RIFLESSIONI DEI CITTADINI DI BRESCIA (E non Solo!)

Sponsored Links and Publicity


 

centraleturbogasbs.jpg (49709 byte)

Turchese_e_grigio.gif (1558 byte)

Diamante_rosso7253.gif (591 byte)  HOME PAGE   Diamante_rosso7253.gif (591 byte)  DAIMON NEWS    Diamante_rosso7253.gif (591 byte)  OUR SPONSORS   Diamante_rosso7253.gif (591 byte)  NO PROFIT SECTION


COMITATO PER L'AMBIENTE E IL RISPARMIO ENERGETICO DI BRESCIA


Il Resto del Carlino REGGIO 31 gennaio 2006
 

Intervista a Walter Canapini, presidente nazionale di Greenpeace: “Asm Brescia è la meno europea delle soluzioni, ha tantissime infrazioni UE a carico”
 

Non alleiamoci con il simbolo degli inceneritori
 

“I sindaci dovrebbero schierarsi per una diversa politica senza forni. Sarà una scelta anche conveniente”

“Alleanza con Brescia? Noi reggiani non ne abbiamo avuto abbastanza del caso Bipop? E soprattutto, scherzi a parte, i sindaci dovrebbero schierarsi con coraggio per una diversa politica senza inceneritori. Sarà una scelta conveniente>>. Non ha peli sulla lingua Walter Canapini, reggiano presidente di Greenpeace, esperto d’ambiente a livello internazionale.

Che cosa ne pensa della quotazione in borsa di Enia? <<Non mi piacciono tutte queste operazioni finanziarie, che generano indebitamenti enormi di centinaia di milioni di euro, come quelli per acquistare quote Edison. Indebitamenti pagati dai cittadini visto che Enia in maggioranza è pubblica. Stiamo parlando di servizi pubblici locali, alla gente non importano disegni finanziari peraltro privi di progetti industriali avanzati>>.

Perché Enia non dovrebbe allearsi con Brescia? <<Asm Brescia è il simbolo degli inceneritori, la meno europea delle soluzioni. È l’intero “sistema Brescia” che non sostiene la raccolta differenziata, il riciclaggio, il riutilizzo, mentre appare a favore di inceneritori e discariche. Hanno tantissime infrazioni Ue a carico>>.

Perché parla di “sistema Brescia”? <<Perché e bresciana la Omb spa, principale costruttrice dei mega cassonetti stradali dove finisce di tutto. È bresciana la  Earchimede, presso il cui settore ambientale opera Pier Lamberto Capra, figlio del presidente Asm spa Renzo Capra. Earchimede ha svolto consulenze in Italia, dando una valutazione negativa a Venezia della raccolta differenziata, mentre a Torino si sono occupati degli studi sulla localizzazione del nuovo inceneritore>>.

Il sindaco di Parma Elvio Ubaldi, i DS, Tarcisio Zobbi dell’Udc, la Cna dicono che non ci sono alternative all’incenerimento. <<Negano la realtà dell’Europa e di altre esperienze italiane. L’alternativa è la raccolta differenziata “porta a porta”, il riutilizzo, la riduzione alla fonte, con risparmi sulle tariffe e vantaggi economici. Ma questo non si fa andando in borsa o alleandosi con Asm Brescia>>.

Come è vista l’Italia in Europa sul tema rifiuti? <<In Italia e a Reggio rispetto all’Europa siamo, come dice Beppe Grillo “in leggera controtendenza”. Un mese fa all’Italia sono arrivate altre infrazioni sul tema dei rifiuti. La Commissione Europea già con il Commissario Loyola De Palacio ha stroncato i cosiddetti “certificati verdi” dati dal ministro Mattioli agli inceneritori. A luglio è arrivata un’inflazione comunitaria perché si distribuiscono incentivi per produrre energia bruciando rifiuti inorganici, spacciandoli come “fonti alternative”. E in Austria, Danimarca, Belgio tassano pesantemente l’incenerimento, non lo incentivano>>.

Matteo Incerti


IL FREDDO GIUSTIFICA UNA NUOVA CENTRALE?

Leggiamo sui giornali, in occasione delle prime giornate fredde della stagione - articoli e interviste al presidente dell'azienda Asm Brescia Spa, nelle quali si paventa il rischio di non poter far fronte alle richieste termiche della città nel periodo invernale, se dovesse perdurare il clima molto rigido verificatosi negli ultimi giorni, a cavallo di fine
2005. Per la verità la stessa cosa si è già verificata 5 anni fa, guarda caso quando si trattò di muovere le acque per forzare la costruzione della terza linea dell'inceneritore: Non bastava aver realizzato - contro la pianificazione provinciale che ha valore di Legge - un impianto di potenza doppia rispetto ai fabbisogni dell'ambito territoriale; anche allora l'azienda iniziò una campagna mediatica finalizzata a sostenere il rischio di mancata copertura del fabbisogno di calore della città. Allora fu istituita una commissione comunale, di 4 esperti, di cui due dell'azienda proponente per imparzialità, che in uno studio consegnato al settore ambiente ed ecologla, tra le altre cose furono falsati i dati sui «gradi giorno» (che esprimono indirettamente il fabbisogno di calore per riscaldamento e sono stabiliti da apposite norme) incrementandoli a Brescia del 10%, incrementarono poi il fabbisogno Mensile del 25% per «margine di sicurezza», e così giustificarono «scientificamente» la necessità di 50 MWt termici aggiuntivi che sarebbero stati forniti proprio dalla
terza linea dell'inceneritore. Peccato, però che gli stessi autori riconoscessero che già allora si creava una situazione imbarazzante: nel periodo caldo si otteneva un surplus di calore rispetto a quanto richiesto dalla città del 575%! Bel risultato di risparmio energetico!
Non solo: ancora prima di realizzare la terza linea, in condizioni di progetto (T esterna di - 7°C) si aveva un surplus
di potenza termica disponibile del 42%! La storia ora si ripete sul progetto di realizzazione di una nuova centrale turbogas da 400 MW, che dovrebbe sostituire il modulo 1 e 2 di Lamarmora realizzati nel 1978 e 1981, per complessivi 63 MWE, ma che funzionando poche settimane all'anno sono poco lucrosi dato che forniscono una quantità di energia elettrica molto inferiore.
La motivazione fondamentale portata da Asm a sostegno della necessità dell'impianto con una potenza elettrica molto superiore a quella attuale è il fabbisogno termico della città, in considerazione del prevedibile incremento delle volumetrie da servire nei prossimi anni. In realtà, sulla base dei dati di Asm stessa, risulta che l'energia termica erogata non è affatto aumentata nell'ultimo quinquennio ma rimane costante. Dagli stessi dati si scopre anche che l'energia dissipata lungo la rete di distribuzione è andata crescendo negli anni, fino a diventare il 16% del totale, e che l'energia distribuita per Km di doppia tubazione, è scesa del 14% nel quinquennio.
Che significano questi dati? Che il teleriscaldamento è un'enorme voragine che spreca energia nel corso dell'anno e che è
assurdo pretendere di espanderlo ulteriormente a comuni come ad esempio Bovezzo e Concesio che sono molto lontani dalle caldaie, con una conseguente enorme dispersione di calore.
Inoltre questo sistema è un forte disencentivo alla introduzione di politiche serie di risparmio energetico (come l'inceneritore è un disincentivo poderoso alla raccolta differenziata sulla quale Brescia è al palo!)
Se l'ing. Capra & C. avessero in considerazione il risparmio energetico dovrebbero ammettere che il «repowering» o meglio, la nuova centrale di Lamarmora non servirebbe affatto, e che, stando ai dati di emissione di una simile centrale verrebbero
immessi (aggiunti e non sostituiti) nell'aria di Brescia enormi quanntità di inquinanti durante tutto l'anno e non solo quando fa freddo.
Al di là delle fughe in avanti sollecitate dal business energetico di Asm Brescia Spa, la questione deve essere affrontata con la partecipazione dei cittadini e portatori di interessi comuni, però a partire dalla sostituzione di una centrale o sua riqualificazione a pari potenza e con la sostituzione dei combustibili inquinanti con metano (come peraltro richiesto perentoriamente dal Giudizio di compatibilità ambientale del 3.06.05 del Ministero dell'ambiente in merito alla terza linea dell'inceneritore).
Parallelamente, medesimo impegno sugli indirizzi energetici del Comune di Brescia nei prossimi anni, al fine di dare attuazione dal basso al protocollo di Kyoto, ma senza condizionamenti aziendali.
Vi sono già molte esperienze in proposito: risparmio energetico spinto e regolamenti edilizi orientati in tal senso; utilizzo dell'energia solare anche con teleriscaldamento su piccola scala, nei nuovi quartieri; promozione della generazione/cogenerazione distribuita con piccoli impianti.
In Germania le fonti rinnovabili hanno superato in potenza installata l'energia nucleare e danno lavoro a 150.000 persone.
Si tratta di scegliere dove allocare la ricchezza.
Celestino Panizza Massimo Cerani
Comitato contro Centrale Turbogas e per il Risparmio Energetico Brescia 
www.ambientebrescia.it


Lettera al Direttore del Bresciaoggi 4 aprile 2005

ASM CHE DELUSIONE

CARO DIRETTORE la maggioranza di questo consiglio comunale, che ho contribuito ad eleggere, ha tradito un'altro impegno elettorale, stanno cedendo il controllo dell'ex municipalizzata, perché di questo alla fine si tratterà, come se stessero inaugurando l'ennesima mostra. Di promesse elettorali ne abbiano sentite di tutti i colori, su questo terreno non ci si scandalizza più di nulla, ma questa giunta non ha nemmeno il coraggio e la decenza di muoversi alla luce del sole.
Un pezzo rilevante del patrimonio comunale diventa monopolio privato, e perché? Perché lo vuole il mercato. Vorrà dire che la prossima volta candideremo il "mercato" a sindaco di Brescia.
Molte leve che muovono le politiche comunali, territoriali e sociali stanno in questa azienda, perderne il controllo significa castrarsi la possibilità di incentivare e orientare lo sviluppo, di controllare appalti e lavori, di interfacciarsi amichevolmente con i cittadini, di prevenire sorprese ambientali; resteranno soltanto i dividendi....forse!
Questo significa lavarsene le mani e rinunciare al proprio ruolo istituzionale. A cosa servono gli amministratori se le scelte sono obbligate? Perché abbiamo votato questa giunta se fa le stesse cose che farebbe la destra? Oggi il profitto è considerato dogmaticamente il motore di tutte le attività umane. Che si tratti di costruire automobili, erogare servizi o curare malati, la ricetta è sempre la stessa: al privato la libertà di guadagnare e alla collettività l'obbligo di sostenere i costi sociali, ambientali e infrastrutturali. Con questa logica Bresciatrasporti è rimasta in groppa al comune, mentre gli introiti del termoutilizzatore diventano guadagno facile per i soliti noti.
Solo su una cosa hanno ragione per diventare un gestore nazionale dell'energia bisogna diventare grandi, ma questo a chi serve? Ai bresciani basta un'azienda sana, efficiente, che eroghi servizi di qualità, come potrebbe fare l'Asm. (E non un'azienda che macini utili in quantità per i soliti furbetti. N.D.R.)
So che stare sul mercato oggi non è facile, trovare alleanze con altre realtà pubbliche costa impegno ed umiltà, ma questi politici non ci hanno nemmeno provato, si sono allineati come bravi soldatini alle decisioni dei manager!
Che delusione!!!!!

