IL POTERE DELLA STUPIDITA' di Giancarlo Livraghi
Questo articolo è stato scritto in inglese nel 1996, su richiesta di un sito online
americano, per spiegare a chi non conosce litaliano le teorie di Carlo Cipolla sulla
stupidità umana con laggiunta di altre citazioni e considerazioni. Qui sono
riassunti solo alcuni punti essenziali delle sue brillanti osservazioni sulle Leggi
fondamentali della stupidità. Consiglio a chi sa litaliano, e non conosce ancora
quel libro, di leggerlo con tutta lattenzione che merita.
Lanalisi della stupidità può far parte di una più estesa area di studio sui
motivi per cui tante cose vanno molto peggio di come dovrebbero. Vedi a questo proposito
una breve sintesi nellarticolo Murphy, Parkinson, Peter e Cipolla. Ma si può
inquadrare largomento anche in senso inverso. Tutti i fenomeni che portano a
decisioni sbagliate sono classificabili come forme di stupidità e nessuno ha
effetti così devastanti come la stupidità umana.
Di The power of stupidity è stata fatta nel 1998 una traduzione spagnola. Ma non ho mai
trovato il tempo, né sentito la necessità, di farne una versione italiana fino a
quando varie persone me lhanno chiesta con una certa insistenza. Così, finalmente,
eccola. Con le mie scuse per un così lungo ritardo.
Settembre 2001
Sono sempre stato affascinato dalla stupidità.
La mia, naturalmente. E questa è già una grossa fonte di preoccupazione.
Ma le cose si complicano molto quando abbiamo loccasione di scoprire come persone
potenti e influenti prendono grandi decisioni con grandi
conseguenze.
Tendiamo spesso ad attribuire decisioni sbagliate (o catastrofiche) a intenzionale
perversità, astuta cattiveria, megalomania, eccetera. Questi comportamenti ci sono
e in esagerata abbondanza. Ma un attento studio della storia (come degli avvenimenti in
corso) porta allinevitabile conclusione che la principale causa di terribili errori
è una: la stupidità.
Questo è un fenomeno abbastanza noto. Uno dei modi in cui è riassunto è il cosiddetto
Rasoio di Hanlon: «Non attribuire a consapevole malvagità ciò che può essere
adeguatamente spiegato come stupidità».
Uno fra tanti esempi di stupidità è luso dellaggettivo
machiavellico per cose e comportamenti che poco hanno a che fare con
lopera e il pensiero di Nicolò Machiavelli. Abitudine diffusa anche fuori
dellItalia, dove del suo pensiero si sa ancora meno che da noi.
Quando la stupidità si combina con altri fattori (come succede spesso) leffetto
può essere devastante.
Una cosa che mi sorprende (o forse no?) è quanto poco studio si dedichi a un argomento
così importante. Ci sono dipartimenti universitari che si occupano delle complessità
matematiche dei movimenti delle formiche in Amazzonia o della storia medievale
dellisola di Perim. Ma non mi risulta che ci siano cattedre di stupidologia.
Ho trovato pochi buoni libri sullargomento. Ce nè uno che ho letto quando ero
un ragazzino e non ho mai dimenticato. Si chiama A Short Introduction to the
History of Human Stupidity di Walter B. Pitkin della Columbia University ed era stato
pubblicato nel 1934. Lavevo trovato per caso, molti anni fa, in uno scaffale di
vecchi libri in casa di mia madre. Sono andato da lei ieri e ho avuto la lieta sorpresa di
scoprire che era ancora lì. Vecchio comè, è ancora un buon libro. Molte delle
osservazioni del professor Pitkin sono di grande attualità dopo più di
sessantanni.
Viene spontanea una domanda: perché un libro di 300 pagine si chiama breve
introduzione?
Il libro si conclude con un epilogo: «ora siamo pronti a cominciare lo studio della
storia della stupidità». Poi... più nulla.
Il professor Pitkin era saggio. Sapeva che unintera vita è troppo breve per poter
approfondire anche solo qualche frammento di un argomento così vasto. Perciò pubblicò
lintroduzione e basta.
Pitkin era cosciente della scarsità di lavori precedenti in quel campo. Mandò una
squadra di ricercatori a esplorare gli archivi della Central Library a New York. Trovarono
solo due testi sullargomento: Aus der Geschichte der menschlichen Dummheit di Max
Kemmerich e Über die Dummheit di Lewenfeld. Purtroppo non so il tedesco ma i
titoli sono abbastanza chiari. Immagino che Kemmerich e Lewenfeld abbiano avuto abbondanza
di materiale per i loro studi, visto ciò che è accaduto in Germania nel 1933 e nei
dodici anni seguenti.
Evidentemente esistono molti libri e documenti in cui si parla, in un modo o
nellaltro, di stupidità. Ma pochi (che io sappia) in cui si tenta un inquadramento
sistematico dellargomento e si cerca di definire il concetto di stupidità e di
individuarne i meccanismi e gli effetti.
Secondo Pitkin, quattro persone su cinque si possono definire stupide.
Allepoca in cui ha scritto il suo libro erano un miliardo e mezzo di persone. Oggi
più di quattro miliardi. Questo, in sé, è piuttosto stupido.
Una fondamentale osservazione di Pitkin è che uno dei motivi per cui è difficile
studiare la stupidità è la mancanza di una buona definizione di che cosa sia. Per
esempio i geni sono spesso considerati stupidi da una maggioranza stupida (non è facile
neppure definire che cosa sia il genio). Ma la stupidità palesemente esiste. E ce
nè molta più di quanto possiamo immaginare nei nostri peggiori incubi. Infatti
governa il mondo cosa ampiamente dimostrata dal modo in cui il mondo è governato.
Qualcuno, 54 anni dopo, ha proposto unanalisi molto interessante della stupidità.
Carlo M. Cipolla, professor emeritus di storia delleconomia a Berkeley. Tutti i suoi
libri sono in inglese meno tre. Il primo, Allegro ma non troppo, è stato
pubblicato a Bologna da Il Mulino nel 1988.
In quel libro cè un piccolo saggio intitolato Le leggi fondamentali della
stupidità umana. Probabilmente il miglior testo che sia mai stato scritto
sullargomento.
Sono su altri temi, ma molto interessanti, gli altri testi di Carlo Cipolla pubblicati
dallo stesso editore. Il ruolo delle spezie (e del pepe in particolare) nello sviluppo
economico del Medioevo (nello stesso volume che contiene le leggi della stupidità). Poi
(nel 1994) Tre storie extra vaganti e Vele e cannoni.
Queste sono le cinque Leggi della Stupidità secondo Carlo Cipolla.
Prima legge
Sempre e inevitabilmente ognuno di noi sottovaluta il numero di individui stupidi in
circolazione
La cosa non è così ovvia come sembra, osserva Cipolla, perché:
a. Persone che ci sembravano razionali e intelligenti si rivelano allimprovviso
inequivocabilmente e irrimediabilmente stupide.
b. Giorno dopo giorno, con incessante monotonia, si è intralciati e ostacolati nella
propria attività da individui pervicacemente stupidi, che compaiono improvvisamente e
inaspettatamente nei luoghi e nei momenti meno opportuni. (Vedi La Legge di Murphy).
