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BARZELLETTE  E MOTTI DI SPIRITO

SULLA FILOSOFIA



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BARZELLETTE E MOTTI DI SPIRITO

SULLA FILOSOFIA



Dalla tesina di uno studente. Titolo: Le obiezioni filosofiche al ragionamento induttivo. Svolgimento: "Ci sono molte obiezioni filosofiche al ragionamento induttivo, ma sono tutte sbagliate. Infatti dimostrero' che l'induzione serve per sopravvivere. A me per esempio l'induzione mi ha insegnato molte cose. Ho messo la mano sul fuoco. Mi sono bruciato. Ho rimesso la mano sul fuoco, mi sono bruciato di nuovo. Cosi' ho imparato che il fuoco e' pericoloso. Senza l'induzione sarei morto bruciato e adesso non potrei scrivere questa tesina".


Ora mi sorge un dubbio. Durante lei non faceva altro che ripetermi: "...sopra di me ...dentro di me ...sopra di me ...dentro di me..." Ora mi chiedo: era di scuola kantiana e quindi recitava il noto motto di Immanuel: "Der bestirnte Himmel ueber mir und das moralische Gesetz in mir", oppure era di scuola peripatetica? bah... (Law)


La saggezza di Socrate. Un uomo, un giorno andò a trovare Socrate e gli disse: "Socrate, devo raccontarti una cosa su un tuo giovane allievo. Vedi, il fatto è che lui...". Ma il grande filosofo interruppe il pettegolo: "Non continuare, prima vorrei farti tre semplici domande su quello che hai da dirmi". "Tre domande? Quali domande Socrate?". "La prima domanda si chiama verità. Puoi giurare che quello che vuoi raccontarmi è l'assoluta verità?". "No, ma ne parlavano al mercato, e pensavo che tu...". "Quindi tu personalmente non sai se ciò che vuoi dirmi è vero. La seconda domanda si chiama bontà. Quello che vorresti dirmi è buono?". "Veramente no, perché sembra che quel tipo.. ". "Quindi vorresti dirmi qualcosa di cattivo, anche se non sei sicuro che sia vero?". "Io credevo che...". "Resta la terza domanda, l'utilità. Mi sarà utile sapere ciò che vorresti dirmi?". "Non saprei, a questo punto immagino di no...". "Allora perché vorresti riferirmi una cosa falsa, cattiva e inutile?". Sentendo questo, il pettegolo si vergognò di se stesso e se ne andò con la coda tra le gambe. Per questo Socrate ebbe la fama di essere un grande filosofo. E per questo nessuno in seguito, ebbe il coraggio di avvisarlo... che il suo giovane allievo... l'amato Platone... il suo preferito... si scopava allegramente sua moglie. (Bilbo Baggins)


Matematica, Fisica e Filosofia. Il rettore, a quelli del dipartimento di fisica: "Perché devo sempre darvi tanti soldi per i laboratori, gli strumenti costosi e tutto il resto? Non potete fare come quelli del dipartimento di matematica? Hanno solo bisogno dei soldi per le penne, la carta e i cestini della spazzatura. Anzi, ancora meglio, non potete fare come quelli del dipartimento di filosofia? Hanno solo bisogno delle penne e della carta.


Il nous e' un concetto chiave della filosofia greca: per i greci, indica la predilezione dei filosofi per gl'imberbi, un agire non solo sessuale ma un'attivita' di pensiero che deriva da uno sguardo diverso dalla percezione tattile ed olfattiva ma coinvolgente la sfera (o altro platonico) visiva, che non si affida a organi di senso, ed e' per lo piu' considerato una gran perdita di tempo che reca seco la sicurezza come infallibile e divino o piu' che umano, in genere infatti si tratta di due umani. Per Platone, il nous e' il demiurgo o produttore del cosmo generato. Lo so, Platone era un po' rincojonito e mingherlino e vale lo stesso per Aristotele, che identifica in esso il primo motore del movimento duodenale rotosussultorio a compimento del grande ciclo della vita terrena e della vita cosmica, che attrae a se' come la cosa amata ogni ente, di cui sia conosciuta la massa attrae cio' che di massa e' fornito e rappresenta l'ultima perfezione. E' uno dei concetti piu' affascinanti ed inutili, largamente superato dal fenous e dal' anous, loro si' fondamentali del pensiero greco-occidentale. (Paolo Levi Sandri)


Disse un filosofo ad uno spazzino: "Ti compiango. Che lavoro duro e sporco e' il tuo!". E lo spazzino a lui: 'Grazie, signore. Ma Voi, ditemi, che lavoro fate?". E il filosofo rispose dicendo: "Studio la mente dell'uomo, le sue azioni e i suoi desideri'" Allora lo spazzino riprese a ramazzare e disse con un sorriso : 'Anche io vi compiango". (Kahlil Gibran)


