DIDATTICA DELLE
LINGUE STRANIERE SINTESI E AFORISMI
Didattica della lingua e prospettiva comunicativa.
• Nell’ambito dell’indagine sociolinguistica l’atto linguistico può
essere definito come: la più piccola unità di analisi che viene
utilizzata nella ricerca al livello microsociologico.
• Il “gruppo sociale” può essere definito come: l’insieme di
soggetti posti, dalla loro posizione nell’organizzazione sociale, in
posizione antagonista rispetto ad altri insiemi.
• Definiamo “reti di comunicazione”: il sistema di organizzazione di
un insieme di canali e strumenti comunicativi in base ad un sistema
di regole.
• L’”evento linguistico” può essere inteso come: un’azione
comunicativa collegata direttamente a fattori pragmatici.
• Il concetto di “varietà linguistica”, che si riferisce all’insieme
di unità linguistiche organizzate sulla base di regole con
distribuzione sociale simile, risulta molto articolato. Le singole
varietà vengono identificate e classificate in base: alla funzione
svolta dalla lingua nonché alla situazione in cui si realizza il suo
uso.
• La competenza pragmatica consiste: nell’utilizzazione dei diversi
codici comunicativi in armonia con gli obiettivi ed il contesto.
• Nella prospettiva sociolinguistica tracciata da Bernstein il
concetto di “codice” riguarda: l’organizzazione dei significati in
rapporto al contesto ed alla struttura sociale.
• Nella teoria di Bernstein il codice sociolinguistico è funzionale:
alla manipolazione, sfruttamento e trasmissione dei sistemi
simbolici che organizzano l’esperienza umana.
• Il concetto di socializzazione si riferisce: al processo mediante
il quale un’entità biologica diviene un soggetto provvisto di
identità culturale.
• L’”accettabilità” dell’espressione linguistica è legata: alla
compatibilità con le norme del comportamento sociale.
• Possiamo rappresentare una comunità linguistica come un contesto:
nel quale interagiscono molteplici reti linguistiche diversificate.
• Secondo la teoria di Chomsky il linguaggio rappresenta: un sistema
autonomo rispetto ai sistemi culturali.
• L’ipotesi del relativismo linguistico sostiene che: il sistema
della realtà è costruito in base alle abitudini linguistiche del
gruppo.
• Il processo attraverso il quale si realizza l’individualizzazione
della comunicazione avviene: variando la qualità ed il numero degli
elementi espressivi associati al linguaggio.
• Bernstein definisce famiglia “posizionale” un tipo di aggregazione
familiare in cui: si manifesta una forte valorizzazione dei ruoli.
• Nell’ambito del processo comunicativo definiamo “interazione”:
l’organizzazione di un insieme sociale in un sistema di relazioni di
carattere funzionale.
• L’operazione di “commutazione di codice” rappresenta: il passaggio
da una varietà linguistica ad un’altra in seguito al variare del
contesto.
• Nell’ambito delle lingue storico-naturali definiamo “lessico”:
l’elenco delle forme linguistiche in uso presso una società
organizzato in modo da riflettere specifiche gerarchie semantiche.
• L’”asimmetria” che caratterizza i processi comunicativi consiste:
nel doppio livello di controllo esercitato dagli osservatori sul
comportamento comunicativo di un soggetto.
• Tra le varie lingue esistono differenze la cui natura rivela
un’origine: riferibile a dinamiche di carattere culturale.
La didattica della lingua straniera.
• Nell’apprendimento della lingua straniera, il metodo
“situazionale” si basa soprattutto: sul contesto comunicativo.
• Il metodo “grammaticale-traduttivo” prevede un percorso: che
proceda dall’astratto al concreto.
• Il metodo “naturale” ha il pregio di: privilegiare l’ascolto e
l’imitazione.
• Secondo i principi della “fonetica descrittiva” l’attività di
lettura rappresenta, nell’insegnamento della lingua: un momento
successivo.