Cipolla osserva anche che è impossibile attribuire un valore numerico alla frazione di
persone stupide rispetto al totale della popolazione. Qualsiasi stima numerica
risulterebbe una sottostima.
Seconda legge
La probabilità che una certa persona sia stupida è indipendente da qualsiasi altra
caratteristica della stessa persona
Se studiamo la frequenza della stupidità fra le persone che fanno le pulizie nelle aule
scolastiche, vediamo che è più alta del previsto. Immaginiamo che questo sia dovuto al
loro basso livello di educazione o al fatto che le persone più intelligenti
ottengono più facilmente un lavoro più qualificato. Ma quando analizziamo gli studenti e
i professori la diffusione è la stessa.
Le femministe militanti, osserva Cipolla, potrebbero irritarsi; ma il fatto è che il
fattore stupidità è uguale fra maschi e femmine (o in quanti altri generi
possiamo considerare). Non cè alcuna differenza nel fattore sigma, come
lo chiama Cipolla, per razza, colore, etnia, cultura, livello scolastico eccetera.
Terza (e aurea) legge
Una persona stupida è una persona che causa un danno a unaltra persona o gruppo di
persone senza realizzare alcun vantaggio per sé o addirittura subendo un danno
(Ritorneremo su questo punto perché è lelemento centrale della teoria di Cipolla).
Quarta legge
Le persone non stupide sottovalutano sempre il potenziale nocivo delle persone stupide.
Dimenticano costantemente che in qualsiasi momento e luogo, e in qualunque circostanza,
trattare o associarsi con individui stupidi costituisce infallibilmente un costoso errore
Il che (mi sembra) rivela che le persone non stupide sono un po stupide ma
ritornerò su questo tema alla fine.
Quinta legge
La persona stupida è il tipo di persona più pericoloso che esista
Questa è probabilmente la più nota e meglio capita delle leggi, perché è
abbastanza ampiamente percepito che le persone intelligenti, per quanto ostili possano
essere, sono prevedibili, mentre gli stupidi non lo sono. Inoltre, il corollario
Lo stupido è più pericoloso del bandito
ci porta nel cuore della Teoria di Cipolla: ci sono quattro categorie di persone secondo
il modo in cui si comportano in una transazione.
Sprovveduti
Persone che con il loro agire danneggiano se stesse mentre producono un vantaggio per
qualcun altro.
Intelligenti
Persone le cui azioni avvantaggiano loro e anche gli altri.
Banditi
Persone che agiscono in modo da trarne vantaggio ma danneggiare gli altri.
Stupidi
Abbiamo già la definizione nella Terza Legge.
Uno dei valori fondamentali della teoria di Cipolla è che misura i vari fattori (e in
particolare la stupidità) non in base a discutibili definizioni teoriche ma secondo i
risultati concreti che derivano dai diversi comportamenti.
Il professor Cipolla usa questo schema grafico:
Lasse X rappresenta il vantaggio (o svantaggio)
che una persona ottiene dalle proprie azioni.
Lasse Y rappresenta il beneficio (o danno) causato ad altri dalle azioni
di quella persona.
Chiaramente nellarea I si trovano le persone intelligenti,
nellarea B i banditi, nellarea H gli sprovveduti e
nellarea S gli stupidi.
È altrettanto evidente che, secondo dove si collocano in queste coordinate, le persone
hanno un grado più o meno elevato di intelligenza, stupidità, banditismo eccetera. Si
possono sviluppare varie combinazioni, come banditi intelligenti o stupidi, secondo il
rapporto beneficio-danno. (Come osserva giustamente Cipolla, lentità del danno
devessere misurata dal punto di vista della vittima il che assegna un grado
elevato di stupidità a quasi tutti i ladri e i criminali).
Da qui in avanti ognuno di noi può applicare questo modello per studiare la stupidità ed
elaborare la Teoria di Cipolla nelle sue molte possibili applicazioni.
Ma cè qualche altra osservazione essenziale per la comprensione del metodo.
Se tracciamo una diagonale nello schema, vediamo che tutto ciò che si trova
dal lato superiore destro della linea crea un miglioramento nellequilibrio generale
del sistema, mentre eventi (e persone) dallaltro lato provocano un peggioramento.
Si possono fare interessanti analisi studiando le variabili in ciascuno dei quattro
settori, come Sh e Sb, Ib e Ih, Hs e Hi, o quanti altri sub-settori possiamo scegliere di
definire.
Per esempio il segmento M nel lato inferiore destro dello schema delinea la
posizione del bandito perfetto: una persona che crea un danno ad altri
esattamente uguale al beneficio che trae per sé. Ovviamente ai due lati di quel segmento
ci sono banditi imperfetti i Bi sono banditi intelligenti e
i Bs sono banditi stupidi.
In un mondo popolato esclusivamente di banditi perfetti il sistema, nel suo
complesso, sarebbe in equilibrio. Lo stesso accadrebbe in un mondo popolato di
perfetti sprovveduti.
Naturalmente le persone intelligenti danno il massimo contributo al miglioramento della
società nel suo complesso. Ma, per quanto sia sgradevole dirlo, anche i banditi
intelligenti migliorano lequilibrio totale causando più vantaggio complessivo
che danno. Così anche gli sprovveduti intelligenti danneggiano se stessi ma
migliorano la società in generale.
Invece quando entra in gioco la stupidità il danno è enormemente più grande del
beneficio che chiunque può averne.
Questo conferma la premessa fondamentale: il fattore di maggior danno in ogni società
umana è la stupidità.
Come storico, Cipolla fa notare che mentre il fattore sigma,
cioè la stupidità, è una costante nel tempo e nello spazio una società forte e
in sviluppo ha una percentuale maggiore persone intelligenti alla sua guida. Una società
in decadenza ha una percentuale allarmante di banditi con un forte fattore di stupidità
(settore Bs nello schema) fra le persone al potere e una altrettanto preoccupante
percentuale di sprovveduti (settore H) fra quelle che non comandano.
Per qualche ulteriore osservazione su questo tema
vedi La stupidità del potere e il relativo supplemento.
Dove ci troviamo oggi? Domanda interessante...
Cipolla osserva anche che le persone intelligenti generalmente sanno di esserlo, i banditi
sono consapevoli del proprio atteggiamento e anche gli sprovveduti hanno qualche
percezione del fatto che qualcosa non va.
Ma gli stupidi non sanno di essere stupidi e questo li rende ancora più
pericolosi.
Il che mi riporta alla prima, angosciosa domanda: sono stupido?
Ho superato varie prove di quoziente di intelligenza con buoni risultati.
Purtroppo conosco il funzionamento di quei formulari e so che significano poco o nulla.
Molte persone mi hanno detto che sono intelligente. Ma anche questo non è significativo.
Potrebbero essere troppo gentili per dirmi la verità. O, al contrario, potrebbero voler
sfruttare la mia stupidità a loro vantaggio. O potrebbero essere stupide come me.