Giuseppe Chiappi


L'inceneritore di Reggio Emilia e le Nanopolveri

Martedì e mercoledì scorso, nel corso dei due spettacoli al Palapanini di Modena è intervenuto Stefano Montanari, il ricercatore modenese che, insieme con la moglie Antonietta Gatti, ha studiato gli effetti sull'organismo delle particelle inorganiche prodotte da tutti i tipi di combustione, dalle bombe all'uranio impoverito alle centrali elettriche ad oli pesanti e a carbone cosiddetto pulito, dai motori d'automobile con gli pseudofiltri antiparticolato fino agli inceneritori costruiti secondo le BAT (Best Available Technologies, vale a dire le migliori tecnologie disponibili).
La scoperta è che quelle particelle sono capaci di entrare con grande facilità nell'organismo, fino al nucleo delle cellule, e di provocare tutta una serie di malattie, alcune forme di cancro comprese, senza che esistano meccanismi biologici capaci di eliminarle. E più queste sono piccole, più penetrano e più guai fanno.
Gli inceneritori producono quantità immense di questa roba, trasformando rifiuti grossolani e puzzolenti, ma non dannosi, in oggettini micidiali. Il trucco sta nell'innalzare la temperatura d'esercizio dell'impianto in modo da produrre particelle così piccole da sfuggire alle centraline di controllo (quelle arrivano a vedere le particelle di 10 micron e gli inceneritori moderni fanno polveri molto più fini) e da far sembrare l'aria pulita, quando, invece, è piena di sozzura molto più aggressiva per la salute che non le vecchie PM10.
A Reggio Emilia, il Comune ha deciso di costruire un altro inceneritore oltre a quello che esiste già e, nonostante le richieste dei cittadini, rifiutava di ascoltare i risultati dei ricercatori modenesi (i quali lavorano, tra l'altro, a New York sui sopravvissuti al crollo dell' 11 settembre, e in Bosnia ed Iraq sui militari ammalati di Sindrome del Golfo e dei Balcani, e sono anche stati anche a riferire delle loro ricerche alla Camera dei Lords di Londra).
Cosi sono state raccolte 800 firme, per statuto più che sufficienti per far parlare Montanari in consiglio comunale, e mercoledì a mezzogiorno siamo andati ìn municipio a consegnarle al sindaco il quale, un po' imbarazzato, davanti ad un sacco di gente ha ascoltato la spiegazione del perché, tra tutte le maniere di liberarsi dei rifiuti, l'incenerimento è quello che non regge dal punto di vista scientifico.
Sempre per statuto il comune ha 30 giorni di tempo per invitare Montanari a riferire in consiglio.
Tutti gli studi sono eseguiti con un microscopio particolare e molto costoso che i due ricercatori rischiano di vedersi tolto dopo la pubblicazione delle loro analisi.
E allora bisogna dargliene un altro. Per ora, l'incasso di una delle due mie serate è andato per intero in conto acquisto dell'apparecchio. Poi, vedremo. www.beppegrillo.it


Ieri mattina irruzione pacifica in municipio. Il comico è sceso in piazza con i comitati. di Linda Pigozzi  Nanopolveri e inceneritore.

Ironico e provocatorio, Beppe Grillo ha fatto irruzione ieri mattina Comune. Il comico genovese stringeva in una mano il «Breviario di don CamIIlo», nell'altra le ottocento firme di cittadini che permettevano al dottor Stefano Montanari - lo scienziato che studia gli effetti delle nanopolveri - di esporre al sindaco Delrio le scoperte sugli effetti nocivi dell'inquinamento. Tra battute al vetriolo condite a serissime riflessioni, Grillo si è fatto megafono per i comitati per la tutela della salute che da tempo portano avanti un secco no alla costruzione del nuovo inceneritore.
«La scienza è più avanti della politica» ha buttato lì, il comico, dopo che l'amico scienziato Montanari aveva esposto le teorie. Preoccupanti. Perché, da quanto accertato dal ricercatore, il particolato prodotto dalla combustione è dannoso per la salute. «Si deve arrivare a produrre per usare e non per consumare - ha polemizzato Grillo - e bisogna puntare sul riutilizzo più che sul riciclaggio. Gli inceneritori non solo sono dannosissimi, ma il loro bilancio energetico è passivo, poiché producono meno eneria di quella che consumano. Perché, poi, si vuole l'alleanza di Enìa con Asm di Brescia
che è il simbolo degli incerieritori, avendo costruito il più grande impianto d'Europa».
Poi, per concludere, la stoccatina al prima cittadino. «Sindaco, lei sembra una brava persona ed è anche un ricercatore, io quasi un ricercato, dica ai cittadini se vuole il mega inceneritore?».
Non si è fatto in alcun modo «travolgere» dalla verve del comico, Graziano Delrio. «Ci siamo impegnati - ha detto il sindaco - in un programma che punta sulla raccolta differenziata e su una politica di riduzione alla fonte dei rifiuti. Il nuovo inceneritore (che dovrebbe sorgere nell'area di Gavassa o Mancasale, ndr) non sarà un mega impianto.
La strada che abbiamo intrapreso per lo smaltimento dei rifiuti è un'altra e la vera sfida è cambiare la mentalità della gente».
Sull'argomento è intervenuto anche Franco Colosimo, consigliere della Margherita «Da tempo ho sostenuto la necessità di politiche alternative all'incenerimento».


Brescia Il Caso Termovalorizzatore presto in Comune, dove il gruppo di Grillo vuole fare parlare un esperto.

Scandaloso che non ci siano centraline per le nanopolveri, ben più pericolose delle Pm10.


L'inquinamento a Brescia si sa è molto elevato, soprattutto per quanto riguarda le polveri sottili, ma un problema molto più grave risiede nelle nanopolveri, che vanno da 2,5 fino a 0,5 micron e che nessuno controlla. Questo tipo di sostanze sono liberate da molteplici attività, ma una grande quantità è prodotta dall'incenerimento dei rifiuti. A lanciare l'allarme, assieme a vari gruppi di ambientalisti e al sito ecologista del Daimon Club è il gruppo bresciano che fa capo al blog di Beppe Grillo. Tra città e provincia gli iscritti sono circa 250 e stanno organizzando una serie di iniziative per portare l'attenzione sulla pericolosità delle nanopolveri, prima fra tutte quella di farsi ascoltare dal Consiglio Comunale. "La cosa scandalosa è che non ci sono nenache centraline per il rilevamento di queste polveri, tanto più pericolose delle Pm10", dice Massimo Renaldini, uno degli organizzatori del gruppo e continua: " Il termovalorizzatore, così come viene impropriamente chiamato visto che non valorizza proprio niente (a parte i guadagni dei privati e del comune N.d.R.), produce una quantità enorme di polveri sottilissime e non è un caso che nel bresciano i tumori vadano aumentando. Il paradosso è che in Italia l'energia ottenuta dall'incenerimento è considerata come quelle rinnovabili cioè come quella eolica e solare e da qui una serie di finanziamenti. Presto il gruppo farà domanda al Comune per far parlare Stefano Montanari. Se la domanda verrà respinta procederemo alla raccolta di firme. Montanari è candidato al Nobel per la Medicina ed è, assieme alla moglie Antonietta Gatti, tra i ricercatori italiani più apprezzati nel mondo.
Ancora una volta dunque Brescia è al centro di roventi polemiche, tra una certa oligarchia politico industriale e finanziaria e la gente di buon senso che attraverso varie analisi denuncia l'egoismo e la stupidità delle scelte cittadine e provinciali. Non è un caso infatti che Brescia, città leader nella produzione di armi e non solo, piena di industriali, banchieri, politici e professionisti molto ricchi, sia al primo posto in Lombardia e non solo per traffici di droga, per prostituzione, per morti da incidenti stradali, per morti sui luoghi di lavoro, per morti di Aids, per malati di tumore, per caos e inquinamento sulle strade, e per insensatezza in molte delle sue decisioni, anche se èpoi si cerca di spacciarla come città d'arte, volta alla comunicazione interculturale, alla fratellanza e alla solidarietà.
Carl William Brown


NEWS SULLE TEMATICHE ECONOMICO ENERGETICHE


INQUINAMENTO E POLITICHE ENERGETICHE

Nel giorno di Natale 2005 si è registrato a Brescia, nella centralina in Broletto, il record negativo assoluto per quanto riguarda l’inquinamento da polveri fini, le famigerate Pm10. Il valore segnalato dagli strumenti, 179 microgrammi per mc, è il più alto mai rilevato nella nostra città. Bisogna ricordare che il limite consentito dalle normative è di 50 microgrammi per mc. Sempre in questi giorni, dato le basse temperature, gli impianti del teleriscaldamento stavano andando al massimo, e grazie alle feste natalizie il traffico non era poi così intenso. In ogni caso bisognerà provvedere, e fare un'analisi più seria degli inquinanti, ripristinando anche la centralina della zona sud, in cui troviamo appunto la vicinanza dell'autostrada, della tangenziale, degli impianti Asm, e di alcune acciaierie, vedi l'Alfa e quella di San. Zeno. C.W. Brown

