Energia da Fonte Nucleare

Sponsored Links and Publicity


 

Turchese_e_grigio.gif (1558 byte)

Diamante_rosso7253.gif (591 byte)  HOME PAGE   Diamante_rosso7253.gif (591 byte)  DAIMON NEWS    Diamante_rosso7253.gif (591 byte)  OUR SPONSORS   Diamante_rosso7253.gif (591 byte)  NO PROFIT SECTION


COMITATO PER L'AMBIENTE E IL RISPARMIO ENERGETICO DI BRESCIA


Scarifa il file in Pdf IL NUCLEARE BUONO o visita il seguente sito www.geocities.com/scannapuerci/


Il ministro delle Attività produttive sereno sulla crisi tra Russia e Ucraina "L'Italia non resterà al freddo, ma ci serve un nuovo piano energetico" Scajola: "Le scorte di gas basteranno ma la soluzione è il nucleare" di FRANCO MANZITTI

Claudio Scajola

GENOVA - Altolà alla diatriba tra Russia e Ucraina con una lettera firmata assieme ai colleghi ministri di Germania e Francia e spedita il 31 dicembre a Mosca e Kiev; monitoraggio stretto sulle forniture di gas in tutta Europa; ma soprattutto forte spinta politica per ripartire in Italia con l'energia nucleare, strada decisiva per raggiungere quell'autosufficienza che garantirebbe il paese nei momenti di crisi internazionale.

Il ministro delle Attività produttive Claudio Scajola sta con il piede sul predellino di un aereo che, nella serata del primo giorno del 2006, lo porterà in Libia, ma continua a monitorare l'emergenza gas che lascia in Italia.

Ministro, stiamo veramente rischiando un black out energetico? C'è il pericolo che la crisi Russia-Ucraina tagli gli approvvigionamenti all'Italia e agli altri paesi europei? Cosa succede se dalla Russia non ci arrivano più tutti i 24 miliardi di metri cubi di gas pattuiti attraverso Gazprom?
"Stiamo studiando con attenzione e da tempo la situazione, ma non siamo in emergenza. Non siamo allarmati. Non resteremo a secco e al freddo. Ci siamo mossi prima in Italia, poi d'accordo con gli altri paesi europei interessati come noi ad un'emergenza energetica. Non stiamo con le mani in mano ad aspettare che il gas non ci arrivi più".

Ma all'Eni è arrivata nei giorni scorsi una lettera da Aleksandr Medvedev, direttore russo di Gazprom: i quantitativi pattuiti saranno consegnati in Ucraina. Non si esclude, però, che siano dirottati per gli usi interni dopo le minacce di Putin a Yushenko: vi faremo morire di freddo. E noi che facciamo, moriamo di freddo anche noi?
"Sto lavorando su questa emergenza da ben prima che scoppiasse la crisi tra Mosca e Kiev e cioè dal 12 dicembre, quando con un decreto ministeriale sulla situazione energetica ho preso le contromisure sugli aumenti di consumo provocati dal grande freddo. Poi ci sono state dispersioni dei gasdotti in Libia che ci avevano preoccupato, perché da lì arrivano 8 milioni di metri cubi all'anno. Quei problemi sono in via di risoluzione. Il 20 dicembre in una riunione abbiamo incominciato a affrontare il caso della crisi tra Russia e Ucraina, che è sicuramente la preoccupazione maggiore".

Come vi state muovendo?
"La prima mossa è stata raccomandare a tutti gli importatori di gas, non solo all'Eni, di acquisire il massimo consentito. Sono sicuro che la raccomandazione è stata accolta da tutti. E il 31 dicembre, insieme ai ministri tedesco e francese, abbiamo spedito una lettera a Mosca e a Kiev per richiamare l'attenzione sul fatto che una loro diatriba non può mettere a repentaglio i nostri approvvigionamenti. Il rispetto delle forniture va al di là delle vicende che stanno affrontando. Di questo parleremo nella riunione del 4 gennaio, quando si riuniranno gli esperti di energia dei 25 Paesi europei, che studieranno un approccio comune all'emergenza, in uno scenario più allargato e, ci auguriamo, in quel momento ancora più avvertito e più informato. Ripeto che già ora posso assicurare: tutti i nostri monitoraggi sono tranquillizzanti. Ho anche già parlato con il prossimo presidente di turno della Commissione Europea. Al di là dell'allarme in corso il problema per noi in Italia è un altro e questa emergenza lo sottolinea ancora una volta".

