Nazionalsocialismo (Se volete cercare altri testi sull'argomento usate pure il
nostro spider) Dottrina politica del XX secolo, nota anche come nazismo, elaborata dal Partito nazionalsocialista tedesco; per alcuni aspetti ideologicamente affine al fascismo italiano, il nazionalsocialismo si radica nella tradizione militarista ed espansionista della Prussia, ha stretti legami con l'irrazionalismo di matrice romantica, e, a differenza di altre forme di totalitarismo, si ispira alle dottrine sulla superiorità biologica e culturale della razza ariana formulate da Houston Stewart Chamberlain e da Alfred Rosenberg. Il primo dopoguerra L'ascesa del movimento nazionalsocialista trasse forte impulso dallo scontento che si diffuse fra i tedeschi alla fine della prima guerra mondiale; ritenuta la principale responsabile del conflitto, la Germania dovette infatti accettare le vessatorie condizioni del trattato di Versailles, ed entrò in un cupo periodo di depressione economica, segnato da un'inarrestabile inflazione e da una vasta disoccupazione. Finanziata dagli ambienti militari, la formazione politica guidata da Adolf Hitler assunse nel 1920 la denominazione di Partito nazionalsocialista tedesco dei lavoratori (NSDAP), si dotò di un braccio armato, le SA, organizzato da Ernst Röhm allo scopo di interrompere con la violenza le riunioni degli altri partiti e dei sindacati, e di perseguitare le famiglie di origine ebraica. Hitler formulò un programma d'azione antidemocratica, imperniato sul nazionalismo e sull'antisemitismo, e nel 1923 dotò il partito di un'efficace strumento di propaganda, il quotidiano " Völkischer Beobachter" (L'osservatore nazionale), e di un simbolo ufficiale, una croce uncinata nera, inscritta in un cerchio bianco su campo rosso: la svastica. Nello stesso anno concentrò l'azione politica contro il Partito comunista tedesco, e tentò un colpo di stato (il putsch di Monaco), per rovesciare il governo bavarese. Il tentativo fallì e Hitler fu condannato a cinque anni di carcere; durante la detenzione, che in realtà durò meno di un anno, scrisse la prima parte di Mein Kampf (La mia battaglia), l'opera in cui riassunse i capisaldi dell'ideologia nazista ed espose il proprio progetto di conquista dell'Europa. Una volta rilasciato, riorganizzò il partito, creò il corpo armato delle SS (Schutz-Staffeln, squadre di difesa), diretto da Heinrich Himmler, e l'ufficio di propaganda, che fu affidato a Joseph Göbbels. Nel 1929, l'anno della grande crisi seguita al crollo di Wall Street, Hitler iniziò a riscuotere i favori di parte dei grandi capitalisti tedeschi, e ingenti somme di denaro cominciarono a confluire nelle casse del partito nazista. Il NSDAP al parlamento Appoggiato anche dalle classi medie, dai piccoli proprietari in crisi e dai disoccupati colpiti dalla grande depressione economica, il partito nazista conquistò la maggioranza relativa nelle elezioni del 1932; un anno dopo Hitler ottenne il cancellierato e, da quel momento, la Germania s'avviò verso la dittatura. I poteri del parlamento furono assorbiti dal governo, fu eliminata con violenza l'opposizione interna ed esterna, e il partito nazionalsocialista divenne l'unica organizzazione politica legale. Nel 1933, allo scopo di eliminare i dissenzienti, venne istituita la Geheime Staatpolizei (Polizia segreta di stato), nota come Gestapo, svincolata da ogni controllo legale e soggetta solo al proprio comandante, Himmler. Il nuovo ordine Soppressi gli avversari politici e i diritti costituzionali e civili, il regime affrontò la crisi occupazionale, pianificando una ristrutturazione industriale e agricola dell'intero paese, eludendo le restrizioni del trattato di Versailles, abolendo le cooperative e cooptando le organizzazioni sindacali sotto il controllo dello stato. Il nazismo e il suo tempo Grazie al "nuovo ordine" la Germania hitleriana uscì dalla crisi, venne creata un'efficiente macchina da guerra, le sorti dell'alta finanza e della grande industria nazionale furono risollevate e fu inaugurata una nefasta stagione di poltica estera, condotta all'insegna dell'aggressività. Fu rimilitarizzata la Renania, si formò l'Asse Roma-Berlino (1936) (Vedi potenze dell'Asse) e l'Austria venne annessa con un colpo di mano (1938). Infine, l'invasione della Polonia (1° settembre 1939) fece scoppiare la seconda guerra mondiale. Nella prima