TELECOMUNICAZIONI E
STUPIDITA'
Nel paese dei balocchi mentre un premio nobel presenta San Remo, e
un filosofo teoretico, ormai da tempo anche un po' sclerotico, che non sa nemmeno usare un
tester, aumentare la memoria di un computer, o spiegare la massa immaginaria, tanto per
restare sul facile, pubblica l'ennesimo e inutile libro contro la tecnica, (ma per parlare
di tecnica non bisogna forse saperne un po' di piu'?, io almeno ho deciso di scrivere
un'opera contro la stupidita' perche' come mi hanno insegnato Montaigne e Chamfort il
tutto equivaleva anche a studiare la propria essenza, che ovviamente e' del tutto simile a
quella degli altri esseri umani)e i giornalisti e gli editori continuano imperterriti a
dimostrarci la loro superficialita' adulati da chi scrive romanzi senza arte ne parte e
gli artisti cercano invano di lesinare qualcosa al desco dei vari potenti, magari
rifilandogli delle opere che di artistico probabilmente hanno ben poco, se non la natura
feticistica delle merci superflue, i grandi comunicatori continuano la loro ascesa nei
bassifondi della stupidita', copiati da chi per mettere assieme qualche sterile saggio
rovista a piu' non posso nelle tombe delle varie enciclopedie in commercio e parla ancora
di anima, quando anche i cani sanno che da quando sono note le peculiarita' dell'arsenico,
anche la divinita' deve piegarsi alle strabilianti consuetudini della chimica e
dell'economia della materia. (qui non pretendo che mi si capisca!)
Nel frattempo, mentre circa 200 multinazionali, con i loro 300 supermiliardari che da soli
hanno un reddito che equivale a circa 3 miliardi di esseri umani, si spartiscono a piacere
il mondo, sempre in Italia le maggiori compagnie di telefonia cercano con strane
operazioni di fondersi, incrementando cosi' sempre di piu' il loro potere, ovviamente con
il benestare della sinistra di governo, la quale ormai e' piu' che una garanzia se si
vuole effettivamente prenderlo in quel posto. Ora pero' senza entrare nel merito di questa
scalata in borsa alla conquista dell'etere e dei soldi dei cittadini, faro' un passo
indietro per sottolineare il grande merito dei comunicatori, senza del resto tralasciare
di fare una citazione, come ben si sa infatti i testi scientifici si valutano anche dal
numero e dalla qualita' delle citazioni, e per questo chiamero' in aiuto il simpatico
Woody, che in un suo scritto fa appunto dire ad un suo personaggio : "Mi e' stato
chiesto se fossi stato consapevole delle conseguenze morali conseguenti a cio' che facevo.
Come dissi al tribunale di Norimberga, non sapevo che Hitler fosse un nazista e la verita'
e' che per anni ritenni che lavorasse per la societa' dei telefoni."
Le prime avvisaglie delle grandi manovre nelle compagnie telefoniche italiane, che presto
diventeranno tedesche, infatti erano apparse non molto tempo fa quando in concomitanza con
i tanto criticati aumenti imposti all'unisono dalle aziende stesse, gia' da tempo in
spietata e simulata concorrenza, appariva sulle pagine di un noto quotidiano nazionale un
bel po' di pubblicita' a favore di una di queste benefattrici del progresso umano. In
pratica ben 15 pagine piene, sulle 47 totali del quotidiano, erano dedicate all'elogio del
buon senso e della dialettica cellulare. Quale fulgido esempio di sublime pubblicita'
progresso, che al di la' delle sterili polemiche sulla positivita' o negativita' dei
confusi ritocchi di prezzo ribadisce una volta per tutte che la vera cosa che conta e'
l'arte della comunicazione e in special modo quella dei persuasori, in definitiva poi,
nemmeno tanto occulti. Chiarisce inoltre come, alla stregua degli schiavi a cui il buon
Catone non riteneva utile dar da mangiare se ammalati, sia del tutto inutile sprecare
tempo e denaro a comunicare, soprattutto per quelle categorie che non hanno nulla da dire,
cioe' i poveri diavoli. Ma vediamo i contenuti degli splendidi inviti, veri e propri
aforismi letterari, artistici e filosofici, in grado di certo di cambiare il mondo.
