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COMITATO PER L'AMBIENTE E IL RISPARMIO ENERGETICO DI BRESCIA


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Rischi di cambiamento climatico, effetto serra, alti prezzi dell'energia, declino dell'era del petrolio, nuove legislazioni, problemi di approvvigionamento energetico, sono tutte concause che stanno spingendo il mercato dell'edilizia verso nuove tecniche di costruzione e verso una nuova visione della progettazione, più attenta all'ambiente, al comfort, e al risparmio energetico.
I dati relativi ai consumi energetici nel settore dell'edilizia sono piuttosto allarmanti, infatti il 40% della domanda energetica dell'Unione Europea è rappresentato dal settore edile e in Italia la percentuale sale al 45%, con un incremento annuo dei consumi del 2%. Se consideriamo poi che i cittadini dell'unione europea trascorrono il 90% della loro vita all'interno di un edificio, cercare di migliorare le prestazioni energetiche ed il comfort di abitazioni e uffici dovrebbe essere la nuova priorità del settore.
Un uso sempre più smodato delle risorse energetiche per far funzionare il nostro stile di vita con tutte le sue diavolerie tecnologiche ed il progressivo esaurimento delle risorse tradizonali ci mettono di fronte a problemi ambientali ed economici sempre più pressanti con la conseguente necessità di ridurre la pressione antropica sugli ecosistemi migliorando la gestione delle risorse naturali, privilegiando quindi il risparmio e la conservazione. E' la nascita del cosidetto "Sviluppo sostenibile" (Conferenza di Rio de Janeiro, 1992). Si apre così la strada ad un nuovo modo di costruire, che riduca le dispersioni, sfrutti le fonti rinnovabili e assicuri un comfort elevato, il tutto con il minimo impatto ambientale. Costruire con i canoni della bioclimatica significa quindi dare priorità alle esigenze di tutela dell'ambiente, della salute e del risparmio energetico, utilizzando materiali non nocivi, e cologici e ad alta efficienza. Si tratta di un approccio particolarmente attento al "fattore clima" interno all'edificio, che trova applicazione nel principio secondo cui bisogna lavorare in accordo con le forze della natura, non contro di esse, sfruttando le loro potenzialità pre creare un più elevato comfort abitativo.

Le tecniche di progettazione bioclimatica possono essere brevemente sintetizzate in due differenti modelli: le tecnologie attive o indirette e le tecnologie passive o dirette. Nel caso delle prime, si ha una trasformazione dell'energia che proviene esclusivamente da fonti rinnovabili attraverso l'impiego di tecnologie specifiche, quali pannelli solari termici per la produzione di acqua calda, pannelli solari fotovoltaici per la produzione di elettricità, impianti di ventilazione forzata o centrali termiche a biomasse.
Nel caso delle seconde, invece, gli edifici non prevedono l'impiego di impianti tecnici, ma per come sono strutturate, consentono in inverno di sfruttare in modo diretto l'energia, (o di conservare l'energia termica), e in estate di dissipare il calore. Tali processi possono avvenire attraverso l'applicazione di opportuni isolamenti, lo sfruttamento della massa e della convezione, l'orientamento e la forma dell'edificio, la disposizione delle superfici vetrate, l'ombreggiamento e la ventilazione naturale. Mediante un corretto "modello del costruire", che tenga conto di tutte le variabili energetico-ambientali, è possibile realizzare un edificio caratterizzato da fabbisogni di energia drasticamente ridotti rispetto alla norma, con evidenti vantaggi anche dal punto di vista del comfort e della qualità.

Gli edifici passivi sono, attualmente, quelli più efficienti dal punto di vista energetico. Il loro fabbisogno termico non supera i 15 KWh/mqa, e questo rende superfluo l'impianto di riscaldamento convenzionale consentendo il riscaldamento tramite il sistema di ventilazione. In Germania le Passiv House cominciano a diffondersi sempre più, mentre in Svezia si è arrivati ad azzerare i consumi energetici delle abitazioni con le case a "energia zero". Mentre i paesi nordici, forse spinti dalle condizioni meteoclimatiche, incominciavano a sviluppare sempre più modelli di case sotenibili, l'Italia è rimasta a guardare e oggi ci troviamo con un patrimonio edilizio che è un vero e proprio esempio di inefficenza energetica. Speriamo che le cose cambino con l'entrata in vigore della certificazione energetica degli edifici.