fase del conflitto la Germania sembrò avere la meglio; Hitler e i suoi uomini diedero allora il via alla cosiddetta "soluzione finale", organizzando la deportazione e l'eliminazione di quasi sei milioni di ebrei (Vedi Olocausto), che furono prima rinchiusi e poi sterminati nei campi di concentramento. Al termine della guerra, la più sanguinaria e distruttrice della storia, la Germania si ritrovò sconfitta, semidistrutta, impoverita, e divisa in due parti. Un tribunale militare internazionale processò a Norimberga i capi nazisti sopravvissuti (Vedi Processi ai crimini di guerra; Crimini contro l'umanità), mentre gli Alleati organizzarono il cosiddetto "processo di denazificazione" del paese. Ancora oggi, nella Germania riunificata esistono tuttavia, sia pure illegalmente, alcune piccole formazioni neonaziste che predicano l'odio razziale e l'antisemitismo, talvolta commettendo atti di violenza ai danni soprattutto degli immigrati. Neonazisti (Se volete cercare altri testi sull'argomento usate pure il nostro spider) Neonazisti, al seguito della bandiera imperiale, eseguono il saluto a Hitler durante una marcia svoltasi nel 1991 in Germania in commemorazione del 53° anniversario del pogrom del Terzo Reich contro gli ebrei. Questi manifestanti rappresentano la piccola percentuale della popolazione tedesca che tuttora abbraccia il nazionalsocialismo, comunemente noto come nazismo, il sistema politico con il quale Adolf Hitler governò la Germania dal 1933 al 1945. Antisemitismo (Se volete cercare altri testi sull'argomento usate pure il nostro spider)
Avversione nei confronti degli
ebrei che si traduce in forme di discriminazione e di persecuzione, spesso cruenta e
culminata nel corso della seconda guerra mondiale nello sterminio di milioni di persone.
Il termine fu coniato intorno al 1879 per designare l'ideologia e l'atteggiamento
persecutorio nei confronti degli ebrei. Radici storiche delle persecuzioni antisemite nell'Europa occidentale Pur essendo attestato già nel mondo greco e romano, l'antisemitismo si diffuse con il
cristianesimo. Dal IV secolo la discriminazione nei confronti degli ebrei, considerati dai
cristiani responsabili della morte di Cristo, divenne universale e sistematica. Ai tempi
delle Crociate (1096-1270) gli ebrei furono massacrati a migliaia, segregati in ghetti,
obbligati a portare segni di riconoscimento e furono loro vietate numerose attività
commerciali. Nel XVIII e XIX secolo, in seguito alla Rivoluzione francese e
all'Illuminismo, con la progressiva separazione fra Chiesa e stato e con la nascita dei
moderni stati nazionali, la persecuzione religiosa ed economica diminuì sensibilmente:
gli ebrei infatti vennero gradualmente integrati nel sistema politico ed economico. La persecuzione nell'Europa orientale: i pogrom A differenza di quanto avvenne nell'Europa occidentale, in quella orientale il processo
di emancipazione degli ebrei non ebbe mai luogo. In Russia, ad esempio, ancora nel XIX
secolo furono adottate misure restrittive volte a impedire loro l'acquisizione di
proprietà terriere e a limitare il loro accesso all'istruzione superiore. La persecuzione
culminò in una serie di massacri collettivi, noti come pogrom, che iniziarono nel 1881 e
che coinvolsero circa 600 villaggi e città. Il più feroce di tali massacri si verificò
nel 1906 in seguito al fallimento della prima Rivoluzione russa (1905). Gli storici
convengono sul fatto che i pogrom furono il risultato di una deliberata politica del
governo, che preferì volgere al fanatismo religioso il malcontento degli operai e dei
contadini russi. A tal fine si ricorse persino a un nuovo tipo di propaganda di massa, che
consisteva nella pubblicazione di documenti falsi: i Protocolli degli Anziani di Sion, ad
esempio, avevano la pretesa di rivelare i particolari di una presunta cospirazione
internazionale degli ebrei per dominare il mondo. Queste pubblicazioni, che risalgono al
1905 e che contenevano informazioni del tutto false e fantasiose, furono usate anche
durante il pogrom successivo alla rivoluzione del 1917, in cui vi furono centinaia di
migliaia di vittime. L'antisemitismo, che nel periodo fra la prima e la seconda guerra mondiale aveva
continuato a essere in Europa un sentimento diffuso, ancorché non organizzato, esplose
nella Germania degli anni Trenta sotto il regime nazista guidato da Adolf Hitler.