Citiamoli con reverenza e ossequio da buon e acuto cronista conformista: "Se niente
ti ha sorpreso durante il giorno, vuol dire che quel giorno non e' esistito",
"Non c'e' niente di piu' stupido che rifiutare l'incredibile", "Non e' il
pallone, la maglietta o il campo che fanno una squadra, sono le persone e la loro volonta'
di raggiungere qualcosa insieme", "Crediamo che nella curiosita' risieda
l'origine del nuovo", "Condividere le scoperte non e' solo generosita', e'
soprattutto una dimostrazione di intelligenza", "Dalle piccole intuizioni
nascono grandi idee", "Se dai il meglio di te e aggiungi il meglio degli altri,
il risultato e' ottimo", "Non si puo' superare nessuno se ci si limita a seguire
i suoi passi", "Dietro le grandi scoperte non ci sono grandi mezzi, ma grandi
idee", "La vera sapienza sta nel cercare sempre quello che non sai",
"Se chiedi puoi passare per ignorante una volta. Se non chiedi lo sarai per tutta la
vita", "Il progresso nasce dall'idea che tutto quello che e' necessario e' anche
possibile", "Il successo non e' fare quello che vuoi ma volere quello che
fai", "Un mondo senza immaginazione e' come una farfalla senza ali",
"Non aspettare che le cose succedano, fa tutto cio' che puoi affinche'
accadano", "L'attitudine e' una piccola cosa che fa una grande differenza,
"Se vuoi ottenere una cosa, basta davvero volerla", "A volte cio' che e'
piu' interessante di una meta e' il cammino per arrivarci", "Ci interessa il
futuro perche' e' li' che trascorreremo il resto della nostra vita". Naturalmente per
raggiungere meglio il cuore e l'intelletto dei gentili utenti l'ineffabilita' delle
poetiche parole e' unita a splendide ed innocenti immagini di bambini che giocano o di
fanciulle che sognano. E' innegabile dunque che tale opera d'arte del linguaggio per
profondita' di senso e rigore di pensiero farebbe impallidire i maggiori filosofi della
storia da Aristotele a Bacone, da Wittgenstein a Ayer, da Saussure a Dewey per dimostrare
una volta per tutte che il grande padre potenziato del vecchio Freud non e' che un grande
fratello alla Orwell che ha inventato uno splendido ed impareggiabile Newspeak. Per
fortuna e' fin troppo facile capire che essendo in queste geniali mani, nulla piu' ci
potra' mai spaventare e il futuro non potra' essere che roseo, sfavillante, digitale e
massimamente comunicativo.
La morale che ne ricaviamo e'anche che da tempo i politici e i loro sicofanti benche' non
contino piu' poi molto, come diceva appunto il nostro caro amico Mills e il suo seguace
Chomsky, continuano a mangiare parecchio e a criticare ancora di piu', questo in
definitiva ci rincuora non poco, perche' ci fa capire una volta di piu' che cio' che conta
non sono gli scrittori, i poeti, gli artisti, e i surrealisti ma sono i grandi
comunicatori, quelli che hanno nomi che ci ricordano gli schiavi e a cui e' dedicato il
concetto finale del mio umile testo. Sappiamo inoltre finalmente che il buon cuore delle
multinazionali lottera' sempre per renderci la vita piu' facile ed entusiasmante.
Cosi' facciamo un serio esame di coscienza e consapevoli di non essere in grado di dare
buoni consigli quando c'e' in giro troppa gente che da il cattivo esempio ed estraiamo tra
le oltre trentamila citazioni raccolte ed elaborate contro la stupidità di chi continua a
voler insensatamente criticare il potere, una sola breve e pacifica parola che
bisognerebbe sempre tenere bene in mente onde riuscire alla fine a salvarci, una parola
che esprime magnificamente l'alto concetto etico e finantropico dell'evoluzione, vale a
dire con Cioran il termine "sterminio".