Per favorire una migliore comprensione da parte dei cittadini sulla questione della nuova centrale turbogas della Asm, zona Lamarmora, osteggiata e combattuta dai comitati cittadini per l'ambiente, il riciclaggio ed il risparmio energetico, riportiamo di seguito alcune considerazioni fatte dal Presidente dell'Asm, Renzo Capra e apparse sul Giornale di Brescia. Questo per fare in modo che all'interno delle nostre pagine si possano trovare tutti i suoni delle varie campane e i cittadini comunque possano capire effettivamente in che ambiente si vive!!!! E chi ci guadagna !!! In ogni caso comunque non si capisce come mai alcuni amministratori cittadini e la popolazione locale siano contrari alla costruzione della centrale di Offlaga e invece siano favorevoli al potenziamento degli impianti della città stessa, quando è ovvio che se l'Asm, per guadagnarci al massimo, prevede nei suoi piani di riscaldare comuni lontani come Concesio e Bovezzo distanti anche 15 o 20 chilometri, non avrà mai a sufficienza della potenza erogata dalle sue centrali; e poi in quest'ottica l'azienda e quindi il disagio degli abitanti di Brescia si espanderà sempre di più; già si bruciano rifiuti che provengono anche da altre regioni ed ora si vogliono riscaldare anche i comuni limitrofi, bene, mi sembra dunque che questa strategia, mista agli altri problemi di cui soffre Brescia non lasci al cittadino che ama una certa tranquillità, una cosa sola da fare, andarsene a vivere da un'altra parte! E' chiaro comunque che una campagna per il risparmio energetico, il riciclaggio dei rifiuti, lo sviluppo di nuove fonti rinnovabili, un utilizzo più intelligente dei trasporti e un ripensamento del  packaging  non potrebbe che portare benefici a tutti, o quasi !!!! Ricordo però al Capra (forse sarà anche per il suo nome che per mesi davanti all'inceneritore hanno sostato 4 artificiali enormi pecore dorate, forse a simboleggiare che l'Asm sa ben tosare i suoi numerosi clienti) che se si vuole parlare di risparmio energetico, questo discorso vale anche in estate, quando il teleriscaldamento funziona ugualmente e comporta un enorme ed inutile dispendio di calore che ha raggiunto negli ultimi 5 anni ben il 50% dell'energia prodotta ed è ormai ecologicamente insostenibile! Figuriamoci l'ulteriore aggravio di una nuova centrale, che non farebbe altro che rendere insostenibile il già pessimo microclima della città. P.S. Ma questo Capra lo sà, e siccome è consapevole che il teleriscaldamento in città non può più espandersi, cerca di pensare alla grande Brescia, includendo magari anche Roncadelle e Rezzato, così l'azienda e i suoi soci ci guadagneranno sempra di più e i cittadini sempre di meno.  Tuttavia l'assessorato all'ecologia del comune non è dispiaciuto dell'andazzo, infatti lo stesso "pacco" che regalava ai bresciani il più grande inceneritore d'Europa, e ora la "sorpresa" di una megacentrale turbogas, ha previsto per i nostri garanti dell'ambiente un contributo pari a 5 euro per tonnellata di rifiuti bruciati nella terza linea (circa 1 milione e 500 mila euro!!!) per svolgere le proprie umanissime attività!!!  

C.W. Brown


ACQUA IRRIGUA, TASSAZIONE E GUADAGNI (PER I SOLITI NOTI)

Brescia 22-11-05

Al Preg.ssimo Difensore Civico del Comune di Brescia

Oggetto : Errata computazione in bolletta del costo dell’ acqua irrigua da parte dell’ ASMEA SRL.

Egregio Signore,

con la presente sono a lamentare una grave forma di ingiustizia che molti cittadini bresciani sono costretti a sopportare da parte dell’ ASM ENERGIA E AMBIENTE SRL.
Nella bolletta relativa al consumo di acqua potabile compaiono le quattro voci di spesa : “Corrispettivo depurazione”, “Quota ATO depurazione”, “Quota utilizzo fognatura” e “Quota ATO fognatura”, che vanno a gravare pesantemente non solo sull’ acqua effettivamente scaricata nelle condutture fognarie, ma anche su quella utilizzata a fini irrigui, determinando costi esosi per il privato cittadino.
Si pensi che le quattro voci succitate incidono di oltre il 60% sul costo dell’ acqua potabile e, considerando che il consumo irriguo è in molti casi il 30% del totale, determinano di fatto un aumento indebito in bolletta del 20%.
Volendo quantificare in termini monetari, su una bolletta bimestrale di 50 Euro relativi al consumo di acqua potabile, 30 Euro vanno a pagare i costi della fognatura, ma almeno 10 Euro andrebbero rimborsati, perché un terzo dell’ acqua è finita nel giardino, non nelle condutture e non abbisognava di alcun processo di depurazione !!!
Si tratta di 60 Euro annui indebitamente sottratti dalle tasche di ogni cittadino che, moltiplicati per le migliaia di utenti, si traducono in una cifra cospicua…
L’ entità del maltolto è facilmente certificabile quantificando l’ acqua non scaricata nelle condutture, ma utilizzata a fini irrigui; ciò può avvenire sostanzialmente in due modi :

1 - Per stima comparativa, confrontando cioè il consumo d’ acqua di un’ abitazione con giardino e quello di un’ unità abitativa analoga e con un egual numero di inquilini, ma senza pertinenze verdi.

2 - Per stima analitica, istallando a monte del contatore esistente in ogni abitazione un secondo dispositivo del costo di pochi Euro, capace di quantificare con esattezza il consumo di acqua irrigua.

Per tutto quanto esposto, chiediamo un intervento sollecito delle autorità competenti affinché l’ ASMEA SRL rimborsi all’ utenza il costo delle prestazioni presunte e non effettuate, con effetto retroattivo nel tempo, conformemente ai termini previsti dalle leggi vigenti.

Attentamente,  Giulio Scarinzi.


ENERGIA ELETTRICA E ASM  I contatori elettronici

Recentemente gli utenti di Brescia, volenti o nolenti, si sono visti cambiare i contatori dell’energia elettrica. La tecnologia incalza: i nuovi contatori sono elettronici! Si attendono grandi vantaggi da questi: lettura dei consumi a distanza e conseguentemente bollette finalmente coerenti con i reali consumi. Ma, ahimè, ecco subito il rovescio della medaglia: più volte al giorno il contatore «scatta» e ti piomba nel buio. In effetti il normale quotidiano consumo non cambia, ma è cambiata la tolleranza dei contatori: non sono «elastici» come i precedenti (Se prima si poteva arrrivare a dei picchi di 3,3 KW ora la cosa non è più possibile). Dopo una settimana di quotidiano tormento, l’utente chiede spiegazioni all’Asm e scopre che dovrebbe allacciarsi alla fascia di utenza superiore, e che il costo (tra allacciamento e cambio contratto) supera i 200 euro. Morale: per evitare disagi che prima non aveva e che gli sono derivati involontariamente, senza averlo richiesto, dal cambio del contatore, l’utente deve sobbarcarsi di costi che non gli competono. Io credo, e con me innumerevoli altri utenti, che l’Asm, tenuto conto che l’iniziativa del cambio contatore è stata da essa decisa e non concordata con l’utenza, e tenuto conto che tale cambiamento comporta per l’utente un continuo disagio e problema, dovrebbe farsi carico di ciò e rimediare fornendo il nuovo allacciamento di fascia superiore (laddove richiesto) a costi azzerati. Confido che questa proposta sia attentamente valutata dai responsabili dell’Asm. Contemporaneamente a questa premura nel cambiare i contatori per l'elettricità sussite invece l'amore per i vecchi contatori meccanici dell'acqua, che anche se più vecchi di 40 anni e ormai quasi illeggibili non vengono sostituiti, in questo caso per un evidente nostalgica forma di amore per la tradizione. Vengono invece proposte le cucine ad induzione, vera follia, da un punto di vista del rendimento energetico, ma funzionali ai maggiori incassi dell'azienda; così se farete il grande passo, ci saranno anche dei bellissimi regali, tutti rigorosamente mirati ad aumentare il vostro consumo di energia elettrica, tipo tostapani, bollitori elettrici, aspirapolvere, macchine per il caffé e via dicendo. Il tutto anche per convincere la popolazione che una nuova megacentrale da 400 MW in ppieno centro urbano è più che mai necessaria.

P.S. Ai contatori con un carico di 3KW si attribuisce per contratto una tolleranza del 10% in più, si arriva per cui a 3,3 KW, inoltre l'azienda ha deciso di prolungare da un'ora fino a tre ore il tempo di "tolleranza", questo per rendere possibile all'utente l'uso di più elettrodomestici contemporaneamente. La notizia di una verifica tecnica di laboratorio che conferma quanto precedentemente affermato è apparsa sul Giornale di Brescia in data 12-01-2006  ed è risultato pertanto possibile mantenere per una durata di 180 minuti il consumo di poco superiore ai 4KW, dopo di che superati i 4,2 KW il contatore è scattato. Il meccanismo di lettura dei vecchi contatori elettromeccanici (garantito da un gruppo magnetico termico) era molto meno preciso e quindi permetteva una tolleranza maggiore e meno disagi per gli utenti. Per cui in teoria non sono i nuovi contatori che non funzionano bene, ma erano i precedenti che consentivano carichi superiori a quelli contrattuali. L'innalzamento della potenza installata è subordinata ad un onere di 200 Euro, e si tratta di una tariffa che l'Autorità mette a carico del gestore e quindi a sua volta del cliente. (n.d.r.)


NEWS SULLE TEMATICHE ECONOMICO ENERGETICHE


ALCUNE DOMANDE L’energia e le industrie

Le industrie siderurgiche bresciane hanno vinto una maxicommessa per fornire all’Algeria 600mila tonnellate di tondino. Questo permetterà loro di far funzionare a pieno ritmo gli stabilimenti per tutto il 2006. La notizia ha un evidente nesso «energetico» e suscita alcuni interrogativi che smontano l’alibi di chi sostiene la necessità di una nuova centrale a Offlaga. l) Come potranno gli acciaieri far funzionare a pieno ritmo i loro impianti visto che la centrale termoelettrica di Offlaga è ancora al di là da venire? 2) Forse sono stati imprudenti a sottoscrivere un contratto che non potranno rispettare? 3) Oppure erano a conoscenza di una realtà «energetica» che non corrisponde all’emergenza da loro sbandierata? È stato detto che la centrale serve per rendere più competitive le nostre industrie sul mercato internazionale, in difficoltà per gli alti costi dell’energia. Ma è bastata una riduzione dei dazi e nella gara internazionale i nostri produttori d’acciaio hanno battuto l’Ucraina e la Turchia, che sicuramente sostengono costi di personale inferiori a quelli italiani. È stato detto che l’energia elettrica prodotta in Italia (in Lombardia in particolare) è insufficiente. Che dire allora della Slovenia, la quale a livello governativo sta protestando con l’Italia perché si aspettava di venderci molta più energia, energia che l’Italia non vuole acquistare nonostante il prezzo basso? E che dire delle esportazioni di energia dall’Italia verso l’estero, che stanno pian piano aumentando, tanto da toccare la settimana scorsa punte del 10% dell’energia contrattata alla Borsa italiana dell’energia? Arch. ROSSANA BETTINELLI Vicepresideente Italia Nostra


L'ARIA E LA SUA QUALITA'

Considerando che l'aria che respiriamo è costituita per il 78.9% da azoto (N2) per il 20,9% da ossigeno (O2) e per lo 0,2% da anidride carbonica (CO2), gas nobili (elio…) e idrogeno (H2).