Al contrario CasaClima, che da Gennaio del 2005, è diventato lo standard edilizio della Provioncia di Bolzano, non definisce un nuovo stile architettonico, ma piuttosto una categoria energetica dell'edificio.
Il modello CasaClima prevede infatti tre classi energetiche: Classe Oro, quando l'indice termico dell'edificio non supera all'anno i 10 KWh/mq e per riscaldare un metro quadro di superficie abitabile è necessario un litro di gasolio, o un metro cubo di gas; Classe A, con un indice termico inferiore ai 30KWh/mq all'anno e un consumo di tre litri di gasolio per riscaldare un metro quadro di superficie abitabile; infine la Classe B, con un indice termico inferiore ai 50 KWh/mq all'anno e una domanda di combustibile pari a 5 litri di gasolio. La CasaClima di Classe A è il punto di riferimento tecnico, poiché il consumo di tre litri per metro quadrato di superficie è il punto di intersezione tra la curva dei costi aggiuntivi di costruzione e la curva dei costi di riscaldamento: e cioè una casa in perfetto equilibrio "economico-energetico". Il progetto CasaClima è quindi la prova tangibile della convenienza economica delle case a basso consumo. Secondo calcoli tecnici, un'abitazione di classe C, benché consumi la metà rispetto a una casa realizzata secondo la legge 10/1991, dal punto di vista economico non presenta costi aggiuntivi di realizzazione.
A CasaClima è sempre associato un certificato che esprime in modo chiaro le caratteristiche energetiche della casa. Si tratta di un documento che è in linea con la direttiva europea 2002/91/CE e che esprime due tipologie di calssificazione energetica: una si riferisce al livello di isolamento termico dell'edificio, mentre l'altra fornisce un indice dell'efficienza energetica della parte impiantistica. La certificazione energetica ora è diventata obbligatoria in tutto il paese, ma l'obiettivo è quello di diffondere un nuovo modello costruttivo e forse il miglior punto di partenza resta sempre l'esempio di CasaClima.

L'esperienza CasaClima è stata possibile grazie al coinvolgimento degli artigiani altoatesini. Sono loro che hanno realizzato in concreto, attraverso la costruzione dell'involucro edilizio, dei serramenti, delle strutture interne e degli impianti, le specifiche di efficienza energetica necessarie per ottenere la certificazione. L'Associazione Provinciale dell'Artigianato di Bolzano ha recentemente presentato il marchio "CasaClima Sudtirol", progetto che coinvolge un nutrito gruppo di artigiani appartenenti a tutti i mestieri dell'edilizia: muratori, carpentieri, elettricisti, conciatetto, installatori, piastrellisti, falegnami, fabbri, scalpellini e fumisti.
Questo marchio vuole imporsi anche al di fuori dell'ambito prettamente regionale e identifica una soluzione abitativa chiavi in mano, realizzata da professionisti preparati e competenti, che la propongono al mercato completa di attestazione costruttiva, rilasciata dopo prove in cantiere e collaudi finali, per garantire la qualità complessiva dell'edificio, dai materiali impiegati alla realizzazione a regola d'arte dei singoli elementi. Gli edifici che ottengono questo Marchio si caratterizzano per il basso consumo energetico (che non può superare i 50 KW/mqa), l'alta insonorizzazione, l'assenza di elettrosmog e l'elevato isolamento termico. Assicurano inoltre comfort abitativo e condizioni di salubrità, quindi benessere per gli occupati, con un veloce ritorno degli investimenti grazie ai risparmi sui costi di riscaldamento e cllimatizzazione.

