DOCUMENTI   INERENTI  ALL'AMBIENTE

Sponsored Links and Publicity


 

Turchese_e_grigio.gif (1558 byte)

Diamante_rosso7253.gif (591 byte)  HOME PAGE   Diamante_rosso7253.gif (591 byte)  DAIMON NEWS    Diamante_rosso7253.gif (591 byte)  OUR SPONSORS   Diamante_rosso7253.gif (591 byte)  NO PROFIT SECTION


COMITATO PER L'AMBIENTE E IL RISPARMIO ENERGETICO DI BRESCIA


Polveri sottili, particolato atmosferico, PM10; PM2,5; nomi diversi per indicare un particolare tipo di inquinamento atmosferico che può essere studiato ed osservato mediante il microscopio elettronico a scansione. Questa tecnica di analisi consente di ottenere informazioni aggiuntive rispetto alle tecniche normalmente impiegate. Riportiamo in queste pagine alcuni esempi delle osservazioni che possiamo eseguire mediante il nostro microscopio elettronico a scansione SEM.

Prima di tutto qualche notizia sul PM10, in breve:

1) Per particolato si intendono tutte le particelle solide o liquide sospese nell'aria, esclusa l'acqua pura, con dimensioni microscopiche. Il PM10 è il particolato atmosferico che ha un diametro uguale o inferiore a 10 µm.Qualche dettaglio.
2) Il PM2.5 è la frazione più fine del PM10, costituita dalle particelle con diametro uguale o inferiore a 2,5 µm
3) Il diametro delle particelle è considerato il parametro più importante per caratterizzare il comportamento fisico del particolato atmosferico
4) Il PM 2,5 è il particolato più pericoloso per la salute e l'ambiente: questo particolato può rimanere sospeso nell'atmosfera per giorni o settimane. Le particelle maggiori (da 2,5 a 10 µm) rimangono in atmosfera da poche ore a pochi giorni, contribuiscono poco al numero di particelle in sospensione, ma molto al peso totale delle particelle in sospensione. Sono significativamente meno dannose per la salute e l'ambiente
5) Ne consegue che la misura del PM10 (espresso in µg/m3) quale metodo di valutazione dell'inquinamento da particolato fornisce informazioni incomplete: non distingue le particelle grossolane dal pericoloso PM 2,5. Paradossalmente, un elevato valore del PM10 può corrispondere alla presenza di poche particelle del tipo PM 2,5 e molte di dimensioni maggiori: una situazione più accettabile rispetto ad un PM10 di valore inferiore con poche particelle grossolane e molte dal PM 2,5.
6) Sono quindi importanti le osservazioni consentite dal microscopio elettronico a scansione: usare questa tecnica vuol dire vedere le particelle, contarle distinguendo le varie famiglie, osservarne l'evoluzione nel tempo in forma, dimensioni e numero, su scala di qualche decina di minuti, studiare la composizione chimica della frazione di maggiori dimensioni del PM10.
7) Il PM 2,5 è una miscela complessa di migliaia di composti chimici e, alcuni di questi sono di estremo interesse a causa della loro tossicità. L'attenzione è rivolta agli idrocarburi aromatici policiclici (PHA) che svolgono un ruolo nello sviluppo del cancro. Alcuni nomi: Fluoranthene, Pyrene, Chrysene, Benz[a]anthracene, Benzo[b]fluoranthene, Benzo[k]fluoranthene, Benzo[a]pyrene, Dibenz[a,h]anthracene.
8) Quale sarebbe il valore del PM10 in natura senza la presenza dell'uomo? Le concentrazioni di PM in atmosfera dipendono sia da sorgenti naturali che antropiche. La concentrazione di fondo di PM è solitamente definita come la distribuzione delle concentrazioni di PM che si osserverebbe in assenza di emissioni antropiche di PM (particelle primarie), e in assenza di emissioni antropiche che precorrono la formazione di PM (particelle secondarie), quali VOC (volatile organic carbons), NOx ed SO2. Come termine di paragone, si pensi che l'intervallo atteso per le concentrazioni naturali di fondo su base annuale varia da 4µg/m3 a 11µg/m3 per il PM10 e da 1µg/m3 a 5µg/m3per il PM2,5 nei luoghi remoti del Nord America.
9) Per saperne di più:Per chi voglia approfondire l'argomento "polveri sottili", consigliamo questo report redatto dal CEPA/FPAC (Canadian Environmental Protection Act/Federal-Provincial Advirsory Committee) che tratta per esteso delle caratteristiche fisico-chimiche del particolato atmosferico, del suo impatto sulla salute e sull'ambiente, ecc.. (IN LINGUA INGLESE) http://www.esemir.it/particolato/PM10.pdf