• La “teoria del parallelismo” consiste nell’affermare che,
nell’insegnamento della seconda lingua: è necessario percorrere le
stesse tappe che percorre il bambino che apprende la lingua madre.
• Nello studio della lingua straniera, rispetto allo studio della
lingua naturale, viene meno: la motivazione.
• Per il “metodo situazionale”: i valori sono dipendenti dalla
cultura.
• Agli inizi della glottodidattica il “metodo” d’insegnamento: si
riferisce solo alla concezione globale della didattica.
• La “grammatica di base” è: un insieme di valori assoluti.
• Le principali difficoltà incontrate dal metodo “diretto” sono
state: la mancanza di insegnanti di madre lingua e di regole
applicative.
• Negli Stati Uniti, alla fine degli anni ’20, venne adottato un
metodo che consisteva: nel considerare l’importanza della lettura.
• L’”Army method” nacque: per soddisfare le esigenze d’apprendimento
degli adulti.
• Secondo la teoria “comportamentista”: il linguaggio è un’attività
meccanica.
• Secondo la “pattern practice” nell’apprendimento della lingua
straniera: è indispensabile apprendere “frasi modello”.
• L’impostazione comportamentista dell’apprendimento: rende più
complesso lo studio della seconda lingua.
• Il metodo “audio-orale” assegna una valenza positiva: al rinforzo.
• L’insegnamento della lingua, secondo lo strutturalismo, avviene:
attraverso la ripetizione, la trasformazione e l’espansione della
frase.
• La teoria del LAD afferma: l’esistenza di elementi mentali innati.
• L’”ipotesi di identità” basa l’apprendimento della lingua
straniera: sulla convinzione che si dovessero utilizzare gli stessi
procedimenti usati nella prima lingua.
• Col termine “competenza linguistica” Chomsky intende: la capacità
di riconoscere e produrre enunciati.
• La “semantica generativa” recupera, per la didattica della lingua
straniera: l’importanza del contesto.
• Per Asher, l’insegnamento della seconda lingua si basa:
sull’attività fisica.
• Il “silent way” raccomanda: l’intervento dell’insegnante per
ravvivare la motivazione.
• Lo psicologo Lozanov ideò il metodo chiamato: suggestopedia.
• Secondo Terrel e Krashen, l”acquisizione” di una lingua consiste:
nel metodo naturale di apprendimento di una lingua.
• Secondo la classificazione delle categorie grammaticali,
effettuata da David Wilkins, le “nozioni” vengono utilizzate per:
esprimere i concetti generali.(spazio, tempo, quantità)
• Le variazioni di una lingua riguardano: l’aspetto fonologico e
morfologico.
• Per William Littlewood la conoscenza delle funzioni di una lingua:
non è un requisito sufficiente.
• Caratteristica dell’inglese medio è: la flessione dei nomi e dei
pronomi.
• La lingua francese deriva: dal latino popolare.
L’acquisizione della seconda lingua: i fattori psicologici.
• Nel processo di apprendimento della lingua straniera, rispetto
all’apprendimento della lingua madre: si commettono gli stessi
errori grammaticali.
• Per “apprendimento linguistico sequenziale” si intende:
l’apprendimento della lingua straniera effettuato dopo
l’apprendimento della lingua madre.
• I fattori “macroambientali” si riferiscono: ai caratteri generali
dell’ambiente linguistico.
• Dicesi “ambiente naturale”: l’ambiente linguistico che riguarda il
contenuto della comunicazione.
• Nella situazione comunicativa di tipo bilaterale limitata,
l’attività dell’allievo riguarda: l’uso della lingua materna per
rispondere a domande rivolte a lui in lingua straniera.
• Il “metodo della risposta fisica” prevede, per l’apprendente: il
periodo del silenzio.
• Nella situazione comunicativa di tipo “unilaterale” l’allievo:
ascolta e legge.