L'aria rappresenta dunque una materia prima indispensabile per la vita degli organismi viventi: è infatti fonte dell'ossigeno necessario ai processi di produzione dell'energia che sono alla base della vita e della attività cellulare.
Gli interscambi tra aria atmosferica e organismi viventi avvengono attraverso vari organi e apparati, fra questi l'APPARATO RESPIRATORIO rappresenta il principale sistema di contatto con l'atmosfera e tutto ciò che in essa è presente.

Un individuo adulto respira:

in condizioni di riposo: dai 6 ai 9 litri di aria al minuto (circa 9-13 metri cubi al giorno);
durante una attività fisica moderata: 60 litri al minuto;
durante una attività fisica intensa: 130 litri al minuto.
Questi volumi d'aria sono filtrati da una superficie respiratoria che si sviluppa per una estensione complessiva di ben 130-150 metri quadrati.

L'inquinamento atmosferico è dato dalla presenza nell'aria di una o più SOSTANZE INDESIDERABILI o ESTRANEE, in quantità e per una durata tali da alterare la salubrità dell'aria stessa e da costituire un pericolo per la salute umana.

Se si considera la quantità di aria che viene quotidianamente respirata da un individuo, ci si può meglio rendere conto della sua importanza ai fini della salute e dei rischi collegati alla respirazione di aria inquinata.

SITUAZIONE A BRESCIA

Polveri sottili sempre molto elevate a Brescia e provincia; pensate che a Rezzato secondo i dati dell'Arpa (Agenzia Regionale per la Tutela dell'Ambiente) nel corso della giornata di martedi 10 gennaio 2006 la centralina ha registrato la quota picco di 186 microgrammi di Pm10 per metro cubo d'aria. Nello stesso periodo la Lega Nord sta promuovendo una raccolta di firme per chiedere l'installazione di una centralina per la rilevazione della qualità dell'aria, unitamente alla revisione dei percorsi degli autobus in Via Foppa e nella zona Stazione. La situazione infatti, a causa dei vari cantieri che si apriranno in città e alla decisione della giunta di chiudere il centro storico alla circolazione delle auto, vedrà peggiorare sempre di più la qualità dell'aria nel resto della città. Per non parlare poi della zona sud in cui la qualità dell'aria viene resa spaventosa dalla presenza della tangenziale, dell'autostrada, dell'inceneritore, della centrale elettrica di Lamarmora, dell'Alfa Acciai e dell'acciaieria di San Zeno. Già nell'anno 2000 il parametro delle polveri totali sospese (PTS), ridotto nel numero di rilevamenti per l’introduzione degli analizzatori di PM10 (polveri fini con diametro inferiore a 10 micron) segnava nella centralina di Via Ziziola dei valori molto superiori rispetto alla Centralina presente in Broletto e ancora nel 2001 dei valori di molto superiori alla centralina presente in Via Triumplina, poi per magia questa centralina è stata tolta e quindi ora gli abitanti di tutta la zona sud possono solo immaginare la qualità e la quantità di inquinanti che respirano. Consiglio pertanto alla Lega, ai Partiti dell'opposizione, agli amminstratori della sesta circoscrizione, a tutti gli abitanti della zona sud e anche alla giunta comunale in carica di pretendere la reinstallazione di una centralina anche in questa zona e di monitorare costantemente i dati rilevati. Carl William Brown


GRANDI OPERE. Un summit dei comitati a Mairano  «In Lombardia non serve costruire nuove centrali»

«Nella Regione Lombardia non servono altre centrali termoelettriche».
Questa l’estrema sintesi dell’incontro tenutosi ieri a Pievedizio di Mairano tra una decina di comitati anticentrale provenienti da diverse province lombarde alla presenza di Paolo Mori dei Verdi e di Fiorenzo Bertocchi di Rifondazione comunista.
Comitati che hanno dato vita ad un coordinamento stabile contro i 17 progetti-centrale depositati in Regione.
Proprio in concomitanza con la «giornata nazionale dell’Energia» i comitati anticentrale delle province di Brescia, Mantova, Lodi, Cremona, Bergamo, Milano e Pavia, hanno definito le tre coordinate principali del loro programma:
Primo: in Italia ed in Lombardia non servono nuove centrali termoelettriche, che producono energia ad alti costi.

Secondo: vanno promosse politiche di risparmio energetico e finanziate l’installazione e la ricerca delle fonti alternative (biomasse, fotovoltaico, cogenerazione).
Terzo punto: va chiesta alla Regione la revisione del Piano Energetico Regionale, un piano altamente migliorabile come hanno dimostrato diversi studi di settore, spronando a tal fine le diverse Province a fare un pressing più insistente sul Pirellone, dopo il primo incontro sul tema organizzato dall’Unione Province Lombarde a Mantova lo scorso 19 aprile.

Il Piano Energetico Regionale del 2003 prevedeva un aumento della produzione energetica lombarda entro il 2010 pari a 6100megawatt (che andrebbero ad aggiungersi agli attuali 8800mw), ottenendo 2800mw grazie alle centrali giù autorizzate, 2000mw da ripotenziamenti delle centrali esistenti e 1300mw dall’autorizzazione di nuove centrali - tra i progetti indicati dalla Regione quelli di Offlaga, Spinadesco (Cr) e Bertonico (Lo) -.
Come mai sono piovuti in Regione ben 17 progetti, che potenzialmente produrrebbero oltre 8mila megawatt?
La Regione inoltre ha sottostimato il reale potenziamento delle centrali esistenti (è possibile ottenere 4mila mw) e non quantifica la diseconomicità delle centrali turbogas, che producono un chilowatt al doppio del prezzo acquistabile all’estero.
Prossimo appuntamento il 15 maggio a Montirone, alla manifestazione ambientalista interregionale.  Pietro Gorlani


DA CAZZAGO A REZZATO:  nel mirino il piano voluto dalla Regione  Ghiaia e sabbia, basta coi prelievi

Cinque comuni ricorrono al Tar

La promessa è stata mantenuta. Cazzago San Martino, Rovato, Montirone, Ghedi, Rezzato, ovvero i cinque comuni contrari al Piano cave approvato dalla Regione, hanno depositato a fine marzo il loro ricorso al Tar. Lo ha curato l’avvocato Mauro Ballerini, e nel documento le amministrazioni chiedono il rispetto del proprio territorio, e ovviamente lo stralcio degli aumenti di materiale escavabile previsti dal Pirellone.

Rovato e Cazzago chiedono lo stralcio dell’ate 9, la cui capacità estrattiva è quadruplicata nelle mani della Regione (da 400 mila a un milione e 600 mila metri cubi). Migliaia di firme, diverse manifestazioni e le rimostranze dei sindaci non hanno fatto cambiare idea al Pirellone. Quindi...

«Abbiamo fatto ricorso al Tar contro l’allargamento dell’ambito territoriale estrattivo 14 in località Pedrocca, e contro l’individuazione di un nuovo ate tra Rovato e Cazzago, la cava Bofadina - spiega il sindaco di Cazzago Giuseppe Foresti -. Nella modifica del Piano cave attuata dalla Regione non c’è stata nessuna consultazione degli enti locali, mentre c’è stato un vero stravolgimento del piano stesso».

Il ricorso al Tribunale amministrativo è suffragato principalmente dall’incompatibilità di due opere programmate sul territorio cazzaghese: «Oltre alla nuova cava, la Regione ci chiede di vincolare l’area in vista del passaggio della nuova linea dell’Alta capacità ferroviaria (Tav). Due richieste appunto incompatibili».

Montirone chiede invece lo stralcio dell’ate 36 (località Cascina Betulla): una cava individuata dalla Provincia su richiesta dei cavatori, i quali potranno iniziare la loro attività estrattiva tra 3 anni, quando cesserà l’estrazione a San Polo di Brescia. La Regione ha stimato i volumi complessivi sotterranei in ben 17 milioni di metri cubi di «oro grigio» (la Provincia si era «limitata» a 11 milioni). E per Montirone, il cui territorio è già scavato per il 15 per cento (e che già possiede la cava dell’ate 35 che offrirà nel decennio 2,3 milioni di mc), il via libera significherebbe altri 40 anni di attività estrattiva.

E Ghedi? Non è in condizioni migliori: sono cinque le cave presenti sul territorio (per un totale estraibile che supera i 7.5 milioni di mc). E anche qui l’amministrazione chiede lo stralcio degli aumenti previsti dal Pirellone. Stesso discorso per Rezzato: lo scavo dell’ate 25 non deve scendere sotto i 16 metri, limite della falda freatica. p.gor.


Castegnato. Legambiente contro il Comune sull'ex-discarica: la falda è contaminata dall'ammoniaca. Pianera Bomba ecologica

Per il ministero dell'Ambiente la messa in sicurezza del luogo non si può rimandare Silvana Salvadori

Torna sulla questione della ex discarica Pianera anche Silvio Parzanini, presidente di Legambiente Franciacorta. "Non è affatto vero che il sito della Pianera non è a rischio ambientale, come sostiene invece il comune di Castegnato. Il ministero dell'Ambiente ha indicato come urgente l'adozione di misure di messa in sicurezza d'emergenza della falda, che non contiene solo ferro e manganese".
Nel verbale della conferenza di servizi decisoria, convocata al ministero un anno fa, si legge: "E' presente una contaminazione delle acque sotterranee dovuta anche alla presenza di ammoniaca, con differnziali monte-valle della discarica". Questa precisazione - spiega Parzanini - indica che la concentrazione di ammoniaca è causata dall'ex discarica, che è stata classificata sito d'interesse nazionale di Brescia-Caffaro. E in quanto tale è di competenza del dicastero dell'Ambiente, che l'amministrazione non può permettersi di scavalcare considerando non grave e urgente la situazione, come invece ha fatto finora".
Se in tempi brevi l'amministrazione non si adopererà per la messa in sicurezza della zona, il ministero aprirà le procedure di sostituzione in danno al Comune, cioè si farà carico di tutti i lavori necessari addebitando interamente i costi alle casse di Castegnato. «Anche perché il Comune è diventato proprietario del sito della Pianera - continua Parzanini - pensando di adibirla a zona Pip. Cosà che ,non sarà possibile fare dato il divieto del ministero di utilizzare quell'area».