Come esempio di analisi sul PM2.5 nell'area milanese si veda il seguente abstract (IN LINGUA INGLESE) http://www.esemir.it/particolato/PM2_5.pdf


Studio inglese sulle particelle sottili: l'abitacolo delle vetture pubbliche ricettacolo di smog

A bordo dei taxi l'aria più inquinata, veleni anche sui bus.

Usare la bicicletta o le proprie gambe si conferma una scelta vincente per tutelare la salute.

ROMA Il luogo più inquinato della città è il taxi. Durante una corsa a ogni inspirazione si inalano più di 100mila particelle ultrasottili per centimetro cubico. Del particolato ultrasottile fanno parte le sostanze inquinanti con un diametro inferiore ai 100 nanometri (Un capello umano). Sono polveri particolarmente rischiose perché riescono a penetrare in gran numero e in profondità nei polmoni.
Migliore di poco rispetto al taxi è la situazione in autobus, dove il livello di particelle si avvicina alle 100mila per centimetro cubo. Andare in bicicletta o a piedi si conferma una scelta vincente per la salute (rispettivamente 80mila e 50mila particelle). Ma a sorpresa la soluzione migliore in assoluto per spostarsi in città si rivela l'automobile. All'interno dell'abitacolo infatti il livello di particelle non supera le 40mila per centimetro cubo. La tabella delle misurazioni arriva da Londra, da un gruppo di ricercatori dell'università Imperial College. I risultati appaiono sull'ultimo numero del Journal Of Atmospheric Environment. L'alta esposizione agli inquinanti che si ha nel taxi - ha spiegato la coordinatrice della ricerca Surbjit Kaur - deriva dal fatto che queste vetture trascorrono buona parte della giornata negli ingorghi, cioè proprio alla fonte dell'inquinamento. Per ottenere misurazioni così precise è stato usato un apparecchio capace di visualizzare e contare le le particelle ultrasottili che si vengono a trovare attorno alle vie respiratorie di un individuo. "La forza di questo sistema - conferma Mark Nieuwenhujisen, sempre dell'Imperial College - è proprio il suo aspetto visivo. Il fatto di toccare con mano l'inquinamento che ci circonda può aprire la strada a campagne di comunicazione efficaci per evitare i luoghi più inquinati". Elena Dusi La Repubblica 11-01-2006


Uomo in salute Ultimo aggiornamento: 18/02/05

Inquinati e inquinatori

L'aria non è più quella di una volta, un luogo comune che corrisponde sempre più a una triste realtà. Sembra ormai accertato, infatti, il contributo determinante dato alla diffusione delle malattie cardio-polmonari dall'aria che si respira inquinata dallo smog. E in particolare dalle famigerate polveri sottili. Ma che cosa sono? Lo abbiamo chiesto a Gaetano Maria Fara, direttore dell'Istituto di Igiene dell'Università La Sapienza di Roma e più volte membro di commissioni ministeriali sull'argomento.