E quale problema è ministro?
"Che di fronte all'approvvigionamento energetico il nostro Paese deve avere un'altra coerenza: non basta solo spaventarsi in casi come questi di rischio black out, quando nel pieno di un inverno gelido temiamo di restare a secco. Non si possono bloccare gli impianti di Brindisi o mettere in discussione le nuove operazioni, come quella di costruire una centrale a Ferrania, vicino a Savona, tanto per fare qualche esempio. La parola d'ordine è un'altra e comporta tutta una nuova strategia più coerente di fronte al fabbisogno energetico. Non possiamo più nasconderci dietro un dito. Abbiamo bisogno di un mix diversificato di energia. Ci vogliono i degassificatori, ci vuole il carbone pulito, ma dobbiamo assolutamente ripartire con il nucleare".

Questo sembra essere diventato il suo cavallo di battaglia...
"Non possiamo più farne a meno, altrimenti altro che black out energetici! Già oggi con l'Enel partecipiamo assieme ai francesi alla costruzione dei reattori di terza generazione e lavoriamo con gli americani per quelli di quarta generazione. Ma senza un piano completo di rientro del nucleare non possiamo pensare di metterci al riparo dalle emergenze energetiche".

La Repubblica (2 gennaio 2006)


Non c'è più tempo per sperimentare fonti di energia utopistiche: l'umanità è in pericolo imminente  L'energia nucleare è l'unica soluzione ecologica Il guru dell'ambientalismo creatore dell'ipotesi Gaia,  la Terra come organismo in grado di auto-regolarsi, si schiera a favore del nucleare  James Lovelock
Fonte: www.independent.co.uk   26 maggio 2004

Sir David King, responsabile scientifico del governo, è stato lungimirante affermando che il riscaldamento del pianeta rappresenta una minaccia più seria del terrorismo. Tra l'altro le sue affermazioni sono state sottostimate, visto che da quando ne ha parlato, le ulteriori modificazioni del clima hanno evidenziato la gravità del problema, che potrebbe rivelarsi il pericolo più grande che l'umanità abbia dovuto affrontare finora.

La gran parte di noi si rende conto che è in atto una situazione di riscaldamento: gli inverni sono più caldi e la primavera inizia sempre più presto. Ma nell'Artico il riscaldamento è più del doppio rispetto all'Europa e in estate torrenti di acqua provenienti dallo scioglimento dei
ghiacciai chilometrici della Groenlandia si riversano in mare. Lo scioglimento completo dei ghiacciai della Groenlandia avverrà in un lungo periodo di tempo, ma avrà come conseguenza l'innalzamento di sette metri del livello del mare, abbastanza da rendere inabitabili tutte le città
costiere del mondo, come Londra, Venezia, Calcutta, New York e Tokyo. Già due soli metri di innalzamento bastano per sommergere gran parte dei territori del sud della Florida.

Il ghiaccio galleggiante nell'Oceano Artico è ancora più vulnerabile al riscaldamento: in 30 anni l'area americana, ora ghiacciata bianca e riflettente, potrebbe trasformarsi in marea scura in grado di assorbire il calore del sole estivo e accelerare ulteriormente la fine dei ghiacciai
della Groenlandia. Il Polo Nord, meta di esploratori, diventerebbe quindi niente più che un puntino nella superficie dell'oceano.

Ma non solo l'Artico sta cambiando: i climatologi avvertono che un aumento delle temperature di quattro gradi è in grado di causare l'eliminazione delle vaste foreste amazzoniche, causando una catastrofe per le popolazioni residenti, le biodiversità, e per il mondo intero, privato di uno dei
grandi sistemi naturali di condizionamento dell'aria.

Nel 2001 gli scienziati membri della Commissione Intergovernativa sul Cambiamento del Clima hanno evidenziato che la temperatura potrebbe aumentare da due a sei gradi Celsius entro il 2100. Questa terribile previsione è stata ben percepita la scorsa estate, che è stata estremamente calda; secondo i metereologi svizzeri, la calura diffusa in tutta Europa
che ha causato più di 20.000 morti è stata completamente diversa da ogni precedente ondata di caldo. La probabilità che si verificasse un tale scostamento dalla normalità era di 300.000 a uno. E' stato un avvertimento per prepararsi al peggio.