Efficienza Misurabile

L'indice dell'efficienza degli edifici, ovvero il fabbisogno energetico per metro quadrato all'anno (KWh/mqa) necessario per il riscaldamento, per la produzione di acqua calda e per il raffrescamento estivo, diventa l'unità di misura sulla quale definire le diverse tipologie abitative da un punto di vista energetico. Oggi gran parte del parco edilizio italiano ha un fabbisogno energetico di circa 220-250 KWh/mqa; vi sono poi edifici conformi alle più recenti normative, che hanno consumi di 80-100 KWh/mqa. Si parla invece di edifici a basso consumo quando i valori sono tra i 30-50 Kwh/mqa, di edifici passivi se la domanda di energia è addirittura inferiore ai 15 KWh/mqa e di edifici a consumo energetico zero quando la domanda energetica è di 0 KWh/mqa.
Il concetto di "edificio a basso consumo energetico" non è tuttavia univoco. In Svizzera, ad esempio, non è prescritto l'impianto di ventilazione. In Germania dal 2002 la progettazione e l'esecuzione dei lavori sono disciplinati da marchi di qualità ad Hoc.
La Casa Passiva è uno sviluppo ulteriore della casa a basso consumo energetico ed ha un fabbisogno termico inferiore a 15 Kwh/mqa Il principio funzionale è basato su tre pilastri: eccellente coibentazione dell'intero involucro edilizio compresi gli infissi; ottimizzazione del guadagno solare passivo mediante ampie finistre o vetrate nella facciata rivolta a sud; ventilazione controllata con recupero di calore. Ne consegue che una casa passiva viene riscaldata sfruttando il calore irradiato dal sole nonché attraverso l'emissione di calore da parte di apparecchi (elettrodomestici, computer, ecc.) e degli stessi abitanti. La casa passiva è impermeabile all'aria, pertanto l'aria fresca viene convogliata all'interno attraverso canalizzatori, e preriscaldata attraverso uno scambiatore con recupero di calore. Diventa così superfluo un sistema di riscaldamento convenzionale, cioè attivo, motivo per cui si parla di case passive. D'estate, invece, l'isolamento termico blocca il flusso di calore proveninete dall'esterno. A tale scopo le finestre devono essere ombreggiate mediante persiane o balconi, come tutte le altre case.

Il Marchio Minergie è invece un marchio di qualità svizzero introdotto nel 1998. Si basa sugli stessi principi della casa passiva tedesca, ma non punta alla rinuncia di un sistema di riscaldamento convenzionale. La ventilazione controllata per garantire il ricambio dell'aria è anche qui un requisito prescritto, ma il grado di cpoibentazione e di impermeabilità della'ria sono inferiori che in Germania. Lo Standard della casa passiva tedesca è stato ripreso in Svizzera con questo marchio che prevede l'utilizzo di fonti energetiche alternative e di apparecchi domestici ad alta efficenza energetica. Anche la provoincia di Bolzano da anni è impegnata in queste problematiche. Secondo il suo presidente infatti il fabbisogno nenergetico è in continuo aumento e lo studio e la messa in pratica di soluzioni eco-cpmpatibili è ormai inderogabile. Per questo la provincia ha finanziato progetti per la costruzione di teleriscaldamento e sfruttamento delle biomasse, nonché il progetto CasaClima. In particolare il progetto CasaClima è nato in Alto Adige per rispondere all'esigenza sempre più pressante di ridurre le emissioni di agenti inquinanti nell'aria. In soli tre anni, l'idea di risparmiare energia alla fonte, tramite un'accorta tecnica edilizia che garantisca la conservazione del calore, ha raggiunto la ribalta internazionale. Per realizzare un edificio CasaClima, però. servono competenza e professionalità: ecco perché l'Ufficio Aria e Rumore della Provincia Autonoma di Bolzano promuove corsi di specializzazione destinati a progettisti ed artigiani, che permettono di ottenere il titolo di "Esperto CasaClima". La presenza di professionisti competenti in merito alle più moderne tecniche di risparmio energetico è fondamentale poer rispondere alla domanda di chi vuole aderire al progetto CasaClima.
Il master CasaClima, nato su iniziativa congiunta dell'Agenzia Provinciale per la Protezione dell'Ambiente e della Facoltà di Economia della libera Università di Bolzano, è un ulteriore passo avanti nell'opera di formazione di professionsti dell'edilizia a basso consumo energetico.



"Ci attende un compito affascinante. I Nostri edifici devono trovarsi pronti per il giorno in cui non ci sarà più petrolio". Hans Glauber

La necessità di affrontare in modo razionale il problema dell'energia è ormai un imperativo che non riguarda solo gli specialisti. O si imbocca senza indecisioni la strada di un processo virtuoso, capace di coniugare comfort e risparmio energetico, o l'habitat, il territorio, il clima e lo stesso sistema economico in cui viviamo, sono destinati progressivamente a collassare. I sempre più frequenti disastri naturali e le ricorrenti crisi energetiche provvedono a richiamare alla realtà i più distratti.