Sottili ma pericolose

"Le polveri sottili o PM10 sono particelle solide o liquide di dimensioni abbastanza piccole da rimanere sospese nell'aria e venire quindi inalate attraverso il respiro. La classificazione si basa sul diametro delle particelle stesse. L'azione nociva è inversamente proporzionale alle dimensioni particellari" spiega Fara. "Quelle con un diametro maggiore di 30 micron cadono a terra perché troppo pesanti, quelle molto piccole non riescono a fissarsi all'albero respiratorio. La dimensione "ideale" è tra i 5 e i 10 micron sono queste che si fissano alle vie polmonari, raggiungendo i tratti successivi delle vie respiratorie". E i rischi non sono pochi. Basti pensare che l'Unione italiana per la pneumologia ha parlato di 12 mila italiani uccisi dallo smog ogni anno e le polveri sottili sono considerate dall'OMS, la principale minaccia alle nostre aspettative di vita. Ma sono davvero così pericolose? "L'azione dannosa - riprende Fara - è a due livelli: irritante e cancerogena. Le polveri sottili possono, infatti, portare sostanze irritanti come il carbone o idrocarburi tossici che svolgono un'azione cancerogena. Nulla comunque se confrontata col danno delle particelle inalate con il fumo di tabacco. Le principali polveri sottili sono prodotte dal traffico veicolare e dagli impianti di riscaldamento, che non rappresentano però una minaccia costante. Il fumo invece sì, anche per la concentrazione maggiore di agenti inquinanti. In un certo senso poi potrebbe essere un fenomeno più controllabile con campagne di educazione alla salute e di disincentivazione al fumo. Intervenire sull'inquinamento è più difficile". Ma l'inquinamento è un fenomeno stagionale? "Senz'altro sì" - risponde il professore. "I picchi di inquinamento coincidono con l'inverno quando il riscaldamento delle case è al massimo. Poi ci sono zone particolari come la Pianura padana o la California dove esiste il fenomeno dell'inversione termica che peggiora i danni da inquinamento". Cioè? E' un particolare fenomeno tipico delle zone dove c'è un alternarsi di colline e valli. Questa caratteristica conformazione geografica fa sì che il normale gradiente atmosferico, quello per cui la temperatura dell'aria, diminuisce all'aumentare della quota altimetrica si arresti in prossimità degli avvallamenti determinando un ristagno di inquinanti" Un quadro piuttosto preoccupante, rispetto al quale l'Unione Europea ha stabilito nel 1999 i nuovi limiti dell'inquinamento urbano. A questo si devono gli interventi recenti delle amministrazioni locali con targhe alterne e blocchi del traffico. Ma serve a qualcosa il blocco occasionale del traffico? "Quando si oltrepassa una soglia d'allarme - sottolinea il professore - interventi di questo tipo sono molto utili. Ma altrimenti i blocchi occasionali fatti la domenica, quando per altro c'è normalmente meno traffico, non fanno granché. Tutt'al più può servire a livello propiziatorio per educare i cittadini a non usare la macchina. L'inquinamento andrebbe affrontato separando le aree di traffico da quelle di lavoro, ricorrendo di più ai mezzi pubblici, possibilmente elettrici, non scaldando troppo le case, basti pensare che ogni grado in più aumenta del 5% il rischio. E' un problema culturale, bisognerebbe imparare a rinunciare a un po' di caldo in casa e a usare meno le automobili". Non bastano gli interventi di emergenza, perciò, ma servono interventi strutturali come l'eliminazione dei mezzi più inquinanti, la drastica riduzione del trasporto privato e rilancio della mobilità pubblica. Obiettivi che si possono raggiungere con l'impegno di diverse istituzioni ma anche con quello dei cittadini.

Marco Malagutti


MARTEDÌ, 11 NOVEMBRE 2003 Pagina 11 - Udine «È NECESSARIO UN DECRETO PER FERMARLA»

GLI AMBIENTALISTI

TORVISCOSA. Conferenza a Torviscosa sulle emissioni delle polveri sottili e, soprattutto, delle polveri secondarie, o micropolveri, prodotte dalle centrali a turbogas con la presenza del ricercatore del Cnr di Bologna, Nicola Armaroli, e dell’Ausl bolognese, Claudio Po. I comitati di difesa ambientale della Bassa Friulana stanno organizzando l’incontro affinché si faccia chiarezza su questo punto fondamentale prima della costruzione della centrale da 800 Mw della Edison/Caffaro.

