antica lingua ebraica significa: <<Mannaggia, proprio mo' che cominciavo a divertirmi!>>. Parola di Giobbe


MOSE'. Quest'uomo che tanto ha dato al ciclismo in Italia e nel mondo... Questo grande profeta era il prediletto del Signore. Appena nato tentarono di affogarlo. Egli era il prediletto. E Mose' disse: <<Ma il prediletto non era Noe'?>> E il Signore rispose: <<Tutti e due>>. E Mose' disse: <<Uhmmm, ahmatal ech ashont>>, che in antica lingua ebraica significa: <<Uhmmm, la vedo brutta!>> (*). Mose' fu salvato dalla Faraona, che non era una gallina, come possono erroneamente pensare i piu', bensi' la moglie del Faraone. Mose' sposo' Sippora, ma guardava anche le altre donne. E Sippora diceva: <<Mose', non desiderare la donna d'altri>>. E Mose' rispondeva: <<Ma dove sta scritta 'sta fesseria?>> E infatti ancora non era stato scritto nulla.

(*) Cfr. nota p.9

Una notte, Mose' dormiva nel suo lettino e senti' una voce: <<Mose'!>> <<Chi e'?>> rispose Mose'. <<Dio>>. <<Io chi?>> <<Non io, DIO!>> <<Oddio>> disse Mose'. <<O Mose'>> disse Dio. <<Oddio>> disse Mose'. <<O Mose'>> disse Dio. <<Oddio>> disse Mose'. <<O Mose'>> disse Dio. E andarono avanti sei giorni, e il settimo si riposarono. E alla fine Mose' disse: <<Prego, si accomodi, commendatore...>> perche' non sapeva come chiamarlo. E il Signore disse: <<Mose', io sono colui che ha progettato l'universo!>> E allora Mose' disse: <<Prego, si accomodi, geometra...>> E il Signore disse: <<Mose', vai dal Faraone>>. <<Non posso,>> rispose Mose' <<perche' il Faraone mi uccidera'>>. <<Non ti preoccupare per questo>> lo rassicuro' il Signore <<perche' Mose' significa 'colui che scappa velocemente, specialmente in bicicletta!'. Orsu' dunque, vai dal Faraone. Orsu', non temere. Orsu' Mose'...>>. E al decimo <<Orsu'>> Mose' cedette per disperazione e fece come voleva il Signore. Egli ando' dal Faraone, e tento' di stupirlo con dei miracoli. Dapprima inizio' con dei miracoli semplici, come la sparizione delle autoradio. Ma il Faraone non si stupi'. Allora Mose' fece il miracolo delle tre carte, ma perse quarantasettemila lire. E allora Mose' disse: <<Faraone, visto che ho perso quarantasettemila lire, perche' non liberi il popolo ebraico?>>. Ma per tutta risposta il Faraone fece frustare i vecchi e violentare le donne. E il popolo disse: <<Complimenti Mose', sei proprio un ottimo sindacalista! Bravo, bravo e ancora bravo...>>. E lo picchiarono con un grosso randello. Egli era il prediletto. Allora Mose' disse: <<Faraone, tu mi costringi a mandare le piaghe!>> E il Faraone disse: <<Ma che piaghe e piaghe d'Egitto...>> E Mose' mando' le piaghe. La prima piaga fu quella delle zanzare. Ma gli egiziani non furono punti perche' tenevano il Vape. E allora Mose' mando' la seconda piaga. Mentre era in un campo con i suoi allievi vide in alto sulla strada delle vacche che erano in pericolo e sorseggiando un amaro Monte Sinai disse: <<Un lavoro difficile il mio, ma mi piace perche' l'ho scelto io...>> E arrivo' appena in tempo per sterminare quattro milioni di vacche: questa fu la seconda piaga. Ma il Faraone non fu turbato. Allora Mose' mando' la piaga della carta vetrata al posto della carta igienica. Ma il Faraone non batte' ciglio. Allora Mose' mando' l'ultima piaga: la piaga della pasta scotta. E gli Egiziani si adirarono come caimani e picchiarono forte Mose' con un grosso randello. Egli era il prediletto. Una notte Mose' dormiva nel suo lettino e senti' una voce: <<Mose'!>> <<Chi e'?>> rispose Mose'. <<Mose', sono sempre io. Telefono solamente io a quest'ora! Chi vuoi che sia? Alzati, devi partire>>. <<Che ore sono?>> chiese Mose'. <<Le quattro del mattino>> disse il Signore. E Mose' sbadigliando disse: <<Ma Signore, non ci si potrebbe incontrare nel pomeriggio, che uno a quell'ora non tiene mai niente da fare?