• Tra i fattori “microambientali” che riguardano l’apprendimento
della lingua straniera troviamo: la frequenza.
• Il feedback riguarda: la fase di espansione, la fase di correzione
e la fase di approvazione.
• Gli studi condotti da Hendrickson verificarono: l’inutilità della
correzione.
• Il metodo del “codice cognitivo” nell’apprendimento della lingua
straniera afferma: che la competenza deve precedere l’esecuzione.
• La situazione comunicativa di tipo “bilaterale completa” prevede,
da parte dell’apprendente: la trasmissione e la ricezione dei
messaggi in lingua.
• In una situazione d’apprendimento di una lingua straniera in cui
sia l’insegnante sia gli allievi parlano tutti la lingua
d’apprendimento, il soggetto “apprendente”: sceglie come modello
linguistico i compagni.
• Nei programmi “di immersione” i risultati d’apprendimento non sono
soddisfatti perché: l’insegnante è l’unico modello da seguire.
• La qualità della lingua che viene appresa è influenzata
soprattutto: dal processo di identificazione.
• Tra i fattori “microambientali” dell’apprendimento linguistico, la
“salienza” riguarda: la maggior e minor facilità con cui viene udita
o vista la struttura di una lingua.
• Col termine “espansione” intendiamo: la versione più completa di
un enunciato.
• Col termine “frequenza” intendiamo: il numero delle volte che
l’allievo ascolta una struttura linguistica.
• Tra i processi di elaborazione interna dell’apprendimento della
lingua straniera, il ”filtro”: agisce a livello subconscio nel
selezionare i dati.
• Tra i processi di elaborazione interna dell’apprendimento della
lingua straniera “l’organizzatore”: agisce a livello subconscio per
organizzare il sistema di regole della nuova lingua.
• Dicesi “motivazione integrativa”: il desiderio di partecipare alla
vita sociale e culturale dei parlanti la nuova lingua.
• L’”identificazione col gruppo sociale” consiste: nel desiderio di
completa assimilazione nel nuovo gruppo.
• Le “costruzioni transitorie” nell’apprendimento della lingua
straniera: sono le strutture transitorie della seconda lingua.
• Il “monitor” è considerato soprattutto: un elaboratore cognitivo.
• Il “monitor” viene impiegato soprattutto: da persone insicure.
• L’”analisi contrastiva” riguarda: l’interferenza negativa prodotta
dall’acquisizione delle strutture della prima lingua.
• Il termine “interferenza” si riferisce a: un fenomeno
sociolinguistico e psicologico.
• Il “prestito linguistico” riguarda: l’assimilazione di materiale
linguistico da una lingua all’altra.
• La “commutazione di codice” si può considerare: una modalità di
comunicazione.
• Il fenomeno del bilinguismo è caratterizzato da: il prestito
linguistico e la commutazione di codice.
L’acquisizione della seconda lingua: i processi.
• Possiamo definire le “costruzioni transitorie”: come indicatori di
progressi.
• Dicesi “errore” l’enunciato che: presenti una deviazione.
• L’analisi degli errori ha consentito: di modificare le metodologie
didattiche.
• La “descrizione” di un errore riguarda: il prodotto di una
acquisizione linguistica.
• La “spiegazione” di un errore riguarda: il processo di una
acquisizione linguistica.
• Le “tassonomie descrittive” degli errori sono: semplici strumenti
di analisi.
• Gli errori di tipo fonologico appartengono alla tassonomia: della
“categoria linguistica”.
• Gli errori di tipo “interlinguale” riguardano: la tassonomia dell”analisi
comparativa”.
• Gli errori di “malformazione di elementi” appartengono: alla
tassonomia della “strategia superficiale”.
• L’”aggiunzione semplice” si verifica quando: un errore non è
classificabile né come doppia marcatura, né come regolarizzazione.