Dunque, mentre Edison tace sulla querelle sorta dopo le affermezioni dei ricercatori bolognesi in merito alla pericolosità delle micropolveri e delle polveri sottili, il mondo ambientalista è in forte fermento e più che mai intende opporsi alla realizzazione di questa centrale da 800 Mw: sarebbe disponibile ad accettarne una massimo da 400 MW. «Altro che decreto sblocca centrali: dopo lo studio di Bologna sembrerebbe logico l’esatto contrario - sostengono gli ambientalisti della Bassa -, vale a dire una moratoria generalizzata per valutare l’effettivo impatto ambientale delle emissioni delle polveri ultrafini, PM2, 5, PM1 e PM 0,1. Infatti le Via ministeriali con le quali sono state autorizzate queste centrali non fanno minimamente menzione di questi pericolosissimi inquinanti». L’ambientalista Paolo De Toni, sottolinea che già nel 2000 era stata posta la questione, «nella stesura delle osservazioni alla megacentrale di Torviscosa - ricorda - avevamo sollevato il problema del particolato fine, ma non ci è stata data nessuna risposta in merito. Certo, in Italia tutto è possibile, anche un ulteriore miracolo del Ministro “San Marzano”, che con la scusa del black out o attraverso altri artifizi tenterà di smentire lo studio suddetto e di dire che tutto va bene». É opinione del Comitato di Difesa della Bassa «che ora sindaci e , presidenti di Provincia e di Regione, dovranno esprimersi in merito: è un atto dovuto nei confronti dell’intera popolazione regionale. Dal canto nostro intensificheremo la controinformazione su questo problema e sull’assoluta necessità di una politica energetica seria e ambientalmente compatibile». (f.a.)

MARTEDÌ, 11 NOVEMBRE 2003Pagina 11 - Udine

«Decida la Regione sull’impianto»

Secondo i comitati bisogna riammodernare i complessi già esistenti
TORVISCOSA. Mentre la Edison di Torviscosa, per nulla preoccupata dalle polemiche sorte sulla pericolosità delle emissioni sottili delle centrali a turbogas, si appresta alla cerimonia della posa della prima pietra della centrale, il presidente del Cordicom (coordinamento dei Comitati territoriali dei cittadini associati del Friuli Venezia Giulia), Luciano Zorzenone, chiede al presidente della Regione, Illy, il blocco totale delle concessioni in attesa dell’approvazione concordata del Piano energetico regionale. «La sovranità della Regione a statuto speciale nelle gestione del territorio e delle risorse - dice Zorzenone - non deve accettare che per impianti fino a 300 Mw le decisioni possono essere prese in loco, mentre per impianti di dimensioni maggiori, che hanno inevitabilmente un pesantissimo impatto ambientale siano altri a decidere per noi. È un trattamento da vigilato speciale e non da statuto speciale». Zorzenone, evidenziando che nella «pietosa e patetica storia del black out di tempo addietro», dove la risposta è «fare nuove centrali», propone il riammodernamento di quelle esistenti al fine di farle funzionare al meglio. Per il Piano energetico regionale, sostiene, si devono inserire due elementi importanti: precisi parametri ambientali che devono essere rispettati anche per le centrali esistenti, e l’assoluto impegno da parte dei gestori delle centrali a rispettare le quantità di energia che si erano impegnati a produrre quando sono state concesse le autorizzazioni, inoltre propone l’incentivazione di impianti alternativi. «Per quanto riguarda il Fvg - sostiene Zorzenone -, mi risulta che da anni sono inevase le richieste di realizzazione di centrali idroelettriche, questo perché manca una attenzione verso l’utilizzo intelligente delle risorse della Regione. Lasciando fare agli industriali, questi farebbero le centrali sul castello di Udine o su quello di Gorizia se solo fosse economicamente conveniente, o (come ora) una mega centrale a Torviscosa su un terreno devastato da decenni di inquinamento mai risanato. Oppure a Udine in una zona industriale realizzata in modo sbagliato nel posto più sbagliato che ci potesse essere, con un inquinamento che sta raggiungendo limiti osceni». «Ed anche ad Udine - conclude il presidente del Cordicom - vogliono costruire una centrale analoga con indicato che il 25 per cento della produzione andrà ad una acciaieria locale ed il 75 per cento verrà venduto fuori di regione: ma non mancava in Fvg l’energia?» (f.a.)