Mi rimane un filo di speranza. Spesso sono acutamente cosciente di quanto sono stupido (o
lo sono stato). E questo indica che non sono completamente stupido.
A volte ho cercato di collocarmi nello schema di Cipolla, usando il più possibile
risultati concreti di azioni (non opinioni) come unità di misura. Secondo la situazione,
sembra che io tenda a oscillare nella parte alta del grafico (sopra lasse X) fra le
aree Hs e Ib ma in alcuni casi sono disperatamente perso in Sh. Spero di essere dal
lato migliore della diagonale così spesso come mi sembra.
In generale, sembra logico aspettarsi che i fattori più forti di successo si trovino nei
settori Ib e Bi. Ma il numero impressionante di persone Sb o perfino Sh che hanno
splendide carriere si può spiegare solo con un forte desiderio da parte di molti potenti
di circondarsi il più possibile di stupidi.
Poco dopo aver letto il libro, scrissi a Carlo Cipolla (ho fatto una cosa del genere solo
due volte in vita mia).
Fui piuttosto sorpreso quando mi rispose. Con una lettera breve ma cortese.
Gli avevo posto due domande:
a. «Posso avere una copia del testo originale inglese, per i miei amici che non sanno
litaliano?».
La risposta fu no. (Non mi diede un buon motivo, ma credo di poterlo indovinare).
b. «Che cosa pensa del mio corollario alla sua teoria?»
La risposta fu «Be, perché no?» che un po arbitrariamente
interpretai come entusiastica conferma e approvazione del Corollario
di Livraghi alla Prima Legge di Cipolla
In ognuno di noi cè un fattore di stupidità che è sempre maggiore di ciò che
pensiamo
Questo crea un modello tridimensionale e non credo di doverne spiegare la struttura,
perché nessuna persona stupida o pavida sarebbe arrivata a leggere fino a questo punto.
Naturalmente possiamo inserire anche altre variabili, come per esempio i nostri
fattori H o B e il modo in cui si combinano con S, H e B di altre persone. Può essere
saggio dimenticare il fattore I, perché non ce nè mai abbastanza. Ma non è il
caso di trascurare B, perché anche la persona più generosa può qualche volta
comportarsi da bandito, anche se solo per errore. Con laggiunta di questi fattori si
crea un modello multi-dimensionale di difficile gestione. Ma anche considerando solo i
nostri sigma individuali la complessità può essere sconcertante.
Provare per credere... ed essere davvero spaventati. Indice Pagina
Indice Forum
IL POTERE
DELLA STUPIDITA' Seconda parte di Gianfranco Livraghi
Dopo parecchio tempo, le mie piccole osservazioni sulla stupidità
umana continuano a vivere nella rete. Ricevo messaggi da diversi angoli del mondo;
larticolo è riprodotto, citato o commentato vari paesi. Il dialogo risultante mi ha
fatto scoprire persone e siti interessanti che non conoscevo.
Domande e commenti di diverse persone mi hanno indotto a pensare ancora un po a
questo affascinante (e terrificante) argomento. Ecco i risultati di quelle meditazioni
senza la pretesa, naturalmente, di avere abbastanza approfondito un problema così
difficile. Per cominciare, cerco di rispondere a una domanda che alcuni si pongono.
La definizione di Cipolla è vera?
Fin da quando ero allinizio degli studi ho avuto la fortuna di imparare da
insegnanti che hanno definito alcuni princìpi in cui, dopo molti anni, continuo a
credere.
Uno di quei concetti filosofici è che non esiste alcuna verità assoluta. Una
teoria vera è semplicemente la più adatta alle circostanze: quella che
meglio spiega e interpreta ciò che stiamo studiando.
Non so quale sia la migliore definizione assoluta della stupidità o se
ce ne sia qualcuna provvista di senso. Non so neppure come si possa definire efficacemente
il concetto di intelligenza.
Limpostazione di Carlo Cipolla (per la stupidità come per lintelligenza) mi
sembra particolarmente utile e interessante perché non si basa su definizioni teoriche ma
sui risultati: una persona o un comportamento sono intelligenti o stupidi secondo le
conseguenze che producono. Questo metodo ha due vantaggi.
Il primo è che definisce qualcuno come stupido (o intelligente, o sprovveduto, o bandito)
in base ai fatti o, almeno, alla nostra comprensione e valutazione dei fatti. Il
secondo è che concentra lattenzione sullaspetto più importante: non la
stupidità in sé, ma il danno che produce.
Ci possono essere infiniti comportamenti che sono, o sembrano, stupidi, ma sono innocui.
Si collocano in unarea neutra nello schema di Cipolla e quello è
il loro posto.
Per esempio ridere e scherzare fra amici può sembrare stupido a un estraneo,
ma secondo la teoria di Cipolla quel comportamento è spesso classificabile come
intelligente. Infatti lo è, almeno finché il divertimento di chi partecipa
al gioco è maggiore della noia che può provocare ad altri. In generale
lintelligenza (vantaggio pratico) di un tale comportamento si limita a un momentaneo
buonumore; ma può avere effetti più rilevanti, come stimolare la collaborazione e far
nascere scintille di idee in modi che sarebbero impossibili in circostanze noiose o
deprimenti.
Ci possono essere sciocchezze notevolmente intelligenti, come affermazioni
seriose profondamente stupide... a parte il fatto che pensieri innovativi sono
spesso considerati sciocchi da chi non li capisce.
Queste osservazioni portano a un argomento importante: la rilevanza del pensiero non
lineare (come dellemozione e dellumore) in tutti i processi mentali e
specialmente nellinnovazione. Per approfondire questo argomento avrei bisogno di
molto più spazio di quanto ne ho qui. Vorrei solo rilevare che la separazione degli
emisferi cerebrali (destro o sinistro) può avere significato in
esperimenti clinici ma, secondo me, va evitata nellosservazione del comportamento
umano perché la struttura del pensare non è così semplice e comunque i diversi
processi di percezione e pensiero lavorano sempre insieme e sono molto meglio
comprensibili come un tutto inscindibile che come la somma di funzioni
separate.
Tre corollari
Già durante la prima lettura del saggio di Cipolla cominciava a svilupparsi nella mia
mente qualcosa che prendeva il nome di primo corollario di Livraghi. Mi
chiedevo come potesse essere il primo, visto che ne avevo uno solo. Ma la percezione
iniziale si è rivelata giusta, perché poi ho scoperto che ce ne sono almeno tre.
Primo corollario
In ognuno di noi cè un fattore di stupidità che è sempre maggiore di ciò che
pensiamo
[Lho spiegato nel primo testo potere della stupidità]
Secondo corollario
Quando la stupidità di una persona si combina con la stupidità di altre, leffetto
cresce in modo geometrico cioè per moltiplicazione, non addizione, dei fattori
individuali di stupidità
Sembra generalmente accettato il concetto che il totale di un network (cioè di una
rete o comunità) cresce del quadrato del numero degli appartenenti ed è abbastanza
ovvio che lo stesso criterio si possa applicare alleffetto combinato dei fattori di
stupidità. Questo può aiutare a spiegare il noto fatto che le folle sono molto più
stupide delle singole persone che le compongono.