Un ragazzo sta per andare al suo primo appuntamento ed è molto in ansia perché non sa di cosa parlare. Chiede consiglio al padre. "Figlio mio," gli risponde il padre, "ci sono tre argomenti che funzionano sempre con le ragazze: il cibo, la famiglia e i controfattuali". Il ragazzo va a prendere la ragazza. I due passeggiano insieme, si guardano l'un l'altra a lungo in silenzio e il nervosismo del ragazzo cresce sempre di più. Il ragazzo allora ricorda il consiglio del padre e sceglie il primo argomento: "Ti piacciano le frittelle?" "No," risponde la ragazza, e torna il silenzio. Dopo qualche minuto di disagio, il ragazzo ripensa al suggerimento del padre, e punta sul secondo argomento della lista: "Hai un fratello?" "No," risponde la ragazza, e di nuovo piomba il silenzio. Il ragazzo allora decide di giocare la sua ultima carta: "Ma se tu avessi un fratello, ti piacerebbero le frittelle?". (Keroppi)


Un mezzo bicchiere di buon vino è da ritenersi mezzo pieno o mezzo vuoto? I più grandi filosofi non hanno mai saputo stabilirlo con certezza, mentre noi umili bevitori sappiamo bene che è mezzo pieno, perché così possiamo trincare il mezzo bicchiere di vino, mentre se lo considerassimo mezzo vuoto, non potremmo certamente sbevazzare il mezzo bicchiere vuoto. Hic! (Bilbo Baggins)


Prendi Eraclito. Torno' a casa da sua moglie Elena e le disse: "Il tempo e' come un fiume che scorre senza fine attraverso l'universo e non ci si puo' immergere due volte nello stesso fiume, cara Elena". E lei: "Che cosa vuoi dire Eraclito, spiegati". "Voglio dire che se, per esempio, tu vai al fiume Mississippi e ci entri e poi ne esci e poi entri di nuovo, il fiume in cui sei entrata si e' spostato a valle, capisci? E' evidente. Se qualcuno fosse proprio sulla superficie dell'acqua, per esempio un insetto, sarebbe portato a valle. A meno che, naturalmente, non nuotasse verso l'origine del fiume. Nel qual caso, nel frattempo, sarebbe invecchiato e quindi sarebbe un insetto diverso". E lei: "Eraclito, non dire stronzate: puoi calpestare lo stesso fiume due volte se solo cammini verso valle...". Lui ne fu molto colpito. I due si fecero qualche bicchierino e poi andarono al fiume e nel fiume buttarono un pezzettino di legno, solo per provare quanto il fiume fosse veloce. E cosi' Eraclito vide a quale rapidita' andava il pezzo di legno, cosi' entro' nel fiume e corse e rientro' e corse e rientro' e corse e alla fine corse nell'Egeo e lì mori' affogato. E in questo modo chiuse con il tempo. (Severn Darden)


Un giorno un professore di filosofia chiese ai suoi alunni di rispondere ad una sola domanda come esame finale: la domanda era: ‘In che modo riusciresti a convincermi che quella sedia di fronte a te è invisibile?’. Tutti gli studenti impiegarono un’ora per rispondere alla domanda, tranne uno che aveva consegnato dopo una manciata di minuti. Il giorno dopo vennero comunicati i risultati: il ragazzo che aveva impiegato quei pochi minuti per rispondere aveva preso il voto più alto. Sul proprio foglio aveva scritto: “Quale sedia?”. Non trasformare cose semplici in cose complicate.


Un professore di filosofia sale in cattedra e, prima di iniziare la lezione, toglie dalla cartella un grande foglio bianco con una piccola macchia d’inchiostro nel mezzo. Rivolto agli studenti domanda: "Che cosa vedete qui?". "Una macchia d’inchiostro", risponde qualcuno. "Bene", continua il professore, "così sono gli ...uomini: vedono soltanto le macchie, anche le più piccole, e non il grande e stupendo foglio bianco che è la vita". (Vittorio Buttafava, La vita è bella nonostante, 1975)


Gli allievi della scuola di Tendai solevano studiare meditazione anche prima che lo Zen entrasse in Giappone. Quattro di loro, che erano amici intimi, si ripromisero di osservare sette giorni di silenzio. Il primo giorno rimasero zitti tutti e quattro. La loro meditazione era cominciata sotto buoni auspici; ma quando scese la notte e le lampade a olio cominciarono a farsi fioche, uno degli allievi non riuscì a tenersi e ordinò a un servo: «Regola quella lampada!». Il secondo allievo si stupì nel sentire parlare il primo: «Non dovremmo dire neanche una parola» osservò. "Siete due stupidi. Perché avete parlato?" disse il terzo. "Io sono l'unico che non ha parlato" concluse il quarto. (R [ D / L ] + 1)


Ci sono tre scuole di magia. Uno: Afferma una tautologia, quindi inanella le modifiche sui suoi corollari; si chiama filosofia. Due: Registra molti fatti. Cerca di trovare un nesso. Quindi fai un'ipotesi sbagliata sul prossimo fatto; si chiama scienza. Tre: Tieni presente che tu vivi in un universo malevolo controllato dalla legge di Murphy, talora sfasato dal Fattore di Brewster; si chiama ingegneria.



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