MARTEDÌ, 11 NOVEMBRE 2003 Pagina 11 - Udine

Si formano in atmosfera Polveri secondarie peggiori delle sottili

IL NUOVO FRONTE

TORVISCOSA. La partita fondamentale sulla quantità delle emissioni delle centrali a turbogas, non è costituita dalle polveri sottili, «ma si gioca tutta su un’altra famiglia di micropolveri: le cosiddette secondarie, che nascondono in maniera completamente diversa dalle precedenti, molto più laboriosa, lenta e lontano dalla fuoriuscita del camino».

Questo è il giudizio tecnico espresso da Michele Fabbri e Francesca Noceti sulla rivista specializzata Galileo. I due scendono in campo, infatti, per quello che considerano il vero pericolo di questo tipo di centrale: le polveri secondarie. «Esse - evidenziano - si formano in atmosfera attraverso complessi processi di natura fotochimica, a partire soprattutto da molecole di ossidi di azoto (Nox) e di biossido di zolfo (SO2) emessi dalla centrale. Sono molto più difficili da catturare e misurare (tanto che in futuro si useranno i satelliti). Risentono del “clima” (temperatura, umidità, circolazione dell’aria) in cui si formano e della presenza di altre sostanze presenti nell’aria (ad esempio emissioni di altri impianti in zona). “Galleggiano” in atmosfera per alcune settimane e rappresentano una percentuale molto rilevante delle emissioni di Nox e So2 da cui derivano (oltre il 50 per cento). Da questa percentuale dipende il fatto che la quantità totale di queste micropolveri è molto grande».

Fabbri e la Noceti concludono ricordando che per un impianto che emetta un migliaio di tonnellate di Nox all’anno, come gran parte delle turbogas progettate, «è facile dedurre che si tratta di molte centinaia di tonnellate». (fr.a.)

MARTEDÌ, 11 NOVEMBRE 2003 Pagina 11 - Udine

L’Arpa rassicura sull’inquinamento: «Il metano è la soluzione migliore»

L’ALTRO STUDIO

TORVISCOSA. «Le polveri da centrale a ciclo combinato turbogas sono trascurabili rispetto alle emissioni da impianti alimentati con altri combustibili (olio, carbone, orimulsion)». A scendere in campo contro la affermazioni dei ricercatori dell Cnr e dall’Ausl bolognese, Armaroli e Po, è il direttore generale di Arpa Emilia-Romagna, Edolo Minarelli, che ha sottolineato che i due ricercatori «hanno scambiato una ricerca di letteratura disponibile su Internet con una supposta conoscenza internazionale, nascondendo così una completa improvvisazione sul tema». «Si è detto - ha detto Minarelli - che una centrale da 800 Mw può emettere quantità di polveri sottili pari all’intero traffico della città di Bologna, stimato in 300 t/anno. É bastata una semplice valutazione per confermare i dubbi emersi immediatamente: un riscontro con i controlli effettuati sulle centrali a turbogas esistenti, confrontati con le attività svolte dalle Agenzie Arpa di altre regioni, porta alla conclusione che le tonnellate emesse non possono essere superiori a 20, valore confermato dalle simulazioni modellistiche. É l’ordine di grandezza già contenuto nella Valutazione di impatto ambientale strategica effettuata dall’Arpa sul Piano energetico regionale: le polveri da centrale a ciclo combinato turbogas sono trascurabili rispetto alle emissioni da centrali alimentate con altri combustibili. Senza esprimere i giusti valori di una centrale alimentata a gas naturale rispetto alle altre, si riduce la percezione del rischio che comporta l’uso di un combustibile, che solo per le polveri è almeno 10 volte più impattante del gas naturale». Dello stesso avviso del direttore dell’Arpa dell’Emilia-Romagna sono l’ingegnere chimico Daniele Fraternali e Olga Olivetti Selmi, ingegnere ambientale della Servizi territoriali srl di Cinisello Balsamo, che in uno studio da loro condotto evidenziano che le emissioni di una centrale da 800 Mw sarebbero pari a 28 t/anno e non 290 t/anno come citato dai ricercatori di Bologna. «Un dato - dicono - certamente anch’esso non del tutto trascurabile, ma di sicuro minore impatto ambientale rispetto al valore pubblicato». Anche loro evidenziano «un’incongruenza nel dato americano: ricostruendo infatti i calcoli che hanno portato alla emissione citata (290 t/anno) di particolato solido (Pm10), il valore di emissione corretto risulta 10 volte inferiore».(f.a.)