Terzo corollario
La combinazione delle intelligenze di persone diverse ha un effetto minore della
combinazione di stupidità, perché (quarta legge di Cipolla) le persone non stupide
sottovalutano sempre il potenziale nocivo delle persone stupide
La stupidità è incoerente non ha bisogno di pensare, organizzarsi o progettare
per produrre effetti combinati. Il trasferimento e il coordinamento dellintelligenza
è un processo meno semplice e spontaneo.
Le persone stupide possono aggregarsi istantaneamente in un gruppo o massa
super-stupida, mentre le persone intelligenti funzionano come gruppo solo quando si
conoscono bene e hanno esperienza nel lavorare insieme. La creazione di gruppi ben
armonizzati che condividono intelligenza può generare notevoli forze anti-stupidità, ma
(contrariamente alle aggregazioni stupide) queste comunità hanno bisogno di
organizzazione e mantenimento. E possono perdere una parte rilevante della loro efficacia
per linfiltrazione di persone stupide o per inattese crisi di stupidità in persone
abitualmente intelligenti.
In alcune situazioni questi rischi possono essere in parte ovviati (se non del tutto
tenuti sotto controllo) essendo coscienti dei possibili problemi prima che qualcosa vada
storto e avendo un backup di intelligenza (cioè una riserva di risorse intelligenti nel
gruppo) per riempire i vuoti e correggere gli errori prima che il danno diventi troppo
grave. Chi sa portare una barca a vela sa che cosa intendo dire; come lo sa ogni persona
che opera in un ambiente in cui le conseguenze di ogni azione sono dirette e tangibili.
Un altro elemento pericoloso (come spiegato da Carlo Cipolla) è che i sistemi di potere
tendono a collocare banditi intelligenti (talvolta anche banditi
stupidi) al vertice della piramide; e questi, a loro volta, tendono a favorire e
proteggere la stupidità e a tenere la vera intelligenza il più lontano possibile. Questo
è, credo, un argomento che merita di essere trattato a parte. [Infatti, molto più tardi,
ho scritto un terzo articolo intitolato La stupidità del potere].
Stupidità e biologia
In un sistema biologico elementare il problema della stupidità non esiste. Il processo si
basa sulla produzione di un numero estremamente grande di mutanti stupidi.
Solo alcuni (i più adatti) sopravvivono e levoluzione va avanti.
Da quel punto di vista, ciò che non percepiamo come una catastrofe è solo unaltra
variazione nel corso naturale degli eventi. Incendi distruttivi nelle foreste
sono considerati dai botanici come necessari, anzi desiderabili. Milioni di creature
viventi che muoiono bruciate potrebbero non essere daccordo, ma la loro opinione è
irrilevante.
In quella prospettiva, le soluzioni sono semplici ed efficaci. Se cè un eccesso di
popolazione, ciò che occorre è unepidemia (o un altro strumento di massacro di
massa che non sia troppo distruttivo per lambiente in generale) che uccida il 90 per
cento dellumanità. Il 10 per cento sopravvissuto, dopo aver superato una crisi
iniziale di dolore e smarrimento, troverà lambiente risultante piuttosto gradevole.
Si tratterà anche, probabilmente, di persone geneticamente simili fra loro, che
condividono caratteristiche di aspetto e di comportamento. Se avessero tutti i capelli
verdi, gli occhi rosa, e si trovassero bene in un clima umido e piovoso, arriverebbero
presto a considerare inferiori le persone (estinte) con altri colori di
capelli e di occhi cui piacevano il sole e i cieli azzurri. Nei loro libri di storia
idrorepellenti ci tratterebbero come noi trattiamo i Neanderthal.
La distruzione o sterilizzazione del nostro pianeta, per effetto di forze nucleari (o
chimiche) di produzione umana o di una collisione con un planetoide vagante, sarebbe un
dettaglio trascurabile nellevoluzione del cosmo; e se avvenisse prima dello sviluppo
dei viaggi spaziali e della colonizzazione extraterrestre la scomparsa della nostra specie
(insieme al resto della biosfera) non sarebbe un evento rilevante neppure nella nostra
galassia.
Ma nel particolare ambiente biologico governato da una certa specie (in questo caso la
nostra) il sistema è basato sul concetto che lambiente può, e deve, essere
gestito, e che ogni individuo della nostra specie (e di altre specie che
proteggiamo) deve vivere più a lungo, e più piacevolmente, di come potrebbe
in un ambiente incontrollato. Questa situazione richiede una particolare forma di
intelligenza organizzata. Perciò la stupidità, in questa fase e condizione
evolutiva, è estremamente pericolosa.
E poiché siamo umani è di questo che ci dobbiamo preoccupare.
La stupidità e il millennio
Avevo scritto questo articolo in inglese nel settembre 1997, quando già imperversavano
sproloqui e divagazioni sul millennio. Lo sto traducendo in italiano nel 2002,
quando di quellargomento non si parla più. Ma alcune osservazioni mi sembrano
ancora abbastanza rilevanti.
Poche cose erano così facilmente prevedibili come il fatto che il ventesimo secolo
sarebbe finto a 0 ore, 0 minuti, 0 secondi del primo gennaio 2001. Eppure perfino su una
cosa così semplice si è fatta una gran confusione. Compreso il fatto che molti hanno
fatto finire il millennio con un anno di anticipo. Pare che dibattiti
ugualmente insensati ci siano stati mille anni prima e che anche nel 1899 si
discutesse su quando sarebbe finito il diciannovesimo secolo.
Persone tuttaltro che sciocche o ignoranti erano convinte che secolo e millennio
finissero alla mezzanotte del 31 dicembre 1999. Faticavano ad adattarsi allevidenza
dellaritmetica. Dopo qualche minuto di perplessità dicevano «Mah, forse hai
ragione, a pensarci bene non cè mai stato un anno zero».
Questo è stupido?
Secondo le definizioni di Cipolla, forse no. Non fa gran danno e se qualcuno ne ha
approfittato per far festa due volte forse si è divertito un po di più. Ma rimane
preoccupante il fatto che la più ovvia idiozia, se ripetuta abbastanza spesso, possa
essere scambiata per verità.
Sono rimasti un po scornacchiati i venditori di ammenicoli vari che tentavano di
approfittare delloccasione. Forse sono stati i troppi discorsi confusi, oltre alle
ambiguità sulla data, a creare stanchezza e disinteresse. Sono rimaste invendute montagne
di prodotti etichettati millennio. I produttori di spumanti hanno venduto meno
del previsto. Le agenzie di viaggi non solo hanno avuto risultati deludenti ma sono
incorse in qualche denuncia per offerte ingannevoli sulla data sbagliata.
Insomma la commedia degli errori non è stata del tutto indolore, anche se in
generale non ha fatto molti danni.
Alcune altre osservazioni si trovano in un articolo del febbraio 2001: Il millennio in
sordina e la bolla mezza sgonfia.
Cè stato un altro argomento, molto discusso, la cui scadenza era davvero alla fine
del 1999. Il famigerato millennum bug, di cui nessuno parla più, anche se non è detto
che il problema sia definitivamente risolto.