>> <<No>> rispose il Signore <<alzati, devi partire>>. <<E va bene,>> disse Mose' che era un brav'uomo e non voleva discutere. <<Quanti siamo?>>. <<Sette milioni>> rispose il Signore. <<Caspita... Un charter!>> disse Mose'. <<Si',>> disse il Signore <<sveglia alle cinque e quarantacinque, partenza alle sei e quindici, colazione al sacco, pomeriggio libero per lo shopping...>> E Mose' ubbidiente parti' insieme ai suoi due figli: Alpitour e Francorosso. E si incamminarono, seguiti da tutto il popolo ebraico. Giunti che furono sulle rive del Mar Rosso, Mose' prego' il Signore e disse: <<Signore, che cosa devo fare?>> <<Tuffati>> disse il Signore. <<Signore, io non so nuotare>>. <<Tuffati>> disse di nuovo il Signore. E Mose' obbediente si tuffo'. E in questa le acque si aprirono per miracolo, e Mose' si schianto' sulle rocce. Egli era il prediletto. E come Dio volle, tutto il popolo ebraico comincio' ad attraversare il Mar Rosso. Giunti che furono quasi al centro, si udi' il suono di un altoparlante: <<Dlin dlon. Si avverte il gentile popolo ebraico che tra cinque minuti il mare chiude. Dlin dlon.>> Ed in men che non si dica arrivarono dall'altra parte. E trovarono una distesa di sabbia. E camminarono per sette anni. E Mose' disse: <<Pero'... Che spiaggia! Non c'e' neanche un ombrellone, nemmeno una cabina...>>. Vi era solo un marocchino che diceva di tanto in tanto: <<Cocco bello, cocco fresco!>>. Ma nessuno capi' mai cosa egli dicesse. Ed arrivarono in una localita' chiamata Mara, ove c'e' l'acqua Amara, per cio' si chiamava Mara. E Mose' disse: <<Peccato che non siamo arrivati a Otto, cosi' mi prendevo un chinotto>>. E il popolo assetato picchio' Mose' con un grosso randello. Egli era il prediletto. E allora Mose' prego' il Signore e disse: <<Signore, il popolo e' affamato e assetato, che cosa devo fare?>> E il Signore mando' la manna, che erano delle cosarelle attaccaticcie e lassative, pure un poco schifose, che si trovavano appiccicate agli alberi. E Mose' disse: <<Signore, visto che si doveva fare il miracolo, non si poteva fare quello della parmigiana di melanzane?>> E il Signore rispose: <<Questo tenevo nel frigo e questo vi ho mandato: dentro c'e' tutta roba fresca, appena creata. Mangia e non scocciare!>>. E per quarant'anni mangiarono solo manna. Il popolo ebraico era adirato come una biscia, e Mose' non si avvicinava perche' li vedeva girare tutti con dei grossi randelli e pensava: <<Qua tira una brutta aria...>> Egli era il prediletto. Una notte Mose' dormiva nel suo lettino e senti' una voce: <<Mose'>>. <<Chi e'?>> rispose Mose'. <<Indovina un po'...>> <<Signore, ma sempre da me?>> <<Si'>> rispose il Signore. <<Siamo sette milioni, perche' sempre io?>> <<Perche' tu sei il prediletto>>. <<Che culo!>> disse Mose', non sapendo che tale deduzione era gia' stata tratta secoli prima dal suo progenitore Noe'. <<Che cosa devo fare questa volta, mio Signore?>> <<Vieni sul monte, porta un bagaglio leggero: due tavole di pietra>>. E Mose' obbediente si incammino' su per la montagna con due pietre sulle spalle. Giunto che fu al cospetto del Signore, Egli gli diede una martellata sul ginocchio e disse: <<Mose', perche' non parli?>> E Mose' ansimando rispose: <<Perche' sono venuto a piedi e tengo il fiatone...>> Egli era il prediletto. E il Signore detto' a Mose' i Comandamenti. E Mose' stenografo' tutto con lo scalpello sulle pietre, poi torno' a valle e disse al popolo ebraico: <<Popolo!>> E il popolo disse: <<Viva Mose'>>. E Mose' disse: <<Ho portato la Legge!>> <<E il popolo disse: <<Viva Mose'>> E Mose' disse: <<Non si puo' piu' fornicare...>> E il popolo picchio' Mose' che un grosso randello, e fu sempre cosi' nella sua vita, perche' anche egli era il prediletto. Parola di Giobbe.