• Gli errori di “omissione” appartengono: alla tassonomia della
“strategia superficiale”.
• Gli errori di “regolarizzazione” si verificano quando: una regola
viene sempre applicata.
• La tassonomia della “strategia superficiale” ci aiuta: ad
identificare i processi cognitivi.
• Nella tassonomia dell’”analisi comparativa”: si effettuano
confronti tra strutture linguistiche.
• Le costruzioni transitorie compaiono: sia in un ambiente ospite,
sia in un ambiente straniero.
• Gli errori “globali” riguardano: l’organizzazione generale della
frase.
• Nella programmazione didattica di una lingua straniera la priorità
va data alla grammatica globale: se gli apprendenti hanno come scopo
la comunicazione.
• Il “grado di irritabilità” è considerato: un indicatore sia del
livello dell’abilità linguistica, sia del livello dell’abilità
comunicativa.
• L’analisi dei tempi di apprendimento di una lingua straniera
evidenzia: differenze di acquisizione delle strutture linguistiche.
• Le “routines” sono: enunciati che non presentano errori ed
enunciati che non hanno un ordine sistematico di acquisizione.
• Gli “schemi” sono: enunciati analizzati solo in parte.
• La differenza tra “routines” e “schemi” consiste nel fatto che le
routine: sono enunciati non analizzati.
• La presenza delle routines, nella formazione del linguaggio
automatico prescinde: dalla conoscenza delle regole.
• Lo “stile analitico” implica: l’uso frequente sia degli schemi,
sia delle routines.
• Il ricorso a referenti concreti, nell’insegnamento della seconda
lingua: facilita la comprensione.
• Gli errori “ambigui” derivano: sia dagli errori evolutivi, sia
dagli errori interlinguali.
• Gli “errori locali” appartengono: alla tassonomia dell’effetto
comunicativo.
• Attualmente l’obiettivo didattico fissato per l’insegnamento della
seconda lingua è: la corretta comunicazione.
• La seconda lingua deve essere considerata (rispetto alla lingua
madre) come: un sistema linguistico autonomo.
La didattica dell’approccio comunicativo: le tecniche della lettura.
• Secondo la teoria di Goodman, nel processo relativo alla lettura,
la conferma alle ipotesi del lettore è data: dal feedback.
• La sequenza delle operazioni mentali compiute durante l’attività
di lettura è la seguente: informazioni semantiche; sintattiche;
ortografiche; fonologiche.
• Dicesi “segnale intralinguistico”: il segnale linguistico che
utilizza prefissi e suffissi.
• Individua, tra le abilità sotto elencate, quella appartenente alla
categoria del tipo “pragmatico”: individuare il punto di vista.
• Per esprimere variazioni in una sequenza di sviluppo si utilizza,
più frequentemente: il diagramma “lineare”.
• La scelta delle strategie di lettura avviene: partendo dalle
abilità cognitive degli allievi.
• Un buon lettore è capace: di pause brevi.
• La “ridondanza contestuale” è caratterizzata dalla relazione
semantica e grammaticale.
• La “ridondanza interna” della lingua consiste: nella porzione di
informazione reiterata propria di ogni lingua.
• La “coerenza” è garantita: dalle relazioni grammaticali tra le
parole e le proposizioni.
• La tecnica di lettura detta “scanning” consiste:
nell’individuazione di alcune parti di un testo.
• Nella “lettura finalizzata” la fase detta “review” corrisponde: al
momento del controllo delle risposte.
• Dicesi “testo”: un qualunque messaggio.
• Nella lettura analitica la fase detta “read” rappresenta: la
formulazione delle risposte.
• Tra gli elementi che consentono la “coesione” di un testo la
“referenza” rappresenta: una relazione semantica.
• La “lettura inferenziale” implica soprattutto: una deduzione.
• La prova di verifica dell’attività di lettura, detta “test
oggettivo” si basa: sull’apprezzamento intuitivo delle prestazioni.