Ciò che rende il riscaldamento globale così serio e incalzante è che il grande sistema del pianeta terra, Gaia, è intrappolato in un circolo vizioso di reazioni positive. Il riscaldamento aggiuntivo proveniente da qualsiasi sorgente, i gas dell'effetto serra, lo scioglimento dell'Artico o la foresta amazzonica, viene amplificato, portando ad effetti additivi. E' quasi come se avessimo acceso un fuoco per tenerci caldi e non ci fossimo accorti che, mentre stiamo accatastando la legna, il fuoco è fuori controllo e sta bruciando tutta la mobilia. In situazioni come questa c'è
poco tempo per spegnere il fuoco prima che distrugga tutta la casa. Il riscaldamento globale, come il fuoco, sta accelerando e non c'è quasi più tempo per agire.

Cosa dovremmo fare allora? Possiamo continuare a goderci un ventunesimo secolo sempre più caldo, con qualche intervento cosmetico tipo il Trattato di Kyoto, per nascondere il disagio politico sul riscaldamento globale, e questo è ciò che temo succederà in gran parte del mondo. Quando nel diciottesimo secolo vivevano solo un miliardo di persone sulla terra, il loro impatto era sufficientemente piccolo da non doversi preoccupare per il tipo di fonte energetica da utilizzare.

Ma con sei miliardi, in crescita, rimangono poche opzioni: non possiamo continuare a ricavare energia dai combustibili fossili e non ci sono grandi possibilità che le fonti rinnovabili cioè il vento, le maree e i sistemi idrici siano in grado di fornire l'energia necessaria nei tempi richiesti. Se avessimo 50 anni o più potremmo renderle le nostre fonti energetiche primarie. Ma non abbiamo 50 anni a disposizione: la Terra è già così malridotta dai veleni insidiosi dei gas serra che anche se smettessimo immediatamente di bruciare combustibili fossili, le conseguenze di tutto
ciò che abbiamo fatto si farebbero sentire per 1000 anni. Ogni anno in cui continuiamo a bruciare carbone rende l'avvenire peggiore per i nostri figli e per la civiltà intera.

Peggio ancora, se bruciamo le colture per farne carburante, non facciamo altro che accelerare il nostro declino. L'agricoltura già utilizza una parte troppo grande dei terreni di cui necessita la Terra per regolare il proprio clima e la propria chimica. Un'automobile consuma da 10 a 30 volte il carbone consumato dal suo autista; immaginatevi quanta terra coltivabile sarebbe necessaria in più per supplire all'appetito delle automobili.

Utilizziamo consciamente in ogni modo la poca energia che può provenire da fonti rinnovabili, ma solo una fonte di energia non causa riscaldamento globale ed è immediatamente disponibile: l'energia nucleare. E' vero che bruciare il gas naturale invece del carbone o del petrolio rilascia solo la metà dell'anidride carbonica, ma il gas non combusto è un'agente dell'effetto serra 25 volte più potente dell'anidride carbonica. Anche una sola piccola perdita è in grado di neutralizzare i vantaggi del gas.

Le prospettive sono tristi, e pur agendo con interventi migliorativi ci aspettano tempi duri, come in guerra, e peggio sarà per le generazioni a venire. Noi siamo duri e ci vorrà ben più di una catastrofe climatica per eliminare le generazioni umane: ciò che è a rischio è la civiltà. Come
animali individuali non siamo granchè speciali, e in un certo senso siamo quasi una malattia planetaria, ma attraverso la civiltà siamo in grado di redimerci e diventare un patrimonio prezioso per la Terra; non a caso perchè attraverso i nostri occhi la Terra ha potuto vedere se stessa in
tutta la propria gloria.

C'è una possibilità di potere essere salvati da un evento inaspettato come una serie di eruzioni vulcaniche abbastanza imponenti da bloccare la luce del sole e quindi raffreddare la Terra. Ma solo i perdenti potrebbero scommettere le proprie vite su una probabilità così minima. Quali possano essere i dubbi sul clima futuro, di certo i gas serra e le temperature stanno aumentando.