Commento

a cura di www.ecologiasociale.org

Sulla rivista "La Chimica e l'Industria" del novembre 2003 compaiono sia il secondo articolo di Armaroli e Po che l'articolo di Fraternali e Oliveti in risposta al primo articolo di Armaroli e Po pubblicato sulla stessa rivista in maggio 2003. L'intervento di Fraternali e Oliveti tocca solo il problema delle emissioni al camino e non la formazione delle micropolveri in atmosfera a partire dagli ossidi di azoto. Il confronto fra le due posizioni è di nuovo spiegato sul sito Galileo.it.
Lo stesso direttore dell'Arpa dell'Emilia Romagna ha recentemente (sul quotidiano "Il Resto del Carlino" ) dovuto correggersi ed affermare che il lavoro dei due ricercatori è un "buon lavoro"

Links per evere tutto il metriale sul tema

http://www.ecologiasociale.org/pg/energia.html

http://www.nocentrale.it/

http://www.galileonet.it/Magazine/mag0341/0341_4.html


COMITATO PER L'AMBIENTE E IL RISPARMIO ENERGETICO DI BRESCIA

 

Sponsored Links and Publicity

Diamante_rosso7253.gif (591 byte)  HOME PAGE   Diamante_rosso7253.gif (591 byte)  DAIMON NEWS    Diamante_rosso7253.gif (591 byte)  OUR SPONSORS   Diamante_rosso7253.gif (591 byte)  NO PROFIT SECTION


banshow.gif (9518 byte)


linazzur.GIF (897 byte)

Iscriviti alla nostra mailing list e dì la tua nel nostro forum!!!

servbutt.gif (12939 byte)   chatnow.gif (6312 byte)   forumicon.gif (5595 byte)   viewbook.gif (3674 byte)   freelink.gif (2389 byte)

linazzur.GIF (897 byte)

trovalanima.jpg (8278 byte)

linazzur.GIF (897 byte)

Registrazione dominio, spazio web illimitato,
5 caselle di posta, a sole £.40.000+iva annue.
www. .

linazzur.GIF (897 byte)

     COPYLEFT © 1997- 2050 by  WWW.DAIMON.ORG  and  C.W. BROWN

linazzur.GIF (897 byte)

Google
 
Web WWW.DAIMON.ORG

hypersubmit-468x60.gif (6875 byte)


colorarr.gif (690 byte) Daimon Club colorarr.gif (690 byte) Daimon People colorarr.gif (690 byte) Daimon Arts colorarr.gif (690 byte) Daimon News colorarr.gif (690 byte) Daimon Magik
colorarr.gif (690 byte) Daimon Guide colorarr.gif (690 byte) DaimonLibrary colorarr.gif (690 byte) Daimon Humor colorarr.gif (690 byte) Banner Links colorarr.gif (690 byte) C. W. Brown

daimonologyban1.jpg (10828 byte)website tracking