Cosi' alla fine, mentre nelle borse di tutto il mondo le azioni salgono e scendono e nelle
strade delle maggiori metropoli occidentali come nei paesi piu' arretrati dei vari mondi
si continua a morire, viene confermata la famosa teoria economica messa a punto da
Rockefeller, il quale sosteneva appunto che i migliori affari si fanno proprio quando il
sangue scorre per le strade e i filosofi che non sanno niente di tecnica, come i vecchi
romantici del secolo scorso, continuano a parlare male proprio della tecnica avendo per di
piu' come estrema menomazione quella di non chiamarsi nemmeno Heidegger. Indice Pagina Indice Forum
GUERRA E
STUPIDITA'
"Avere senso storico significa essere consapevole non solo
che il passato e' passato, ma che e' anche presente." T.S. Eliot
Partendo dal presupposto che la guerra come diceva Eraclito e' la madre di tutte le cose e
quindi anche ovviamente della stupidita' dobbiamo pure ricordarci che in questa terra
desolata piena di uomini vuoti, a volte, per dirla con Eliot, distruggere non significa
altro che creare o per usare un'accezione forse piu' scientifica trasformare. In ogni caso
alla fine chi vincera' sara' sempre il verme conquistatore, che gia' prima di Poe fece
dire a Shakespeare: "La guerra uccide piu' cornuti di quanto non la pace generi
uomini"; dunque e'forse anche per questo che l'India ha messo a punto un nuovo
missile nucleare dalla gittata di 2000 km, e Francia, Germania, Svezia e Italia, per non
parlare degli Usa, stanno investendo 50.000 miliardi in armamenti. Fatta questa breve
premessa e considerato anche il fatto che la scienza non sa ancora spiegarsi cosa siano la
materia, la massa, l'energia e le varie cariche e che dunque appare ancora una volta
sempre piu' ridicolo che degli ingenui filosofi si mettano a legiferare sulla tecnica, la
razionalita' e l'irrazionalita', bisogna chiarire che il tutto combacia perfettamente con
la logica della cultura dominante, della falsita', dell'indottrinamento, della pigrizia
intellettuale e del facile guadagno. Cosi' mentre nel vano tentativo di durare oltre il
tempo si ammassano fesserie su fesserie nella vana illusione di sopravvivere persino alla
propria banalita' e con il fantastico aiuto dei mass media i soliti sicofanti del potere
si arricchiscono parlando a vanvera delle disgrazie altrui c'e' da dire che almeno il
destino ci fa venir meno dei solidi personaggi anche in territori di pace, alla mancata
approfondita conoscenza dei quali la sorte per fortuna ci ha fatto frequentare delle
sobrie puttane che una volta di piu' ci hanno rincuorato confermandoci che la nostra
magnanima facolta' di fare peneficenza e' ancora intatta.
Alla fine dunque la sana moralita' per volere divino trionfera' e mentre tutte quella
facce da culo che imperversano nelle varie "magic boxes" fanno persino snervare
la molla dello slancio vitale di bergsoniana memoria, noi affranti per tutte quelle foto
di bambini sbattute in prima pagina accanto alle pubblicita' degli imperi senza senso
della caducita' ci rammarichiamo della nostra misera condizione e come al solito chiudiamo
il nostro breve intervento con un'umile riflessione: "Di certo e' stato un peccato
che quando gli Europei, futuro e glorioso popolo degli Stati Uniti, stavano sterminando
gli Indiani d'America non ci fosse sul posto nemmeno una fottuta e sterile forza
internazionale di pace, magari guidata da un discendente di quelle masse di schiavi che
hanno costruito le nostre splendide e antiche civilta', a difendere quei poveri
pellerossa, o a bombardare gli invasori, che per di piu' avevano come generosa alleata
persino la stupidita' che, del resto si sa, come al solito si schiera sempre dalla parte
del potere con più autorita'! Amen, since in God we Distrust! Anche perche' se le armi
sono sempre piu' intelligenti e' anche pur vero che l'uomo, il quale ha ormai da tempo
deciso di lasciarsi superare dalle macchine, e'ancora un bel po' ignorante, e lo dimostra
il fatto che, nonostante l'ammonimento di quel re che ci aveva svelato di avere un
esercito proprio perche' i suoi soldati non avevano un cervello, anche ai nostri giorni
abbiamo sempre piu' gente affascinata dalle varie divise, oltre che, naturalmente, dal
senso della patria, della giustizia, del comando, del business, della pulizia e delle
azioni umanitarie. F.T.P.
A chi non fosse poi d'accordo con le mie osservazioni, o magari le trovasse un po'
contorte dico subito che gia' Einstein tempo fa ci ha insegnato che tutto dipende dal
punto di vista, ed io essendo un seguace di Derrida, e non solo, amo decostruire; e poi ci
sarebbe ancora molto da dire sull'ermeneutica, sul teorema di Bruner, su Gorgia,
sull'incomunicabilita', ecc. ecc., ma da buon pragmatico mi limitero' a constatare che
anch'io come Bacon, Eliot e gli americani distruggo per costruire, solo che le mie armi
non sono cosi' tecnologicamente avanzate, non costano 23 milioni al minuto come e' costata
la guerra fino a questo momento, non finiscono nel lago di Garda come la bomba, per ora
inerme, sganciata da un aereo Nato che stava rientrando alla base, non hanno convocato 33
mila riservisti come ha fatto Clinton, e potrei continuare, ma per ora visto che la mia
produzione si limita ad un breve assaggio, e visto che al momento sono piu' impegnato a
progettare che a fare altro, mi fermo qui. Nel salutarvi ricordo solo a tutti che noi
italiani a parte l'epoca dell'impero romano in guerra abbiamo sempre fatto ridere,
naturalmente nello stesso tempo qualcuno ha anche pianto, ma del resto il riso e il pianto
come sosteneva Baudelaire non sono che due facce della stessa medaglia, forse proprio come
la guerra e la pace. E' superfluo aggiungere quale sia la medaglia in questione. Business
is business! Comunque sono in ogni caso contento che qualcuno mi critichi, infatti un mio
aforisma recita appunto: "Che la critica mi critichi, e non la critichero'."