• Il “test oggettivo” è caratterizzato da: alternative di risposta
predeterminate.
• Il “test parzialmente oggettivo”: consente una risposta aperta.
• Le domande “vero/falso”: sono adatte per le verifiche iniziali.
• Le domande “aperte” consentono: la formulazione di frasi.
• Le “domande polari”: richiedono una risposta in lingua straniera.
• La lettura “cursoria” prevede: l’accertamento della competenza
linguistica attraverso lo “skimming”.
• Nella lettura “orientata”: i quesiti vengono dati prima della
lettura del testo.
• Il “cloze” test consiste: nel verificare la padronanza delle
microabilità che consentono la comprensione del testo.
• Per segnale “interlinguistico” intendiamo: il segnale linguistico
comune sia alla prima sia alla seconda lingua.
• Il “task reading” consiste: nella lettura finalizzata
all’esecuzione di un compito.
• Il “testo argomentativo”: possiede una struttura logica.
• I “segnali extralinguistici”: rinviano ai modelli culturali ed
attivano inferenze contestuali.
• E’ una competenza di tipo “tecnico” (riferita all’attività di
lettura): leggere in modo silenzioso.
La produzione del testo scritto. Le tecniche della verifica.
• La lingua scritta utilizza soprattutto: una forma impersonale.
• Nella produzione della lingua scritta è importante ricordare: che
le abilità produttive sono meno sviluppate di quelle ricettive.
• Le attività relative alla lingua scritta definite “controllate”:
mirano all’apprendimento del codice.
• Individua tra le seguenti, le attività relative all’insegnamento
della lingua straniera considerate “semicontrollate”: il
completamento di un dialogo.
• Gli esercizi di “transcodificazione” si riferiscono: alle attività
“semicontrollate”.
• L’esercizio di “composizione parallela”: rientra nella tipologia
delle attività controllate.
• Per effettuare verifiche della competenza grammaticale si reputano
più idonei: gli esercizi di trasformazione.
• In una prova di verifica della competenza scritta attraverso le
attività “libere”, l’uso delle domande come guida all’allievo: è
consigliato.
• Il test sommativo proposto nel 1975 dal Consiglio Superiore
d’Europa, per la verifica della competenza linguistica: considera
allo stesso livello sia le abilità di scrittura, sia le abilità di
lettura.
• Una prova di verifica della produzione scritta basata
sull’”autonomia” implica: il completamento di alcune frasi con i
contrari delle parole evidenziate nell’ambito delle stesse sfere
sensoriali o degli stessi contesti.
• Una prova di verifica della produzione scritta che presenti una
“parafrasi” consiste:nella traduzione in prosa di un testo poetico.
• Riconosci, tra le seguenti, un esempio di prova riguardante l’”iponimia”:
individua la parola più generale che includa queste altre:
fratello/sorella/mamma/papà/nonno.
• L’attività di “ideazione collettiva in classe” corrisponde a
quella fase del processo compositivo detta: generazione delle idee.
• L’utilizzazione di uno schema “a ragno” viene effettuata durante
l’attività compositiva di: organizzazione del testo.
• I problemi che più frequentemente incontrano gli allievi
nell’attività di produzione scritta riguardano soprattutto:
l’aspetto organizzativo.
• Nell’ambito delle prove relative alla composizione, il termine
“essay” si riferisce: ad una produzione originale.
• In una prova di verifica riguardante la “composizione”: deve
essere precisato lo scopo ed il destinatario.
• Una prova di verifica di tipo “oggettivo” è caratterizzata: dalla
univocità della risposta.
• E’ detta “standardizzata” quella prova di verifica: sottoposta a
precedenti verifiche.
• Un test “attitudinale”: si somministra all’inizio di un corso di
studi.
• Il test “fattoriale” a differenza di quello “integrato”: considera
esclusivamente l’aspetto linguistico della comunicazione.