In questo caso la stupidità è notevole e palese. Il calendario gregoriano era stato
definito 415 anni prima. A nessuno poteva sfuggire il fatto che sistemi elettronici
incapaci di gestire quattro cifre per la data dellanno sarebbero andati in crisi.
Quei sistemi erano stati concepiti negli anni Sessanta. Ma solo un anno o due prima della
scadenza qualcuno ha cominciato a preoccuparsene. Da una fase di cecità, in
cui il problema era ignorato, si è passati a una fase di esagerata drammatizzazione con
previsioni di catastrofi che (per fortuna) non ci sono state. Senza entrare nei dettagli
tecnici, alcuni dei rimedi adottati hanno un respiro breve (il problema potrebbe
riproporsi fra trentanni). Ma soprattutto è inconcepibile, e decisamente stupido,
che ci sia stata così tanta disattenzione, per tanti anni, seguita da così esagerate e
frettolose scalmane. Quanti altri problemi, cui oggi nessuno bada, diventeranno
chiacchiere clamorose quando forse sarà troppo tardi?
Possiamo anche dimenticare lelettronica e parlare di altre cose. Per esempio le
pensioni specialmente in Italia. Linvecchiamento della popolazione era una
tendenza evidente da mezzo secolo. Non ci voleva un genio della statistica per
prevedere il peso crescente sul sistema pensionistico. Non solo non si è
fatto nulla per alleviare il problema, ma si è fatto molto per peggiorarlo, con
pensionamenti anticipati e altre sconsiderate ipoteche sul futuro. Si è
cominciato a pensarci quando la situazione era già gravemente compromessa e si sta
ancora discutendo su come trovare una soluzione.
E ci sono i problemi ambientali, la crescita della popolazione specialmente dove mancano i
mezzi di sostentamento, luso di energie fossili... lostinata conservazione di
sistemi gerarchici di cui si è ampiamente dimostrata linefficienza...
linsistente spinta alla specializzazione e tecnicizzazione del sistema scolastico e
dei metodi di formazione quando in unevoluzione turbolenta e complessa occorre fare
il contrario... i sistemi informatici e telematici, che dovrebbero diventare sempre più
semplici e stabili per offrire una risorsa ai meno privilegiati, spinti nella direzione
opposta dallelefantiasi del software e da altri inutili ingombri...
La cecità, la miopia, la stupidità governano il mondo. Questo spettacolo, visto da un
osservatore lontano nello spazio, potrebbe essere molto buffo. Ma devo confessare che non
riesco a trovarlo divertente. Indice Pagina Indice Forum
Il
POTERE DELLA STUPIDITA' Parte Terza Ovvero la Stupidità del
potere di Gianfranco Livraghi
Lessenza della stupidologia è un tentativo di spiegare perché le cose non
funzionano e quanto ciò è dovuto alla stupidità umana, che è la causa di quasi
tutti i nostri problemi. E anche quando la causa non è la stupidità le conseguenze sono
molto peggiori perché sono stupide le nostre reazioni e i nostri tentativi di soluzione.
Questa analisi è essenzialmente diagnostica, non terapeutica. Il concetto è che, se ci
rendiamo conto di come funziona la stupidità, possiamo controllarne un po meglio le
conseguenze. Non possiamo sconfiggerla del tutto, perché fa parte della natura umana. Ma
i suoi effetti possono essere meno gravi se sappiamo che cè, capiamo come funziona,
e così non siamo presi del tutto di sorpresa.
Di questo avevo già parlato un po nella prima e seconda parte di Il potere
della stupidità. (Come sanno tutti gli stupidologi, il tema è così complesso che
in brevi commenti se ne può dare solo qualche cenno superficiale. Se, come sembra, sono
riuscito a offrire ai lettori qualche piccolo spunto per pensarci... questo è il massimo
risultato che mi potessi aspettare).
La stupidità di ogni essere umano è, in sé, un problema preoccupante. Ma il quadro
cambia quando si tratta della stupidità di persone che hanno potere: cioè
leve di controllo sul destino di altre persone.
Come nelle prime due parti, continuerò a basarmi sulla definizione di stupidità,
intelligenza eccetera secondo il metodo di Carlo Cipolla. Ma cè una differenza
sostanziale quando la relazione non è fra uguali. Una persona, o un piccolo
gruppo di persone, può influenzare la vita e il benessere di molti. Questo cambia le
relazioni di causa ed effetto nel sistema.
Grande o piccolo potere
Il potere è dovunque. Siamo tutti soggetti al potere di altri e (se non forse in casi di
estrema schiavitù) tutti esercitiamo potere su qualcuno. Personalmente lidea mi è
disgustosa ma fa parte della vita. I genitori hanno (o si suppone che abbiano)
potere sui figli, ma i bambini hanno molto potere sui genitori, che spesso usano
spietatamente. Possiamo essere proprietari di cani e gatti, cavalli o criceti,
elefanti o cammelli, barche o automobili, telefoni o computer, ma spesso siamo
assoggettati al loro potere.
Sarebbe troppo complicato, per lo scopo di questa analisi, entrare nel terreno complesso
della molteplicità dei rapporti umani. Perciò mi limito ai casi più ovvi di
potere: quelle situazioni i cui qualcuno ha un ruolo definito di autorità su
un grande (o piccolo) numero di persone.
In teoria, siamo più o meno tutti daccordo che ci debba essere la minor quantità
possibile di potere; e che chi ha potere debba essere soggetto al controllo delle altre
persone. Questo è il sistema che chiamiamo democrazia. O che nelle
organizzazioni chiamiamo condivisione, motivazione, collaborazione, responsabilità
distribuita al contrario di autorità, burocrazia, centralizzazione, disciplina
formale.
Ma ci sono molte persone che non vogliono vera libertà. La responsabilità è un peso. È
più comodo essere seguaci. Lasciare il compito di pensare e di decidere a
governanti, capi, dirigenti, intellettuali, guru di ogni specie, personalità
televisive, eccetera e dare la colpa a loro se non siamo contenti.
Daltro lato, cè un genere particolare di persone che ama il potere, ne trae
piacere e godimento. Poiché si dedicano con più energia ai notevoli sforzi e sacrifici
che occorrono per avere molto potere, spesso queste persone prendono il sopravvento.
Dobbiamo partire dal concetto che si applichi, anche in questo caso, la seconda
legge di Cipolla: ci sono tanti stupidi al potere quanti ce ne sono nel resto
dellumanità e sono più numerosi di quanto crediamo. Ma due cose sono
diverse: la relazione e latteggiamento.
Il potere del potere
Le persone al potere hanno più potere delle altre persone. Questa affermazione non è
così ovvia come sembra. Ci sono persone apparentemente potenti che sono molto meno
influenti di altre meno visibili. In questi ragionamenti dobbiamo evitare di occuparci di
quella distinzione. Indipendentemente da come il potere è ottenuto ed esercitato, o dalle
apparenze che spesso nascondono o travestono i ruoli, qui si tratta del potere reale. Quel
rapporto squilibrato in cui alcuni hanno più influenza di altri e in tante
situazioni pochi possono fare bene o male a molti.