Una realtà che vuol dire non solo capire, ma anche fare. Concretamente e subito. Rigurda tutti: chi legifera, chi governa, chi lavora in questo campo e, sempre di più, il semplice cittadino. E qui le cose si complicano. parole e frasi quali sostenibilità, risparmio energetico, dispersione termica, energie rinnovabili ecc. sono ormai entrate nel lessico comune. Ma portare nel nostro quotidiano ciò che queste parole sottendono, utilizzandole per vivere diversamente da come si è comunemente fatto sinora, il passo è ancora lungo.
Naturalmente devono essere gli amministratori pubblici e privati e chi opera nel settore a sensibilizzare a attivare l'opinione pubblica affinché capisca il valore del risparmio energetico; per fare questo ovviamente servirebbero dei piani energetici regionali e cittadini che al momento però mancano.

Il risparmio sarebbe possibile. Lo studio di architettura statunitense Skidmore, Owings & Merril è tra i finalisti del concorso internazionale bandito in Cina per la costruzione di un edificio a Guangzhou, che diventerà la sede di un importante società. Il progetto presentato dagli architetti americani prevede la realizzazione di un grattacielo alto 69 piani che ha come caratteristica innovativa quella di produrre più energia di quanta ne consuma, grazie ad un uso razionale dell'energia eolica e solare. Il risultato è stato ottenuto incanalando il vento verso le due aperture realizzate sulla facciata dell'edificio, all'interno delle quali sono in funzione turbine eoliche in grado di produrre energia elettrica da utilizzare per climatizzare e illuminare la torre. Le aperture consentono inoltre di ridurre la pressione del vento sulla facciata, fornendo così una maggiore stabilità strutturale. Il risparmio energetico è esaltato da altri accorgimenti progettuali volti a massimizzare l'illuminazione solare, controllando al contempo l'irraggiamento negli ambienti; l'acqua piovana, scaldata dal sole, è riutilizzata per alcuni impieghi idrici.

La normativa europea sul risparmio energetico è tra le più avanzate al mondo. Ora si tratta di metterne in pratica i principi.

Energia: controlliamo la nostra dipendenza; così la direzione generale dell'Energia delle Comunità Europee titola una recente informativa sull'argomento. Il rendimento energetico sarà migliorato anche fissando norme di prestazione energetica per gli edifici nuovi e per quelli ristrutturati, con l'obbligo di fare ispezionare le caldaie e i sistemi di condizionamento a scadenze regolari e di ottenere certificati energetici per gli edifici. Per quanto concerne il contenimento energetico degli edifici, l'8 ottobre 2005 è entrato in vigore il decreto n. 192 del 18 agosto 2005 sul rendimento energetico in edilizia, in attuazione della direttiva 2002/91/CE. La maggior novità introdotta dal decreto è l'obbligo di rilascio, a partire da gennaio 2006, del certificato energetico per gli edifici di nuova costruzione. In Italia la prima misura d'avanguardia è stata adottata dalla Provincia Autonoma di Bolzano, con l'introduzione dell'ormai noto strumento di certificazione "CasaClima". Il rendimento energetico di un prodotto, nonché la sua sostenibilità, dipende dall'uso e dalla quantità di energia consumata durante tutta la "vita": dalla produzione allo smaltimento. Questo è uno dei temi di maggiore attualità, vista la recente direttiva EU n. 32/2005 relativa alla progettazione ecocompatibile dei prodotti che consumano energia. L'applicazione della direttiva sul rendimento energetico nell'edilizia, a a partire dal 2006 comporterà un risparmio stimato in circa 40 Mtep (milioni di tonnellate equivalente petrolio) entro il 2020. L'articolo 7 della direttiva dispone che sia emesso un attestato di certificazione energetica nella fase di costruzione, compravendita o locazione di un edificio di metratura superiore a 50 mq.

IL settore dell'edilizia è responsabile infatti di oltre il 40% del consumo totale di energia (riscaldamento, produzione di acqua calda, raffreddamento, illuminazione ed uso di elettrodoemstici e gadgets elettronici vari). Sarebbe possibile ridurre entro il 2010 questo consumo di più del 22% in buone condizioni di costi ed efficacia. In Austria per esempio più di 650 comuni (60% della popolazione) appartengono all'Alleanza delle città per il Clima (Climate Alliance), finalizzata alla riduzione delle immissioni di CO2 del 50% prima del 2010. Gli interventi pubblici sono soprattutto rivolti alle ascuole e agli spazi collettivi. L'approccio tedesco è basato sul principio "bottom up", una stratificazione di misure pragmatiche: scegliere il luogo e l'orientamento in funzione della topografia e dell'irraggiamento solare, secondo i principi bioclimatici; razionalizzare i sistemi di costruzione per limitare la produzione di scarti e di emissioni; rinforzare l'isolamento termico e scegliere impianti con prestazioni elevate per evitare gli sprechi; escludere materiali nocivi e non biodegradabili. E' un approccio basato su un ragionamento di costo globale, applicato in germania dopo le crisi del petrolio degli anni Settanta. Un principio che in Italia fatica a svilupparsi e a imporsi, se non in contesti limitati, come appunto in Alto Adige con il progetto CasaClima.