Abbiamo vissuto nell'ignoranza per molte ragioni: tra queste una importante è stata il rifiuto dell'accettazione dei cambiamenti climatici negli Stati Uniti, dove i governi non hanno dato ai propri scienziati del clima il supporto necessario. Le lobby verdi, che avrebbero dovuto dare priorità al riscaldamento globale, sembrano più interessate alle minacce dirette alle persone, piuttosto che a quelle dirette alla Terra, non accorgendosi che noi tutti ne facciamo parte e siamo totalmente dipendenti dalla sua salute. Ci vuole un disastro ben peggiore dei morti in Europa della scorsa estate per farci reagire.

L'opposizione all'energia nucleare si basa sulla paura irrazionale, alimentata dalla fiction hollywoodiana, dalle lobby verdi e dai mezzi di comunicazione. Tali paure sono ingiustificate, poichè l'energia nucleare, a partire dal suo esordio nel 1952, ha dimostrato di essere la più sicura
tra tutte le fonti di energia. Dobbiamo smetterla di agitarci per le statistiche dell'ultimo minuto sui rischi di cancro causato da agenti chimici o radiazioni. Circa un terzo di noi morirà comunque di cancro, principalmente perchè respiriamo aria carica di tutto quell'agente cancerogeno che è l'ossigeno. Se non riusciamo a concentrarci sul pericolo reale, che è il riscaldamento totale, potremmo morire ancora prima per il caldo eccessivo, come è successo a 20.000 sfortunati europei la scorsa estate.

Trovo triste e ironico che la Gran Bretagna, nazione leader nel mondo per la qualità dei propri scienziati del clima e della terra, respinga i loro avvertimenti e consigli, e preferisca ascoltare i Verdi. Ma io sono un Verde e imploro i miei amici del movimento di lasciar perdere le loro obiezioni ostinate all'energia nucleare.

Anche se avessero ragione circa i pericoli del nucleare, e non lo sono, il suo utilizzo a livello mondiale come fonte di energia primaria risulterebbe una minaccia insignificante in confronto ai pericoli delle intollerabili e letali ondate di caldo, e al livello del mare in crescita, in grado di
inondare tutte le città costiere del mondo. Non c'è più tempo per sperimentare fonti di energia utopistiche: l'umanità è in pericolo imminente e deve utilizzare il nucleare - l'unica fonte di energia sicura e disponibile - ora, oppure soffrire le pene che presto ci verranno inflitte dal nostro pianeta oltraggiato.

Note:

Traduzione per Peacelink a cura di Simona Riva

articolo originale   James Lovelock: Nuclear power is the only green solution We have no time to experiment with visionary energy sources; civilisation is in imminent danger
http://argument.independent.co.uk/commentators/story.jsp?story=524230


COMITATI PER L'AMBIENTE DI BRESCIA E PROVINCIA

 

Sponsored Links and Publicity

Diamante_rosso7253.gif (591 byte)  HOME PAGE   Diamante_rosso7253.gif (591 byte)  DAIMON NEWS    Diamante_rosso7253.gif (591 byte)  OUR SPONSORS   Diamante_rosso7253.gif (591 byte)  NO PROFIT SECTION

banshow.gif (9518 byte)


linazzur.GIF (897 byte)

Iscriviti alla nostra mailing list e dì la tua nel nostro forum!!!

servbutt.gif (12939 byte)   chatnow.gif (6312 byte)   forumicon.gif (5595 byte)   viewbook.gif (3674 byte)   freelink.gif (2389 byte)

linazzur.GIF (897 byte)

trovalanima.jpg (8278 byte)

linazzur.GIF (897 byte)

Registrazione dominio, spazio web illimitato,
5 caselle di posta, a sole £.40.000+iva annue.
www. .

linazzur.GIF (897 byte)

     COPYLEFT © 1997- 2050 by  WWW.DAIMON.ORG  and  C.W. BROWN

linazzur.GIF (897 byte)

Google
 
Web WWW.DAIMON.ORG

hypersubmit-468x60.gif (6875 byte)


colorarr.gif (690 byte) Daimon Club colorarr.gif (690 byte) Daimon People colorarr.gif (690 byte) Daimon Arts colorarr.gif (690 byte) Daimon News colorarr.gif (690 byte) Daimon Magik
colorarr.gif (690 byte) Daimon Guide colorarr.gif (690 byte) DaimonLibrary colorarr.gif (690 byte) Daimon Humor colorarr.gif (690 byte) Banner Links colorarr.gif (690 byte) C. W. Brown

daimonologyban1.jpg (10828 byte)website tracking