Una definizione fondamentale nel metodo di Cipolla stabilisce che i risultati di un
comportamento non devono essere misurati dal punto di vista di chi fa le cose (o non fa
ciò che dovrebbe) ma da quello di chi ne subisce leffetto. Una chiara conseguenza
di questo principio è uno sfasamento nel diagramma di Cipolla. Il danno (o il vantaggio)
è molto più grande, in base al numero di persone coinvolte e allintensità delle
conseguenze di un atto o di una decisione. Ciò che nelle stanze del potere appare come un
dettaglio più essere un evento importante nella vita delle persone comuni.
Se in una relazione fra uguali una persona trae tanto vantaggio per sé quanto
danno infligge a qualcun altro, quella persona nella definizione di Cipolla è un
bandito perfetto, mentre laltra è un perfetto sprovveduto
e il sistema, in generale, rimane in equilibrio. Ovviamente non è così quando
cè una differenza di potere.
In teoria, potremmo presumere che poiché la percentuale degli stupidi è la stessa gli
effetti del potere possano essere bilanciati. Ma quando il potere si occupa di un gran
numero di persone ogni equilibrio è perso. È molto più difficile ascoltare, capire,
misurare gli effetti e le percezioni. Cè un effetto doppler, uno
sfasamento, che aumenta il fattore di stupidità. Tutti gli studi seri sui sistemi di
potere (anche se non tengono conto della stupidità) mettono in evidenza la necessità di
separare i poteri e di formalizzare i confitti di potere per evitare che si
traducano in violenza per evitare che si instauri un potere assoluto
(cioè estrema stupidità). Questo è un problema abbastanza grande e serio da tenerci
tutti allerta contro ogni esagerata concentrazione di potere e ci aiuta a
capire perché tante cose stanno andando di male in peggio. Ma cè dellaltro.
La sindrome del potere
Come fa una persona ad avere potere? Qualche volta ci arriva senza volerlo. A qualcuno si
dà fiducia perché ci si fida di quella persona. In quel modo il potere viene spesso
attribuito a persone capaci, competenti e con un forte senso di responsabilità. Questo
processo ha buone probabilità di generare potere intelligente. Una situazione
in cui le persone scelte fanno bene a sé e ancora di più agli altri. Qualche volta si
può arrivare al sacrificio, quando le persone fanno un danno a se stesse per il bene
degli altri (se questo è fatto intenzionalmente non sempre colloca quelle persone nella
categoria degli sprovveduti, perché occorre tener conto dei vantaggi morali,
compresa la stima di sé e la fiducia degli altri, che possono derivare dal consapevole
sacrificio). Ma vediamo assai meno esempi di potere intelligente di quanti ci
piacerebbe vedere. Perché?
Il motivo è che cè concorrenza. Competizione per il potere. Le persone che non
cercano il potere in quanto tale, ma badano di più al bene altrui, hanno meno tempo ed
energie da spendere per conquistare il potere o anche per cercare di conservare
quello che hanno. Le persone assetate di potere, indipendentemente dai suoi effetti sulla
società, si concentrano sulla lotta per il potere. La maggior parte delle persone si
colloca in qualche punto intermedio fra i due estremi, con molte diverse tonalità e
sfumature. Ma lelemento manipolatore tende a essere più aggressivo e perciò
acquista più potere.
Anche quelle persone che cominciano con le migliori intenzioni possono essere costrette,
nel tempo, a dedicare più energie a mantenere o accrescere il loro potere fino a
perdere di vista i loro obiettivi iniziali.
Un altro elemento, che peggiora le cose, è la megalomania. Il potere è una droga, uno
stupefacente. Le persone al potere sono spesso indotte a pensare che perché sono al
potere sono migliori, più capaci, più intelligenti, più sagge del resto
dellumanità. Sono anche circondate di cortigiani, seguaci e profittatori che
rinforzano continuamente quellillusione.
Il potere è sexy. Questo non è solo un modo di dire. Cè un istinto
nella natura della nostra specie che rende sessualmente attraente chi ha potere (o sembra
averlo). Nonostante il fatto che le persone impegnate nella lotta per il potere hanno, di
solito, poco tempo e poche energie disponibili per una sana vita sessuale o per
badare a emozioni, affetti e sentimenti.
Le persone che hanno o cercano il potere non sono più intelligenti, né più stupide,
delle altre. Spesso sono abili e astute. Ma se seguiamo il metodo di Cipolla, che misura
la stupidità e lintelligenza in base ai risultati, vediamo che cè un chiaro
sfasamento. Come è visibile in questo grafico, dove la freccia rossa è il fattore
P (potere). Aumenta il fattore sigma nel sistema e cè uno
spostamento da I (intelligenza) a S (stupidità).
Un lettore attento potrebbe osservare che la freccia non è al centro del
grafico. Il motivo è che, per quanto sbilanciato possa essere il sistema, al danno
generale corrisponde qualche vantaggio per una minoranza. Quindi il percorso non è dal
centro dellarea intelligente al centro di quella stupida, ma dal settore
Ib (banditi intelligenti) verso Sb (banditi stupidi).
Per chi è interessato a un piccolo approfondimento in un breve allegato ci sono altri quattro grafici che rappresentano alcune
variazioni sul tema.
La spinta al potere aumenta il fattore stupidità. Leffetto può essere più o meno
grande secondo la quantità di potere (limportanza dei fatti influenzati dal potere
e il numero delle persone che ne subiscono le conseguenze) e lintensità della
competizione per il potere.
Questa è la più rilevante, se non lunica, eccezione alla seconda legge
di Cipolla. Rimane vero che la probabilità che una certa persona sia stupida è
indipendente da qualsiasi altra caratteristica della stessa persona. Ma il potere, come
sistema, è molto più stupido di quanto possa essere una singola persona
comune.
Il problema è che il potere può essere limitato, controllato e condizionato ma
non si può eliminare del tutto. Lumanità ha bisogno di qualcuno che governi. Le
organizzazioni hanno bisogno di persone che assumano responsabilità e quelle persone
hanno bisogno di un po di potere per poter svolgere il loro compito.
Insomma dobbiamo convivere con il potere e con la sua stupidità. Ma ciò non
significa che dobbiamo accettarlo, tollerarlo o sostenerlo. Né fidarci di parole,
promesse o intenzioni dichiarate. Il potere non merita di essere ammirato, riverito e
neppure rispettato se non dimostra intelligenza pratica in ciò che fa a noi e al mondo.
Non credo che ci sia una soluzione universale e standardizzata che possa
risolvere tutti gli aspetti di questo problema. Ma siamo a metà strada se siamo coscienti
della sua esistenza e se non ci lasciamo ingannare o sedurre dal falso, e spesso
bugiardo, splendore del potere.
Un efficace antidoto alla stupidità del potere è la capacità, che alcune persone hanno,
di far funzionare le cose senza collocarsi in un ruolo di potere. Come è
spiegato in una breve, bella storia di settantanni fa che si chiama Browns Job. Indice Pagina
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GRAFICI SULLA STUPIDITA'
di Gianfranco Livraghi
Un piccolo supplemento a La stupidità del potere
Oltre al grafico contenuto nel testo di La stupidità del potere mi sembra che si possano
elaborare sempre secondo lo schema di Carlo Cipolla alcune altre ipotesi.