L'antisemitismo nazista culminò nello sterminio degli ebrei che vivevano nei territori
occupati dai tedeschi tra il 1939 e il 1944 (la "soluzione finale" che gli ebrei
chiamarono Shoa, sterminio, e per la quale è invalso anche il termine Olocausto). Alla
fine della guerra circa sei milioni di ebrei (i due terzi dell'intera popolazione ebraica
residente in Europa) erano stati uccisi nei campi di concentramento e nei campi di
sterminio. L'antisemitismo nel dopoguerra (Se volete cercare altri testi sull'argomento usate pure il nostro spider) La Chiesa cattolica ha condannato l'antisemitismo e ha cercato di rimuoverne le basi
religiose: nel Concilio Vaticano II (1962-65) infatti fu ufficialmente negata la
responsabilità degli ebrei nella morte di Cristo e fu duramente condannato il regime
nazista. Dalla fine degli anni Sessanta in poi, piccoli gruppi neonazisti hanno continuato
a fare propaganda antisemita in Europa e negli Stati Uniti d'America. Anche in America
latina, rifugio di molti nazisti fuggiti alla fine della guerra, si sono verificati
episodi antisemiti, come, ad esempio, dopo la cattura del criminale nazista Adolf
Eichmann, avvenuta in Argentina nel 1960 da parte dei servizi segreti israeliani.
Trasportato a Gerusalemme, Eichmann fu comunque processato per crimini contro gli ebrei,
imprigionato e successivamente impiccato nel 1962. Durante la seconda guerra mondiale i nazisti imprigionarono circa otto milioni di
persone, quasi tutti ebrei europei, in una ventina di campi di concentramento. Alla fine
della guerra, i morti per fucilazione, fame, in conseguenza di esperimenti
medico-scientifici e per asfissia nelle camere a gas furono stimati in sei milioni. I
sopravvissuti, trovati dagli alleati nei campi abbandonati dai tedeschi, erano denutriti e
stremati, quando non gravemente ammalati. In English ANTI-SEMITISM. Pre-World War II Persecution of German Jews The Aryanization of Businesses
The Night of Broken Glass The proclaimed objective of the Nazi regime was Jewish emigration. In November 1938,
following the assassination of a German diplomat in Paris by a young Jew, all synagogues
in Germany were set on fire, windows of Jewish shops were smashed, and thousands of Jews
were arrested. This Night of Broken Glass (Kristallnacht) was a signal to Jews
in Germany and Austria to leave as soon as possible. Several hundred thousand people were
able to find refuge in other countries, but a similar number, including many who were old
or poor, stayed to face an uncertain fate. The Occupation of Poland When World War II began in September 1939, the German army occupied the western half of
Poland and thereby added almost 2 million Jews to the German power sphere. Restrictions
placed on Polish Jewry were much harsher than those in Germany. The Polish Jews were
forced to move into ghettos surrounded by walls and barbed wire. The ghettos were like
captive city-states. Each ghetto had a Jewish council that was responsible for housing,
sanitation, and production. Food and coal were to be shipped in and manufactured products
sent out. The food supply allowed by the Germans, however, consisted mainly of grains and
such vegetables as turnips, carrots, and beets. In the Warsaw ghetto, the official ration
provided barely 1200 calories to each inhabitant. Some black-market food, smuggled into
the ghettos, was sold at high prices, but unemployment and poverty were widespread.