GIUSEPPE. Giuseppe era l'ultimo dei dodici figli che Giacobbe genero' durante la sua breve ma luminosa carriera di jewish lover. Egli era il piccolo di casa, e i suoi undici fratelli lo vezzeggiavano e lo amavano tanto, tanto che lo vendettero come schiavo a una carovana di nomadi egiziani. Cosi' Giuseppe viaggio', giro' il mondo e arrivo' in Egitto, dove fu subito gettato in prigione. E li' resto per molto tempo, senza cibo, acqua, televisione e nemmeno un libro. Questo era il problema maggiore per Giusebbe, il quale era abituato a leggere sempre qualcosa prima di addormentarsi. Per qualche tempo se la cavo' leggendosi la mano, ma in breve l'imparo' a memoria, e allora prese l'abitudine di leggere i sogni che aveva fatto la notte prima. Ora accadde che il Faraone fece un sogno che nessuno riusci' ad interpretare anche perche' sognava in geroglifici. Il Faraone allora mando' a chiamare Giuseppe e gli disse: <<Ho fatto un sogno. Ho sognato sette vacche grasse e noi le mangiavamo. Poi ho sognato sette vacche secche e noi mangiavamo anche quelle. Pero' con le vacche grasse ci sfamavamo, e con quelle secche no>>. E Giuseppe disse: <<Il sogno sta a significare che con le vacche grasse si mangia di piu' che con le vacche secche>>. <<Bravo!>> disse il Faraone, colpito dalla risposta di Giuseppe, e lo nomino' Presidente della Repubblica. Il Faraone getto' cosi' le basi e le premesse della politica moderna. E uno che faceva i tarocchi fu nominato Ministro degli Esteri, e uno che muoveva le orecchie fu fatto Presidente del Consiglio, e un funambolo e un equilibrista Ministri del Tesoro e delle Finanze. E da allora i criteri per le scelte politiche non sono mai stati modificati. Giuseppe, divenuto Presidente della Repubblica, telefono' a suo padre e ai suoi fratelli, e li invito' a raggiungerlo. E quelli arrivarono con tutte le loro famiglie: mogli, figli, nipoti, suoceri e zii. Praticamente tutto il popolo ebraico. Ed entrarono in Egitto in diecimila, e come arrivarono il Faraone li fece schiavi insieme a Giuseppe. E Giuseppe disse: <<Non vale, io sono il Presidente!>>. <<Hai ragione>> disse il Faraone, e fece ridipingere la sua cella, poi ci appese una targa con scritto <<Casa Bianca>>, diede due mandate e butto' via la chiave. E i fratelli dissero a Giuseppe: <<Bravo Giuseppe, grazie dell'invito, proprio un pensiero carino!>> e lo gonfiarono come una vacca grassa, utilizzando un grosso randello che si tramandavano di padre in figlio, di generazione in generazione, in attesa che arrivasse colui che li libero' dalla schiavitu': Mose'. Parola di Giobbe.

I Testi sopra riportati sono tratti dal libro Parola di Giobbe  Edizione Salani 1991 poi pubblicato nel 2002 dalla Mondadori

 

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