Da 0 a 100: le politiche energetiche ora hanno un indice

L'indice sintetico - da 0 a 100 - sulle politiche energetiche, introdotto quest'anno per la prima volta, considera sia la presenza di impianti solari termici e fotovoltaici in strutture comunali che l'introduzione di incentivi economici e di norme riguardanti il risparmio energetico e la diffusione delle fonti di energia rinnovabile.
Ai quattro parametri:
- Solare termico installato
- Solare fotovoltaico installato
- Incentivi
- Norme e disposizioni
viene assegnato un peso equivalente.
35: i comuni che dichiarano di aver installato pannelli fotovoltaici;
26: quelli che hanno puntano sugli impianti solari termici;
19: i comuni che hanno adottato incentivi per l'adozione di misure di risparmio energetico;
33: i comuni che hanno fatto ricorso a strumenti normativi, in particolare ai regolamenti edilizi.
Bolzano e Roma sono le uniche due città che soddisfano tutti e quattro i parametri.
Fonte: censimento ecosistema Urbano 2006, legambiente

Enti Locali in Pole Position

Queste le municipalità e Regioni che si sono messe in luce anticipando le direttive europee e nazionali nel campo del risparmio energetico degli edifici:
Comune di Carugate (MI), Regolamento Edilizio, 2003
Comune di Cavalese (TN), NTAdi Piano regolatore Generale, 1994
Comune di Corbetta (MI), Regolamento Edilizio, 2004
Comune di Faenza (RA), NTA di Piano regolatore Generale, 1998
Comune di Forlì (RM), Regolamento per la promozione della qualità bioecologica degli interventi
Comune di Reggio Emilia, documento sugli edifici bioecologici, 2001
Comune di Rovereto (TN), Regolamento Edilizio Comunale, 2004
Comune di Torino, Allegato Energia al Regolamento Edilizio comunale, 2003
Regione Emilia Romagna, Regolamento Edilizio Tipo (L.R. 33/1990) del GR 21/2001
Regione Emilia Romagna, Regolamento Edilizio Sostenibile (allegato n. 2 al bando "Il programma di sperimentazione"), 2003
Provincia di Bolzano, Programma CasaClima

Fonte: convegno "CasaClima". Costruire il futuro, Bolzano 26-28 gennaio 2006. Intervento: "La certificazione Energetica nelle Regioni Italiane" di Filippo Viganò

I riferimenti normativi

- Legge 10/91 del 09/01/91 "Norme per l'attuazione del Piano Energetico nazionale in materia di uso razionale dell'energia, di risparmio dell'energia e di sviluppo di fonti rinnovabili"
- Dpr 412/93 "Regolamento recante norme per la progettazione, l'installazione, l'esercizio e la manutenzione degli impianti termici degli edifici ai fini del contenimento dei consumi di energia, in attuazione della legge 10/91".
- Direttiva 2002/91/CE, rendimento energetico nell'edilizia.
- In attuazione della Direttiva Europea 91/2002, in data 8 ottobre 2005 è entrato in vigore il decreto legislativo n. 192 del 18 agosto 2005 che stabilisce i criteri, le condizioni e le modalità per migliorare le prestazioni energetiche degli edifici.
- Direttiva EU n. 32/2005 relativa alla progettazione ecocompatibile dei prodotti che consumano energia.
- Il Libro Verde sull'efficienza energetica della Commissione Europea, pubblicato nel 2005.
- Emilia Romagna - Delibera Regionale 21/2001 "Requisiti volontari per le opere edilizie ed incentivi".
- Regione Lombardia - Legge Regionale 39/2004 Linee Guida per la definizione di un regolamento Edilizio Tipo.
- Provincia di Bolzano - Decreto 34/2004 "Regolamento di esecuzione della legge urbanistica in materia di risparmio energetico".


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