Housing was overcrowded, with six to seven people to a room, and typhus was common. Invasion of the USSR At the time of ghettoization in Poland, a drastic undertaking was launched farther to
the east. In June 1941, German armies invaded the Union of Soviet Socialist Republics
(USSR), and at the same time the Reich Security Main Officean agency of the police
and the Nazi party guard, known as the SSdispatched 3000 men in special units to
newly occupied Soviet territories to kill all Jews on the spot. These mobile detachments,
known as Einsatzgruppen (action squads), were soon engaged in incessant shootings. The
massacres usually took place in ditches or ravines near cities and towns. Occasionally,
they were witnessed by soldiers or local residents. Before long, rumors of the killings
were heard in several capitals of the world. The Final Solution A month after the beginning of mobile operations in the occupied USSR, the second in command of Nazi Germany, Hermann Goring, sent a directive to the chief of the Reich Security Main Office, Reinhard Heydrich, charging him with the task of organizing a final solution to the Jewish question in all of German-dominated Europe. By September 1941, the Jews of Germany were forced to wear badges or armbands marked wth a yellow star. In the following months, tens of thousands were deported to ghettos in Poland and to cities wrested from the USSR. Even as that movement was under way, the stage was set for another innovation: the death camp. CONCENTRATION CAMP. Camps equipped with facilities for gassing people were erected on the soil of occupied
Poland. Most prospective victims were to be deported to these killing centers from ghettos
nearby. From the Warsaw ghetto alone, more than 300,000 were removed. The first transports
were usually filled with women, children, or older men, who could not work; Jews capable
of labor were retained in shops or plants, but they too were eventually killed. The
heaviest deportations occurred in the summer and fall of 1942. The destinations of the
transports were not disclosed to the Jewish communities, but reports of mass deaths
eventually reached the surviving Jews, as well as the governments of the United States and
Great Britain. In April 1943, the 65,000 remaining Jews of Warsaw offered resistance to
German police who entered the ghetto in a final roundup. The battle was fought for three
weeks. Deportations Throughout Europe, the deportations generated a host of political and administrative
problems. In Germany itself, extensive discussions were held about the Mischlinge, and
eventually they were exempted. In countries allied with Germany, such as the satellite
states of Slovakia and Croatia, diplomatic negotiations were conducted to bring about
deportations. The government of Vichy France, which had already extended its anti-Semitic
laws, began imprisoning Jews before Germany's request to do so. The Italian Fascist
government refused to cooperate with Nazi Germany until after Italy was occupied by German
forces in September 1943, and the Hungarian government was similarly reluctant to give up
its Jews until after German troops entered Hungary in March 1944. Although the Romanian
government had been responsible for several large-scale massacres of Jews in the occupied
USSR, Romania also declined to deliver its Jews to the Germans. In occupied Denmark, Danes
from all walks of life resolved to save that country's Jews from certain death, ferrying
thousands of them in small boats to neutral Sweden. The Death Camps The arrival points in Poland were Kulmhof (Chelmno), Belzec, Sobibor, Treblinka, Lublin
(Maydanek), and Auschwitz (Oßwiécim). Kulmhof, northwest of the Lódz ghetto, was
supplied with gas vans, and its death toll was 150,000. Belzec had carbon monoxide gas
chambers in which 600,000 Jews, mostly from the populous Galician area, were killed.
Sobibor's gas chambers accounted for 250,000 dead and Treblinka's for 700,000 to 800,000.
At Lublin, some 50,000 were gassed or shot; in Auschwitz, the Jewish dead totaled more
than 1 million. Results of the Holocaust When the war ended, millions of Jews, Slavs, Gypsies, homosexuals, Jehovah's Witnesses,
Communists, and others targeted by the Nazis, had died in the Holocaust. The Jewish dead
numbered more than 5 million: about 3 million in killing centers and other camps, 1.4
million in shooting operations, and more than 600,000 in ghettos. (Traditional estimates
are closer to 6 million.) Heavy pressure was placed on the victorious powers to establish
a permanent haven in Palestine for Jewish survivors. The establishment of Israel three
years after Germany's defeat was thus an aftereffect of the Holocaust. Western Camps Modern concentration camps appeared at the end of the 19th century. The Spaniards used
them in Cuba during the Spanish-American War (1898), and the British established them for
thousands of women and children during the Boer War (1899-1902) in South Africa. In the
West camps have been created several times during periods of war and national emergency.