Ciao, ciao. Indice Pagina Indice Forum
5) LE
BOMBE DELLA STUPIDITA'
"Certamente la follia di Hitler era figlia della stupidita',
ma in ogni caso e' tuttora fortemente imparentata con la nostra stanca e assurda umanita'.
Siamo sempre un po' tutti colpevoli, anche perche' il nostro universo e' di certo
stupefacente e quindi noi siamo per forza di cose anche un po' drogati, e non sempre
sappiamo quello che facciamo. Alla fine comunque Dio ci perdonera', anche perche' in
fondo, come diceva Heine, questo e' il suo mestiere!" Carl William Brown
Intendiamoci bene, voglio chiarire una volta per sempre, diradando tutti gli equivoci, che
io sono un pacifista convinto, anche se sono tuttavia consapevole che per rimanere in pace
a volte si deve necessariamente eliminare chi rompe le palle. Detto questo e' anche pur
vero che a me della guerra non interessa piu' di tanto visto che so, per aver letto molto
bene Voltarie, che la storia dell'umanita' non e' altro che un tragico susseguirsi di
sciagure, guerre, stermini, ed atrocita', coronate sempre e dovunque dall'autorita' della
stupidita'. Per cui il mio vero oggetto di studio e di critica, anche feroce e talvolta
ermetica, e' il potere, e quindi anche e soprattutto il potere della tecnologia al
servizio dello sterminio e della prepotenza economica. E' poi chiaro che essendo un
letterato e non un cronista cerco di dare ai miei interventi una certa devianza, proprio
per suscitare, a seconda di chi mi legga, sdegno, ilarita', provocazione, rabbia,
riflessione o compiacimento, cogliendo al tempo stesso l'occasione per lanciare spietate
frecciate a chi si ostina a voler sempre aver ragione, a voler sempre aver il privilegio
di essere ospitato in televisione, sui grandi giornali o tra i numerosi titoli delle
grandi case editrici, senza magari averne in fin dei conti tutti i meriti.
Cosi' pur non potendo lanciare bombe a volte mi diverto anche al pensiero che alcune di
queste siano persino cadute sulla sede della televisione serba, sede come ogni tw che si
rispetti di abili e ben retribuiti sicofanti e servi del potere. E questo anche per un
ateo e' di certo un bene, infatti come mi ha insegnato S. Agostino, non e' sempre un male
che non ci sia ovunque il bene, in quanto talvolta e' proprio un bene che da qualche parte
ci sia il male. C'e' poi ancora da aggiungere che noi viviamo nel migliore dei mondi
possibile anche se permangono ancora difficolta' di reciproca comprensione soprattutto
perche' vi sono ancora alcuni fervidi credenti e vari filosofi teoreteci che non riescono
a capire molto bene la logica di un certo linguaggio, soprattutto quella del linguaggio
logico e quella del linguaggio altamente figurato. Facciamo dunque un esempio a questo
proposito: dopo lo scoppio della bomba atomica su Hiroshima il numero dei protoni, degli
elettroni, e dei neutroni e' rimasto invariato e si sono volatilizzati solo tre grammi di
massa, in compenso sono morte quasi 200.000 persone. A questo punto l'artista potrebbe
coniare questo aforisma: "La materia di sicuro non puo' banalmente essere definita
-umana-, e noi fino a prova contraria siamo fatti di -materia-."
Il ruolo della letteratura dunque, del tutto simile a quello della filosofia, dell'arte o
di altre scienze dovrebbe essere quello di migliorare il mondo, ma la cosa non sembra
essere cosi' agevole. Infatti il potere tende a prevaricare le esigenze degli esseri
umani, e fingendosi generoso non fa altro che autopotenziarsi per instaurare il suo
dominio e la sua autorita'. In questo gli americani, eredi degli inglesi, sono bravissimi.