Supponiamo, per esempio, che ci sia una situazione di potere intelligente.
Avremmo un andamento come questo.
Cioè una progressione in cui il potere offre sempre più vantaggi alla
collettività riservandone sempre meno a se stesso, fino al punto di accettare anche
qualche svantaggio pur di migliorare il benessere generale (come già osservato, in questo
caso chi esercita il potere non può essere definito sprovveduto).
La progressione verso la parte più alta dellasse Y tende a non essere
molto veloce, ma con una crescita solidamente graduale. Situazioni di questo genere non
sono impossibili. Ne esistono quasi sempre in alcune parti del sistema. Ma dipendono da
aggregazioni umane particolarmente armoniose e ben motivate che è difficile riprodurre e
che rischiano spesso di degenerare per mutamenti della situazione ambientale o per
cambiamenti della loro struttura interna.
Per quanto raro possa essere questo tipo di evoluzione, losservazione della storia e
dei fatti conferma che reali innovazioni e progressi della società sono più probabili in
presenza di simbiosi e sinergie con una forte carica di umanità e
di coesione.
Carlo Cipolla osservava che in tutti i periodi della storia «ogni paese in ascesa ha una
percentuale insolitamente alta di persone intelligenti che cercano di tenere la frazione
sigma sotto controllo, e che, nello stesso tempo, producono guadagni per se
stessi e per gli altri membri della comunità sufficienti a rendere il progresso una
certezza». Si verifica perciò una situazione come quella rappresentata nel prossimo
grafico (dove larea rossa rappresenta le persone al potere e quella verde il resto
della comunità).
Non ho introdotto in questo grafico alcun vettore di
direzione perché, nella migliore delle ipotesi, un sistema come questo può
mantenersi più o meno stabile (o, come abbiamo visto nel primo grafico, progredire con
lenta gradualità). In una situazione costante è probabile che le persone al potere
abbiano vantaggi maggiori del resto della comunità. Ma poiché giova al benessere
collettivo questo non è un problema almeno fino a quando non entrano in gioco due
fattori (contrapposti ma sinergici) di stupidità: il servilismo e linvidia.
Non voglio complicare il quadro, ma mi sembra opportuno osservare che in alcune situazioni
(come i cosiddetti circuiti di qualità) le due aree tendono a sovrapporsi
perché non cè un sistema gerarchico e molte responsabilità sono condivise. Questo
è notoriamente uno dei sistemi più intelligenti che possano esistere e
spesso produce risultati straordinari.
Sistemi come questi sono intrinsecamente forti, ma esposti a due rischi costanti. Uno è
lo squilibrio interno che può nascere da fattori di stupidità o di sindrome del
potere. Laltro deriva da cambiamenti imprevisti dellambiente esterno o
da interventi estranei che (intenzionalmente o per errore) sconvolgono il loro delicato
equilibrio.
Dopo questa parentesi sullintelligenza dobbiamo ritornare al tema, purtroppo
dominante, della stupidità. Alla fine del suo saggio Carlo Cipolla osserva che «in un
paese in declino, la percentuale di individui stupidi è sempre uguale a
sigma; tuttavia nella restante popolazione si nota, specialmente tra gli
individui al potere, unallarmante proliferazione di banditi con unalta
percentuale di stupidità e, fra quelli non al potere, una ugualmente allarmante
crescita del numero di sprovveduti. Tale cambiamento nella composizione della popolazione
dei non stupidi rafforza inevitabilmente il potere distruttivo della frazione
sigma degli stupidi e porta il paese alla rovina». Va osservato,
naturalmente, che non si tratta solo di paesi intesi come stati-nazione ma
anche di comunità di ogni specie più grandi o più piccole.
In questo caso la posizione delle persone al potere e delle altre si colloca
come vediamo nel prossimo grafico.
Non è quasi mai facile capire, in situazioni come questa, se sia
la stupidità del potere a influire su quella collettiva o viceversa. Succede quasi
sempre che tutte e due contribuiscano a un circolo vizioso e quindi che tutto
il sistema tenda a peggiorare, come indicato dalle frecce nel grafico.
Uninversione di tendenza è talvolta possibile, ma richiede una combinazione di
fattori abbastanza eccezionale: la convergenza di persone intelligenti capaci di assumere
il potere con una spinta collettiva a introdurre un forte cambiamento.
In assenza di una tale mutazione interna, o di una spinta esterna che cambi le
regole del gioco, il sistema tende a degenerare fino a esplodere cioè a
disintegrarsi.
Se la situazione caotica si determina prima che siano stati fatti danni
irreparabili allintero ecosistema... si riaprono tutte le possibilità. Un quadro
turbolento e vorticoso offre molti spazi al potere della stupidità, ma non è impossibile
che ne scaturiscano anche processi intelligenti. (Vedi a questo proposito
Pensieri semplici sulla complessità).
Mi sono imposto una regola che intendo rispettare. Mi limito a qualche annotazione
sul metodo, lasciando a ognuno (me compreso) la libertà di ragionare come preferisce su
ogni specifica situazione (da quella generale del pianeta fino a ogni genere di grandi o
piccole comunità).
Del resto anche Carlo Cipolla, alla fine del suo libro sulla stupidità, offriva al
lettore una serie di grafici in bianco perché ognuno potesse analizzare, a
sua scelta, diversi ambienti e aggregazioni umane. Indice Pagina
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BROWN'S JOB
di Autore ignoto circa 1930
Largomento è off topic in questo sito? Credo di no, perché uno dei temi è come
funzionano le organizzazioni e che cosa soprattutto chi le fa funzionare. E
anche perché (vedi la nota alla fine) centra il fatto che le vie della rete
sono infinite.
Questa è una approssimata traduzione italiana, ma è molto meglio il testo
originale.
Brown se nè andato e molti nellambiente si chiedono chi prenderà il
suo posto.
Se ne parla parecchio e si dice che il posto di Brown sia molto desiderabile. Quelli per
cui Brown lavorava, gente saggia e matura, si trovano ad ascoltare con silenzioso stupore
i brillanti giovani ambiziosi ed esperti dignitosi anziani che si offrono per occupare il
posto di Brown.
Brown aveva una poltrona comoda e una bella, grande scrivania coperta da una lastra di
vetro. Sotto il vetro cera una mappa degli Stati Uniti. Brown aveva uno stipendio di
trentamila dollari allanno. * Due volte allanno si metteva in viaggio e andava
a trovare tutti i distributori dellazienda.
Brown non ha mai cercato di vendere qualcosa a qualcuno. Non era esattamente nel reparto
vendite. Visitava i distributori, andava da alcuni rivenditori, ogni tanto faceva un
piccolo discorso ai venditori. Quando era in ufficio rispondeva alla maggior parte dei
reclami importanti, benché non fosse compito suo occuparsi dei reclami. Brown non era
neppure nel reparto crediti, ma quando cera un grosso problema di riscossione in un
modo o nellaltro arrivava a Brown, che fumava, chiacchierava, raccontava qualche
storia divertente, sgarbugliava il filo del telefono e spiegava al direttore crediti come
fare.