Castel Mella, il Comune dice no alla centrale Asm di via Lamarmora

La centrale Asm di via Lamarmora interessata dal progetto di «repowering». Da Castel Mella arriva un «no» alla nuova centrale Asm in via Lamarmora. Ad esprimerlo il Consiglio comunale del paese a sud della città, che su questo tema ha discusso e votato un documento nella seduta di lunedì sera.
L’assemblea consiliare si è aperta con la relazione del vice sindaco e assessore all’Energia, Guido Bonomelli: «Premetto - ha detto - che noi capiamo benissimo che l’industria ha in generale bisogno di energia e in via sempre generale la trasformazione di una centrale da policombustibile a metano è positiva da un punto di vista dell’impatto ambientale. Il problema è che viene fatta una megacentrale molto più grande dell’esistente, che non serve per il teleriscaldamento né per l’economia bresciana, ma serve solo alla Asm per vendere energia ad altre regioni mentre ai bresciani rimangono le emissioni» «Al Nord - prosegue Bonomelli - ci sono già tante centrali che poi producono energia per tutto il Paese: ancora un sacrificio per la gente del Nord per sopperire alle deficienze e all’inerzia del resto del Paese che non fa centrali né discariche o termoutilizzatori. Peraltro la centrale andrebbe a incrementare i livelli di PM10 già molto alti a Brescia e nell’hinterland che inducono la Regione a imporre disagevoli blocchi del traffico anche nel territorio di Castel Mella: insomma per noi solo disagi e nessun vantaggio».
Il Consiglio comunale di Castel Mella, chiamato in causa come Comune contermine a dare un parere tecnico, si è espresso in modo chiaro e contrario all’impianto, non per ragioni ambientaliste - precisa Bonomelli - ma per rivendicare un principio di autosufficienza: se si devono produrre emissioni e più in generale compromettere il territorio questo è accettabile solo nel limite delle esigenze provinciali e non per quelle fuori provincia, è un po’ la questione per cui ad esempio la Provincia ha vietato di bruciare nel termoutilizzatore rifiuti che provengono da altre regioni che magari non si dotano di adeguati inceneritori e per questo sono in costante emergenza rifiuti».
La delibera, approvata dal Consiglio comunale con il voto contrario dei tre consiglieri della Lista civica di minoranza, verrà anche trasmessa al Comune di Brescia «per fermare la richiesta Asm».
Non manca, da parte di Bonomelli, la critica al Comune di Brescia: «Invece di strumentalizzare la difesa dell’ambiente, dovrebbe essere più coerente nelle scelte politiche: si chiede il blocco totale del traffico, si fanno le giornate del verde pulito e poi si lascia che una controllata pubblica come l’Asm inquini ulteriormente l’ambiente per soddisfare logiche non bresciane, dato che la provincia di Brescia oggi ha già centrali sufficienti a coprire il suo fabbisogno, come risulta dallo studio effettuato dal prof. Clò». Da un articolo del Giornale di Brescia


Brescia, 19/06/2006

Alla cortese attenzione dell’On. Prof. Paolo Corsini
Per conoscenza all’Assessore all’Ambiente Dottor. Ettore Brunelli

OGGETTO: richiesta concessione di audizione aperta al pubblico

Egregio Sig. Sindaco,

con la presente, il gruppo “Amici di Beppe Grillo di Brescia” (MeetUp, collegio di Brescia), con la collaborazione e il sostegno di altri gruppi e associazioni attive in ambito locale e non, in compartecipazione al Dott. Stefano Montanari, scienziato esperto in"nano-patologie" e allo stesso Beppe Grillo, al fine d’informare i cittadini circa i rischi e gli effetti delle nano-particelle su uomini, animali e piante, richiede in via formale la concessione di un’audizione aperta al pubblico del Dott. Montanari medesimo da tenersi nella sala consigliare del Comune di Brescia.

Ricercatori di fama e competenza internazionale, il Dott. Montanari e la Dott.sa Antonietta Gatti, si sono distinti in seguito alle ricerche inerenti i danni provocati dalle polveri generate dal crollo del World Trade Center a New York e dalle armi all’uranio impoverito in dotazione ai contingenti militari nei Balcani. Le nano-polveri così individuate, tanto piccole da non essere trattenute da alcun filtro industriale, si rivelano in grado di penetrare all’interno dei polmoni, nel sangue e negli altri organi del nostro corpo, provocando diverse patologie, tra cui tumori.
Le suddette nano-particelle, non rilevabili dalle comuni centraline del PM10, si producono in abbondanza durante i processi di combustione ad alte temperature, quali, per esempio, motori a scoppio, fonderie ed inceneritori.

L’iniziativa da noi promossa a tutela della salute pubblica e dell'ambiente vuole essere un modo per esortare il Consiglio Comunale a riconsiderare le scelte compiute riguardo la gestione dei rifiuti in virtù di una più proficua politica ecologica. Vorremmo ricordare, senza arrogarci il diritto di stabilire doveri e priorità, che il Sindaco, secondo quanto stabilito dal D.lgs n. 267 del 18 agosto 2000 ‘Testo Unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali’ riveste la carica di autorità sanitaria locale (art. 50, comma 5) alla cui responsabilità è affidata la salute dei cittadini di Brescia.
Nella certezza che non sarà necessario raccogliere mille firme (come prevede lo Statuto del Comune) per la presentazione di una petizione popolare, auspichiamo che la nostra richiesta sia accolta favorevolmente affinché un’audizione pubblica possa realizzarsi e anticipatamente ringraziamo.

In attesa di una Sua cortese e celere risposta cogliamo l’occasione, Sig. Sindaco, per porgerLe i nostri più cordiali saluti.

Amici di Beppe Grillo Brescia

Coordinamento Legambiente Brescia

Coordinamento Comitati Ambientalisti Bresciani

Comitato Ambiente Città di Brescia

Cittadini per il Riciclaggio

Comitato No TAV delle Colline Moreniche

Comitato No TAV del Basso Garda

Coordinamento Itinerante Ambientalista Gruppi Bassa Bresciana

Movimento anti-centrali della Bassa Bresciana

Per eventuali comunicazioni, in rappresentanza dei firmatari sopra elencati, è possibile rivolgersi al Sig. Cassamali Mauro (Tel XXXXXXXXXX, Indirizzo XXXXXXXXXXXXXXXXXXX, Fax XXXXXX, Email XXXXXXXX)


CIP6, ENERGIA ELETTRICA, ASM BS

Renzo Capra, presidente dell?Asm di Brescia, ha sempre sottolineato lo «scopo etico» del termovalorizzatore.

Capra di fronte allo Commissione bicamerale sul ciclo rifiuti, nel corso della sua audizione tenutasi il 14 settembre 2005, allorché nacque l'accordo con Lettieri e l'Unione industriali di Napoli. «Direi che sul territorio (ndr: LA CAMPANIA) l'attività più delicata e più difficile è proprio la raccolta differenziata piuttosto che la combustione perché, una volta realizzato, l'impianto [l'inceneritore] va avanti per conto suo. Si tratta, comunque, di impianti redditizi».

Come volevasi dimostrare. «Produrre energia dall'impianto di Brescia (80MW) con il gas sarebbe stato quattro volte meno costoso.

Cosa lo rende allora, dal punto di vista economico, fattibile e conveniente? Il fatto che il combustibile [i rifiuti] non viene pagato da chi lo usa, ma da chi lo fornisce». Cioè sono i cittadini che pagano, come abbiamo visto, per lo smaltimento dei rifiuti. Ma non basta.

Prosegue infatti Capra: «L'altro aspetto è quello relativo al CIP 6, o comunque ai certificati verdi, che non sono molto diversi come redditività». Questo è un altro punto fondamentale. Il Decreto Legislativo 79/1999 (Decreto Bersani), integrato col Decreto Ministeriale dell'11 novembre 1999, istituisce i certificati verdi affiancandoli al CIP 6/92, cioè il precedente decreto interministeriale relativo agli incentivi statali sull'energia prodotta da fonti rinnovabili. I certificati verdi, a differenza del CIP 6/92, sono attribuibili non in base a graduatorie, ma a chiunque ne faccia richiesta, per i primi 8 anni di entrata in funzione degli impianti. E qui veniamo al nodo della questione. Nel novero dell'energia ricavata da fonti rinnovabili è inclusa anche quella ottenuta dall'incenerimento rifiuti. Si tratta di una situazione paradossale, che finisce per deprimere di fatto l'espansione delle vere fonti rinnovabili di energia.

Ma quanti soldi pubblici finiscono nelle tasche di chi incenerisce per professione?

Grazie ai certificati verdi e al CIP 6, l'energia prodotta dai rifiuti che finisce sulla rete nazionale viene attualmente pagata dal gestore della rete elettrica nazionale 14 centesimi di euro (279 lire) per KWh (chilowattora), in luogo dei 4 centesimi (87 lire) pagati per l'energia prodotta mediante gas, carbone, olio combustibile. Ben 10 centesimi di differenza per ogni KWh, direttamente a carico dallo Stato. VEDREMO POI CHE NON LO PAGA LO STATO

Capra ammette dinanzi alla Commissione bicamerale: «Senza il CIP 6, o i certificati verdi, difficilmente si potrebbe partire (ndr: QUI SI RIFERIVA ALL'APERTURA DI UN TERMOVALORIZZAZORE IN CAMPANIA), per cui la Comunità li ha incentivati e li mantiene».
L'ultima parte dell'affermazione del presidente dell'Asm però è quantomeno inesatta.
L'Unione Europea, infatti, considera rinnovabile soltanto l'energia ottenuta incenerendo biomasse (cioè legno, residui organici, etc.). Il resto, che rappresenta oltre il 60% del totale, non rientra affatto nel computo. Per questo motivo l'Italia è stata oggetto di una procedura di infrazione da parte dell'UE.

Bruciare i rifiuti dunque è un'operazione assai costosa, tenuta in piedi artificialmente dalle vagonate di soldi pubblici che la finanziano. Altro che libero mercato. Evidentemente questo è il modo di agire molto caro agli imprenditori italiani. La raccolta differenziata infatti costerebbe assai meno e creerebbe molti più posti di lavoro: non fatevi ingannare dalla demagogia. Lo fa presente in una lettera ai cittadini della Campania anche l'ing. Cerani, bresciano, il quale tra l'altro chiarisce con grande senso civico che la provincia di Brescia è quella che in Lombardia ha il costo pro capite più alto per lo smaltimento dei rifiuti.

Basterebbero queste pur sommarie considerazioni ad evidenziare l'assurdità della politica di incenerire ad ogni costo. Anche senza tener conto dei gravi danni che gli inceneritori causano alla salute dei cittadini.

Ma quanto prende asm dal cip6?