A questo punto l'artista dopo aver visto che in questa guerra sono stati bombardati
ospedali, universita', scuole, ambasciate, treni, autubus, profughi, mercati, e persino la
citta' di Nis, il luogo con la concentrazione piu' alta di antagonisti al governo di
Milosevic, si convince che i morti innocenti della Jugoslavia appaiono come simboli
dell'arroganza prepotente e della codardia e stupidita' di una strategia che non sa cosa
vuole ne' sa come raggiungerla, per dirla appunto con Mario Vargas Llosa, e che guarda
caso e' appunto la strategia degli Stati Uniti, i quali come al solito si candidano,
nonostante la loro stupidita', al governo e alla tutela del mondo, il loro mondo,
naturalmente. Ma nonostante tutto questo e nonostante la guerra abbia avuto spesso una
funzione, dal punto di vista evolutivo: assicurandosi risorse, marcando un territorio,
mantendendo la propria identita' di gruppo, come dice Eibl-Eibesfeldt, l'allievo del
grande Konrad Lorenz, non si capisce ancora bene quale siano i loro veri intenti. Infatti
se proprio fosse stato loro a cuore la sorte dei profughi, sarebbero intervenuti anche con
truppe terrestri, e con aiuti economici, visto che in quei paesi un lavoratore guadagna in
media ventimilalire al mese, e avrebbero evitato di uccidere civili innocenti, in questo
modo almeno anche i soldati si sarebbero guadagnati il loro stipendio, ma questo non
rientra negli obiettivi, perche' i professionisti della guerra non devono morire, ma
devono invece morire i civili, la gente comune, gli impotenti, i militari servono ai
regimi, non possono essere sacrificati. A questo punto l'artista potrebbe coniare un altro
aforisma, per esempio questo: "Anno 1999. Aggressione della Nato Americana in Serbia.
Finalmente dopo tante terribili, tragiche e drammatiche notizie un episodio veramente
allegro, gioioso ed umoristico: elicottero apache precipita in fiamme durante un
addestramento notturno, muoiono i due piloti. Dulce et decorum est pro patria
morere!"
Concludendo voglio solo aggiungere che io sono contrario sia alla pulizia etinica, sia ai
raid americani, come del resto lo sono anche Harold Pinter, Noam Chomsky, Margherita Hack,
Alberto Asor Rosa, Rita Levi Montalcini, Luis Sepulveda, Eugenuio Garin e molti altri,
tanto per citarne alcuni, e sono inoltre fermamente convinto che la ragione strategica di
questa guerra sia la stupidita', oltre che la necessita' americana di un rilancio della
propria industria bellica anche attraverso un forte smaltimento degli arsenali militari,
forse prossimi alla scadenza. Anche perche' la storia dell'intervento umanitario per chi
ha fatto la guerra in Vietnam, non ha mosso un dito per lo sterminio del popolo curdo e ha
sempre sostenuto le dittature in Sudamerica non mi sembra poi cosi' credibile e piu' che
una giustificazione etica mi sembra una vera e propria barzelletta. Per quanto riguarda
poi l'Europa in fase di unificazione, che gia' aveva rischiato di farsi unire
definitivamente da Hitler, possiamo dire che e' del tutto consapevole che i potenti devono
essere assecondati e forse pensa che il vecchio piano di Hitler sia ancora di una certa
attualita', vale a dire prima sterminare gli Ebrei, poi gli zingari e infine i neri, e
visto che lo zio l'ha iniziato ma evidentemente non puo' piu' portarlo a termine, ha
pensato bene di lasciare l'iniziativa agli americani, che in genere se ne intendono sia di
slavi, sia anche di neri, visto che sono stati uno dei paesi che piu' di tutti ha
sfruttato a piene mani lo schiavismo. Al limite poi bastera' solo qualche piccolo
ulteriore perfezionamento, vale a dire applicare la stessa politica ai cinesi, agli arabi,
agli asiatici e rimanere cosi' gli unici dominatori legali, umani e certificati di questo
pazzo pianeta. Suvvia dunque, ora smettiamola di parlare di guerra e lasciamoli lavorare
in pace, cosicche' la loro economia e la loro borsa possa espandersi sempre di piu' e
tutti gli altri abitanti del globo possano capire una volta per tutte chi ha ragione! In
God we Trust! Indice Pagina Indice Forum
RIFLESSIONI
VARIE
Temi di riflessione di Adriano Autino proposti a tutti i co-planetari del
nostro bizzarro mondo:
E' POSSIBILE UN PASSO OLTRE LA GUERRA DI STERMINIO? La guerra nel Kosovo richiede ai
neo-umanisti una riflessione attenta ed uno sforzo di creativita' futurista: - In questa
occasione, come gia' nel caso dell'Irak, la guerra si e' dimostrata uno strumento
inefficace, incapace di punire i colpevoli, ma capacissimo di sterminare e/o rovinare
centinaia di migliaia di innocenti - I miliardi di dollari usati per distruggere avrebbero
potuto essere usati per aiutare, educare, formare - Mai come in questa occasione lo slogan
"NO ALLA GUERRA" ha mostrato tutta la sua inconsistenza ed insufficienza - I
conflitti esistono, i despoti, gli sfruttatori, i mafiosi esistono; l'esigenza di aiutare
popolazioni oppresse a liberarsi della loro oppressione esiste - Il problema non e'
abolire la guerra, bensi' che cosa cominciare a fare, invece della guerra per risolvere i
conflitti, in un'ottica di maggior attenzione ai diritti umani delle persone? - Anche una
sola vita di innocente soppressa rappresenta il fallimento di qualsiasi operazione di
intento "umanitario" - Anche i militari di leva sono persone: sono ragazzi di
vent'anni, sono figli nostri. I 10.000 soldati morti in Kosovo ed in Serbia vengono
commentati con un cinismo niente affatto umanitario. - Intanto le armi di Milosevich sono
intatte, e Milosevich adesso se la tira da capo di stato negoziatore della pace... - Anni
fa si era parlato di un filone di ricerca: le armi anti-armi, strumenti capaci di
neutralizzare le armi, immobilizzare un esercito senza uccidere ne' far male a nessuno.