In France the government committed Spanish Republican refugees to reception centers in
1938 and added Jewish and other anti-Nazi refugees the following year. In Great Britain
the government used Defense Regulation 18B in 1939 to send potentially disloyal citizens
and refugees from enemy countries to internment camps. In the U.S., Executive Orders 9066
and 9102, later upheld by the Supreme Court, empowered the military to transport 70,000
U.S. citizens of Japanese descent and 42,000 Japanese resident aliens from the West Coast
to relocation centers in the interior. Soviet Camps In Russia the Bolsheviks established concentration camps for suspected
counterrevolutionaries in 1918. During the 1920s, class enemies and criminals
were confined in the Northern Special Purpose Camps on the Solovetskiye Islands in the
White Sea and near Arkhangelsk on the mainland. In the 1930s and '40s, a system of
corrective labor camps covered most of the Soviet Union and received millions of prisoners
in successive waves of mass arrests: independent farmers (kulaks); victims of the great
purges; populations deported from the Polish and Baltic territories annexed in 1939;
groups such as the Volga Germans considered potentially disloyal during World War II; Axis
prisoners of war; and Russians returning from German captivity. After the death of Joseph
Stalin (1953), when many inmates received amnesty and were released, the camps continued
on a smaller scale. Nazi Camps In Germany, the Nazis established concentration camps almost immediately after assuming
power on January 30, 1933. A decree in February removed the constitutional protection
against arbitrary arrest. The security police had the authority to arrest anyone and to
commit that person to a camp for an indefinite period. The political police, known as the
Gestapo, imposed protective custody on a wide variety of political opponents:
Communists, socialists, religious dissenters, Jehovah's Witnesses, and Jews. The criminal
police, known as the Kripo, imposed preventive arrest on professional
criminals and numerous groups of so-called asocials: Gypsies, homosexuals, prostitutes,
and shirkers. The SS (Schutzstaffel, or protective units) operated the camps with brutal
military discipline. During the 1930s six major camps were established: Dachau,
Sachsenhausen, Buchenwald, Flossenbürg, Mauthausen, and, for women, Ravensbrück. In 1939
these camps held about 25,000 prisoners. During World War II the camps increased in size
and number. Important new ones included Auschwitz-Birkenau, Natzweiler, Neuengamme, Gross
Rosen, Stutthof, Lublin-Maidanek, Hinzert, Vught, Dora, and Bergen-Belsen. Millions of
prisoners entered these camps from every occupied country of Europe: Jews, partisans,
Soviet prisoners of war, and impressed foreign laborers. Early in 1942 the SS Central
Office for Economy and Administration (Wirtschafts-Verwaltungehauptamt, or WVHA) assumed
operational control of the concentration camps, and inmates were exploited as forced
laborers in industrial production. In addition to the central camps, the WVHA operated
hundreds of subsidiary camps, and local offices of the security police in the occupied
territories maintained large numbers of forced labor camps. Inmates were worked to death
in industries such as the I. G. Farben chemical works and the V-2 rocket factories. Those
no longer able to work were killed by gassing, shooting, or fatal injections. Inmates were
also used for medical experiments. Early in 1945 the camp population exceeded
700,000. Other Camps Since World War II numerous repressive regimes have established concentration camps.
Thus, Communist regimes in Asia have used reeducation camps to detain vast numbers of men,
women, and children. In the 1950s the British established emergency detention camps in
Kenya; in the 1960s the government of Indonesia placed opponents in island camps; and in
the 1970s the military regime in Argentina operated secret detention camps. "Holocaust," Microsoft (R) Encarta. Copyright (c) 1994 Microsoft Corporation. Copyright (c) 1994 Funk & Wagnall's Corporation. Enciclopedia Microsoft(R) Encarta(R) 98. (c) 1993-1997 Microsoft Corporation. Tutti i diritti riservati. |
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