Dal piano industrile asm 2005-2009

Obiettivi di crescita ? L'approccio strategico individuato porta a definire nel Piano Industriale 2005-2009 obiettivi di crescita in miglioramento rispetto al precedente Piano Industriale 2004-2008. In particolare la crescita attesa dell'EBITDA passa da +7,3% all?anno (per il periodo 2003-2008) a +8,2% all'anno (per il periodo 2003-2009). Analogamente, la crescita attesa dell?EBIT passa da +4,8% all?anno a +7,2% all?anno nonostante la scadenza nel 2007 di una importante quota di incentivi CIP 6 pari a circa 45 milioni di euro. Al lordo di quest'ultimo effetto la crescita organica del Piano Industriale 2005-2009 si attesterebbe a +11,8% all'anno per l'EBITDA e +13,1% all'anno per l'EBIT.

MA CHI LO PAGA IL CIP6 GUARDATE LA VOSTRA BOLLETTA TROVERETE LA VOCE ENERGIE RINNOVABILI O QUALCOSA DI SIMILE
QUELLO è IL CIP6

LO PAGHIAMO NOI PORCA TR......

IL CIP6 AVREBBE DOVUTO FINANZIARE LE FONTI RINNOVABILI INVECE ABBIAMO FINANZIATO IL TERMOVALORIZZATORE DI BRESCIA OLTRE AD ALTO (vedi saras di moratti)

Ciao e grazie per la lettura  By Cristian  Brescia


UN ESEMPIO VIRTUOSO

Il sindaco di Berlingo, Davide Ciapetti scrive che è stato approvato dalla sua giunta un intervento che verrà realizzato l'anno prossimo: un impianto combinato fotovoltaico-geotermico che fornirà energia elettrica e riscaldamento al nuovo polo scolastico in costruzione. In pratica, l'impianto delle scuole sarà a pannelli radianti a pavimento alimentati da una centrale geotermica, composta da un pozzo che prende l'acqua da una falda a 50-60 metri di profondità alla temperatura di 13-14 gradi. le pompe di calore preleveranno da quest'acqua 6-7 gradi e la scaricheranno nella falda che si riporterà a 13-14 gradi. L'energia prelevata dall'acqua servirà per scaldare i pannelli radianti delle scuole. I pannelli fotovoltaici hanno una durata di 30-35 anni e gli 85-90 mila Kw di energia prodotti sono sufficienti a coprire il consumo per il riscaldamento e l'illuminazione delle due scuole. Le emissioni in atmosfera sono praticamente azzerate e il costo globale è di 750 mila euro, finanziati con i buoni ordinari comunali. La cifra sarà ammortizzata con 20 anni e fino al trentacinquesimo anno si avrà energia a costo zero. Il comune ha già messo in funzione un impianto solare termico per il riscaldamento dell'acqua sanitaria del centro sportivo e un impianto fotovoltaico per il municipio.


UN ESEMPIO NON VIRTUOSO

La recente notizia del premio all'inceneritore di Brescia ha fatto sorgere alcune perplessità. Il dott. Francesco Pansera è andato ad informarsi meglio scoprendo un clamoroso conflitto d'interessi. Questa è la sua lettera inviata al Sindaco di Brescia ed ai giornalisti che, sui quotidiani locali hanno fatto da cassa di risonanza. L'ASM dal canto suo ha comprato intere pagine di giornali per rafforzare la sua reputazione, molto importante adesso che vuole costruire 3 nuovi inceneritori nel Sud Italia.

Brescia, 30 ottobre 2006
racc. a/r
Ordine dei giornalisti
Presidente del Consiglio regionale della Lombardia Dr. Franco Abruzzo Via A. da Recanate 1 20124 Milano


e p.c. - Sindaco di Brescia Prof. Paolo Corsini Palazzo Loggia 25100 Brescia

- Giornalisti
Dr. Mimmo Varone c/o il Direttore di Bresciaoggi
Dr. Maurizio Cattaneo Via Eritrea 20 25126 Brescia
Dr. Camillo Racchini c/o il Direttore del Giornale Di Brescia
Dr. Giacomo Scanzi Via Solferino 22 25121 Brescia
- CONSOB
Il Presidente Dr. Lamberto Cardia Via G.B. Martini 3 00198 Roma
- Varie associazioni ambientaliste

Oggetto: Il leveraged buyout della fede pubblica nelle notizie mediatiche di successi scientifici e tecnici. Il caso del premio all’inceneritore dell’ ASM di Brescia.

“Trasi munnizza esci oro” Dall’intercettazione di una conversazione telefonica tra due mafiosi sull’ opportunità di ottenere un appalto per i rifiuti. Riferita dal Procuratore Grasso il 6 set 2005, 3° rete RAI.

“Po, popo, popopoooo”. Campione del mondo? La metafora dell’euforia post Germania 2006 questa volta ci può anche stare: il termovalorizzatore dell’ASM di Brescia è stato indicato … come miglior impianto attualmente in funzione al mondo…
Incipit dell’articolo sul premio all’inceneritore ASM, Racchini, Giornale di Brescia, 17 ott 2006.