Una simile tecnologia sarebbe uno strumento formidabile di lotta contro qualsiasi
tirannia, mafia, pulizia etnica...
ECONOMIA = GESTIONE DI RISORSE SCARSE. - L'apertura della frontiera spaziale
significherebbe quindi la fine dell'economia. - Infatti al concetto di risorse scarse si
sostituirebbe il concetto di risorse infinite. - Tuttavia sembra che questa visione sia
oggi condivisa da un numero molto esiguo di persone. - La recente campagna per le Elezioni
europee, centrata esclusivamente sulle persone, ha completamente snobbato il tema della
Frontiera Spaziale. Dimostrazione che il personale politico non e' all'altezza dei
compiti.
SINISTRA E DESTRA ERANO ESPRESSIONE DELLA DIVISIONE DELLA SOCIETA' IN CLASSI...
- La Rivoluzione Elettronica ha fatto, per l'emancipazione delle persone, molto piu' di
tutte le rivoluzioni socialiste messe insieme - La classe operaia e' pressoche' dissolta -
Molti tecnici sono diventati piccoli imprenditori, compiendo un salto formidabile di
emancipazione sociale - Gli operai restanti lavorano per commesse ed obiettivi - La
dialettica tra destra e sinistra e' obsoleta e non piu' propulsiva - Sarebbe giunto il
tempo di guardare in alto, ben oltre le nuvole....
LA DISOCCUPAZIONE E' DAVVERO IL PROBLEMA PIU' PRESSANTE? - Il modo di produzione
ripetitivo ed alienante e' finito insieme al taylorismo - Lavoro per vivere ed hobby sono
sempre piu' compenetrati - La creativita' individuale entra massicciamente nelle attivita'
umane a tutti i livelli - Il concetto stesso di orario di lavoro e' sempre piu' obsoleto -
Dotare milioni di micro-imprese dell'informazione necessaria e di strumenti per accedere
piu' facilmente al mercato e' il vero problema urgente
LO STATO DEVE AUTO-ESTINGUERSI IN QUANTO TEMPO?
- Meno Stato esattore e piu' Stato coordinatore, marketing manager delle competenze di
milioni di micro-imprese - Abolire i Ministeri, in favore di Imprese Etiche, produttrici
di prodotti indispensabili ma sinora non commerciabili - Abolire le Tasse generiche ed
opache, in favore di tasse tematiche, ampliando ed estendendo l'istituto dell'8 per mille
I TERRESTRI DEL COSIDDETTO TERZO MONDO SONO UN PESO O UN'OPPORTUNITA'? - La politica della
chiusura delle frontiere e' cinica e spietata. In un pianeta globalizzato gli emarginati
non potranno emanciparsi senza aiuto. - La politica assistenzialista e' lesiva della
dignita' di essere umani perfettamente capaci di imparare e di negoziare - Una seria
politica di formazione e' l'unica che permette la crescita dei fuori-mercato ed il loro
ingresso nel mercato - La nascita di nuovi mercati significa nuova ricchezza per tutti, in
un'ottica di mondo aperto
LA GLOBALIZZAZIONE FA CARTA STRACCIA DELLE COSTITUZIONI NAZIONALI
- E' necessaria una costituzione terrestre (magari evoluta dalla carta dei diritti umani
dell'ONU)? - Chi dovrebbe poi incaricarsi di farla applicare? - Dovrebbe applicarsi solo
ai paesi che vi aderissero? Questo significherebbe pero' lasciare mano libera a
comportamenti anti-umani nei paesi non aderenti? - L'apertura della frontiera spaziale
suggerirebbe la creazione di una Costituzione Umana, applicabile ovunque vi siano rapporti
umani... Adriano Autino Presidente di Tecnologie di Frontiera
e Co-Founder di Greater Earth Initiative. Alle seguenti riflessioni faccio seguire la
risposta che Luigi Granetto, curatore del Forum di Gnomiz, scrittore ed artista,
ha voluto aggiungere come postilla all'intervento di Autino e che a mio parere mettono
anch'esse in risalto le difficoltà che si possono trovare quando ci si muove appunto in
un territorio stupefacente qual è il nostro strano pianeta: Caro Autino, le tue
considerazioni sono come sempre troppo intelligenti e questo è il loro peggiore difetto.