• Un “obiettivo operativo”: descrive la prestazione richiesta
dall’insegnante.
• Nella tipologia dei test elaborata da Oller, il “dettato standard”
consiste: nello scrivere sotto dettatura un brano che superi l’arco
della memoria breve.
• Tra i criteri di misurazione più accreditati, la “scala nominale”:
rileva la presenza o no di un dato apprendimento.
• Per una valutazione di tipo “sommativo” viene considerata più
idonea: la scala ad intervalli.
• Dicesi “gamma” dei risultati ottenuti da un test:la distanza tra
risultato maggiore e risultato minore.
• Dicesi “moda” dei risultati di un test: il risultato che compare
con maggior frequenza.
• Per “validità” di una prova intendiamo: la capacità di verificare
solo l’obiettivo prefissato.
• Per “attendibilità” di una prova intendiamo: la possibilità di
ridurre l'incidenza di variabili sul correttore.
• La differenza tra “esercizio” e “test” consiste: nella capacità
del secondo di accertare ciò che non è stato appreso.
La didattica dell’approccio comunicativo: le tecniche del parlato e
dell’ascolto.
• Nell’insegnamento scolastico della lingua l’ostacolo principale è
rappresentato: dal tempo.
• Per “valutazione diagnostica” si intende: la valutazione che
accerta il livello di partenza degli allievi.
• Nella pratica didattica il test rappresenta: un procedimento per
verificare.
• Per “listening for gist” intendiamo: la tecnica di ascolto che
consente di cogliere le idee fondamentali.
• La tecnica di ascolto detta “predictive listening” prevede: la
possibilità di ascoltare una frase dopo l’altra.
• L’attività di decodifica nell’ascolto è relativa: alla memoria a
breve termine.
• Lo sviluppo della capacità critica rientra: nell’attività di
rielaborare.
• Riconoscere la diversità di un suono rientra: nell’attività di
decodificazione.
• La “sequenza narrativa” appartiene: alle attività di comprensione.
• Col termine “valutazione formativa” intendiamo: la valutazione che
accerta l’efficacia dell’intervento didattico durante il percorso di
apprendimento.
• La “valutazione sommativa” si riferisce: ad una fase conclusiva
del processo di apprendimento.
• Per “competenza comunicativa” intendiamo: la capacità di
riconoscere e produrre enunciati corretti.
• Col termine “inferenza” indichiamo: la comprensione di un
contenuto implicito.
• La tecnica di ascolto detta “spot dictation” è usata per: prendere
appunti.
• La tecnica detta “predictive listening” (per la comprensione di un
brano) consiste: nel prevedere il significato della seconda frase
dopo aver ascoltato la prima.
• La prova di comprensione orale chiamata “cloze test” consiste: nel
ricostruire le parti mancanti di un testo.
• Nelle prove relative agli elementi fonologici di una lingua, una
componente rilevante è rappresentata da: il riferimento al contesto.
• La tecnica per l’apprendimento del parlato detta “reimpiego e
transfert” pevede: il riascolto di una conversazione e una
discussione.
• La tecnica “reaching e consensus” utilizza: la discussione e la
negoziazione.
• La “falling intonation” viene utilizzata: nelle frasi affermative.
• Gli esercizi di “role plays giochi” appartengono: alle attività
guidate.
• Le “interviste” sono considerate: attività libere.
• Le attività di tipo “creativo” hanno come obiettivo: la
scorrevolezza dell’esposizione.
• La trasformazione di una stessa attività da controllata ad
attività “creativa” dipende: dal livello di autonomia.
• “Forward chaining” è la tecnica di utilizzo del materiale tramite:
la ripetizione dell’enunciato procedendo in avanti.
• Nell’attività di “role-play” risulta indispensabile: il cambio di
identità.
• Nella produzione orale, la verifica deve essere:rigorosa.
• La prova di verifica detta “connectives test” riguarda: la
grammatica.