Egregio dr. Abruzzo,
Le scrivo per proporLe un correttivo ad un malcostume diffuso tra i giornalisti: la pubblicazione di notizie di successi scientifici o tecnici legati a grandi interessi privati, senza che sia disponibile la relativa documentazione scientifica o tecnica. Questa prassi scorretta asseconda la diffusione di notizie false o tendenziose che favoriscono grandi interessi privati ma spesso danneggiano il pubblico; soprattutto quando si tratta di temi relativi alla salute. L’esempio più recente è quello della notizia di un premio all’inceneritore dell’ASM di Brescia. La notizia ha avuto come portavoce il prof. Corsini, sindaco di Brescia e quindi azionista di maggioranza della ASM (Giornale di Brescia e Bresciaoggi, 17 ottobre 2006; articoli di tenore simile sono apparsi anche su altri quotidiani nazionali). Per conoscere il metodo e i dati che hanno prodotto questo risultato, il 18 ottobre mi sono rivolto allo sportello informazioni dell’ASM, dove mi hanno fatto parlare col responsabile delle pubbliche relazioni dr. Ghiroldi, che mi ha detto che la documentazione non era disponibile, ma che me la avrebbe fatta avere; ciò tuttavia non è avvenuto.
La pubblicazione sui media di un risultato scientifico prima che sia disponibile il relativo rapporto fu discussa anni fa in USA per gli articoli medici. Gli editori avevano stabilito di rifiutare la pubblicazione di risultati scientifici se questi fossero già stati comunicati in precedenza al pubblico tramite i media. C’era un interesse finanziario a pubblicare le notizie dell’uscita di studi che provavano l’efficacia di nuovi farmaci su giornali come il Wall Street Journal prima che sulle riviste scientifiche. Vennero trovate delle nuove forme di regolamentazione di questa pratica discutibile, che permettevano anticipi di alcune ore rispetto ai risultati scientifici già in stampa. In Italia chi comanda ha spazi di manovra pressoché illimitati per le sue scorrettezze. Una vicenda bresciana che riempì le cronache nazionali alcuni anni fa, conclusasi tragicamente con la morte di una paziente di 10 anni, mi diede modo di constatare, come consulente tecnico, la terribile 1
discrepanza che può esistere tra le notizie mediche “scientifiche” riportate dai media e la realtà clinica. In quel caso, una discrepanza che in uno Stato di diritto avrebbe dovuto essere oggetto di un processo penale. Nel 2004, sempre a Brescia, da parte dello stesso gruppo universitario responsabile della fine della bambina (gruppo che gode dell’appoggio della Fondazione ASM) venne comunicato che si era trovato il modo di curare in utero l’osteogenesi imperfecta. I giornali usarono titoli come “Guariti dalle staminali prima di nascere” (Repubblica); “Guariti prima del parto con le cellule staminali” (Corsera). L’Unità, il giornale legato al partito del Sindaco Corsini, affermò nel titolo “Sconfitta una malattia rara”. Il gruppo italiano, che ha così concorso a promuovere il business delle staminali, aveva in realtà solo presentato una comunicazione libera ad un congresso. Non riuscii ad avere copia neppure di quella; ad oggi, dopo due anni, i risultati del gruppo non hanno neppure passato la prima verifica, cioè non sono stati accettati per la pubblicazione su un giornale scientifico peer reviewed. L’osteogenesi imperfecta continua ad essere una patologia incurabile; mentre nel pubblico è stata inculcata l’idea che le guarigioni da terapie con cellule staminali sono a portata di mano. In quell’occasione ebbi uno scambio epistolare con un giornalista di Avvenire, l’unico fra i giornalisti responsabili della diffusione della notizia che mi rispose, anche se non seppe mostrarmi nulla di scritto sulla fonte. Gli feci presente che così si sta andando verso la scienza come forma di cultura orale, sovvertendo il corretto processo di comunicazione dei risultati scientifici. Davanti alle sue proteste che i giornalisti non hanno il tempo di verificare le fonti delle notizie scientifiche, unite a difese di merito sul risultato scientifico, gli proposi ciò che oggi ripeto a Lei: i giornalisti dovrebbero sempre ottenere una copia del rapporto scientifico sul quale si basa la notizia che comunicano al pubblico, e conservarla in archivio. Tutto il contrario di quello che avviene; il dr. Ghiroldi mi ha spiegato che i giornalisti si accontentano del comunicato stampa preparato dall’azienda, e anzi “si arrabbiano” se ricevono materiale tecnico, soprattutto se in inglese.
Con questo semplice accorgimento i giornalisti potrebbero evitare di essere coinvolti in operazioni che io chiamo “leveraged buyout della fede pubblica”. Nel leveraged buyout si compra un’azienda contraendo debiti, che poi vengono ripagati ottenendo profitti, in qualsiasi modo, dall’azienda stessa. (Maggiori particolari potrebbero essere chiesti al finanziere Emilio Gnutti, che siede col sindaco nel consiglio di amministrazione di ASM. Gnutti in questi stessi giorni è stato condannato e interdetto dai pubblici uffici per insider trading, un reato che riguarda ciò di cui si tratta qui: la manipolazione dell’informazione per ottenere vantaggi finanziari. Gnutti era anche, prima degli scandali che lo hanno coinvolto, nel consiglio di amministrazione dell’Università di Brescia, uno degli enti che certificano la bontà e la sicurezza dell’impianto; l’Università di Brescia si occupa anche di educazione alla legalità, attraverso un suo apposito centro studi). Analogamente, con queste notizie “scientifiche” prima si cattura la fiducia del pubblico ad authoritatem, basandosi sul prestigio della scienza e di istituzioni o personaggi pubblici - in questo caso la Columbia University e il sindaco - poi, a posteriori, con il prestigio così ottenuto si giustifica quanto affermato. In questo modo si ottiene la formazione del fatto tramite la notizia; il consolidamento del dato scientifico tramite la sua celebrazione; l’accreditamento tramite il credito ottenuto dal pubblico. Analogamente all’acquisizione della ricchezza ottenuta pagandola con sé stessa nel leveraged buyout.
Questa prassi sostituisce alle modalità trasparenti della scienza quelle rigide dell’autorità; e quelle ingiustificate e assurde dell’autorità corrotta. Col gesto minimo di ottenere e conservare la documentazione degli studi che si ritengono così importanti da doverli comunicare immediatamente al pubblico, il giornalista non si avventura nei meandri della scienza, ma fa il suo lavoro rispettando i criteri deontologici che gli conferiscono privilegi e tutele: chiede la verifica della notizia; chiede quindi un’assunzione precisa di responsabilità da parte della fonte; e, se ne ha voglia, fa chiarezza su quanto viene affermato, dando un’occhiata al materiale. Per esempio, se invece di limitarsi a passare e amplificare comunicati stampa si fosse controllato su Internet chi ha conferito il riconoscimento, si sarebbe facilmente appreso che l’ente premiatore, la WTERT della Columbia University, annovera la Martin GmbH tra gli “Sponsors and Supporting organizatons”. La Martin GmbH è tra i costruttori dell’inceneritore premiato. Sul sito della Martin GMBH, raggiungibile da quello della WTERT, si legge, sotto una bella foto dell’ inceneritore ASM, che in Italia la Martin è in partnership con la Technip, un’altra multinazionale. Un conflitto di interessi grande quanto un inceneritore: un conflitto non potenziale ma attuale, perchè la Martin, forte delle protezioni politiche agli inceneritori, intende partecipare, come afferma nel suo sito sempre sotto la foto dell’inceneritore di Brescia, alla costruzione di altri impianti; impianti che in Italia sono già stati programmati, superando, con le tecniche di pubbliche relazioni e a volte con l’uso della forza, le opposizioni che provengono dai comitati di cittadini e da esperti qualificati. La Technip sta già partecipando ad un impopolare piano del presidente Cuffaro di costruzione e gestione di inceneritori in Sicilia (L’isola possibile, Social forum di Catania, aprile 2004. Termovalorizzatore a Paternò: la battaglia è aperta. Erroneo, 29 aprile 2006). L’Italia, la nazione premiata, rappresenta un mercato in espansione; purché si neutralizzino le critiche e si ottenga il favore dell’opinione pubblica. “il modello Brescia … dopo le due gare aperte, e revocate, potrebbe entrare in gioco anche in Campania” (Bresciaoggi). Il premio renderà ancora più facile l’additare ai discoli e recalcitranti cittadini campani l’inceneritore di Brescia come modello cui conformarsi (Ruzzenenti, l’Italia sotto i rifiuti, 2004, pag. 69); e renderà così più facile riuscire a piazzare prodotti Martin e associati in Campania, o altrove. Ricordo, del periodo trascorso in USA, l’importanza che viene data alla costruzione e diffusione di role models per indurre i comportamenti desiderati. (Ricordo anche un colloquio alla Columbia University, nel quale il direttore del programma di specializzazione usò la parola “regimented” per descrivere l’impostazione della loro ricerca scientifica). Da un lato questo riconoscimento morale all’ASM fa pensare a quei premi che si trovano comunemente appesi alle pareti degli uffici di minuscole aziende, e che pare si comprino, a prezzi modici, per dare lustro e credibilità alla ditta. Ma qui la scala e la posta sono molto diverse. In una riunione su inceneritori e raccolta differenziata tenutasi a Brescia il 20 ott 06 - fra poche decine di ambientalisti e rappresentati di partiti - riferendo del vizio di conflitto di interessi del premio ho detto che con le sue affermazioni sull’inceneritore ASM come modello da seguire l’amministratore pubblico Corsini ha prodotto un megaspot pubblicitario che dà un forte aiuto agli interessi miliardari delle multinazionali in Italia; gli interessi del business degli inceneritori, impianti poco graditi in altre nazioni, che sono state “sbaragliate” dall’Italia in questa gara a chi è più bravo a bruciare la mondezza. Il premio più che un award in una competizione tra pari ha l’aspetto di un reward, di un premio d’ incoraggiamento alla colonia più credula e docile. La strombazzata “vittoria” ha comunque permesso al sindaco un autoelogio, accompagnato da un attacco ad verecundiam contro gli oppositori politici alla versione ufficiale. Sulla scorta del premio, gli oppositori vengono derisi come presuntuosi e incompetenti. Ma, a quanto pare, non è possibile leggere i fogli che il sindaco ha sventolato pubblicamente in faccia agli oppositori. Tutto ciò con la collaborazione 2
dei giornalisti; che hanno fatto credere al pubblico che ad assegnare il premio sono stati, nelle parole di Corsini, “intellettuali che riflettono sul rapporto tra tecnologia, sviluppo capitalistico, rispetto dell’ambiente e attenzione alle povertà del mondo” (Bresciaoggi). Quanto di più lontano dall’immagine paesana dell’oste che giudica il suo stesso vino.
L’acquisizione della documentazione certo non risolve il problema delle comunicazioni scientifiche strumentali, ma può porvi un freno; e può prevenire la solita scenetta del successivo scaricabarile tra il severo scienziato e il candido giornalista. Non devo illustrare il dovere deontologico della verifica delle fonti ai giornalisti. (Né tanto meno al prof. Corsini, professore universitario di storia). I giornalisti potrebbero adottare questa misura semplice ed elementare, se desiderano evitare che da queste operazioni, che grondano soldi, e sono illecite moralmente, se non giuridicamente, derivi una loro corresponsabilità. I giornalisti dovrebbero considerare di stabilire (o ribadire) il principio di non rendere pubbliche notizie di successi scientifici la cui documentazione tecnica non è stata resa pubblica in forma adeguata. Ciò naturalmente è altra cosa dal comunicare la notizia che dati tecnici negativi sono stati artatamente tenuti segreti. Come è avvenuto per esempio nel 2004 nello scandalo degli antinfiammatori inibitori della Cox-2, ritirati dal commercio dopo un eccesso di infarti miocardici e ictus. L’ente di controllo, la FDA, finì sotto accusa e sotto indagine per l’oscuramento dei dati che permettevano di prevedere il disastro e la selezione di dati favorevoli. Un’altro ente statunitense che, come in questo caso, è prestigioso, è al di sopra di ogni sospetto, e ha legami finanziari con società che producono ciò di cui controlla e certifica la qualità.
Avrei voluto vedere la documentazione sui criteri e i dati che hanno portato all’assegnazione del premio. Per diversi motivi. Il primo è che come medico e ricercatore sono interessato alla teoria della misura e alla manipolazione della misura. Oggi i numeri hanno assunto un valore mistico: poiché nelle misure compaiono numeri, si attribuisce alle misure la certezza della matematica pura. Si ignora il concetto fondamentale per il quale le misure contengono parti teoriche e ipotetiche, crescenti col crescere della complessità della misura; parti che possono essere opinabili, e anche alterabili. Si dimentica che “figures don’t lie, but liars can figure”. Nel considerare i mali che affliggono la biomedicina si parla di “malasanità” o di “malaricetta”, ma si dovrebbe parlare prima ancora di “malamisura”; come del resto mostrano i numerosi casi, recentemente affiorati, di frodi scientifiche legate ad interessi economici in biomedicina, sui quali una rivista come il Lancet ha commentato che “nessuna legge può prevenire l’abuso di fiducia” (2006; 367,1). Qui, per esempio, si tratterebbe di uno studio di ranking nel quale appare che vengano presentate come scale di rapporto quelle che sono semplici scale nominali, cioè arbitrarie. La tecnica del ranking è sempre più usata per scopi propagandistici, in applicazioni criticate anche dagli specialisti: viene impiegata per “misurare” il valore scientifico delle pubblicazioni, per indirizzare il cittadino verso le migliori strutture e i migliori medici, per stilare classifiche delle città più vivibili, etc. Un po’ come i sondaggi, può essere usata per dare una parvenza oggettiva a tesi precostituite. Il capo dell’ufficio stampa mi ha detto, tra le diverse cose sorprendenti, che nei premi futuri si introdurrà una correzione per l’età dell’impianto: scusandolo quindi se inquina più degli altri perché più vecchio, e permettendogli di vincere o almeno ben figurare. Lo end-point dello studio non è dunque la salute pubblica. Un’altra comune misura illegittima è il confronto tra grandezze ed entità del tutto eterogenee. Qui la valutazione sull’emissione di cancerogeni nell’aria è stata sommata alla valutazione estetica del forno bruciarifiuti; un’ operazione che appare demenziale e sconfortante, e porta a chiedersi in che mani siamo.
Una seconda ragione è la curiosità per questo oggetto mastodontico e strano, l’inceneritore di Brescia. Viene descritto con caratteristiche estremamente contraddittorie. Un oggetto logico e fisico nel quale c’è il fumo e sotto il fumo c’è il fuoco, ma il fumo non deriva dal fuoco. E’ il maggiore leviatano nel parco di stabilimenti industriali che contribuiscono in maniera determinante a rendere l’aria di questo lembo della Val Padana una delle peggiori al mondo, e l’acqua un liquido da assumere a proprio rischio e pericolo; però è anche un modello di basso inquinamento. Anzi, sembra che con l’aumentare della quantità di rifiuti bruciati si riducano gli indici di inquinamento: la sua attività più cresce più diviene virtuosa. Davanti ai dati ufficiali sull’inceneritore ci si sente stupidi a parlare di riduzione del ciclo dei rifiuti, l’inversione di tendenza che da ogni parte viene detta necessaria per prevenire catastrofi ecologiche; i dati portano piuttosto a sperare che il ciclo aumenti. Infatti, con questa impostazione Brescia ha ottenuto incontestabilmente i record per la produzione e lo smaltimento dei rifiuti, così come un tempo Prato era la capitale degli stracci. Brescia ha anche una mortalità generale e una mortalità per cancro tra le più elevate in Italia (andrebbe ricordato che i dati sulla liberazione di inquinanti sono dei surrogati rispetto a indici come questi), ma insegna agli altri come ridurre i cancerogeni ambientali. Il trattamento dei rifiuti è un riverito servizio pubblico, ma contemporaneamente arricchisce a ritmi trionfali i rentier che detengono le azioni dell’ASM. L’azienda e il Comune rifiutano la Valutazione di impatto ambientale, tanto da configurare una situazione nella quale l’assessore comunale dei Verdi viene scavalcato a sinistra dagli organi di controllo pubblici della UE, notoriamente più che rispettosa degli interessi capitalistici; invece presentano un “Oscar” statunitense, che dipinge come esemplare il trattamento dei rifiuti a Brescia anche quanto a impatto ambientale; premio conferito, com’è proprio degli USA, da istituzioni accademiche private finanziate da privati. L’inceneritore ricorda un organismo vivente, per questa sua qualità antientropica. Non una mega-macchina ma un mega-animale. Mi chiedo se non ci siano variabili trascurate, e se nel valutare un qualsiasi inceneritore, e in generale qualsiasi metodo di smaltimento rifiuti, non occorrerebbe costruire e applicare degli indici specifici di produzione globale e disaggregata di entropia. Io credo che questo immacolato inceneritore di entropia e di esternalità ne scarichi parecchie, troppe. Non sono contento di abitare a poca distanza dal forno con ciminiera da 110 metri che viene esibito con orgoglio in Internet dal WTERT della Columbia University e dai bavaresi della Martin GmbH. Non ne sarebbe contento neppure il sindaco di Brescia, se abitasse a Brescia (abita in un paesino limitrofo, dal lato opposto all’inceneritore). Tra tutte queste contraddizioni, è singolare che nei “punti critici”, dove il buio diventa mezzogiorno, dove il ghiaccio diventa bollente, i dati non siano disponibili. Ci sono poi altre situazioni più piccole, ma altrettanto strane. L’ing. Capra, amministratore delegato dell’ASM, che tiene una lezione di etica presso la sede bresciana dell’ Università cattolica. O l’ASM e il Comune che hanno pubblicizzato pochi giorni fa una raffinata mostra di opere dell’architetto che ha dipinto l’inceneritore di un sofisticato colore azzurro, organizzata nel salone Vanvitelliano del palazzo comunale, la Loggia; ma che obbligano i cittadini che hanno così invitato, o almeno me, a consegnare un documento d’identità ad un ufficiale della Polizia municipale per poter accedere alla mostra.
Un terzo motivo è il legame che ho osservato nel mio campo, la biomedicina, tra finanza e studi scientifici. Molti trials clinici sui farmaci appaiono come prolungamenti di operazioni finanziarie, e vengono infatti riportati dalle fonti che si occupano di Borsa. Alle notizie di efficacia corrisponde un aumento del titolo, e viceversa. Nel citato affare degli inibitori 3
della Cox-2 , il valore del titolo della Pfizer scese dell’11% quando un trial clinico dovette essere interrotto ai primi risultati, per la comparsa immediata di un picco crescente di decessi tra i trattati. Ai profani i risultati di ricerche scientifiche appaiono sacri e indiscutibili. In realtà, andrebbero considerati, già a livello epistemologico, alla stregua di voci di bilancio; e spesso nei fatti oggi corrispondono a voci di autentici bilanci di grandi aziende. I bilanci possono essere chiari, veritieri e corretti, oppure possono essere manipolati. E’ lo stesso per le ricerche scientifiche, che invece sono diventate modi per creare voci di bilancio positive blindate; incontrovertibili, o addirittura non accessibili, da accettare apoditticamente. Una notizia come questo premio aumenta surrettiziamente il valore dell’azienda ASM; lo insider awarding può costituire una forma di aggiotaggio, e di concorrenza sleale.
Una quarta ragione è data dal rapporto fra politici “di sinistra” e mondo degli affari. Secondo la notizia: “Asm: riceve premio per migliore termovalorizzatore nel mondo” riportata su un sito Internet di Borsa, Corsini afferma che l’inceneritore “è un modello”, e che “Oltretutto e' un grande banco di prova democratico perché senza il consenso dei cittadini non potrebbe nascere un'opera di questo genere”. (Copyright (c) 2006 MF-Dow Jones News Srl). Qui si può vedere in che modo il consenso di cui parla Corsini, peraltro molto parziale, venga costruito, o carpito. In generale, sui temi della salute il Centrosinistra sta prostituendo i temi ideologici della sua tradizione socialista e democratica a favore di interessi opposti. La sinistra ora dice “inceneritori o camorra” come un tempo si diceva “socialismo o barbarie”. Ma più che un’alternativa secca tra illegalità e legalità si tratta di una competizione tra forme diverse di impresa (vedi epigrafe) per accaparrarsi attività che trasmutano la mondezza in oro; fanno bene coloro che respingono il falso dilemma e si battono per altre soluzioni. Vengono dette “legalità” quelle che sono forme di manipolazione a responsabilità diffusa e diluita. Un ricatto menpeggistico, basato sull’inettitudine pilotata dello Stato: non sarebbe possibile porlo se si fosse eliminato il crimine organizzato al Sud. Una convergenza di interessi appare sottendere il contrasto tra le vette olimpiche toccate a Brescia e l’emergenza rifiuti in Campania e in Sicilia. In questa e in altre operazioni - penso alla sanità - la camorra, la mafia la ‘ndrangheta sono il bastone, mentre notizie apparentemente positive come questo premio sono la carota. Nell’articolo sul premio si dice che la scelta “coraggiosa” dell’inceneritore sta venendo copiata con la costruzione di un inceneritore simile a Catania, da parte della giunta del forzista Scapagnini. E’ significativo che i politici del centrosinistra facciano da apripista per quelli del centrodestra, e che gli inceneritori accrescano le già forti affinità politiche e ideologiche tra la Lombardia la Sicilia.
Un quinto motivo d’interesse è la possibilità di osservare meglio un episodio nella fusione in corso tra scienza e irrazionalità. “Scientifico” oggi è la parola magica che permette di andare oltre la ragione, e quindi oltre la morale. Come si può premiare gli inceneritori, che sono stati sviluppati come soluzione di ripiego al problema (qualcuno direbbe al peccato) dell’insostenibile tasso di produzione dei rifiuti nelle regioni opulente del mondo ? Come si può premiare una macchina che produce e concentra veleni, e instaura un ciclo economico che istiga a produrne altri ancora ? Che forma di idolatria è quella di onorare il simbolo delle contraddizioni, o dei fallimenti, dell’attuale modello socioeconomico ? Bisognerebbe chiederlo agli intellettuali citati dal prof. Corsini. E anche agli scienziati che conferiscono rispettabilità a proclami del genere, e che magari sono pronti ad affermare che “la scienza è neutrale”. La “scientificità” permette di celebrare questo rito, proprio di un culto dove l’uomo è sempre più piccolo davanti alle megastrutture economiche. Una scientificità che non presenta i propri metodi e dati: sotto la facciata del risultato “scientifico” vale la forma della “buona novella”; della propaganda di un mistero. La premiazione di un inceneritore forse è il segno di un obnubilamento generale, che coinvolge tutti, sfruttatori e sfruttati, in un mondo che sta divenendo sempre più difficile da comprendere e abitare.
L’ultima ragione è il tema della censura del dissenso tecnico a Brescia, sul quale posso portare una testimonianza personale, derivata dalla mia attività in campo biomedico. La diffusione di notizie come questa del premio è una delle due facce della manipolazione. L’altra è la soppressione delle verifiche e delle voci critiche; un autentico servizio, necessario a quelle imprese di grandi dimensioni, spesso multinazionali, che impongono prodotti eticamente sensibili. Non sarebbe così facile spararle tanto grosse senza strutture repressive che blocchino i guastafeste, mentre si dà spazio e voce agli esperti compiacenti. Come per altri grandi affari, e forse prima che per gli altri affari dato il peso di ASM in città, il prestigio e il consenso pubblico sull’inceneritore proclamati dal sindaco Corsini possono contare su una rete protettiva composta da persone e istituzioni pubbliche; incluse quelle istituzioni pubbliche che in teoria sono deputate a tutelare la legalità. Questa rete non si tira indietro se occorre screditare, boicottare e intimidire qualche singolo che potrebbe smentire le versioni ufficiali con le sue critiche. Il monopolio, che è politico e culturale oltre che economico, si regge anche su misure repressive. Pure in queste operazioni, che a Catania non si avrebbe difficoltà a riconoscere come mafiose, si applica una tecnica di leveraging, ma al ribasso: le pubbliche istituzioni prima trattano senza motivo e senza motivazione il censurando come un individuo pericoloso e da espellere dalla società; poi giustificano i loro atti con la situazione che hanno creato.