Tutto ciò che proponi non tiene conto della lentezza con la quale i terrestri riescono a
differenziarsi. Le ultime elezioni dimostrano alcuni fatti che mi sembrano indicare una
certa difficoltà degli europei ad elaborare qualche idea innovativa. Se da una parte il
positivo ritorno allo spirito del liberalismo mi fa sperare in una progressiva decadenza
delle nefaste romanticherie tardo socialiste, dall'altra mi sembra che questa decadenza
potrebbe trascinarci tutti in quel conservatorismo suicida che tu tanto temi. I miei
"polpastrelli" ti suggeriscono di arricchire le tue "considerazioni"
con un po' di stupidità, dotarle insomma di un loro peso specifico che tenga conto di
alcuni fenomeni: realtà, interessi, resistenza socio-antropologica, capacità
dell'occidente di progredire nell'ignoranza. Indice
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DILBERT
IL RIVOLUZIONARIO Contro i soprusi del manager
"I lavoratori meno efficienti vengono sistematicamente trasferiti nelle posizioni
dove possono fare meno danni: diventano dirigenti!". Dirompente, eversivo,
rivoluzionario: è il Primo Principio di Dilbert e - con tutta la casistica multinazionale
che si porta dietro - sta infettando i sistemi immunitari di aziende grandi e piccole,
dagli Stati Uniti al Giappone.
E sì, ora che Marx è assai appannato, che Castro aspettando il papa
va a cena con Agnelli, l'unica vera resistenza al liberismo che globalizza il mondo, è
affidata a lui, un cartoon, a quest'ominopatata dalla testa cilindrica e la cravatta
regimental, partorito così nell'89, per riderci su con amici e colleghi, da Scott Adams,
ingegnere elettronico in cattività alla Pacific Bell, l'industriona statunitense di
comunicazione che lo costringeva a fare "lo pseudoingegnere rinchiuso in un
bugigattolo". Dilbert uscì dalla clandestinità solo nel'95, quando il suo creatore
capi che non ce la faceva proprio più a sopportare quell'atmosfera e le sue regole: ne
scappò a gambe levate e si mise in proprio. Lui & Dilbert.
Bella scommessa ...Vinta! Ora, da un suo personale e frequentatissimo
sito Internet (www.unitedmedia.com) con tanto di
email (scottadams@aol.com), da 1100 giornali di buon livello (dal Washington Post al Los
Angeles Time a Libération, fino a Linus in Italia), e da un libro che all'estero ha già
venduto due milioni di copie e che da noi sta uscendo per Garzanti (Il principio di
Dilbert, pagg. 322, lire 28.000), Dilbert spara fumetti e comandamenti, per vendicare
tutti coloro che proprio dall'Internazionale del New Capoufficio, sono frustrati, sviliti,
accantonati....
Alla berlina c'è un identikit ben preciso: il Capo,ma quello ottuso, vigliacchetto, tutto
cifre e poca testa. Quello che da solo - riesce a cretinizzare interi settori di lavoro, a
far perdere occasioni d'oro alla sua azienda, sempre sicuro che, tanto, la colpa
scivolerà su qualcun altro e che - insieme agli altri quadri - aderisce ciecamente al
secondo principio di Dilbert, un pentalogo semplice semplice che comincia così:
"Credete che tutto quello che non capite sia facile da fare?". Se si risponde
si, si è pronti per la scalata al ruolo di capo. C'è da dire che nel credo di Adams - e
di conseguenza nel comportamento del suo Dilbert - si parte dalla certezza che siamo tutti
idioti ("Se si mettono insieme tutte le assurde attività del management, le idiozie
si annullano a vicenda, producendo così tutti quei bei prodotti che desiderate
comprare") ma che alcuni, promossi ai vertici, combinano molti più danni di altri:
" Non è il mondo aziendale a farci tirar fuori tutta la nostra idiozia, ma è il
luogo dove la stupidità si nota di più".
Che, comunque, la banda Dilbert stia colpendo nel segno non ci sono
dubbi. Per il recensore del Wall StreetJournal è il miglior libro di management mai
letto, eTime va anche più in là: "Ogni grande calamità ha i suoi cantori. Per la
guerra di Troia, c'era Omero. Per la crisi del mondo aziendale ci sarà, ormai, Scott
Adams". Il merito non è solo di Adams, che smaltisce così quei suoi 17 anni neri
alla Pacific Bell, sotto il tacco di cretini, ma graduati. Ad affilare le armi del
quarantenne fumettaro, infatti, ci pensano seguaci di tutto il mondo che sempre attraverso
e-mail gli fanno arrivare in rete, soffiate fresche di giornata (300 al giorno, la media)
sulle scemenze appena sfornate in giro per uffici. Ci pensa, poi, Adams a selezionare,
mantecare, fondere e riambientare soffiate e veleni contro i manager del mondo, in
quell'unico ufficio fatto di tre quattro vignette a striscia, dove Dilbert soffre,
complotta e, talvolta, contrattacca.