• Il “reporting” si riferisce: alla verifica dell’abilità globale.
• La “rising intonation” riguarda l’aspetto linguistico relativo a:
l’intonazione.
La didattica della lingua straniera. I linguaggi specialistici.
• Nel campo della
didattica della seconda lingua, con l’espressione “competenza
discorsiva” si intende: la capacità di combinare forme linguistiche
e significati in modo coerente.
• La conoscenza dei linguaggi “specialistici”: può rappresentare
un’alternativa all’apprendimento della lingua straniera.
• Con l’espressione “competenza sociolinguistica” si fa riferimento:
alla capacità di produrre e comprendere frasi in modo appropriato ad
un determinato contesto.
• La strategia didattica di tipo “analitico” prevede: il controllo
linguistico dei materiali dell’apprendimento.
• L’attuazione di una strategia didattica di tipo “sintetico”:
prevede un apprendimento sistematico di elementi linguistici.
• L’obiettivo didattico così formulato “varietà testuali” riguarda:
la comprensione e la produzione di un saggio o di una relazione.
• La tassonomia di Munby per la programmazione degli obiettivi
didattici della seconda lingua: è un modello di tipo analitico.
• Il modello tassonomico proposto da Munby:riveste un carattere
prevalentemente sociolinguistico.
• La tassonomia di Hutchinson: considera anche le componenti umane
dell’allievo.
• In un corso specialistico di tipo accademico: debbono essere
considerati i vincoli dell’attività di studio.
• Nella programmazione didattica gli obiettivi “terminali”: sono
quelle abilità che vengono consolidate alla fine di tutto un corso
di studio.
• La finalità degli utenti di un corso specialistico è quella di:
raggiungere un’adeguata competenza comunicativa per fini
professionali.
• Un corso di tipo specialistico, rispetto ad un normale corso per
l’apprendimento della seconda lingua, risulta: più complesso.
• Gli obiettivi didattici detti “intermedi”: sono quelle abilità che
si rivelano durante le varie fasi di un percorso di studio.
• In un corso di tipo specialistico, il criterio della “task
dependency” prevede: che venga effettuato il collegamento tra le
varie attività didattiche.
• Dal punto di vista della motivazione (nell’insegnamento di tipo
specialistico) risultano più efficaci: i materiali specifici.
• Ai fini di stimolare attività comunicative di gruppo è necessario:
l’uso del testo in un contesto adeguato.
• Il testo di tipo “semplificato”: contiene un ridotto numero di
elementi testuali.
• Il livello testuale con “assenza di astrazione”: è usato nel
settore commerciale.
• Il livello testuale considerato di “massima astrazione”: utilizza
un linguaggio di tipo simbolico.
• I testi scientifici di tipo argomentativo: vengono solitamente
usati per rappresentare i risultati di una ricerca.
• Individua, tra i seguenti, il tipo di testo che non appartiene
alla tipologia dei linguaggi specialistici: testo divulgativo.
• La costruzione “a sinistra” nella lingua inglese si realizza
soprattutto grazie: al fenomeno della aggettivazione nominale.
• Gli studi sugli aspetti verbali dei testi specialistici ci
rivelano (rispetto alla lingua comune): l’uso frequente delle forme
non-finite.
• Il lessico specialistico si differenzia d quello comune: per
l’univocità semantica.
• Un’altra caratteristica del lessico specialistico (in un testo
non-informativo) è: l’assenza di implicazioni emotive.
• Per quanto riguarda il lessico scientifico si rileva: che ogni
suffisso è portatore di un significato specifico.
• La struttura grammaticale del linguaggio specialistico denota:
un’assoluta sinteticità.
• La verifica dell’apprendimento in un corso di tipo specialistico
avviene: nelle varie fasi del processo.
• Per verificare il requisito dell’appropriatezza di un testo è
indispensabile accertare: la capacità di adattare la lingua al
contesto.
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