Ogni volta che Mr. Wythe, limpulsivo indaffarato presidente che lavorava come un
furetto, prendeva in mano un pacco di scartafacci per studiare un problema particolarmente
complicato e difficile, si trovava a dire «Che cosa ne pensa Brown? Che cosa dice Brown?
Insomma che cosa ne dice Brown? Be allora perché non lo fate?» e poi non ci
pensava più.
Quando cera qualche difficoltà che richiedeva molta azione immediata, e con molto
tatto, Mr. Wythe diceva: «Brown, pensaci tu».
E poi un giorno il consiglio di amministrazione, in una riunione non ufficiale, decise di
licenziare il direttore dello stabilimento numero 2. Brown non ne fu informato se non dopo
che la lettera era partita. «Che cosa ne pensi, Brown?» chiese Mr. Wythe. Brown disse
«Va bene. La lettera non arriverà prima di domattina, ora gli telefono e gli dico di
venire qui subito, così parte stasera. Poi chiedo alla sua segretaria di rispedirci la
lettera e la distruggo prima che lui la legga». Gli altri dissero che erano
daccordo. «Questa è la cosa da fare».
Brown conosceva lazienda, il mercato e lambiente, conosceva le persone con cui
lavorava. Aveva un buon senso che apparentemente applicava senza doverlo coscientemente
invocare. Sembrava esprimere istintivamente buon senso.
Brown se nè andato e molti cercano di avere il suo posto. Altri chiedono chi
prenderà il posto di Brown. Brillanti giovani ambiziosi ed esperti dignitosi anziani.
Persone che non sono il figlio della mamma di Brown, né il marito della moglie di Brown,
né il prodotto dellinfanzia di Brown che non hanno sofferto le pene di Brown
o sentito le sue gioie, non hanno mai amato le cose che Brown ama né avuto paura di ciò
che fa paura a Brown chiedono il posto di Brown.
Non sanno che la poltrona di Brown, la scrivania con la mappa sotto la lastra di vetro e
la sua busta paga non sono il posto di Brown? Non sanno che a questa stregua potrebbero
offrirsi alla chiesa metodista al posto di John Wesley? **
Quelli per cui Brown lavorava lo sanno. Il posto di Brown è dove è Brown.
Note
Non si sa chi abbia scritto questo testo. Le fonti dicono che è stato
pubblicato per la BBDO (unagenzia di pubblicità americana)
probabilmente intorno al 1930.
Non ci sono informazioni sullipotesi che sia stato ispirato dalla
dipartita di qualcuno. Comunque è chiaro che lautore ha voluto definire
un modo di essere più che rimpiangere una singola persona. Brown è la
sintesi e lesempio di diverse persone che esistono e che sono esistite e chi
di noi ha avuto la fortuna di incontrarne una non la dimenticherà mai. Se siamo molto
fortunati possiamo sperare, qualche volta, di essere Brown.
Avevo letto questo testo, quando ero a New York, verso la fine degli anni 70. Ma poi
lavevo perso. Per anni ho cercato, in tutti i modi possibili, di ritrovarlo
ma senza fortuna. Finché nel marzo 2002, quasi per caso, ho scoperto che qualcuno aveva
avuto la brillante idea di metterlo online e che qualche intelligente dispositivo
di Google era in grado di trovarlo.
* Trentamila dollari allanno, a quellepoca, erano un sacco di soldi.
** John Wesley (1703-1791) fu il fondatore della chiesa metodista. Indice Pagina
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YESBUT - WHYNOT
anonimo
A differenza di Browns Job questo non è un testo che avevo smarrito.
Finora non lavevo messo online perché
è abbastanza diffuso e molti lo conoscono. Ma, per chi non lavesse ancora letto, è
un contributo più recente
nello stesso spirito dellaltro classico.
Cioè ... why not?
Tradurlo bene è quasi impossibile, ma mi sembra molto chiaro in inglese.
Senza titolo autore ignoto circa 1990
Yesbutters dont just kill ideas.
They kill companies, even entire industries.
The yesbutters have all the answers.
Yesbut were different. Yesbut we cant afford it.
Yesbut our business doesnt need it.
Yesbut we couldnt sell it to our workforce.
Yesbut we cant explain it to our shareholders.
Yesbut lets wait and see.
All the answers. All the wrong answers.
Whynotters move Companies
The next time youre in a meeting, look around and identify the yesbutters, the
notnowers and the whynotters.
God bless the whynotters. They dare to dream. And to act. By acting, they achieve what
others see as unachievable.
Why not, indeed?
Before the yesbutters yesbut you right out of business.
Nota
Non si sa chi abbia scritto questo testo. Lo si trovava, in giro per il mondo,
allinizio degli anni 90. È probabile che sia stato scritto qualche anno
prima, ma non credo che sia molto antico. Indice Pagina
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Gli articoli qui riportati di Gianfranco Livraghi sono stati prelevati dal sito www.gandalf.it Indice Pagina
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SONETTO
DELL'ASINO
O sant'asinità, sant'ignoranza,
Santa stolticia e pia devozione,
Qual sola puoi far l'anime si buone,
Ch'uman ingegno e studio non l'avanza;
Non gionge faticosa vigilanza
D'arte qualunque sia, o 'nvenzione,
Né de sofossi contemplazione
Al ciel dove t'edifichi la stanza.
Che vi val, curiosi, il studiare,
Voler saper quel che fa la natura,
Se gli astri son pur terra, fuoco e mare?
La santa asinità di ciò non cura;
Ma con man gionte e 'n ginocchion vuol stare,
Aspettando da Dio la sua ventura.
Nessuna cosa dura,
Eccetto il frutto de l'eterna requie,
La qual ne done Dio dopo l'essequie.
Giordano Bruno dalla Cabala del Cavallo Pegaseo
AFORISMI di Giordano Bruno
Come talvolta certi corrottori di leggi, fede e religione, volendo parer savii, hanno
infettato tanti popoli facendoli dovenir più barbari e scelerati che non eran prima.
Giordano Bruno De l'infinito, universo e mondi
Stolti del mondo son stati quelli ch'han formata la religione, gli ceremoni, la legge, la
fede, la regola di vita; gli maggiori asini del mondo marciti nella perpetua pedanteria.
Giordano Bruno Cabala del Cavallo Pegaseo
Le deveremo tutti a vostra istanza mandarle in un cesso? Certo, sarà ben governato il
mondo, se saranno tolte via e dispreggiate le speculazioni di tanti e sì degni filosofi!
Giordano Bruno De l'infinito, universo e mondi
Per venir dunque a noi, non vi deve parer strano che la asinità sia messa in sedia
celeste nella distribuzione delle catedre, che sono nella parte superna di questo mondo ed
universo corporeo; atteso che esso deve esser corrispondente e riconoscere in se stesso
certa analogia al mondo superiore. Giordano Bruno Cabala del Cavallo Pegaseo Indice Pagina
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