Alcune situazioni sono veri paradossi, mapurtroppo credibilissimi: "Un'azienda aveva
deciso che, invece di aumenti, a fine anno avrebbe assegnato gratifiche se fossero stati
realizzati almeno cinque obiettivi sui sette da essa indicati. A fine anno gli impiegati
vennero informati che solo quattro degli obiettivi erano stati raggiunti. Perciò niente
gratifiche! Uno degli obiettivi falliti era: Tenere alto il morale degli impiegati."
Da questo rapporto costante tra Scott Adams, la sua Banda Dilbert e i 150.000 internauti
che ne sono diventati seguaci, non è scaturito solo un campionario sterminato di follie
d'azienda (che ha fatto definire Adams un sociologo della derisione), ma anche un
reliquiario per seguaci ricco di gadget in plastica o peluches, e persino, una dettagliata
iconologia che stupisce in un personaggio - seppur rivoluzionario - nato da poco. Quindi
la sua regimental sempre svolazzante verso l'alto? "Una metafora sulla sua mancanza
di controllo..." Il suo cubicolo da open space? Un modo per ricordare che, comunque,
"L'impiegato è spesso meno importante del mobilio che lo circonda: voi potete essere
licenziati, ma il vostro mobilio resta lì....."
"Non fate complimenti, vi chiederanno soldi"
UNA BUONA PAROLA per tutti ...Gran navigatore nelle assurdità dell'azienda moderna e di
tutte le sue trappole, Scott Adams e il suo Dilbert si divertono nel libro a segnalare
cautele e furbizie di sopravvivenza. Eccone alcune.
All'impiegato tipo, rampante: "Non fate l'errore di criticare apertamente i
colleghi....L'unica critica costruttiva è quella fatta dietro alle spalle della
gente".
Al manager che teme il top management: "Quando siete costretti a difendere il vostro
budget, ci sono due tecniche da tenere a mente: 1) mentire e 2) mentire. Sul fatto di
mentire, potreste provare qualche disagio morale. È una sensazione che sparirà per
sempre la prima volta che direte la verità, scoprendo così che il vostro budget è stato
spazzolato...."
All'ufficio gestione Opens Space; "L'unico inconveniente di un ufficio sistemato a
cubicoli è che alcuni impiegati sviluppano in quel loro microscopico possedimento un
sentimento casalingo
Ma questo rischio può essere eliminato grazie ad un nuovo
concetto, quello di lavoro. Si tratta di un sistema in cui i cubicoli vengono assegnati
ogni mattina agli impiegati, nell'ordine in cui si presentano".
Ai capi in genere: non fate complimenti ai sottoposti! Difatti: "L'apprezzamento
genera autostima e l'autostima genera irragionevoli richieste di denaro". Indice Pagina Indice Forum
From The Dunciad
O Muse! relate (for you can tell alone,
Wits have short memories, and dunces none)
relate, who first, who last resigned to rest;
Whose heads she partly, whose completely blessed;
What charms could faction, what ambition lull,
The venal quiet, and entrance the dull;
Till drowned was sense, and shame, and right, and wrong
O sing, and hush the nations with thy song!
In vain, in vain - the all-composing hour
Resistless falls: the Muse obeys the power.
She comes! she comes! The sable throne behold
Of Night primeval, and of Chaos old!
Before her, Fancy's gilded clouds decay,
And all its varying rainbows die away.
Wit shoots in vain its momentary fires,
The meteor drops, and in a flash expires.
As one by one, at dread Medea's strain,
The sickening stars fade off the ethereal plain;
As Argus' eyes by Hermes' wand opprest,
Closed one by one to everlasting rest;
Thus at her felt approach, and secret might,
Art after Art goes out, and all is night.
See skulking Truth to her old cavern fled,
Mountains of casuistry heaped o'er her head!
Philosophy, that leaned on Heaven before,
Shrinks to her second cause, and is no more.
Physic of Metaphysic begs defence,
And Metaphysic calls for aid on Sense!
See Mystery to Mathematics fly!
In vain! They gaze, turn giddy, rave, and die.
Religion blushing veils her sacred fires,
And unawares Morality expires.
Nor public flame, nor private, dares to shine;
Nor human spark is left, nor glimpse divine!
Lo! thy dread empire, CHAOS! is restored;
Light dies before thy uncreating word:
Thy hand, great anarch! lets the curtain fall;
And universal darkness buries all.
1741 Alexander Pope From The Dunciad
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