Distinti saluti.
Dr. Francesco Pansera
Via Tosetti 30
25124 Brescia
allegati a Ordine dei giornalisti e CONSOB:
- «Oscar mondale per i rifiuti». Varone, Bresciaoggi, 17 ottobre 2006.
- Il termodistruttore ASM «è il più efficiente del mondo». Racchini, Giornale di Brescia, 17 ottobre 2006 4


COMITATI  PER  L'AMBIENTE  DI   BRESCIA  E  PROVINCIA

 

Sponsored Links and Publicity

Diamante_rosso7253.gif (591 byte)  HOME PAGE   Diamante_rosso7253.gif (591 byte)  DAIMON NEWS    Diamante_rosso7253.gif (591 byte)  OUR SPONSORS   Diamante_rosso7253.gif (591 byte)  NO PROFIT SECTION

Linea_sfumata1C4.gif (2795 byte)

     COPYLEFT © 1997- 2050 by  WWW.DAIMON.ORG  and  C.W. BROWN

linazzur.GIF (897 byte)

Iscriviti alla nostra mailing list e dì la tua nel nostro forum!!!

servbutt.gif (12939 byte)   chatnow.gif (6312 byte)   forumicon.gif (5595 byte)   viewbook.gif (3674 byte)   freelink.gif (2389 byte)

linazzur.GIF (897 byte)

trovalanima.jpg (8278 byte)

linazzur.GIF (897 byte)

Registrazione dominio, spazio web illimitato,
5 caselle di posta, a sole £.40.000+iva annue.
www. .

linazzur.GIF (897 byte)

     COPYLEFT © 1997- 2050 by  WWW.DAIMON.ORG  and  C.W. BROWN

linazzur.GIF (897 byte)

Google
 
Web WWW.DAIMON.ORG

hypersubmit-468x60.gif (6875 byte)


colorarr.gif (690 byte) Daimon Club colorarr.gif (690 byte) Daimon People colorarr.gif (690 byte) Daimon Arts colorarr.gif (690 byte) Daimon News colorarr.gif (690 byte) Daimon Magik
colorarr.gif (690 byte) Daimon Guide colorarr.gif (690 byte) DaimonLibrary colorarr.gif (690 byte) Daimon Humor colorarr.gif (690 byte) Banner Links colorarr.gif (690 byte) C. W. Brown

daimonologyban1.jpg (10828 byte)website tracking